Fish out of water

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Il Piccolo Lupo

causa della mia trasformazione, non avevo mai avuto uno stile di vita regolare. Tendevo a vivere di giorno e dormire la notte, ma a volte sentivo il bisogno di dare sfogo al mio lato animale. Quella era una di quelle volte. A dire il vero non mi ero mossa di notte ma la mattina molto presto: ero uscita verso le cinque, quando il sole ancora non era sorto. Avevo intenzione di rientrare prima delle sei in modo che nessuno mi vedesse mutare ma, mezz'ora prima del mio coprifuoco, mentre ero seduta su di un tetto a guardare le stelle, uno strano odore arrivò al mio naso ipersensibili.
Se fossi stata del tutto umana non me ne sarei nemmeno accorta, ma in quel momento, i miei sensi di mezza lupa l'avevano avvertito. Si trattava di un odore che non avevo mai sentito ma che, al contempo, mi ricordava vagamente quello che avevo io in quel momento. Non quello di un umano, bensì quello di un lupo. Scesi dal tetto annusando l'aria, seguendo il mio naso e, finalmente, raggiunsi il vicolo che stavo cercando. Mi avvicinai lentamente restando nell'ombra e, improvvisamente, vidi che vi erano appunto alcuni lupi. Non ne avevo mai visti prima: su Akweth non esistevano. Era stato mio padre a parlarmene, dal momento che di notte assumevo alcune caratteristiche di quell'animale. Se non ci fosse stato lui non avrei mai saputo di essere la fusione tra due esseri. Ora, finalmente, avevo l'occasione di conoscere i miei simili - o quasi - animali. A dire il vero erano molto diversi da come mi erano stato descritti: molto più piccoli e meno imponenti. Probabilmente appartenevano ad una specie un poco diversa da quella di cui mi aveva parlato mio padre, per quello al momento li bollai come Piccoli Lupi, ripromettendomi di scoprire in seguito cosa fossero.
Non ve n'erano molti presenti, ma uno in particolare attrasse la mia attenzione. A dire il vero non aveva nulla di particolare, se ne stava in disparte a bere da una pozzetta d'acqua, ma qualcosa in lui mi incuriosiva. Mi avvicinai lentamente per non spaventarlo e mi fermai ad un paio di metri da lui, restando in piedi immobile mentre muovevo la coda in modo amichevole. Avevo una voglia irrefrenabile di andare ad accarezzarlo, ma volevo evitare che fuggisse e speravo che si sarebbe avvicinato lui, magari rassicurato od incuriosito dal mio odore.

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What Are You?

olo nel momento in cui riuscii a scorgerlo più nitidamente compresi il motivo per cui ero stata attratta proprio da lui. I lupi circostanti assomigliavano molto al molosso di Lance, anche se erano più piccoli. Questo invece era diverso dagli altri, non sembrava appartenere alla loro stessa specie. Avendo vissuto per diciotto anni in mezzo agli animali, riuscivo a distinguerli l'uno dall'altro con la facilità con la quale distinguevo le persone. Non c'erano due conittoli uguali, né due pegacorni identici, così come non vi erano uomini perfettamente uguali, nemmeno i gemelli omozigoti. Quindi non mi era difficile capire che il lupo più piccolo non somigliava affatto ai suoi compagni.
Stavo ancora decidendo il da farsi quando mi parlò. Ne rimasi sconvolta: solitamente gli animali si esprimevano con un linguaggio essenziale mentre quello che avevo davanti mi aveva posto una domanda logica e grammaticalmente strutturata. Sembrava possedere intelligenza umana.

Scusa se ti disturbo, non avevo mai visto un animale come te, mi hai incuriosita.

A dire il vero non sapevo se avrebbe compreso la mia frase: dal momento che ero nella mia forma notturna non ero più in grado di parlare il linguaggio umano ma mi ero espressa con il mio verso. I miei fratelli mi avevano sempre capita dal momento che erano come me, ma non tutti gli Akwethiani erano in grado di comprenderlo. Quindi non ero certa se il piccolo lupo ci sarebbe riuscito o meno.

Che cosa sei?

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Cane e Metamorfa

animale mi rispose, segno inequivocabile del fatto che riuscisse a capirmi. La cosa mi emozionò ancora di più, soprattutto quando disse di essere un cane. Quella parola mi aprì la mente ricordandomi immediatamente ciò che credevo di aver dimenticato.

Un cane! Mio padre mi ha parlato di te, ne aveva uno... per amico.

Aggiunsi l'ultima frase temendo che potesse offendersi nello scoprire che quelli della sua specie sulla Terra erano tenuti come animali domestici. Dal momento che non sapevo da dove provenisse, non avevo la certezza che ne fosse al corrente.

Io sono una metamorfa del pianeta Akweth. Mi è stato detto che sono mezza umana e mezza lupa ma tra i nativi non esistono queste definizioni quindi non so dirtelo con certezza.

A quel punto feci un passo avanti, ma non mi avvicinai troppo per paura di spaventarlo.

Io sono Eva, tu ce l'hai un nome? Ah, sta per sorgere il sole, tra poco cambierò forma ma non voglio farti del male, non preoccuparti.

Avevo aggiunto quell'ultima frase nel notare come il sole stesse per spuntare all'orizzonte. Chissà se si sarebbe spaventato nel vedermi mutare o avesse già assistito ad esperienze simili.
In ogni caso era inevitabile: entro pochi minuti sarei diventata completamente umana.

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L'Alba

ui colta in contropiede dalla domanda del cane che si sarebbe presentato come Gaspode. Non avevo mai riflettuto sul fatto che qualcuno potesse credere che mio padre si fosse accoppiato con una lupa. All'idea assunsi un'espressione vagamente inorridita.

No! Mia madre è come me: mezza umana. Io vengo da un pianeta di chimere ed i cuccioli generati dalle varie coppie di solito sono casuali. Solo che, dato che uno dei miei genitori è completamente umano, io e i miei fratelli siamo nati uguali a nostra madre.

Tralasciai il fatto che io fossi l'unica della famiglia in grado di cambiare forma ed impossibilitata a parlare la lingua comune durante la notte. Ma attorno a me c'erano molte stranezze: ero stata la prima akwethiana non appartenente all'era del mito a riuscire ad evocare draghi. Inoltre, mentre i miei simili dominavano elementi ricorrenti come acqua, aria, fulmine, terra o fuoco, io ero l'unica mai stata in grado di controllare i metalli. Avrei potuto riempire una giornata parlando di questo e molto altro ancora, ma non volevo annoiare Gaspode.

Terra? Mio padre è terrestre!

La scoperta mi emozionò a tal punto che mossi violentemente la coda. In quel momento però il sole spuntò ed io tornai ad essere completamente umana.

Oh, no, proprio adesso! Così non potremo più parlare... Uffa, stavi per dire un'altra cosa prima di Terra: Stati...? Mi sa che dovrò aspettare che torni notte per scoprirlo, sempre che sarai ancora qui.

Il sole era giunto a rovinare tutto proprio sul più bello. Ero profondamente delusa e mi chiesi se fosse ancora in grado di capirmi nonostante ora fossi costretta a parlare un linguaggio umano.

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Just a Dog... or Not?

lla domanda di Gaspode, su come un mezzo cane ed un mezzo procione potessero dare vita ad un mezzo ratto, non seppi rispondere. Primo perchè non avevo idea di cosa fosse un procione - un ratto sì dato che avevo studiato alcuni animali terrestri; secondo perchè le dinamiche inerenti il DNA e gli organismi del mio Pianeta erano troppo diversi da quelli terrestri e, anche se avessi avuto le conoscenze atte a farglielo capire, mi ci sarebbe voluto un sacco di tempo.
Inoltre la nuova scoperta mi fece dimenticare il discorso: il cane parlava la lingua degli umani! Quell'esserino così piccolo ed apparentemente di poco conto mi stupiva sempre di più.

Fantastico! Io non posso, questione di corde vocali: hai mai sentito un umano che tenta di abbaiare? Inquietante...

Feci un gesto che stava a significare lascia perdere. La mutazione era molto più complessa di quanto potesse sembrare. Non interessava solo l'aspetto fisico ma anche alcuni organi interni come le già citate corde vocali e lo stomaco.
A quel punto però avevo appena scoperto come Gaspode e William Armstrong erano connazionali.

Stati Uniti d'America! Ecco, esattamente lo stesso posto da cui viene mio padre. Però mi ha detto che è un Paese enorme, quindi non credo vi conosciate. In ogni caso lui non è arrivato su Akweth, ci è stato portato. Sulla Terra hanno sviluppato navette spaziali in grado di compiere brevi viaggi, lui era su una di quelle ma il motore si è rotto. L'astronave è finita dispersa nello spazio, l'equipaggio è morto di stenti e lui è stato salvato da mia madre poco prima di finire l'ossigeno. Le navette del mio pianeta sono decisamente più avanzate di quelle terrestri. Una cosa curiosa: abbiamo una tecnologia spaziale avanzatissima ma ci limitiamo a quella, per il resto viviamo ad uno stato quasi naturale. Non abbiamo macchine, aerei o altre cose. Nulla.

Glielo dissi perchè era stata la cosa che più di tutti aveva colpito mio padre all'arrivo. Sia a causa della sofisticatissima astronave di mia madre, sia per il respiratore che gli avevano dato per farlo sopravvivere su Akweth. Tutte cose inerenti allo spazio ma per il resto non avevamo né luce elettrica né acqua corrente in casa.

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Epoche Lontane

l fatto che Gaspode non conoscesse le astronavi mi sorprese un po': forse essendo vissuto come un cane, non era in possesso di conoscenze avanzate come quelle.

Sì, le astronavi sono dei mezzi che servono per viaggiare nello spazio. Sulla Terra compiono percorsi molto brevi però.

Tuttavia la sua domanda mi colpì: non avevo nemmeno mai preso in considerazione il fatto che il cagnolino potesse provenire da un'epoca storia antecedente rispetto a quella di mio padre. Ci pensai un attimo: io avevo diciotto anni e mio padre aveva detto che, quando ero nata, sulla Terra era il 1996. Teneva spesso il conto degli anni terrestri per l'attaccamento ad un Pianeta su cui non poteva tornare. Se fosse rispuntato dopo quasi vent'anni le autorità avrebbero sospettato di presenze aliene nell'universo e per il momento gli umani non erano pronti ad accettarle.

E' vissuto sulla Terra verso la fine del 1900, dagli anni sessanta agli anni novanta. Tu invece?

A quel punto però notai la posizione del sole: era tardi ed iniziavo ad avere fame. Osservai Gaspode capendo che era quasi ora di congedarsi.

Io tra poco devo andare: hai bisogno di qualcosa o te la cavi?

Sembrava avvezzo alla vita di randagio ma era sempre meglio chiedere: se l'avessi trovato morto di fame in qualche vicolo non me lo sarei perdonato.

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Biscuits

ell'apprendere il periodo in cui era vissuto, mi fu chiaro il motivo per cui Gaspode non aveva la minima idea di cosa fossero le navicelle spaziali. Will Armstrong era stato uno dei primi a compiere viaggi intergalattici, quindi all'epoca del cagnolino quel tipo di tecnologia non era mai stata nemmeno pensata.

Allora provieni da un'epoca un po' troppo lontana. A dire il vero nemmeno tanto, ma per quel che so sulla Terra già cinque o dieci anni possono influire in maniera incredibile sulla tecnologia. Mi piacerebbe visitarla prima o poi...

A dire il vero le mie ricerche sul Mostro mi stavano portando in quella direzione, ma prima di raggiungerla ero stata sbalzata su Endlos.
Quando Gaspode mi chiese un biscotto, iniziai a frugare nello zaino. Ne estrassi due scatole e presi tre biscotti da ciascuna. Li posai a terra, mettendone la metà a destra e l'altra metà a sinistra.

Quelli di destra sono biscotti per animali, salati. Mi hanno detto che sanno di pollo a dall'odore sembrerebbe così. Quelli di sinistra invece sono per umani, dolci, sono buoni. Io però non ho idea di quali potrebbero essere sostanza velenose per la tua specie. Ho provato quelli per umani e non mi è successo niente, gli altri li ho dati al mio... animaletto e gli sono piaciuti.

Evitai di specificare che l'animaletto di cui parlavo era una chimera perchè probabilmente il cane non sapeva nemmeno cosa fosse. A riprova di ciò che avevo detto, presi un quarto biscotto dalla scatola di quelli dolci e lo mangiai io in modo da fargli capire che non erano avvelenati.

Annusali bene prima di mangiarli.

Mossi un braccio quasi per accarezzarlo, ma gli lasciai la libertà di evitare il gesto nel caso in cui non lo avesse gradito dal momento che non sembrava un animale favorevole ad essere addomesticato.

Ora devo andare, se resti da queste parti ti porterò altri biscotti di tanto in tanto... ci vediamo!

E così dicendo mi alzai per tornare nella locanda e fare colazione a mia volta, girandomi per salutarlo.