The Gates of Time

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    The Gates of Time

    Se vivere significa
    continuare a imparare
    è la fine l'ultima cosa che impareremo
    e, una volta scoperta,
    ciò che conosceremo appieno
    sarà la morte.




    Sin da quando Edmund era arrivato su Endlos non aveva smesso di credere che fosse realmente da solo. Forse era l'unico sull'intero semipiano a poterlo sentire in maniera così continuativa e poderosa, ma percepiva con chiarezza la presenza di uno squarcio nella trama dello spaziotempo dipanarsi con intensità crescente attraverso le ore e i giorni, come una apertura all'interno della realtà dalle caratteristiche in tutto e per tutto simili a quelle che avevano portato anche lui su quel bizzarro mondo. Non si trattava di uno dei consueti moti traslatori del Maelstrom, questo poteva concepirlo con chiarezza, poiché tali fenomeni avevano un'origine del tutto casuale ed incontrollabile, ma erano definibili nella loro natura selvaggia; la singolarità di quell'anomalia aveva invece un'origine più remota e imperscrutabile, come un'onda d'urto che si propaghi attraverso le dimensioni e le ere lasciando dietro di se una vivida traccia per chi come lui era in grado di leggerla. Un'alterazione nel continuum che nemmeno lui avrebbe saputo spiegare con razionalità, se non classificandola, nella sua unicità, come uno scopo. Di chi o di che cosa, questo sarebbe stato impossibile stabilirlo.

    Tutto ciò che sapeva è che la distorsione aveva avuto principio ben prima del suo arrivo su Laputa, e che aveva le medesime caratteristiche del vortice cronale da cui Edmund traeva i suoi poteri di controllo del Tempo. Inizialmente pensava che la frattura si manifestasse attraverso un tramite fisico inorganico, come un oggetto o un luogo specifico dello spazio, ed era rimasto quantomeno sconcertato nel constatare che il suo piano tangibile si muoveva e che doveva trattarsi quindi di un essere vivente. Un animale o, più probabilmente, una persona.
    Data la forte somiglianza con la propria impronta tachionica, Edmund aveva pensato che l'entità potesse trattarsi di sé stesso proveniente da un differente passato; ma scartò immediatamente questa possibilità, sia a causa dell'estrema improbabilità del verificarsi per due volte di un fenomeno unico come quello che l'aveva sottratto da Ohr, sia perché in tal caso avrebbe dovuto entrare in sincronia con la frequenza temporale di un secondo Aeon Clock, cosa che non era accaduta.

    Edmund attese pazientemente che le missioni per i Liberi Aeris Milites lo conducessero nel Pentauron, dove l'interferenza aveva luogo, in maniera tale da non destare sospetti di alcun genere. Quando infine venne mandato su ordine del proprio comandante a svolgere una delicata missione investigativa, Thoumieux capì che era arrivato il momento di far luce sulla vicenda, e si attrezzò per scoprire chi fosse la causa di quella deformazione che lo ossessionava come una lieve ma immutabile nenia cacofonica.
    Giunse nello stato delle cento torri e vagò per giorni, se non settimane, alla ricerca di indizi che potessero riguardare un individuo con caratteristiche conformi a quelle che doveva trovare; fino a che le sue domande ancora prive di risposte si materializzarono in un nome e un cognome: Adaham Crowlow, un ragazzo bizzarro ed alquanto eccentrico, che con tutta probabilità non superava i diciotto anni.

    Agendo prudenzialmente come gli era consono fare, Edmund si prese il prese il proprio tempo per spiare il ragazzo da lontano, e per qualche tempo lo seguì studiandone gli usi e le abitudini per comprendere quali fossero i suoi scopi e le sue capacità. Non ci volle molto prima che capisse che quel giovane non era null'altro che un Naufrago come lui e che probabilmente ignorava la vera natura delle proprie abilità, così come il proprio intero potenziale. Forse i suoi poteri gli avevano già permesso di udire la voce dell'Orologio degli Eoni, ma in questo momento sicuramente ne ignorava l'origine.

    E fu così che Edmund decise di agire: se davvero quel ragazzo poteva come lui controllare il tempo questo non poteva dirlo, ma avrebbe almeno cercato di aiutarlo a risvegliare le proprie doti sopite. La cronomanzia è un dono talmente raro e prezioso che, lo sapeva bene, nelle mani sbagliate avrebbe potuto portare immensa rovina; se invece fosse stato addestrato e giustamente motivato, quell'innocuo giovane sarebbe potuto diventare un valido alleato.

    Mondragon attese che arrivasse il momento propizio e quando il ragazzo si ritrovò solo, all'interno della locanda del Filo d'Argento del Pentauron, capì che era giunto il giorno di rivelarsi. Indossò la benda metallica di cui sovente disponeva per coprire parzialmente i propri lineamenti e si avvicinò al fanciullo intento a consumare il proprio pasto, con un'espressione tranquilla ma decisa.

    “Adaham vero? Spero di non disturbarti, perché abbiamo una lunga chiacchierata da fare. Ma sono certo che tu abbia tempo. Molto tempo.”

     
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    penso "parlo" scrivo TheVoice
    Edmund



    Il viaggio prosegue, la ricerca di me stesso e di ciò che sono diventato va avanti, continuo a camminare verso quello che credo sia l'ovest in attesa di nemmeno io so che cosa. Il mio è un lungo percorso di formazione, un pellegrinare verso mete sconosciute nella probabilmente infondata speranza ch'io possa capire di più su quanto mi stia accadendo. Dal giorno del mio arrivo sono passate oramai settimane, anche se invero conosco con una precisione millesimale il tempo esatto non lo dico poichè non voglio ricordare quanto esso sia.

    Dicevo, sono su Endlos da settimane, anche se teoricamente dovrei contare un mese in più, tutta colpa di queste strane turbe temporali nelle quali ogni tanto incappo. E poi ci sono questi strani poteri che il naufragio ha risvegliato e che oramai ho quasi imparato a controllare, avendo fatto pratica di continuo in questi ultimi giorni.

    Ho capito come 'azionarli', mi basta concentrarmi su ciò che voglio ottenere ed il tremito che indica il loro utilizzo ricompare. Da quel momento la prima cosa o persona che toccherò con le mani subirà l'effetto desiderato, per poi dimenticarsi completamente quanto accaduto. Ho fatto degli esperimenti, ho verificato che funzionano anche sugli oggetti, ho capito come sceglierne la durata, e come evitare che anche i guanti vengano coinvolti. Sono persino riuscito a capire come fare funzionare il tutto attraverso di essi, ovvero quando uso queste capacità è come se avessi le mani completamente scoperte. Indubbiamente si tratta di un'ottima cosa.

    Il viaggio sta dando i suoi frutti, non solo ho capito tutte queste cose su quanto ora sono in grado di fare, ho anche incontrato nuovi amici, anche se uno in particolare non so ancora come definirlo. Zaraki, l'armadio con la katana.
    Ma questa come si suol dire, è un'altra storia.

    Tornando al presente, dopo tanto camminare e dopo avere trascorso alcune notti all'aperto, ho deciso di fermarmi nella locanda del Filo d'Argento. Un posto semplice dove passare un po' del tempo che mi rimane prima di dovere tornare alla base della gilda.
    Vi sono giunto proprio all'ora di pranzo e, sebbene non avessi molta fame, ho deciso di fermarmi a mangiare. Un normalissimo pasto, magari un po' di pasta, sono stupito che esista persino qui, e dell'aranciata.

    E mentre sto consumando tali cibarie uno sconosciuto mi si avvicina e mi parla. Conosce il mio nome, vuole parlarmi, ed è certo che io abbia molto tempo da dedicargli. Alzo lo sguardo, mastico e lo osservo inizialmente stupito che mi abbia rivolto la parola e che sappia come mi chiamo. E' alto e snello, vestito elegantemente, indossa una specie di benda fatta di metallo. Interessante, essa è il particolare che maggiormente attira il mio sguardo, non posso fare a me di fissarla incuriosito.

    "Si sono io, di cosa vorresti parlarmi? E potrei sapere tu chi sei?"
    Inghiotto il boccone e gli rispondo, mi chiedo chi sia e cosa possa volere da me. Sembra un tipo curioso ed interessante almeno quanto la sua benda, chissà di chi si tratta. Non so perchè ma standogli vicino ho una strana sensazione, per fortuna non si tratta del formicolio che annuncia lo scatenarsi dei miei poteri, sebbene sia in un certo senso simile

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    E poi, ovviamente, i vestiti che ha indosso, maschera, catene e lucchetti compresi (sono oggetti di scena, da cosplayer)

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    TheVoice -->Da quando è giunto su Endlos una voce ha iniziato a sussurrargli nella mente parole e frasi apparentemente senza senso.
    Inheritance of Time -->[+25%destrezza, +25%­velocità, capacità di calcolare il tempismo e lo scorrere del tempo]
    Ha una particolare bravura nel calcolare il tempo e il tempismo. Di fatto, è in grado di percepire in modo automatico il passaggio del tempo attorno a lui, riuscendo addirittura a calcolare quanto tempo ci metterebbe il suo corpo a fare qualcosa come ad esempio una corsa.
    E ora, grazie all'eredità del tempo, riesce a ridurre il tempo che ci vorrebbe a fare un’azione evitando in modo automatico i “tempi morti” che ruberebbero preziosissimi millisecondi. In questo caso, una carica seguita da un pugno in pieno volto, risulterebbe molto più veloce e agile di una carica normale.
    In altre parole, velocità e agilità risultano molto sopra la media, e può calcolare il tempo ed il tempismo finanche al millesimo di secondo.

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    Pensa e riflette, ascolta ed osserva Edmund, quindi gli risponde e gli fa delle domande. 1
     
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    The Gates of Time

    Come with me

    La tua ombra furtiva
    come un ago avvelenato senza destinazione
    cuce il mio cammino.




    Il ragazzo di nome Adaham non parve spaventato dall'inatteso arrivo di Edmund ma anzi, recava con sé tutta l'impressione di essere incuriosito dal suo approccio. Buon segno, pensò, poiché significava che il giovane possedeva uno spirito brillante ed insolito, interessato a conoscere ciò che il mondo aveva da offrirgli piuttosto che restio ad affacciarsi alle oscure realtà dell'ignoto. Thoumieux non poté fare a meno di lasciarsi scappare un accenno di sorriso: l'innocenza del ragazzo gli riportava alla mente gli anni della sua giovinezza.

    "Si sono io, di cosa vorresti parlarmi? E potrei sapere tu chi sei?"

    Disse con tranquillità continuando a desinare senza il minimo segno di turbamento, evidentemente attratto dalla benda che Edmund recava con sé. Certamente egli non poteva sapere che l'arcano oggetto creato dalle mani stesse del Cronarca gli consentiva di scorgere con precisione millimetrica l'andamento dei flussi cronali, che in quel momento vorticavano imbizzarriti attorno alla figura del giovane, resi irrequieti dall'anomalia temporale che lo permeava.

    “Perdona la mia irruenza, ma dovevo attirare la tua attenzione, qui ed ora. Come saprai ci troviamo sul confine tra Pentauron ed il presidio dell'Est, da cui sei giunto, e poiché affari di diversa natura mi impegnano nello Stato delle Cento Torri necessitavo di conferire con te subito, prima che tu potessi tornare a volgere i tuoi passi verso Chediya. Non avendo la possibilità di spingermi oltre, dovevo attendere che fossi tu ad arrivare da me. Ma vogliate scusare la mia mancanza di buone maniere, non mi sono ancora presentato: il mio nome è Edmund Thoumieux Mondragon, e sono un aviatore di Laputa.”

    La gola iniziava a seccarsi per l'eccessivo sproloquio, così il fabbricante di orologi attirò l'attenzione di una delle cameriere del Filo d'Argento per richiedere una caraffa d'acqua, che venne subitamente servita.

    “Ho faccende di una certa urgenza che richiedono la vostra attenzione, tuttavia questo non è il luogo adatto per simili facezie: sapete come si suol dire, il presidio centrale ha occhi e orecchie ovunque. Devo parlarvi in privata sede, tuttavia posso comprendere il vostro eventuale disappunto a riguardo: un estraneo si presenta a voi, affermando di doversi appartare per discutere di argomenti di origine ignota, e dovrei persino aspettarmi che mi seguiate senza fiatare? Ne dubito, se non siete uno sciocco.”

    Edmund bevve un avido sorso d'acqua per ristorarsi ed attese alcuni secondi prima di riprendere a parlare.

    Tutto ciò che vi posso dire è che conosco l'origine dei vostri poteri. Dei nostri poteri. Spero che abbiate compreso cosa intendo dire: come voi, anche io ho la facoltà di dominare il tempo a mio piacimento... e non solo. Ritengo che abilità di tale sorta siano doni talmente rari e preziosi che non possano essere sprecati. Voglio aiutarvi a controllarli e a dominarli. Voglio rendervi padrone del vostro destino, perché il potenziale che scorgo in voi è pressoché illimitato.

    Ciò detto Edmund fece silenzio, sperando che la pulce instillata nell'orecchio del suo interlocutore facesse effetto. Se il ragazzo si fosse rifiutato di seguirlo, sarebbe ritornato a Laputa conscio di aver perso un valido alleato; ma dentro di sè sapeva bene che la proposta che aveva annunciato ad Adaham era troppo allettante ed unica per essere rifiutata. E quel giovane non era certamente un codardo.

     
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    Edmund


    Lo sconosciuto dalla benda di metallo risponde alle mie domande. Per prima cosa si scusa dell'approccio brusco, nessun problema al riguardo mi dico. Poi inizia a parlare del confine tra Pentauron e presidio dell'Est, e qui la faccenda si fa seria. A quanto pare mi sono spinto ben più in là di quanto pensassi, ed ora sono persino entrato nella zona centrale di Endlos.
    Una notizia certamente inaspettata, seguita dal fatto che mi ha dovuto attendere, e che quindi mi stesse cercando probabilmente da tempo. Infine, si presenta come Edmund Thoumieux Mondragon, aviatore di Laputa.

    Mentre egli ordina un po' d'acqua, io lo fisso pensieroso. E quindi gli parlo, lo ringrazio sorridendo.
    "Grazie per l'informazione, a dire il vero non pensavo di essere giunto così ad Ovest."
    Pentauron, Stato delle Cento Torri, Laputa. Ne ho già sentito parlare, magari questo Edmund potrebbe aiutarmi a capire di più, se solo non fosse così di fretta.
    Attendo che beva, e poi che continui il suo discorso. Sono sicuro che voglia adesso dirmi per quale motivo ha fatto tutto ciò.

    E difatti egli riprende a parlare, ma non dice subito quello che pensavo. No, prima sembra suggerire di volere che ci spostassimo in un altro luogo, e da quello che dice sembra che questo presidio centrale non sia un bel posto. Forse non ai livelli di merovish, però certamente le sue parole non lo fanno risplendere.
    E, quasi prevedendo i miei pensieri, esprime i miei dubbi sull'appartarmi con uno sconosciuto che sembra avermi spiato sino ad ora, egli mi parla proprio di ciò.

    Sono rimasto in silenzio per tutto il discorso continuando a mangiare e, quando riprende, continuo ad ascoltare silenzioso mantenendogli gli occhi addosso con espressione potremmo definire atona. Seppure certe volte abbassi lo sguardo per potere terminare le cibarie.
    Beve un altro po' si acqua e continua, spiega il motivo dell'incontro e finalmente il discorso prende una piega interessante. A quanto pare conosce l'origine dei poteri che mi stanno assillando, per il semplice motivo che anche lui li possiede. Lo guardo esterrefatto, questa è una possibilità alla quale non avrei mai pensato.

    Il solo fatto che dica di avere queste mie stesse capacità mi rende solidale con lui, mi fa accantonare ogni timore in quanto in tal caso egli capisce, sa cosa provo.
    Ma le sue successive parole sono per me ancora migliori. Si offre da farmi da maestro, di insegnarmi a dominare queste mie... nostre capacità. E per convincermi afferma che il potenziale che vede in me sia infinito, vuole rendermi padrone del mio destino.
    Grazie ma invero non era necessario, mi avevi già convinto, sissì. Essia, lo farò signor Edmund. Mi stai interessando, per cui accetterò.

    "Con delle premesse del genere mi sembra controproducente rifiutare. Caro Edmund, hai un allievo"
    Gli sorrido radioso, l'intera faccenda mi sta esaltando come poche cose potrebbero fare. E certamente i modi di questo... mentore, hanno contribuito a convincermi ad accettare.
    La mia vita su Endlos è sempre più interessante, chissà come proseguirà?

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    The Training Begins

    La tua ferita è profonda
    come gli abissi dell'oceano
    Il tuo delitto scarlatto
    scolorirà con la morte.



    "Con delle premesse del genere mi sembra controproducente rifiutare. Caro Edmund, hai un allievo."

    Allievo. Di certo Edmund non si aspettava una risposta tanto eloquente da parte di Adaham, ed il suo radioso sorriso fece intuire al Cronarca la sua eccitazione nel poter comprendere la reale natura dei suoi poteri e come poterli utilizzare al meglio. L'espressione galvanizzata e quasi esaltata del ragazzo procurò a Thoumieux una forte sensazione di calore e gioia: erano passati cinquecentotrentatré anni dalla sua ultima lezione tenuta nelle aule marmoree dei corsi di magia dell'Ottava Torre: ontologia della gravità e sviluppi della dominazione illusoria, a cura del suo collega Lucas Mufflin. Benché fosse passato così tanto tempo da allora, non aveva mai dimenticato il piacere che si provava nel tramandare e trasmettere la propria conoscenza alle nuove generazioni.

    Edd lasciò alcune monete sopra al tavolo su cui Adaham aveva appena terminato di desinare, abbastanza da pagare i conti di entrambi, e lo invitò a seguirlo fuori dalla locanda.

    “Vieni con me; come ho detto prima, questo luogo non è sicuro per parlare. Voglio portarti in un posto molto speciale.”

    I due Naufraghi uscirono dal Filo d'Argento e Mondragon accompagnò il ragazzo in un luogo appartato e poco distante, con espressione serena sul volto. Si recarono in un vicolo abbandonato in cui la luce del sole filtrava a malapena ed Edmund socchiuse gli occhi, verificando con i propri poteri di percezione terrena che fossero effettivamente soli e che nessuno potesse osservarli.

    “Ti chiedo perdono per tutto questo mistero, ma dovevo avere la certezza che non ci avessero seguiti. Le nostre capacità potrebbero fare gola a molti, persone che potrebbero utilizzarle per fini meno nobili, dunque il segreto è essenziale."

    Disse, sfoderando la propria spada Edge dalla guaina posta nella cintola sul fianco. La realtà vibrò mentre la lama dal filo tagliente come il più puro dei diamanti sfregava contro l'aria, crepitando di energie a stento contenute.
    Puntò la spada dai riflessi lucenti e multicolori in alto e diritta davanti a se e la mosse verticalmente, in un gesto apparentemente senza alcun significato: ma pochi istanti dopo aver sprigionato la forza cronale dalla punta della lama, la trama dell'esistenza si contorse aprendo una piccola voragine nera nell'esatta zona in cui l'arma aveva vibrato.

    “Questo è un Garganta, un ponte tra due mondi; come vedi, posso focalizzare i miei poteri di controllo dello spaziotempo attraverso il tramite fornito dalla spada per ricreare un portale dimensionale. Ma non temere, ti insegnerò a fare lo stesso, anche se credo che sarai in grado di ottenere un identico risultato anche senza un simile medium. Ora, se ti fidi di me, ti chiedo di seguirmi al suo interno.”

    E non appena ebbe finito di parlare penetrò dentro la nera fenditura, e scomparve da quella realtà.

     
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    Edmund


    Edmund posa sul tavolo alcune monete, fin troppe per ciò che egli ha consumato. Che voglia pagare anche la mia parte? E' una possibilità, o magari vuole lasciare una lauta mancia. Le sue successive parole sembrano dissipare i miei dubbi almeno in parte, mi dice di seguirlo in un altro luogo, più sicuro e speciale.
    Mi chiedo cosa intenda con speciale, che sia un qualcosa legato ai nostri poteri? Un luogo mistico, arcano, pieno di magia o cose del genere. Non saprei, per il momento posso solo supporre e seguire il mio nuovo maestro.

    Usciamo dalla locanda ed iniziamo a camminare, gli sto dietro di un paio di passi. Fisso la sua schiena pensieroso, cerco di immaginare cosa mai potremmo fare, che genere di lezioni seguirò, e cosa mi insegnerà.
    Egli mi conduce in un luogo appartato a pochi passi, un vicolo quasi al buio. E qui mi parla di nuovo, sereno e rassicurante. Chiede perdono per tutto questo mistero, che invero non fa che accrescere la mia voglia di scoprire. Vuole essere certo che tutto ciò resti un segreto fra di noi, davvero è necessario? Cioè, fino ad ora non mi ero fatto problemi nell'utilizzare queste mie capacità ed imparando almeno ad evitare che si manifestino per conto proprio, non ho mai pensato che andassero nascoste.
    Non fino a pochi minuti fa.

    Ed ora Edmund mi sta aprendo gli occhi, mi sta facendo riflettere sulla possibilità che tali poteri possano venire usati per scopi malvagi. Un eventualità che a dire il vero preferirei evitare.
    Lo fisso mantenendo il sorriso, pieno di curiosità, mentre egli sfodera la propria spada. E non posso fare a meno di pensare di essere l'unico in tutto Endlos a non averne una. Bhe, magari più avanti cambierò idea, seppure odiando io la violenza non credo sia il caso.

    Quella di Edmund è però strana, è come se l'aria intorno ad essa vibri, ripiena di elettricità. Pronta ad esplodere da un momento all'altro. La osservo attento e curioso, sembra quasi una spada normale, con l'elsa dorata.

    Il mio nuovo maestro la alza portandola verticalmente sopra la propria testa, e quindi la abbassò tagliando l'aria. Letteralmente. Tempo pochi istante ed una voragine nera si apre, un taglio nell'esistenza stessa parrebbe. Edmund mi spiega che esso è un Garganta, un portale fra due mondi che egli ha creato utilizzando la spada come focalizzatore dei propri poteri.
    Un tramite del quale secondo il suo parere io non avrò bisogno.

    Detto questo mi invita a seguirlo all'interno della fenditura, e quindi vi entra.
    Resto per qualche secondo fermo a fissare la nera apertura, indeciso se farlo sul serio, se proseguire o meno in questa nuova avventura.

    Si, lo farò, si! Se Edmund può aiutarmi a controllare questi poteri ben venga, lo seguirò anche in un altro mondo!

    Ho tutto? Non dimentico niente? Zaino, guanti, maschera, dovrebbe esserci tutto.
    Prendo quindi un respiro profondo, e mi butto dentro ad esso. E siamo a tre. Tre tuffi in uno strappo nella realtà, in una frattura nell'aria.
    Tre viaggi, chissà questo dove mi trascinerà.

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    Pensa e riflette, ascolta ed osserva Edmund, quindi lo segue. Ascolta ed osserva di nuovo, e quindi segue ancora Edmund. 1
     
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