[LAM] È il punto di vista che fa la cosa.

"Abituati a vedere le cose anche dal punto di vista dell’altro".

Robert Baden-Powell.

Infermeria, Albero Casa.
Presidio Errante, Endlos.

L'Alfiere Errante camminava avanti ed indietro per tutta l'infermeria, seguita da due paia di occhi, castani ed azzurri. Virginia, levatasi dalla scrivania, teneva le mani congiunte come in procinto di pregare ma sembrava distratta dal vagare senza meta della Dama del Vento sua amica. Anche Alhandra fissava la scena, ma non dava l'idea di esser preoccupata; se ne stava stravaccata sul divanetto lì vicino, limandosi le unghie.

-C'è una soluzione a tutto, Virginia- continuava a ripetere il Gran Maestro -Sicura di aver controllato tutto ciò che avevamo? Hai chiesto al Magisterium?

Nessuno seppe dire per quante volte si era già impuntata su quel concetto. Alhandra alzò gli occhi al cielo, seccata, mentre Virginia sospirò sconsolata. Entrambe erano perfettamente a conoscenza della cocciutaggine del loro capo e di quanto fosse complicato farla desistere da quelli che erano i suoi progetti.

-Il problema è che non sappiamo molto della matrice di quel potere- spiegò la Beata con una calma ed una pazienza che Alhandra avrebbe ritenuto disumani -In assenza di informazioni più dettagliate non ci è possibile trovare una cura definitiva. In compenso posso fargli ricrescere gli occhi... ma la maledizione riporterebbe tutto allo stato iniziale in tempi brevissimi, rendendo vane le mie cure.

-Ma poi... che ci frega?- Alhandra ci tenne a farlo notare -Cioè, è un tizio che abbiamo conosciuto completamente a caso. Non sappiamo che sa, com'è, cosa fa, da dove cazzo viene... perchè è EVIDENTE che non è di Endlos. E non può nemmeno pagarci.

Agitò il dito, sentenziosa.

-Sapete quanta gente muore di fame? TANTA. Sapete quanta gente muore in generale? ANCORADIPPIU'. Adesso spiegatemi perchè prenderci cura di un "omino x" a caso sia così importante.

Interruppe il suo monologo solo pochi secondi, quando si rese conto che le due interlocutrici la stavano fissando male. Poi fece spallucce e continuò, questa volta fissando solo Drusilia.

-Ok, è cieco. Mi spiace, è una cosa terribile... ma quanta gente lo è? Porca vacca Dru, lo abbiamo raccattato da Merovish e portato qui, in una città che ricorda la civiltà! Dagli una casa, un lavoretto e buonanotte. Non puoi aiutare tutti.

Virginia sospirò ancora. Era profondamente infastidita dal menefreghismo dell'amica, ma da un lato aveva ragione: non potevano fare altro che tentare di integrarlo a Laputa. Sarebbe rimasto cieco, a prescindere dai buoni propositi. Drusilia doveva accettarlo.

-Vedila come un muro troppo alto. Abbiamo dei limiti: non possiamo scavalcarlo.

Il Gran Maestro -in quegli attimi di spalle- si bloccò d'un tratto, come congelata. Piantò le mani contro il muro, abbassando il capo con quella che le sue amiche avrebbero interpretato come un'aria sconfitta. Eppure Drusilia sconfitta non era... stava solo mettendo ordine nella sua testa.

-Se non possiamo scavalcarlo, allora lo aggireremo.

Quando si voltò, lo scintillio folle nei suoi occhi non presagiva nulla di buono... o mentalmente sano.
Questo bastò a Virginia ed Alhandra per tirarsene fuori.

Ingresso dell'Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Attendeva pazientemente l'arrivo di Martin, sicura che avrebbe sicuramente risposto al suo invito di fare una passeggiata assieme.

Indossava abiti da uomo adattati al suo fisico come meglio poteva: i pantaloni erano stati cuciti più stretti, il camicione bianco adattato a veste per mezzo di una semplice cinta a cui era stato applicato il fodero della sua spada. Per la gioia di qualche artigiano, almeno gli stivali non andavano modificati. Ovviamente non era nemmeno truccata e portava i capelli sciolti sulle spalle, incurante delle ciocche ribelli che la facevano apparire trasandata rispetto a molte altre dame dei gironi alti.

Fra le braccia aveva un piccolo falco: se ne stava buono buono, la testolina posata sul seno e gli occhi chiusi, beandosi delle carezzine che la Dama gli concedeva ad intervalli più o meno regolari. L'ala era guarita e nessuno avrebbe mai immaginato che si trattasse proprio del falco perennemente scazzato di Martin.
Voci di corridoio sussurravano che, durante la sua permanenza in infermeria, aveva quasi strappato le dita a più di un Aviatore.

-Sei il falco più carino che abbia mai visto, sai?

Lucius aprì gli occhietti, fissandola per qualche secondo con aria pucciosa e poi tornando a rilassarsi fra le sue braccia. Perchè con Drusilia erano tutti buoni.
Chissà perchè, poi.

Ingresso dell'Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Mentre il falchetto sembrava agitarsi fra le sue braccia alla sola vista del "padrone", Drusilia rimase un pò assorta nell'osservarlo. Nonostante la cecità su Endlos non fosse poi così rara, il doversi occupare di lui l'aveva a lungo invitata a riflettere su quella particolare condizione. Era lì per aiutarlo e sicuramente era stata forse l'unica a far così tanto in cambio di nulla, ma questo non escludeva che non avrebbe mai ed in alcun modo compreso a fondo come realmente ci si sentisse. Non lei che, per nascita, non soffriva la fame o le malattie.
Certo, era senza ombra di dubbio la persona adatta ad affrontare situazioni inumane come il paladino di turno... ma se da un lato la sua fortuna genetica risolveva il problema, dall'altro la rendeva orribilmente distante dalle persone che tanto desiderava proteggere.
Era... strano.
E pericoloso.



«Signora Galanodel?»

Tornando alla realtà con aria un pò impacciata, Drusilia si avvicinò all'interlocutore così da non farlo sentire più disorientato del dovuto. Poi si portò Lucius su di una spalla, così da liberare la propria stretta.

-E' un piacere vedere che stai meglio e che ti stai ambientando- disse, avvolgendo il braccio di Martin fra le proprie in modo da condurlo verso un sentiero che portava al Latifondo -Ma "signora" è un termine così formale... quasi come fossimo estranei. Chiamami Drusilia perchè voglio esserti amica.

Sorrise, anche se Martin non poteva vederlo, e strinse un pò la presa come gesto d'affetto.

-Ti ho chiamato perchè ho i risultati di tutti gli esami che ti son stati fatti e desideravo condividere i miei pensieri a riguardo. Magari trovare delle soluzioni che ti facciano star meglio. Ti va?