Fine dell'espiazione

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    Pete chiuse la porta della sua abitazione e si avviò verso l'uscita del villaggio. Aveva detto a quella strana ragazza dai capelli rosa che sarebbe sceso a valle (e quello era vero), ma non per fare cosa. Non avrebbe capito il significato di quel gesto.
    Tuttavia ora sapeva perché quella poveretta diffidasse di tutti e tremasse come una foglia, sebbene cercasse spesso di nasconderlo. Lui aveva ancora i segni di quella lotta con quegli strani uomini. Era forte, ma erano riusciti a sopraffarlo e probabilmente tutto non si era concluso con un bagno di sangue solo perché quella fatina si era teletrasportata in un altro posto, non facendosi trovare nel suo nascondiglio.
    Gli ci era voluto veramente tanto per farle dire un misero nome: "inquisitori". Non che ciò gli dicesse qualcosa: dopo tutto lui era un semplice pastore e vista la quantità di naufraghi, di uomini che potevano fare parte di un'organizzazione che si chiamava "Inquisizione" ce ne potevano essere parecchi e soprattutto appartenenti a mondi diversi e magari con scopi differenti e non necessariamente non nemici di quella poverina.
    Tuttavia non era solo quell'episodio a dirgli che dovesse fare qualcosa. L'aveva vista un paio di volte trattenere le lacrime mentre le puliva la parte del corpo di cui non era quasi più padrona, perché paralizzata.
    Doveva fare qualcosa per lei, non meritava un giorno di più di quella sofferenza. Tuttavia, gli aveva detto e ridetto che non ci fosse da fidarsi da nessuno e quindi doveva scegliere con attenzione a chi chiedere aiuto. Aveva bisogno di chiedere consiglio a qualcuno e lui sapeva a chi. Qualcuno di cui ci si poteva fidare sempre e ciecamente.
    Pete arrivò quindi a valle e si fece strada in un paesino poco distante dal promontorio.
    Entrò in una chiesa. All'interno non sembrava esserci nessuno, quindi si sedette ed iniziò a pregare.
     
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    Proprio quando il pastore era assorto nelle proprie preghiere, una strana colonna di luce comparve nell'edificio consacrato e una strana figura discese da essa. Sarebbe sembrata quasi umana, se non per un paio di strane ali bianche sulla schiena.
    Pete aprì gli occhi non appena questa toccò terra e si rese conto che qualcosa di strano stesse avvenendo, forse con un po' di timore.
    " Ma cosa..."
    Disse lui, sgranando gli occhi, alla vista di quella che sembrava un'insolita fanciulla dai capelli neri.
    " Non avere timore..."
    Disse lei per poi bloccarsi, leggermente perplessa.
    " ... Aspetta, aspetta un secondo. Non sono sicura di sapere cosa devo dire dopo."
    Tirò quindi fuori uno strano libro e iniziò a sfogliarlo.
    " Dunque, vediamo l'indice. Intercessione; come approcciarsi con la persona... pagina duecento."
    L'uomo confuso cercò di alzarsi e lei, visibilmente nervosa, lo trattenne.
    " No no, resta lì. Ci metto un secondo, davvero."
    Il problema era che in realtà sapeva bene come avrebbe dovuto dire, ma era così poco sicura di sé da non resistere all'idea di ricontrollare il tutto.
    " Dunque. Ah, razza di cretino. Vedo che, nonostante ti sia stato ripetuto cento volte come fare una cosa del genere, sei qui a leggere! Evidentemente però tutte e cento le volte stavi dormendo. Tralasciando il fatto che avresti fatto meno fatica ad ascoltare almeno una vota il tuo insegnante, anziché mascherare le tue palpebre chiuse da aperte, te lo rispiego ancora.
    Guarda, non è difficile; ti scrivo delle frasette semplici semplici, che anche un idiota come te potrebbe ricordarsi.

    Ecco, ci sono!"

    Il pastore rimase ancora perplesso, ma non più per l'evento prodigioso, quanto più per i modi dell'altra.
    " Non avere timore, NOME DELLA PERSONA IN QUESTIONE, sono un angelo venuto qui per aiutarti. Hai sempre dimostrato buon cuore e le tue preghiere sono dettate da nobili sentimenti. Perciò NOME DELLA PERSONA IN QUESTIONE, mostrami il tuo problema (dato che io sono troppo deficiente per capire da solo dove si trova) e lo risolverò.
    Aspetta, forse non dovevo leggere le parole scritte tra parentesi."

    Parlava, mentre con una mano teneva davanti un volume intitolato "Guida Angelica".
    " Mi scusi... signorina angelo, credo che avrebbe dovuto dire il mio nome, al posto di "nome della persona in questione."
    Non si sarebbe mai aspettato di vedere un angelo di persona, ma ancor meno che gli venisse così naturale rivolgerglisi come aveva fatto. Però, vuoi per il fatto di essersi spesso rapportato con dei naufraghi dimensionali, vuoi per l'atteggiamento della nuova arrivata, gli era risultato impossibile parlarle in altro modo.
    " Mi sa che hai ragione. Ora ricomincio da capo e lo dico correttamente. Com'è che ti chiami."
    " Pete."
    " Non avere timore, Pete..."
    Il pastore le si avvicinò e le parlò con gentilezza.
    " Davvero, non occorre che continui. Hai detto che mi aiuterai, per il resto ha poca importanza se mi porti rispetto o meno.
    Anzi, penso di essere la persona da essere irriverente a qualcuno come te."

    E si inginocchiò, cercando di rimediare. Inutile dire che la ragazza andò nel panico.
    " Ehm, cioè, ecco..."
    " Quindi mi aiuterai, splendida messaggera?"
    "... Si, sono qui per questo..."
    " Grazie, gentile angelo. Ti porto subito dalla persona che ha bisogno di essere risanata. Forse con quelle ali attireresti un po' l'attenzione, ma credo di aver qualcosa per coprirle."
    Detto ciò, tirò fuori un vecchio mantello e glielo pose.
    " Io però dovrei continuare la mia presentazione."
    Ma prima che potesse finire la frase, fu fuori dall'edificio, in marcia verso l'abitazione di Pete.
     
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    Non si sarebbe mai aspettato che un angelo potesse essere così, era poco ma sicuro, ma non importava poi molto. Il pastore quando si era recato lì aveva sì cercato aiuto, ma il massimo che sperava era di ricevere un segno, un qualcosa che potesse indirizzarlo verso la soluzione del problema e magari che si manifestasse chissà quando. Invece gli era stata dato direttamente il modo per risolverlo e persino un membro delle schiere angeliche si era scomodato per aiutarlo.
    Non avrebbe mai ringraziato abbastanza per ciò che aveva ricevuto quel giorno!
    Proseguì lungo la strada, finché non iniziò ad arrivare al paesino in cui abitava e lì decise di parlare più in dettaglio del suo problema così, da facilitarle il compito.
    " Vedi, come ti ho già accennato, quella ragazza è rimasta paralizzata perché è stata lesa alla schiena. Io vorrei che tu la guarissi."
    La ragazza rimase per un po' in silenzio, poi iniziò di nuovo insicura.
    " Io... non sono proprio sicura di poterlo fare..."
    Lui si fermò e la guardo con aria estremamente preoccupata, chiedendosi se avesse fatto qualcosa di sbagliato o se per qualche motivo la sua richiesta non fosse accettabile.
    " In che senso?"
    Lei divenne pallida come un cadavere e con un filo di voce spiegò.
    " È la mia prima missione..."
    Fu allora che Pete si rese pienamente conto che quella che aveva davanti, oltre che un angelo, era anche una semplice ragazza insicura. Stette per un attimo a riflettere poi, con fare paterno, cercò di incoraggiarla.
    " Dai, se ti hanno assegnato una missione del genere, vuol dire che ti ritengono pronta."
    Lei si rassicurò un po'.
    " Posso chiederti qual'è il tuo nome?"
    " Leann."
    " Bene Leann, siamo arrivati."
    Ed entrambi entrarono in casa.

    Il pastore si fece subito strada, salendo la scala in legno e raggiungendo la camera al secondo piano.
    " Ise, ho trovato qualcuno che ti rimetterà in sesto."
    La fata non era al massimo dell'umore, anzi forse stava iniziando a sentirsi persino depressa a ripensare alla sua patetica condizione. Quando però sentì la cosa, andò nel panico.
    " Ti avevo detto di non dirlo a nessuno."
    " Stai tranquilla, è una persona di cui ci si può fidare. Ti dirò di più: è un angelo."
    E partì una discussione molto accesa, in cui la fata premeva in tutti i modi perché non venisse fatta entrare la nuova arrivata nella stanza e l'altro insisteva che lo facesse. Dopo un po' Pete l'ebbe vinta e Leann poté avvicinarsi.
    Sfortunatamente la presenza della guida angelica rese ciò che sarebbe potuto essere breve, tremendamente lungo, difficile e anche un po' assurdo. La fanciulla infatti prese a sfogliare il libro e a leggere la parte che le interessava.
    " No, ma mi stai prendendo in giro? Davvero stai continuando a leggere? Davvero vuoi provarci sul serio? D'accordo, ma guarda che è difficile. Ti conosco bene e so che dopo poco mollerai subito, magari dicendo che vai al bagno due minuti. Quindi, prima di tutto prendi una corda e fatti legare a un palo, così almeno avrai un motivo per non andartene subito subito (in fondo sei abbastanza pigro da provarci un paio di volte, prima di dedicarti a slegare i nodi..."
    A questo punto lei si fermò e prese alla lettera quella guida per emeriti idioti.
    " Ci serve una corda."
    E andò avanti tra stranezze e tentativi falliti, tanto che a un certo punto Ise, persa dall'ira e dall'esasperazione, prese a dirgliele su di tutti i colori. Leann uscì in lacrime e si mise a correre e Pete dovette acciuffarla e rassicurarla in tutti i modi per convincerla a rimanere. Poi il pastore si recò dalla fata e dopo una lunga predica riuscì a calmarla e farla ragionare. Quindi la ragazza coi capelli rosa si scusò con la nuova arrivata.
    " Dev'essere qualcosa di complicato ed è normale che magari non si riesca subito. Forse hai provato troppe volte e se non ti riposi un po' sarà difficile riuscirci."
    Disse, tenendo conto anche di che punto del giorno si trovassero.
    " Visto che si sta facendo buio, Leann, che ne dici di fare basta per oggi? Puoi dormire da noi se ti va e non abbiamo problemi a offrirti la cena."
    Seppur con un po' di indecisione, decise di rimanere e per Ise non sembrarono esserci problemi.
     
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    Leann si svegliò in piena notte, nel proprio giaciglio. Erano i pensieri di quanto accaduto quel giorno a non farla dormire bene: aveva visto quella ragazza di nome Ise e aveva compreso che stesse soffrendo molto. Certo, in qualche modo tentava di dissimulare la cosa, come aveva visto durante la cena, ma era indubbio come si sentisse.
    Non ce la faceva proprio a lasciarla ancora così! Non importava se era notte fonda, doveva provare a guarirla!
    Così l'angelo si alzò dal letto, ma l'oscurità le impedì di trovare dove avesse messo la guida angelica e ciò fu un bene. Dopo un po' l'impulso di andare ad aiutare quella poveretta fu più forte di quello di trovare il libro. Quindi interruppe la sua ricerca e si recò nella camera della fata.

    In quel momento Ise stava dormendo e Leann entrò senza svegliarla. Si inginocchiò vicino al letto ed entro il tempo previsto, eseguì la tecnica di Cura a Ripristino in maniera impeccabile e al primo tentativo. Era sorprendente come senza quella guida riuscisse ad eseguire tutto correttamente e con facilità!
    Controllò più e più volte lo stato della ragazza, vista la sua insicurezza, in tutti i casi fu più che evidente che fosse guarita. Ora la sua spina dorsale e il midollo spinale erano a posto e non era più paralizzata.
    Decise però di non svegliare la fanciulla dai capelli rosa. Lasciò allora la stanza e quando le prime luci dell'alba resero maggiormente agevole la visibilità ritrovò la guida.
    Risolse di andarsene; dopo tutto aveva svolto la sua missione e non c'era ragione di rimanere fino al mattino. Scrisse solo un biglietto per dire ai due che se ne era andata e che non si preoccupassero, quindi uscì.

    Pete si svegliò qualche ora dopo. Quel giorno non doveva portare i propri animali al pascolo e poteva permettersi di dormire un po' di più. Per prima cosa si recò dalla loro ospite, ma non la trovò in nessuna parte della casa, né notò il biglietto. Preoccupato si recò nella camera di Ise per chiederle se sapesse qualcosa, ma trovò la stanza vuota.
    Ciò lo mandò terribilmente in panico, tanto che si mise a correre da un lato all'altro della casa, sperando di vederla da qualche parte.
    Fu così che, dopo qualche minuto e con suo grande stupore, la incrociò fuori dalla porta, in piedi. Vestita di nuovo come l'aveva trovato, con gli abiti d'onore del suo ordine di fate.
    A bocca aperta le si avvicinò.
    " Ise..."
    Lei si voltò e capì che per poco non stesse piangendo dalla felicità.
    " Ti svegli la mattina e ti chiedi cosa ti stia dando fastidio in quel punto. Ti sembra quasi che tu stia toccando i margini del letto, solo che hai perso la sensibilità sulla parte del corpo che potrebbe raggiungerli.
    Cerchi di guardare meglio e ti chiedi come mai la tua gamba si sia mossa e i suoi muscoli tesi."

    Lui stesse per dire qualcosa e lei lo abbracciò.
    " Sono guarita!"
    " È stato quell'angelo."
    La fata annuì.
    Poi si guardarono e parlarono un po', finché il pastore capì che la ragazza avesse ora parecchie cose da fare.
    " Mi pare che tu, ora o fra qualche giorno, debba andare. Torna ogni tanto a trovare questo vecchio pastore."
    Lei rispose all'istante.
    " Lo farò sicuramente."
    Anche se non era stata con lui per chissà quanto tempo, Pete era diventato per lei la persona che si era avvicinata più di chiunque altro alla figura di un padre. Anzi era qualcosa di più: dopo gli anni in cui era stata sotto la maledizione degli inquisitori, la fanciulla si era convinta che l'altruismo non esistesse e che tutti in realtà agissero solo per proprio tornaconto personale. Quell'uomo però sembrava contraddire la sua conclusione.
    Sarebbe tornata spessissimo da lui, più di quanto l'altro potesse immaginare.
     
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