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.CITAZIONE
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Qui. -
_MajinZ_.
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Dimitriy un po’ si aspettava una reazione simile, anche se non conosceva perfettamente quella ragazza, si era immaginato che i laboratori e altri locali simili stuzzicassero la curiosità di Violet. Infondo lei era molto intelligente e quindi non bisognava meravigliarsi se un laboratorio così fornito la lasciava a bocca aperta: quello era il paradiso per ogni scienziato. Era rimasta proprio senza parole, si voltò in direzione del biondo con un’espressione facilmente comprensibile e subito dopo iniziò ad esplorare la sala per scoprirne ogni segreto.
Il russo non disse nulla, si limitò ad appoggiarsi con la schiena sul muro accanto alla porta, incrociando poi le braccia al petto mentre osservava la ragazza intenta nella sua esplorazione. Osservò ogni alambicco e sfiorò qualsiasi macchinario li presente... ci mise un po’, visto che la dentro c’erano così tante cose da farlo assomigliare ad un parco dei divertimenti, almeno per chi se ne intendeva. Non era il caso dell’assassino, la scienza a cui si rivolgeva lui era meno tecnologica e più magica, quindi le macchine avevano poco a che fare con lui. I pestelli gli erano più familiari di una centrifuga molecolare.
Se vuoi puoi anche usarli, sono a nostra disposizione.
Commentò poi il sicario con voce neutra, alla fine non aveva nessuno impegno per le prossime ore, quindi potevano anche perdere un po’ di tempo facendo qualche esperimento... senza far esplodere la nave naturalmente. Quindi se lei voleva divertirsi poteva farlo senza problemi, anche se Dimitriy era sicuro che in ogni ambiente esplorato, Violet avesse la medesima reazione. La tecnologia era ovunque dentro quella Bara e ogni sala aveva le sue chicche... persino la mensa snobbata dai due aveva qualche sorpresa, di certo la cucina non era normalissima. Comunque avevano tutti il tempo dalla loro, quindi potevano far durare quel giro turistico ancora per un po’. In questo modo probabilmente anche il russo si sarebbe abituato alla sua nuova casa, anche se ancora la fissava molto male.. -
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Edited by † V i o l e t † - 25/7/2014, 12:02. -
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Ovviamente lei non se lo fece ripetere due volte e dopo un attimo di esitazione, decise di seguire la proposta del biondo assassino, mettendo mano agli strumenti che forniva quel laboratorio all’avanguardia... e ne valse la pena, visto ciò che ne venne fuori. Violet infatti iniziò a miscelare diversi composti chimici, sotto lo sguardo vigile di Dimitriy, chiedendo poi a quest’ultimo di spegnere la luce e lui eseguì spingendo l’interruttore. Anche il ragazzo era abbastanza curioso, anche se bene o male sapeva quali composti aveva miscelato.
Bastò una scintilla per scatenare la reazione chimica, una fiammata che conteneva un sacco di sfumature di colore e in un attimo la sala venne riempita da un’aurora boreale in miniatura... uno spettacolo davvero affascinante, doveva ammetterlo. Infine lei sorrise, soddisfatta per ciò che aveva appena fatto. Poteva sembrare una cosa da nulla, ma se per lei era una cosa importante, Dimitriy non aveva proprio nulla da ridire... anche se lui non sorrise. Era difficile vedergliene fare uno, ma chissà, magari con un po’ d’impegno la ragazza poteva anche riuscire ad ottenerne uno.
Andiamo allora.
Disse il biondo uscendo dalla stanza, lasciando la luce spenta visto che probabilmente non sarebbe servito a nessuno tanto presto. Una volta fuori bisognava attraversare un altro tratto di corridoio, fino a raggiungere il prossimo ambiente... che in quanto a tecnologia non aveva nulla da invidiare al precedente. Una volta superata la porta automatica, i due si ritrovarono nel tipico ambiente asettico di un ospedale ma con una piccola differenza: non c’erano i medici.
Infermeria automatizzata... fa tutto da sola.
Specificò il russo mostrando nuovamente un gran numero di macchinari, ma a differenza del laboratorio qui vi era un’intelligenza artificiale capace di fare diagnosi e prendere i provvedimenti giusti. Anche se ovviamente ogni tanto serviva la mano umana, una supervisione poteva evitare che accadessero spiacevoli cose. Era comunque un luogo molto interessante, era quasi un peccato non avere una ferita da farsi curare in maniera automatica.. -
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Quando si aveva a che fare con Dimitriy, avere troppe aspettative poteva causare non una ma varie delusioni. Stava già facendo uno sforzo immane per mostrarsi socievole, almeno un pochino, facendo per la seconda volta da guida a Violet e cercando di instaurare una conversazione interessante con la ragazza... quindi avere anche dei sorrisi e un interesse sfrenato per i giochi di luce, beh, era abbastanza difficile. Era un risultato possibile, ma forse serviva un po’ più di impegno da parte della sua interlocutrice. Insomma, era rimasto sorpreso dall’esperimento, ma forse non aveva reagito in modo umano... aveva fatto un errore, ma era anche normale quando si facevano degli esperimenti, appunto.
Aveva comunque imparato come causare nella fanciulla delle reazioni... esagerate. Se prima nel laboratorio le si erano illuminati gli occhi, adesso nell’infermeria automatizzata successe quasi la medesima cosa. Anche quello era un posto all’avanguardia, una camera in cui non serviva neanche un medico per farla funzionare e per uno scienziato, anche se non era proprio il suo campo, vedere una tecnologia simile non poteva fare altro che mandare l’eccitazione a mille. Stranamente però la giovane non andò a far visita ai macchinari, restando vicina al russo sulla porta. Lui la guardò per un attimo, sembrava quasi rimasto deluso da tanta compostezza... che era una sua prerogativa.
Beh, non è detto che servano ferite gravi per fare un esperimento...
Fece qualche passo all’interno della sala, in effetti anche lui era un po’ curioso di capire come funzionasse un’infermeria automatica. Si avvicinò a quello che sembrava un normale banco e senza dire una parola tirò fuori dalla tasca uno dei suoi piccoli pugnali, praticandosi poi un taglio sul palmo della mano, senza battere ciglio ovviamente. Non appena il sangue affiorò sulla pelle, dei sensori captarono quell’odore e dal tavolo uscirono due braccia meccaniche... Dimitriy allungò la mano in avanti e subito uno dei bracci tamponò il sangue, mentre l’altro spruzzò una sostanza che fece subito coagulare il sangue, mentre un altro composto chiuse la ferita senza lasciare neanche una cicatrice.
Non male.
Concluse osservandosi la mano, per poi indossare nuovamente il guanto che prima si era tolto. Poi si voltò incuriosito verso la ragazza... chissà come l’avrebbe presa.. -
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Forse quell’esperimento non era stato una così brillante idea, Dimitriy sperava davvero di suscitare nella fanciulla un po’ di entusiasmo in più, ma il tutto si spense in poche parole... sprofondando in tristi ricordi riguardo un passato ormai irraggiungibile. Notò subito quella nota malinconica, ma non era il tipo che si impicciava di affari non suoi, così si limitò ad annuire semplicemente, senza stare li ad indagare. E poi lei sorrideva, quindi magari era una cosa insignificante, uno di quei ricordi passeggeri che arrivavano ma subito dopo svanivano in un istante. Lasciando tuttavia una certa tristezza.
Forse c’è ancora qualcosa di interessante, che non siano dei cannoni al plasma.
In effetti a parte le armi, quello era probabilmente uno dei posti più interessanti dell’intera nave. Il biondo fece quindi cenno alla ragazza di seguirlo, inoltrandosi nuovamente nei lunghi corridoi di quella bara fino a raggiungere quello che era il ponte di comando. Proprio li, in una stanzetta a parte c’era l’oggetto misterioso. Appena entrati il buio li accolse, ma subito dopo una leggera luce bluastra iniziò ad illuminare il luogo. Al centro c’era una specie di tavolo, ma non era un semplice oggetto di arredamento, visto che la superficie non era altro che uno schermo tattile.
Vediamo se ne ricordo il funzionamento...
Il russo pigiò un paio di comandi e dal piano illuminato si sollevò un semipiano... quello era Endlos. Si trattava di un grafico in tre dimensioni che mostrava ogni presidio, dando anche modo di zoomare fino ad un certo punto su ogni zona. Adesso la posizione era impostata sullo Yuzrab, ma ci voleva davvero poco per dare un’occhiata e curiosare un po’ in giro. Il ragazzo si voltò quindi verso la giovane, invitandola a provare lei stessa.. -
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Come prevedibile, questa volta Violet era rimasta davvero senza parole. Se prima era sembrata distaccata e neutrale, adesso non stava più nella pelle dall’emozione di avere a che fare con una simile tecnologia... e in effetti aveva ragione ad esserlo: una cosa del genere non era mica a disposizione di tutti, quindi metterci le mani sopra era più che una semplice fortuna. Dimitriy rimase in silenzio mentre osservava la fanciulla viaggiare sul Semipiano virtuale, visitando luoghi già visti e altri curiosi... con quella tecnologia si poteva guardare praticamente ovunque, nulla poteva sfuggire all’Occhio Eversore.
La fanciulla comunque si trovò subito bene con l’interfaccia, sembrava quasi che anche lei avesse già avuto a che fare con qualcosa di simile... oppure si trattava di un semplicissimo talento naturale. In ogni caso non si correva nessun pericolo, quel sistema si limitava ad osservare e immagazzinare dati, utile per far ricerche grazie alla sua sconfinata memoria. Anche se si trattava di funzioni in qualche modo semplice, ci voleva poco per muovere i cannoni nella direzione selezionata, una volta entrati in modalità conflitto. Ma quello era un altro discorso.
Adesso i sistemi di occultamento sono attivi, nessuno ci vede.
Spiegò il biondo avvicinandosi alla consolle, digitando alcuni comandi si aprì una nuova finestra e il ragazzo entrò nell’archivio, aprendo quella che sembrava una semplice immagine. Essa raffigurava una bestia o un demone, qualsiasi cosa fosse incuteva abbastanza timore.
Quando è disattivato, chi non è un Eversore vede questo. Molto di questa nave è comunque segreto, certe cose non le conosco neanche io... in ogni caso è davvero difficile che qualcuno riesca a vedere la vera forma, se accadesse sarebbe un bel problema.
Concluse poi il russo facendo un passo indietro, rimanendo vago sulle modalità di trattamento per i ficcanaso... anche se era facilmente prevedibile. Con gli Eversori era meglio non scherzare, le conseguenze infatti potevano diventare davvero spiacevoli.. -
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Dimitriy osservò la ragazza, non sembrava molto soddisfatta per la spiegazione e si capiva benissimo osservandola che aveva ancora parecchi dubbi. Però non potevano proprio permettersi che una nave del genere attirasse l’attenzione di tutti, una visione del genere poteva causare paura, sgomento e emozioni incontrollabili... quindi servivano delle precauzioni, se volevano continuare ad essere Eversori. Loro agivano nell’ombra, uscendo fuori solo al momento giusto e per la Behemoth era lo stesso. Era si la loro base, ma si trattava anche di una potentissima arma segreta che se veniva accoppiata con l’effetto sorpresa... beh, la sua potenza veniva amplificata.
Esatto.
Annuì, incrociando le braccia al petto.
Se ci pensi questo rispecchia ciò che siamo, la gente sa che ci sono gli Eversori... però nessuno ci conosce, nessuno sa chi c’è dietro quel nome. Per questa nave è lo stesso: per le genti del deserto c’è solo un mostro, magari frutto di leggende... ma non hanno idea di cosa vi sia dietro. Ma quando arriverà il momento giusto, allora tutti sapranno e vedranno con i loro occhi.
Spiegò il biondo accorgendosi di aver parlato parecchio, quindi preferì evitare di continuare con altri discorsi magari noiosi... però doveva ammettere che per quanto odiasse quella cosa, avere dalla propria parte una tecnologia simile era un vero e proprio colpo di fortuna. Aveva detestato completamente queste navi ai tempi della guerra, l’aveva detestata quando vi si era infiltrato, ma adesso lentamente la stava rivalutando.
Credo che le cose interessanti siano finite...
Concluse infine l’assassino, visto che non c’era molto altro da vedere... a meno che lei non avesse voluto vedere i cannoni. O magari gli aveva lasciato in serbo quella domanda trabocchetto che arrivava sempre nel finale.. -
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Quando gli occhi della fanciulla si illuminarono nuovamente, Dimitriy non poté fare altro che annuire... come si poteva dire di no a così tanta curiosità? Era impossibile, quindi si ritrovò nuovamente a fare da guida lungo i corridoi d’acciaio della nave. Ritornarono sui loro passi, passando nuovamente accanto ai laboratori e alla mensa, fermandosi stavolta davanti alle porte dell’ascensore. Il biondo schiacciò il pulsante e queste ultime si aprirono, avvolgendo con una luce asettica i due visitatori che si apprestavano a raggiungere la sala macchine.
Ti mostrerò qualcosa di ancora meglio dei motori e delle armi.
Disse il ragazzo non appena le porte scorrevoli si chiusero e una manciata di secondi dopo erano già arrivati al piano inferiore. Subito il suono dei motori in funzione si fece insistente, ma era ancora possibile sentire qualcosa e bastava semplicemente alzare un po’ di più la voce per comunicare. Senza attendere oltre il russo si incamminò verso una zona precisa, ignorando al momento i due corridoi che si aprivano a destra e a sinistra una volta fuori dall’ascensore. Si incamminò in quello centrale e dopo aver sbloccato un paio di porte, davanti agli occhi della ragazza si sarebbe presentato uno spettacolo incredibile.
Questo è il cuore della nave.
Di la, oltre diverse paratie trasparenti, levitava quella che all’apparenza sembrava una gemma enorme... che levitava avvolta in una bolla contenitiva. I colori erano incredibili, le sfumature cambiavano dall’azzurro al verde in continuazione... sembrava quasi viva. Dimitriy la osservava con una sorta di nostalgia, il recupero di quella gemma era stata la sua prima missione da Eversore e il ricordo lo faceva stare bene. Ma quella nota malinconica Violet l’avrebbe notata subito. Purtroppo non ci si poteva avvicinare di più, ma già da fuori traspariva tutta la bellezza di quell’incredibile gemma.. -
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