[SC][LAM] Ghostbusters!

Poor Unfortunate Souls ~ Preludio I

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    «Beh, potremmo piantare qualche chiodo in giro. Tappare i buchi.»
    Inclino il capo.
    «Dare una mano di vernice nuova...»
    Lo inclino dall'altro lato.
    «E poi, tipo, una bella pulita ai vetri.»
    «Temo che rimarrebbe comunque una merda, boss.»
    Ahh, Gressil. Distruttore di sogni, voce della verità.
    Mi sta avvinghiato alla spalla come un pappagallo piratesco, il piccolo gremlin. Gli faccio pat pat sulla testolina.
    La nostra nuova sede di gilda è, effettivamente parlando, una vera merda. Un vecchio capannone fatiscente, con ancora addosso i segni della guerra civile. Muri scrostati, finestre rotte, il portone annerito da una qualche esplosione.
    Sospiro.

    «Oppure potremmo vendere un'anima a Yoma e farcelo ristrutturare con la magia.» mormoro, voltandomi verso gli altri «Raccogliete qualche anima in più durante l'incarico per Khatep e sistemeremo tutto. Che dite?»
    "Gli altri" sarebbero Jack e Gajeel, i miei fidatissimi collaboratori. È una radiosa mattina di sole e noi siamo qui, in giacca e cravatta, per parlare tutti insieme della missione da organizzare.
    O meglio, dovremmo parlarne insieme a Mr. Aviatore.
    Mi guardo intorno.
    «...Sapete se i LAM hanno una divisa riconoscibile o qualcosa del genere?»
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    Edited by Zero - 27/8/2014, 02:35
     
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  2. Jack BloodHeart
     
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    Il problema della nuova sede non è solo il suo aspetto; in fondo su certe cose ci si può passare su: arrangiarsi, insomma. In un certo senso anche la nuova locanda in cui si sono appoggiati il giorno prima è meglio di quello schifo. Certo, la birra non era affatto buona, e questo è un grosso, grossissimo problema, ma probabilmente più della birra, più della sporcizia e addirittura delle discutibilissime persone che fino a poco tempo prima frequentavano quel bugigattolo, il problema principale che rende quel posto peggiore di qualsiasi locanda malfamata sono i letti. Scomodissimi, fatiscenti, e, soprattutto, imbottiti di tarli. Esatto: tarli. Non piume d'oca, e nemmeno paglia. Tarli. Quei cosi si sono insidiati talmente in profondità nella mobilia che, in un modo o nell'altro, trovandosi ormai senza cibo, hanno iniziato a mangiare pure l'imbottitura dei materassi. E' ovvio che dormire, quindi, non sia la cosa più semplice del mondo lì dentro, tant'è che se Ifrit non fosse conosciuto come il più menefreghista dei suoi spiriti, Jack avrebbe tranquillamente detto che la sensazione che quella notte l'aveva invaso fosse la paura del castiga-demoni nei riguardi di quelle minuscole cose. Ma è impossibile una cosa del genere, giusto?

    In ogni caso, è per questo e - tanti - altri motivi che, quando Laz suggerisce di vendere delle anime a Yoma per far ristrutturare quel maledetto posto, il giovane risponde con un entusiasta « ... è decisamente una buona idea.»

    In fondo che sono un paio di anime in più per una sede nuova? La Seele vale bene due anime, avrebbe detto qualcuno in altri tempi ed altri luoghi.

    Il ragazzo si guarda intorno, sperando che i segni della notte quasi insonne non si notino: ha bisogno di un caffè, ma ha paura di chiederlo. Un po' come la birra. Sbadiglia, mentre il capo cerca di individuare un eventuale aviatore in lontananza.

    « Sinceramente non ne ho idea.» risponde, poi, alla domanda sulla loro divisa. Beh, la Seele ne ha una, quindi anche gli aviatori dovrebbero averla, il fatto è che fino a quel momento l'evocatore non ha praticamente avuto contatti con un aviatore. O forse sì? «Più che altro: da come se ne parla in giro direi che il loro elemento di distinzione sia il fatto che se la tirino enormemente.» conclude, facendosi scappare una risatina.

    C'è solo da sperare che questi LAM siano puntuali, anche se già solo a pronunciare il loro nome per esteso si fa tardi.



    Edited by Jack BloodHeart - 12/8/2014, 13:24
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Secondo me andrebbe abbattuto e rifatto.
    Fu Lily a parlare, appollaiato sull’altra spalla del Boss. Osservava quel luogo con un misto di delusione, nausea e rassegnazione... quando aveva sentito di una sede nuova si era davvero gasato, ma proprio non si aspettava una fregatura così grande. A quel posto non serviva solo una bella ristrutturazione, ma bisognava passare direttamente alla bonifica. La muffa infatti aveva preso possesso di ampie zone sui muri, sembrava quasi che avesse una vita proprio e che da un momento all’altro potesse saltare addosso ai malcapitati e ingurgitarli, in attesa di altri sventurati di passaggio.
    Non penso sia un problema.
    Commentò il micio incrociando le braccia, prendere qualche anima in più non sarebbe stato un problema, visto che ne dovevano già recuperare parecchie. Però un attimo... al gruppo mancava qualcuno. C’era Jack, Lily, Laz e il suo amico Gressil... ma Gajeel dov’era? Beh, ecco, lui era andato in avanscoperta per esplorare l’edificio, si era inerpicato sull’arrugginita scala che portava al piano superiore e da quel momento di lui si erano perse le tracce. Di sicuro doveva essergli successo qualcosa di brutto, magari la muffa l’aveva aggredito... e quegli scricchiolii che arrivavano dal piano superiore non erano per nulla rassicuranti. Aumentarono di numero e di frequenza... poi uno squarcio si aprì sul soffitto.
    MERDAAAA!!!
    Si, era lui. Gajeel Redfox, il Dragonslayer del Ferro... che precipitava ancorato a un cesso. Ora, non chiedetemi cosa diavolo stesse facendo, però adesso stava precipitando con quella zavorra che quando arrivò al suolo, esplose letteralmente. Si sollevò un vero e proprio polverone, e quando si diradò c’era il moro in piedi, pieno di polvere, ma stava bene. Ci voleva ben altro per fargli del male, una caduta non era niente di preoccupante.
    Ci sono problemi anche alle tubature.
    Pronunciò quelle parole serio in volto, incrociando le braccia al petto con fare pensieroso.
    SDONK!
    E un tubo gli era appena caduto sulla testa, ma lui senza fare una piega rimase fermo in posizione, come se non fosse successo nulla. Quindi, adesso oltre che rimettere apposto quel locale esteticamente, dovevano anche rifare i tubi e dovevano comprare un nuovo gabinetto. In tutto ciò Lily fece un sospiro, per poi facepalmare diverse volte... il suo compare era proprio scemo, sigh.

     
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  4. .:Aeon Clock:.
     
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    Ghostbusters

    Selee Corporation

    Qui timide rogat,
    docet negare.



    “Tirarsela enormemente?”

    Disse Edmund rivolgendosi verso il giovane dai capelli scuri, mentre sfilava alla luce sgusciando fuori dal suo recesso celato dietro ad una delle colonne portanti dell'edificio fatiscente. Jack Bloodheart, l'elementalista del Fuoco Oscuro; poteva riconoscere distintamente il suo viso grazie alla raccolta di dati riguardanti la Selee fornitagli dal comandante Khatep, che egli aveva già preventivamente imparato a memoria.

    “Sembra che gli aviatori non godano di un'ottima reputazione tra i laputensi”.

    Esclamò Thoumieux sorridendo verso il ragazzo, forse colto di sorpresa. Sebbene le apparenze potessero indurre a pensare che il Cronarca stesse attendendo il manipolo di predatori d'anime all'interno della struttura già prima del loro arrivo, in realtà egli aveva prudenzialmente ispezionato il luogo il giorno precedente, limitandosi a traslare il proprio corpo nella propria traccia spaziale precedente, all'orario convenuto: quindi, in un certo senso, si era sempre trovato lì. Viaggiare nel tempo era in realtà un trucchetto alquanto semplice ma certamente di forte impatto per chi, come Lazarus, era in grado di percepire le presenze spirituali; anche se probabilmente egli sarebbe rimasto più sorpreso nel constatare che il corpo di Edmund fosse del tutto privo di un'anima.

    Edd avanzò di qualche passo in direzione del caposquadra della Selee, soffermandosi a guardare il quadrante inferiore del proprio scintillante orologio d'oro estratto dal taschino con la mano sinistra.

    “Le nove in punto, come prestabilito. Vogliate scusare l'irruenza gentili signori, ma ho una certa... fissazione, per la puntualità. Comunque permettetemi di presentarmi.”

    Disse, porgendo la mano in direzione del giovane dai capelli bianchi come ossa sbiancate dal sole.

    “Il mio nome è Edmund Thoumieux Mondragon, aviatore dei Liberi Aeris Milites al servizio di lady Drusilia Galanodel, ma potete chiamarmi semplicemente Edd. Voi dovete essere il signor Lee, dico bene?”

    Lo chiese ugualmente, forse per rispetto o forse per consuetudine, nonostante sapesse benissimo chi fosse; il comandante blu lo aveva redarguito bene a proposito dell'intera gilda e di quale sarebbe stato il suo compito. Avrebbe dovuto accompagnare e scortare l'organizzazione sino al luogo idoneo per la raccolta delle anime e nel contempo sorvegliarne i membri, impedendo loro qualunque tipo di passo falso. Attenzione continua e spirito deduttivo, due qualità che sarebbero state fondamentali in quella missione e che a Edmund non mancavano di certo; tuttavia, mentre osservava lo sguardo perso e vagamente assonnato del leader del gruppo si chiese se tutta quella precauzione sarebbe stata davvero necessaria.

    In fondo non sembrano così male.


     
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    Io sono una persona seria e malinconica, di solito. Sempre molto composta e distaccata.
    Però Gajeel.
    Cioè.
    Gajeel.

    Scoppio a ridere come un deficiente. Cioè, Gajeel... Il tubo.... L'eplosione... Cioè.
    Pfffffft.
    Rido così tanto, che mi accorgo del nuovo arrivato solo quando inizia a parlare. Un po' perché ero disattento, un po' perché...

    ...Il bastardo non ha un'anima. O meglio, ce l'ha, ma passa inosservata.
    È tutta distorta.

    Raddrizzo bene la schiena e cerco di ricompormi. L'aviatore è alto, ma non quanto me.
    Mi sta già istintivamente sulle palle. Forse perché è un tirapiedi di Khatep, forse perché mi sembra un insopportabile precisiono della funghia [cit.], forse perché è ambo le cose.
    «Lazarus Lee.» mi presento, stringendogli la mano. Una presa secca, che stritola le dita «Ma può chiamarmi Lazu. I miei colleghi sono Jack Bloodheart, Gajeel Redfox, Gressil e Pantherlily.» spiego, indicandoli uno ad uno.
    Bel gruppo di scapestrati che sembriamo.
    «E le assicuro che sono competenti nel loro lavoro quanto lo sono negli insulti.»
    Occhiataccia di sbieco a Jack. So che non ha parlato con cattiveria, ma qui a Laputa deve abituarsi ad agire come se fosse sotto costante osservazione.
    Mai fidarsi di nessuno. Mai essere imprudenti.
    «Vogliamo entrare? Abbiamo una missione da organizzare. Faccia pure strada, signore, ci trovi un bel tavolino.»
    Sorrido e faccio cenno a messer Edd di avanzare.
    Non darò la schiena a questo tizio.

    «Dunque, quel che dovremmo fare è estremamente semplice.» spiego mentre mi infilo nella nostra nuova, sfavillante sede. Procedo a schiena china, scansando assi e saltellando oltre pile di rifiuti.
    «Il signor Khatep ci ha chiesto di raccogliere un migliaio d'anime da consegnargli il prima possibile. Data la situazione, ritengo che il modo migliore di procedere sia trovare un campo di battaglia, rimanere ai margini dello scontro, e acchiappare le genti appena spirate in tutta comodità.
    Al dove e al quando ci ho già pensato io: useremo un portale. Quel che dobbiamo organizzare, è il come.
    »
    Siao giunti in una vaga sala riunioni? Good. Ho bisogno di appoggiare i gomiti su un legno e fissare i miei sottoposti.
    «Voi due non conoscete incanti per catturare degli spiriti, giusto? E solo Jack è in grado di vederli.» mi volto verso Edd «E lei, invece, è uno sciamano? Che esperienze ha nella gestione di fantasmi e anime?»
    La sua, di anima, continua a turbarmi. La sento, è qui, ma pare non essere alloggiata nel suo corpo. Ondeggia come se fosse un eco.
    Che Edd sia una sorta di Lich? È piuttosto in carne per esserlo...

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    Edited by Zero - 27/8/2014, 02:34
     
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  6. Jack BloodHeart
     
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    La Seele, bisogna dirlo, non gode certo di una buona fama. Tra controlli, ruicatti e menzogne varie, l'organizzazione sta passando più come una setta mafiosa che per quello che in realtà è. Cosa, vi chiedete? Beh, una definizione precisa nemmeno ci sarebbe, e, a dirla tutta, in momenti come questo nemmeno serve.

    Gajeel cade. Il cesso esplode. Jack scoppia a ridere. Ridono tutti fragorosamente per un paio di minuti, forse anche qualcosa in più: che miracoli può fare una tubatura marcia. Lo spiritista, però, non ride tanto per l'accaduto in sé, quanto per il suo ripercorrere la scena e rivederla dall'esterno: Laz che cerca di capire come sistemare quella catapecchia, tutto assorto nei suoi pensieri da boss, Jack sonnacchioso che cerca di darsi una svegliata, e lui, Gajeel, che precipita urlando abbracciando un WC come fosse la sua unica ancora di salvezza.

    Questa è la Seele: non c'è bisogno di definizioni.

    Il bel momento, però, viene improvvisamente interrotto da una voce esterna. L'aviatore è arrivato, o, meglio: ha deciso di mostrarsi, visto che la voce non viene dall'ingresso principale ma da un punto ancora indefinito alle spalle del gruppetto. Avanza lentamente, il tipo, estraendo dal taschino il suo bellissimo e preziosissimo orologio. Tanto per dar torto allo spiritista riguardo il fatto che gli aviatori se la tirino, giusto?

    Laz si presenta, guardando di sbieco Jack, che, dal canto suo, inarca un sopracciglio nascondendo un sorrisetto malizioso: davvero quel tipo pensa di essere modesto? Nemmeno il suo nome lo è: Edmund Thoumieux Mondragon; diavolo: si fa prima ad ucciderlo che a chiamarlo, meno male che ha l'accortezza di suggerire egli stesso un nomignolo. Almeno sta provando a non risultare totalmente antipatico.

    L'evocatore fa un passo verso il nuovo arrivato, aspettando che stringa la mano al boss per poi allungarla a sua volta. «Jack. Jack BloodHeart.» dice, presentandosi. «E' solo una voce: non prendertela. Sono certo che riuscirai a dimostrare il contrario.» conclude, sorridendo, per poi seguire Laz in quella sottospecie di slalom gigante tra i rifiuti.

    Mentre prendono posto, il ragazzo inizia a squadrare meglio l'aviatore. E' strano. Molto. Jack riesce, di solito, a vedere lo spirito di tutti quelli che lo circondano, tranne quelli che, ovviamente, in qualche modo lo occultano - come Laz. In questo caso però c'è qualcosa di strano. Lo spirito non è lì, ma tracce ce ne sono; a dirla tutta, quel tipo sembra una specie di contenitore il cui contenuto è stato raschiato via a forza, e, soprattutto, non totalmente: un piccolo residuo di spirito c'è, una specie di macchia che è rimasta attaccato alle pareti del suo corpo materiale. La cosa lo incuriosisce, ma allo stesso tempo gli fa paura. Quella roba non è il risultato di un patto demoniaco, né nulla di simile: è un qualcosa di molto più pericoloso e profondo. Dovrà indagare.

    La riunione - se così la si vuol chiamare - inizia. Il piano del capo è abbastanza semplice, e centra subito tutti i punti. «Si, esatto: io sono in grado di vederli, ma non so ancora come catturarli, ma qualcosa per farlo esisterà sicuramente, e, in realtà, avrei anche svariate idee a riguardo.» comincia il giovane che, tra i tre, sembra essere quello più navigato su certe questioni. «Le anime che andremo a raccogliere non sono molto potenti, quindi anche una grossa quantità potrebbe essere facilmente essere contenuta da un qualcosa di non molto elaborato, tipo una pietra incantata o un contenitore simile. » continua, assicurandosi che tutti lo stiano ascoltando. «La soluzione potrebbe essere quella di procurarsi un aggeggio simile, magari chiedendo informazioni ad uno dei nostri amici che sono soliti trattare con questa roba. Oppure... » si ferma, inclinando la testa di qualche grado verso sinistra. Sembra stia pensando ad un migliaio di cose nello stesso momento. «... al posto di un contenitore potremmo creare una specie di ponte dimensionale portatile. Mi spiego: incantando due pietre potremmo far in modo di creare un link tra le due, noi avremmo il trasmettitore, e voi il ricevitore; in questo modo il centro di stockaggio delle anime si troverebbe qui, e noi non avremmo nemmeno il problema delle dimensioni e dell'ingombro delle anime, le invieremmo direttamente da voi man mano che le raccogliamo.» ... e tu, caro Laz, avrai il completo controllo su quelle anime finché non torneremo, ma questo è meglio non dirlo, per adesso.

    Jack si mette comodo - o almeno ci prova - lasciando intendere che il suo discorso è finito. «Tu che idee avresti?» chiede, rivolgendosi al boss: probabilmente gli altri due stanno capendo poco o nulla di tutto quello. Poco male: in fondo l'aviatore meno comprende, meglio è.



    Passive:

    Percezione - L'allenamento di un evocatore non sta soltanto nel ricevere, governare ed utilizzare determinati tipi di spiriti; se, infatti, il soggetto viene considerato degno da altri poteri spiritici, può divenire in grado di espandere la propria collezione. Questa, d'altronde, è una cosa ovvia, ma pensateci: come sarebbe possibile ottenere nuovi spiriti, se l'evocatore stesso non fosse in grado di percepirli? In che modo questo è possibile? Beh, semplice: sin dall'infanzia Jack è stato addestrato nel percepire le anime dell'ambiente circostante e, nel caso sia possibile, nell'interagire con eventuali presenze slegate da corpo materiale. [Passiva di percezione delle anime]


    Edited by Jack BloodHeart - 18/8/2014, 12:39
     
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  7. _MajinZ_
     
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    La Seele era questo: un gruppo di ragazzini scapestrati che giocavano con anime e demoni. Tra loro c’era chi faceva il serio o almeno ci provava, c’era anche il tizio più timido e anche quello saggio, senza dimenticare il pagliaccio di turno, ovvero Gajeel. La sua spettacolare entrata causò un’ilarità generale, anche Lily alla fine scoppiò a ridere insieme agli altri, compreso lo stesso Gajeel che ripensando a quel che aveva fatto... non poteva fare a meno di sbellicarsi. Probabilmente lui era l’unico a cui non gli importava nulla di aver fatto una pessima impressione sul simpaticissimo aviatore.
    Ciao.
    Aye!
    Salutò il primo, senza star li ad allungare la zampa: non ne aveva voglia. Lily invece salutò nel suo solito modo, sollevando la zampina e sorridendo, una volta tornato al suo posto sulla spalla del borchiato. Dopo le presentazioni il gruppo decise di prendere posto attorno a un tavolo, l’unico li presente era pure mezzo divorato dai tarli, il moro afferrò quindi una sedia tra quelle più utilizzabili, sedendosi poi a cavallo di essa e incrociando le braccia sullo schienale... adesso arrivava la parte noiosa. Lui era quello meno adatti per certi argomenti e mentre il suo amico felino si unì agli altri, lui rimase indietro intento a scavare nel suo naso per tirare fuori una pallina che iniziò a maneggiare tra pollice e indice, prima di scagliarla da qualche parte lontano da tutti.
    Non sono molto pratico di anime e simili, ma credo che ci serva un po’ di autonomia per agire e il portale mi sembra un’ottima idea.
    Aggiunse l’Exceed giusto per non passare per scemo come il suo compare, che dal canto suo era passato a ravanare nell’orecchio con il mignolo, sparando poi un altro proiettile che disegnò una parabola nell’aria che si concluse su di un cumulo di rifiuti. Esultò anche, alla fine. Ora ci mancava solo che iniziasse a ruttare e scoreggiare, ma per fortuna non lo fece. In qualche modo bisognava mantenere in piedi la serietà della sua compagnia... anche se non si stava impegnando poi troppo.

     
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  8. .:Aeon Clock:.
     
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    Ghostbusters

    The Meeting

    Ab uno
    disce omnis.



    Sollevò il cappello in segno di saluto mentre il caposquadra della Selee gli presentava il resto del gruppo di caccia; cinque membri in totale considerando Gressil, il compagno gremlin di Lazarus, e Pantherlily, un curioso e minuto umanoide dall'aspetto felino. Beh, forse si aspettava qualcosa di più per una missione con rischi e difficoltà talmente elevati, ma Edmund non era il tipo che giudicasse dalle apparenze ed in fondo chi era lui per giudicare?
    Jack gli porse la mano sorridendo e tentò di correggersi, a modo suo, riguardo all'esclamazione precedente. Edd contraccambiò il suo saluto con una salda stretta e una generosa risata.

    “Non preoccuparti, in verità sono del tuo stesso avviso; il nostro stesso comandante è l'esemplificazione vivente dell'arroganza, un po' di sana modestia potrebbe solo giovare alle sue vecchie ossa.”

    Lazarus invitò il Cronarca a condurli verso un luogo più consono ad una conversazione e, mentre questi li scortava tra i corridoi bui e ricolmi di detriti sino ad una vecchia sala da riunioni, condivise con la propria squadra il piano che aveva elaborato per la cattura delle anime: attendere sul limitare di un campo di battaglia che lo scontro fosse terminato prima di impadronirsi degli spiriti di coloro che fossero appena deceduti. Uno schema abbastanza semplice ma di sicura efficacia.

    “... Al dove e al quando ci ho già pensato io: useremo un portale. Quel che dobbiamo organizzare, è il come.”»

    La voce profonda ed autorevole di Edmund intervenne allora per reclamare il vuoto lasciato dalle parole di Lee.

    “A tale proposito, credo di potervi essere d'aiuto. Ci sono due valide ragioni per cui Khatep ha scelto proprio me per questa spedizione anziché un altro qualsiasi dei suoi validi aviatori. La prima e più importante è perché posso condurvi dovunque desideriate, nella dimensione e nell'epoca che più vi aggrada; mi basterà assorbire dalla vostra mente le esatte coordinate spaziotemporali – poiché una semplice descrizione non basterebbe, e temo non vogliate ritrovarvi rimescolati nel bel mezzo del Maelstrom – per ricreare un portale capace di trasferirci tutti quanti nel luogo prescelto.”

    Si prese un momento di pausa, attendendo che l'attenzione di tutti fosse rivolta verso di lui. L'espressione di Mondragon mutò in una gelida maschera priva di emozioni ed il timbro della sua voce si fece più freddo e distaccato.

    “La seconda ragione, e vi invito a ricordarlo, è poiché capirò immediatamente se qualcosa non andrà come previsto e non mi farò molti scrupoli a lasciarvi marcire in un qualche semipiano dimenticato dagli dei se inizierò a dubitare delle vostre intenzioni. Non voglio allarmarvi o risultare presuntuoso, ma intendo mettere le cose in chiaro sin da ora.”

    Il gruppo giunse sino all'ammuffita stanza dalle vaghe fattezze di quello che un tempo si sarebbe potuto definire un ufficio dirigenziale. Edmund si sedette su uno sgabello consunto e rovinato mentre Lazarus, Jack e Gajeel discutevano sui dettagli del recupero delle anime.

    “E lei, invece, è uno sciamano? Che esperienze ha nella gestione di fantasmi e anime?”

    Si voltò verso Laz, e con fare pacato ma determinato aggiunse:

    "Mi rincresce risultare scortese, ma temo di non potervi ancora rivelare la natura dei miei poteri. Spero possiate capirmi, ma ancora ho difficoltà a fidarmi di voi. Dopotutto se mi trovo qui è proprio per controllare il vostro operato. Per il momento vi basti sapere che non ho né la capacità di vedere gli spiriti né tantomeno di catturarli, ragion per cui dovrò limitarmi a scortarvi ed aiutarvi se necessario.”

    Non aveva mentito, non sarebbe stato da lui, ma non aveva nemmeno detto l'intera verità; si era semplicemente limitato ad ignorare la domanda. Ma fintanto che il gruppo non si fosse dimostrato degno della sua fiducia – cosa che in realtà dubitava sarebbe mai accaduta – sarebbe stato più prudente non fare menzione della sua estrema comprensione sull'argomento, in maniera tale da poterli sorvegliare con più facilità.
    Sebbene fosse stato quasi totalmente impercettibile, Thoumieux non si era fatto sfuggire una lieve e impalpabile occhiata irrisoria mossagli dal giovane di nome Bloodheart mentre parlavano, quasi come se godesse nel credere che l'aviatore blu fosse totalmente incompetente nella gestione di anime e affini.
    Cercò di trattenere una grassa risata, mentre il suo volto rimaneva totalmente impassibile, ricordando che l'esame di promozione per la settima Torre di Uran consisteva nel rintracciare, dominare e vincolare lo spirito di un arcidemone dell'Eterium; quel buffone di Nicholas Woost, l'ispettore del Triarcato incaricato della gestione delle promozioni, era davvero un osso duro: ma questo non aveva impedito a Edmund di essere promosso con il massimo dei voti.
    Per la prima volta da quando era giunto su Endlos, si era ritrovato a rimpiangere i suoi antichi poteri. Di certo, pensò, se avesse avuto a disposizione metà del potere che aveva avuto su Ohr a trent'anni avrebbe potuto da solo recuperare quelle mille anime in un soffio.
    Anzi, con tutta probabilità sarebbe stato lo stesso Khatep a doverle cacciare per lui. Sarebbe stato alquanto divertente.

     
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    Soooospiro. Sospiro per le minacce di Edd, per l'ingenuità di Jack, per Gajeel che si scaccola il naso. Sono in una stanza piena di persone, eppure mi sento così isolato.
    Io solo contro il mondo, neh?
    E allora giochiamo.

    «Esattamente, Jack: pietre incantate. Presente il viaggio d'affari da cui sono appena tornato? L'ho fatto per procurarmi queste.»
    Tiro fuori un paio di pietruzze dalla tasca.
    Cristalli trasparenti come pezzi di vetro, grandi quanto mezzo pugno. Li poggio sul tavolino.
    «Sono pietre spirituali di Daleli, predisposte ad assorbire degli spiriti. Le ho incantate con la Tenebra.»
    Ne stringo una in mano, rigirandomela tra le dita. Spirali di energia scura danzano tra le mie falangi.
    «Basta una piccola scarica di energia e l'Oscurità fuoriuscirà per contaminare ogni fantasma, rendendoli visibili anche a Edd e Gajeel. Se le anime consegnate saranno un po' sporche di Tenebra è per questo.» concludo, voltandomi verso Edd.
    «Andrò a comprarne altre a Epartis in questi giorni, così potrò fare un salto a Palanthas per cercare una destinazione adatta a noi.
    Vorrei una battaglia in cui non si usino armi da fuoco né magia, così potrete restarne ai margini senza rischiare troppo. Ci serve una schermaglia tra selvaggi, quindi, ma di cui si conoscano data e ora con precisione. Non sarà facile.
    » storco le labbra. La pietruzza viene lanciata sul tavolino, l'oscurità si disperde come se fosse fumo.

    «In quanto a lei, ci terrei anch'io a mettere le cose in chiaro.»
    Mi volto verso Edd. Mani giunte, un sorriso rilassato sul volto.
    La voglia di prendere quest'uomo a calci in faccia è forte, ma sto cercando di trattenermi. Devo essere calmo e accomodante, vincere la sua collaborazione a son di parole.
    Non voglio casini.
    «La Seele non era in regola dal punto di vista legale. Avremmo potuto scontare la pena rilassandoci per qualche mese in prigione.
    I miei ragazzi hanno preferito ravvedersi mettendo la loro vita in gioco per il bene di Laputa. Non intendo mandarli su un campo di battaglia con una persona che potrebbe rivelarsi un peso morto - o peggio, una minaccia.
    Cosa ne pensa di
    » levarsi quella scopa dal culo «provare a dimostrarsi più collaborativo?
    Abbiamo bisogno di supporto, non di una guardia carceraria.
    Laputa ha bisogno di supporto.
    » calco la voce sul nome della patria, fissandolo nelle palle degli occhi «Queste anime vengano consegnate in fretta e senza incidenti. Non conoscendo minimamente le sue capacità, sarà impossibile coordinarsi nel migliore dei modi.
    Noi questo lavoro vogliamo farlo bene. E lei?
    »
    Ma chi cazzo si crede di essere 'sto qui? Ha ammesso candidamente di non saper vedere le anime né catturarle - ed è la verità, o Gressil mi avrebbe avvertito. Pensa davvero di potersi accorgere se qualcosa non va? Khatep davvero mi ritiene un simile coglione?

    ...Ottimo, direi.
    Farmi sottovalutare è sempre stata la mia specialità.
    Energia: 100%

    Passive:
    Manipolazione delle ombre - Come da titolo
    Even shadows have shadows - Percezione pericoli
    Albino Eyes - Scurovisione
    Broken Soul - Anti-auspex spirituale
    Spiritualized - Auspex spirituale
    Wretched Blood - Malia attraverso i fluidi corporei

    Gressil - Famiglio
    Lie to me - Rivelazione bugie


    Edited by Zero - 8/9/2014, 17:27
     
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  10. Jack BloodHeart
     
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    Jack sorride, guardando Edd mentre, convintissimo, inizia a minacciare i tre membri della Seele. Davvero pensa di essere convincente? Lasciarli in un'altra dimensione. PFFFF.

    Lo spiritista si porta il dorso della mano sinistra al mento, inarcando un sopracciglio. Il boss inizia a rispondere, risponde prima all'evocatore, spiegando per bene quello che ha in mente; beh, non ha cagato di striscio la sua proposta del link dimensionale, ma quella roba sembra decisamente più funzionale, anche se, a questo punto, bisognerà capire quanti cristalli portare e, soprattutto, come. Il giovane vorrebbe dir qualcosa a tal proposito, ma non è ancora il momento; piuttosto: è il momento di mettere le cose in chiaro con quell'esaltato di aviatore.

    Laz si tiene vago, nel suo discorso. Lo minaccia, si... ma velatamente: in fondo lui è il boss, non può scoprirsi troppo nei confronti di un aviatore, soprattutto se lo manda Khatep in persona. Il giovane guarda Gajeel, il suo sguardo è più eloquente di mille parole. Si volta verso Edd.

    «Sai, Edd, che tu non ti faccia scrupoli l'abbiamo capito, ma invito anche te a ricordare una cosa.» inizia il ragazzo, avvicinando il viso di qualche centimetro all'interlocutore. «Siamo una gilda di demoni e spiritisti: il modo di tornare indietro lo troviamo. Più che altro, credo che il salto temporale sia impossibile per un cadavere, giusto?» continua, allargando un sorriso che sembra tutto tranne che rassicurante. «Noi dobbiamo star attenti a te. Vero. Tu, però, non devi star attento a me: io non ti farei male del male senza una buona ragione.» dice, guardando per un attimo Gajeel. «Tu devi star attento ad Ifrit, perché, anche se non sai chi sia, te lo stai già inimicando.» conclude, mettendosi di nuovo comodo sulla sedia. Strano pensare che abbia fatto un discorso simile, ma, hei: l'ha fatto. La rabbia fa grandi cose, a quanto pare, anche se, in quel caso, la sensazione non sembra provenire direttamente dall'evocatore, ma da uno dei suoi spiriti, e, pensandoci, non è difficile comprendere da chi.

    «Ovviamente, se le cose andranno come previsto, lo conoscerai molto presto.» ricomincia, sospirando e cercando di acquisire un tono di voce almeno lontanamente simigliante al "calmo". «Ah, dimenticavo: non voglio allarmarti o risultare presuntuoso, ma intendo mettere le cose in chiaro sin da ora.» conclude, sorridendo, e lasciando perdere definitivamente - almeno per ora - quel tizio e tutta la sua viscidità.

    Si rivolge, ora, a Laz, riaggiustandosi un attimo la cravatta prima di ricominciare a parlare. «Parlando di cose più serie: ho un dubbio.» dice, mentre la sua espressione si distende ogni secondo di più. «Quante di quelle dovremmo portarci dietro, e come? Da quello che ho capito non servono 5 o 10 anime, ma molte di più, e quella roba ne può contenere una alla volta. Giusto?» chiede, immaginandosi già con un carretto pieno di quella roba nel bel mezzo di un campo di battaglia: si rischia mandare tutto all'aria per un movimento sbagliato o un'idiozia simile.



    Passive:

    Percezione - L'allenamento di un evocatore non sta soltanto nel ricevere, governare ed utilizzare determinati tipi di spiriti; se, infatti, il soggetto viene considerato degno da altri poteri spiritici, può divenire in grado di espandere la propria collezione. Questa, d'altronde, è una cosa ovvia, ma pensateci: come sarebbe possibile ottenere nuovi spiriti, se l'evocatore stesso non fosse in grado di percepirli? In che modo questo è possibile? Beh, semplice: sin dall'infanzia Jack è stato addestrato nel percepire le anime dell'ambiente circostante e, nel caso sia possibile, nell'interagire con eventuali presenze slegate da corpo materiale. [Passiva di percezione delle anime]
     
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  11. _MajinZ_
     
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    L’aviatore ci mise davvero poco a inimicarsi l’intera Gilda, probabilmente aveva segnato il nuovissimo record per quanto riguardava le trattative diplomatiche fallite. Probabilmente se il compito di decidere fosse spettato a Gajeel, ci avrebbe messo davvero poco a ribaltare il tavolo delle trattative e tirare qualche cazzotto all’idiota di turno. Perché per quanto il borchiato fosse distratto dagli scavi in miniera, aveva le orecchie per sentire e non gli sfuggì una singola parola: a volte apparire distratto poteva essere un’ottima mossa. Però Laz non aveva intenzione di sfruttare la via dei pugni, preferendo ripagare il tizio con la sua stessa moneta.
    Stai minacciando le persone sbagliate, io te lo dico.
    Si limitò a dire il borchiato, lasciando perdere le pulizie per concentrarsi sulla riunione. Portarsi dietro quel tipo non era poi un grosso problema, insomma, in caso di noie potevano sempre farlo sparire... però bisognava subito mettere in chiaro le cose e per quanto la Seele potesse sembrare una banda di matti, dall’esterno, non erano mica degli sprovveduti... vista la materia che trattavano nei loro commerci: non vendevano patate.
    Lo strumento per acchiappare le anime suscitò l’interesse del capellone, quelle pietre avevano qualcosa di magico e lui riusciva a fiutarlo bene, inoltre facevano anche la loro bella figura ed esse erano in grado di mostrare le anime anche a chi non ne era in grado. Però il problema sollevato da Jack era legittimo, bisognava sperare che dentro quei sassi ci stessero molte anime, perché portarsi dietro tonnellate di pietre non era proprio il caso, soprattutto visto che andavano a far visita a un campo di battaglia... dove essere visibili non era proprio l’ideale. In ogni caso loro ci tenevano davvero a quel lavoro, ma bastava un singolo elemento fuori posto per far crollare tutto.
    Signor Aviatore, non potrebbe provare a fidarsi di noi? Poi, nel caso facessimo qualcosa di sbagliato lei è liberissimo di ricredersi.
    Concluse poi il piccolo micio incrociando le braccia, dando voce al suo pensiero. Nel bene o nel male dovevano collaborare, quindi era fondamentale appianare le divergenze per evitare che esse compromettessero il giusto svolgimento della missione.

     
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  12. .:Aeon Clock:.
     
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    Ghostbusters

    Vacuous Threats

    Vulpes pilum mutat, non mores.


    Oh beh, come immaginava quelli della Selee non erano altro che un gruppetto di irascibili teste calde. Niente di veramente inaspettato, in fondo la sua provocazione era stata rivolta proprio per verificare la loro reazione di fronte ad una potenziale minaccia, ma la realtà era che nessuno di loro era stato in grado di cogliere la sottile ironia celata dalle sue parole: sembrava che al di fuori di Ohr nessuno fosse dotato di quel delicato e cupo senso dell'umorismo che Edmund amava tanto sciorinare.
    Però ormai si era esposto e quella conversazione lo stava divertendo intensamente, sebbene cercasse di non darlo a vedere, quindi decise di calcare ulteriormente la dose per vedere fino a che punto si sarebbero potuti spingere. Rivolse con un ghigno beffardo la sua attenzione verso Bloodheart, che intanto con viva foga pronunciava le sue promesse di morte.

    “Trovereste un modo di tornare indietro? Oh, non ne dubito, se mi limitassi a condurvi in una delle infinite dimensioni parallele che costituiscono il multiverso che ci circonda; la traslazione materiale è invero un processo relativamente semplice poiché si limita a ricreare un nexus tra due realtà contrastanti mantenute salde da un ponte tachionico comune, e gli incantesimi per generare una tale distorsione non si contano sulle dita delle mani. Ma la vera difficoltà è viaggiare nel tempo, oltre che nello spazio, dato che i diversi livelli temporali del Maelstrom sono separati da muri cronali invalicabili persino per l'arcanista più determinato. Basta un minimo errore di valutazione per ritrovarsi a scomparire nel vuoto cosmico che ci ha generati. Credetemi quando vi dico che non vi piacerebbe rimanere intrappolati in qualche limbo tra paleozoico e mesozoico... a meno che non vi aggradi desinare con carne di dinosauro, è ovvio.”

    Si concesse una breve pausa, durante la quale si addentrò nello sguardo irato di Gajeel ed in quello più stoico di Lazarus, che benché tentasse di mistificare il proprio risentimento non poté mascherare del tutto il suo estremo desiderio di veder scomparire l'aviatore blu dalla faccia della terra. Dopo alcuni brevi attimi rivolse nuovamente la propria attenzione alla recente e più manifesta intimidazione dell'elementalista del fuoco oscuro.

    “Un cadavere, dici.”

    Edmund ripose con estrema tranquillità la mano sull'elsa della propria spada, continuandolo a fissare nelle scure pupille dei suoi occhi come se stesse cercando di penetrarvi all'interno con la forza. Mentre si addentrava in quel nero specchio di ricordi ed emozioni, estrasse lentamente la lama dal fodero in modo tale da non risultare aggressivo, dunque rivolse il pomo in direzione del suo interlocutore sorreggendo la lama con il palmo della mano destra. Porgendogli la presa della spada, puntò la punta più affilata del diamante contro la propria stessa gola, all'altezza della giugulare.

    “Credimi, Jack, ti sarei davvero eternamente grato se potessi davvero porre fine alle mie... sofferenze. Puoi provarci, ora e subito se vuoi. Ma indipendentemente da quali arti voi possediate, non siete in grado di uccidermi. La mia anima è imprigionata in un luogo che nemmeno gli dei possono raggiungere, ed il mio corpo è legato indissolubilmente a lei.”

    Una nuova espressione comparve sul volto ossuto del Cronarca, che ora più che mai appariva macilento e dolorante. Non provava paura né sconforto; l'unica emozione che potesse afferrare il suo cuore ora era unicamente un'inquieta ed oppressiva tristezza.
    Quel discorso aveva raggiunto il suo corso. Era arrivato il momento di mettere le carte in tavola.

    “Ero un potente e rinomato incantatore nella mia vita precedente, probabilmente il più famoso del mondo da cui provengo. Con il mio arrivo su Endlos ho perso la capacità di vedere le anime, se non quando traslo nel Piano delle Ombre, ma la durata in cui posso mantenere questo stato è purtroppo assai breve; tuttavia conosco alla perfezione ogni formula di vincolamento e cattura delle anime, pertanto ricordate che sarò in grado di controllare e valutare il vostro operato.”

    Forse nemmeno così andava bene, avrebbe dovuto cercare di dimostrarsi più collaborativo per lavorare in serenità con quella gente; malgrado tutti gli avvertimenti ed i moniti del comandante, sentiva di poter dare una possibilità a quella strana cosca di individui.

    “Temo di essere partito con il piede sbagliato; non intendevo né minacciarvi né aizzarvi contro di me, ma solo redarguirvi. Il mio spirito ora è fuso assieme al Maelstrom ed in un certo senso ne faccio parte; esistono forse un paio di altri cronomanti in tutto il semipiano, ma nessuno ha un legame con lo spaziotempo intenso come il mio, quindi vi invito solo a non sottovalutarmi. Sono stato inviato qui da Khatep con l'unico e preciso scopo di sorvegliarvi, ma sono cresciuto abbastanza da permettermi di ignorare il suo parere e fidarmi solo di ciò che vedono i miei occhi, almeno fino a prova contraria. Quindi ho intenzione di aiutarvi, come posso; spero solo di non sprecare la fiducia che scelgo di riporre in voi.”

    Dunque si girò in direzione di Lee, riadagiò nuovamente Edge nel proprio fodero e tentando si simulare un sorriso di complicità aggiunse:

    “Riguardo alla raccolta delle anime, lascio a voi la scelta della modalità e della tempistica. Sono certo che svolgerete – anzi, svolgeremo – un ottimo lavoro.”

     
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    Jack! Dannato coglione. Mi giro verso di lui, ringhiando, la Tenebra che si coagula tra le dita. Non so chi colpire per primo tra lui e Gajeel.
    Poi Edmund si mette a parlare.

    Lo ascolto col fiato sospeso, una probabile espressione da pesce lesso stampata in faccia. Senza parole. Non mi scompongo neanche quando osa tirar fuori una spada nella sede della mia azienda.
    Perché mr. "non mi fido di voi" ci sta rivelando tutto ciò che volevo sapere, e anche di più.
    Che parli, dunque.

    A fine discorso incrocio le mani sul tavolo, trattenendomi dal fargli uno slow clap.
    «Basta così.» sussurro glaciale, guardando male alternativamente Jack e Gajeel.
    Traduzione: so che sarebbe divertente smembrare un Aviatore, ma purtroppo non possiamo.
    «È così che volete guadagnarvi la fiducia di Laputa? Minacciando un Aviatore?»
    Traduzione: ottimo lavoro, ragazzi. Mi piace il modo in cui gli avete fatto cambiare argomento.
    «Signor Edmund, possiamo scambiare qualche parola tra noi?» domando all'aviatore, per poi tornare a fissare i miei impiegati «In quanto a voi bestie, sarete nuovamente ammessi a una riunione quando imparerete a comportarvi da esseri umani.»
    Traduzione: ora cerco di rabbuonirlo con qualche parolina dolce, giusto perché non dia problemi. Scusate se vi tratto così.
    «Esercitatevi con queste, intanto.»
    Lancio le due pietre spirituali a Jack e Gajeel.
    «Entrate in risonanza con la Tenebra al loro interno per rilasciarla e riassorbirla a comando. Non dovrebbe essere difficile.»
    Un cenno del capo a Edd, prima di abbandonare la stanza.
    Spero davvero che abbiano capito. Dubito dell'intelletto di Gajeel, ma Lily dovrebbe essere in grado di leggere tra le righe.
    Spero che si fidino di me.
    «Cerchi di capirli.» dico a Edmund appena ci troviamo fuori «Loro sono... Degli insignificanti pezzenti» gesticolo «Io do loro un lavoro, uno stipendio, li metto in giacca e cravatta, e per una volta nella vita si sentono dei signori Qualcuno.
    Poi arrivate voi aviatori, e dite che per colpa di una cosa chiamata Burocrazia sono tutti diventati dei criminali. Non sanno nemmeno cosa sia la burocrazia, loro, i casini coi permessi li ho fatti io.
    Loro non hanno mai fatto nulla di sbagliato.
    »
    Abbasso il capo e sospiro. Il portalmento un po'ingobbito, lo sguardo fisso sull'asfalto.
    «Capisce perché hanno reagito così? Sono bravi ragazzi, ma sono anche... Frustrati.»
    Scuoto il capo.
    «E trattarli come sta facendo non migliorerà la situazione, signor Edmund. Sanno benissimo che lei è il capo, qui. È per questo che la odiano.»
    Alzo lo sguardo per fissarlo negli occhi. Rimango un po' ingobbito, per permettergli di ricambiare lo sguardo senza slogarsi il collo.
    «Cerchi di non far pesare loro la cosa, e tutto andrà bene. Dia gli ordini a me, e lasci che sia io a istruire loro. Cerchi di essere un alleato, e non un superiore.
    Per il bene della missione.
    La situazione sarà pericolosa, dovrete agire come una squadra. E io non potrò accompagnarvi sul campo di battaglia.
    »
    Abbasso ancora lo sguardo, e riiii-sospiro. Un piccolo momento di desolazione.
    «Il signor Khatep vi ha parlato di me, sì? Della lezione che ho fatto al Magisterium?»
    Agito le mani, lasciando che spirali d'ombra danzino tra le mie dita.
    «I miei poteri mi stanno mangiando l'anima. Non posso combattere, o rischierei di morire. Già incantare le pietre spirituali sarà rischioso per me.
    Capisce la situazione, ora? Sul campo sarete solo voi tre. E con questo atteggiamento, finirete per farvi ammazzare tutti.
    » concludo in un sibilo.
    Sul mio volto, rabbia e preoccupazione. Non li voglio vedere morti, no? Voglio che il lavoro vada bene e tornino tutti a casa con un bel carico d'anime.
    Spero che lo voglia anche Edmund.
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    Manipolazione delle ombre - Come da titolo
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    Edited by Zero - 27/8/2014, 23:09
     
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  14. Jack BloodHeart
     
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    Traslazione materiale, ponti dimensionali, bla bla bla. Edd è questo: solo parole e chiacchiere; sta cercando di intimorire uno sciamano ed il figlio di un drago con una serie di parole assolutamente senza senso per loro. L'ennesima mossa sbagliata. Davvero pensa che quei due non riuscirebbero a tornare indietro? E' vero, il tempo probabilmente è più complicato da piegare e controllare, ma di cerco lui non è l'unico a saperlo fare, e di sicuro nemmeno il primo, quindi è inutile basare la proprie minacce su una cosa che di solido non ha nulla.

    Jack sta per rispondere, illustrandogli con parole un po' meno gentili tutto il discorso di cui sopra, ma Lazarus blocca tutto. Li zittisce, guardandoli mestamente; lo spiritista ricambia lo sguardo, addolcendo la sua espressione cupa ed indurita dallo scontro verbale. Laz sarà pure un capo atipico, potrà anche essere una persona molto umile in determinati contesti, potrà anche vedere i membri dell'associazione come compagni, più che sottoposti... ma un capo è sempre un capo, e il capo ha detto di smetterla.

    Il giovane sospira, mentre cerca di respingere nei meandri del proprio animo la presenza di Ifrit che, accorgendosi della spada estratta dall'aviatore, ha cercato di impossessarsi del corpo del suo evocatore per rivoltare il tavolo in faccia a quell'insulso essere.

    Si rivolge di nuovo a Laz, che, dal canto suo, sembra non esser del tutto convinto degli insulti rivolti ai propri sottoposti; sembra divertito, più che altro, ma forse è solo un'impressione. Fa' per alzarsi, lanciando due pietre spirituali a Jack e Gajeel. Il ragazzo abbassa la testa. «Il fatto è che potrebbe essere interessante vederti soffrire all'infinito.» commenta Ifrit, mentre l'aviatore ed il boss si allontanano.

    Lo spiritista tira un lungo, profondo respiro. Guarda il compagno. «Se la tirano davvero tanto, gli aviatori.» si limita a dire. Afferra la pietra spirituale più vicina a lui, iniziando a studiarla; non è nulla di particolare, sembra, a prima vista, un semplice cristallo. Se lo rigira in mano, mentre ripassa, a mente, il discorso di Lazarus sulla Tenebra. Gli scappa un sorriso: ecco un altro utilizzo di quella roba che hanno ingerito il giorno prima, gli aviatori non capiranno mai come sia possibile.

    Stringe la pietra con entrambe le mani. «Beh, non ci resta che provare.» inizia, rivolgendosi un po' a Gajeel un po' al suo frammento di Tenebra che, da quando ha afferrato quella roba, sembra essersi leggermente agitato.

    Chiude gli occhi, concentrandosi sulle entità spiritiche dentro di lui. Sente i suoi tre spiriti, sono la parte maggiore del suo io, come una specie di schermo per la sua anima. Si fanno da parte per un attimo, lasciando spazio a quello che, in confronto a loro, sembra un cucciolo ferito e tremolante; la Tenebra - evidentemente - non ha ancora attecchito bene nel suo spirito, forse trova un po' di difficoltà per il piccolo sovraffollamento, o forse ha solo bisogno di tempo per svilupparsi.

    L'evocatore si concentra sul frammento, e, per un attimo, lo sente quasi eccitarsi. Lo guarda, e quell'esserino pare ricambiare lo sguardo con i suoi stranissimi occhioni bianchi. La presenza diviene per qualche attimo più grande, mentre il giovane sente l'energia inizia a fluire verso quell'essenza, come se quella roba si nutra della sua forza.

    Cosa deve fare adesso? Deve farsi possedere come ogni altro spirito? Non ne è sicuro, in fondo è il primo, vero contatto che ha con quell'entità. No, per adesso è meglio evitare questo tipo di risonanza, in fondo non può essere cosi complicato far funzionare quelle pietre: come farebbe Gajeel altrimenti?

    Jack avvicina la sua essenza a quella della Tenebra, cercando allo stesso tempo di non lasciarsi pervadere troppo. Gli basta una piccola quantità d'energia per attivare il potere di quel cristallo.

    Si avvicina sempre di più, finché non sente un piccolo formicolio all'altezza delle dita, segno che qualcosa, lì davanti, sta succedendo.

    Apre gli occhi; la pietra è avvolta da una strana luce oscura. Ci è riuscito? E' questo l'effetto che bisogna ottenere dalla risonanza? Forse sì, ma mettersi a pensare a questi particolari la prima volta che si usa questo tipo di tecnica, probabilmente, non è il massimo dell'astuzia, perché, appena la concentrazione del giovane scema, così quell'aura svanisce dalla pietra, facendola divenire, di nuovo, un inutile ammasso di cristallo.

    Lo spiritista lascia l'aggeggio, appoggiandolo lentamente sul tavolo. Sospira, accorgendosi solo adesso di essere tutto un sudore: a quanto pare l'utilizzo della Tenebra non è cosi semplice come prospettato da Laz.

    Guarda Gajeel, facendo spallucce. «Beh.» inizia, appoggiandosi contro la sedia. «... ci si può lavorare, immagino.» conclude, mettendosi un po' più comodo. La missione si annuncia - tra Edd e quella sottospecie di trappola per anime - più complicata del previsto.



    Passive:

    Percezione - L'allenamento di un evocatore non sta soltanto nel ricevere, governare ed utilizzare determinati tipi di spiriti; se, infatti, il soggetto viene considerato degno da altri poteri spiritici, può divenire in grado di espandere la propria collezione. Questa, d'altronde, è una cosa ovvia, ma pensateci: come sarebbe possibile ottenere nuovi spiriti, se l'evocatore stesso non fosse in grado di percepirli? In che modo questo è possibile? Beh, semplice: sin dall'infanzia Jack è stato addestrato nel percepire le anime dell'ambiente circostante e, nel caso sia possibile, nell'interagire con eventuali presenze slegate da corpo materiale. [Passiva di percezione delle anime]
     
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  15. _MajinZ_
     
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    Ma quanto diamine parlava quel tizio? Le parole uscivano dalla sua bocca a ruota continua, tanto che alla fine a Gajeel venne anche un leggero abbiocco e non capì proprio nulla di quel che stava dicendo... anche se non gli sfuggì il dettaglio di quella spada sfoderata: gli era venuta anche la tentazione di mangiarsela. Purtroppo però quel discorso ebbe quasi un effetto soporifero su di lui e ogni tentativo di reazione venne bloccato prima che potesse partire... per questa volta era stato fortunato, ma alla prossima di sicuro non sarebbe stato così fortunato, quel simpaticone.
    Alla fine comunque Laz prese le redini del gioco, in un modo che ovviamente il nostro borchiato preferito non aveva afferrato per nulla. Sembrava arrabbiato, anzi, li aveva proprio sgridati e sembrava prendere le difese di quello sporco aviatore... il ragazzo digrignò i denti mentre afferrava al volo la speciale pietra spirituale, pronto a tirarla nuovamente in testa al suo capo che si era appena voltato, per allontanarsi insieme al logorroico figuro. Per fortuna che c’era Lily con lui, visto che il cervello non abitava proprio in quella testa vuota e il povero micio era l’unico con un po’ di sale in zucca.
    Prima che potesse accadere l’irreparabile, l’Exceed si lanciò dritto in faccia al compare, affondando i piccoli artigli nelle sue guance... ovviamente l’assalto non era stato leggero e il capellone era finito ribaltato, cadendo all’indietro dritto sul pavimento. Lily quindi rimase in piedi sul petto dell’idiota, incrociando le braccia e fissandolo con un’espressione severa.
    Possibile che tu non ti sia accorto che stava recitando? E’ solo un trucco per imbonire quel tizio e lasciarci fare a modo nostro.
    Quando si trattava di simili finezze il ferroso proprio non ci arrivava, partiva in quarta con la sua impulsività e si dimenticava di ragionare un attimo, di contare fino a dieci prima di reagire.
    Ah.
    Esclamò poi, mentre si tirava su. Grugnì qualcosa, non era proprio convintissimo ma provò a pensare ad altro... concentrandosi quindi su quella pietra. La afferrò, osservandola per qualche istante, poi chiuse gli occhi cercando di percepire la Tenebra e in effetti non ci mise molto: era li, che galleggiava tranquilla e spensierata. Provò quindi ad entrarvi in contatto, proprio come faceva quando sfruttava i poteri del mantello e in un certo senso sapeva già come muoversi. Però questa volta era un po’ diverso, questa tenebra era più difficile da addomesticare... quando l’aura maligna sembrava amplificarsi, bastò una semplice distrazione per far tornare quel sasso... un semplice sasso.
    Che seccatura.
    Disse il moro, mentre al contrario del suo collega ricominciava a concentrarsi per ammaestrare quella roba... non aveva voglia di perderci troppo tempo, ecco.

     
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16 replies since 11/8/2014, 23:13   559 views
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