Pietra d'Angolo

[Aurora Occidentale]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    Accomodando il colletto dell'uniforme con un gesto elegante ma distratto, varcò la soglia della Sala Riunioni col cipiglio fosco e arcigno che hanno i grandi condottieri quando -pur con un ginocchio nella polvere- si rifiutano di cedere al panico della sconfitta per restare completamente focalizzati sulla vittoria. Perché era questa l'arma più letale del Capofamiglia Ho.

    Non la sua abilità nell'arte della spada, né l'intelligenza analitica con cui sezionava le situazioni al pari di un bisturi affilato; non il carisma che l'aveva aiutato a diffondere i suoi ideali in tutti quelli che lo avevano seguito nella creazione di quel nuovo mondo, e nemmeno le doti strategiche e politiche che l'avevano reso egemone sulle altre Famiglie.

    L'arma più potente di cui Kikio Ho disponeva era ed era sempre stata la sua volontà d'acciaio, affiancata alla guida di un sangue freddo inumano... un'arma che neppure il Castello Centrale di Rivenore aveva osato contrastare per anni.
    E a cui si sarebbero arresi, ora che il loro prezioso candidato al trono aveva incontrato una prematura ma inevitabile fine proprio per sua mano.

    Quanti danni aveva provocato con la sua ribellione quella sciocca femmina traditrice? Nemmeno tutto il suo sangue poteva lavare la colpa di cui Odayaka Mira si era macchiata, ma se la sua morte avrebbe indotto il Signore della Chiave a ritirarsi, avrebbe per lo meno perdonato i sovversivi che l'avevano seguita.
    jpg
    Con un moto di fastidio che gli scompose le labbra ben disegnate in uno sbuffo, il Governatore prese posto ad una sedia qualsiasi della tavola rotonda -un pò in disparte rispetto al trio di ufficiali lì radunatisi in attesa di ordini- gettando uno sguardo torvo non ai presenti ma agli assenti, passando in rassegna i seggi vuoti e scoccando un'occhiata ardente alla porta.


    « . . . »

    Aveva consegnato alla custodia della sua vecchia equip il Paziente Zero, e già distribuito ordini precisi su come lavorarci e sulla protocollo di programmazione dei sistemi tecnologici di difesa: le carte in mano sua erano poche, certo, ma... l'Enclave era la sua fortezza, e Kikio sapeva come rendere un piccolo vantaggio un asso nella manica; ciò di cui aveva bisogno in quel momento -quello che i suoi due speciali Collaboratori dovevano provvedere a fornirgli- era qualche jolly.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    J

    Group
    Member
    Posts
    4,119

    Status
    Offline
    La vita è un continuo alternarsi di rumore e silenzio. Alla tranquillità ed ai pensieri inespressi di Kikio Ho si sovrappongono pesanti e cadenzati passi provenienti dal corridoio antistante la Sala Riunioni. Quando si arrestano ad aprire la porta in legno dagli intarsi eleganti è un omone meglio conosciuto come il Fabbro. Dai folti capelli neri e dalla barba ispida è tutto ciò che quella stanza non rappresenta. Persino le vesti, un semplice kimono consunto, lo rendono più simile ad un contadino che alla guardia di una nobile. L’unico dettaglio in armonia con l’ambiente è l’elegante katana che porta al fianco il cui fodero in bambù laccato è stato decorato con aironi bianchi su sfondo nero. Un oggetto di classe e letale, elegante quanto l’enorme separé shoji che tiene faticosamente tra le braccia. Arrivato in prossimità del Governatore si ferma, poggiandolo a terra ed aprendolo in tutta la sua lunghezza. Sui pannelli di carta di riso, separati da listelle di legno, vi è raffigurato un enorme ciclope, dal fisico possente e con in mano un martello, intento a colpire un’incudine gigantesca posta ai suoi piedi.

    fabbro_zpsfa11363c

    Il Fabbro poi apre gli occhi e due iridi bianche scrutano in direzione della porta. Circolano voci su quell’uomo ed una di queste è che sia cieco. Prevedibile, vista l’orribile cicatrice che gli sfregia il volto, ma è strano come riesca a muoversi alla perfezione. Ad un suo cenno del capo avanzano nel corridoio tre figure. Due sono ancelle il cui sfarzo risulta fuori luogo persino all’interno dell’Enclave. Kimoni con rifiniture in oro ed argento su cui vi sono raffigurazioni degne di quadri. Il volto pesantemente truccato di bianco ed i capelli neri acconciati alla perfezione con pettinini in avorio ed osso. Camminano lente, a piccoli passi, lasciando che i loro geta producano un suono quasi ipnotico. La terza figura, invece, è completamente nascosta da due enormi ventagli di piume bianche che le ancelle tengono verso il centro del corridoio. Non produce rumore mentre procede, come fosse un fantasma. Quando giunge dietro il separé i ventagli si ritraggono e finalmente ne è possibile scorgere la silhouette. Una forma slanciata e femminea, dai lunghi capelli che quasi toccano terra. Le ancelle rimangono ai lati, mentre il Fabbro annuncia a gran voce: « Unmei-dono, della nobile casata Amatsumara. » Una casata sconosciuta nell’intero Presidio fino a pochi attimi prima della scomparsa di Mio Aranwe e della chiusura dei confini. Un arrivo quasi casuale ma con un tempismo perfetto per risolvere una situazione che il Governatore avrebbe reputato intricata se non vi fosse arrivato l’aiuto necessario al momento giusto. Ma niente accade veramente per caso quando vi è di mezzo il Caos…
     
    Top
    .
  3.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    Da che il Governatore si era accomodato al suo posto presso la tavola rotonda, non ci volle molto prima che il rintocco di passi in avvicinamento lungo il corridoio -tonanti, regolari e cadenzati- si tramutasse in un'entità concreta e molesta, giunta a turbare il silenzio greve della Sala Riunioni e quello sacrale della mente di Kikio Ho.

    Quando la porta si aprì, ruotando fluida sui propri cardini -senza resistenze e senza un lamento-, la sagoma imponente del Fabbro, un uomo dall'aspetto più simile a quello del guerriero di ventura che non dell'artigiano, resa ancora più massiccia dal separè di carta di riso finemente dipinta che stava imbracciando, si stagliò nel vano dell'uscio prima di oltrepassarlo... aprendo così la strada ad un intero corteo, tanto imprevisto quanto indesiderato.

    Con gli occhi cerulei fissi sulla soglia, l'Unificatore vide sfilare all'interno altre tre figure: due geishe in kimono, agghindate come se stessero andando ad una festa, e -ditro di loro- una terza presenza, come al solito accuratamente celata alla vista da qualche vezzoso artificio femminile: gli enormi ventagli tenuti incrociati dalle sue due ancelle, a questo giro di posta.


    « Unmei-dono, della nobile casata Amatsumara. »
    annunciò l'Armaiolo, con la voce chiara e deferente del subordinato devoto

    La fanciulla scivolò con grazia dal riparo dei ventagli a quello del paravento che il gagliardo servitore aveva disposto per lei al tavolo della riunione, e il suo profilo elegante si delineò come un'ombra armoniosa e netta sulla barriera raffigurante sulla sua superficie un ciclope impegnato nella forgiatura di chissà quale arma.

    Kikio Ho non la conosceva molto, né era intenzionato a farlo, ma le spie che aveva incaricato di trovare informazioni sul suo conto (precauzioni di routine, per sincerarsi che potesse essere una collaboratrice affidabile) gli avevano confermato che non si trattasse di nulla più che una nobile eccentrica... e che era merito delle finanze della sua famiglia se Amakuni era in grado di forgiare in pochissimo tempo un arsenale di qualità pregevole, bastante alla provvigione di un intero esercito.

    Il come ci riuscisse, non era cosa che aveva desiderato approfondire: per un paese costretto a chiudere le frontiere e ridurre i commerci per evitare ingerenze estere o fughe di informazioni, il poter contare su forniture militari certe era quantomeno
    utile. Ecco perché la presenza di Unmei poteva venire tollerata; non allo stesso modo quella delle sue dame di compagnia.

    jpg
    « Questo è un Consiglio di Guerra, non un salotto. »
    esordì laconico, rivolgendo uno sguardo affilato dei gelidi occhi azzurri alle due geishe
    « La servitù deve uscire. »

    Nel silenzio dipanato da quelle parole -eco vibrante di una connaturata autorità-, nessuno protestò o si permise di interloquire; solo -con discrezione, senza scomporsi-, il Fabbro si chinò dietro il paravento della sua padrona, e i due bisbigliarono qualcosa prima che l'omone tornasse a raddrizzarsi nella sua ragguardevole altezza per volgere gli occhi ciechi verso le due ancelle e muovere un cenno del capo in direzione dell'uscita.

    jpgLe accompagnatrici di Unmei si esibirono in un rispettoso inchino e voltarono le spalle al tavolo e ai suoi occupanti per andare ad aspettare in corridoio la fine di quel meeting;
    fu in quel momento che la porta si aprì, spinta dalla mano guantata di un uomo alto e longilineo, dai ricci scuri, la pelle pallida del topo da biblioteca, e il lungo camice che lo identificava come un uomo di medicina. Anche l'ultimo invitato si era presentato alla riunione.

    « Viv, tu aspetti fuori. »
    mormorò da sopra una spalla, rivolgendosi all'energumeno - ancora più alto di lui
    « Ragazze...! ♥ »

    Con un leggero inchino, lo scienziato fece da parte per cedere il passo alle due cortigiane e lasciarle uscire, e anche se la rifrazione della luce rendeva impossibile scorgere i suoi occhi al di là degli occhiali tondi, la traiettoria lasciava pochi dubbi sul fatto che la sua attenzione fosse stata catturata da fianchi e fondo-schiena fasciati nel kimono... e lì rimase finché la porta non si fu chiusa davanti alla visione.

    « Buongiorno, Signori e Signorina! Harold Blue, al vostro servizio...! »
    si premurò di salutare formalmente i presenti, avvicinandosi ad uno dei posti liberi
    « Perdonate il ritardo, ma ero nel bel mezzo di un test... »

    « Qualche novità rilevante? »
    domandò il Capofamiglia Ho, inarcando un sopracciglio
    jpg
    « Non per il progetto Tishba, Signore: l'efficacia dell'antigene dei Pacificatori è ancora solo una pallida imitazione dell'originale, gli esperimenti basati sui campioni derivati hanno prodotto risultati blandi,
    se non aperti fallimenti, quindi... »

    concentrato sul suo report, il dottor Blue sembrava aver dimenticato di sedersi
    « ...dall'osservazione del fenomeno, potremmo dedurre che l'origine del potere che cerchiamo non risieda esattamente nel patrimonio genetico del Paziente Zero. »

    « ...quindi, quale potrebbe essere la fonte? »

    « Beh... ho ricevuto in consegna il Paziente Zero meno di un'ora fa. »
    puntualizzò con un sorriso cordiale il ricercatore
    « Se potessi avere giusto il tempo di esaminarlo, o di parlarci un po',
    potrei formulare almeno qualche teoria preliminare... »


    « Il tempo è l'unica cosa di cui non disponiamo, Mr. Blue. »
    espose l'Unificatore, glaciale, incrociando le braccia e squadrandoli uno per uno
    « Il Palazzo del Governo è caduto nelle mani dei Ribelli, e con esso anche il Picco del Forte.
    I nostri nemici saranno qui molto presto. »


    « Bene! »
    esclamò con sincero entusiasmo il doc, attirando occhiate torve da tutti i presenti
    « ...perché il Progetto Horerczy -invece- è stato completato con successo,
    e potremmo applicarlo sul campo per l'occasione! »


    « Sarebbe come ritrovarsi con un secondo esercito a disposizione... »
    rimuginò tra sé e sé Kikio Ho, prendendosi pensosamente il mento in una mano

    « Beh, sì... sempre che sia possibile armarlo a dovere. ♪ »

    Lo sguardo imperscrutabile del Dottore,
    si volse al Fabbro e alla sua misteriosa patrona.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    J

    Group
    Member
    Posts
    4,119

    Status
    Offline
    unmei_zpsbc64f153
    Le parole dure di Kikio Ho non sembrano intaccare la rigida scorza del Fabbro, che rimane inflessibile ed imperturbato come una statua. Anzi, si potrebbe dire che sfida persino il suo sguardo autoritario, ma si può davvero accusare un cieco di fissare in malo modo il proprio interlocutore? Con tutta la calma del mondo, l’uomo si porta dietro al separé ed inizia una fitta trama di bisbigli con la nobile. Alla fine, dopo un lungo contrattare, Amakumi emerge e fa un cenno alla due cortigiane che, senza fiatare, si inchinano e si dirigono verso la porta. Persino l’arrivo del dottore non sembra turbare la lady, la cui ombra rimane statica. Verrebbe quasi da chiedersi se sia davvero lì, ed il dubbio sarebbe legittimo se la si fosse vista arrivare. A nulla vale il siparietto nella stanza, nomi criptici di piani segreti sviolinati e macchinazioni ormai ben avviate. Di fronte ai due tutto rimane statico e persino il tempo perde valore. Chi oserebbe affrontare la solida montagna e le nuvole che vi si stagliano in cima? L’occhiata del dottore si perde ancora una volta di fronte al Fabbro, che, in risposta, si sposta in direzione della lady, ma questa volta niente sussurri. Dal separé emergono le dita di lei – affusolate e candide come la neve, con le unghie laccate e decorate di oro e arancione – e fanno un cenno all’uomo che annuisce. Un discorso concordato. Che conoscesse già la situazione? « Unmei-dono è ben disposta a fornire ciò che è necessario. Una volta che le verrà consegnato un ordine ben preciso si occuperà che venga realizzato immediatamente. Non c’è niente che Unmei-dono non può realizzare su questa terra. »
     
    Top
    .
  5.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    « Unmei-dono è ben disposta a fornire ciò che è necessario. »
    esordì l'Armaiolo cieco dopo aver appena rivolto il viso in direzione della donna
    « Una volta che le verrà consegnato un ordine ben preciso si occuperà che venga realizzato immediatamente. Non c’è niente che Unmei-dono non può realizzare su questa terra. »

    « Non mi aspettavo niente di meno. Sequerus e l'Ovest vi ringrazieranno. »
    fu il commento asciutto e ben poco partecipato del Governatore
    « Il Dottor Harold Blue vi comunicherà tutti i dati, prima di mettersi al lavoro sul Paziente Zero. »

    L'occhiata con cui le iridi azzurro ghiaccio si posarono sullo scienziato non ammettevano replica o dissenso, per cui quello si limitò ad assentire, stringendosi nelle spalle larghe e annuendo - come se la sua opinione contasse davvero qualcosa.

    « Oh... ma sì: certo che lo farò. Molto volentieri...!
    Mi serve giusto il tempo per recuperare i miei appunti, e... »


    jpg
    « E' tutto. Potete andare. »

    In fondo non c'era altro da aggiungere...
    e, in fin dei conti,
    non ce n'era neppure il tempo.

     
    Top
    .
  6.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    J

    Group
    Member
    Posts
    4,119

    Status
    Offline
    Fretta ed autorità. Questo emerge dalle parole di Kikio Ho in quella sala. Un ringraziamento che suona freddo, come una formalità di fronte ad una richiesta impossibile da rifiutare. Un Dovere. Ogni cosa si volge per il bene del Presidio. E come il ghiaccio sono anche i suoi occhi, che si posano sullo scienziato cancellandone il buon umore e rendendolo docile come un cagnolino. Non c’è spazio per i disobbedienti in quella sala ed il Fabbro lo sa bene. L’unica persona divertita da quel teatrino sembra essere Unmei sul cui volto, ora in profilo dietro il separé, si dischiude un sorriso. Cosa ci troverà di così divertente?

    unmei2_zpsd1b02edb

    Il Fabbro compie un inchino e senza proferire parole si avvicina al paravento. E’ il momento in cui la curiosità prende il sopravvento; nessuna ancella all’orizzonte, questo vuol dire vedere finalmente Unmei? L’uomo afferra la struttura con entrambe le mani e poi, con un gesto secco la tira a sé. Niente. Come nel migliore dei giochi di prestigio dall’altra parte non vi è nessuno: la lady è scomparsa. Non resta altro che piegare il separé e porlo sottobraccio prima di congedarsi e lasciare la sala. Il tempo delle parole è finito. L’ultima resistenza ha inizio.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    Il ticchettio dei propri passi -e di quelli del gigante al suo fianco- era l'unico sottofondo a far compagnia ai suoi pensieri, e nel percorrere il corridoio con andatura spedita, diretto senza esitazione all'ascensore che lo avrebbe condotto ai laboratori sotterranei e alle occupazioni a cui quella routine lo legava, dalle labbra ben disegnate evase un secco sospiro paziente.

    A volte era davvero difficile sopportare i modi tracotanti di quel ragazzino di Kikio Ho, ma -visto come si stavano mettendo le cose- poteva anche concederglielo: erano oggettivamente alle strette, quindi doveva probabilmente sentirsi quanto meno nervoso... o era soltanto la solita atavica attitudine che porta i bulli a prendersela d'istinto con i nerd. Non che gli interessasse: ancora poco,
    e sarebbe finita.

    jpg
    « Morons... »
    lasciò cadere, bisbigliando in un idioma esotico che nessuno lì avrebbe compreso

    Imboccò la cabina dell'elevatore senza rallentare, e mentre il suo attendente lo seguiva -strizzandosi alla meglio in quello spazio per lui minuscolo- il Dottor Blue selezionò per destinazione l'ultimo piano sotterraneo. Finalmente, era il momento di incontrare il paziente Zero.

     
    Top
    .
6 replies since 22/5/2014, 23:21   169 views
  Share  
.