Confine

Lei... aveva un sorriso bellissimo. Le sue labbra soffici e rosee erano sempre piegate in un sorriso sincero, sempre. I suoi occhi poi erano di un azzurro acceso, del tutto simile a quello del cielo d’estate... il naso piccolo e delicato non rovinava quel bel viso, incorniciato da una cascata di capelli neri e ricci. Il suo corpo era semplicemente un sogno, un’isola su cui ogni uomo voleva naufragare. E poi c’era lei, la bimba, uno scricciolo castano con dei boccoli delicati che le ricadevano sul viso... lei rideva sempre, in un modo che solo i bambini riuscivano a fare.

Poi però tutto si tingeva di rosso.

Il sangue avvolgeva ogni cosa come un’onda di marea... la spada si abbatteva senza pietà su quei due tesori, straziandone il corpo e l’anima. Perché stava succedendo tutto questo? Che bisogno c’era di tutta quella violenza per cancellare due fiori tanto delicati? Era tutto sbagliato, ingiusto. La cosa più straziante era il fatto che Lei... continuasse a sorridere. Lo sguardo posò poi sulla spada, scese lungo l’elsa e la vide: una croce.

No.

No!

NO!!!

Rhaziel si svegliò di soprassalto, madido di sudore. Tremava ancora, seduto sul suo letto... ansimava pesantemente. Ancora una volta quel sogno, era sempre uguale ma ogni volta le emozioni che generava erano terribilmente nuove. L’uomo si guardò le mani, lo fece per qualche attimo... poi lentamente le portò al viso. E pianse. Pianse per un tempo indefinito, ma alla fine si accorse che il sole era già spuntato e decise di alzarsi nonostante la stanchezza.
Si preparò, cercò di assumere la sua solita autorevolezza... e lo fece appena in tempo, visto che qualche minuto dopo un messaggero lo avvisò che il Gran Maestro lo stava aspettando all’Arena Celeste. Non fece domande, non ne aveva nessuna voglia, semplicemente si limitò a recuperare tutto il suo equipaggiamento per poi raggiungere il luogo indicatogli.
Quando arrivò a destinazione, sollevò il capo verso il cielo... anche lui stava piangendo. Magari anche l’Alfiere lo stava facendo? Eppure quando la vide, un raggio di sole superò le nubi per informare tutti della sua esistenza. Per quanto sembrasse un uomo, quella figura restava aggraziata anche in abiti maschili, non era difficile capire che si trattava dell’Angelo. Era bellissima, non si poteva aggiungere altro... e gli faceva male vederla così.
Quasi contagiato dalla giocosità della donna, il mercenario annuì a quelle parole lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso... anche se era un sorriso amaro, forse dettato più dalle circostanze che dall’istinto. Però su qualcosa aveva ragione, lei, l’alfiere quel giorno era davvero matto... starsene sotto l’acqua non era mai salutare per nessuno.

Per quale motivo... mi hai fatto chiamare?

Domandò poi con una voce leggermente rauca, fissandola con il suo unico occhio ancora arrossato dal lungo pianto notturno. Il suo tono era triste, non vi era rabbia o disprezzo, ma solo disperazione... la disperazione di un uomo che aveva bisogno d’aiuto. Rimase infine in silenzio in attesa di una risposta, lasciando che le gocce di pioggia abbracciassero anche lui.

Lo sguardo del mercenario si fece serio, la sua espressione divenne quella sua solita. L’occhio vagava sulla figura della donna cercando di capire dove voleva andare a parare... ma rimase in silenzio e non rispose alla domanda, anche perché non aveva una risposta precisa per quella domanda. Non lo sapeva nemmeno lui il motivo che l’aveva spinto a unirsi alla Gilda, o forse lo sapeva... ma continuava a cercare di nasconderlo perfino a se stesso. Drusilia però andò dritta al punto senza fare troppi giri di parole, era una donna forte lei che sapeva essere sempre risoluta.
Di certo non era la paga a trattenerlo, nemmeno gli ideali di quella combriccola di matti... ma c’era qualcosa di più profondo, un pensiero nato nel momento in cui l’aveva incontrata per la primissima volta. E no, non era a causa del suo seno. Come ci si doveva aspettare dall’Alfiere, le sue parole da dolci diventarono forti e toccarono subito il punto debole di ogni mercenario: il denaro. Quello era il motivo di vita di molti, ma come già spiegato non era la ragione che aveva spinto Rhaziel a giurare fedeltà a lei, anche perché in giro c’era chi pagava meglio.
Ormai il momento sembrava giunto, non poteva più tirarsi indietro, doveva dire quella verità che aveva quasi paura di rivelare... e quelle parole sprezzanti si trasformarono nella giusta spinta, arrivando perfino a fare una richiesta che fece quasi trasalire il castano, che sgranò l’occhio in un moto di sorpresa, paura... di ammirazione verso tanto coraggio.

Non lo farei.

Rispose subito, senza pensarci troppo.

Tu...

Sollevò il viso verso l’alto, lasciando che la pioggia lo pungesse.

Tu mi ricordi una persona che però non conosco... so che Lei aveva dei legami con me, ma non ricordo nulla a parte il suo viso.

Abbassò il capo, riportando lo sguardo sul Gran Maestro.

Ho già fatto del male una volta, non voglio ripetere gli errori del passato... per questo motivo mi ritrovo qui. Io... voglio essere perdonato, ho bisogno di lavare via il sangue che tinge le mie mani... e sono convinto di riuscire a redimermi solo aiutandoti... per cui non chiedermi di ucciderti: non lo farò mai. Ma impedirò a chiunque di farlo.

Concluse infine abbassando lo sguardo, non aveva proprio idea di come avrebbe reagito lei una volta udite quelle parole... parole che tuttavia erano sincere, vere.

Rhaziel rimase in silenzio, osservò la reazione della donna senza dire una parola e continuò a farlo anche questa iniziò a parlare, lasciandosi sfuggire un sorriso. Aveva ragione, in un mondo come quello non c’era modo di stare nel mezzo... o si stava dalla parte del bene, oppure si parteggiava per il male, una via che si posizionasse a metà strada tra le due non esisteva... bianco o nero, il grigio non era contemplato. Ma proprio a causa di quelle due parti così vicine ma allo stesso tempo lontanissime, ogni popolo arrivava per forza a uno scontro, era una cosa inevitabile.
Drusilia però non si fermo e continuò a parlare, raccontando al mercenario la storia terribile della sua famiglia... anche per lei esistevano dei demoni del passato. E il destino della sua stirpe rappresentava in pieno quella che era la lotta tra bene e male. Anche loro professavano la giustizia, però si lasciavano andare al male quando finivano per torturare la loro stessa figlia... la cui unica colpa era un diverso modo di pensare, una visione alternativa del mondo. Alla fine però perirono tutti, come se una divinità superiore avesse deciso che il loro tempo era terminato... perché anche facendo del bene si generava il male, che arrivava sottoforma di innumerevoli nemici.

Io credo... che restare immobili nelle proprie convinzioni sia sbagliato. Il cambiamento è l’unica forza che può spezzare le menti chiuse, bloccate nelle loro convinzioni sbagliate.

Rhaziel parlò abbassando il capo, finendo per osservare il pavimento... le sue parole potevano essere giuste, ne era testimone. Lui stesso si era staccato dall’immobilità per cambiare vita, raggiungendo Laputa per dare una svolta al suo mondo chiuso e piccolo. Si sentiva stretto, imprigionato in uno stato di paralisi che lentamente lo strappava via da ciò che lo circondava. Era talmente immerso nei suoi pensieri, che quando la donna gli posò le mani sulle spalle, lui ebbe un moto di sorpresa... si ritrovò ad osservarla dritta negli occhi e non sembrava triste, anzi.
Erano gli occhi di chi sapeva.

E’ inevitabile, tuttavia non credi che se degli innocenti provano a nuocerti... forse non sono poi così innocenti?

Il cacciatore fece una pausa, assumendo in quell’attimo uno sguardo determinato e sicuro.

Io mi assumerò ogni responsabilità, ma sappi che ogni cosa sarà fatta in tuo nome e per il tuo nome: prometto di proteggerti sia nel bene che nel male.

Concluse infine, lasciando che fosse lei a decidere del suo destino... visto che dal giorno in cui si erano incontrati, lui le aveva messo il destino nelle sue mani: solo lei poteva decidere cosa farci. Però era un uomo che era disposto a tutto per mantenere la parola, non vi era nessun ripensamento nella sua persona... nessun dubbio.

Rhaziel aveva appena fatto il suo voto, legando la sua vita a quella della donna che aveva davanti. Anzi, per meglio dire legava il suo destino a quello dell’Angelo... la sua non era una promessa d’amore, certo, anche quello faceva la sua parte in qualche modo, ma non era lo stesso che univa ad esempio due amanti. Il cacciatore aveva promesso una fedeltà incondizionata, una fedeltà che non faceva domande e agiva solo nel nome di chi aveva giurato di proteggere.
Era strano vedere una persona come il castano parlare in quel modo, dalla sua apparenza sembrava quasi impossibile aspettarsi sentimenti così profondi... sembrava un uomo tutto d’un pezzo, uno di quelli coraggiosi che non si abbassavano mai a simili sciocchezze. Però dentro lui era diverso, non solo perché aveva una batteria conficcata nel petto, ma anche perché c’erano dei sentimenti vivi e pulsanti. Era un uomo, una persona piena di difetti che però riusciva a mostrare lati di una personalità inaspettata, impossibile da scorgere con una sola occhiata.
Il mercenario vide lo sguardo sorpreso di Drusilia, sembrava scossa da quel che aveva appena sentito ma lui non si sorprese, non era la prima volta che accadeva. Però quel che aveva detto era frutto di una grande sincerità, dal coraggio e dalla determinazione di un uomo a cui la vita aveva tolto tutto... ma che non era riuscita a strappargli quel fuoco interiore che gli permetteva di andare avanti, rialzandosi ogni volta che finiva a terra. Non era il tipo che si faceva spaventare da nemici potenti, era pronto a rischiare tutto per continuare a proteggere chi gli stava a cuore... per non rimangiarsi nessuna promessa.
All’uomo però non sfuggì il cambio d’espressione della donna, era diventata seria, risoluta... autoritaria, proprio come ci si doveva aspettare dall’Alfiere del Presidio Errante. E lui non poteva sottrarsi a quella prova, proprio perché era la volontà diretta del suo Gran Maestro.

Se questo è il tuo volere.

Commentò l’orbo, preparandosi per lo scontro. Il fucile di precisione venne posato a terra, così come l’enorme spada in un primo momento. Poi si tolse la lunga giacca, in modo tale da avere una tenuta più idonea allo scontro... le sue armi bene in vista erano pronte al fuoco, ma il castano afferrò nuovamente la spada con entrambe le mani, posizionandola in diagonale rispetto al suolo. Un ultimo sguardo, poi scattò in avanti senza esitare. Durante la corsa avrebbe ruotato la spada posizionandola orizzontalmente, menando poi un fendente parallelo al suolo che mirava al fianco dell’Angelo. Con il colpo di ritorno avrebbe scagliato un attacco verso l’alto, questa volta in diagonale.

Ah, gli era successo ancora una volta. Il pensiero di avere davanti una fragile fanciulla gli aveva attraversato la mente, frenando in qualche modo il suo assalto... che venne evitato con una facilità disarmante, come ci si doveva aspettare dal Gran Maestro. Il suo avversario non era un principiante, era una donna ma ciò non significava assolutamente nulla, e lui sapeva bene che in quel mondo non c’era spazio per quel genere di pensieri... il suo errore poteva costargli davvero caro.

Non era mia intenzione.

Si giustificò chiudendo l’occhio e facendo un lungo sospiro: adesso era davvero pronto. Lei gli era atterrata alle spalle, però non aveva ancora affondando il colpo... non approfittando della leggerezza appena commessa da colui che aveva giurato di proteggerla. Però sapeva bene che questa era la sua unica possibilità, di sicuro Drusilia non gliene avrebbe concessa un’altra... quindi doveva fare sul serio, altrimenti non era degno di fare certe promesse.
Rapido e determinato, Rhaziel lasciò ricadere una mano sul fianco destro, afferrando rapidamente il Blaster per caricarlo immediatamente di energia... quindi l’avrebbe afferrato saldamente, ruotando poi il corpo per puntare la bocca di fuoco addosso alla fanciulla. Dalle prese d’aria dell’arma era visibile una luce azzurrina che aumentò di intensità, fino a sparare una sfera energetica in direzione del generoso petto di lei.
Subito dopo l’arma ricadde nel fodero e il ragazzo continuò a far ruotare il corpo, agevolato dal peso della spada ancora stretta nell’altra mano... proprio in quel momento l’avrebbe afferrata nuovamente anche con la destra imprimendo forza al colpo ma non solo. Il filo della lama infatti iniziò a brillare a sua volta, sempre con la solita luce azzurrina, mentre essa veniva sollevata per eseguire questa volta un colpo molto più potente del precedente... un fendente dal basso verso l’alto reso ancora più letale da una lama potenziata, dal taglio molto più devastante. Serviva una difesa apposita contro di essa, visto che era in quel modo era in grado di mandare in pezzi ogni spada normale.

Quel combattimento era completamente diverso rispetto a tutti quelli che Rhaziel aveva affrontato nella sua vita... non solo era forse il più impegnativo, ma in esso vi era qualcosa di strano. Forse il merito era solo dell’avversaria, un’angelica visione che non solo sapeva essere dolce e amorevole, ma che riusciva a tirare fuori uno spirito combattivo per nulla inferiore a quello di ogni grande guerriero. Aveva annullato con facilità il duplice assalto dell’orbo, rendendo inutile sia il fuoco del blaster che il successivo fendente, lasciando l’attaccante completamente a bocca asciutta.
Il cacciatore fece schioccare la lingua contro il palato, mentre faceva qualche passo indietro per allontanarsi e studiare un piano alternativo. Nel frattempo aveva smesso di piovere e il sole ormai prossimo al tramonto aveva fatto in tempo ad asciugare alcune zone dell’arena. In quel momento l’uomo aggrottò per un attimo le sopracciglia, osservò la Dama del Vento un paio di volte per poi passare all’area circostante... infine chiuse l’occhio sinistro, passando così alla visione termica. Per quanto la temperatura circostante fosse normale, vi erano alcuni punti in cui essa si alzava di poco e ciò lo fece insospettire, tanto da continuare a farlo indietreggiare. Quando riaprì l’occhio si ritrovò accanto al fucile che aveva poggiato al suolo, riprendendolo così in mano.

Se ti chiamano Dama del Vento ci sarà un motivo, vero? Tu puoi muovere gli agenti atmosferici come vuoi, scommetto che riesci anche a modificarne la composizione.

Rhaziel indietreggiò ancora, ormai era prossimo al bordo dell’arena... ma proprio in quell’attimo avviò la sua strategia. In un istante si piegò e poggiò il ginocchio a terra, imbracciando lo sniper caricandolo di energia prima di lasciar partire una pallottola infusa di energia, mirando alla donna per facendo passare il proiettile nelle zone più umide dell’arena... ma subito dopo avrebbe sparato ancora, questa volta puntando sotto i piedi dell’Angelo sparando però in una zona più asciutta. E fu proprio in quel momento che accadde qualcosa, fuoco si sprigionò con il passaggio del secondo colpo... così decise di sfruttare la situazione per correre lateralmente e poi puntare avanti, sfoderando il blaster per far fuoco ancora una volta, avvicinandosi il tanto che bastava... sfruttando le fiamme come copertura.

In questo frangente Rhaziel si era trovato a rischiare, a giocare un po’ d’azzardo per trovare qualcosa di utile a dimostrare il suo valore. In genere rifletteva bene prima di agire, ma questa volta era stato costretto ad agire in maniera avventata e la cosa diede i suoi frutti. Drusilia riuscì a difendersi molto bene, però non aveva fatto bene i suoi calcoli... i proiettili erano tanti, era normale quindi che qualcuno sfuggisse al controllo e infatti uno di essi superò le difese, piantandosi dritto nella spalla della fanciulla. Il cacciatore però non si preoccupò, ormai aveva capito chi gli si parava di fronte.
Il mercenario aveva quindi superato la prova, tuttavia non si riteneva molto soddisfatto: in alcuni tratti la sua strategia aveva lasciato alquanto desiderare... arrivando persino a rischiare qualcosa. Lei però, nonostante tutto, continuava a lanciare consigli amorevoli, anche se il sangue colava dalla ferita macchiando le sue vesti e il marmo dell’arena. Al momento era lei ad essere conciata peggio, però continuava a preoccuparsi dei suoi aviatori anche se questi avevano solo qualche semplice bruciatura... quindi nulla di preoccupante.
Riguardati... anche tu.
La salutò Rhaziel mettendosi il fucile a tracolla, osservandola poi andare via al bordo del suo grifone e in un attimo sparì alla vista del castano. Lui sorrise, in qualche modo, quel giorno era successo qualcosa di diverso e aveva dato voce a quei pensieri che da un po’ girovagavano nella sua testa... ma solo ora aveva avuto il coraggio di fare quel passo avanti.
La prossima volta che avrebbe incontrato l’Angelo, le cose sarebbero andate diversamente... nessun ripensamento, nessuna pietà verso l’avversario. Ormai aveva capito di dover dare fondo a tutta la sua esperienza, essere gentile poteva trasformarsi in un mancanza di rispetto e lui non voleva deludere chi lo stava salvando. Nel prossimo scontro ci sarebbe stato un nuovo Rhaziel, più combattivo e determinato che mai.