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Mi ero ripromesso di “rottamare” quel robot? Ebbene ci ero riuscito anche se l’ultimo attacco mi aveva sfiancato, ma la caduta del robot era sicuramente la visione più bella che per ora potevo godermi dopo tanto tempo di digiuno nei combattimenti. L’ultima volta che avevo combatutto era solo per uccidere un uomo, ma adesso mi sono ritrovato a dover combattere con titani d’acciaio e anche questa volta ero riuscito nel mio intento e avevo vinto dimostrando la mia supremazia .
Respirai affannosamente , mentre il gigante di latta cadeva .
“E’ finita!”
Dissi quasi con un attimo di liberazione personale , poi sentì il vecchio Sam chiedermi aiuto e di portarlo verso la spiaggia, lui non poteva per ovvi motivi ed io onestamente, anche se mi disgustava fortemente ammetterlo , dovevo un favore a quel vecchio mortale per chè senza di lui non ce l’avrei fatta da solo.
“Immagino che non ci siano motivazioni per non accontentarti vecchio. Sei stato un abile guerriero, quindi per rispetto nei tuoi confronti il mio volere divino mi consentirà di aiutarti, ma non lo faccio perché mi sei simpatico sia ben chiaro. I mortali sono feccia!”
Caricai il vecchio sulle mie spalle poi lo portai dove aveva richiesto.
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La Fine
Il gruppo finalmente dopo tutte le scaramucce, chi date da un’ostico avversario e chi da un’enorme robot, riuscì a rincontrarsi a metà strada, ma questa volta con un’oggetto d’eccezione. La piramide.
Il volto di Sam aveva smesso di sanguinare, ma per riuscire a combattere al fianco del Dio si era ridotto ad uno straccio e difficilmente questa volta sarebbe riuscito a tornare nuovamente in funzione, eppure le forze non l’avevano ancora abbandonato del tutto.
Zoppicando malamente e reggendosi appena in piedi andò verso Eva, che per tranquillizzarla gli rivolge un sorriso appena percettibile, il volto era difatti la parte messa peggio di tutte. Allungò la mano verso l’oggetto e dopo un momento di pura contemplazione l’afferrò, ma il suo tocco era delicato come se avesse dovuto accarezzare un’infante.
Se avesse avuto la forza avrebbe iniziato a piangere per liberarsi una volta per tutte di tutto quel dolore e dei ricordi che si portava dentro, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu pensare alla sua vita e in particolare modo al giorno in cui sbarcò per la prima volta su Berjaska.
Il cielo era sereno e libero da ogni nuvola esattamente come lo era quello in cui i nostri eroi si erano ritrovati al porto per prendere la linea 42, anche allora erano in cinque ed erano tutti più entusiasti che mai.
Sam era un giovane prestante e ben messo, così come i suoi amici.
Il lavoro era semplice, se paragonato a quelli che dovevano svolgere di solito come piccolo gruppo di cacciatori di tesori. Dovevano recarsi sull’isola e recuperare una semplice piramide, dov’era la parte difficile?
La parte difficile fu nel non essere riusciti neppure ad immaginare le tremende cose che avrebbero visto. Bestie tremende che con un solo orrido morso, tranciavano viticci, sassi e vite. Fu così Sam perse i compagni di mille avventure.
Si era semplicemente distratto un’attimo, si era girato una frazione di secondo e dietro di lui non vi era più nessuno. La disperazione e il dolore avevano piantato in lui un desiderio di rivalsa e di odio per quella creatura, che aveva visto scomparire nel sottobosco della foresta con la coda nell’occhio.
Iniziò allora ad abitare su quell’isola per riuscire a trovare nuovamente il carneficine dei propri compagni, che con il tempo imparò a conoscere e a temere, ma quando scoprì che per sbaglio aveva ingerito anche la piramide, quella in cui ogni membro del suo team riponeva almeno una speranza, preferì fuggire per tornare poi con un gruppo ben solido di avventurieri.
Era passato molto, troppo, tempo d’allora ma era riuscito a mantenere la sua promessa, grazie anche all’aiuto inaspettato dei Goatclan che avevano ucciso la bestia al posto suo, iniziando però a venerare la piramide come un’oggetto sacro.
Ma il giorno della fine era alla fine giunto.
La piramide era fra le sue mani e i sogni degli amici anche,alzò lentamente lo sguardo e provò a garzare tutti.
La ragazza, il Jump, il dio e l’arciere.
”Grazie.”
Le ginocchia si piegarono e la faccia cadde nella polvere, finalmente riuscendo a morire in pace.
Vi fu un’attimo di stupore tra i presenti, ma che rendendosi conto di quello che era appena successo, non riuscirono a fare altro se non decidere di seppellire il corpo di Sam assieme alla piramide.
Eva rievocò il suo drago e i grossi artigli della fiera bestia, scavarono affondo nella sabbia e tra la pietra, infine Kagami e Ponto presero il corpo e lo depositarono sul fondo della fossa, ovviamente con la piramide.
Quando il tutto fu finito, tra li sguardi seri e qualche lacrima della ragazza, i tre decisero di ritornare alla spiaggia ad aspettare il traghetto, portandosi dietro anche il corpo svenuto di Shadowstep.
La buona mezz’ora d’attesa, perché se ricordate bene la nave passa due volte al giorno, trascorre in silenzio e con gli sguardi rivolti verso la sabbia o il mare, che riesce ad illuminarvi il volto quando vedete in lontananza la nave.
Quando salite ovviamente vi è del silenzio e il capitano, non riuscendo a vedere il suo vecchio amico, si abbassa il berretto da ufficiale e vi conduce alla stanza di Sam.
Vi sono quattro sacchi contenenti qualche milione in pezzi piccoli, sono praticamente tutti i risparmi di una vita intera, ma questo non vi commuove, o almeno il giusto, prendete la ricompensa e arrivati nuovamente al porto vi salutate.
Prendendo tutti strade diverse.
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[Quest] L'isola del tesoro |
