[LAM] Pride, prejudice and other ghosts.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    børn from original sin

    Group
    Member
    Posts
    2,348
    Location
    Verona.

    Status
    Anonymous


    È verità universalmente riconosciuta che un vampiro di bell'aspetto, incline agli agi della vita, debba essere in cerca di un amante. Mercuzio Montecchi non aveva voluto tradire questa massima. Era giunto sul semipiano da perfetto sprovveduto, e non aveva né la prima né la seconda delle cose citate, sebbene, com'è ovvio, le desiderasse. Non si era perso d'animo. La vita da straccione non faceva per lui, e sapeva già come avrebbe dovuto agire: sarebbe bastato intrufolarsi a una festa di aristocratici... e puntare tutto sulla parure di diamanti più costosa. Era stato così che aveva conosciuto, tra i merletti della Città Alta, Porzia Belmonte.
    Era stato Mercuzio a sedurla o era stata lei a imprigionarlo nella sua rete? Probabilmente, la seconda. Il loro incontro era stato focoso, e gli eventi si erano succeduti così rapidi che il vampiro non avrebbe saputo dire in quanto tempo si fosse ritrovato con solo una vestaglia di seta addosso. Porzia era affascinante, alta, capace di incutere soggezione in chi le stava davanti grazie a una presenza algida e solenne. Il suo fisico androgino era stata una novità per Mercuzio, che si era gettato in lei con un'allegria da naufrago. Trovava deliziosi i suoi corti capelli biondi, gli occhi azzurri inquieti, dal taglio allungato. Vestiva à la garçonne, e sotto la camicia portava sempre una collana il cui ciondolo era una mano aperta. Mercuzio aveva pensato che fosse lo stemma del suo casato, ma non era così.

    In ogni caso, aveva iniziato la splendida vita del mantenuto.

    Quella rilassatezza, tuttavia, non durò a lungo.
    Dopo un mese passato in ozio, avevano cominciato a dolergli i capricci. La noia lo tormentava col suo pungolo, e si ritrovò a sbuffare con malinconia svogliata dietro le finestre della tenuta. Era tornato con la mente agli eventi passati; non aveva mai cessato di pensare a Drusilia realmente, sebbene tentasse di illudersi a riguardo. Ciò che lei gli aveva fatto non era stato dimenticato, ma solo messo da parte: l'offesa ancora bruciava nell'orgoglio ferito del vampiro. Ma al di là di quello, c'era una cosa che lo sorprendeva. Spesso il pensiero di lei non gli destava alcun rancore, piuttosto generava la voglia di rivederla, di rinfocolare la sfida che si era posta tra di loro. Anzi, spesso si era ritrovato a sorridere della cocciutaggine della donna: c'era qualcosa di selvaggio, nella Dama del Vento, che lo ammaliava. Si convinse, in qualche modo, di volerla incontrare. Ma come? Era l'ultimo arrivato, principe esiliato di un mondo in declino; lei, l'autocrate di un regno fiorente, all'apice della sua potenza.

    L'occasione giunse inaspettata.
    Dapprima furono le voci, sibili nelle sue orecchie volubili: monelli e baldracche della città bassa. Poi furono le guardie cittadine a ripetere la notizia; e, infine, qualche ospite galante della sua signora. Era ciò che attendeva: chiese a Porzia di procurargli un'udienza.
    Bastò una notte d'amore per ricevere l'ennesimo sì.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    "L’amore è un fuoco.
    Ma non saprai mai se scalderà il tuo cuore o brucerà la tua casa".


    Joan Crawford.


    1374205276_zpscb2fe5a8

    Mastio, Città Alta
    Presidio Errante, Endlos
    .

    Era prima mattina quando le giunse notizia di una richiesta d'udienza. Domanda alquanto strana, almeno per quelle che erano le usanze del Presidio Errante: l'Autocrate non era solita infatti fare eccezioni fra i suoi cittadini, pertanto teneva periodicamente degli incontri pubblici con il popolo alla Sala del Trono. Bastava entrare agli orari giusti ed era possibile conversare direttamente con lei davanti alle milizie ed i consiglieri. Non fu quindi un caso che pensò ad un'udienza privata. Prendendo la lettera fra le dita con fare annoiato, la rigirò più volte finchè non lesse il nome del mittente: sembrava una nobildonna della Città Alta, considerando il nome di famiglia. Peccato che non la conosceva. Con sguardo sempre più attento cercò il nome della persona da ricevere fra le file ordinate composte da eleganti ghirigori d'inchiostro.
    Lo lesse.
    Storse le labbra.

    passeggiata_zpsaed5ea15

    Il giorno successivo Drusilia era alquanto nervosa. Camminava con sguardo cupo per i corridoi del Mastio e non c'era uno solo dei suoi sottoposti che aveva il coraggio di domandarle la ragione di quella faccia. Per quanto tenessero al loro Alfiere, tutti erano a conoscenza del suo carattere un pò lunatico e di quanto il suo stato emotivo potesse influire concretamente sul Presidio, sotto forma di venti o temporali. In caso di pericolo, avevano quindi imparato il valore del silenzio: spesso, infatti, bastava lasciarla un pò da sola per veder ricomparire il sole oltre le nubi.

    Peccato che la Dama del Vento, quel giorno, non fosse affatto arrabbiata. Turbata, piuttosto, dall'uomo che avrebbe dovuto ricevere di lì a poco. Si chiamava Mercuzio: amico di vecchia data del suo amato Yoko, era originario di Celentir e conosceva il Primo Autocrate ed i suoi Ufficiali ormai caduti. Una figura certamente di spicco e gradevole da ospitare, se solo Drusilia fosse stata particolarmente legata a titoli e convenzioni. Lei non era come Raylek: lo aveva dimostrato prima della sua ascesa al potere con tutte le sue rimostranze al vecchio Alfiere e le numerosissime azioni atte a destabilizzare varie ed eventuali autorità per fini che lei riteneva superiori. A ben pensarci, in effetti, l'orgoglio della bella non le aveva mai permesso di diventare un soldato esemplare. Forse, intimamente, il goblin l'aveva disprezzata per questo.

    Sta di fatto che questo Mercuzio l'aveva usata per i suoi bizzarri progetti, senza renderle conto di nulla e permettendosi anche di maltrattare il figlio che, povera anima, aveva rischiato più volte la vita per i capricci del padre. Inammissibile. Certo era che non si trattava poi di un crimine orrendo, ma se da un lato Drusilia non aveva abusato del suo potere politico per qualche vendetta infantile, dall'altro era giunta alla conclusione che non si fidava di lui.
    Sbuffò contrariata, ripensando alla missiva: chissà che voleva da lei, poi.

    gambe_zps470e7ae1

    -Fatelo entrare.

    Disse brevemente quando raggiunse uno dei salottini in cui spesso trascorreva i pomeriggi con Kalia. Non era nulla di particolarmente elaborato o bizzarro, a parte una piccola libreria alle sue spalle. Aveva una bella finestra ampia in grado di rendere quell'ambiente dai muri candidi estremamente luminoso. Ma era tardo pomeriggio, comunque, ed il sole era sul punto di abbandonare quegli orizzonti.
    Socchiuse gli occhi, seduta su una grande poltrona, stanca di una lunga giornata di lavoro.
    Attese paziente l'arrivo del Montecchi.

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    børn from original sin

    Group
    Member
    Posts
    2,348
    Location
    Verona.

    Status
    Anonymous

    Non appena uscito di casa, aveva iniziato a piovere.
    La cosa lo aveva stordito, nella sua imprevedibilità: la giornata era ormai quasi finita, e quel mutamento era stato repentino. Si riparò dapprima sotto un loggiato marmoreo della Città Alta. La pioggia non gli dava fastidio, ma avrebbe voluto presentarsi all'Autocrate con una certa eleganza. Fu chiaro, ben presto, che quella possibilità era da dimenticare: a ogni minuto di ritardo sembrava che il tempo divenisse più uggioso, e che sempre più nuvole si addensassero all'orizzonte.
    Sospirò.
    Era meglio andare.

    jpg

    Fatelo entrare.

    La voce della donna lo raggiunse da dietro la porta istoriata presso la quale attendeva. Era già stato nel Mastio, perché da Celentir, per una strana casualità, era apparso proprio lì, sporco e per metà svestito. Eppure solo adesso faceva caso a dove si trovasse realmente: quello era il cuore politico di Laputa, sede del potere e degli intrighi. Se ne ricordò, mentre faceva il suo ingresso nella stanza sobria, sapientemente distribuita, che doveva fare da studio o da sala da tè. Una scelta apprezzabile: Drusilia non voleva dargli troppa importanza. La cosa fece sorgere fra le sue guance un sorriso ironico. Le si avvicinò con calma, guardandola negli occhi alteri. Nonostante la situazione fosse alquanto informale, e non ci fosse un trono, Mercuzio si fermò a qualche passo da lei; era un atto di gentilezza, oltre che di rispetto. La Dama del Vento era assisa su una poltrona; sembrava stanca. E tuttavia, anche in quelle condizioni, era inutile dire quanto fosse affascinante, e in un certo senso languidamente severa.

    Il vampiro, da parte sua, era zuppo d'acqua, ma manteneva con sicurezza l'eleganza del vestiario e del portamento. Indossava un completo smeraldo dagli alamari d'oro che lo faceva rassomigliare a una figura militare d'altri tempi. Quell'accostamento ben si sposava con il verde dorato dei suoi occhi: la similarità dei colori li faceva risaltare sul volto cereo, in cui aleggiava un candido garbo. Ristette qualche secondo, osservandola, rapito. Poi, con estrema lentezza, quasi volesse sottolineare quel gesto, poggiò il ginocchio per terra.

    Mia signora.
    iniziò, soave, come se fossero parole di miele da rivolgere a un'amante.

    La sua voce era profonda, ricca di armonici suadenti. Chiunque avrebbe potuto credergli solo per quel suo modo di parlare, capace di artigliarsi al cuore. Inclinò il capo sulla spalla destra, lasciando che lo sguardo esitasse sulla linea morbida delle gambe accavallate di Drusilia. Il suo sorriso si fece più accentuato, a quella visione.

    jpg

    Sono venuto per ringraziarvi di tutto ciò che avete fatto per me. Per la compagnia di quel giorno in cui mi avete concesso di intrecciarvi i capelli. Per l'accoglienza che mi avete dato, senza la quale sarei stato perduto. Per l'aiuto contro nemici spietati offerto, mi rendo conto, con totale sprezzo del pericolo. Mia signora, un uomo come me non può dimenticare tutto questo.

    Mentre diceva ciò, si toccò distrattamente la guancia dove Drusilia l'aveva colpito. Quel movimento lasciava intendere un sottile piacere; se v'era acrimonia, essa era invisibile. Era lo stesso uomo che, nella cripta, era stato incapace di ringraziare i suoi soccorritori? Non v'era somiglianza tra i due: Mercuzio, in effetti, sembrava un'altra persona. Era rilassato, anzi: pareva completamente a suo agio in quella situazione, come se niente di sconveniente fosse accaduto tra loro. Volse ancora i suoi occhi verso di lei, sfiorandosi con la mano i capelli, ancora grondanti d'acqua.

    Oh, mi dispiace. Potrei...
    esitò un attimo, quasi con timidezza improvvisa. Rise leggermente, dandosi dello sciocco. Nonostante l'occasione, era un peccato veniale.
    ... togliermi la giacca?
    Venendo qua, sono stato sorpreso da un temporale.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    Quando Mercuzio fece il proprio ingresso, Drusilia dovette ammettere di comprendere la ragione per cui, nonostante avesse disperatamente tentato di ignorarlo per tutto quel tempo, il suo nome finiva sempre per tormentarla, praticamente onnipresente nei discorsi civettuoli di ancelle e nobili dame del posto.

    Vederlo al suo arrivo non gli aveva certo reso giustizia ed al loro secondo incontro era troppo furiosa per soffermarsi sui suoi lineamenti. Questa volta, però, sembrava irradiare l'intero ambiente con la sua sola presenza; era più nutrito, curato, pulito ed indossava abiti di fattura straordinariamente pregiata al punto che si domandò lei stessa come fosse riuscito ad ottenerli. Ma non era il solo aspetto ad affascinarla, quanto -e soprattutto- la voce. Era come se il suo timbro avesse un potere ipnotico su chi lo ascoltava. Era caldo, dolce ed al tempo stesso lievemente ruvido, quel tanto che bastava per emozionare gli ascoltatori secondo il proprio volere.
    Drusilia ne fu profondamente turbata, principalmente perchè si rese conto di essere nuovamente arrossita nel momento in cui lui le aveva ricordato di aver giocato con i suoi capelli.
    Male, molto male: Mercuzio era pericoloso.
    Non poteva permettersi di abbassare la guardia.

    — Oh, mi dispiace. Potrei... togliermi la giacca?
    Venendo qua, sono stato sorpreso da un temporale.

    grazie1_zpse686c610

    -Prego, fai pure.

    Rispose semplicemente, levando la mano con nonchalance in un gesto conciliante e, al tempo stesso, distaccato.

    -Non siamo mica in un ufficio pubblico: questa sala fa già parte della zona privata del Mastio. Pertanto mettiti pure a tuo agio, sei a casa mia.

    Spiegò, ostentando un disinteresse ammirevole -quasi eroico- nei confronti del fascinoso vampiro. Certo, lui non aveva fatto nulla di strano, ma Drusilia era abbastanza certa che buona parte delle fanciulle laputensi non sarebbe stata più in grado di ragionare lucidamente in quella precisa situazione, al suo posto.

    -E poi non amo particolarmente le formalità.

    Liquidò la questione con un'alzata di spalle.
    Infondo era vero: da quando era giunta sul semipiano, Drusilia si era distinta per la sua rinomata quanto preoccupante allergia alle regole ed i protocolli. Nel giro di pochissimi anni era infatti riuscita ad ignorare i comandi di tutti i propri superiori, urlare contro un Alfiere, far piangere un Ufficiale, boicottare un paio di strategie di guerra ed insultare l'intero sistema gerarchico coprendo per mesi il ruolo di "Alfiere Ombra" al fine di nascondere la sparizione del vecchio goblin. Per qualche inspiegabile miracolo gli era comunque succeduta al trono, ma ammetteva perfino lei che se non fosse stato per l'aiuto dei suoi Ufficiali, probabilmente il Presidio Errante non si sarebbe mai risollevato dalla crisi.

    -Tornando a noi, non c'è bisogno di ringraziarmi in questo modo. Accogliere i naufraghi e permettere loro una vita dignitosa nel proprio Presidio è un dovere morale che ciascun Alfiere dovrebbe tenere a mente- ci tenne a precisarlo, mentre attendeva che l'altro posasse la giacca per poi sedersi. Non voleva esser scortese, ma nemmeno dare l'idea di una persona solita a concedere favoritismi -Io in particolare fui a mia volta naufraga durante l'Alfierato di Raylek, quindi so perfettamente come ci si sente.

    Nonostante le remore, l'Alfiere Errante non desiderava mentirgli. Era sinceramente motivata a dare una casa ed uno scopo a coloro che nel Maelstrom perdevano tutto, per poi riscoprirsi soli in un mondo alieno. Mercuzio non faceva eccezione; nel bene e nel male, erano tutti sulla stessa barca, metaforicamente parlando. Non vi era ragione per combattersi fra loro più del necessario.
    Eppure, dopo le carezze, giunse comunque lo schiaffo: cogliendo la palla al balzo, la Dama del Vento cercò di dirottare la conversazione verso un argomento che le premeva particolarmente.

    -Per quanto riguarda invece la questione dei vostri nemici, avrei certo preferito maggiori dettagli a riguardo. Non tanto per me quanto per l'incolumità di Hamlet.

    E si, aveva notato il gesto del suo ospite, quella lieve carezza sulla propria guancia che sapeva di desiderio, ma poteva nascondere una minaccia. Quel Principe capriccioso diceva di ricordare tutto e fingeva che la realtà fosse un'altra, ma Drusilia non era intenzionata a dimenticare... e nemmeno lasciarsi confondere da qualche bella parola.

    -Spero stia meglio, ora, ed in un posto sicuro.



    Edited by Drusilia Galanodel - 15/9/2014, 10:42
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    børn from original sin

    Group
    Member
    Posts
    2,348
    Location
    Verona.

    Status
    Anonymous

    Il principe di Montecchi si rialzò e fece ciò cui Drusilia aveva acconsentito: si tolse la giacca e rimase in camicia e doppiopetto. Si dette uno sguardo complessivo, per poi lisciare il tessuto in disordine e riallacciare il gemello del polsino sinistro. Non era ciò che aveva desiderato per quell'incontro, ma almeno adesso non avrebbe sofferto per il contatto con l'umidità.

    Non pensare che ti chieda il permesso per formalità o per ossequio al tuo ruolo. Lo rispetto, questo è ovvio.

    jpg

    Mercuzio diventò serio, di colpo, come a dire che al riguardo non scherzava. Lasciò la frase in sospeso, non svelando quale fosse il motivo del suo comportamento. Drusilia era già sulla difensiva, ed era meglio non allarmarla oltre. Lei gli fece osservare che quella era casa sua, non un'occasione ufficiale; lui, allora, ne approfittò per interrompere il contatto visivo. Allentava la presa, nonostante fosse sempre molto bello vederla arrossire. La sua vanità ne gioiva.
    Si avvicinò alla libreria con aria svagata e curiosa. Prese un volume, lo odorò, cominciò a sfogliarlo. Il suo tono divenne d'un tratto sognante. Quando si voltò di nuovo verso la Dama, il sorriso del principe era tornato al suo posto, e più luminoso di prima. In quel momento, sembrava davvero il giovane che era stato nel momento congelato della sua morte.

    E' davvero molto bella, la tua dimora. Come questi libri, e tutto ciò che ti circonda.

    Il discorso sui naufraghi non lo interessava davvero, ma lo ascoltò. Si sentiva già parte di quello strano mondo, ma era meglio che lei credesse il contrario. Solo un punto fu quello che lo vinse: e riguardava il suo mondo di origine, Celentir.

    Raylek...
    ripeté, pensieroso.
    Strano tipo, quel goblin. Tu...
    fece un'altra pausa, accomodandosi sulla poltrona accanto alla sua.
    ... devi averlo fatto penare parecchio.

    Nel fare quell'affermazione, il suo sguardo era diventato complice. I rapporti tra lui e il goblin erano stati piuttosto tesi: si ritrovavano sui fronti opposti della trincea, e la testardaggine dell'altro non aveva aiutato. E, tuttavia, era stato proprio lui a permettere che l'Elessedil si infiltrasse nelle segrete Von Liebewitz per liberare Dorian. Per fare questo aveva organizzato una pantomima perfetta, con tanto di Hamlet a fare da guida in quei cunicoli di pena. Allora non poteva saperlo, ma la nascente Laputa aveva un piccolo debito nei suoi confronti.
    Quando il discorso cadde sul figlio, Mercuzio si ritrovò a sospirare, stringendosi nelle spalle con aria addolorata.

    Mi sorprende davvero che pensi che non mi importi di lui. Abbiamo passato molto tempo insieme; la sua vita rappresenta la promessa che feci a suo padre. Se gli affido dei compiti, anche pericolosi, è perché mi fido ciecamente di ciò che farà. Temo che a volte non lo capisca. Naturalmente, è al sicuro. E' rimasto a Nord, come hai potuto intuire. Gli piace stare nel sonno, a fare da guardia ai morti. So anche del rapporto che è nato fra voi. Sono contento, che tu ci voglia credere o no. Hamlet ha un carattere poco socievole; da bambino è stato malato per lungo tempo, e a causa del suo isolamento non è mai stato in grado di fare amicizia. O di concedersi all'amore.

    Sottolineò quell'ultimo concetto con studiata casualità. Quindi, appoggiò la fronte sulle dita della mano destra, scrutandola. L'interesse di Mercuzio era vivace, nonostante il suo corpo, adesso, si fosse rilassato in una posa più comoda. Era piacevole discutere con lei, forse proprio per quel muro che avvertiva nei suoi confronti. Lo divertiva; lo incitava a trovare un modo per farvi breccia. Aveva avvertito qualcosa, nell'Alfiere, fin dal loro primo incontro. Forse era tornato per capire di cosa si trattasse.
    Il tono della conversazione era virato ancora. Ora il vampiro la teneva con leggerezza, immaginando esattamente ciò che si agitava nel cuore della Dama del Vento.

    Non sapevo neanche io cosa sarebbe accaduto, non fino in fondo. Non sapevo che Hamlet possedesse l'anello.
    Soprattutto, non sapevo di Olive.


    Un'ombra di preoccupazione passò negli occhi del principe. Tra tutti quegli argomenti, pareva che fosse proprio quello a turbarlo maggiormente. Tuttavia, quel lampo fu subito cancellato da un altro più sibillino.
    Te ne parlerò, se vuoi. Ma devo essere sincero...
    Si sporse dalla poltrona, cercando lo sguardo dell'interlocutrice. Il suo essere laconico pareva quasi salace.
    Non sono sono venuto per questo.

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    — Non pensare che ti chieda il permesso per formalità o per ossequio al tuo ruolo. Lo rispetto, questo è ovvio. —

    A quelle parole, pronunciate con voce stranamente seria, Drusilia si sentì lievemente scossa... e provò la medesima sensazione di aver appena ricevuto uno schiaffo. Non fece trasparire nulla, tuttavia si limitò a levare un sopracciglio con aria interrogativa.

    Lui, però, preferì lasciarla nel dubbio, come per gioco. Si allontanò verso la libreria alle sue spalle e prese a curiosare in giro come un bambino. Drusilia sospirò, ma finì per rilassarsi: aldilà dei suoi bisticci con lui, era abbastanza tollerante come persona, quindi particolarmente accomodante anche per quelli che erano modi di fare che non rientravano nella sua concezione o cultura.
    Che Mercuzio fosse "diverso" era evidente, che avesse maltrattato il figlio insindacabile... ma se aveva senso giudicargli le azioni, come era già accaduto a Nord, non era tollerabile farlo per la persona in sè.
    Infondo non lo conosceva.

    — Raylek...Strano tipo, quel goblin. Tu... devi averlo fatto penare parecchio.

    Sollevò lo sguardo, la guardia scoperta per un solo istante, per poi discostarlo immediatamente su una pianta in prossimità della porta. Per la prima volta dal loro incontro, Drusilia non ebbe il coraggio di sostenere lo sguardo del Vampiro, troppo spaventata all'idea di mostrargli quella che era di fatto una sua debolezza, una ferita ancora aperta e sanguinante. E no, non si trattava di essere sulla difensiva, ma odiava che qualcuno la sorprendesse con gli occhi lucidi.

    -Già.

    Si limitò a quella constatazione, ricacciando con forza tutto il dolore nei più reconditi anfratti della propria anima, nell'unico posto dove sarebbe dovuto rimanere.
    Aveva già pianto per colpa di quel goblin. Una testa dura, un essere poco avvezzo alla cortesia ed alla delicatezza: ogni loro bisticcio diventava una guerra, ed ogni volta ne usciva sempre ferita. Ciò nonostante, aveva sempre considerato il loro "conflitto" alla pari: se da un lato lei gli causava infiniti problemi e preoccupazioni, dall'altro lui approfittava del suo status per farla lavorare il doppio con il minimo della ricompensa, concreta o morale che fosse. Entrambi se ne lamentavano e, se non fosse stato per Dorian, un paio di volte sarebbero finiti per ammazzarsi a vicenda.

    Però entrambi provavano qualcosa, l'uno per l'altra.
    O almeno così Drusilia credeva: litigavano sempre, questo si, ma fra loro vi era un legame, un affetto... difficili da spiegare. Senza rendersene conto, Drusilia aveva iniziato a considerare Raylek un padre.

    E questo padre, un bel giorno, aveva deciso di abbandonarla.
    Di lasciarle un Presidio sull'orlo del conflitto fra le mani, ovviamente senza concederle alcun potere per fermare ciò che di lì a breve sarebbe accaduto. Per colpa di quel padre, molti suoi aviatori caddero in battaglia per mano dei loro stessi fratelli. Intere famiglie furono distrutte, interi terreni sporcati di sangue, distretti avvolti nelle fiamme.
    Ma soprattutto... era stata abbandonata da suo padre.
    Era stata tradita, di nuovo.
    Non c'era perdono per quel crimine.

    -Non conosco il rapporto che avete, ho solo agito in base a quello che ho visto- si riscoprì a riprendere il discorso di Mercuzio sul figlio, forse per distogliere la mente dal suo passato -Credo che Hamlet abbia bisogno di essere abbracciato... e di sentirsi al sicuro. Ho visto come ti guarda: credo che dovresti dimostrargli più spesso che lo ami. Infondo sei tu il padre.

    Solo allora riuscì a farlo: sollevare lo sguardo.
    Lo scrutò a lungo, e sul bel volto da silfide era impressa un'espressione greve, malinconica e tenera al tempo stesso. Magari non era adatta ad elargire consigli, ma le era bastato così poco per farlo star meglio... e desiderava realmente che lo fosse.
    Indugiò, indecisa se domandare perdono per la sua impulsività, ma non se la sentì di farlo: non era affatto pentita delle proprie azioni e, anche se dispiaciuta, chiedere scusa le sarebbe parso profondamente incoerente in quella circostanza.

    -In ogni caso, mi sento di domandarlo: perchè hai chiesto udienza?



    Edited by Drusilia Galanodel - 15/9/2014, 21:17
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    børn from original sin

    Group
    Member
    Posts
    2,348
    Location
    Verona.

    Status
    Anonymous

    Qualcosa era cambiato nell'Alfiere: Mercuzio lo aveva avvertito con precisione. E, di lì, forse per l'effetto di un qualche ricordo, anche l'atteggiamento della donna nei confronti del vampiro si era fatto meno duro. Il principe rimase silente, in ascolto della scia emotiva di lei. L'atmosfera era pervasa da una strana tensione. Mercuzio percepiva esattamente il dolore; e ora sapeva di qualcosa urticante e contratto, come una ferita che ha appena iniziato a cicatrizzarsi. Finse di non essersi accorto di nulla, sfogliando il libro che aveva tra le mani. In un certo senso, quel silenzio, anche se breve, sottolineò un turbamento sotterraneo. Il viso contratto di Drusilia continuava ad apparirgli tra le pagine, come un riflesso.
    Fu lei, quando fu pronta, a riprendere il discorso.

    Credo che Hamlet abbia bisogno di essere abbracciato... e di sentirsi al sicuro.
    Mercuzio alzò il capo a sua volta, incontrando gli occhi teneri e severi della donna. Il suo sguardo non vacillò mai.
    Ho visto come ti guarda: credo che dovresti dimostrargli più spesso che lo ami. In fondo sei tu il padre.

    A quelle parole, Mercuzio ebbe un sussulto ironico.
    Sono io il padre?
    ripeté, con una punta di sorpresa nella voce.
    A sua volta, anche la Dama era stata capace di colpire un nervo scoperto.
    Non è così, Drusilia.

    Trasportato dall'intimità della situazione, si era ritrovato a chiamarla per nome. La r suonò un po' dura, retaggio dell'inflessione della città di Liberty; questo nonostante il tono distaccato, forzatamente assente. Era uno strano sprazzo di verità ed emozione nella limpida, perfetta dizione del vampiro. Si rasserenò subito dopo, come se di colpo avesse compreso qualcosa. Si sporse verso di lei, cercando di sfiorare una ciocca dei suoi capelli. Gli piacevano molto i capelli lunghi, in particolare i suoi; ne ricordava la consistenza di seta.

    Io credo, nonostante tutto, che tu sia una donna molto dolce.
    confessò, con distratta tenerezza.

    Quella frase che aveva detto, il bisogno di Hamlet essere abbracciato, lo aveva colpito. Non era una di quelle cose che si era sentito dire spesso nella vita. Una così totale e inaspettata messa a nudo del sentimento.
    A volte, l'amore è una trappola. Altre volte, un inganno. Altre ancora, una gabbia. Se stringi qualcuno nella tua mano, anche se con affetto...
    e fece il gesto di chiudere il pugno, prima piano, poi con improvvisa violenza,
    ... può sembrare una morsa. Come argento liquido, l'oggetto del tuo amore scivolerà via. O si farà uccidere da quell'abbraccio.
    L'argomento era delicato, eppure Mercuzio fu abbastanza secco nell'esporlo. Sembrava quasi rassegnato. Ma, in fondo, se voleva discutere di Hamlet avrebbe fatto meglio a parlare direttamente con lui. Era stanco di rinvangare quel discorso; era una lotta persa in partenza quella che, in tutti quei secoli, c'era stata fra di loro. Hamlet aveva rifiutato il suo affetto. E lui, ora, voleva tacerne.

    E, tuttavia, gli dispiacque quasi tornare al discorso più importante, e cioè quello che riguardava il suo essere lì, quel giorno. Sorrise, alzandosi con solennità. Non aveva idea di come l'Alfiere avrebbe reagito, e la cosa lo divertiva molto.
    E' vero. C'è una ragione precisa per la quale sono qua.
    Fece qualche passo, ma con lentezza pensierosa. Si fermò, scrutandola in quel modo tutto suo, che era ribelle, a tratti persino arrogante. Come se, in fondo, provasse un vero piacere nell'essere così capriccioso.

    La ragione per cui sono venuto è questa:

    jpg

    ... vorrei chiederti alcuni dei tuoi milites.

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    — Io credo, nonostante tutto, che tu sia una donna molto dolce. —

    Tentennò -per la terza volta- Drusilia.
    Non si aspettava una confessione simile in quelle circostanze, ancor meno che Mercuzio riprendesse a giocare con i suoi capelli. Arrossì ancora, come la prima volta, eppure riuscì a non abbassare lo sguardo: con portamento regale lo discostò altrove, aldilà della finestra, dove uno splendido tramonto tingeva le nuvole brune di rosso e ricordava a tutti loro che il buio era alle porte.

    — A volte, l'amore è una trappola. Altre volte, un inganno. Altre ancora, una gabbia. Se stringi qualcuno nella tua mano, anche se con affetto... può sembrare una morsa. Come argento liquido, l'oggetto del tuo amore scivolerà via. O si farà uccidere da quell'abbraccio. —

    Aveva notato un mutamento nell'umore del vampiro, non solo per l'impostazione della voce quanto per un istinto irrazionale di cui non era del tutto consapevole. Ciò nonostante, la compassione non riuscì a far presa nel suo cuore: sentì quelle parole come un'offesa nei suoi confronti e ne fu risentita.
    Anche se non capiva bene il perchè.

    mercq_zpsa376fe0a

    -Io invece credo che molte persone tendano a confondere l'Amore con altro- rispose semplicemente, fissando ancora il tramonto -L'Amore è Amore. Nient'altro. Basta a sè stesso e non ha bisogno di "mezzucci" come trappole, inganni ed assassinii per mostrarsi nella sua potenza.

    Un attimo di pausa, lo sguardo tornò a lui.

    -I martiri non si contano, ma è altro a dare la sentenza, a muovere la spada, a metterti in catene: ti prego di non dare all'Amore colpe che non gli appartengono, non in mia presenza.

    Respirò profondamente, distogliendo lo sguardo altrove e lasciandolo vagare per l'intera stanza. Si sentiva imbarazzata: non capiva perchè era stata così dura nei suoi confronti, ma quel commento si era dimostrato particolarmente difficile da ignorare. Era confusa: meglio cambiare argomento.

    -In ogni caso... perchè vorresti i miei Aviatori?

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    børn from original sin

    Group
    Member
    Posts
    2,348
    Location
    Verona.

    Status
    Anonymous

    Penetrare nelle convinzioni di Drusilia Galanodel era molto più complicato di quanto si potesse credere. Non che Mercuzio si fosse fatto illusioni, in merito. Ci sarebbe voluto tempo, pazienza e una buona dose di sopportazione, per farsi accettare da lei. Cose che al vampiro non mancavano: oh, lui disponeva di un'intera eternità; non aveva fretta. Si sarebbe fatto strada in quel castello di carte come in altre centinaia e migliaia di castelli di carte; un'impresa nella quale era sempre riuscito. E poi, vederla arrabbiarsi in quella maniera era sempre delizioso.
    Le rivolse un sorriso obliquo, di gatto che la sa lunga, volgendo a sua volta la discussione al termine. Forzare era inutile.

    Deduco, quindi, che sei una donna molto fortunata, oltretutto.

    Lisciò il tessuto della camicia, quasi cercando le parole del suo prossimo intervento. Era un momento delicato, forse il più delicato di tutti - perché ora si andava al succo della questione.

    Forse lo saprai già, e quindi non sarò il primo ad informartene. Nell'ultimo mese, a Laputa, ci sono stati degli assassinii. Le vittime sono tutte donne, il che fa pensare a un unico esecutore. Col tuo permesso, mi vorrei occupare delle indagini. E siccome non ho idea di cosa possa aspettarmi, i tuoi Aviatori potrebbero svolgere con me le ricerche necessarie. E, in caso, affrontare insieme questo invisibile nemico.

    Proclamare che era venuto a chiedere un nucleo di guardie del corpo sarebbe stato altisonante. Chi era lui per esigere una scorta? Da politico qual era, pertanto, evitò di usare quella locuzione. Sapeva, inoltre, che Drusilia non si sarebbe accontentata di quello lui le stava dicendo. Avrebbe voluto sapere le ragioni. Così, la prevenne.

    A Liberty svolgevo la funzione di Magistrato. Ero, cioè, la massima carica giuridica. Ma mentirei se ti dicessi che è questo il motivo che mi impone di muovermi. E sono sicuro che, venendolo a sapere, mi rimprovereresti di non averti detto ogni cosa.

    Ridacchiò, sfiorandosi con leggerezza la guancia e facendole l'occhiolino.

    gif
    Una delle vittime, quando è stata ritrovata, non era ancora morta. Prima di spirare, ha detto di avere visto una Dama Bianca in abito da sposa. Che urlava. Lo stesso fantasma è stato visto da un testimone, dotato di percezione spiritica. Dalla descrizione, ritengo che sia lo stesso spettro apparsomi la prima volta che sono arrivato a Laputa. Allora svenni, se ti ricordi.

    Sospirò, come se portare avanti quella discussione gli costasse fatica, oltre che dolore. Tamburellò la fronte con l'indice, sforzandosi di giungere a una conclusione. Il suo sguardo era ora più distante, assorto.

    Drusilia... tu sai cos'è una banshee?

     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    — Deduco, quindi, che sei una donna molto fortunata, oltretutto. —

    Non si stupì di quell'uscita nè si scompose, piuttosto rimase in educato ascolto anche quando il suo ospite ci tenne a precisare che le nascondeva dell'altro. Il tutto sfiorandosi la guancia ed ammiccando, come a volerla stuzzicare girando il coltello nella piaga. Ma no, lei era troppo orgogliosa per cedere: si finse distaccata e lo fece continuare... pregustando già il momento adatto in cui gli avrebbe tirato una stoccata.
    Oppure un altro pugno.

    — Drusilia... tu sai cos'è una banshee?

    Improvvisamente sembrò capire.
    Una donna vestita di bianco: nonostante quegli esseri indossassero stoffe verdi e grige nella tradizione popolare, esistevano varianti bianche e rosse in alcune leggende. L'abito da sposa acquisiva così senso, anche se sospettava più ad un fantasma del periodo della Guerra Civile: non sarebbe stato il primo caso registrato, anche se prima non avevano mai oltrepassato le mura del Latifondo.

    -Sono spiriti femminili associati a molte leggende del piccolo popolo. Come dice il nome, si tratta di "donne urlanti" e sono quasi sempre legate a famiglie umane. In caso di lutti e tragedie appaiono, gridano e si lamentano. Molto spesso anche prima della morte della vittima.

    spiegazionemerc_zps1d4f09e0

    -Si dice che siano spiriti maligni, che il loro lamento uccida, ma a quanto ne so io non hanno istinti assassini: probabilmente dispongono di una qualche abilità che le permette di prevedere la morte degli umani. E ne soffrono.

    Concluse quella breve spiegazione con un'alzata di spalle. In realtà non sapeva molto altro: i corsi su quelle creature erano appena cominciati quando decise di andarsene dall'Accademia, pertanto non aveva riscontri pratici di quanto detto. Come se non bastasse, si trattava di un altro mondo quello in cui era vissuta: non dubitava che ci fossero delle varianti nei diversi piani di esistenza. In ogni caso, confidò che la correggesse il vampiro, in caso di errore.

    -Prima di giungere su Endlos ero una Cacciatrice di Chimere. Quindi, come puoi intuire, non sei l'unico a giocare al silenzio.

    Tenne comunque a precisare, scoccandogli un'occhiata divertita.
    Non era il tipo da vantarsi su certe sciocchezze, ma la compiaceva sfidarlo in quel modo: Mercuzio le dava l'idea di volerla stuzzicare e, sebbene il distacco fosse l'unica arma utile, la risposta era quella più soddisfacente.

    .-Dunque... hai qualcosa a che fare con questa banshee? La tua famiglia, ad esempio?

     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    børn from original sin

    Group
    Member
    Posts
    2,348
    Location
    Verona.

    Status
    Anonymous

    Fu solo in quel momento, forse, che Mercuzio Montecchi si rese conto di un'imprescindibile verità: il suo cuore era un cimitero di croci. Intorno a lui i fili dei destini si intrecciavano, ma solo per lordarsi di sangue; da quel sangue rappreso era avvinto, e l'ordito lo avvolgeva in una tela inestricabile, labirinto e mèta. Succedeva così agli eroi degli antichi poemi: sconfitti dai sogni della propria gloria, alla fine si perdevano, senza più trovare un senso che indicasse loro la via. Città venivano innalzate e abbattute a seconda del taglio delle Moire; e tutto solo perché il loro, di laccio, era stato segnato al dito di un qualche dio.

    Sì.
    rispose, infine, abbassando il capo in un cenno di assenso,
    E' legata alla mia famiglia. E' legata a me.

    Nel profondo del cimitero del proprio cuore, non solo quella donna, ma molte altre cominciarono a urlare. Aveva voluto loro bene a ciascuna di loro, seppure in maniera diversa. Avrebbe potuto indicarle a una a una, pronunciandone il nome senza nemmeno guardarle, come il poeta nella terra dei morti. Se taceva, era solo per risentimento, perché lo avevano lasciato solo. Alcune non le aveva toccate; non era stato la causa della loro fine. Eppure, quei fili si congiungevano sempre a lui, quasi che lo indicassero silenziosamente come l'unico responsabile. E ora non poteva impedire che il giudizio di Drusilia si abbattesse: per questo preparò la sua migliore faccia di bronzo.

    Io la chiamo Maab, come la regina delle fate. Quella che viene a provocare i sogni infami, e deforma quelli puri con il suo tocco di strega.
    Si passò una mano fra i capelli neri. Fu un attimo, ma la sua sicurezza sembrò vacillare.
    E' che non voglio turbare il ricordo che ho di lei, capisci? Quando... quando ho capito cosa le era successo...
    Quella confidenza sembrava costargli uno sforzo notevole. Era la prima volta, dall'inizio della conversazione, che il riflusso emotivo del vampiro si manifestava con chiarezza davanti agli occhi dell'Alfiere. La pausa che seguì gli servì per riprendere le forze.
    Alcuni vedono trasformarsi i propri cari in fantasmi. A volte può essere perfino una consolazione, credo. Ma questo è molto diverso. Dopo la sua morte, Ofelia è diventata una banshee. Non so cosa significhi. Non so come viva, cosa provi, né se a questo ci sia un rimedio. Posso solo tentare di capire. E di recidere il filo di queste morti.

    Per arrivare su Endlos, parte della sua anima era stata tirata via. A volte si fa così con porzioni di carne infetta, asportando la cancrena; una cosa del genere era successa, invece, al suo spirito. A causa di ciò, aveva perso molti poteri, ma non era solo questo: era diventato più umano. Gli era stata strappata l'atarassia propria degli immortali.
    Fu per questo, forse, che avvertì distintamente un peso al centro del petto. Era come un grumo, un grumo non di carne ma di diaspro, rappresosi di nascosto, forse mentre dormiva.
    Toccava a lui scioglierlo.

     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    — Sì. E' legata alla mia famiglia. E' legata a me. —

    Un sopracciglio della Dama andò ad inarcarsi impercettibilmente e lei si mise in ascolto. Non parlò, non subito; nonostante il suo carattere particolare non si definiva certo una stupida, pertanto era consapevole di quanto fosse importante capire a fondo la situazione. C'era già cascata una volta ed era finita male: non avrebbe più peccato di superficialità con lui.

    — Io la chiamo Maab, come la regina delle fate. Quella che viene a provocare i sogni infami, e deforma quelli puri con il suo tocco di strega. E' che non voglio turbare il ricordo che ho di lei, capisci? Quando... quando ho capito cosa le era successo... — nonostante la sua eloquenza, Mercuzio quella volta parve in difficoltà — Alcuni vedono trasformarsi i propri cari in fantasmi. A volte può essere perfino una consolazione, credo. Ma questo è molto diverso. Dopo la sua morte, Ofelia è diventata una banshee. Non so cosa significhi. Non so come viva, cosa provi, né se a questo ci sia un rimedio. Posso solo tentare di capire. E di recidere il filo di queste morti. —

    Attese ancora qualche attimo, per riflettere.
    Un'umana era diventata una banshee. Non le era mai capitato di sentire storie simili, ma non escludeva la possibilità dato che le informazioni su queste creature erano davvero poche. Inoltre seguiva Mercuzio: quelle legate alle famiglie umane erano innocue, ma lui era un vampiro. Questo dettaglio poteva essere stato determinante nella mutazione, o almeno così pensò sulle prime.

    -Comprendo cosa provi: non sei l'unico ad aver perso i propri cari.

    Si limitò a quella consolazione, senza andare oltre. Se per Mercuzio il silenzio era un dispetto, Drusilia lo usava come scudo per proteggersi. Aveva amato ed era stata ripudiata, tradita ed abbandonata. Non una ma centinaia di volte; Raylek era solo l'ultimo di una lunga lista.

    -Sono anche d'accordo con te nel bloccare questa innaturale mietitura di anime.

    Eppure, nonostante tutto, lei continuava ad amare. Non poteva fermarsi, nè trattenersi, perchè quel sentimento era parte di lei e con lei sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. In virtù di questa certezza aveva quindi scelto di proteggersi quel minimo indispensabile per non finir vittima delle delusioni più banali.

    -Ma voglio ricordarti che il problema non si risolve eliminando i sintomi: anche dopo aver bloccato l'operato della banshee -ammesso che sia lei il colpevole- non intenderò fermare le indagini. Non è mia intenzione lasciare i presupposti per altre stranezze e nemmeno limitarmi a fermare gli assassini. Io voglio sapere... e risolvere il problema partendo dalle basi. Per questo non posso affidare ad uno sconosciuto un caso del genere, ancor più se è coinvolto nella faccenda.

    Lo scrutò con sguardo autorevole ed autoritario, prima di abbandonarsi sullo schienale e sospirare mestamente. Si sollevò piano, dunque si sedette sul bracciolo della poltrona su cui il cainita si era accomodato.
    Gli posò una mano sulla testa, scompigliandogli teneramente i capelli corvini.

    -Penso che tu agisca in questo modo perchè in realtà non ti fidi di nessuno- confessò quel pensiero con occhi vuoti ed espressione distratta -Questo posto non è Celentir: magari è più facile morire, ma proprio per questo non lasciamo mai nessuno a combattere le sue guerre da solo.

    Se Mercuzio avesse sollevato lo sguardo su di lei, l'avrebbe trovata stranamente comprensiva. Aveva uno sguardo triste.

    -Posso chiudere un occhio sulla tua richiesta: potrai guidare un piccolo gruppo di Aviatori, ma solo se sarai un membro della gilda stessa.

    Quello era l'unico modo per permettergli di indagare. Se era coinvolto doveva essere controllato, e farlo entrare in gilda era il modo più astuto e sicuro a cui potesse pensare in quelle condizioni.
    A quel punto a Mercuzio non restava che scegliere.

     
    Top
    .
11 replies since 1/9/2014, 22:03   246 views
  Share  
.