Rivelazioni

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    Era da parecchio tempo che non faceva ricorso a quel potere.
    Era sempre stata una peculiarità assai invidiata alle Kitsune, ma allo stesso tempo una tecnica ritenuta estremamente invasiva: la capacità di entrare nei sogni altrui, manipolarli e plasmarli a proprio piacere e desiderio.
    Non si era mai permesso fino ad ora di violare la sua privacy. Per una questione di rispetto, prima di tutto, ma anche di rischio e di pericolo: non sarebbe stato il primo a farlo.
    Il ricordo di Aisling non era ancora sufficientemente lontano, e... non avrebbe mai voluto rischiare di risvegliarlo.

    « Mhmm... »

    Eppure quella notte non fu in grado di resistere alla tentazione.
    Lei era lì, incantevole come suo solito. Avvinghiata con ogni sua forza contro il corpo del Demone-Volpe, con la chioma morbida poggiata a ricoprire per intero il petto nudo del suo amante.
    Dormiva già, cullata fra le carezze delle sue dita affusolate.

    « Yoko... »

    Quella notte non era stato in grado di resistere.
    Lei era crollata dalla stanchezza solo pochi minuti dopo, nemmeno il tempo di ricoprire quella sua carne così morbida e perfetta con un lenzuolo. Era stanca, sfinita e... soddisfatta.
    Dormiva, mugugnava, ed ancora gemeva. Persino nel sonno, invocando ad oltranza il suo nome.
    A quella visione lui si tradì con un sorriso: diamine non era mai stato modesto, non lo sarebbe diventato certo in quell'istante. Le Kitsune ci sapevano fare eccome, anche questo era un dato di fatto più che consolidato.

    « Di più Yoko, di più! »

    Ma accidenti se le era piaciuto così tanto dal finire per sognarselo pochi minuti dopo che avevano appena terminato! Oh, non se lo sarebbe perso.
    Quel momento, se lo sarebbe voluto godere persino nel sogno!

    2zr46tl

    « ...... »

    Ecco: quello era stato il motivo che l'aveva spinto ad invadere i sogni più intimi della bella Dama del Vento. La possibilità di assistere alle sue (presunte) fantasie erotiche.
    Ma sul serio, tutto si sarebbe potuto immaginare, fuorché quello.

    « Più codine!!! »

    "Centro estetico Voppini mobbidini &co"
    Quella era la scritta che capeggiava in bella vista in un locale locale sperduto nel nulla più assoluto.

    « Più orecchiette!!! »

    Quello che succedeva all'interno, credetemi, non avreste voluto saperlo. O meglio, il Demone sarebbe stato ben felice di rimuoverlo dalla sua memoria.
    Un esercito di mini-lui, in versione minuta e paffuta. Milioni di Drusilie, un esercito di spazzole, elastici e...

    « NO! »

    Si risvegliò di soprassalto, gridando alle primi luci del mattino.

     
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    « NO! »

    Drusilia si svegliò di soprassalto a quel violento rumore. Spalancati improvvisamente gli occhi e privata del tempo di abituarsi alla veglia, la mano si spostò istintivamente verso il primo oggetto rigido che aveva sul comò, proprio di fianco al talamo. Non lo fece con cognizione di causa: da soldato quale era stata -e si considerava ancora come tale- aveva imparato ad essere preparata per qualunque tipo di attacco a sorpresa, e l'istinto era ormai abituato a quella prassi.
    Anzi, avrebbe anche potuto dar battaglia in quello stato ed il corpo si sarebbe mosso automaticamente.

    jpg

    Si da il caso, comunque, che il primo oggetto afferrato fosse proprio una spazzola.
    Puntandola minacciosamente come se fosse un'arma di fronte alla Kitsune sua amante, le ci volle qualche secondo per capire che non vi fossero intrusi in camera... e che quindi non c'era la necessità di ricorrere alle mani. Era stato Yoko ad urlare, probabilmente svegliato da qualche incubo.
    Ripose la spazzola, fingendo nonchalange.

    -Mio sole, perchè hai urlato?

    Gli si avvicinò lenta, discostando le lenzuola con il corpo nudo, aggrappandosi all'amato in un abbraccio innocente e tenero. Di innocente non vi fu molto altro, perchè prese a baciargli il collo.

    -Mi hai fatta spaventare.

     
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    Fu una situazione alquanto imbarazzante.
    A strusciarsi contro il suo corpo vi era la donna più bella e desiderata di quello ed ogni altro mondo. Il calore delle sue labbra lo riscaldava e provocava con passione sul collo, al pari di un abbraccio che senza alcun pudore premeva contro la propria pelle una morbidezza capace di mandare in paradiso qualunque uomo.
    Eppure, il suo sguardo era perso nel vuoto.
    L'espressione tipica di chi, appena risvegliatosi dal più tremendo degli incubi, fatica a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Quel momento in cui le due realtà paiono sovrapporsi senza via di scampo.
    E lui non riesce a vedere altro se non lei.
    La spazzola.

    -Mio sole, perchè hai urlato?

    La voce della sua amata era un eco in lontananza, e tale rimase per diversi secondi a seguire.
    Dovette scuotere la testa almeno un paio di volte per cancellare quell'immagine dalla sua memoria. O per meglio dire: per convincersi che niente di quello che era appena accaduto corrispondeva alla realtà.
    Lei non l'aveva fatto accomodare sulla seggiolina di un ipotetico centro di cura e di bellezza per volpini.
    Lei non aveva brandito alcuna spazzola in sua direzione.
    Tutto quello che aveva visto, tutto quello che poteva anche solo essere convinto di aver visto, appartenevano alla dimensione onirica.
    Un mondo lontano, incapace di raggiungerlo. Un mondo da cui lui era assolutamente al sicuro.

    -Mi hai fatta spaventare.

    Riprese a respirare, assumendo pian piano un ritmo sempre più naturale.
    Approfittò di quel momento per ricomporre i suoi pensieri, poiché in effetti non sapeva davvero in che modo le avrebbe potuto rispondere.
    "Oh niente, ho solo sognato che mi stavi infiochettando le orecchie".
    "Ah figurati, apprezzavo le mesh che avevi appena applicato sulla mia coda".
    Ebbe la tentazione di alzarsi un attimo per andare a rinfrescarsi sul volto, ma non fu certo in quel momento di possederne la forza.

    « Mi dispiace, tesoro. »

    Si sforzò nel dire, avvolgendola con un braccio per tranquillizzarla, non senza aver prima sospirato.

    « E' stato solo un brutto sogno. »

    Di che altro si sarebbe potuto trattare, altrimenti? Sapeva che Drusilia aveva un sincero debole per i suoi tratti demoniaci; fondamentalmente, giocarci ed accarezzarli era il suo passatempo preferito.
    Ma quello... pfff, figuriamoci. Sarebbe stato davvero troppo persino per lei.
    Era ovvio, no?

    « ... »

    Deglutì sonoramente.

    « Drusilia... »

    Le labbra si schiusero contro la sua stessa volontà.

    « non è che... per caso, c'è qualcosa che vorresti dirmi? »

    E mai come in quel momento ebbe il timore di ascoltare una sua risposta.

     
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    « Mi dispiace, tesoro. E' stato solo un brutto sogno. »

    Fissandolo lungamente con aria sospettosa, Drusilia non rinunciò nel concedergli una dolce carezza. Chissà che incubo lo aveva scosso fino a quel punto... conoscendo la sua compostezza ed il savoir-faire tipico delle Kitsune, doveva essere qualcosa di davvero tremendo.

    « Drusilia... non è che... per caso, c'è qualcosa che vorresti dirmi? »

    Reclinando la testolina con fare curioso, ritirò la mano dal volto della Volpe, concedendosi alcuni attimi per riflettere riguardo quello strano quesito. Che intendeva dirle Yoko con quelle parole? Temeva una qualche ritorsione nei suoi confronti? Strano... lei non ricordava di aver fatto nulla di brutto o sospetto, nè di aver recato offesa. Nemmeno indirettamente. Oppure voleva solo aggiornarsi sulle novità riguardanti il Presidio? Aveva senso... in quel caso la sua espressione terrorizzata sarebbe parsa solo come la conseguenza di una notte gravida di incubi.

    -Boh... ieri ho parlato con Khatep- rispose con un'alzata di spalle, convintissima che il suo compagno si riferisse a quello -Sai, per la nomina ad ufficiale. Mi ha proposto di aumentare le difese su Laputa con un esercito di golem.

    Senza dargli modo di spostarsi, gli si gettò letteralmente sopra, cercando fra le sue braccia un morbido giaciglio.

    -Che ne pensi?

     
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    Mano al mento con fare pensieroso, il Magister non seppe se ritenersi sollevato dalla risposta ricevuta, od insospettito.
    Certo: le sue orecchie non avevano sentito ciò che temevano di poter sentire. Alle volte i sogni non rispecchiano i desideri della nostra psiche, sono semplici fantasie casuali assolutamente imprevedibili e prive di senso; poteva essere quello il caso, sì.
    Magari, quel sogno, Drusilia non era nemmeno in grado di ricordarlo. Un episodio isolato, può capitare.
    Quindi: perché temere che la propria virilità potesse esser distrutta e compromessa nella testa della proprio amanta in un modo simile! Si stava preoccupando per niente, pensò saggiamente la Volpe.
    D'altronde -fece immediatamente caso- le carezze della sua donna in quel momento addolcivano ogni parte del suo corpo fuorché le tanto richieste codine ed orecchiette. Dopo un sogno del genere sarebbe stata capace di ignorarle?
    Era evidente: non si poteva sbagliare.

    « Un esercito di golem? »

    Si affrettò a commentare, ripetendo le ultime parole pronunciate dalla sua Dama. Non doveva dar nell'occhio, doveva fingere nonchalance.

    « Pensi che sia davvero necessario? Abbiamo l'esercito del Presidio, gli Aviatori, le squadre magiche... »

    E mille altre cose che al momento sfuggivano dai suoi pensieri, quali i Guardiani dei gironi e chissà quant'altro.
    Allo stato attuale delle cose, probabilmente, avevano una forza ed un'organizzazione capace di surclassare da sola l'intero semipiano.
    ...esagerando un pochino, magari.

     
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    « Un esercito di golem? »

    Il suo amato non sembrò molto entusiasta della notizia.
    Anzi, a tratti le parve perfino perplesso.

    « Pensi che sia davvero necessario? Abbiamo l'esercito del Presidio, gli Aviatori, le squadre magiche... »

    -Beh... l'avevo appena nominato Ufficiale e me l'ha chiesto. Sarebbe stato scortese dirgli di no- iniziò così le sue argomentazioni, sicura di dover aggiungere molto altro prima di apparire in qualche modo credibile -E poi Khatep è sempre attento a tutto. Anche se ha un carattere un pò particolare mi fido del suo giudizio. E poi non penso che esagerare in prudenza sia sbagliato se possiamo permettercelo.

    Ecco, così andava un pò meglio.

    -E poi ricorda che Laputa è piena di possibili nemici, per non parlare di tutti i problemi che ci sta dando il Maelstrom ultimamente: non potremo mai essere certi di cosa ci lancerà contro domani.

    Con occhi fiammeggianti ed aria convinta agitò il ditino sentenzioso, puntellandolo giocosamente sul naso della volpe. Poi, però, gli occhi caddero nuovamente su orecchie e coda. A quel punto le venne l'istinto di abbracciarlo ancora; gli avvolse le braccia attorno al collo, stringendolo teneramente e strofinando la propria guancia sulla sua. Era oltremodo certa che, visto dall'esterno, sembrasse terribilmente stupida.
    Però a lei piaceva.

    -Non dimenticare che alcuni del Sodalizio sono rimasti impuniti, e meditano qualcosa contro di me. Ho comunque mandato Klaus a controllare.

     
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    « Un pò particolare »

    Le fece eco il Demone, con un sorrisetto malizioso sul proprio volto. Un esercito di golem rappresentava senza dubbio una prima richiesta alquanto stravagante,per un neo promosso Ufficiale.

    « Prudenza, mh? »

    La giustificazione appariva abbastanza ovvia, e per quanto normalmente avrebbe continuato a controbattere, in quel momento preferì asserire in un silenzio pensieroso. Nemmeno Myth Arandor dei tempi d'oro vantava un arsenale di difese tanto complesso ed avanzato, e mai in sua presenza qualcuno era stato in grado di far crollare quelle mura; forse era questa consapevolezza ad infondere una certa tranquillità nei pensieri del Magister. Ed era certo che di questo in qualche modo se ne rendesse conto Drusilia stessa, ma... era suo dovere rifiutarsi di accettarlo. Lei più di tutti aveva accusato la debolezza mostrata dal Presidio nel corso della Guerra Civile: per quanto solide, spesse ed alte sarebbero potute essere le barriere intorno a loro, niente sarebbe mai più stato in grado di farla sentire completamente al sicuro, dopo quell'avvenimento.

    « Il Magisterium potrà dare una mano per la loro gestione, allora. »

    Sì, beh... a quelle cose avrebbe potuto pensare anche in seguito.
    Fu nel momento che la bella Dama si avvicinò per strofinare la sua guancia contro quella dell'Elessedil, che la Volpe ribaltò la situazione con un'agilità degna del suo nome.
    Era lui a ritrovarsi ora sopra il corpo morbido della sua amata.

    « Sodalizio, eserciti... »

    Ho comunque mandato Klaus a controllare.

    Come erano finiti ad affrontare una discussione tanto diplomatica sotto le coperte del loro letto?

    « Perché invece non- »

    Aveva iniziato a far scorrere lentamente la punta della lingua contro il collo niveo della sua amata, quando un nome richiamò le attenzioni del Demone.

    « E chi sarebbe Klaus? »

    Non ricordava che nel consiglio di Laputa vi fosse un membro che si chiamasse in quel modo.

     
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    Drusilia sorrise, stuzzicando l'amato con uno sguardo complice.

    « Il Magisterium potrà dare una mano per la loro gestione, allora. »

    Fra tutti gli Ufficiali, Yoko era sicuramente quello che le portava meno preoccupazioni.
    Se temeva che Cesare tentasse nuovamente di toglierle il potere, che Khatep esagerasse con i suoi modi di fare poco amichevoli o che Grifis desse di matto e le si rivoltasse contro... sapeva comunque di avere in Yoko l'unico vero alleato.
    A dire il vero, non poteva vantare nessun episodio particolare che potesse confermare quelle certezze, ma avevano trascorso davvero tanto tempo insieme, sotto lo stesso tetto ed in momenti non sempre felici. Yoko era l'unico che conoscesse a fondo ogni sua espressione facciale, le sue stranezze, le sue colpe e le debolezze... eppure, nonostante ciò, non l'aveva mai abbandonata.
    Era sempre rimasto al suo fianco, incurante del fatto che fosse spesso lei la ragione di tutti i problemi che affrontavano e che li mettevano a rischio di vita, volenti o nolenti. L'aveva perfino sostenuta, incoraggiata, creduto nel suo giudizio quando lei stessa non riusciva nemmeno a guardarsi allo specchio.
    Aveva detto di amarla, ed ogni volta che lo ripeteva Drusilia pensava che tutto il dolore provato, le perdite, i tradimenti e le ingiustizie subite nella sua vita avevano finalmente trovato un senso, un lieto fine che compensasse tutto il male del mondo.

    jpg

    Drusilia, fra le braccia di Yoko, si sentiva al sicuro.
    Lui soltanto era l'unico in grado di perdonare tutti i suoi peccati.

    « E chi sarebbe Klaus? »

    -Un mercenario che mi ha proposto i suoi servizi in cambio di un appoggio politico a Sud.

    Chiuse gli occhi con pigrizia, lasciandosi avvolgere dal tepore del letto e del corpo di Yoko.

    -Non ho reso pubblico il suo nome perchè agisce sotto copertura. Perfino qui su Laputa fingiamo di essere amanti per non destare sospetti.

     
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    Drusilia era cambiata molto con lo scorrere del tempo.

    -Un mercenario che mi ha proposto i suoi servizi in cambio di un appoggio politico a Sud.
    Non ho reso pubblico il suo nome perchè agisce sotto copertura.


    Le numerose battaglie, la Guerra Civile, e più di ogni altra cosa le responsabilità nel ruolo di Alfiere, avevano avviato in lei un processo di crescita oramai inarrestabile. Era diventata più matura, più scaltra; disposta ad accettare sotterfugi, se necessari per raggiungere un fine predisposto. Il tutto però, e qui risiedeva la sua forza, senza mai perdere di vista i propri ideali.
    Per gli Aviatori ed i soldati di Laputa la Dama del Vento rappresentava sempre la solita luce abbagliante, la più grande certezza in grado di garantire l'ossigeno di cui avevano bisogno le loro speranze.

    « Mh... »

    Differente era tuttavia la prospettiva del Demone.
    Quel cambiamento in un certo senso lo preoccupava, poiché l'indipendenza raggiunta dalla sua compagna la portava a compiere scelte di cui lui stesso era indirettamente tenuto all'oscuro.
    Non gli mentiva, né gli nascondeva in alcun modo dei fatti; questo non l'avrebbe mai pensato.
    Certo era però che né dell'esercito di Khatep né di Klaus gli aveva fatto menzione prima che fosse stato lui stesso, involontariamente, a richiedere degli "aggiornamenti".
    Si rese conto che era stupido, ma per un istante ebbe la sensazione di sentirsi meno indispensabile per la sua compagna.
    Gelosia, si affrettò a tranquillizzarsi, niente che potesse appartenere al raziocinio.

    « Sei sicura di poterti fida- »

    -Perfino qui su Laputa fingiamo di essere amanti per non destare sospetti.

    « -re »

    ZAP.
    Era il suono poco amichevole delle sue unghie, che in meno di un secondo diventarono affilate a sufficienza da lacerare le lenzuola e penetrare per ben più che qualche centimetro all'interno del materasso.

    « ...Cosa? »

    Inutile precisare come le effusioni della Volpe si arrestarono seduta stante.

     
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    Nonostante il tempo l'avesse fatta maturare, fra i gemelli Drusilia non era certamente quella astuta. Era senza dubbio in grado -più o meno- di gestire un Presidio e stabilire ottime strategie di guerra, ma erano idee derivanti dai suoi studi con Arthur da piccola e l'esperienza sul campo negli addestramenti in Accademia o durante i primi anni su Endlos.
    Fu per quello che non comprese quel cambio improvviso di espressione... e gli artigli conficcati nella fodera del cuscino.

    -Perchè ti agiti, Yoko?

    Domandò innocente, seriamente confusa.
    Le ci vollero un paio di minuti per intuire cosa potesse frullare nella testa della volpe. Poco fece caso all'aria minacciosa che aveva assunto: per quanto una Kitsune potesse far paura, Drusilia non era certo il un comune soldato... ancor meno una fanciulla indifesa.

    -Con lui non ho fatto nulla: usiamo l'espediente per la privacy necessaria allo scambio di informazioni. Non per altre ragioni.

    Ma si, forse aveva compreso male la faccenda!
    Meglio specificare che non fosse implicata in qualsiasi tipo di azione contro il suo uomo, giusto per non farlo agitare troppo. Anche perchè, ultimamente, lo aveva già scoperto molto nervoso. Che fosse lo stress?

    png

    -Il punto è che io di lui non mi fido.

    Disse semplicemente, come se collaborare con un mercenario assassino fosse stata la cosa più normale del mondo. Tralasciò dettagli inquietanti come la natura vampirica -Malkavian- dello stesso, in parte perchè non voleva destare troppe preoccupazioni nel suo amato ed in parte perchè non riteneva quelle informazioni poi così importanti.

    -Ma non credo che i suoi compiti siano incentrati sulla fiducia: le situazioni in cui otterrei degli svantaggi in caso di tradimento sono quasi nulle e, nel caso accadesse, perderei solo il tempo per trovarmi un altro mercenario disposto a sostituire Klaus.

    Era vero, infondo: nonostante il rapporto fosse dovuto essere alla pari, Drusilia aveva cercato di trarne vantaggio dal primo momento. In genere non amava mettersi in posizioni dominanti in un qualunque rapporto di collaborazione ma... Klaus non le aveva fatto una buona impressione. Pertanto lo aveva mandato ad indagare riguardo il Sodalizio, uno dei pericoli meno imminenti per l'isola del cielo ma non per questo trascurabile. Se l'avesse tradita, sarebbe stato lui a perdere: sia la protezione dell'Alfiere -rischiando di morire direttamente in missione per mano dei nemici- sia i suoi benefici derivanti dal patto. A parte una volta in cui gli aveva salvato la vita, infatti, Drusilia non lo aveva ancora completamente ripagato, lasciandolo in un limbo che le avrebbe assicurato la fedeltà che serviva.

    -E' tutto sotto controllo, amore.

    Sorrise.

     
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    Si rese conto di quanto fosse stupida la sua preoccupazione nel momento in cui incrociò l'espressione confusa e spaesata della sua compagna; stava davvero temendo che Drusilia, e sottolineo: Drusilia, potesse in qualche modo tradire la sua fiducia?
    ...Drusilia?
    Seriamente: era uno dei timori più ridicoli che gli sarebbero mai potuti passare per la testa.
    E sarebbe poi andata a rivelarglielo... così, faccia a faccia, sotto le stesse lenzuola, con una nonchalance tanto sconclusionata?

    « Beh... »

    Distolse lo sguardo con un certo imbarazzo; si sentì... ingenuo.
    Quel genere di gelosia... era una sensazione nuova, che ancora non aveva imparato a controllare.
    E chissà se mai ne sarebbe stato in grado.

    « Puoi chiedermi un consiglio la prossima volta, sai? »

    Si lasciò crollare lungo un lato, ritrovandosi sul materasso fianco a fianco con il corpo della sua amata, sguardo rivolto pensieroso verso il soffitto.

    « Prima di prendere accordi con certi individui malfidati, possibilmente. »

    Cercò di camuffare il tono di rimprovero che avrebbe voluto dare alla sua voce; era una premura quella, sicuramente non necessaria, e si sarebbe sentito stupido nel passare per il geloso di turno ad una distanza di tempo così ravvicinata.
    Si fidava di lei e del suo metro di giudizio, non l'avrebbe mai messo in discussione. Però...

    « Scusa per il materasso, domani ne comprerò uno nuovo.
    Più comodo. E più grande. »


    Era stressato. Troppo stressato.
    Avrebbe potuto far finta di niente e continuare a mentire a se stesso e a tutte le persone che gli stavano intorno, ma sarebbe stato da ottusi non riconoscerlo. Era trascorso parecchio tempo, troppo dalla scoperta della maledizione che gravava sull'animo della sua compagna, ed ancora né lui, né il Magisterium né i Saggi di Palanthas, erano stati in grado di trovare una spiegazione. E soprattutto, non un modo per liberarla.
    Viveva con il timore che ogni giorno qualcosa sarebbe potuto accadere da un momento all'altro.
    Sospirò, e rivolse lo sguardo verso la luce che iniziava a filtrare pian piano dalle finestre.

    « Fra qualche ora dovremo andare a lavoro... »

    Già, avrebbero dovuto.
    Si voltò nuovamente in direzione della sua amata, iridi dorate ad ammirare lo smeraldo dei suoi occhi. Si spostò poi ancora lentamente, poggiando con delicatezza la propria testa contro il seno morbido ed accogliente, abbracciandola alla vita.

    « Ti va se dormiamo ancora un po'? »

    Finse uno sbadiglio, ma così infine per davvero si sarebbe addormentato: per una volta, lui cullato fra le braccia di lei.
    E sarebbe andato bene così: non vi era niente di male ad ammettere le proprie debolezze, ogni tanto.
    Non con lei al suo fianco.

     
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    Yoko, finalmente, si riebbe e Drusilia ne fu sollevata.
    Non era la sola ad essere cambiata: negli ultimi tempi aveva notato atteggiamenti strani da parte della Volpe, qualcosa che non era riuscita ancora a spiegarsi. Il Magister era perennemente in allerta, teso come una corda di violino e diffidente; agitato fino all'inverosimile, al punto di cedere all'istinto di gelosia e lasciarsi andare fino a quel punto.
    Che la vita da Ufficiale lo stressasse?
    Oppure aveva solo bisogno di lei?

    « Beh... Puoi chiedermi un consiglio la prossima volta, sai?
    Prima di prendere accordi con certi individui malfidati, possibilmente. »


    Drusilia sorrise ed annuì, ammirando quell'espressione buffa e squisitamente imbarazzata.
    Poi lui ricadde fra le lenzuola, fissando il soffitto con fare assente: si scusò con lei, anche se non ve ne era bisogno. Non le interessava certo il materasso; avrebbe dormito anche per terra se ci fosse stato lui ad abbracciarla. Non le bastava altro, non più.

    « Fra qualche ora dovremo andare a lavoro... Ti va se dormiamo ancora un po'? »

    Mentre le braccia del Demone le si attorcigliavano attorno ai fianchi, Drusilia finì con l'osservare distrattamente il cielo buio schiarirsi lievemente, segno che ormai erano vicini all'alba. Con le mani, intanto, carezzava docilmente i fili d'argento della chioma del suo amato. Sarebbe stato più saggio rimanere svegli: tornare nel mondo dei sogni avrebbe aumentato il rischio di non svegliarsi in tempo.

    Poi lui si strinse a lei e le fu naturale cambiare idea.
    Al diavolo il lavoro! Non sarebbe morto nessuno se si fosse svegliata tardi quel giorno. Le pratiche che non necessitavano la sua firma le avrebbe lasciate a Khatep. Lui non dormiva: sicuramente avrebbe compreso.

    -Ma certo amore!

    Concluse, soddisfatta della scelta.
    E così si addormentarono, la Dama e la Volpe, cullati dai sogni d'amore e riscaldati dal loro stesso abbraccio.

     
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