Edmund VS Augustus

Torneo LAM II

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  1. Liberi Aeris Milites
     
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    L'opera di ricostruzione del Presidio Errante si era dimostrata spaventosamente rapida nonostante le ingenti perdite sia di fondi che di manodopera a seguito della Guerra Civile e dell'insediamento del nuovo Alfiere; ciò nonostante l'intera isola fu ben presto riportata al suo antico splendore e nuovi edifici sorsero al posto delle rovine. A tal proposito, il Magisterium giocò un ruolo importante, se non addirittura essenziale: attraverso la magia era infatti possibile realizzare qualunque cosa, dunque nessuno si meravigliò più di tanto quando una nuova struttura galleggiante apparse improvvisamente nei cieli occidentali di Endlos. Un'arena sospesa nel cielo, totalmente priva di attracchi o legami alle altre terre ad esclusione del centro gravitazionale che la faceva roteare attorno a Laputa come un satellite.
    Ad esser sinceri, furono in molti a domandarsi il perchè di quella scelta... ma solo il tempo avrebbe concesso loro delle risposte.


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    - Edmund vs Augustus -

    Campo di Battaglia: Arena Celeste 300x100 metri
    Condizioni Ambientali: Ore 9:00. Cielo nuvoloso, clima umido, poco ventilato.
    Altro: Avete come spettatori Drusilia Galanodel e qualche Aviatore sulle tribune, fra cui il Comandante Khatep.
    Inizio del Combattimento: 20 Agosto
    Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
    Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
    Penalità: Dopo il 3° giorno di mancata risposta
    Primo Post: Edmund

    Criteri di Giudizio:
    Ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da 0 a 5.
    Tutti e 4 i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

     
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  2. .:Aeon Clock:.
     
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    L'Arena Celeste

    Born of a New Day

    Quisque faber fortunae suae.


    Sospirò, bagnandosi con le labbra l'indice della mano destra e sfregandolo contro il pollice per creare maggior aderenza. L'aria era particolarmente umida e le pagine del libro regalatogli da Adaham faticavano a dividersi, quasi come se volessero ricordargli costantemente che quel giorno non si sarebbe potuto dedicare alla lettura e che da un momento all'altro la sua stessa coscienza lo avrebbe strappato a forza dalla calda poltrona nel salotto del suo appartamento.
    Non che leggere avesse ora una reale utilità pratica; gli sarebbe bastato fuoriuscire dal proprio corpo per un singolo istante e penetrare all'interno del tessuto esistenziale di quel consunto e logoro tomo per estrapolarne in un battito di ciglia tutte le informazioni contenutevi. Eppure in giornate come quella non desiderava fare altro che chiudersi in casa con una buona tazza di caffè e perdersi con pigrizia nei meandri dei suoi scritti, lasciandosi consumare dal puro piacere della conoscenza ed obliando qualsiasi altra realtà all'infuori di quella. Volse una breve occhiata al di fuori della finestra che dava sul cucinotto, dalla quale poteva scorgere buona parte della città bassa e del latifondo, ed il suo sguardo si spinse lontano errando senza meta oltre le mura cittadine, sino al maestoso Albero Casa. Il cielo, in quel giorno ceruleo e denso di cumulonembi, prometteva solamente pioggia. Edmund aveva vissuto per molte giornate, forse troppe, talmente tante da non concedergli il lusso di sopportare quella maledetta pioggia che gli aveva visto portare via tutto quanto avesse di più caro, lasciando solamente un buco nel suo cuore; ma evidentemente non ne aveva vissute abbastanza da permettergli di dimenticare.
    Poggiò il libro sulle proprie gambe e la mano che lo reggeva si mosse involontariamente nel taschino della sua giacca, frugandovi all'interno, fino a raggiungere un oggetto metallico di dimensioni e forma fin troppo noti. Il semplice contatto con quel freddo strumento gli provocò un'intensa sensazione di tranquillità e pace, quasi come se ridestandosi da un lungo torpore si rendesse conto solo ora di possedere un corpo. Estrasse l'orologio mentre la luce della lampada ricreava bizzarre cromature sulla sua superficie scintillante e con una lieve pressione sulla corona allentò il meccanismo che rilasciava i due quadranti.
    Venti minuti alle nove. Era il momento di partire.
    Indugiò per alcuni secondi ad osservare l'estremità superiore dell'artefatto che custodiva la sua anima, mentre il lento ticchettio delle lancette si faceva spazio tra i pacati rumori provenienti dall'esterno e gli obnubilava la mente come una nenia lenta e cacofonica. Sospirò nuovamente, osservando la foto inserita nel portagioie; sembrava quasi che il meraviglioso volto di Cècile, sbiadito dal passare del tempo, lo osservasse con disappunto domandogli che cosa ne rimanesse davvero dell'uomo chiamato Edmund.

    Tic, toc, tic, toc.

    Si coprì con un pastrano di colore grigio scuro e si incamminò con una certa sollecitudine in direzione dell'Arena Celeste dove lo attendeva il suo contendente, un tale di nome Augustus Asensi. Sembrava che fosse uno tra i migliori uomini agli ordini del comandante Khatep e nientemeno che il suo braccio destro, uno dei più probabili candidati alla carica di sergente del reparto blu. Da quanto aveva potuto riscontrare tra i racconti degli altri aviatori e dai registri archiviali del dipartimento di ricerca e sviluppo egli utilizzava una particolare ed insolita forma di alchimia numerologica, era dotato di un grande intelletto e di una non minore forza di volontà: di certo si trattava di un avversario di tutto rispetto. Mondragon aveva svolto diverse ricerche sul suo conto nei giorni precedenti allo scontro, poiché da persona prudenziale qual'era riteneva che il miglior metodo per conseguire una vittoria fosse quella di conoscere approfonditamente le capacità del proprio nemico; ed in questo reputava di avere un congruo vantaggio, poiché a differenza sua egli era ancora pressoché sconosciuto e non aveva ancora mai utilizzato che una piccola porzione delle proprie capacità, mentre la maggiorparte rimanevano ancora sconosciute ai più.
    Non che ritenesse di poter aver vita facile, tutt'altro: ma se lo stesso comandante aveva deciso di sottrarre tempo prezioso ai propri studi per assistere a quel duello significava solo che si aspettava molto, da entrambi.

    Edmund giunse sino al limitare dell'ampio arco che delimitava l'ingresso all'Arena, prima di fermarsi. Le sue gambe non si vollero muovere ulteriormente, una volta che raggiunse la consapevolezza che fatto un ulteriore passo, non sarebbe più potuto tornare indietro.
    Ma non era la paura a frenarlo, quanto il dubbio sulla natura di ciò che stava per compiere. Aveva sempre duellato con diletto quando se ne fosse presentata l'occasione, ma qual'era il vero senso di questo combattimento? Perché proprio ora? Per quale ragione si era iscritto al torneo dei Liberi Aeris Milites? Certamente non per manifestare la propria superiorità o per tentare di ottenere una vittoria, non qui, non aveva mai ambito alla gloria e all'onore, men che meno al potere o alla ricchezza. Una delle poche virtù di cui fosse privo era senza alcun dubbio l'ambizione.
    Stava per volgere i propri passi su se stessi, quando una voce dal suono familiare gli risuonò nella testa.

    Lo sai cosa ti differenzia da tutti gli altri uomini? Tu non combatti nel nome di un dio, di una patria o di un imperatore. Non lotti per il successo o per un riconoscimento personale, perché dentro al tuo cuore sai già di aver ottenuto ciò che chiunque altro brama e senza neppure domandarlo. Tu lo fai per difendere quell'unica cosa che è sempre mancata nella tua vita.

    Si stupì di aver compreso solo ora quale fosse il reale significato di quelle parole criptiche pronunciate più di mille anni prima. Sì, aveva proprio ragione.
    Thoumieux attraversò il portale di pietra che costituiva l'entrata dell'area dedicata ai gareggianti con una rinnovata determinazione; se qualcuno avesse potuto vederlo in viso in quel momento, avrebbe scorto in lui un sorriso caldo e raggiante come il sole di mezzogiorno.
    In fondo, si disse, era il padrone del tempo. E non poteva arrivare in ritardo.



    Pensieri di Edmund

    Status Mentale - Convinto e pronto
    Status Fisico - Illeso
    Riserva Mana - 100%

    Tecniche Attive - nessuna

    Tecniche Passive -

    V, the Vision.

    Il flusso del tempo è come uno specchio d'acqua tersa e cristallina: qualunque corrente provoca piccole increspature che ne rivelano la fonte. Per chi è in grado di leggere questi segnali, il mondo fisico non ha alcun segreto. Come si può cogliere di sorpresa qualcuno che è in grado di dipanare davanti a se le trame di tutti i futuri possibili?

    Passiva di auspex fisico. Edmund riesce a distinguere chiaramente la posizione dei nemici e gli attacchi in arrivo, anche se privato della vista. Portata 30m.

    T, the Transcendence.

    Quando imparò a controllare completamente il Dominio del Tempo, Mondragon si rese conto che aveva smesso di invecchiare. Il suo corpo si era svincolato dalle leggi dei mortali ed egli era trasceso ad un entità superiore, libera dal giogo tirannico della morte, incarnandosi in una forma pura e perfetta che non sarebbe mai deperita. Benché il suo fisico non subisse più l'ordalia del decadimento, i lunghi anni di isolamento mutarono la sua mente e il suo spirito conducendolo quasi alla pazzia e lo indussero alla costruzione dell'Orologio degli Eoni, un potente artefatto che lo avrebbe reso per sempre giovane.
    Per ragioni che sfuggono alla portata degli uomini e sfiorano le inconcepibili vastità dell'intelletto divino, la volontà dell'Orologio si è fusa con il tessuto spaziotemporale di Endlos, imprigionandovi il Cronarca per l'eternità. Egli infatti non conosce il tocco del tempo, né la paura della sconfitta: non appena Edmund subisce una ferita mortale, l'Orologio degli Eoni si attiva automaticamente e, mentre le lancette scivolano indietro, esso inverte lo scorrere degli eventi e riporta il corpo del proprio padrone ad un momento antecedente alla morte.


    Passiva. Edmund Mondragon è immortale (se viene ucciso in combattimento il suo corpo scompare nella trama dello spaziotempo e riappare in un altro luogo).
     
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    Numerologia: 1, Individualità


    Arena Celeste



    Partecipare ad un torneo è una strana novità per un Numerologo. Ancor di più se di nome fa Augustus.
    Nella sua vita si è trovato davanti a tanti pericoli, che siano lupi, demoni, Ragni o storie di un passato oscuro, questo implica che ha avuto modo di utilizzare le sue abilità, di mettersi alla prova e di sapere quanto vale. Questo, però, non è condizione sufficiente a dire che è abituato agli scontri, ai duelli. In questo campo è un timido verginello che probabilmente si sta lanciando nella bocca del leone.
    Inutile dire che più il timore del senso bruciante di una sconfitta la cosa che più lo inquieta e teme è l'eventuale, anzi, la sicura rivalsa del Comandante. Per aver disobbedito ad un diretto ordine del suo superiore si è ritrovato per una settimana a pulire le gabbie dei criceti e dei conigli di tutti i laboratori di ricerca. Si, anche i conigli mannari, infatti questi sono stati la croce più grande per il povero Numerologo.
    I presupposti di questa competizione sono dei peggiori. Giulietta, come è ovvio pensare, ha sfruttato queste condizioni per sottolineare l'inettitudine dello studioso. Dopo due ore di dialogo il risultato è un Augustus psicologicamente stanco ed una Giulietta psicologicamente esaltata.
    Ancora una volta i presupposti della competizione sono dei peggiori.
    Ascoltami bene
    Un lampo di genio illumina il viso occhialuto. Con un ghigno il ragazzo si volta verso lo spirito. Gli occhietti piccoli fissano, nella realtà, un punto indefinito della parete di mattoni degli spogliatoi in cui si trova.
    Se non dai il tuo meglio, dirò al Comandante che mi hai sabotato

    Gioco, Partita, Incontro. Vittoria di Augustus.
    Rinvigorito nell'animo il Numerologo scatta in piedi e si avvicina ad uno specchio. Si osserva prima dello scontro. Indossa, invero, i soliti vestiti, niente di particolare: una camicia bianca, un paio di pantaloni comodi color grigio topo, un paio di scarpe nere e gli occhiali cerchiati che pigiano contro il naso adunco. Un mare di ricci neri e scompaginati cade sul collo e sulle orecchie coprendole appena.
    Solo ora si rende conto di non conoscere minimamente chi sia il suo avversario. Non si è informato, non è il tipo, sta cercando di prendere la sfida con filosofia tale da tamponare tutti i suoi timori.
    Andiamo?
    Domanda al plotone di spiriti che lo segue, uno di loro gli fa notare che sta dimenticando i suoi tarocchi e quindi rapidamente allaccia una piccola cintura a cui è connesso il mazzo in cui porta i suoi piccoli tesori. Per un momento un vago senso di tristezza gli frusta l'animo: non è mai riuscito a completare la sua collezione, ma un giorno, forse, ci riuscirà.
    Seguendo la strada indicata arriva al cancello di uscita. E' trepidante.
    Il cielo nuvoloso non viene visto come presagio positivo. L'umido, poi, gli fa appiccicare la camicia contro la pelle. Il risultato è che il suo avvicinamento al centro dell'arena è una sorta di macarena per scollarsi la camicia stessa di dosso. Comico avvampa in viso quando lo sguardo incontro quello del Comandante e poi di Drusilia.
    Un paio di lunghi respiri per ristabilire la calma. Gli spiriti sono quieti e sotto minaccia. Si sistema per bene i vestiti e sorride al suo avversario.
    Salve! Io sono Augustus, è un piacere fare la tua conoscenza, per quanto mi rendo conto che non sia la situazione migliore per fare conoscenza, ecco, si

    Un cenno ossequioso del capo ad accompagnare il tutto. Un mare di riccioli neri svolazza a mezz'aria. Indice della mano destra che spinge indietro gli occhiali fino a conficcarli con una leggera fitta sulla cute del naso.
    Spero che il nostro sia uno scontro, piacevole

    Il tutto viene detto con il sorriso e con il massimo della leggerezza. Ora, però, è forse il caso di mettersi in riga e cominciare. Molleggia sulle gambe ed alza i pugni in una guardia più tipica della boxe che altro. Fissa il suo enigmatico avversario ed attende.
    In questa posizione sembri uno struzzo gravido
    Grazie, Giulietta, i tuoi sproni sono la giusta benzina per cominciare uno scontro.




    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]
    Figlio dei Numeri - Istant Casting & Aumento riserva di mana [Passiva]
     
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    L'Arena Celeste

    Augustus

    Si vis pacem, para bellum.


    L'Arena Celeste aveva certamente assistito ad una vasta quantità di scontri tra aviatori nel corso del tempo sin dalla sua relativamente recente creazione, e quel duro suolo pietroso era stato calpestato da ogni sorta di piede, fosse quello di valorosi soldati corazzati, di abili cecchini armati fino ai denti o di potenti e letali arcanisti. Ma c'era qualcosa di alquanto curioso ed inusuale nella battaglia che ivi stava per avere luogo quel giorno, poiché forse per la prima volta vedeva contrapporsi due studiosi anziché due guerrieri, persone più solite leggere ed apprendere strategie su antichi tomi polverosi piuttosto che applicarle sul campo, individui che, benché fossero totalmente dediti alla scienza e al sapere, più di chiunque altro erano in grado di valutare correttamente cause ed effetti di qualunque azione intraprendessero.
    Qualcuno, in un altro tempo ed in un altro posto, avrebbe detto che ferisce più la penna che la spada e quei due ne erano la dimostrazione vivente.

    Augustus era indubbiamente un tipo particolare, su questo Edmund non aveva alcun dubbio. Trasandato, inquieto e distratto, come se non riuscisse a sentirsi propriamente a suo agio nei propri vestiti o addirittura nella propria mente; come se qualcosa o qualcuno attirasse costantemente la sua attenzione, portandolo ad un livello di consapevolezza diverso da quello degli altri esseri umani.
    Tuttavia egli si presentò al Cronarca in maniera assai cordiale, con un modo di fare che trasmetteva estrema serenità. Una brezza di vento scompigliò i capelli brizzolati di entrambi i luminari e tentò addirittura di portarsi via il cilindro di Edmund, il quale lo bloccò con una ferrea stretta della mano sinistra un attimo prima che il soffio d'aria lo strappasse dalla sua testa.
    Approfittò dell'occasione per eseguire un prolungato inchino, portando il braccio mancino al di sotto del busto e riassettandosi i capelli con la mano destra.

    “Il piacere è tutto mio, io sono Edd. Hai ragione, sicuramente questo non è il luogo più consono per familiarizzare con qualcuno, ma confido che prima o poi il destino ci riserverà di collaborare in modo più lieto, magari davanti ad una buona tazza di tè caldo.”

    Gli sorrise in viva sincerità, accompagnando quel gesto di leziosa solarità con l'estrazione della sua spada. Le forti dita di Mondragon cercarono l'elsa ricoperta di scaglie di idra della lama dalla sua guaina appesa alla cintola, prima di strapparla con estrema cautela dalla sua fodera facendo attenzione a non sfregarla eccessivamente. Il filo di Edge era tanto affilato quanto fragile, ed un minimo errore avrebbe potuto scatenare i poteri che essa racchiudeva.

    “Ti auguro ogni fortuna; ed ora, facciamo divertire un po' il pubblico.”

    Gli occhi di Edmund squadrarono da cima a fondo la pallida figura di Augustus, come avevano sempre fatto fin dal suo primo arrivo. Stava cercando di studiare il più possibile il suo avversario, dalla postura all'aspetto psicologico, al fine di individuarne eventuali punti deboli; in maniera identica a qualunque nemico avesse incontrato fino a quel giorno, fino al allora. Egli si limitava a combattere così, analizzando pro e contro di ogni suo gesto ed esibendosi giocando una partita che aveva già scritto all'interno della propria mente.
    Non era poi tanto diverso da come gestiva i suoi rapporti nella vita.
    Gli sovvennero di nuovo alla mente le parole del proprio maestro.

    Lo fai per difendere quell'unica cosa che è sempre mancata nella tua vita.

    Per cosa combatti tu, Edmund Thoumieux?
    Una volta avevi degli ideali, avevi una famiglia, cose per cui valeva la pena lottare e vivere. Ora non hai più ne gli uni, ne gli altri.

    Qualcosa era mutato profondamente in lui dal suo incontro con Ted Carter. Dicono che non si finisca mai di imparare e che le lezioni di vita più importanti possano provenire anche dalle persone più impensabili. Nei diversi giorni di riabilitazione successivi al loro combattimento, passati tra il dolore straziante per le ferite ricevute e le diverse cure obsolete che le infermerie dell'Albero Casa erano in grado di offrire, Edd aveva avuto modo di riflettere molto, più di quanto già non facesse solitamente.
    Ted gli rassomigliava sotto molti aspetti, questo già lo sapeva, ma nella sua semplicità egli aveva qualcosa di più, una qualità tanto rara da renderla forse la più preziosa; era stato in grado di lasciarsi alle spalle la solitudine, il passato e le disgrazie e continuare a vivere, focalizzandosi solo sul proprio presente. Certo, forse per lui era stato più facile dimenticare; ma il tempo scorre inesorabilmente per tutti ed il Cronarca non avrebbe potuto utilizzare in eterno questa scusa per giustificare la propria incapacità di non darsi per vinto al proprio passato.
    Avrebbe voluto essere come lui, avrebbe voluto poter ricominciare a vivere, anche solo per un singolo giorno.

    Squadrò per l'ultima volta Augustus, che intanto aveva assunto la propria bizzarra posizione, preparandosi all'imminente scontro.
    Quest'oggi Edmund non sarebbe ricorso alla propria astuzia; niente programmi, niente schemi. Oggi avrebbe combattuto solamente con il proprio istinto.

    Fletté i bicipiti femorali e le sue robuste gambe si slanciarono in un'elegante ma rapida corsa verso l'occhialuto studioso, mentre invertiva la presa di mano di Edge e portava il suo shinogi ricurvo, la parte opposta al taglio della lama, sotto l'ascella del braccio destro.
    Attese di trovarsi ad una mezza dozzina di metri dal proprio avversario prima di rivolgere il palmo aperto della propria mano sinistra diritta davanti a se, generando quattordici vorticanti sfere nere come l'inchiostro più puro e costituite da nient'altro che il corrusco vuoto dimensionale; sei dei letali globi senza né anima né corpo si materializzarono a pochi metri dal suo obiettivo, dividendosi regolarmente per colpire contemporaneamente volto e busto. Gli altri otto, più grandi in dimensioni ed in potere distruttivo, si materializzarono dietro alla schiena dell'avversario, celati alla vista; gli affamati divoratori di materia si scagliarono in minor parte verso le gambe di Augustus mentre i restanti si diressero a colpire la sua schiena e la sua testa.

    Mentre il nero abbraccio si abbatteva sull'aviatore come un'oscura morsa dettata dall'agonia dello spaziotempo, Edmund discendeva sul suo bersaglio distogliendo inconsciamente gli occhi e la spada dallo sguardo vitreo dell'occhialuto e concentrandosi unicamente sul movimento dei suoi arti, affinché non potesse scorgere l'arrivo del suo attacco furtivo mediante il riflesso prodotto dalla tenue luce solare sulla superficie riflettente della lama. Questa, indipendentemente dall'esito dell'attacco precedente, sarebbe calata una volta sul fianco sinistro di Augustus, all'altezza delle costole; favorito dalla rapidità del movimento e dall'ampio arco a curva che la posizione dello stile Iàido concedeva alla sua tachi, il fendente sarebbe stato portato con una rapidità ed una forza imprevedibili.

    Un accennò di lacrima solcò il viso di Mondragon quando si accorse di non riuscire a trascendere la sua stessa esperienza e di privarsi dei propri dubbi o timori. Non era in grado di sconfiggere neppure le proprie abitudini in duello, figuriamoci i fantasmi nella propria mente.

    Per cosa combatti tu, Edmund Thoumieux?



    Per trovare un senso alla tua esistenza.



    Pensieri di Edmund
    Parlato Edmund

    Status Mentale - Perso nei suoi pensieri
    Status Fisico - Illeso
    Consumi del turno - 10% + 20%
    Riserva Mana - 70%

    Tecniche Attive -

    H, the Hole.

    Capita sovente a chi affronta i dominatori dello Spaziotempo di perdere qualche arto o anche porzioni più vaste del corpo senza accorgersi immediatamente del danno dubito e, circostanza ancora più strana, senza provare dolore. Una prerogativa delle abilità di un cronomante è quella di controllare l'apertura e la chiusura di squarci all'interno della realtà, un' arte ermetica e ardua da apprendere e ancora di più da padroneggiare in toto, ma indubbiamente letale. Ad un comando del Cronarca, lo spazio circostante si contorce su stesso e si riplasma fino a formare diverse sfere nere di piccole dimensioni, costituite dal Vuoto Assoluto; spinte dalla volontà del loro creatore, esse divorano avidamente tutta la materia con cui vengono in contatto, disgregandone l'essenza.

    Tecnica Multicolpo (costo variabile). Quando Edmund utilizza 'H, the Hole' può materializzare alcune sfere nere di vuoto, secondo lo schema che segue: 4 sfere in un raggio di 5m per un costo basso, 6 sfere entro 7m per un costo medio, 8 sfere entro 10m per un costo alto e 10 sfere entro 15m per un costo critico. Ciascuna di esse è controllata mentalmente dal Cronarca e possono essere indirizzate indifferentemente contro bersagli diversi, contro lo stesso bersaglio o possono essere lasciate vorticare per essere utilizzate nel turno seguente. Una sfera si disperde automaticamente dopo aver colpito un bersaglio, se viene bloccata da un oggetto/difesa magica di sufficiente livello o se esce dal raggio di azione della tecnica. Il contatto con una sfera disgrega molecolarmente la materia, con un entità di danni proporzionale al costo della tecnica: sfere di livello basso provocano escoriazioni e ferite superficiali, mentre quelle di livello critico sono in grado di passare da una parte all'altra di un corpo. [medio + alto]


    Tecniche Passive -

    V, the Vision.

    Il flusso del tempo è come uno specchio d'acqua tersa e cristallina: qualunque corrente provoca piccole increspature che ne rivelano la fonte. Per chi è in grado di leggere questi segnali, il mondo fisico non ha alcun segreto. Come si può cogliere di sorpresa qualcuno che è in grado di dipanare davanti a se le trame di tutti i futuri possibili?

    Passiva di auspex fisico. Edmund riesce a distinguere chiaramente la posizione dei nemici e gli attacchi in arrivo, anche se privato della vista. Portata 30m.

    T, the Transcendence.

    Quando imparò a controllare completamente il Dominio del Tempo, Mondragon si rese conto che aveva smesso di invecchiare. Il suo corpo si era svincolato dalle leggi dei mortali ed egli era trasceso ad un entità superiore, libera dal giogo tirannico della morte, incarnandosi in una forma pura e perfetta che non sarebbe mai deperita. Benché il suo fisico non subisse più l'ordalia del decadimento, i lunghi anni di isolamento mutarono la sua mente e il suo spirito conducendolo quasi alla pazzia e lo indussero alla costruzione dell'Orologio degli Eoni, un potente artefatto che lo avrebbe reso per sempre giovane.
    Per ragioni che sfuggono alla portata degli uomini e sfiorano le inconcepibili vastità dell'intelletto divino, la volontà dell'Orologio si è fusa con il tessuto spaziotemporale di Endlos, imprigionandovi il Cronarca per l'eternità. Egli infatti non conosce il tocco del tempo, né la paura della sconfitta: non appena Edmund subisce una ferita mortale, l'Orologio degli Eoni si attiva automaticamente e, mentre le lancette scivolano indietro, esso inverte lo scorrere degli eventi e riporta il corpo del proprio padrone ad un momento antecedente alla morte.


    Passiva. Edmund Mondragon è immortale (se viene ucciso in combattimento il suo corpo scompare nella trama dello spaziotempo e riappare in un altro luogo).


    Edited by .:Aeon Clock:. - 25/8/2014, 00:27
     
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    Arena Celeste



    Adoro il tè caldo e per quanto mi riguarda questa sarà una promessa!
    Allegria come al solito che sprizza da tutti i pori. Prendere seriamente questo futuro incontro, ha sempre voluto incontrare altri Blu e fare la loro conoscenza. Ripone estrema fiducia nei suoi colleghi, da quando fu salvato da Gildarts, ma non è mai riuscito a trasformare questo sentimento in un legame di amicizia verso un preciso individuo. Magari questa sarà la volta buona, chissà.
    Adesso, però, non può più concentrarsi sui suoi problemi di fiducia o di amicizia, ma deve focalizzarsi sullo scontro e tutto ciò che ne deriva.
    Molleggia sui piedi ad una cadenza regolare. Non è un combattente ma nel tempo ha imparato a schivare assalti frontali di lupi e troll. No, non è che scappa, è più una forma alta di evasione. Diciamo così.
    All'augurio del suo temporaneo nemico risponde con un sorriso ed un cenno del capo affermativo. Spiriti in agitazione che turbinano intorno pronti all'azione. Sono tutti preparati all'azione e cosa ben più importanti vincolati da una minaccia che grava sulle loro teste, in particolar modo quella di Giulietta, come la scure di boia di nome Khatep.
    L'avversario sfodera una spada strana. Nota importante da tenere a mente, visto che verosimilmente verrà attaccato da distanza ravvicinata. Una spada che gli ricorda la bastarda a doppio filo del padre, ma la foggia è indubbiamente diversa come anche la presa e la posizione, visto che viene infilata sotto l'ascella con un movimento familiare.
    Il nemico si avvicina, ma quella posizione cattura l'attenzione di Augustus. Vorrebbe lanciare uno spirito per manipolare la spada, farla muovere, danzare per arrecare danni, ma alla luce della propria indole si vieta un simile comportamento.
    Abbagliarlo, poi, è qualcosa che lo irrita, ma molleggiandosi oltre sulle gambe, e complici le nuvole che si muovono in cielo riesce a mantenere una visuale del tutto discreta.
    Ci pensiamo noi
    E' Giulietta stessa che in un moto coordinato di spiriti che organizza la difesa. Le sfere, quelle frontali, vengono viste come fonte di danno. Gli spiriti, in una continuità tra volontà ed essenza, si muovono e si condensano intorno il Numerologo che continua a molleggiarsi per osservare il suo avversario. Sta scegliendo i tempi per saltare ed evitare la troppa vicinanza con il Cronarca. Gli spiriti, cibandosi delle energie del loro pastore, si raggrumano e traslano la propria essenza nel pieno materiale. Un guscio lattiginoso che da semplice caligine diviene marmo spiritico. Il tutto si condensa in attimi, battiti di ciglia e di cuore.
    L'ansia serpeggia nell'animo dello studioso che continua ad evitare con movimenti rapidi e zigzaganti del capo e della schiena quella luce per poter osservare il suo avversario. Peccato, però, che la vera insidia giunga dalle spalle.
    Energia in eccesso impatta contro gli spiriti non preparati ad una simile offensiva. E' questione di attimi in cui il Numerologo si rende conto del secondo attacco. Attacco che viene preso male dal riccioluto. Attaccare alle spalle, ai suoi occhi occhialuti viene visto come qualcosa di estremamente scorretto. Ma adesso deve badare a salvarsi la vita. La trama spiritica si spezza e si sfalda sotto gli attacchi lasciando passare le sfere nemiche.
    Salto di salvezza che viene portato in laterale. Già pronto per saltare decide di farlo subito, visto che anche il colpo di spada si fa prossimo: un fendente, un colpo estremamente potente, ma che necessita di tempi tecnici di esecuzione. La lama va sollevata contro gravità, secondi che si possono sfruttare per scappare via.
    Un salto di ranocchia verso destra. Un salto pieno di speranza che si fonde con un senso di ingiustizia. Un salto spezzato a metà da un dolore lancinante che lampeggia per tutto il corpo come una tempesta. Salto che non si conclude con una capriola atletica, ma piuttosto con una caduta a peso morto, a meno di due metri dal nemico. Un salame che impatta contro il suolo polveroso dell'arena. Un salame messo piuttosto male: sul fianco sinistro si disegna una sottile linea cremisi; i due polpacci, come animati di vita propria, si contraggono in una danza assai dolorosa; la schiena, sanguinante, riporta due grosse ferite simili a bruciature; la nuca, colpita di sfuggita, pulsa ed annebbia la vista e destabilizza l'equilibrio; infine, il petto, colpito, per un secondo avido toglie il respiro al Numerologo.
    Meno male che doveva pensarci Giulietta alla difesa.
    Nel giro di un secondo, però, è lo stesso spirito che pretende una risposta. Il corpo si può anche rifiutare di muoversi, ma è la Volontà a contare in questo momento. Una Volontà che sente spezzato quel rapporto di fiducia per un colpo scorretto, alle spalle, vile. Certo, è un torneo e la cosa ci può stare, ma non per un animo buono come quello di Augustus che aveva idealizzato troppo la cosa.
    Dalla Volontà, macchiata dalla rabbia, scaturisce la prossima offensiva. La sua offensiva. E' la sua teorica vendetta. E' la sua ideale forma di Giustizia che mette in campo. E' la giusta punizione ad una scorrettezza che gli brucia nel fondo dell'animo. E visto che è il sentimento che guida la Volontà, bhè, la cosa è fuori da una reale logica, probabilmente sarà esagerata. Ma, come detto, non è abituato agli scontri.
    Il corpo proteso al suolo e la mano che si snuda verso il Cronomante di lì poco distante, meglio così. Energia spiritica che ribolle nella mente già da tempo, ma è questione di istanti prima che tutto questo venga condensato nella sua mano. Spiriti che si tuffano in questo lago di mana. Un diamante di rara bellezza sboccia davanti al palmo picchiettato di sangue. Diamante che si scaglia contro il nemico con un sibilo leggero, un soffio, un lamento di chi non ha più diritto alla vita terrena. La sfera, rapida divora la distanza esigua presente tra i due, dovrebbe giungere a praticamente un metro dal nemico e sbocciare in una fioritura splendente. Dalla singola sfera, a sorpresa, nascono altre nove sfere. Come i fiori di un bucaneve le sfere cercheranno di intrappolare il nemico. Tre frontali saranno dirette rispettivamente al viso, al petto ed al bacino. Quattro laterali dopo aver chiuso la fuga laterale si ripiegheranno ed andranno a cercare le spalle e le ginocchia. Delle tre rimanenti due, ad andamento parabolico andranno oltre il capo dell'avversario per poi ricadere contro la nuca e la schiena. L'ultima, invece, si dirigerà in basso, per impattare conto i piedi del nemico. Tutte le sfere, giunte in prossimità del bersaglio, esploderanno rilasciando tutta l'energia spiritica in un bombardamento lattiginoso ed astioso.
    Intanto Augustus, sofferente cerca per lo meno di rimettersi in una posizione decorosa. Il Comandante ci tiene molto a queste forme. Il piede destro si porta in avanti e cerca di far perno per portare il corpo in alto. La schiena non collabora a questo momento, quindi il grosso del lavoro viene fatto dal bacino. Il ginocchio sinistro, baciando il suolo resta a sostegno del corpo. Il dolore alla schiena è bruciante e chiazze di sangue si aprono come occhi demoniaci sulla schiena, peccato che il taglio al fianco aggiunga un sorriso sghembo che non si addice.
    In uno sforzo ultimo la mano si porta al fianco dove riposano i tarocchi, alcune lamine, quattro per essere precisi, vengono lasciate cadere al suolo. Il ginocchio sinistro le copre mentre entrambe le mani si poggiano su questo. Non riesce a tenere la schiena dritta, non riesce ad alzarsi e la vista sfocata non è la migliore amica di uno scontro, gli occhiali si sono anche crepati e distorti. Come un cavaliere in attesa resta chiuso in quel dolore bruciante che a fitte costringe il corpo in spami involontari. Tossisce, sputa un grumo molle di sangue. La testa ciondola cercando di mettere a fuoco l'avversario. Nel mare di dolore, la voglia di sopravvivere, oltre che un fiume di adrenalina in circolo, lo tengono ancora cosciente. Sangue e bile pasteggiano la lingua, ma il vero amaro è quello sepolto nel suo animo. Vorrebbe inveire, dire qualcosa, ma non ci riesce. E' praticamente inerme ed assapora ogni secondo di pausa come una benedizione.
    Gli spiriti, intanto, decantano e tornano a vorticare intorno Augustus. Silenziosi, invisibili, si aggiungono alla pena ed al dolore del proprio Pastore.




    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 110-10-40: 60

    Status Fisico: Ferita lievie al fianco sinistro, bruciatura lieve petto, bruciature lievi/medie ai polpacci, bruciature medie alla schiena, leggera commozione
    Status Mentale: Avvilito

    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]
    Figlio dei Numeri - Istant Casting & Aumento riserva di mana [Passiva]

    ۸ Numerologia: 22, la Creazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero ventidue Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Ventidue numero della creazione e del materialismo. Lo spirito viene forgiato attraverso i sigilli alchemici e plasmato attraverso la manipolazione mentale al fine di trasferirlo temporaneamente nel piano materiale. Lo spirito che appare come fosse una nebbia lattiginosa può essere plasmato a creare una barriera sferica o rettangolare che possa difendere il suo evocare da eventuali offese di carattere fisico, magico o psionico.
    Tipologia: Attiva (difesa fisica/magica/psionica)
    Consumo: Variabile Medio
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 8, il Potere
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero otto Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Otto il numero del potere e della giustizia. La gemma corrispondente al numero è il diamante. Condensando lo spirito tra le proprie mani potrà andare a plasmarlo fino a creare una sfera lattiginosa che via via si suddivide in sfere più piccole e simili a diamanti (4 sfere a Basso, 6 a Medio, 8 ad Alto e 10 a Critico). Le sfera possono essere scagliate e secondo la volontà del Numerologo possono deflagrare creando esplosioni.
    Tipologia: Attiva (attacco telecinetico)
    Consumo: Variabile Critico
    Durata: Un turno


    Sunto
    Seguendo i movimenti del suo avversario con attenzione il Numerologo, già pronto a saltare, utilizza la Creazione a consumo Medio per difendersi dagli attacchi visibili, non mettendo per sua indole in conto la possibilità di attacchi alle spalle. Rendendosi conto di quello che succede decide di saltare per cercare di tamponare i danni. Considerando il livello della difesa e che l'attacco giunge sia frontalmente che alle spalle riporta una ferita bassa al petto, una bassa ai polpacci ed una media alla schiena, più un taglio di striscio al fianco per il fendente.
    Sfruttando la passiva di Istant Casting, e la vicinanza, scaglia subito il Potere a consumo Critico contro il nemico, la divisione in dieci sfere viene fatta a sorpresa all'ultimo momento.
     
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  6. .:Aeon Clock:.
     
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    L'Arena Celeste

    Who are you?

    Silent leges inter arma.



    Augustus rovinò a terra, abbattuto dalla rapida ed insidiosa offensiva di Edmund come un salice investito da una tempesta inaspettata. Probabilmente non aveva nemmeno contemplato la possibilità di un attacco rivolto alle sue spalle, ed il poderoso balzo di lato che aveva fortuitamente preventivato lo aveva salvato da ben più deleterie ferite. Tutto quello che il Cronarca poté distinguere mentre il numerologo crollava sul duro suolo dell'Arena fu unicamente il suo sguardo, carico di vergogna e di pietosa commozione. Si ripromise che non avrebbe più prestato attenzione a quei globi vitrei, densi di un sentimento talmente pungente ed affilato che Thoumieux avrebbe più volentieri desiderato abbandonare la propria pelle anziché sopportare una simile ordalia.
    Non era tanto la sofferenza corporale a turbare quegli occhi affranti, le ferite fisiche subite dal suo collega blu non erano che miseri graffi in confronto ai danni invisibili provocati nella sua psiche. La confidenza che sentiva di aver posseduto con lui per un momento era stata spezzata in un unico colpo, infranta in mille pezzi come uno specchio malauguratamente rotto; la bontà e la fiducia di Augustus non avevano ponderato la slealtà, non avevano considerato l'eventualità di quello che lui chiamava un attacco a sorpresa, una manovra evasiva.

    Manovra evasiva? Ma chi voleva prendere in giro? Era come i rimpettiti Lord Comandanti della divisione militare di Kronos nominavano ogni abietta e sottile trama utilizzata in ambito bellico; sembrava che nel suo mondo di origine qualunque vile scorrettezza fosse giudicata un'eccelsa dimostrazione di ingegno fintanto che contribuiva al conseguimento di una vittoria. Era così che era stato cresciuto, era così che era stato addestrato: vincere, non importa per quale ragione e con quali mezzi.

    Ma lui non era mai stato così. Non si era reso conto della propria cecità fino ad allora.

    Scusami.

    Sapeva che scusarsi ora non avrebbe avuto significato. Avrebbe voluto poter piangere, avrebbe voluto commuoversi, avrebbe voluto disperarsi. Avrebbe voluto arrendersi, farla finita e forse sì, sparire da quella terra e magari dall'intera realtà conosciuta; eppure non emise nemmeno un singolo fremito, non mutò la sua gelida espressione e non compianse il proprio avversario per un tempo ulteriore a quello necessario per distoglierne lo sguardo. I lunghi giorni della sua vita avevano indurito il suo cuore e i suoi rimpianti l'avevano sepolto in profondità, come una vecchia roccia che ormai ha da lungo tempo scordato il calore del sole, abbandonata a sé stessa nell'umido terriccio. Ciò che scaldava il suo corpo non era più nemmeno un'anima, poiché la sua era abbandonata in un gelido involucro metallico che portava costantemente con sé nel taschino, ma solamente il ricordo di una semplice vita ormai perduta. Era rimasto solo questo di lui; un marmoreo guscio vuoto privato di ogni brezza vitale, di ogni speranza, di ogni aspettativa.

    Ma non privo di distrazioni; quel breve attimo rivolto ai pensieri del suo avversario gli impedì di concentrarsi nell'osservare il suo immediato futuro. Un errore fatale. La rapida controffensiva dell'occhialuto giunge irosa e inaspettata, come una travolgente marea in piena che investa un debole battello, ormeggiato solitario ad osservare le coste in lontananza. Privato della sua visione temporale, egli non era niente di più che un uomo comune, scevro di qualunque difesa, e come tale si fece cogliere dall'esitazione; l'immortalità non costituiva un valido deterrente, poiché la paura è qualcosa di connaturato al genere umano. Una bianca sfera lattiginosa si diresse lesta ed inesorabile contro il suo bersaglio che, preso alla sprovvista, ebbe tempo di compiere un solo ed affrettato balzo all'indietro; spinse la mano sinistra davanti a sé, nel futile tentativo di proteggersi da quell'onda di inarrestabile potere. Sentì il calore della sfera dipanarsi in nove piccoli diamanti screziati e dirigersi contro il proprio corpo, desiderosi di porre fine alla sua miserabile esistenza, di contribuire al conseguimento di una giusta vendetta. La mano e la gamba bruciano, colpiti dalla pura energia della creazione; è la sua catarsi, la sua liberazione, niente di più e niente di meno della meritata ricompensa per la sua abiezione.

    No.

    Una voce profonda come le vastità degli abissi ed imperitura come la morte sospende l'erranza della sua mente celando la realtà con un velo di armoniosa calma. In una frazione di istante, tutto si fa quieto. I suoi occhi sono desti, ma non ha più il controllo del proprio corpo. Vede Augustus immobile, rialzatosi fieramente sulle ginocchia nel tentativo di riacquistare il dominio sul proprio fisico, dominando le ferite con la pura forza di volontà. Osserva le schegge perlacee penetrare e deflagrare sulle proprie spoglie consunte, ma oramai non prova più alcun dolore; il tempo e lo spazio hanno cessato momentaneamente di esistere e tutto ciò che lambisce il silenzio di quel limbo onirico è dettato unicamente dallo scorrere delle lancette di un orologio.

    Tic, toc, tic, toc.

    La visione prende luogo, mentre l'intera vita scorre davanti ai suoi occhi ormai privi di luce. Tra le profondità tenebrose del proprio inconscio osserva un bambino, debole e malnutrito, dividere un pezzo di pane con un randagio altrettanto famelico; le lacrime e la sofferenza non sono sufficienti per mascherare l'empatia che dimostra verso una delle più indigenti creature. Scorge un ragazzo, isolato e temuto, capace di sorridere nonostante la privazione di quanto più caro esista, l'affetto della propria stessa stirpe. L'apparizione lascia poi spazio ad un uomo che stringe tra le proprie mani l'assassino della madre, ma è in grado di abbandonare l'odio per far spazio alla compassione e all'amore, dimenticare le paure per accettare il perdono; ed infine ad un vecchio ormai morente, ma determinato a non cedere i propri sogni nemmeno alla dama con la falce.

    Tu non sei così. Tu sei molto di più.

    Chi parla? Se io stesso non ho idea di chi sono, come puoi saperlo tu?

    E' molto semplice: poiché io ti osservo sin da quando sei nato. Davvero non mi riconosci? Mi deludi Edd. O meglio, dovrei dire mi deludo; io sono l'Orologio. Io sono te.
    E credimi, il tuo viaggio è appena cominciato, non puoi arrenderti ora. Il passato è già stato scritto, ma il tuo futuro è solamente nelle nostre mani; devi solo fidarti di me. Devi solo fidarti di te.



    Il corpo combusto ed esanime del Cronarca venne sospinto indietro per svariati metri di distanza, mentre la sua spada, ridotta in frantumi, era scagliata in lontananza. Per alcuni interminabili secondi l'Arena piombò nel silenzio più assoluto.
    Poi avvenne l'impensabile: una nuova figura si erse proprio davanti ad Augustus, stoica ed impassibile come una statua di bronzo greca, materializzandosi in un battito di ciglia come se non si fosse mai trovata altrimenti che lì. In mano reggeva un'antica e splendente spada dalla foggia di una tachi giapponese, ancora bagnata del candido sangue dell'aviatore; la sua fronte era imperlata di gocce di sudore e tentava di nascondere le escoriazioni sulla mano e sulla gamba sinistre con una posa imperiosa. Del corpo senza vita del precedente Edmund, non vi era più traccia.
    Si era trattato solo di un sogno o di qualcosa di più? Forse non l'avrebbe mai scoperto con certezza, ma qualunque cosa fosse accaduta era bastata per fornirgli tutta la determinazione di cui necessitasse.

    Mondragon rivolse un rapido sguardo allo studioso prono sotto di lui, senza domandarsi se sarebbe rimasto stupito o contrariato da quel cambio di programma. Non avrebbe più perso tempo con eccessive riflessioni, ora che era finalmente privato di tutti i suoi dubbi; benché fosse ancora in vita il gravoso dispendio di energie iniziava a farsi sentire, ragion per cui avrebbe dovuto concludere quella partita il prima possibile.
    Uno schiocco improvviso decretò la lacerazione della realtà; un vorticante ed oscuro nexus tra realtà parallele comparve con il fragore di un tuono nella zona retrostante al suo avversario, attirando avidamente ogni cosa nelle vicinanze; pietra, vesti e carne, oltre ad alcune bizzarre lamine metalliche, che poté notare solo ora, utilizzate da Augustus. L'obbiettivo di Edmund era di inchiodare il proprio nemico a terra grazie alla forza gravitazionale della depressione atmosferica generata dal buco nero, in modo tale da poter effettuare un'ultima e letale offensiva; anche se fosse riuscito ad opporsi alla forza distruttrice del Warp, nella frazione di istante tra la realizzazione della tecnica e la sua risposta l'aviatore avrebbe probabilmente perso il proprio baricentro e sarebbe scivolato al suolo, impossibilitato a schivare nuovamente la sua spada.

    Impugnando la lama con entrambe le mani per conferirle una maggiore forza d'urto secondo lo stile del Kendo, Edge calò tre volte sul corpo di Augustus; un primo rapido fendente ascensionale, diretto da sinistra verso destra, seguito da un colpo di ritorno, avrebbero puntato al torace. Il terzo ed ultimo attacco, un violento affondo caricato, sarebbe disceso verso il plesso solare; un punto nevralgico del sistema cardiocircolatorio, che se colpito avrebbe potuto portare allo svenimento istantaneo, ma tuttavia non direttamente vitale.

    Ancora una volta avrebbe evitato lo scontro diretto, faccia a faccia con il proprio avversario, approfittando della sua debolezza. Ma come insegnavano all'accademia in tempo di guerra le leggi tacciono, e lui non era il tipo da dimenticare facilmente una lezione.



    Pensieri di Edmund
    Pensieri dell'Aeon Clock

    Status Mentale - Prima affranto e perso, poi determinato
    Status Fisico - Leggere bruciature alla mano e alla gamba sinistre
    Consumi del turno - 40% + 10%
    Riserva Mana - 20%

    Tecniche Attive -

    Y, the Yourself.

    Nel suo piano di origine, erano molte le leggende che parlassero di Edmund Mondragon come 'il Fantasma Ubiquo'. Alcune di queste storie raccontano di come, obliterato da un incantesimo mortale, il cronomante fosse riapparso completamente indenne alle spalle del suo avversario, mentre i resti del corpo precedente si disperdevano inconsistenti nel nulla. Benché le sue capacità siano ora notevolmente diminuite da allora, il Cronarca è in grado di sfasare velocemente di qualche frammento di secondo avanti e indietro nello spaziotempo, creando cloni illusori delle sue proiezioni temporali che lo rendono virtualmente intangibile.

    Tecnica di difesa magica (costo variabile). Vibrando nel flusso temporale, Edmund può ricreare un proprio doppione fittizio che consiste in una proiezione del suo Io passato. Egli può utilizzare questa tecnica per proteggersi o diminuire i danni ricevuti da una tecnica altrui, sostituendo sé stesso col suo riflesso temporale che riceve il danno al suo posto prima di scomparire, alla stregua di una qualunque altra barriera. [consumo critico]

    W, the Warp.

    La realtà che siamo abituati a conoscere non è null'altro che la sovrapposizione di infinite concretezze; spazio e tempo sono concezioni puramente soggettive nell'accavallarsi delle illimitate dimensioni discordanti che ci circondano. Ciò che è, può non essere stato tale in un altro momento e in un altro luogo, e la percezione degli uomini indugia in maniera vuota davanti agli enigmi che avvolgono l'universo.
    Quando le lancette dell'Orologio degli Eoni si fermano, la realtà sublima e si increspa. Con un sordo boato, lo spaziotempo implode su volontà del Cronarca, trascinando al suo interno tutto ciò che si trova nelle immediate vicinanze e conducendolo verso l'orizzonte degli eventi.


    Tecnica offensiva ad area (costo variabile). Edmund deve poter osservare uno specifico punto dello spazio entro il raggio massimo della tecnica (non ha effetto se egli è privo della vista o impossibilitato a guardare). In quel punto si forma una piccola increspatura nello spazio, che dopo qualche istante si accartoccia in uno squarcio che attira a sé tutto ciò che si trova entro l'area di azione della tecnica al di fuori di lui (5m a basso, 7m a medio, 10m ad alto e 15m a critico), con una forza proporzionale al costo della tecnica. Una difesa magica di livello sufficiente permette di annullare l'effetto attrattivo della tecnica. Tutto ciò che viene attirato dallo squarcio dimensionale viene danneggiato a causa dello squilibrio fisico del vuoto; se una creatura o un oggetto vengono uccisi/distrutti da 'W, the Warp' sono trascinati e dispersi per sempre all'interno del limbo interdimensionale noto come Maelstrom. [consumo medio]

    Tecniche Passive -

    V, the Vision.

    Il flusso del tempo è come uno specchio d'acqua tersa e cristallina: qualunque corrente provoca piccole increspature che ne rivelano la fonte. Per chi è in grado di leggere questi segnali, il mondo fisico non ha alcun segreto. Come si può cogliere di sorpresa qualcuno che è in grado di dipanare davanti a se le trame di tutti i futuri possibili?

    Passiva di auspex fisico. Edmund riesce a distinguere chiaramente la posizione dei nemici e gli attacchi in arrivo, anche se privato della vista. Portata 30m.

    T, the Transcendence.

    Quando imparò a controllare completamente il Dominio del Tempo, Mondragon si rese conto che aveva smesso di invecchiare. Il suo corpo si era svincolato dalle leggi dei mortali ed egli era trasceso ad un entità superiore, libera dal giogo tirannico della morte, incarnandosi in una forma pura e perfetta che non sarebbe mai deperita. Benché il suo fisico non subisse più l'ordalia del decadimento, i lunghi anni di isolamento mutarono la sua mente e il suo spirito conducendolo quasi alla pazzia e lo indussero alla costruzione dell'Orologio degli Eoni, un potente artefatto che lo avrebbe reso per sempre giovane.
    Per ragioni che sfuggono alla portata degli uomini e sfiorano le inconcepibili vastità dell'intelletto divino, la volontà dell'Orologio si è fusa con il tessuto spaziotemporale di Endlos, imprigionandovi il Cronarca per l'eternità. Egli infatti non conosce il tocco del tempo, né la paura della sconfitta: non appena Edmund subisce una ferita mortale, l'Orologio degli Eoni si attiva automaticamente e, mentre le lancette scivolano indietro, esso inverte lo scorrere degli eventi e riporta il corpo del proprio padrone ad un momento antecedente alla morte.


    Passiva. Edmund Mondragon è immortale (se viene ucciso in combattimento il suo corpo scompare nella trama dello spaziotempo e riappare in un altro luogo).

    Note - Utilizzo Y, The Yourself per proteggermi dalla tecnica di Augustus, utilizzando il pretesto che sia lo stesso Aeon Clock ad attivare la tecnica per salvare Edmund a causa della sua perdita di forza di volontà, ma si becca comunque alcune ferite superficiali a causa dell'istant casting e del ritardo di attivazione della difesa; dunque la proiezione del Cronarca scompare ed egli riappare dove era prima di ricevere il colpo, cioè davanti ad Augustus, e senza perdere tempo tenta di inchiodarlo a terra con W, the Warp concentrato sulla schiena prima di effettuare i suoi attacchi fisici approfittando della distrazione.

    P.S: nel post di prima ho visto che hai inteso come se avessi cercato di accecarti con il riflesso della spada, in realtà era proprio il contrario ho nascosto la spada sotto l'ascella (che quindi si presentava a te con la lama totalmente celata) e ho abbassato gli occhi così che non potessi vedere le sfere dietro di te dal riflesso.. cambia poco ma lo dico giusto per informazione
     
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    zuik34

    Numerologia: 1, Individualità


    Arena Celeste



    Ha esagerato. Se ne rende conto solo ora che il peso di quella privazione energetica si fa sentire su ogni respiro, ora che le ferite bruciano come fiamme dell'inferno. Di contro i suoi spiriti sono raccolti intorno al suo corpo e cercano di consolarlo con carezze spettrali, inutili per lenire quel senso bruciante di rottura.
    Probabilmente è sbagliato lui, ne è pienamente consapevole. Quando le situazioni si piegano e prendono un verso diverso da quello atteso si ritrova costantemente imbrigliato negli eccessi.
    Un demone, mellifluo e sorridente, lo invita nel suo palazzo. Si lascia viziare con sali da bagno e vivande.
    Una strana entità lo costringe e lo minaccia di morte. Si lascia stritolare a fronte di quanto detto dal Comandante.
    Ed ora, davanti a quello che potrebbe essere un banale affronto si ritrova bloccato in queste condizioni.
    Con attenzione osserva le esplosioni che gli abbagliano gli occhi. E' consapevole che in questo mondo, in questo semipiano, esistono essenze in grado di sopportare questi assalti con un semplice sbadiglio. Lo sguardo occhialuto, quindi, si muove tra il bersaglio ed altri punti fissi: laterali, alle spalle e sopra la testa, addirittura anche tra i piedi. Adesso ha finalmente capito che il nemico può attaccarlo da dove vuole e non si fa remore ad utilizzare tattiche che personalmente non utilizzerebbe.
    Insieme agli spiriti ha idealizzato troppo questo scontro. Si è immaginato un duello tra pari eretti nell'arena che dimostrano, a viso aperto, le proprie abilità, palesano le debolezze ed infine, insieme, concludono lo scontro. Un tenzone come quelli d'altri tempi, come quelli di cui ha letto nei libri, non una piccola carneficina, una guerriglia di animi e di intelletti.
    Il corpo vibra e freme sotto gli assalti del dolore. Fulmini bruciano dietro la schiena, mentre bocche infernali divorano i polpacci. Non è abituato a fronteggiare nemici armati così nella piccola distanza.
    Quando il temporaneo nemico appare nuovamente sul posto, la cosa non lo lascia troppo basito, anzi. Certo, quando aveva visto la spada volare via si era sentito stranamente rincuorato, e rivederla ora lì stretta tra le sue mani illese non può che insidiare nuovi dubbi nella mente.
    Questo, però, non è il momento di lasciarsi circuire dalle proprie paure. Questo non è il momento delle fragilità personali. L'adrenalina scorre come un fiume incandescente nelle vene ed a livello del pensiero fa una pulizia di ogni dubbio, di tutto ciò che è superfluo. C'è un solo dettame da seguire: sopravvivere. Si, perchè il corpo lo sente, sta danzando sul filo di un rasoio assai sottile. Ogni errore è un taglio che sboccerà sulla sua pelle.
    Uno schiocco è il rumore che decreta l'inizio della nuova offensiva. Ancora una volta alle spalle. Sente le lamine, bloccate sotto il suo ginocchio, vibrare a causa di una forza attrattiva, le sente sfuggire mosse da una mano invisibile. Deve agire subito.
    Attraverso la propria Volontà, ancora una volta, richiama gli spiriti del suo corteo. Questi, bramando la realizzazione del pensiero del Numerologo seguendo i dettami del Numero 22 si dedicano alla creazione di una barriera. Fili di mana e spirito vengono intessuti intorno alla figura di Augustus. Una trama stretta e ben disegnata: un parallelepipedo lattiginoso che si oppone, per brevi attimi, a quella forza di costrizione. Una barriera che lo difende e si oppone, in parte, al vigore del richiamo gravitazionale. Prima di tutto il ginocchio, ora difeso dalla barriera si punta ancor di più contro le lamine così da non farle scappare. Ormai due sono volate alle sue spalle tagliuzzandogli la cute che riveste la rotula, ma le restanti restano incastrate ed in posizione.
    Il problema più grande resta, però, l'avanzata del nemico e le sue offensive di spada. Vista la sua posizione e l'offensiva del nemico, però, decide di sfruttare la situazione. Il suo corpo non risponde prontamente a causa delle eccessive ferite, quindi meglio lasciarsi aiutare dagli eventi.
    La gamba destra, quella piegata, viene premuta contro il suolo con tutta la forza che ha, viene inoltre aiutato dalle due mani che premono contro le eminenze di tibia e perone così da creare un valido traliccio di forza ed equilibrio. La gamba sinistra, invece, che baciava la terra con il ginocchio viene lasciata a peso morto, in pratica si lascia trascinare indietro. Un aiuto dato dai quadricipiti, il piede che si sposta in avanti e, teoricamente dovrebbe ritrovarsi accovacciato e sbilanciato indietro e verso il basso. Un gioco di forze che alla lunga gli saranno sfavorevoli ma che può cercare di sfruttare con l'ennesimo salto disperato.
    Prima di tutto le braccia che si piegano, a mò di pugile, e si dispongono ai lati del busto, avambracci piegati a creare una X davanti al petto. Polpacci che dolenti, vengono chiamati ad un nuovo sforzo, si spera ultimo.
    Sfruttando quindi il gioco gravitazionale creato, adeguatamente attenuato, il Numerologo si esibirà in un nuovo salto questa volta diretto indietro, verso le sue spalle. La forza attrattiva creata dal nemico, alle sue spalle, lo dovrebbe aiutare a spostarsi indietro, fuori dalla portata della lama, e poi inesorabilmente verso il basso. Visto che la gamba destra sarà quella che imprimerà la maggior forza, e che il lato sinistro viene più trascinato dal Warp, il salto risulterà naturalmente deviato verso destra.
    Il corpo dello studioso, più una rana che altro, si ritrova nuovamente al suolo dopo un pesante tonfo. Il primo fendente gli ha aperto un taglio all'avambraccio sinistro, mentre il reciproco ha disegnato una linea di sangue sul fianco destro. L'ultimo fendente, visto lo spostamento del corpo giunge sibilante a conficcarsi poco sotto l'anca sinistra. Un dolore metallico che si unisce al sapore di sangue che già impera nella bocca. Il vero problema, però, è la contusione generata dalla caduta amplificata dal novello campo gravitazionale. La commozione precedente, con questa nuova legna, arde e consuma ancor di più la mente ed il corpo. Il Numerologo si sente come se fosse in un mare in tempesta. Vertigini vorticanti gli danno la sensazione di essere su di una barca. Non si può muovere, o potrebbe vomitare anche la sua stessa anima. In ugual modo il corpo è scosso da spasmi involontari. Le dita della mano si contraggono, il collo si flette, una palpebra cala.
    Il corpo, ancora una volta, lo sta tradendo.
    Da sempre ha avuto maggiore affinità con il mondo delle anime piuttosto che con quello della carne. Ed ora, più che mai, vive questo contrasto che domina tutta la sua vita.
    Non ha intenzione di muoversi, ora più che mai. Solo la volontà di mettere fine a questo duello, a sopravvivere sarebbe meglio dire, gli permette di fare ancora qualcosa. Una smorfia distorce il viso, mentre un rivolo di sangue cala lungo la gota dall'angolo delle labbra, dovrebbe essere un sorriso, ma non ci riesce.
    Quando si è reso conto delle abilità, e della strategia, del nemico ha seminato i suoi tarocchi che ora dovrebbbero trovarsi proprio nei ditorni del Cronomante, alcuni più vicini, un paio, ed altri più lontani.
    La volontà diviene pensiero, il pensiero, attraverso gli spiriti, diviene atto. Una concatenazione di eventi rapida e fulminante che ormai è prassi per lo studioso. Energia che a iosa viene lasciata come abbeveraggio per i suoi spiriti. Si sente consumare e prosciugare da ogni briciolo di forza, paradossalmente è felice di restare inchiodato al suolo senza potersi muovere.
    Gli spiriti ebbri di mana dovrebbero assumere una consistenza appena lattiginosa, il tutto sempre in brevi istanti. Ogni spirito con nuove mani mortali afferra una lamina dei tarocchi. I quattro più rapidi, quelli che recuperano le lamine dal suolo, saranno l'offensiva a sorpresa del Numerologo.
    Due lamine schizzano dal basso verso l'alto in direzione della mano armata. L'intento è, ovviamente, quello di ferite il polso ed il palmo con lunghi tagli diagonali cercando di intaccare muscoli e tendini per rendere inutilizzabile la mano.
    Una terza lamina, invece, dal suolo attraverso una lieve parabola cercherà il ginocchio sinistro, anche questo già ferito, dietro il cavo popliteo, punto estremamente delicato per la presenza del fascio vasculonervoso della gamba e per la sua vicinanza con l'articolazione.
    La quarta lamina di avanguardia, infine, sarà diretta al viso, per essere precisi alla fronte del nemico. La cute dello scalpo, ben vascolarizzata, tende a sanguinare molto e lo scopo è quello di accecare, nei limiti del plausibile, l'avversario con il suo stesso sangue.
    Mentre la prima linea serpeggia contro il nemico gli altri spiriti sfoderano i tarocchi dal fianco, fili invisbili muovono le altre sei lamine aguzze per una seconda e più consistente offensiva.
    Altre due si dirigono contro la mano non armata, specularmente alle prime, onde evitare che il nemico sia ambidestro.
    Altre due cercheranno il collo, altro punto assai delicato e sanguinolento, poco sotto il livello dell'angolo mandibolare.
    Le ultime due, passando oltre il nemico, si divideranno: una per il cavo popliteo di destra, mentre l'ultima cercherà di segare la schiena con un lungo taglio verticale.
    La sua è una ultima e disperata offensiva. Non ha saputo gestire al meglio le sue abilità, la cosa è evidente dalla condizione in cui versa in questo momento, ma alla fin fine è il primo reale scontro a cui prende parte.
    Resta disteso al suolo, il corpo smosso da tremiti e spasmi di dolore che lo costringono a dei vocalizzi gutturali. Il respiro gli brucia il petto e la mente. Sbava saliva e sangue e metaforicamente anche la bile per il doppio assalto alle spalle. Sente il sangue che lascia il suo corpo e lentamente lava via la sua coscienza.
    L'unico sforzo che si concede, al momento, è quello di piegare il capo in avanti. Flette il collo fino a che il dolore alla schiena non diviene eccessivo. Per lo meno vuole osservare il suo nemico. Ha ancora un briciolo di energia per difendersi qualora fosse necessario.
    Gfaifhoapcfàii
    Biascica a malapena contro il suo nemico. Il tono, come la mimica del viso, vorrebbero essere autoritari, ma al massimo si ritrova con una maschera distorta e deviata dal dolore.
    Per fortuna Giulietta, sotto minaccia ed impietosita dallo stato del Pastore, giunge in aiuto per tradurre il pensiero di Augustus. Lo traduce per gli spiriti è per chi è in grado di sentirli
    Non si fa
    Il commento genitoriale di uno studioso responsabilizzato a padre grazie ad Asaliah. Il riferimento è ovviamente agli attacchi alle spalle. Vorrebbe bacchettare il suo avversario in maniera bonaria, ma forse se ne riparlerà più quietamente al tè che è stato promesso.




    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 60-5-40: 15

    Status Fisico: Ferita al fianco sinistro e destro, ferita avambraccio sinistro, bruciatura lieve petto, bruciature lievi/medie ai polpacci, bruciature medie alla schiena, commozione
    Status Mentale: Avvilito

    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]
    Figlio dei Numeri - Istant Casting & Aumento riserva di mana [Passiva]

    ۸ Numerologia: 22, la Creazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero ventidue Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Ventidue numero della creazione e del materialismo. Lo spirito viene forgiato attraverso i sigilli alchemici e plasmato attraverso la manipolazione mentale al fine di trasferirlo temporaneamente nel piano materiale. Lo spirito che appare come fosse una nebbia lattiginosa può essere plasmato a creare una barriera sferica o rettangolare che possa difendere il suo evocare da eventuali offese di carattere fisico, magico o psionico.
    Tipologia: Attiva (difesa fisica/magica/psionica)
    Consumo: Variabile Basso
    Durata: Un turno

    ۸ Numerologia: 1, l'Indipendenza
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero uno Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Uno è il numero dell'indipendenza e del singolo, del coraggio e della capacità di imporre il proprio io sugli altri. Dirigendo lo spirito verso un bersaglio Augustus sarà in grado di spostarlo a proprio piacimento.
    Tipologia: Attiva (attacco psionico/telecinesi)
    Consumo: Variabile Critico
    Durata: Un turno



    Sunto
    Pronto al continuo dello scontro Augustus si prepara ad offensive varie da tutti i fronti. Quando lo schiocco decreta l'inizio del nuovo turno poggia il ginocchio sui tarocchi per non farli volare tutti via. Utilizza la Creazione a consumo Basso per frenare la forza attrattiva della distorsione creata dal nemico. Cercando di sfruttare a suo vantaggio la forza attrattiva residua, cerca di spostarsi per evitare i tre affondi.
    Riporta un danno basso, a causa della caduta amplificata dalla tecnica nemica, che peggiora la commozione cerebrale, che gli impedisce ogni sorta di movimento a causa delle vertigini, ed altri tre tagli, uno all'avambraccio e due ai fianchi.
    Come controffensiva decide di utilizzare i tarocchi precedentemente estratti e seminati al suolo, poi bloccati dal ginocchio, più quelli ancora nel fodero. Sempre con la passiva di Istant Casting utilizza subito l' Indipendenza a consumo Critico.
     
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  8. .:Aeon Clock:.
     
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    L'Arena Celeste

    Force of Will

    Dicendo homines ut dicant efficere solere.


    La testa si fa pesante, la vista si oscura, spasmi incontrollati di mioclonia affliggono i muscoli di gambe e braccia ormai privi di forze. Il respiro e il battito cardiaco, prima accelerati dalla fluente adrenalina generata dalle ghiandole surrenali del Cronarca, ora si fanno lenti ed aritmici come l'oscillazione di un pendolo rotto. Le ferite ricevute al lato sinistro del corpo, nulla di più che lievi bruciature superficiali, contribuivano tuttavia a suscitare un senso di spossatezza generalizzata nel suo corpo; sebbene fosse riuscito a salvarsi, traslare nel tempo così rapidamente gli era costato caro in termini di energie e quell'ultima serie di fendenti, vibrati con la fredda determinazione di concludere immediatamente quel combattimento, avevano quasi completamente prosciugato Edmund di ogni ulteriore forza vitale.

    Ma a discapito delle attese, il suo avversario era ben lungi dall'idea di arrendersi. Bisbigliando qualche parola incomprensibile egli riuscì ad evocare una barriera traslucida per difendersi dal richiamo avvizzente della porta dimensionale di Edd, dunque sfruttò l'energia gravitazionale in eccesso per compiere un ultimo, disperato balzo all'indietro tale da consentirgli di limitare al minimo i danni provocati dai rapidi colpi di spada. Le sue copiose ferite si erano aggravate a causa deu numerosi tagli inferti al suo corpo ed il polveroso suolo dell'Arena Celeste era ormai gremito del prezioso sangue dell'aviatore; la testa del numerologo, contusa dall'impeto del salvifico spostamento anteriore, baluginava a causa del viscoso liquido scuro sgorgante dalle sue svariate ecchimosi mentre egli farfugliava mormorii apparentemente privi di significato.
    Eppure non dava segno di voler gettare la spugna. Dove trovava le forze per continuare a combattere? Da dove fuoriusciva tutta quella strenua volontà di voler perdurare imperterritamente a lottare? Mondragon, malgrado l'estrema iniquità dimostrata con l'utilizzo di attacchi insidiosi e moralmente eccepibili, non aveva mai cercato di ferire il suo avversario più di quanto fosse necessario per farlo desistere dallo scontro. Non aveva mirato a zone vitali poiché la sua intenzione non era quella di uccidere ma di abbattere psicologicamente le difese di Augustus; eppure ora iniziava a dubitare della possibilità di concludere rapidamente quella sfida, poiché la tenacia da lui dimostrata rasentava la stoica determinazione di chi è disposto a morire piuttosto che cedere.

    Forse aveva molto da imparare, persino da lui.
    Dietro quello sguardo occhialuto e vitreo c'era molto di più di quanto non trasparisse alla vista: una fredda e rigida abnegazione, una ferma venagione di riscatto.

    Osservò per un breve istante il suo nemico disteso, inerme ed incapacitato a muoversi, con l'espressione persa di chi scorga per la prima volta un irraggiungibile tramonto sfavillante delle mille sfumature della natura.
    Un lieve rumore metallico udito nella reificazione dei futuri possibili destò Edmund dai suoi sogni ad occhi aperti e lo ricondusse con violenza al proprio presente; lo sfregamento delle acuminate tessere d'acciaio a forma di tarocchi che Edmund aveva notato in precedenza contro il roccioso terreno di quel cerimoniale altare della guerra presagiva l'arrivo lesto e fulmineo del successivo attacco. Gli occhi del Cronarca mutarono nell'arco di un sospiro dall'intensa colorazione brunita ad cereo bianco, mentre le pupille si dilatavano per permettere agli specchi della sua anima di osservare il proprio imminente futuro tramite le proiezioni immateriali del proprio io. Un impetuoso brivido percorse la sua schiena mentre, espletando la propria consapevolezza oltre i limiti umani della ragione, osservava smarrito la portata dell'attacco che il suo nemico gli stava per muovere contro; tutto ciò che le correnti cronali gli riservavano era di vedere le dieci lame a foggia di tarocchi, distribuite ad arte sul campo di battaglia ed animate dalla pura energia mentale del numerologo, infrangersi contro il suo corpo indifeso.
    Sebbene stavolta fosse preparato a poco gli avrebbe giovato conoscere l'origine e l'esatta provenienza dell'offensiva, poiché non aveva più che un briciolo di forze residue per difendersi dall'immane violenza di quella raffica argentata.

    E' davvero in grado di fare questo... in quello stato?

    Forse era stato un po' troppo ottimistico sperare di uscire illesi da quello scontro.
    Ma non si sarebbe dato per vinto, non ora; lo sguardo del comandate Khatep era fisso su lui e così quello di Lady Galanodel. Era il momento di dimostrare che in quanto a coraggio non era secondo a nessuno.

    Tentò di scartare lateralmente per diminuire l'efficacia della prima raffica, ma le forze che lo sostenevano ancora in piedi vennero meno e tutto ciò che gli riuscì di compiere fu una fugace ed infruttuosa rotazione in senso orario. La prima lamina si abbatté con forza sul ginocchio sinistro già ferito, recidendone i fasci muscolari più esposti ed obbligandolo a cadere fortunosamente in ginocchio, sorretto dalla gamba ancora indenne. Puntò la spada a terra conficcandola con forza con entrambe le mani per sostenersi, prima che altre due letali saette scivolassero sul suo braccio dominante, ferendone la parte superiore e aprendo sottili squarci all'interno della camicia e della pelle ormai tinta di porpora; un sommesso grido di dolore fuoriuscì dalla sua bocca quando altri due proiettili argentei sfiorarono l'altra mano, tranciando il tendine flessore ed il muscolo brachioradiale della mancina. Un dolore straziante tormentava la sua anima così quanto il suo corpo, offuscandogli la vista mentre la fronte grondava imperlata di sudore. Stava lentamente perdendo la propria consapevolezza ma costrinse la propria mente a mantenere la lucidità, poiché altre tre dardi metallici saettavano pericolosamente verso il suo volto, diretti contro il collo e la fronte in una macabra ed opprimente danza di morte.

    Con un supremo sforzo di volontà raccolse ogni brandello di energia di cui ancora il suo corpo disponesse e per un un frammento di istante, più rapido ed inconsistente dello schianto di un fulmine, tutto divenne oscurità. Il suo corpo si mosse libero, svincolato dalle catene della materialità, incontrando la sublimazione fisica in quello che era chiamato Piano delle Ombre: il reame delle anime e degli spiriti, parallelo al mondo tangibile, in cui ogni realtà assumeva la concretezza del possibile.
    Per quello che fu un vago ed effimero secondo Edmund poté osservare l'essenza più pura ed intima del suo avversario, simile ad una brillante fiamma quasi spenta ma ancora attaccata alla vita; ciò che tuttavia meravigliò di più il cronomante fu l'abbagliante corona di piccole luci che lo circondavano, una luminaria di minute ma vivaci scintille guizzanti che lo ricoprivano generando un caldo ed intenso abbraccio luminoso.
    Era dunque questo il segreto celato dentro il suo cuore?

    Mentre la raffica finale giungeva repentina, scavando solchi profondi e strazianti sulla schiena inerme e sulla gamba destra, le altre tre lamine attraversarono il volto ed il collo privo di consistenza di Thoumieux, proseguendo oltre nel loro forsennato moto di rovina. Avrebbero potuto amputargli gli arti, recidergli ogni singolo muscolo e tendine del corpo, mozzargli spalle, piedi e strappargli il cuore, ma nemmeno un singolo granello di polvere avrebbe lordato il suo viso. Lui avrebbe continuato ad osservare il mondo senza piegarsi fino al termine dei suoi giorni, a spalancare i suoi occhi ormai gravati da una pesantezza che mai prima d'ora aveva provato.
    Ogni fibra del suo corpo invocava tregua da quell'angoscioso supplizio cosparso per il suo essere come una doccia di spilli acuminati, ma ciononostante si mantenne saldo, nella propria ferma ed incrollabile deposizione; il braccio sinistro, logorato dai tormenti, era caduto sul fianco privo di vita ma il destro ancora si reggeva impugnando la spada saldamente ancorata al terreno. Il ginocchio destro, malgrado le ferite, puntava impassibile sul terreno sopportando le grondanti ferite aperte e l'intero peso del corpo di Edmund. La schiena, curva a causa dell'afflizione, reggeva il capo ancora inviolato del Cronarca che, come un fermo baluardo di speranza manteneva l'intera figura ancora eretta. Il cilindro scivolò a terra, macchiandosi di sangue e polvere e scoprendo i suoi castani riccioli impregnati di sudore. Avrebbe voluto urlare con quanto fiato aveva in gola, ma ormai era privo persino della forza per respirare. Sapeva che a breve avrebbe perso conoscenza e sarebbe crollato, così come il suo copricapo, ma in quel momento nulla aveva più importanza. Non vi era altra ragione di vita se non mantenere salda la stretta sulla propria spada.

    Tentò di sorridere, ma la bocca mutò solamente in una smorfia indistinta, mentre ripeteva mentalmente le parole pronunciate dal nonno adottivo sul suo letto di morte e mai dimenticate.


    Non vivere prostrato. Si deve morire eretti, a testa alta.



    Pensieri di Edmund

    Status Mentale - Esausto e prossimo allo svenimento ma soddisfatto.
    Status Fisico - Leggere bruciature alla mano e alla gamba sinistre, tagli e lacerazioni di media entità su entrambe le gambe, entrambe le braccia e sulla schiena. Prossimo allo svenimento.
    Consumi del turno - 10%
    Riserva Mana - 10%

    Tecniche Attive -

    S, the Shadow.

    Chi da bambino, osservandosi davanti allo specchio, non ha mai cercato di toccare il proprio alter-ego? Le immagini che ci vengono fornite da una superficie riflettente non sono altro che proiezioni effimere della nostra realtà, intoccabili e inconsistenti eppure coesistono con essa fintanto che questa vi si riverbera. Allo stesso modo in cui un'immagine si riflette in uno specchio, la nostra dimensione si riflette in una a lei speculare: il Piano delle Ombre. Completamente privo di luce, in esso non vive nient'altro se non la trasmogrificazione delle anime dei mortali: un mondo oscuro e in tutto e per tutto congruente al nostro.
    Grazie all'Orologio degli Eoni, Mondragon può varcare la soglia che separa le dimensioni e svanire istantaneamente nel Piano delle Ombre, in modo tale da diventare, per un breve lasso di tempo, intangibile come uno spettro.


    Tecnica (costo variabile). Consente ad Edmund di diventare intangibile per un turno. Può essere utilizzata come tecnica di difesa fisica per contrastare o diminuire i danni ricevuti da un attacco fisico, tramite un costo di mana adeguato, ma non consente di attraversare oggetti o persone. [consumo medio]

    Tecniche Passive -

    V, the Vision.

    Il flusso del tempo è come uno specchio d'acqua tersa e cristallina: qualunque corrente provoca piccole increspature che ne rivelano la fonte. Per chi è in grado di leggere questi segnali, il mondo fisico non ha alcun segreto. Come si può cogliere di sorpresa qualcuno che è in grado di dipanare davanti a se le trame di tutti i futuri possibili?

    Passiva di auspex fisico. Edmund riesce a distinguere chiaramente la posizione dei nemici e gli attacchi in arrivo, anche se privato della vista. Portata 30m.

    T, the Transcendence.

    Quando imparò a controllare completamente il Dominio del Tempo, Mondragon si rese conto che aveva smesso di invecchiare. Il suo corpo si era svincolato dalle leggi dei mortali ed egli era trasceso ad un entità superiore, libera dal giogo tirannico della morte, incarnandosi in una forma pura e perfetta che non sarebbe mai deperita. Benché il suo fisico non subisse più l'ordalia del decadimento, i lunghi anni di isolamento mutarono la sua mente e il suo spirito conducendolo quasi alla pazzia e lo indussero alla costruzione dell'Orologio degli Eoni, un potente artefatto che lo avrebbe reso per sempre giovane.
    Per ragioni che sfuggono alla portata degli uomini e sfiorano le inconcepibili vastità dell'intelletto divino, la volontà dell'Orologio si è fusa con il tessuto spaziotemporale di Endlos, imprigionandovi il Cronarca per l'eternità. Egli infatti non conosce il tocco del tempo, né la paura della sconfitta: non appena Edmund subisce una ferita mortale, l'Orologio degli Eoni si attiva automaticamente e, mentre le lancette scivolano indietro, esso inverte lo scorrere degli eventi e riporta il corpo del proprio padrone ad un momento antecedente alla morte.


    Passiva. Edmund Mondragon è immortale (se viene ucciso in combattimento il suo corpo scompare nella trama dello spaziotempo e riappare in un altro luogo).

    Note - Utilizzo The Shadow a medio per evitare i danni alla testa, considerando che il colpo era a critico ho considerato l'entità rimanente come tre medi distribuiti tra schiena e arti; detto ciò mi metto in posa figa per concludere il duello :qwl:

    Questo era il mio ultimo post, ringrazio vivamente Stanfa per l'ottimo duello e mi scuso se a volte sono stato troppo prolisso o pesante su alcune riflessioni del personaggio esterne al combattimento ma era necessario a livello interpretativo visto che già di per se Edd diventa inquieto con il maltempo a causa della sua meteoropatia, che combinata alla tensione lo ha mandato un pò fuori di testa :sese:
     
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    Cra

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    zuik34

    Numerologia: 1, Individualità


    Arena Celeste



    Il corpo lo sta tradendo. E' una piena consapevolezza la sua. Arrivati ad un certo punto, valicato l'ultimo limite forse si acquisisce una conoscenza trascendente del proprio Io. Si impara a conoscersi veramente, a comprendersi. Ed è proprio grazie a questa nuova percezione, piena e strabordante, che il Numerologo capisce di essere al suo personale arrivo.
    Il corpo brucia percosso da tremiti e spasmi. Il sangue, traditore, lascia le membra stanche per irrigare la terra nuda dell'arena. Ma, in questa piccola tragedia personale, è la mente il più grande traditore. L'adrenalina, grande salvatrice, ha lavato via ogni pensiero, ma ora che il suo effetto va scemando, o meglio ci si abitua alla sua presenza, quei pensieri rimossi tornano ad imperare.
    La mente, percossa e strattonata, si rifugia in un passato più piacevole. Rievoca immagini credute perse. Ricordi seminati nella dimenticanza che ora sbocciano come crisantemi.


    I ricordi, queste ombre troppo lunghe
    del nostro breve corpo,
    questo strascico di morte
    che noi lasciamo vivendo
    i lugubri e durevoli ricordi,
    eccoli già apparire:
    melanconici e muti
    fantasmi agitati da un vento funebre.


    Melanconi e muti, come in una galleria, i ricordi si muovono. Fantasmi che si aggiungono a quelli che già lo circodano ed al momento lo compiangono, almeno i più. Coorti di fantasmi agitati che, inutilmente, tamponano le sue ferite. Schiere spettrali che si stringono intorno alle sue carni. Qualcuno asciuga, o vorrebbe asciugare, le sue lacrime. Ma lo sguardo, fisso verso le nuvole che placide si muovono nel cielo, in realtà è diretto a rivivere istanti di una giovinezza passata.
    Ricorda, forse per la prima volta con piena coscienza, il rituale tenuto nelle distese del Nord. Aveva rimosso gli avvenimenti di quella sera muovendosi però di conseguenza. Se dovesse indicare una svolta nella sua vita sicuramente quello sarebbe il punto nodale. Lo rivive una, due, tre, trentatrè volte. Trentatrè, il numero della missione che gli brucia dietro la spalla ricordandogli a cosa ha devoluto la sua vita e la sua essenza.
    Ed è proprio sulle note di questo ricordo che torna alla realtà, si concentra nuovamente su ciò che lo circonda hic et nunc.
    Con uno sforzo lacerante osserva il suo avversario. Valuta gli esiti della sua disperata offensiva. Sembra aver dato il risultato sperato, la sua non è una certezza visto che vede tutto sfocato. Il senso di rivalsa e di ostilità si impossessa delle sue carni. Vivi, e vinci, ad ogni costo.
    Con un gesto lento alza la mano destra, mentre il corpo resta disteso e mosso dal caso. Può, forse, scrivere la parola fine su questo scontro. Aveva conservato l'ultimo briciolo di energie per una eventuale difesa prima di perdere i sensi. Sta danzando sul filo di una spada ed ad ogni passo si sta tagliando i piedi, le gambe, l'anima.
    La mano si alza ancor di più quando qualcosa lo ferma. A sorpresa è la mano spettrale di Giulietta che lo frena. Dita di carne che si intreggiano a quelle lattiginosa della non-viva. Il suo è un freno impalpabile ma più reale della realtà stessa.
    Ottenebrato prima dalla commozione, poi dal fiume di ricordi, anche lo stesso Numerologo si era perso, ma non Giulietta. Lo spirito prediletto resta muto, cosa assai strana. Si limita a quel gesto, a quel veto morale che presto si trasforma in un rimorso bruciante, più di tutte le ferite che fustigano il corpo.
    Cosa stava facendo?
    Colpire un suo collega in quelle condizioni? Colpire un qualsiasi essere umano indifeso?
    MAI
    E' l'imperativo che urla il gesto di Giulietta e che viene pienamento condiviso da un Augustus ora più cosciente ed in lacrime per quello che stava facendo. Lo spirito lascia lentamente quella non-stretta e si sposta verso le tribune, vuole indicare qualcosa.
    La mano, come un vessillo di vergogna, resta sollevata a mezz'aria mentre lo sguardo occhialuto si sposta sulle tribune lontane. Non riesce a distinguere le figure ed i visi, ma ha piena coscienza di almeno tre dei presenti. Non li vede, ma li immagina.
    L'Alfiere con la sua corona di Numeri. Cosa starà facendo? Sarà sicuramente preoccupata per le condizioni in cui questi due tonti Blu si sono ridotti. Sorriso teso di una madre in attesa. Si, la vuole immaginare così.
    Il Comandante con il suo secolare rigore. Cosa starà facendo? Sarà sicuramente indispettito per la stupidità dimostrata dai suoi sottoposti. Ma in questa sinfonia di durezza c'è una nota molle, tenera, una strisciante preoccupazione? Si, lo vuole immaginare così.
    Asaliah, la sua piccola. Cosa starà facendo? Lei, più di tutti, sarà scossa. Con il rudimento di parole di cui è dotata starà chiedendo se Augustus starà "meglio". O magari, con l'ausilio dei tarocchi, intreccerà la carta del Matto, in cui il Numerologo si identifica, insieme alla Tuota della Fortuna, Asaliah, ed infine gli Amanti, staranno nuovamente insieme? Si, la vuole immaginare così: afflitta da una preoccupazione legera, forse inadeguata, perchè la situazione non gli è chiara. Ma è meglio così.
    Ora, più che mai, il senso di vergogna per quello che stava per fare diviene un fardello troppo pesante per quella mano alzata. La cala lentamente verso il basso fino a sfiorare nuovamente l'Arena. No, Augustus non è tipo da colpi di grazia o da infierire.
    Semplicemente, e con maggior gusto, si lascia affogare in quel mare di ombre che sono i suoi ricordi.


    Tutto finì, così rapito!
    Precipitoso e lieve
    il tempo ci raggiunse.
    Di fuggevoli istanti ordì una storia
    ben chiusa e triste.





    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 15

    Status Fisico: Ferita al fianco sinistro e destro, ferita avambraccio sinistro, bruciatura lieve petto, bruciature lievi/medie ai polpacci, bruciature medie alla schiena, commozione
    Status Mentale: Stanco

    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]
    Figlio dei Numeri - Istant Casting & Aumento riserva di mana [Passiva]


    Sunto
    Semplicemente, dopo attimi di stordimento, il Numerologo decide di intervenire per un'offensiva finale. Grazie a Giulietta, uno degli spiriti del corteo, torna alla realtà e decide di non far nulla e concludere così lo scontro.

    Anche questo sarà il mio ultimo post. Un grazie ad Aeon per il bellissimo ed avvincente duello!

    :tau:

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Edmund vs Augustus



    Edmund

    • Scrittura e Interpretazione: 4.5
      Leggere del Cronarca mi ha strappato un sorriso. Non perchè faccia ridere, ma perchè sono una persona nostalgica ed il tuo modo di scrivere mi ricorda molto alcuni giocatori del passato. Giocatori bravi, quindi non temere!
      Apprezzo molto che -nonostante la lunghezza del post spaventi- non ti perdi nelle tue digressioni, non risulti noioso, non sei ripetitivo e non ti incateni in periodi troppo complessi, errori frequentissimi in chi tenta di strafare. Non ti ho messo 5 perchè manca solo una cosa, ma questa volta non la dico, perchè lo considero un ingrediente segreto e devi scoprirlo da solo. =)

    • Strategia: 2.0
      Mille punti stima perchè hai letto gli addestramenti che sto facendo in parallelo con gli altri giocatori! Inizio impeccabile, ma poi è andata sempre peggio... vero è che il tuo collega non ti ha aiutato, ma se lui ha esagerato da un lato, tu l'hai fatto all'opposto. Hai esaurito tutto il mana nel bel mezzo di uno scontro. NON SI FA MAI. Piuttosto fatti colpire, ma non arrivare mai al punto di crollare a terra! E' come se gli dicessi "dai, adesso uccidimi"!
      Attenzione la prossima volta.

    • Sportività: 3
      Ti sei preso tutti i colpi ed hai avuto in linea generale una condotta sportiva. Questo per ciò che riguarda i colpi ricevuti. Ho notato tuttavia che zoppichi un pochino in alcune tempistiche e su alcuni movimenti del tuo pg un pò borderline. Nulla di serio ed irrecuperabile: la soluzione è giocare ancora un pò, soprattutto nei combattimenti e nelle quest. E' normale infatti avere qualche difficoltà su queste cose se sei appena arrivato, ma solitamente si impara da soli facendo esperienza. Se (e quando) farai un addestramento con me, ammesso che tu lo voglia, posso approfondire meglio questo argomento direttamente con esempi sul campo.

    • Puntualità: 5
      Tutto regolare


    Augustus

    • Scrittura e Interpretazione: 4.5
      Augustus è bellissimo. Ti ho adorato non solo perchè scrivi ed interpreti bene, ma perchè è buffo: per quanto possa sembrare strano, in realtà è uno dei pochi personaggi che permettono l'immedesimazione immediata di una persona normale... praticamente alla prima lettura! E' simpatico ed al tempo stesso profondo: ogni cosa che fa lascia trasparire frammenti della sua complessa (e un pò malata) personalità. Come il tuo collega qui di sopra trai spunti di bg giocato per approfondire ancora di più il suo modo di pensare e sinceramente ho poco nulla da correggere, per entrambi.
      Unico fastidio (non ho voluto considerarlo nel giudizio come un vero e proprio errore) è la barra a scorrimento. Non è questione di grafica (in questo caso) ma del fatto che in un combattimento sia il giudice che il giocatore sono soliti rileggere gli altrui post più volte ed a pezzi. Lavorare con una barra a scorrimento rende difficoltoso l'orientamento immediato nel testo, tutto qui. Soprattutto se è lungo.

    • Strategia: 2.5
      Ok, apprezzo l'idea di usare l'Instant Casting per un attacco ravvicinato. Ottima, davvero ottima. Però... usare il critico è troppo rischioso in questi casi: si lancia raramente e solo quando si è certi di aver messo in scacco l'altro. E' un colpo di grazia per quando la preda è già in trappola e l'instant casting non era una trappola ma un'esca. Cosa ne hai ricavato? Danni. Tanti, tantissimi, innumerevoli danni. Ricorda che chi vince o perde non lo fa solo off-game, pertanto non stare dietro solo al consumo di mana. Se ti trovi con 100% di mana però sei stato pestato a sangue dal tuo avversario in-game, perdi comunque! C'è bisogno di più equilibrio!

    • Sportività: 3
      Guarda, non ne voglio riparlare della storia dei danni, dato che l'ho già esposta al giudizio sulla strategia ò_ò. Però almeno non sono immotivati: ti becchi davvero le tecniche in pieno.
      Considerando quanto il tuo pg sta messo male avrei gradito un maggiore spazio al dolore e tutti i problemi che ti danno le ferite. Lo fai, questo è verissimo, ma dovevi calcare ancora su questo punto, almeno per il mio modesto parere.

    • Puntualità: 5
      Tutto regolare.


    Dichiaro Augustus vincitore con la media di 3,75 punti contro i 3,625 di Edmund. I risultati saranno inseriti nella classifica apposita che determinerà i giocatori che passano alla fase successiva del torneo.
    Considerando il finale, non ci saranno post conclusivi.
    Assegno 1pt a entrambi.



    Edited by Endlos - 2/9/2014, 01:02
     
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9 replies since 18/8/2014, 17:57   266 views
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