Biting the dust

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    [Da qui]

    Brucia.
    Fa male.
    No.
    Smettila.
    È orribile.
    Sofferenza.
    Non voglio.
    Nausea.
    Dolore.
    Aiuto.
    Basta.
    Uccidimi.

    Ti prego...



    A svegliarmi sono delle urla.
    Le grida hanno un suono strano; riecheggiano come se fossi in uno spazio molto alto, tipo una cattedrale.
    Mi fanno venire il mal di testa. Basta, smettetela!
    Ah, un attimo, sono io ad urlare.

    Richiudo la bocca. È un'operazione lenta e difficile, come se la mia mandibola girasse su cardini arrugginiti.
    Uno, due, tre lunghi respiri. Tremo come una foglia e non so perché. Ricordo solo il dolore, tanto dolore, e ora è tutto passato ma in realtà non lo è veramente. Come quando ti risvegli dopo giorni di agonia febbricitante, e stai bene ma ti senti ancora debole e intontito e molliccio.
    Ecco, mi sento esattamente così.
    Però peggio.

    Mi raggomitolo su me stesso, le braccia strette contro il petto. Ho un sapore amaro in bocca, vorrei vomitare, ma non mi rimane nulla nello stomaco. Ho fame e al contempo non ho nessuna voglia di mangiare.
    Sono sdraiato su qualcosa che un tempo era morbido, ma ora è tutto rovinato e butterato. Non è un letto, pare più un divano.
    Odore di sudore... Da quanto tempo ho addosso questa felpa?
    Odore di vecchio e di polvere.
    Dove sono?

    Uno, due, tre lunghi respiri. Spalanco le palpebre, ed è tutto in bianco e nero. Sono al buio, quindi.
    Scaffali scaffali scaffali. Libri. Una biblioteca.
    Cosa ci faccio qui? Non credo che mi ci abbiano portato i miei.
    Non c'è nessuno intorno a me.
    Mi sento come un cane abbandonato.

    Vorrei chiamare Bid, ma non sono sicuro di poter pronunciare il suo nome in un luogo pubblico.
    «Maestro?» bisbiglio allora, cercando di rialzare il capo.
    In realtà non sono nemmeno sicuro di poterlo chiamare così.
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    Cadeva nel baratro, sempre più in basso, un’agonia dopo l’altra si faceva strada tra le tenebre e precipitava sempre più in fretta. Uno sconosciuto centro di gravità stava schiacciando quella piccola anima verso di sé, allontanandola dalla luce e dalla mediocrità. La caduta era ancora lungi dall’essere finita, ma ad ogni risveglio Lazarus si sarebbe ritrovato più in basso di quanto ricordava. Più corrotto di quanto aveva mai sperato. Il suo maestro lo avrebbe aspettato sul fondo dell’abisso, per accoglierlo a braccia aperte.

    Nel silenzio si sentirono chiaramente i suoi passi. Uscì da un filare di scaffali camminando a passo sostenuto. Non si fermò davanti all’albino, gli fece solo cenno di seguirlo.

    « Hai dormito bene, dannato masochista? »

    Quindi non era stato solo un brutto incubo: erano veramente andati nell’aldilà. I ricordi erano talmente confusi che sarebbe stato impossibile spiegare a parole cos’era successo. Tutto sembrava così inafferrabile…

    « Ripetimi le due regole dello sciamano. Poi dimmi cosa ti ricordi dell’altro mondo. »

    Il suo ordine richiamò la tua attenzione. Bid’daum intanto continuava a camminare, attraversando corridoi dismessi e senza mai voltarsi verso chi - in teoria - doveva seguirlo. Mosse un paio di volte delle leve nascoste negli anfratti del muro, senza che succedesse nulla di clamoroso in risposta. Attraversò altri androni, scese delle ripide rampe di scale, svoltò a destra, altre scale, proseguì nello scantinato a sinistra, poi varcò la penultima porta sulla destra. Non esitò a nessuna svolta di quel labirinto che a molti avrebbe fatto venire attacchi di claustrofobia. Sbagliare una svolta significava perdersi nelle profondità del sottosuolo, lontano da ogni punto di riferimento. Non erano pochi quelli che non erano più usciti da quel groviglio di arterie sotterranee.
    Quando l’illuminazione venne a mancare, estrasse un piccolo cristallo di luce, fulgido come una stella. Probabilmente lo fece per non far inciampare il cencio che aveva alle calcagna, perché lui avrebbe potuto ripercorrere quel tragitto anche ad occhi chiusi. Evidentemente il Kuthiano non era a conoscenza della tua abilità di vedere nel buio.

    « Siamo arrivati. »

    Dopo quel dedalo interminabile di corridoi avevano raggiunto un salone malridotto e in stato di abbandono. I libri erano malamente riposti negli scaffali, qualche pergamena era caduta sul pavimento. Ma non erano il disordine o la puzza di vecchio a colpire ogni nuovo ospite: era una vivida sensazione di pericolo a mettere in allarme il cervello. In quei tomi c’era qualcosa di sbagliato.

    « Benvenuto nella Libreria Perduta. »

    Ecco spiegato il motivo di quel disagio che serpeggiava a fior di pelle. Bid’daum invece si sentiva a casa in quell’anfratto dimenticato dal mondo. Era un piccolo scrigno di malignità e purezza lasciato a se stesso, distante da ogni altra cosa. In un certo senso si era affezionato a quel posto, perché assomigliava un po’ a lui.

    « L’ultima volta abbiamo rimandato una cosa importante: il tuo sigillo. »

    Posizionò il cristallo di luce in una lanterna appesa al soffitto. I raggi di luce lambirono delle pergamene aperte per l’occasione su di un tavolo di legno massiccio.

    « Ho preparato due sigilli gemelli, uno per te e uno per me. Saranno di garanzia per entrambi, dato che impediranno a ognuno di usare i propri poteri sull’altro. Ho accettato la tua richiesta perché è l’unico modo che abbiamo per fidarci l’un l’altro e continuare il tuo apprendistato senza problemi. Mi riservo soltanto la possibilità in futuro di annullarli in caso di necessità: si disattiverebbero entrambi, in quel caso. »

    Aveva un tono strano. Possibile che fosse la prima volta che si vincolava alla pari con qualcuno?

    « Ti sta bene? »

     
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    I suoi passi.
    La sua voce.
    Il mio cuore che smette di battere.
    Mi raggomitolo su me stesso, ma non è sufficiente: vorrei sparire tra le pieghe stesse della materia, accoccolarmi in un luogo oltre il tempo e lo spazio.
    Non sopporto più di vivere in un mondo in cui esiste anche lui.
    Non ce la faccio.
    Basta.

    ...E poi sono in piedi, e nemmeno capisco quando mi sono alzato.
    Movimenti meccanici come quelli di un condannato a morte condotto al patibolo. Le mie gambe si muovono da sole, resistere è inutile.
    Cammino come in trance, finché la sua voce non spezza il buio della biblioteca.

    "Ripetimi le due regole dello sciamano. Poi dimmi cosa ti ricordi dell’altro mondo."

    «Non fare cazzate. Non dare confidenza ad anime strane o mai viste prima.»
    Quali erano le parole esatte?
    «Maneggia solo ciò che conosci. E non sopravvalutare i propri poteri, anche. In realtà è una sola regola, no? Non fidarsi mai di nessuno. Né degli altri, né di se stessi.» annuisco tra me e me, il capo ciondolante come quello di un burattino. Uno di quei pupazzi in cui infili le mani, solo che io non ho più nulla dentro di me.
    Solo un guanto di sangue e stoffa.
    «Sono un masochista, non un aspirante suicida.»
    Non più, ormai.
    Ho capito che esistono dannazioni infinitamente peggiori della morte.

    «L'altro mondo... Ricordo che faceva male.» serro le braccia contro il petto «Era tutto così... Confuso. Luci e colori ovunque, ma collegati. Come una ragnatela.»
    Le stringhe, le stringhe. Non quelle delle scarpe, abbiamo parlato di... Fili che uniscono le cose. Fili di cui sono fatte le cose.
    Fili che possono essere tirati, controllando persone come marionette.

    C'è un momento in cui cado a terra. Il mio corpo, semplicemente, smette di funzionare.
    Voglio rimanere così, con la pietra fredda contro la guancia e il buio che mi avvolge come una coperta. Con il mio respiro sempre più lento che è come una ninna-nanna.
    Sento i passi di Bid farsi sempre più lontani. Forse nemmeno si è accorto che ho smesso di seguirlo.
    Potrei rimanere qui per sempre.

    Alzati, Lazarus, o ci penserà LUI a farti alzare.

    No, non voglio! Cosa ottengo se mi rialzo? Mi farà ancora del male.

    Non ti ha mai sfiorato con un dito. Hai fatto tutto da solo.

    Non credevo che sarebbe stato così! Nessuno mi aveva detto che sarebbe stato così doloroso...

    Sento qualcosa che mi sta tirando in piedi.
    Bid'daum?
    Mi guardo intorno. No, lui è andato avanti. È la mia ombra che si è sollevata, e ora mi stringe con le sue mani buie. Mi infila le braccia sotto le ascelle e tira, rimettendomi in piedi.
    Digrigno i denti.
    'sta stronza. Si diverte, eh? Lei fin'ora non ha fatto altro che ridere e riempirsi la pancia di luce. A me è toccata tutta la fatica, A ME!
    «Basta...»
    Cerco di tirare una gomitata al buio, ma è come voler prendere a pugni l'aria. Bastarda! Pianto i piedi a terra e cerco di frenare, ma è tutto inutile: l'ombra mi spintona in avanti, costringendomi ad attraversare l'ennesimo tunnel buio.
    «Ngh.»
    Tiro su col naso. La vista si fa annebbiata.
    Sto piangendo?
    Credo di sì.
    «Scusa...»
    A chi sto parlando? Forse a Bid, forse a me stesso.
    Scusate tutti se sono così debole.

    Non sei un debole, Laz. Hai sopportato sofferenze inimmaginabili.
    Puoi sopportarne altre.

    I miei singhiozzi rinbombano tra le gallerie. Tremo dalla testa ai piedi, e so che senza il sostegno dell'ombra sarei nuovamente col culo a terra.
    Se ne frega, lei. Avanza inesorabile, trascinandomi verso il buio.
    Ci siamo riavvicinati a Bid, ora; vedo quella sua luce stridente che illumina il cammino. Non vorrei che fosse così vicino, non voglio che mi senta piangere.
    Mi strofino gli occhi con una mano. Riabbassandola, vedo che le dita sono scure.
    Strano. Mi sono sporcato con qualcosa? Avvicino la mano al volto, strizzo gli occhi. Qualcosa di nero e bagnato...

    Oh, sono le mie lacrime.
    Lacrime nere.

    «Che schifo!»
    Mi strofino la mano contro i pantaloni. Cioè, ma... Bleh! Prima il sangue, poi la saliva, e ora questo. Chemmerda.
    Mi sento meglio. Respiro profondamente, ed è come se... Se mi fosse passata di botto una sbronza. Una di quelle brutte, che ti fanno girare la testa e rendono tutto pesante e confuso.
    Mi sento lucido, ora. Lucido, e immensamente stupido.

    Mi divincolo dall'abbraccio della Tenebra, pesto la mia ombra finché non torna ad essere stesa a terra. Ci sputo sopra, per poi iniziare a correre.
    «Ci sono.» ansimo, una volta raggiunto Bid «Ci sono. Un attimo di... Stanchezza. Ci sono.»
    Pronto a qualsiasi altro orrore il mio maestro mi riserverà.


    Beh, per essere un nuovo orrore, è tutto molto traquillo per ora.
    Sono solo libri. Odore di carta e di polvere, e un che di sbagliato nell'aria.
    Mi piace questo posto. Mi guardo intorno, finché Bid non porta la mia attenzione sulle pergamene stese sul tavolo.
    Due sigilli gemelli.
    «I-I... Io...»
    Apro e chiudo la bocca come un pesce rosso. Ci sono così tante cose che vorrei dire che non so da dove iniziare.
    Due sigilli, esattamente come avevo chiesto. Perché mi ha accontentato? Era solo una sbruffonata, la mia. Non credevo che l'avrebbe fatto davvero.
    Parla di continuare l'addestramento. Parla di fiducia. Davvero mi vuole come allievo? È solo un gesto per tenermi contento, poi, o... O davvero crede che io possa nuocergli?
    Che sia così forte da fargli male?

    Che cosa sto diventando?

    Apro e chiudo la bocca come un pesce, gli occhi spalancati.
    Non so cosa dire.
    «Accetto.» dico in un soffio, chinando il capo.
    Mi mordo un labbro, faccio un lungo respiro. Quest'altra frase voglio dirla bene.
    Sollevo il capo, e guardo il mio maestro negli occhi.
    «Significa che sto andando bene?»
    Domanda stupida, lo so: è ovvio che io abbia un briciolo di talento, o non sprecherebbe tanto tempo con me. Ma voglio che lui lo ammetta - un gesto, una parola, un cenno del capo. Qualsiasi cosa.
    Voglio sentirmi dire che sto diventando un Mostro.
    Perché al momento mi sento solo un ragazzino spaventato.
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    Edited by Zero - 28/8/2014, 22:39
     
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    Non fidarsi di nessuno era la regola su cui si fondava quella disciplina maledetta. Una restrizione forte che demoliva i valori della solidarietà e dell’apertura gratuita verso il prossimo. Loro non si sarebbero avvicinati senza cautele, erano degli istrici solitari perché avevano accettato di vivere seguendo la regola suprema.
    Un posto lurido come Merovish non lasciava spazio ai pensatori romantici: la fiducia si poteva acquisire anche per vie traverse e, pur essendo un surrogato dell’originale, il più delle volte funzionava altrettanto bene. Il segreto era trovare il prezzo specifico di ogni persona. Soldi? Donne? Prestigio sociale? Chiunque aveva un prezzo, e una volta scoperto si poteva manipolare tanti burattini quanti erano gli illusi.
    Dove non poteva giungere la loro indole diffidente sarebbe intervenuta la magia, capace di plasmare i rapporti interpersonali in forme nuove e innaturali. Anche Lazarus Lee aveva un prezzo: il riconoscimento del suo valore.

    « Le potenzialità non ti mancano, considerando che sei sopravvissuto fino a questo punto. »

    Un nuovo filo si attaccò al dito del burattinaio. Nella grande recita del mondo poteva mandare in scena un nuovo pupazzo, e quella nuova comparsa avrebbe intrattenuto il suo pubblico come poche altre delle sue marionette.

    « Appoggia la mano sul circolo inciso su quella pergamena, e fallo contemporaneamente a me. Mi sono ricordato del tuo marchio vampirico, non dovrebbero esserci interferenze. »

    Mosse lentamente la mano verso la sua copia di pergamena. L’albino non avrebbe avuto difficoltà a seguire in parallelo quel movimento.

    « Ora. »

    Il tocco - consapevole e non forzato - dei due palmi avrebbe attivato il doppio sigillo. Le iscrizioni occulte si sarebbero illuminate e avrebbero preso vita, risalendo poi le braccia dei due contraenti. Quel rituale avrebbe tatuato sulla pelle di entrambi lo stesso simbolo. Il processo fu rapido e indolore, tutto sommato.

    « Bene, adesso possiamo iniziare. Dimmi: quali poteri vorresti attingere dal mondo delle anime? »

    Il suo volto diabolico non era stato placato della magia di contenimento.


    Entrambi i pg ottengono un bel malus passivo:

    Twin Seals [Malus passivo: impossibilità di usare tecniche attive sul portatore del marchio gemello]
     
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    Dolore, sofferenze, vomito e nausea. Flagellazione dell'anima, corruzione delle carni e della volontà. Umiliazioni e patimenti.
    Tutto questo, per cosa?

    "Le potenzialità non ti mancano."

    Sorrido come un bambino.
    Rifarei tutto altre mille volte. Nessun rimpianto, nessuna esitazione! Tutto il dolore, tutto questo schifo... Ne è valsa la pena. Oh, ne è valsa fottutamente la pena.
    Non sono mai stato così felice in vita mia.

    Devo poggiare una mano sulla pergamena, eh? Sembra fin troppo facile. Quali orrende sofferenze mi attenderanno appena lo farò? Lo scopriremo...

    "Ora."

    Schiaffo la mano sul foglio. I simboli magici si illuminano, e un fremito mi percorre il braccio. È una sorta di formicolio elettrico, come quando tocchi la portiera di una macchina e prendi la scossa per l'elettricità statica.
    La luce mi percorre il braccio, la vedo rifulgere sotto la stoffa della felpa. Stringo i denti, e in un istante è tutto finito.
    «...Non ha fatto male.» mormoro stupito.
    È la prima volta che Bid mi fa qualcosa che non fa male.
    Arrotolo la manica e mi fisso il braccio ossuto. Sulla pelle pallida solcata dal Marchio del vampiro, un nuovo segno nero ha fatto capolino.
    Il sigillo prima vergato sulla pergamena è ora sulla mia spalla. Ancora sfavilla di energia magica, i bordi che sprizzano scintille. Lo ricopro con la manica.
    Figo. Mi piace avere tutti questi segni sul corpo, mi fanno sentire meno bianchiccio.

    Adesso possiamo iniziare. Perché a ben pensarci, fin'ora non ho realmente imparato a fare nulla.
    Eppure mi sento così forte. Vedo il mondo come mai l'ho visto prima, ed è una consapevolezza che mi dà sicurezza. Penso a tutte le persone del mio mondo che pregano i loro Déi, chiedendosi se esista un'aldilà.
    Io l'ho visto davvero.
    «Vorrei usare l'energia delle anime che divoro per rammendare la mia.» mi umetto le labbra «È sempre stata debole, e lo stress dell'addestramento l'ha ulteriormente martoriata. Visto che è alla base dei miei poteri, ci tengo a tenerla in buone condizioni.
    A proposito, è stato lei a salvarmi quando mi sono quasi ammazzato?
    »
    Abbasso il capo, lo sguardo fisso sulle mie scarpe.
    Ricordo qualcosa che rendeva l'agonia più supportabile. Ricordo mani spirituali che pazientemente riunivano i cocci.
    «L-La ringrazio per avermi dato un'altra chance. Non la deluderò più.»
    Deglutisco. Quanti giorni sono passati dalla nostra gita nell'aldilà? Mi sembra di aver dormito mesi.
    Bid si è preso cura di me per tutto questo tempo? Oddio, è imbarazzante pensarci. Temo di essere appena arrossito.

    Sposto lo sguardo sul cristallo appeso al soffitto. Attraverso le lenti aranciate degli occhiali, la sua luce sembra quasi quella di un fuoco.
    «E poi voglio imparare a infliggere agli altri il male che mi sono fatto da solo.»
    Parole dette a bassa voce, ma con voce sicura. L'ansia mi attanaglia la gola, eppure... So di volerlo fare davvero.
    So di voler vedere il mondo bruciare.
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    Ancora una volta rivedeva se stesso in quell’albino che aveva implorato i suoi insegnamenti. Anche lui era fragile, nel corpo come nell’anima, ma dentro covava una voglia di rivalsa che gli avrebbe fatto superare ogni sofferenza pur di raggiungere il potere. L’empatia che sentiva non era tuttavia sufficiente per indugiare sui ringraziamenti smielati di Lazarus, che gli scivolarono addosso.
    Impose una mano verso un ripiano in particolare, e un libro si sfilò agilmente e volò fino a raggiungere la sua presa.

    « Questo volume racchiude l’intera ricerca di Eqihfenc, detto il Cucitore. Contiene quasi tutte le pratiche di risanamento spirituale esistenti. »

    Si era aiutato proprio con quel volume per lenire l’agonia spirituale del ragazzo e impedire che morisse come un coglione, ma questo non glielo avrebbe detto. Appoggiò il tomo di milletrecento pagine sul tavolo.

    « Invece, per imparare a infliggere dolore, ti servirà questo. »

    Tese la mano verso la cima di un ripiano dall’altro lato della Libreria. Un libro ancora più massiccio del precedente lasciò la sua sede e impattò contro la sua mano. Questo conteneva anche dei fogli slegati tra un capitolo e l’altro.

    « È un vecchio trattato scritto nella lingua dei Qòdna. Non è molto aggiornato, ma resta comunque uno dei migliori. »

    Quando lo appoggiò sul tavolo, sprizzò alcune fibrille d’energia dalla rilegatura. Quelle pagine contenevano un potere pericolosissimo anche per la normale consultazione. I fogli sparsi all’interno erano stati compilati dal Castigo un paio di anni prima: erano alcune variazioni sugli anatemi e correzioni minori.

    « Ti servirà qualche mese per finirli, ma immagino che tu non voglia restare qui dentro per le prossime settimane. Avrai degli affari che richiedono la tua presenza. »

    Il Kuthiano parlava di quel problema come se avesse già la soluzione in tasca.

     
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    Woah, telecinesi! Libri giganti che volano per la stanza. Per un attimo, mi flasho Bid che avanza in un campo di battaglia, i tomi che fluttuano intorno a lui. Li muove con la forza del pensiero, rifilando librate in faccia a chiunque si pari sulla sua via...
    Serietà, Lazarus, serietà.

    «Oh, non oso nemmeno immaginare cosa stiano facendo i miei miserabili sottoposti senza di me.» replico, passandomi una mano tra i capelli. Dovrei tagliarmi la frangia.
    Ci sono i miei miserabili sottoposti del Sud, che si staranno certamente preoccupando per la mia assenza. Gajeel, in particolare, potrebbe andare a cercarmi e finire nei posti sbagliati.
    Poi ci sono i disgraziati a Laputa, che si sono trovati con un'azienda tra le mani e nessuna guida su cui gestirla. Avrei dovuto attendere prima di fare questo viaggio, neh? Lasciare che gli affari si stabilizzassero.
    Sono stato troppo impaziente.

    «Immagino che esista un'altra via, o avrebbe tirato fuori anche un dizionario della lingua dei Qòdna.» indico il librone grosso grosso, quello scritto in modo strano.
    Deve esserci una scorciatoia.
    Probabilmente sarà dolorosa.
    «Non ci sarà bisogno realmente di leggerli per assorbirne le informazioni. Giusto?»
    Lettura telepatica: è l'unica soluzione che mi viene in mente. Scavalcare la parola scritta, andare dritti alle informazioni. Perché dubito che questa biblioteca permetta il prestito di libri tanto preziosi.
    Condensare settimane di studi in pochi istanti di caos, sperando che il mio cervello non si sovraccarichi e faccia il botto.
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    Il parallelismo continuava, perché a sentir parlare di “miserabili sottoposti” ricordò perfettamente quando anche lui si era ritrovato di colpo alla guida di un gruppetto di sbandati. Ai tempi avevano un’idea forte che gli dava la forza di continuare, era il sogno lontano per cui valeva la pena combattere. Un sogno che faceva gola a molti altri: la conquista del Sud. Oltre a quest’orizzonte lontano avevano poco altro… non avevano i mezzi, non avevano nemmeno una strada da seguire.
    Eppure gli Eversori non si erano persi, avevano tracciato da soli la loro strada. Il tempo aveva rivelato loro modi e tempi in cui manifestare la loro forza. La forza di un sogno li aveva portati a compiere l’impossibile.

    Quel giorno rivide se stesso e i primi passi incerti della sua gilda.

    « Un giorno parleremo del tuo lavoro e dei tuoi uomini. Per quanto riguarda i libri, hai intuito in parte quello che ho in mente. »

    Recuperò un rotolo di pergamena che era rimasto appoggiato a una gamba del tavolo.

    « Questa contiene un incantesimo che permette di assorbire le nozioni dalle pagine. Ovviamente non potresti condensare tutti i volumi in un colpo solo, il tuo cervello collasserebbe. Potremmo iniziare da questi due. »

    Nel dire questo, afferrò i libri appena estratti.

    « Ovviamente non ti basterà conoscere il loro contenuto per diventare uno sciamano, dovrai esercitarti tutti i giorni. Gli altri libri indispensabili sono questi. »

    Tese le mani verso i filari della libreria e uno stormo di testi reagì al suo richiamo. L’aria si riempì del fruscio delle pagine e del crepitio dei pentacoli sollecitati dai poteri cinetici del Castigo. Impilò tre colonne di libri con precisione certosina.

    « Per finirli tutti potrebbero volerci anni. Visto che non possono uscire dalla biblioteca e tu non puoi assentarti troppo a lungo dai tuoi impegni, ho pensato a una soluzione che facesse al caso nostro. Creerai una copia di questi testi con la magia e la inciderai nella tua anima. Solo tu potrai leggerli, ti basterà chiudere le palpebre per vedere le pagine. »

    Parole scritte nel buio e formule proibite sospese in un limbo.

    « In questo modo non sarai costretto a trattenerti a Merovish. Per i rituali più complessi potrai venire a cercarmi, mentre dovrai cavartela da solo con le applicazioni di base: non posso farti da balia per delle stronzate. Se ti sta bene, attiva questa pergamena appoggiando la mano. »

    Intanto il Kuthiano appoggiò i due libri da assorbire in una posizione specifica dell’intricato disegno. Le pile di testi da inscrivere nell’anima dell’albino furono raggiunti da un altro lembo della pergamena.
    Sollevò la testa di colpo, come se avesse improvvisamente ricordato un piccolo particolare.

    « Ah, dimenticavo: farà molto male… »

    eWmgOnM

    « …ma ormai dovresti esserti abituato. »

     
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    I had to stay the same.


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    Ahh, Merovish, dove anche leggere si rivela un'impresa dolorosa.
    Allargo le braccia sogghignando.
    «Se non facesse male non sarebbe divertente.»
    Mi sforzo di apparire rilassato, di non tremare da capo a piedi. Il mio corpo non ne può più del dolore; la nausea mi assale al solo pensiero di farmi ancora del male.
    Il mio corpo non ha ancora capito che tutto questo è solo l'inizio.

    Scolpirmi i libri nell'anima. Possibile che non esista una soluzione più pratica per me, uomo del ventunesimo secolo?
    Qualcosa di più... Tecnologico. Tipo, non so, scaricarsi la versione ebook.
    Potrei fotografare le pagine col cellulare, una ad una. E poi? Impossibile tradurle testo e metterle nel lettore ebook: il io portatile non riconosce la Lingua Comune di Endlos. Dovrei leggerle dallo schermo del pc, che per quanto portatile, non è semplicissimo da portare in giro.
    Immagino che la soluzione proposta dal maestro sia veramente la migliore.

    Sospiro. Questo è un arrivederci, giusto? E immagino che Bid poco gradisca saluti, ringraziamenti e altre simili cortesie.
    Non mi resta che stringere i denti e schiaffare il palmo sulla pergamena.
    Nfgh.
    O-Okay, più o meno ci sono. Riapro gli occhi, e vedo buio e arcate in pietra e scaffali ricolmi di libri.
    Sotto il mio corpo sdraiato, molle rotte e tessuto liso. Sono sullo stesso divanetto su cui mi sono svegliato qualche ora fa.
    Sono dolorante, ma sveglio. Nulla di troppo grave: strascichi di dolore spirituale, e un certo indolenzimento ai muscoli. Mi sento tutto ammaccato, come se qualcuno mi avesse riportato qui trascinandomi per i piedi lungo tutte quelle scale.
    Immagino che sia andata esattamente così.

    Mi metto a sedere e mi strofino gli occhi.
    L'aria è così... Vuota.
    Sono solo, e per la prima volta in vita mia la cosa mi dà fastidio.
    È l'assenza di Bid a fare male, sopra ogni altra cosa. Come se qualcuno mi avesse strappato via una piccola parte di me.
    Così strano, tornare alla normalità. Essere Lazarus Lee, lo sfigato capo della Seele, e non più il piccolo allievo del Castigo.
    È come essersi svegliati da un sogno. Ma non è stato un sogno, vero?
    Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi. Cerco i libri nella mia testa e quelli compaiono, lettere bianche e luminescenti sullo sfondo delle mie palpebre chiuse.
    Figata. È come avere un lettore ebook nel cranio.
    Un lettore pieno solo di noiosi libri di scuola.

    Credo di sentire qualche osso che scricchiola, mentre mi tiro in piedi. Di certo sento un rumore di carta stropicciata.
    Caccio una mano nella tasca dei jeans e ne tiro fuori un bigliettino.

    "A presto, masochista."


    E nonostante il dolore, l'orrore, la sofferenza, la stanchezza, la nausea,
    ancora una volta mi viene spontaneo sorridere.
    Energia: 100%

    Passive:
    Manipolazione delle ombre - Come da titolo
    Even shadows have shadows - Percezione pericoli
    Albino Eyes - Scurovisione
    Broken Soul - Anti-auspex spirituale
    Spiritualized - Auspex spirituale
    Wretched Blood - Malia attraverso ii fluidi corporei
     
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8 replies since 17/8/2014, 19:12   259 views
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