Ce la siam vista bella e ora gelato alla stracciatella!

[Da qui.]

La ragazzina è un fottuto mostro.
Voglio dire, come fa a saltellare così pur essendo piena di ferite? Devo averle fatto meno male di quel che credevo.
La cosa è assai deprimente.

Barcollo per i vicoli della città, cercando di non perdere di vista il cosino saltellante.
Sarebbe facile svicolare via mentre è distratta, ma poi mi verrebbe a cercare. E sarebbe peggio.
Sospiiiro. Perlomeno, ho messo di sanguinare. Mi trascino fino al bar, prendendo posto al tavolo e lasciando che sia la milady a fare le ordinazioni. Lasher mi segue mogio mogio, piuttosto scocciato dal cambio di panorama: lui preferiva passeggiare in mezzo alle montagne, e in verità anch'io.
È la mia punizione per aver osato troppo. Devo solo resistere fino a fine gelato, poi me ne andrò con una scusa.
Distrattamente, tiro fuori il cellulare dalla tasca e inizio a giocherellarci.
Se solo funzionasse davvero. Devo trovare il modo di comunicare a distanza su Endlos... Rachel sarà incazzatissima.

Arriva il gelato. Per la verità, non ero sicuro che esistessa da queste parti.
«Di nulla.» rispondo stancamente alla ragazzina. Alla cameriera, invece, rifilo qualche monetina.
Nessuna voglia di fare conversazione, no. Tanto immagino che sarà la pazza a chiaccherare.
Mi gira la testa.
Il gelato non è male.

Sospiiiiro. Come preannunciato, la ragazzina si è trovata da sola un argomento di conversazione.
Ed è un argomento estremamente scomodo.

"Non ho una ragazza" vorrei sbottare, ma mi blocco un attimo prima di aprir bocca.
Le lancio un'occhiata di sottecchi. Sarebbe una risposta pericolosa, neh? Potrebbe decidere di essere lei, la mia ragazza.
Non fraintendete, non mi reputo così figo e desiderabile. È che per strani motivi, riassumibili principalmente sotto il nome di "sfiga", ultimamente sembro attirare gli psicopatici.
Non voglio diventare lo schiavetto di una sottospecie di Harley Queen pazzoide. Parla in rima cazzo, in rima.

«Non parlo con nessuno, non funziona qui.» spiego tra una cucchiaiata di gelato e l'altra. In realtà è incantato per poter parlare coi miei, ma non mi sembra un fatto rilevante.
Sì, mamma continua a telefonare per sapere come sto. Che carina, a preoccuparsi così per me dopo avermi sbattuto fuori casa.
«Però funzionano i giochini, se vuoi.»
Giochini che si riassumono in Tetris e Snake.
No, niente smartphone figosi per me. Non ne ho mai sentito il bisogno, non uscendo quasi mai di casa.

BASTA PARLARE IN RIMA BASTA.
Pietà.
La tentazione di accasciarsi e prendere il tavolo a craniate è forte. Sopiro, invece, cercando di consolarmi con il gelato.
L'ho già detto che è buono?
«Vengo dalla Terra, ma non sono un naufrago. Mi ha mandato qui la mia famiglia per cercare l'assassino di mio padre.»
Cosa di cui mi sto allegramente fottendo in questi giorni, con grande gioia di mamma, MA VABEH.
Perché dovrei preoccuparmi dei morti? Non mi è mai importato molto di mio padre. Io ero il figlio deludente, quello a cui ha sempre dedicato solo sdegno e parole cattive.
E la sua anima, al contrario della mia, ha un aldilà in cui andare.

«Le ricerche non stanno andando bene. Però ho un lavoro, gestisco una piccola azienda.»
Avrei dovuto tapparmi la bocca, vero? Non credo sia saggio parlarle di quel che faccio, lei è così... Pazza e agitata e sicuramente pettegola. Non voglio che vada in giro a sparlare della Seele e di quanto sia scarso il suo capo.
Preferisco parlare della mia tragica storia familiare, piuttosto.

«Oh, ma magari tu mi sai aiutare? ai qualcosa riguardo losche organizzazioni malvage che ce l'hanno con i terrestri ed evocano demoni nei loro uffici, per caso?»
La fisso con aria serissima.
Speriamo che abbocchi.

Beh, non che mi aspettassi un vero aiuto dalla giullare: volevo solo sviare la conversazione.
Non mi aspettavo nemmeno regali da parte sua, però.

Essendo io, com'è noto, un depravato masochista, mi è sempre piaciuta l'idea di ricevere un collare da qualcuno. È da mesi che ci spero, visto che ultimament enon faccio altro che giurare fedeltà qua e là.
Però ecco, non avrei mai potuto immaginare che ne avrei ricevuto uno da una giullare pazza.
E soprattutto, che avrebbe avuto un campanellino.

«...Grazie?» mormoro, la voce che quasi mi diventa stridula.
Campanello. Me lo passo tra le dita, facendolo tintinnare.
Fisso Lasher. Se avesse un corpo, potrei metterlo a lui... Almeno si farebbe notare, ed eviterebbe di farsi investire di nuovo.
Chissà se posso renderlo più solido con la Tenebra. Prima o poi ci dovrei provare.

«Anche tu sei una naufraga?» domando, tanto per cortesia. Perché forse, se continuo a farla chiaccherare, lei si scorderà di chiedermi se anche io sono suo amico.
Tutta questa vita sociale.
Voglio tornare in camera mia a giocare a Dota 2.

Guardia o sicario? Me la immagino che scivola furtiva nella notte, un coltello tra le mani, il passo felpato...

...E la testa piena di campanelli.
Scuoto la testa come un cane bagnato. Via brutti flash, via!
"Andiamo al parco che non fa mai male"?
Ma neanche per idea. Stare con lei mi fa male al cervello.
«Vado un attimo in bagno e ti raggiungo subito.» le dico con un sorriso. Il campanellino in mano, mi avvio verso i servizi. Lasher mi segue, un po' perplesso.

Inutile dire che non uscirò più da questo bagno. Non dalla porta, almeno.
Le energie ancora scarseggiano, ma mi sono ripreso abbastanza per fare un piccolo giochetto: evoco un gremlin, lo lancio dalla finestra e mi sostituisco a lui. Teletasporto!

Sono fuori. E ora via, più veloci della luce! I passi un po'barcollanti, Lasher che corre felice indicandomi la via. A MAI PIU' RIVEDERCI, PAZZA SCLEROTICA.
Stringo forte il campanellino tra le dita per non farlo tintinnare.

---

Tech utilizzate: