I Like You Move It... Move It!

Il fornaio seguiva con estrema attenzione i lemuri.
In primis perché non gli voleva calpestare talmente erano piccoli, secondo perché aveva accettato di andare con loro per scoprire insieme quel grande e meraviglioso mondo che era Endlos.
Re Julien però sembrava già stanco e disorientato, tanto che non riconobbe neppure l’ alleato che si era fatto a Chediya.
Mentre quello che si chiamava Mortino non sembrava essersi affatto dimenticato di lui, difatti ritornò alla carica richiedendo nuovamente biscotti.

Banderas esitò un’ attimo.
Non si ricordava che i frollini fossero alla base della dieta dei lemuri, ma d’ altro canto i suoi erano talmente buoni e croccanti che andavano bene a tutti.
Si frugò in tasca e ne tirò fuori uno.
Un bel croccante e ben cotto Pan di Stelle.
Lo passò gentilmente a Mortino e guardò sorridendo Rosita.
Era veramente felice che i suoi biscotti fossero apprezzati, era questo infatti che aveva sempre desiderato fare da quando aveva comprato il Mulino Bianco.
Regalare sorrisi e gioia a chiunque.


”Ma maestà Julien, cosa stiamo andando a fare in città?”

L’ ex-attore era curioso di sapere a cosa era dovuto quel pellegrinaggio dall’ aperta campagna, alla città che sembrava di dimensioni continentali.
Creò anche un’ altro Pan di Stelle che passò a Mourice in modo che riprendesse le energie.
Quel lemure lavorava troppo per la sua età.

Re Julien iniziò a squadrare il fornaio con aria regale.
Con occhi talmente sorpresi che da soli bastavano per dire: “Ma che domande ovvie”

"Per prendere il mio stereo!", disse infine.

Banderas si fermò momentaneamente smarrito.
Cosa aveva detto?
Aveva capito bene? Sul serio voleva che lo aiutasse a prendere uno stereo?


”U-uno stereo?”

Le parole del fornaio erano piene di stupore e forse di paura.
Perché mai un lemure avrebbe avuto bisogno di uno stereo?
Era così strano.
Ma in fondo lui parlava con una gallina ed era proprietario del Mulino Bianco, quelle cose per lui erano normali.
Era fin troppo abituato a quel tocco di magia che la vita aveva deciso di donargli.

Fece spallucce e riprese la fiera camminata che aveva sempre avuto.
Era dai tempi di Zorro che aveva quella camminata, possibile che il personaggio fosse ancora vivo dentro di lui?
D’ altronde gli era sempre piaciuto il set dello spadaccino.
Ma ormai erano altri tempi.

”Se è uno stereo quello che dobbiamo prendere, lo prenderemo. Giusto Rosita?”

La gallina che marciva spedita a pochi metri di distanza da lui, alzò le fiere ali al cielo e si esibì in un potente, quanto spettacolare:

"Cocodè"

Sorrise, sperando che tutti gli altri della banda facessero lo stesso.

”Guardate. Si vede già la città, quindi la prossima mossa Re Julien, quale è?”

Julien guidava tutto impettito la sua ciurma di sudditi e Banderas, che da canto suo era seguito da Rosita.
Il fornaio sorrise a sentire l’ idea del lemure che proponeva di comprare lo stereo, significava quindi che nonostante la regalità gli avesse dato alla testa, non aveva perso i sani prìncipi di ogni essere senziente.

”Bella idea sua Maestà.”
Intervenne eroicamente Banderas per dare voce ad una verità che era sottintesa.

”Un bello stereo lo si può comprare in qualche negozio di musica, ma e dico ma, io non tiengo neppure uno spicciolo nel mia tasca.”

Detto questo fece il famoso gesto che andava di uso comune fare nei film degli anni quaranta.
Si mise le mani dentro le tasche per tirare fuori la cucitura e a testimonianza delle sue parole, l’ unica cosa che uscì fu farina, di grano tenero per giunta.

”Almeno che voi non abbiate qualche soldo non possiamo comprare proprio un bel niente.”

Difficile che dei lemuri andassero in giro con i soldi nelle tasche.
Sopratutto perché non avevo tasche e secondo perché forse non conoscevano neppure il vero significato dei soldi.
Certo, che quelli che aveva davanti erano lemuri parlanti di cui uno era il Re, quindi forse c’ era una possibilità remota che avessero qualche soldo sotto la corona.
Altrimenti si sarebbero dovuti arrangiare.

”Io Julien tiengo un’ idea favolosa.”

Aprì le braccia più che poté, tanto che perfino Rosita rimase soppressa da quel’ improvviso gesto che se ne uscì con un:

"Coccodè"

Banderas si guardò attorno tra quei vicoli della città e inquadrò delle vecchie tavole.
Vecchie ma ancora utilizzabili.



”Costruiremo un banco e venderemo biscotti. A chi non piacciono i biscotti? La gente verrà da noi incuriosirà da questa novità e troverà tre simpatici lemuri e una gallina ad accogliergli. Sarà un successone.”

Banderas già assaporava i visi sorridenti dei bambini e quelli stupiti dei grandi.

”Allora, come vi sembra l’ idea?”

Un largo sorriso inondò buona parte del volto di Banderas.
Era felice, ma che dico, contentissimo che l’ idea fosse piaciuta al piccolo Re Julien, che anzi promise pure di nominarlo cuoco di corte.


”Coccodè”

Esclamò Rosita, esprimendo per il proprio padrone e amico, un sincero affetto.
O almeno, Banderas lo interpretò così il verso della gallina, poteva darsi anche il fatto che stesse dicendo:

“Attento un fuoco”
“Ho Fame”
“Ho sete”
“Coccodè”

Ma ad Antonio piaceva pensarla in maniera nettamente ottimista.

”Bene mio Sire, un’ ottimo posto è la piazza cittadina.”

Si già se lo immaginava.
Si sarebbero messi vicino alla fontana principale e in quattro e quattr’ otto, contando tanto olio di gomito, avrebbe costruito un mulino ad acqua che sarebbe stato alimentato dal getto della fontana.
Se riusciva a trovare anche una grossa pietra, sarebbe stato un gioco da ragazzi costruire una macina bella e funzionante.

”Okay Josè, forse ti stai montando troppo le idee.”

No forse, sicuramente era in quel modo. Da quando aveva lasciato il Mulino, non vedeva l’ ora di farci ritorno, ma prima avrebbe dovuto aiutare Julien.

”Credo che vicino alla fontana andrà più che bene. Che ne pensate amici Lemuri?”

”Stia tranquillo signor Maurice. Ho visto quanto ha lavorato, si merita un degno riposo. Vada pure a sedersi sulla fontana.”



Detto questo Banderas plasmò nuovamente un biscotto che passò al lemure più anziano, se ne sarebbe occupato da solo di costruire lo stand, d’ altronde lui era un vero e proprio uomo di mondo.
Fece segno a Rosita di seguirlo e scomparve per qualche minuto dietro un vicolo.
Quando ritornò aveva letteralmente una montagna di vecchi assi caricati sulla schiena, un paio di chiodi arrugginiti e un sasso.
Gettò tutto il materiale per terra asciugandosi la fronte, che ormai era ricoperta di sudore.

”Benissimo.Qui abbiamo tutto quello che ci può servire … non è vero Rosita?”

Attimo di silenzio.

"Coccodè"

”Ottimo mettiamoci subito a lavoro allora.”

Detto questo il fornaio, divenne falegname e in breve tempo si ritrovò ad inchiodare le assi di legno fra di loro.
Colpiva con forza quei chiodi arrugginiti grazie al suo sasso, confidandoli saldamente nel legno ancora buono.

Nuovamente passarono dieci minuti, fino a quando Banderas non ebbe terminato con la sua ingloriosa opera d’arte.
Era un semplice banco, niente di speciale, ma almeno sembrava resistente e pronto ad ospitare i loro biscotti.

”Finalmente … uff … ho finito. Adesso possiamo andare anche alla ricerca di clienti.”

Disse infine mentre cercava di prendere qualche sorso d’ acqua dalla fontana.

A quanto pareva Banderas non sembrava l’unico lavoratore della piazza, difatti anche Maurice si mise gambe in spalla per costruire quello che doveva essere un trono per Julien.
Mortino guardava il tutto con aria meravigliata.
In quattro e quattr’otto il più era stato fatto, adesso manca solo la cosa più fondamentale per raccogliere i soldi per lo stereo.
Mancavano i clienti.
Quando però il vecchio lemure fece risuonare la sua voce, insieme a quella di Re Julien, l’ aria si riempì di mormorii meravigliati ed estasiati.
Era quello che riscaldava il forno di Banderas, le facce allegre, la gente soddisfatta, era con questi principi che aveva fatto spostare il Mulino Bianco vicino a quel piccolo villaggio di campagna.
La gente era semplice,genuina come i suoi ingredienti ed era quello che lo spingeva ogni giorno a dare il massimo

”Benvenuti signori clienti. Prendete i nostri biscotti, assaggiateli sia grandi che piccini.”


”Vendono biscotti?! Fammi un po assaggiare”
”Buonissimi, senti questo con le stelle bianche. Ma mio dio quanto è carino questo animaletto”
”Mai come quello con la corona”

Inutile dire che ben presto il banco venne assaltato da curiosi e golosi, nonostante il grande numero di persone Banderas riusciva a reggerle tutte.
Lui creava i biscotti e Maurice gli distribuiva a chi di turno.
A un certo punto della serata vi era così tanta gente che faceva la fila, che un gruppo di artisti di strada si mise li vicino.
Con i suoi ballerini pronti a dare il via alle danze solo dopo aver premuto “Play” sul loro stereo.
Alla fine tutto divenne una grande festa.
La gente aveva portato qualche tavolo da casa, una qualche bevanda dolce, ma sopratutto tanta allegria.
Al centro della vera e propria festa, c’erano i nostri protagonisti intenti a ridere e a servire biscotti, un certo numero di persone si era messa a venerare Re Julien, probabilmente alterata dalla quantità di zuccheri assunti con i biscotti, mentre Rosita tentava un approccio con la Break Dance:

”Co-Co-CoCoccodè”

La festa durò tutta la notte e la mattina dopo, chi non era ancora collassato per i biscotti, riuscì a tornare a casa con le proprie gambe.
Banderas era distrutto, ma aveva ancora quel sorriso in faccia che non sembrava volersene andare, perché anche se non aveva chiesto denaro per la vendita dei biscotti, lo stereo era arrivato comunque.
Difatti i ballerini avevano ammesso che si erano talmente divertiti e che le mance erano state talmente tante, che avevano volentieri ceduto lo stereo al fornaio, che a detta loro era più che nuovo.

”Sire.Abbiamo lo stereo.”
Disse trionfante Banderas alzando tale oggetto.