Sapore di Cenere

[CSV] [CC] [Aurora Occidentale]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Death is only the beginning.

    Group
    Member
    Posts
    3,350
    Location
    Le sabbie del tempo.

    Status
    Offline
    Quarion.

    La scaltrezza di quell’individuo era sempre più apprezzata nell’Antico sacerdote.
    Se avesse avuto ancora un volto, si sarebbe abbandonato ad un sorriso compiaciuto quando il suo interlocutore confermò di volere una alleanza tra i due, naturalmente il Galanodel non era uno sciocco e per questo l’aveva scelto, ma avrebbe potuto avere una sua agenda personale che per qualche motivo escludeva di associarsi con lui.
    Fortunatamente non era così.

    Ma se desidera averne la conferma, sarebbe per me un onore avere amicizie del vostro calibro.


    Tutto stava andando come programmato, anche se naturalmente queste erano per ora soltanto chiacchiere, ma era convinto che un “amicizia” di quel calibro si sarebbe andata consolidando nel tempo.
    Erano entrambi diabolicamente astuti e dolorosamente coscienti della scaltrezza dell’altro, non avrebbero cercato di raggirarsi a vicenda a meno di situazioni realmente critiche e disperate perché entrambi avevano troppo da guadagnare da quel tipo di situazione.
    In fondo la miglior garanzia dell’onestà in un rapporto è il sapere che l’altro, con ogni probabilità, sarebbe in grado di scoprire ogni sotterfugio adoperato per ingannarlo.

    Naturalmente, torniamo ai nostri posti.
    Per quanto Namas possa non crederlo, siamo figure di spicco e non possiamo certo andare dove più desideriamo, ci sono compiti da assumere ed una guerra da vincere per i nostri ingrati amici.


    Oh ma sarebbe giunto il momento in cui l’Ovest avrebbe dovuto restituire il favore al Castello nel Cielo, se non l’avessero fatto l’Antico se lo sarebbe ricordato e lui era famoso per tre cose: avere un’ottima memoria, legarsela al dito e avere tutto il tempo dell’universo per potersi vendicare.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,250

    Status
    Anonymous
    Accenni a: Namas

    Da un po' si stava iniziando a chiedere il perché di tutto ciò: del fatto, del dolore che naturalmente ne stava conseguendo, della perdita di uno dei pilastri della Resistenza, della cerimonia e di tutto quello che derivava dal triste evento.
    Ricordava bene ciò che aveva visto a Misericorde: di quella sacerdotessa che aveva riportato in Vita la mezz'elfa. Un incantesimo un po' diverso da quello che le aveva accennato Ise, che richiedeva un corpo, anziché conoscere qualcuno. Comunque era stata una prova che si potesse tornare indietro anche dalla Morte.
    Se era così, allora perché vi era tutta quella sofferenza? Perché nessuno si adoperava per riportare l'aristocratica tra la gente? Perché non lo si faceva con gli altri caduti? Non lo capiva: la donna che aveva visto aveva aiutato una completa sconosciuta, perché non succedeva lo stesso in una situazione come la loro, per qualcuno che tutti conoscevano?
    Erano domande importanti le sue, tuttavia sentiva che sarebbe stato difficile trovare subito delle risposte e forse non era neanche la cosa più sensata da fare in quel momento.
    Venne a sapere che il Principe Namas stesse per fare un discorso e si spostò per ascoltarlo meglio.

    Aveva già sentito vari discorsi quel giorno. Gente franca, altra meno, chi riusciva a confortare gli altri, chi per errore appariva indelicato e chi, per cercare di rimediare all'errore di questi, finiva per far peggio.
    Il futuro Alfiere iniziò a parlare, forse per rendere onore a colei che si era sacrificata, forse per incitare i suoi o magari per entrambe le ragioni.
    Partì in fretta e andò avanti, spiegando quanto sarebbe stato importante ricordare ciò che era successo in quell'epoca buia, che tutti lì stessero soffrendo, di come fosse importante lottare tutti insieme e molti altri concetti.
    Imparare dagli errori e rimanere uniti... dunque erano queste le soluzioni di Namas per riscattare l'Ovest?
     
    Top
    .
  3.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    black s c o r p i o

    Group
    Member
    Posts
    1,252

    Status
    Offline

    Prima ancora che Mugen potesse rispondergli, un uomo arrivò a chiamare Namas.
    Bardato di una pesante armatura, non sembrava dimostrare l'età che aveva; si trattava di un guerriero, di questo ne era certo, dato che l'aveva intravisto nelle precedenti battaglie. Il particolare che attirò fortemente la sua attenzione, fu la cicatrice che solcava il suo viso e che lo aveva privato di un occhio sicuramente in giovane età. Amon, in un certo senso, lo ammirava.
    Rispose all'inchino dell'uomo come meglio poté, cercando di essere il più solenne e rispettoso possibile: sentiva dentro di sé un senso crescente di reverenza nei confronti di quell'uomo, come se ne dovrebbe avere di una persona di una certa importanza; come ne doveva avere nei confronti di un combattente che gli è gerarchicamente superiore.



    Namas doveva fare il suo discorso, pertanto fece a Mugen un segnale d'attesa.
    Voleva ascoltare quanto il Principe aveva da dire alla popolazione dell'Ovest; di come, con le sue parole avrebbe cercato di animarli, di fomentarli e di caricarli per la battaglia finale che li attendeva.
    Quel genere di discorsi era molto complesso da mettere insieme; bisognava scegliere accuratamente le parole e cercare, in un modo o nell'altro, di non turbare gli animi già scossi da un evento che aveva avuto conseguenze devastanti per l'intero Ovest.
    Interruppe il filo dei suoi pensieri in concomitanza con l'inizio del discorso del Principe.
    Con quelle sue parole, stava cercando di abbracciare ognuno dei presenti facendo ammenda, primariamente, per l'impossibilità di riuscire con qualsivoglia parola a lenire gli animi e cancellare anche solo per un momento il dolore di quell'istante; fu crudo, per certi versi anche spietato nel sottolineare una verità inequivocabilmente vera: niente e nessuno avrebbe potuto riportare indietro i caduti.
    Coloro che erano morti brandendo un ideale come arma, più forte di qualsiasi scudo o spada, non sarebbe tornato ad accudire i propri cari; a rassicurarli sulla propria condizione ed a riprendere il proprio posto in una vita che ormai non gli apparteneva più. Bisognava prenderne atto e guardare avanti.
    La vendetta, come sottolineato, non sarebbe stata di alcun aiuto o conforto.
    Al più, sarebbe potuta essere un palliativo.

    « -ah, quale desiderio mi anima. », si disse non dimentico delle sue parole.
    « Uccidere è l'unica cosa che conosco e che so fare bene- », aggiunse al suo pensiero rimuginando si su quanto detto da Namas sia da quanto detto da lui alla scoperta della morte di Odayaka. « -ma per quanto possa fare; per quanto possa volere sono impotente. Quante volte ho ucciso per vendetta. »
    Rimuginò ancora, tornando indietro. « Ho brandito la mia spada per vendicare la morte di tanti, troppi miei compagni caduti ma non sono tornati indietro. »

    Aveva ragione, Namas.

    « -il vuoto intorno a me è soltanto aumentato. », concluse amaramente.

    Ogni perdita recava con sé delle conseguenze, incrementando il vuoto nell'animo.
    Per certi versi, nemmeno la presenza di nuovi compagni sarebbe riuscita a colmare quelle mancanze, lasciando irrimediabilmente vuoti quegli scranni; e la vendetta non era riusciti a colmarli.
    Sofferenza e solitudine di li avevano occupati baluginando di una luce sinistra ed opaca; oscura e perversa che serviva ad alimentare unicamente le tenebre del suo animo.
    Bisognava liberarsene per lasciare andare l'anima dei defunti e preparare l'animo per accogliere nuove presenze e nuovi incontri; bisognava serbare il ricordo di loro, ma non lasciarsi opprimere dalla loro mancata presenza e dal loro abbandono.
    Il ricordo, come aveva sottolineato anche Namas, sarebbe perdurato in eterno se perpetrato e coltivato da loro stessi a beneficio delle nuove generazioni e di chiunque sarebbe giunto nell'Ovest; questi avrebbero conosciuto le gesta di uomini che avevano combattuto per la propria libertà.
    Non solo eroi, ma uomini liberi.

    ( e lui, adesso, lo era )

    Su invito di Namas, poi, si guardò intorno.
    Guardò dapprima Mugen, sorridendogli lievemente ed annuendo con il capo: avrebbe fatto sua la tristezza e la discriminazione che ne avevano fatto un capro espiatorio; ricordava ancora il loro primissimo incontro e la diffidenza iniziale che gli aveva mostrato.
    Poco a poco erano diventati amici ed avevano combattuto fianco a fianco, estraendo gli artigli ed attaccando a man bassa chiunque gli si fosse parato dinanzi; per quanto si fosse trattato di un breve incontro, si era instaurata un'amicizia profonda e sincera: nella lotta avevano scoperto la loro più intima personalità, senza alcuna menzogna o bugia. Le azioni e le imprese che avevano compiuto insieme, li aveva resi più forti. « Amico. », si disse guardandolo.
    « -fratello. », pensò.

    Gli fece un cenno con il capo, come a volergli dire 'di me potrai fidarti sempre'.
    Girò lo sguardo, poi, verso il Principe.

    Con lui aveva condiviso un dolore molto grande; fin troppo per essere sopportato da solo.
    Aveva deciso di sobbarcarsi di tutta quella sofferenza e di tramutarla in forza per essergli solidale in qualsiasi situazione, con la premura di non abbandonarlo mai.
    L'aveva giurato a sé stesso quel giorno ed aveva rinnovato il suo giuramento dinanzi alle spoglie inermi di Odayaka, espandendo quella sua cieca fede anche nei confronti del popolo dell'Ovest. Per quanto le avesse taciute, sperava che i suoi intenti giungessero ai cuori di ciascuno.
    Si saarebbe sacrificato volentieri per la causa dell'Ovest, divenuta ormai da tempo la sua nuova dimora nutrendo il desiderio sincero di difendere chiunque l'abitasse.
    Immaginava quanto difficile poteva essere stato pronunciare quelle parole tacendo i reali sentimenti che provava nel suo tumultuoso cuore; se ne avesse scrutato il flusso, avrebbe certamente conosciuto di quali sentimenti fosse animato il Principe, ma grossomodo sapeva.
    Un po' aveva imparato a conoscerlo.

    « Sii forte, Principe. », si disse come se stesse parlando con lui.
    « L'Ovest ti è vicino: fa tua la forza di ciascuno di noi. », si disse ancora portando la mano sulla spalla destra di Namas, stringendola lievemente.

    Voleva trasmettergli questo suo messaggio in maniera inconscia.
    « -fai tua, tutta la mia forza! »

     
    Top
    .
  4.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    J

    Group
    Member
    Posts
    4,119

    Status
    Offline
    La sala è un continuo via vai di persone. Questuanti, guerrieri, nobili e delegati. Li vediamo sfilare in un corteo silente diretto al feretro mentre sorseggiamo lentamente il caffè. A lei non interessa nulla di ciò che sta accadendo. Lei è morta. Un funerale è un rito per i vivi, per rinsaldare promesse e per abbandonare per sempre una persona che prima faceva parte delle loro esistenze. E che cosa celano nel cuore i presenti? Tristezza o rabbia? Se solo avessimo potuto parlare ancora, sondare i cuori di Namas e Amon. Quello si che sarebbe stato interessante, non questo silenzio così pesante ed infruttuoso.

    Non c’è modo di soddisfare la nostra curiosità. E’ tempo solo per i saluti tra amici ed i grandi discorsi. Un demone volpe, molto più massiccio del Magister di Laputa, sale i gradini per intrattenere parole con Amon. Un certo Mugen – ironico sia così massiccio per qualcuno che porta come nome l’effimerità di un sogno – probabile compagno di battaglia. Non è esattamente ciò che vogliamo sentire, ma in momenti come questi bisogna prendere ciò che ci viene dato. Ma anche questa volta non riusciamo a cogliere alcun frutto, perché un samurai si rivolge a Namas ed è il momento del discorso. Momento particolare per farlo. Ce lo saremmo aspettati sul campo di battaglia, poco prima di iniziare lo scontro per assediare il Conclave.

    « Non c'è conforto capace di cancellare il dolore che state provando. E non ci sarà nemico ucciso, fortezza espugnata oppure palazzo raso al suolo che ridarà la vita ai nostri affetti. » Vero, ma non per questo gli uomini hanno mai smesso di rispondere alla sofferenza con la sofferenza. Occhio per occhio, dente per dente. Incendi, massacri e stupri. Con note di sangue è stata scritta la canzone della Storia. « Essi potranno continuare a vivere nel ricordo che avete di loro, nelle memorie che tramanderete a colori i quali ci seguiranno, a tutti gli individui che verranno dopo di noi e troveranno questa città libera, ricostruita, nuovamente donata al popolo che l'ha sempre accudita. » La memoria svanisce, le storie si modificano e le città cadono in rovina. Come sarà la storia di Odayaka dopo mille anni? Sarà divenuta un’eroina immortale ascesa al cielo od un demonio manipolatore che mangiava bambini? La memoria è labile ed il futuro incerto. Gli uomini costruiscono castelli che pensano siano eterni e tramano intrichi per tutta la loro esistenza. La verità è che la vita è breve ed ingiusta. Niente utopie o promesse. E’ necessario vivere ogni istante, dominati dalle passioni che albergano nel cuore.

    E’ vero che il dolore è una spirale senza fine, ma è possibile scacciarlo facendo leva non sui sentimenti ma sul futuro? La Ruota della Storia non può esser fermata, solo rallentata. Chissà per quanto tempo questo Namas ci riuscirà. Sempre se ne sarà in grado.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,250

    Status
    Anonymous
    Rachel camminava per le vie della città, guardando un po' tutto quello che succedeva. Il fronte era avanzato ulteriormente ed era stata espugnata anche la zona in cui normalmente aveva sede il governo dell'Ovest. Forse mancava poco per la loro vittoria, ma quello schieramento non sembrava poi esserne più così sicuro, dopo la perdita di uno dei leader che avevano guidato la resistenza. Non che in un confitto del genere si potesse parlare di morale alto, per quanto favorevole potesse essere la situazione.
    Eppure aveva come la sensazione che la gente avesse più paura di quanto ne avesse avuta al momento del primo attacco alla città. Lì la loro situazione era nettamente più svantaggiosa rispetto a quella attuale eppure, con la forza della disperazione, erano riusciti ad aprirsi un varco.
    Certo, dare la vittoria per scontata sarebbe stato un errore: non era detto che il nemico non avesse risorse per riprendersi e molto probabilmente aveva conservato i suoi uomini migliori per l'ultima linea di difesa.

    Tuttavia c'era qualcosa che non riusciva a spiegarsi: che ci faceva lei lì? Non avrebbe ottenuto altre risposte sulla principessa, non nel breve termine, e tra l'altro lei stessa le aveva detto che se voleva poteva non prendere parte a tutto ciò. Già, era paradossale: era partita con un'idea di quella dama, ma a conti fatti chi le aveva ordinato di fare qualcosa, prendere parte a un conflitto di cui non faceva parte pur di difendere la biondina, era stata Ise. Già, era stato un ordine, però dal punto di vista pratico, cosa la tratteneva sul serio? Avrebbe potuto andarsene e, non appartenendo alla resistenza, nessuno avrebbe potuto tacciarla di diserzione. Anzi, probabilmente l'avrebbero data per dispersa e così sarebbe stata libera. Perché non se ne andava?
    Perché sentiva di aver preso un impegno? Perché sarebbe stata un'onta sfuggire mentre chi credeva essere più debole di lei rimaneva? Perché non sarebbe stato un comportamento leale?
    Non sapeva ancora spiegarselo, ma decise di non rimanerci troppo a pensare. Entrò allora in un edificio ed incontrò Sarah, ma non le parlò.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    icon-tsubaki-10

    Dal rialzo dell'altare, il Principe leva il braccio per prendere la parola, e la folla si acquieta e tace - per quanto silenzio possa fare un gran numero di anime, riunite nello stesso posto-, lasciando che lo sguardo di ciascuno naufraghi stanco e senza intenzione ora alla figura del loro leader, ora alle grossolane scatole di legno e ai drappi di grezzo tessuto che racchiudono le spoglie dei loro cari, ora a coloro che restano nel mondo dei vivi - afflitti dal dolore e alla vigilia di una nuova battaglia.

    «Compagni! Fratelli, sorelle, amici!»

    Gli occhi mistici del rettile abbracciano l'intera moltitudine, e molti ricambiano lo sguardo, come in attesa: di qualcosa che allontani il dolore, di qualcuno che gli offra conforto, di li guidi e gli dica cosa fare... ma il discorso del Principe non è quello di un sovrano che comanda, ma di un illuminato che condivide la sua ispirazione col mondo. E non tutti capiranno.

    Non ci sono promesse di miracoli. Nessuna acclamazione di sangue e vendetta.
    Solo la speranza di un futuro un pò più luminoso... più sereno... in una città che non si è rassegnata a crollare sotto la guerra, abitata da genti che non sono state sopraffatte dall'odio dei loro aguzzini, e che non si sono lasciate lusingare e avvelenare da quello stesso veleno: una sete di sangue figlia della sofferenza, con cui i deboli confondono la giustizia.

    Per alcuni, non sarebbe stato che un miraggio, belle parole gettate nel vento... ma nel cuore di altri, quella speranza sarebbe caduta come un seme su zolle smosse, e sarebbe un giorno germogliato in una buona pianta, alimentato dalle mai aride sorgenti della memoria. Perché il ricordo e la consapevolezza sono le uniche armi che ciascun popolo dovrebbe imbracciare per scongiurare ogni tragedia futura.

    La voce del Naga si spegne, e nella pioggerella che si attenua, il rosso tramonto cede il passo al crepuscolo; il silenzio che segue le esequie è l'unico segnale che serve per considerare la cerimonia conclusa, e mentre alcuni si attardano vicino ai propri defunti per un ultimo saluto e un'ultima promessa, la maggior parte dei soldati della Resistenza defluisce lentamente dalla piazza, diretta alle brande dei loro precari alloggi temporanei, dove trascorreranno le ore che li separano dalla battaglia decisiva.

    In silenzio, la guardia d'onore -rimasta silente accanto al catafalco- si raduna attorno al sarcofago di Odayaka per gli ultimi voti, preghiere, promesse... perché l'indomani combatteranno con onore in memoria del suo nome, perché faranno tutto quanto in loro potere per fare giustizia sul suo assassino, perché la riporteranno ad Undarm e alle sue acque come è usanza della sua nobile famiglia...

    Così, la tomba viene chiusa - e cala la notte su Sequerus.

    jpg

    Offer up these tears,
    The words of a new love.
    Thank you, days of bliss within my dreams.
    I thank the fact that we met here.


    For eternity.

    Inori

    La funzione è conclusa: potete procedere con la conclusione delle situazioni in corso e con la vostra uscita di scena.

    La giocata verrà chiusa in data 26 Giugno. =*

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    deva


    Group
    Senatori
    Posts
    10,795

    Status
    Offline

    La mano di Amon sulla sua spalla lo riportò alla realtà, con delicatezza, immergendo il Principe in una gelida atmosfera di contemplazione.
    Per quanto avesse promesso alla propria dignità il rispetto dovuto, non riusciva a cancellare la sensazione opprimente di aver usato parole esterne alla sua Consapevolezza, non completamente incluse nei mantra che da sempre lo avevano accompagnato e continuamente forgiato.


    «Grazie, Amon.»

    Iniziò a scendere i gradini lentamente, lasciando che il corteo di rappresentanza prendesse le proprie posizioni in quel marasma di soldati e vittime, civili ed innocenti.

    «È ora.»

     
    Top
    .
  8.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    black s c o r p i o

    Group
    Member
    Posts
    1,252

    Status
    Offline

    Era dura, forse anche troppo. Persino per loro che erano guerrieri.
    Addestrati dalla più tenera età a convivere con la morte; a chiamarla sorella, amica o amante (per giunta), come se fosse un’alleata piuttosto che un’avversaria. Amon non era stato da meno fintanto che era uno Scorpione Nero. Lui era solito riferirsi ad essa come ‘sorella’.
    Lo faceva mestamente, nonostante tutto, senza gridare verso di lei o ad omaggiarla pubblicamente, magari durante un assassinio. La pregava e l’adorava perché l’accompagnasse in missione;
    perché con lei dalla sua parte, sarebbe stato tutto più facile.
    ( infine, le offriva il sangue, come rito propiziatorio )

    C’erano momenti, poi, che vi litigava; le metteva il muso voltandole le spalle.
    Ogni qual volta un gregario dello Scorpione – soprattutto se un suo ‘fratello’ – sgridandola per quanto commesso; lodandone le gesta e le virtù, affrancandosi il diritto di biasimarlo. Poi, però, vi si riappacificava ringraziandola per l’onore che gli aveva concesso; soprattutto se aveva fatto in modo di lasciarlo morire in missione, per di più contro un avversario degno.
    Il ‘loro’ era un rapporto complesso, un eterno tira e molla che sfociava in un ‘amore ed odio’ continuo ed incessante; al limite della follia o della perversione. A dirla tutta, nonostante le occasioni vi fossero state moltissime occasioni, la ‘sorella’ non aveva mai avuto intenzione di reclamarlo a sé.
    In fondo, gli voleva bene. ( quasi fosse maledetto )

    Uno Scorpione, d’altronde, andava a braccetto con la Morte.

    Da quando era su Endlos, però, quel dialogo era stato interrotto.
    Non sentiva più il bisogno di parlare con lei; di sfogare i suoi istinti e le sue paure più remote.
    Viveva e tanto gli bastava, senza chiedere nient’altro in cambio se non l’espiazione delle sue molteplici colpe, al fine di rimediare ad ogni singolo peccato commesso in Egitto.
    Non l’aveva mai cercata prima di quel momento, perché non ve ne era stato il bisogno: gli omicidi che aveva commesso sul semipiano erano ben misera cosa; tutti a scopo di difesa.
    Ma per quanto si trattasse di un qualcosa di naturale; per quanto cercasse di farsi una ragione per la morte di ciascuno degli abitanti dell’Ovest, si chiese se non l’avesse oltraggiata.
    Poco importava che ne fossero morti altrettanti da parte avversaria: era un sentimento egoistico rivolto unicamente a quelli che erano stati suoi compagni, amici o semplici conoscenti; era un sentimento di cordoglio che rivolgeva ad Odayaka, più di tutti.

    « Non è giusto. », ammise poi amaramente.
    « Abbiamo vinto qualche battaglia, ma altro sangue verrà sparso,- », aggiunse, « -altre vite verranno recise ed avremo altri morti da seppellire. Non è giusto. », sottolineò ancora.
    « Persino loro sono stati capaci di pentirsi- », si disse raggiungendo con il pensiero quel povero diavolo che aveva finito con l’uccidere (un gesto misericordioso; dovuto), « -sono stati capaci di pungere nell’orgoglio il cuore di questo assassino. Questo momento è anche per voi. »

    Alzò lo sguardo al cielo, chiudendo per un istante gli occhi.

    « A voi, abitanti dell’Ovest. »

    Che fosse un amico o un nemico, in quel momento
    non aveva più importanza.

    […]

    Rispose a Namas con un cenno, molto semplicemente.
    Il discorso era finito e il feretro era stato chiuso: le esequie potevano considerarsi concluse in quello stesso istante. Guardò fugacemente il volto di Odayaka per un’ultima volta.
    Se ne impresse l’immagine vivida nella mente.
    Poi richiuse gli occhi.

    È ora ’, sentì dire dal Principe.
    È ora. ”, aggiunse lui con un sussurro.
    E lo vide scendere.

    Esitò un attimo, per aver modo di parlare con Mugen.

    Credo sia più opportuno ripararci altrove. ”, gli disse abbozzando un sorriso. “ Se vuoi, mi trovi nella mia tenda. Lì potremo discorrere senza recare offesa a nessuno.

    E si avviò a sua volta, cominciando a scendere le scale.


    Non sapendo se hai intenzione di continuare a discorrere con Amon o meno, ho pensato fosse più opportuno far richiedere a Mugen di vedersi altrove. Volendo possiamo coronare la cosa con una ruolata a parte. =)

    E' stato un piacere partecipare a questa scena e dare modo ad Amon di maturare un altro poco. ù_ù

     
    Top
    .
  9.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    J

    Group
    Member
    Posts
    4,119

    Status
    Offline
    E’ la notte a calare il sipario sul lutto dell’Ovest e a far voltare pagina della Storia. Le ultime parole del Principe annunciano la fine del pianto e l’inizio della guerra. Ci alziamo dallo sgabello, stiracchiandoci la schiena all’indietro e facendolo scomparire nella manica insieme alla tazza. Non è stato propriamente del tempo sprecato, ma è certo che la parte più divertente sta per iniziare. Seguiamo il duo giù dalle scale con un sorriso tronfio sul volto sperando che la via conduca a qualche accampamento. E’ lì che avremmo mostrato le nostre carte ed avremmo sfoggiato la nostra conoscenza; ma non è lì che avremmo gustato appieno quella battaglia. Nella nostra mente è già tutto deciso: seguiremo Namas ed Amon per vedere se verranno o meno dominati dai sentimenti e se manterranno le promesse. Mentre il feretro viene chiuso non può che venirci in mente una frase:

    “Il mondo è per i vivi”

    Che i morti ora riposino e ci lascino spazio. E’ tempo di fare la nostra parte in quella Storia.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    The guru in the darkness...

    Group
    Ufficiale
    Posts
    934

    Status
    Anonymous

    C'è un silenzio innaturale nel cuore di chi, nel bene o nel male, è stato privato della sofferenza.
    Del dolore, della gioia, dell'amore... uno stato morte non troppo dissimile a quello della donna distesa lì di fronte, a parte il piccolo dettaglio che lui poteva ancora respirare.

    Quarion ascoltò pacato le parole del Principe Naga, seguì la funzione fino alla fine e, quando Namas e gli altri se ne andarono, l'Ambasciatore scelse di riprendere il suo cammino.

    Era rimasto lì per soddisfare un'alleanza, per partecipare alla scena di una tragedia in cui aveva partecipato come comparsa... una ribellione di cui lui in prima persona sarebbe dovuto essere simpatizzante inquanto vittima. E lo era, in un certo senso. Non riusciva a spiegarsi tuttavia quel senso di vuoto, quell'incapacità di piangere.

    Lo aveva notato anni prima alla notizia della scomparsa della sua stirpe e lo aveva giustificato come puro odio causato dall'allontanamento forzato da sua sorella gemella. Ma ora? Perchè non provava nulla?

    Un pò turbato seguì la fiumana di gente ed andò via, il capo chino ed una espressione di lutto come maschera sul proprio volto.

     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,250

    Status
    Anonymous
    Le due ragazze seguirono ciò che successe da lontano. Non si dissero niente e si limitarono ad osservare e ad ascoltare.
    Poi le persone iniziarono ad andarsene e loro fecero lo stesso. Le aspettavano ancora altre prove da affrontare e probabilmente altrettanto difficili come le precedenti. Quasi sicuramente ci sarebbe stata una battaglia.
    Mentre se ne andò a Sarah venne un pensiero. Almeno, dopo tutto quello che era successo in quel presidio, la gente avrebbe imparato qualcosa? Avrebbe cercato di fare in modo che quella vicenda non si ripetesse?
    Al momento non sapeva proprio come rispondere. Certo, era sicura che alle persone di entrambi gli schieramenti quella situazione non piacesse, ma ciò non voleva dire che in tempi di pace fossero capaci di accorgersi delle premesse che avevano portato a tutto ciò.
    Sospirò e fece strada, mentre l'ancella la seguiva.
    Percorsero allora le strade della capitale dell'Ovest e guardarono il picco ancora controllato dalle forze dei governatori. Poi osservarono quello della Guardia.
    Era strano, ma quel giorno pareva averle stancate più di quello in cui si erano battute.
     
    Top
    .
40 replies since 22/5/2014, 23:10   942 views
  Share  
.