Ritorno × Vuoto × Legame

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    La porta ruotò lentamente verso l'interno con uno stridulo lamento dei cardini -bisognosi di un po' di manutenzione-, strappandole un brivido che la fece trasalire dove stava; dopo esser rimasta per qualche altro istante in piedi sulla soglia, la figuretta si decise ad entrare, e mentre le iridi verdi gettavano uno sguardo in giro, i piedini mossero qualche passo in avanti.

    Sì, la sua memoria fotografica non stava sbagliando: quella era davvero la sua stanza -per quanto si possa considerare propria una camera a pensione in un villaggio sconosciuto-, anche se doveva ammettere di non aver riconosciuto subito l'ambiente a colpo sicuro, in parte perché ci si era fermata solo qualche giorno -almeno tre mesi prima, e senza averci badato con troppa attenzione-, in parte perchè...
    era più ordinata di come la ricordasse!

    Doveva esserci passato qualcuno: forse la padrona di casa, per controllare le condizioni della locazione e assicurarsi che la sua affittuaria fosse ancora viva (risate registrate!); già, doveva essere stata lei ad aver dato una sistemata... anche piuttosto approfondita, visto che tutto sembrava esser stato frugato e ricollocato in ordine meticoloso. Sì, insomma: chi altro poteva avere interesse e cura di rimettere tutto a posto dopo aver perquisito l'alloggio? Non mancava neppure niente...

    jpgTroppe domande su misteri noiosi! Ce l'aveva fatta a tornare, e quello era l'importante! ...a dirla tutta, non sapeva nemmeno perché se ne fosse andata dal paese, però... al diavolo! Era un Hunter: l'avrebbe scoperto! ...o avrebbe perso interesse per la cosa, avrebbe accantonato la questione senza approfondirla, e sarebbe tornata a fare l'ultima cosa che ricordava di essere andata a fare a Montecchio, prima di svegliarsi in una caverna, sul cucuzzolo di una montagna, sperduta in mezzo al nulla nello stato accanto. Che poi, come cavolo aveva fatto ad arrivarci nel giro di una notte?

    ...Boh. Magari le Selvatiche lo sapevano...! Effettivamente, l'ultima cosa che ricordava era l'Arena degli Elementi, la sua avversaria e le altre Streghe della Luna che cercavano di farle la pelle giocando sporco, e la bambina-ibrido che le era corsa incontro; poi si era scatenato un putiferio, e... Meglio tornare subito sul posto: doveva vedere se Jessy stava bene.

    Così recuperò il telefono portatile dalla borsa, controllò distrattamente le notifiche e gli avvisi di chiamata -un numero a tre cifre, quasi tutte dalla stessa persona-, e girò sui tacchi per uscire di nuovo; la manina abbrancò la maniglia al volo, e richiuse il battente alle sue spalle.

    png

    Districarsi tra gli alberi del bosco di Montecchio a passo svelto e disinvolto era qualcosa che le era capitato di fare poche volte nel corso della sua permanenza -prima del suo ultimo vuoto di memoria-, eppure, mentre trotterellava in mezzo a paesaggi silvani che sarebbero apparsi tutti uguali ai più, la fanciulla bionda non poteva far a meno di avvertire quel senso di familiarità distratta e meccanica che solitamente ti trasmette l'abitudine.

    Era partita dal villaggio al tramonto, dirigendosi in primo luogo all'albero dove (chissà quante notti prima) aveva incontrato e conosciuto il piccolo Ibrido per metà umana e per metà Selvatica, ma -una volta lì- l'Hunter non ne aveva trovato traccia; allora, si era diretta alla casa della Sacerdotessa che Jester le aveva presentato -da lontano- come sua zia, ma neppure lì aveva trovato la sua piccola amica.

    A dirla tutta, non aveva notato neppure una Strega della Luna in vista, ma... piuttosto che insospettirsi ed indagare, la bionda aveva fatto spallucce e aveva proseguito il suo itinerario verso l'ultima tappa di quel viaggio:
    l'Arena degli Elementi, l'ultimo posto dove ricordava di essere stata prima del salto temporale.

    Emerse dal limitare degli alberi con la grazia di un felino, ed avanzò verso il muretto che delimitava lo specchio d'acqua -ampio come un campo da calcio- dove aveva combattuto contro il popolo silvano, ma ancora una volta non sembrava esserci nessuno nei paraggi... così si fermò vicino alla statua di pegaso e prese posto in groppa all'animale di pietra; puntellò i gomiti sulle ginocchia, si prese il visetto tra le mani, e cominciò a spremersi le meningi:
    dove altro poteva cercare...?

     
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    Ok... Jester doveva ammetterlo, si era affezionata!
    Non sapeva quanti giorni fossero passati dalla notte in cui Lei se ne era andata. Non era sua abitudine contare i mesi su un calendario. Il tempo poteva anche scorrerle velocemente fra le dita come acqua, intanto la sua era una fonte inesauribile. O perlomeno sapeva che questa non sarebbe mai stata prosciugata finché lei non avesse voluto il contrario. Tuttavia più la clessidra del tempo andava avanti, più la giovane ibrido voleva assaporava il gusto amaro della solitudine. Dov'era finita la sua Hunter?

    Ogni tanto la fanciulla si recava a Bagnaia e lì sgattaiolava nell'appartamento della sua amica-nemica. La prima volta, trovando ancora la roba della Signorina, l'aspettò per tutta la notte. La seconda, giudicando dal fatto che niente era stato toccato, iniziò ad indagare. Frugò negli scaffali, nell'armadio e anche negli indumenti e alla fine rimise tutto al proprio posto. La terza e quarta fece lo stesso. Le volte successive idem, ma non trovò mai nulla.

    L'oscurità era calata sul giorno lasciando spazio ad una notte illuminata da stelle. Il cielo di un blu cupo avrebbe forse promesso pioggia, lei non lo sapeva. Quella sera la mezza Selvatica era l'unica ad avere il turno da guardia. Le altre erano impegnate in una cerimonia a cui una impura come lei non poteva partecipare. Ancora un paio di saltelli e Jester si trovò difronte all'arena degli elementi. La tunica bianco-grigia fu sollevata da una lieve brezza mentre si fermava di botto.
    Lì, sul maestoso Pegaso c'era una giovane dalla chioma dorata. I raggi della luna sembravano baciarle il volto diafano.

    -Ko...Kora-Chan ci sei...?
    Non credo agli occhi miei!-


    Detto ciò la fanciulla iniziò a correre fino al parapetto della fontana per poi balzarci sopra con grazia. Inclinò la testa di lato e scrutò l'elegante figura come se non potesse credere ai propri occhi. Poi i pensieri della giovane si focalizzarono sull'immagine del loro ultimo incontro, più precisamente, sui tratti diversi della donna. Ma tutti quei ricordi furono offuscati dall'euforia del momento mise il primo piede nell'acqua, poi l'altro e iniziò nuovamente a correre...

    Edited by Jester - 26/8/2014, 23:00
     
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    Dondolandosi avanti e indietro sul dorso del pegaso di pietra, dove sedeva all'amazzone e con le braccia incrociate sul petto morbido, la bionda era tutta concentrata sul fare il punto della situazione: l'ultima cosa che ricordava era di essere andata in quella zona per studiare il popolo delle Streghe della Luna, aveva preso contatto con una mezzosangue che le aveva fatto da guida, e poi si era presentata alle alte cariche della tribù, che le avevano organizzato una imboscata per farle la festa di benvenuto la notte dopo.

    Poi, c'era il vuoto per una decina di giorni, di cui non ricordava assolutamente nulla (come quando bevi uno o due locali di liquori e ti prendi una sbronza pazzesca), dopo i quali si era risvegliata chissà dove in mezzo al nulla, ci aveva messo un sacco per tornare alla civiltà, e dei mesi per ritrovare la strada verso la sua meta, quindi... beh, era di nuovo sparita per
    un po': non che la cosa la turbasse eccessivamente, dato che non era la prima volta che le capitava, ma quelli attorno a lei non la prendevano con la stessa filosofia. I suoi cari soprattutto.

    Certo, sarebbe stato un po' pretenzioso annoverare Jester in quella categoria, visto che la conosceva da pochi giorni appena, però... il legame empatico che si era creato tra loro era piuttosto forte, e la Hunter aveva preso molto a cuore -un cuore immoto e senza vita- quella bimbetta magrolina e con i capelli scarmigliati, così sola e adorabile da averle suscitato il desiderio di prendersene cura; se pensava alla delusione che doveva averle dato abbandonandola di punto in bianco, si sentiva orribilmente in colpa...
    Il fatto che il Giullare potesse fornirle qualche risposta circa il suo ultimo vuoto di memoria era di secondaria importanza: dopotutto, che differenza fa svegliarsi in una parte del mondo piuttosto che in un'altra?

    Doveva trovarla, aveva deciso, e per facilitare l'afflusso di idee al cervello, la Malkavian si era anche appesa a testa in giù lungo il fianco della statua equestre, restando aggrappata con le gambe al collo marmoreo delle cavalcatura: il villaggio di Montecchio era il punto da cui era partita, ma -a parte le tracce che qualcuno fosse passato per la sua stanza a rovistare tra le sue cose- la sua bimba non era là; il paese era piuttosto piccolo, e se l'Ibrido fosse stato nei paraggi, i suoi sensi l'avrebbero percepito, così -come prima tappa della sua ricerca- si era diretta verso il bosco per visitare il “loro” albero, ma la piccina non nemmeno lì.

    Kora, si era allora spostata alla casa sull'albero della Zia-Sacerdotessa, ma niente neppure là, e mentre la punta delle chiome dorate dondolava sul pelo dell'acqua della fontana, ella si carezzò pensosamente il mento sottile, continuando a rimuginare: Jester era immortale -questo lo aveva appreso visionando il flusso dei suoi ricordi-, quindi poteva confidare che la sua Gemella (causa principale dei suoi vuoti di memoria) non avesse fatto nulla di irreparabile, ma non era neppure dove aveva pensato di trovarla, perciò...
    avrebbe dovuto ricorrere a metodi di indagine speciali.
    jpg
    Si era appena risolta a ricorrere ai suoi poteri quando piccole onde ed increspature sull'acqua sopra di lei -o sotto, questione di punti di vista- la avvertirono che qualcuno era appena entrato nell'Arena degli Elementi: con un movimento fluido e posato, desiderosa di riconoscere quella presenza con i suoi occhi verdi prima ancora che con le altre sue percezioni, la donna risalì in sella facendo leva sugli addominali, e si lasciò scivolare in piedi sull'altro fianco del cavallo, atterrando nell'acqua senza un tonfo.

    « Jessy! Che bello rivederti! »
    esultò, raggiante e sollevata, andandole incontro
    « Mi sei mancata taaaaanto...! ♥ »

    E una volta raggiuntala, l'avrebbe sollevata tra le braccia
    e strapazzata come un orsacchiotto di peluche.

     
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    Jester rimase immobile a qualche metro dalla statua di Pegaso, indecisa sul da farsi. Se pur entusiasta nel rivedere la Signorina non sapeva come comportarsi. L'aveva vista solo un paio di volte prima d'allora ed era palese che dovesse stare attenta.

    << Jessy! Che bello rivederti!>>
    Chiocciò la bionda avvicinandosi.
    << Mi sei mancata taaaaanto...!>>

    Una risatina sgorgò dalle labbra della ragazzina mentre l'altra la strapazzava. In un primo momento aveva cercato di trattenersi serrando la bocca ma alla fine le guance si erano talmente gonfiate da esplodere. Comunque durò solo pochi secondi. La Strega della Luna iniziò a scuotersi finché non ritornò con i piedi zuppi nella fontana e a quell'umido contatto rabbrividì. Ormai era pieno autunno e la sua tunica era del tutto fuori luogo in quella bella serata. Comunque la giovincella non si scoraggiò e, raddrizzando le spalle, lasciò che un sorriso beffardo si disegnasse sul volto cereo.

    -E' pericoloso ti ho già detto
    Non dovresti essere sotto il nostro tetto-

    Poi l'espressione divenne seria, quasi preoccupata.

    -L'ultima volta ti ho aiutata
    Ma la mia azione non è stata approvata
    Tu sarai anche forte
    Ma così mi chiudi tutte le porte.-

    La Circense sbuffò ricordando le rogne scaturite dal suo intervento.

    -La nuova Sacerdotessa è una peste
    Se ci vede assieme mi farà le feste!-


    Sciorinando l'ultima frase Jester non si accorse di quale verità aveva appena svelato. Demiarte non c'era più.

    -Comunque sei stata fortunata
    Ogni zia è impegnata!-


    La bricconcella fece la linguaccia cambiando immediatamente umore come suo solito. Poi allargando le braccia fece un giro su se stessa, così, senza un motivo preciso. Forse per festeggiare il fatto che fosse momentaneamente al sicuro dalle occhiatacce che le sue 'amate' parenti le riservavano.
     
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    Con una risatina argentina la bimba accettò il trattamento-orsacchiotto che la bionda aveva inteso riservarle, e mentre se la stringeva forte forte contro il petto immoto, la Malkavian le posò anche un bacio leggero sull'arruffata massa di capelli castani... un gesto affettuoso che le venne puramente istintivo, sebbene mai in vita (o non-vita) sua avesse conosciuto la gioia della maternità.

    Dopo un lungo momento di quell'assalto coccoloso, quando cioè si accorse che la piccola aveva iniziato a dimenarsi, la Vampira lasciò Jester libera di tornare in piedi sulle sue gambe; il contatto con l'acqua fredda le strappò un brivido, ma subito dopo raddrizzò la schiena, sfoggiò un ampio sorriso, e infine riprese a sciorinare le sue rime allegre e brillanti.
    La meravigliava ogni volta la sua capacità di improvvisarne di tanto calzanti così, su due piedi.

    -E' pericoloso ti ho già detto | Non dovresti essere sotto il nostro tetto-
    la ammonì, mentre il faccino pallido assumeva un'espressione grave
    -L'ultima volta ti ho aiutata | Ma la mia azione non è stata approvata
    Tu sarai anche forte | Ma così mi chiudi tutte le porte.-

    proseguì, facendole presente le difficoltà che doveva averle causato
    -La nuova Sacerdotessa è una peste | Se ci vede assieme mi farà le feste!
    Comunque sei stata fortunata | Ogni zia è impegnata!-


    jpg
    « Oh... acci... scusa... mi... mi dispiace di averti... aspetta: che?! »
    dapprima annaspò, in colpa per averle creato dei problemi; poi, notò l'anomalia
    « Perché avete una nuova Sacerdotessa? Che fine ha fatto quella vecchia? »

    E poi arrivò: la consapevolezza di essere in qualche modo responsabile o colpevole di... qualcosa -qualcosa di affilato che restava appeso sulla sua testa come una spada di Damocle appena al di fuori della sua vista- la colpì con la veemenza di uno schiaffo in pieno viso, lasciandola inebetita e raggelata.

    « A-aspetta... Facciamo così... »
    boccheggiò in apprensione, arretrando di un paio di passi malfermi
    « Se mi racconti cosa è successo l'ultima volta che sono stata qui,
    ti prometto che non verrò più alla foresta: giuro! »

     
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    « Oh... acci... scusa... mi... mi dispiace di averti... aspetta: che?! »

    Jester nascose un moto di soddisfazione nel vedere la donna era palesemente confusa. Probabilmente l'altra non immaginava gli avvenimenti successivi dopo tutto il polverone che aveva sollevato l'ultima volta. Ciò voleva dire che la giovincella aveva stretto nelle sue mani lo scettro del potere, e lei amava avere il coltello dalla parte del manico.

    « Perché avete una nuova Sacerdotessa? Che fine ha fatto quella vecchia? »
    Chiese la biondina mentre il suo viso passava dal sorpreso al serio.
    « A-aspetta... Facciamo così... Se mi racconti cosa è successo l'ultima volta che sono stata qui, ti prometto che non verrò più alla foresta: giuro! »

    L'ibrido fu felice di sapere che l'altra era disposta a scendere a patti pur di conoscere la verità e decise che avrebbe usato questo punto a suo favore. Celò malamente un sorrisetto furbo e intrecciò le dita dietro alla schiena assumendo l'aria di un abile avvocatessa. Una scena davvero buffa considerando il luogo in cui si trovavano e la sua figura.

    -Io ti ho aiutata all'intervista
    Ora, con questo, amplierei troppo la tua pista!-

    Chiocciò la ragazzina riferendosi al loro primo incontro.

    -Così, mi capirai, non è leale...
    E non vogliam che l'ingiustizia sale!-

    Jester iniziò a camminare avanti indietro con gli occhi fissi sull'acqua.

    -Facciamo un patto
    E prepariamoci ad ogni fatto.-

    Si fermò.

    -Oltre al 'tetto' delle tue regole
    Aggiungi queste tegole.-

    Incatenò lo sguardo a quello pallido della donna.

    -Dimmi, anche, come fai a cambiar faccia
    E ti dico tutta la storiaccia!-


    Con quest'ultima frase la matta si illuminò. Era davvero curiosa di sapere come facesse la sua nemica-amica a cambiare fisionomia. Ricordava perfettamente, anche se all'epoca aveva appena ripreso i sensi, di aver visto delle zanne spuntare dalle labbra dell'altra e i tratti del viso farsi più affilati. In più l'ex sacerdotessa affermava caparbiamente che le iridi della strega fossero dello stesso colore dell'oro mentre lei sapeva perfettamente che erano di un brillante verde smeraldo.

    La fanciulla si avvicinò a Kora come un bambino alla gabbia di un animale feroce allo zoo. Da una parte era curiosa e dall'altra intimorita. Come se si aspettasse che la Hunter diventasse improvvisamente un mostriciattolo. Eppure era strano. Quella ragazza le sembrava una tipa tanto normale...
     
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    -Io ti ho aiutata all'intervista | Ora, con questo, amplierei troppo la tua pista!
    Così, mi capirai, non è leale... E non vogliam che l'ingiustizia sale!-

    cinguettò la piccola, dissimulando un sorriso e passeggiando nervosa nella pozza
    -Facciamo un patto | E prepariamoci ad ogni fatto:
    oltre al 'tetto' delle tue regole | aggiungi queste tegole.-

    trattò, fermando la sua camminata e mettendo sul tavolo la sua controproposta
    -Dimmi, anche, come fai a cambiar faccia | E ti dico tutta la storiaccia!-

    jpgGli occhi scuri del Giullare si appuntarono in quelli smeraldini della Vampira, e mentre il visetto della bimba si illuminava, quello della bionda si deformò di rimando in un'espressione ancora più confusa e... buffa. Sì, perché Kora si sentiva piuttosto disorientata da quella richiesta – principalmente per via del fatto che non aveva minimamente compreso ciò a cui la sua nuova amichetta stava alludendo.

    « Ehm... non so... »
    annaspò, cercando di indovinare cosa stesse intendendo Jester
    « ...il trucco e l'acconciatura...? »

     
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    « Ehm... non so... »
    Balbettò la donna.
    « ...il trucco e l'acconciatura...? »

    Jester sbuffò scuotendo la testa quando Kora dimostrò di non aver capito un granché della sua domanda. Poi portando le mani ai fianchi si avvicinò con fare esasperato, come se non potesse credere che l'altra non avesse capito niente della sua domanda...

    -No,no hai fatto così
    Ecco proprio così, sì!-

    Disse la Strega della Luna mettendo i denti all'infuori e tirandosi gli zigomi.

    -Poi i tuoi occhi son strani
    Dal verde a l'oro non son troppo sani!-


    A quell'ultima frase un dubbio attanagliò la mente della ragazzina. Forse la Hunter soffriva di qualche strana malattia. Istintivamente fece un passo indietro...
     
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    Nel momento in cui la bimba dagli occhi scuri dette in uno sbuffo sonoro, la bionda cominciò a temere di aver detto qualcosa di sbagliato... e per un istante ricordò come ci si sentiva da studenti -un'eternità fa, quando era ancora viva- quando venivi interrogato su un argomento che avevi ascoltato durante le lezioni solo distrattamente, magari distraendoti a chiacchierare o sonnecchiare in classe; quando le iridi di smeraldo videro Jester scuotere la zazzera arruffata di capelli castani, si preparò al peggio. L'avrebbe bocciata?

    -No,no hai fatto così | Ecco proprio così, sì!-
    brontolò la Selvatica, avvicinandosi e mimando canini sporgenti e zigomi alti
    -Poi i tuoi occhi son strani | Dal verde a l'oro non son troppo sani!-

    « Oh-oh... »

    Nell'udire quelle parole, la Vampira trasalì, e mentre l'altra riprendeva ad arretrare, Kora d'un tratto comprese quello a cui la sua piccola interlocutrice aveva cercato di alludere: ricordava di aver -ad un certo punto dello scontro- perso il controllo sulla Bestia a causa della stanchezza incalzante, eppure... oltre a trovare strano che il volto fosse cambiato così tanto, aveva fino all'ultimo sperato davvero che Jessy non avesse serbato ricordo di quel frangente.

    Era stata semplicemente incauta, ingenua e fin troppo ottimista, e -a dirla tutta- era già abbastanza fortunata per il fatto che la bimba l'avesse presa in quella maniera: purtroppo -per quanto avrebbe preferito affermare il contrario-, non era così nuova ad incidenti del genere... e dopo: beh, ben pochi accettavano di parlarle o anche solo di stare in sua presenza. Comprensibilmente, preferivano allontanarla o fuggire il più lontano possibile, piuttosto che chiedere spiegazioni. Sempre se, in primo luogo, sopravvivevano all'incontro con l'Altra.


    jpg
    « Oh... Non... non è molto facile da spiegare... »

    Con un sospiro stanco, la donna dai capelli dorati arretrò di un passo, si strinse le braccia attorno al corpo, e infine volse le spalle alla bambina: parlare senza guardarla le avrebbe dato l'illusione di non star venendo giudicata per quello che avrebbe detto, eppure... mentre le labbra rosse e ben disegnate le si incurvavano in un sorriso enigmatico per un riflesso quasi incondizionato, le venne naturale chiedersi se l'avrebbe presa sul serio -rifuggendola atterrita o magari disgustata-, o se l'avrebbe semplicemente considerata null'altro che una sciocca favoletta piena di assurdità, mettendosi a ridere.

    « Io... lo avevo detto -quella notte- alle tue zie... che dentro di me alberga un demone.
    A volte è addormentato, ma è sempre con me: siamo vicine come sorelle... Siamo una cosa sola. »

    con un mezzo sospiro, la Hunter abbassò lo sguardo
    « Quello che hai visto -Occhi d'Oro- era il suo volto, da sveglio. »
    concluse, facendo poi una piroetta per tornare a rivolgerle un dolce -falso- sorriso
    « Adesso è il tuo turno! Devi dirmi come è finito lo scontro, e cosa ne è stato di Demiarte..! »

     
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    Il presentimento di aver osato chieder troppo si fece insistente nella mente della giovane Strega. La signorina bionda aveva esclamato un 'Oh-Oh' preoccupato e si era voltata di spalle quasi sembrasse così in imbarazzo da non poterla guardare negli occhi.

    « Io... lo avevo detto -quella notte- alle tue zie... che dentro di me alberga un demone.
    A volte è addormentato, ma è sempre con me: siamo vicine come sorelle... Siamo una cosa sola. »


    La mezza Selvatica rimase immobile. Aveva sentito parlare di un 'Demone' ma pensava che si trattasse solo della solita esagerazione delle sue zie. Magari una scusa ben costruita per giustificare il fatto di essersi fatte sfuggire quella donna.
    Il Giullare si avvicinò di qualche passo a quella creatura. Lo scintillio dei suoi capelli alla luce delle candele galleggianti erano un invito ad avanzare.

    « Quello che hai visto -Occhi d'Oro- era il suo volto, da sveglio. »

    Mentre la donna pronunciava quelle parole l'ibrido comprese che i ruoli si erano invertiti, ora era la Hunter ad esser un pesce fuor d'acqua. Incompresa, nascosta, non accettata dagli altri ma, soprattutto, non accettata da se stessa. Nonostante ciò quella condizione durò poco. Kora si girò sorridente come sempre e continuò a parlare...

    « Adesso è il tuo turno! Devi dirmi come è finito lo scontro, e cosa ne è stato di Demiarte..! »

    La Strega della Luna sobbalzò. Era così presa dai suoi ragionamenti filosofici che si era del tutto scordata della sua parte del patto...

    -Non ne ho idea
    Ma hai creato una marea.
    Un alto mare di problemi
    di cui tua sorella piantò i semi.-

    Strinse gli occhi e iniziò a numerare con le dita.

    -Le hai battute,
    Lo so perché son mute,
    Poi hai baciato la zia
    E mi hai portata via-

    Fece una pausa

    -Dopo che mi son svegliata
    te ne sei... se n'è andata.
    Ma occhi d'or un regalo m'ha fatto
    Un giacchetto di pelle al tatto. -

    Con quest'ultima frase la fanciulla sprizzò felicità da tutti i pori crogiolandosi alla folle idea d'esser simpatica alla Bestia.

    -Per Demiarte non saprei
    Forse ora e con i suoi dei.
    Un giorno mi son alzata
    E lei era scappata...
    Ora le mie zie sono ad un rituale
    Così barboso che la noia sale!-

    Una risata argentina nacque genuina dalle labbra cremisi.

    -Comunque apprezzo il tuo mostro
    Ormai abbiamo un linguaggio nostro!
    Forse se a te piacesse la bestia
    Saresti a lei meno restia...
    Capiresti la sua bellezza
    E la sua cattiveria ti scivolerebbe come brezza.-

    Mentre Jester diceva quelle parole si avvicinava alla fanciulla dagli occhi smeraldo.

    -Maledizione son così belli
    Parlo dei tuoi capelli!-


    Le parole erano dei sussurri portati dalla notte e, se Kora glielo avesse permesso, le dita diafane della giovane sarebbero affondate nella chioma color del grano.
     
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    Sentì la bimba avvicinarsi lentamente alle sue spalle, e fu anche per quello che -trasformista e menzognera- la Malkavian si affrettò a nascondere il suo stato d'animo; quando si volse per accogliere la giovane Selvatica, la bionda era nuovamente allegra, disinvolta e tutta un sorriso... un cambiamento tanto repentino da far dubitare fosse mai avvenuto, e che fece sobbalzare la bimba di sorpresa.

    -Non ne ho idea | Ma hai creato una marea.
    Un alto mare di problemi | di cui tua sorella piantò i semi.-


    E così Blazon aveva fatto guai... sai che novità!

    -Le hai battute | Lo so perché son mute-

    Certo, Kora sospettava che fosse accaduto qualcosa del genere (sì, per la storia del vuoto di memoria e del risveglio a millemila millanta chilometri di distanza), però... ecco... sapendo le Streghe della Luna immortali grazie al ponte empatico creato con Jester, lei aveva sperato che i danni creati in quell'eventualità sarebbero stati ammortizzati.

    jpg-Poi hai baciato la zia-

    Non si aspettava certo che la Bestia trovasse un modo per far rappresaglie pure su una di quelle watusse! ...figurarsi la più forte, poi! E dire che lei era andata a Montecchio perché sperava di scoprire qualcosa su sé stessa e capire se c'era un modo per non fare guai, e invece...! Aspetta. Che?!

    -E mi hai portata via-

    “Hai baciato la zia”...in che senso? Cioè: dal basso del suo metro e settanta, come diavolo ci era fisicamente riuscita?! Nel domandarselo, le guance chiare come la luna si tinsero appena di una nuance più rosea e salubre, e infine -giusto per rendere quel momento ancora più imbarazzante- il Giullare scelse proprio quel momento per fare una pausa. Intimamente congelata per spiccicare una sillaba, la Vampira si limitò ad abbassare lo sguardo e perdurare il suo silenzio nella vergogna.

    -Dopo che mi son svegliata | te ne sei... se n'è andata.
    Ma occhi d'or un regalo m'ha fatto | Un giacchetto di pelle al tatto. -

    cinguettò poi la piccina, con un entusiasmo che strideva con l'afflizione dell'altra
    -Per Demiarte non saprei | Forse ora e con i suoi dei. | Un giorno mi son alzata
    E lei era scappata... | Ora le mie zie sono ad un rituale | Così barboso che la noia sale!-


    ...ma che diavolo aveva fatto Blazon, quella notte? Il non sapere cosa era stato in passato non la disturbava, di solito, ma più dettagli raccoglieva sulla serata di bisboccia, più la dinamica degli eventi la incuriosiva: se la sua gemella si era manifestata, poteva dire che ci fosse effettivamente qualche motivazione a richiedere la sua presenze, e tuttavia... i suoi scrupoli umani l'inducevano a chiedersi se fosse giusto tirare avanti per quella strada, quando alcuni erano già stati coinvolti per colpa sua.

    -Comunque apprezzo il tuo mostro | Ormai abbiamo un linguaggio nostro!-
    gorgheggiando una risatina brillante, Jessy la richiamò alla realtà
    -Forse se a te piacesse la bestia |Saresti a lei meno restia...
    Capiresti la sua bellezza | E la sua cattiveria ti scivolerebbe come brezza.-


    Era strano il modo in cui l'ingenua euforia del piccolo Ibrido sembrava darle l'impressione di volerla candidamente consolare di essere un mostro... e non solo perché era un'aberrazione che beffava la morte e rubava la vita -qualcosa che non sarebbe dovuto esistere in natura-, ma perché nonostante tutta la crudeltà, la ferocia e la pazzia che quel alter-ego covava, si trattava di un prodotto delle sue azioni.

    Kora non sapeva dire da dove quei sentimenti fossero scaturiti, né cosa avesse mai potuto fare all'altra sé stessa per renderla così efferata, ma le restava latente l'inconscia consapevolezza di essere lei la causa del marasma di collera e dolore che divorava la Bestia. Per questo aveva vigliaccamente paura anche solo di sfiorare quella matassa ingarbugliata -sporca e confusa come il fango-, anche perché... ci aveva provato a scioglierli, qualche volta, tempo fa,
    ma non era finita bene...

    « Non è cattiva, credo... solo arrabbiata. »
    schiuse le labbra rosse in un sorriso – e fu un sorriso amaro

    -Maledizione son così belli | Parlo dei tuoi capelli!-

    Lentamente, il piccolo Giullare le si era fatto più vicino, e nel sentire quelle dita sottili affondare nella sua folta chioma dorata, alla Malkavian venne da ridacchiare: quel contatto le faceva il solletico... e le dava un brivido di nostalgia.

    « Anche i tuoi sono molto belli...! »
    cinguettò di rimando la Hunter, chinandosi un poco in avanti, verso di lei
    « ...dovresti tenerli con più cura, però. »

     
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    Le lunghe dita affusolate di Jester si attorcigliarono nelle chiare ciocche di Kora. A l'ibrido parve che la chioma bionda della donna risplendesse ai raggi della Luna come un sole. Forse era vero, forse quella Hunter era un sole notturno. Naturalmente il pensiero rimase ben poco nella mente della più piccola e essa non lo espresse mai...

    « Anche i tuoi sono molto belli...! »
    Disse la Signorina chinandosi un po' verso di lei.
    « ...dovresti tenerli con più cura, però. »

    La mezza Selvatica arrossì leggermente per il complimento e guardò la sua immagine riflessa nell'acqua leggermente increspata della fontana. Si passò le mani candide fra gli scuri capelli ingarbugliati. Aveva un aspetto un po selvaggio con quella chioma ribelle che la differenziava ancor di più alle pure Streghe della Luna. Guardò di sottecchi la bella figura della sua amica-nemica e un broncio le si disegnò sulle labbra scarlatte. Anche lei avrebbe tanto volute avere i suoi tratti somatici. Con un colore più chiaro di occhi e capelli sarebbe stata sicuramente meglio accettata nella rigida società Selvatica.
    Sospirò. Per un attimo aveva creduto alle parole dell'altra ma ora non ne era più tanto sicura. Alcune volte il ritrovarsi circondata da canoni estetici così differenti dai propri le creava un disagio che con le rime sarebbe stato difficile spiegare.
     
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    Mentre i suoi occhioni color nocciola affondavano nella superficie del basso specchio d'acqua, le soffici guance si colorarono di un tenero rossore, e -nel contemplarla, la Malkavian non poté fare a meno di trovare adorabile quella bambina; le manine di lei si ravviarono le ciocche incolte con un leggero imbarazzo, e quando tornò a sollevare lo sguardo -e a fissare di sottecchi la sua interlocutrice- la boccuccia rossa di Jester era arricciata in una smorfia imbronciata: per la prima volta senza una risposta pronta, la piccina sospirò.

    ...e la bionda non seppe resistere, e -essendo già chinata in avanti-
    si sporse un altro po' e le schioccò
    un bacetto sulla punta del naso.

    jpg
    « Benvenuta al salone di bellezza di Madame Corinne, la prego si accomodi! »
    recitò magistralmente, prendendola sotto le braccia e mettendola seduta sul pegaso
    « Si rilassi e lasci fare a noi: siamo i migliori nel settore...! ♥ »

    Con una mezza piroetta che la portò alle spalle della bimba, la Vampira piegò un ginocchio al petto e sbatté un piede sul fondo della fontana, alzando uno schizzò d'acqua in verticale e dandosi al contempo lo slancio per saltar seduta a sua volta sulla scultura, con un mezzo avvitamento che le evitò di bagnarsi; lo spruzzo che aveva sollevato, imbrigliato dal potere nelle sue dita, aveva assunto la forma di un pettine di cristallo, dai denti aguzzi e resistenti.

    « Per prima cosa: una bella strigliata! ♥ »
    cinguettò allegra, con la bimba praticamente in braccio
    « ...ci vorrà un po' quindi mettiti pure comoda. »

    Nonostante quella che aveva creato sarebbe potuta essere una perfetta arma impropria, i movimenti sicuri e premurosi della donna affondavano il pettine in quella massa di capelli castani con una tale delicatezza da riuscire a sbrogliare anche i nodi più difficili senza né uno strattone né un graffio; certo, con quella massa e quella lunghezza, districarle la chioma sarebbe stata un'attività piuttosto lunga, ma... che altri impegni avevano?

    Avrebbe anche potuto passarci l'intera giornata, e non le sarebbe dispiaciuto di certo; quel lavoro meccanico e ritmato le trasmetteva la dolce nostalgia di giorni perduti: in un certo senso, era come tornare bambina e giocare con le bambole... o far finta di poter essere una madre.

    Assorta in quel pensiero, un sorriso malinconico le incurvò le labbra rosse; era così concentrata sul compito che stava eseguendo che si dimenticò di blaterare come al solito. Era così concentrata su quella piccola gioia che si dimenticò di fingere.



    Edited by Madhatter - 26/11/2014, 02:55
     
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    « Benvenuta al salone di bellezza di Madame Corinne, la prego si accomodi! »
    Due braccia esili ma forti posero Jester sul dorso del Pegaso.
    « Si rilassi e lasci fare a noi: siamo i migliori nel settore...! ♥»
    Chiocciò la bionda mentre saliva dietro di lei.
    « Per prima cosa: una bella strigliata! ♥ »
    La Strega della Luna arrossì non sapendo cosa aspettarsi.
    « ...ci vorrà un po' quindi mettiti pure comoda. »

    Pian piano i nodi della più giovane furono sciolti dall'altra. La mezza Selvatica non disse nulla per tutto il tempo. Non aveva capito da dove Kora avesse tirato fuori quel pettine ma quel contatto fresco sul capo era rilassante. Arrossì chiudendo gli occhi scuri. Un po' imbarazzata ammise che forse quella Signorina le era simpatica e ridacchiando sotto i baffi pensò che prima di allora non aveva preso in considerazione che il suo nome intero di lei fosse Corinne.

    Qualcosa affiorò prepotente nella mente della ragazzina. Qualcosa di dolce come una rosa. Qualcosa dal buon profumo ma delle spine affilate. Un ricordo. Quando era la sua mamma ad occuparsi di lei con pazienza e diligenza. Ricordava che la donna passava ore ad acconciarle la chioma castana creando sempre bellissime acconciature che, prontamente, la piccina riusciva a disfare. Un sorriso nostalgico incurvò le labbra scarlatte dell'ibrido mentre un altro flash le percorreva la mente. Una volta la Streghetta era rimasta un mucchio di tempo davanti allo specchio a spazzolarsi le ciocche ingarbugliate, aveva circa quattro anni, e quando la madre l'aveva vista aveva esclamato sorpresa -Oooooh... Sei stata bravissima! Oggi li lasciamo sciolti!- Poi le due si erano dirette in paese e la Selvatica non perdeva occasione per mostrare tutta orgogliosa il lavoro della figlia.

    Una lacrima scese silenziosa sulla guancia rosea ma la giovane si preoccupo immediatamente di asciugarla con una mano per far in modo che la Hunter non se ne accorgesse. Non poteva credere di esser stata abbandonata...
     
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    Rimasero in silenzio a lungo, ciascuna concentrata sui propri pensieri (sogni, aspirazioni, ricordi), e -d'un tratto- la bionda giunse alla fine della sua missione: un po' alla volta, ciocca dopo ciocca e spanna dopo spanna, Kora era riuscita nell'impresa di districare le fluentissime chiome della Strega della Luna, riducendole ad una morbida cascata castana in cui le dita scivolavano come tra la sabbia o le acque corrive di un fiume.

    ...e mentre un sorriso paziente le ridisegnava la curva delle labbra rosse, una domanda le sorse spontanea:
    quanto sarebbe durata? Jester non era certo tipo da restarsene buona e tranquilla per non spettinarsi, ma -d'altro canto- chi sopporterebbe di fare la bella statuina quando potrebbe fare una corsa nella foresta, arrampicarsi sugli alberi, o giocare con gli animali che lo abitavano? Non lei, e -di certo- la Selvatica neppure.

    Però sarebbe stato un vero peccato: Jessy aveva dei capelli così belli...!
    Durante la tolettatura si era accorta che in alcuni punti i capelli erano sfibrati, spezzati o rovinati... ed era facile immaginare quella bimba iperattiva mentre restava impigliata in qualche ramo, inciampava nelle ciocche troppo lunghe, o finiva per tirarseli o strapparseli in qualche altra situazione, quindi... non poteva lasciarglieli così. Magari poteva acconciarglieli, sì... ma come?
    Qualcosa di carino, certamente, ma anche di comodo – così avrebbe potuto continuare a saltellare spensierata.
    Subito le venne un'idea, e il suo volto niveo si illuminò.

    « Ora non muoverti...! »
    la avvertì la Vampira, dividendo la massa castana in tre nastri e iniziando a rimescolarli
    « ...o rischia di venire un pasticcio. »

    Con movimenti agili e la spensieratezza di chi fa quel gioco da sempre, la donna dagli occhi verdi arrivò agli ultimi incroci; poi, radunò i tre codini rimasti, e li legò insieme con un nastrino nero cavatosi di tasca... e, già che c'era, impreziosì il fiocchetto con una sequenza di piccole perline rosse. Le piacevano le perline rosse!

    jpg
    « Ecco fatto! »
    cinguettò dolce, ritraendo le mani dalla sua piccola opera d'arte appena conclusa
    « ...mica male, come regalo d'addio, no? »

    ...ok, buttata lì così suonava davvero male.
    Ma del resto, che non sarebbe più tornata nel bosco lo aveva solennemente promesso,
    e le promesse -anche quelle spiacevoli o difficili- sono sacre, e vanno mantenute.

    Che esempio avrebbe dato se si fosse tirata indietro...?



    Edited by - Destino - - 2/10/2014, 02:42
     
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