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Grifis
ಸುಳಿವು
[...] La tua lealtà alla nostra causa è ben gradita.
Fra tutte le cose di valore che possediamo,
di certo questa è la più riconosciuta,
nonchè tesoro più grande. ~ Drusilia GalanodelPresentazione . -
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Gli giunse un sussurro all’orecchio. Una Voce che dall’oscurità riferiva ciò che era successo in città. Merovish non aveva più segreti per lui, però poteva essere ancora foriera di sorprese. La rete di spionaggio segretamente amministrata dagli Eversori ebbe un sussulto, al pari di una ragnatela in cui s’impiglia una preda troppo grossa.
Un comandante degli Aviatori laputensi si trovava nella Tana, apparentemente da solo.
Quel comandante cercava Bid’daum, che all’insaputa delle spie era proprio il destinatario della loro soffiata.
E il nome di quel comandante era Grifis, il celebre Falco Bianco.
S’incamminò immediatamente, una luce nuova brillava nei suoi occhi. Di tante visite che poteva ricevere, quella era insieme la più inaspettata e la più ovvia. Dopo tutto quello che era successo non potevano più rimandare il loro incontro. Grifis aveva fatto il primo passo, insinuandosi in una città in cui il suo ordine militare era malvisto – se non odiato. Non si sarebbe aspettato nulla di meno dalla sua nemesi.
Adesso era il suo turno: quel giorno aveva un ospite speciale, doveva fare gli onori di casa.
Quando entrò alla Quinta Bolgia tutti gli occhi si spostarono su di lui, poi furono di nuovo sulla figura bianca, capace di raggelare il sangue di chi osava sostenere il suo sguardo. Mentre il Kuthiano avanzava, tutti gli altri avventori uscirono defilati. In breve la bettola si svuotò di tutta la sua clientela. Zimmer lo avrebbe perseguitato per i mesi successivi, ma per adesso non era un problema di cui curarsi.
Il problema adesso era un altro.
« Ti piace questa tana di vermi? Pensavo che i falchi non ci strisciassero dentro. »
Le parole erano le stesse di quella notte lontana, ma a distanza di anni assumevano un significato del tutto nuovo. In quel lasso di tempo i vermi erano diventati crisalidi, poi avevano spalancato le loro ali da falene. Avevano imparato a volare come i rapaci del cielo.
« Ma tu sei sempre stato un falco un po’ diverso dagli altri. »
Parlava come se lo conoscesse da una vita, nonostante fosse passato parecchio tempo dall’ultima volta che si erano visti in carne e ossa. La rinascita dalla morte lo aveva visibilmente cambiato, anche se il guscio sembrava sempre lo stesso. Fu sorpreso di non vederlo armato, ma non aveva dimenticato che gli artigli più pericolosi del Falco non erano quelli visibili a tutti.
« Perché sei qui, Grifis? »
Quel nome era capace di risvegliare tutto ciò che di torbido era sommerso nel suo spirito.. -
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Grifis
ಸುಳಿವು
[...] La tua lealtà alla nostra causa è ben gradita.
Fra tutte le cose di valore che possediamo,
di certo questa è la più riconosciuta,
nonchè tesoro più grande. ~ Drusilia GalanodelAtto Primo . -
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L’altro aveva una voce più gioviale. Era energico, meno austero, più vivace. Guardandolo meglio, notò che perfino i suoi lineamenti avevano perso ogni connotazione adulta. L’assurdità maggiore fu sentire la giustificazione della sua visita: era giunto fin nelle terre selvagge dell’estremo Sud per ringraziare un suo nemico. Proprio lui, che si era opposto corpo e anima al suo assalto contro il cuore di Laputa. Proprio lui che, pur non essendo privo di macchie, ci teneva a rimarcare la differenza sostanziale tra loro due. Contro ogni aspettativa, il Falco aveva planato fin nel suo mondo di sabbia e sangue. Aveva visto nel Kuthiano un suo pari, a cui riservare della gratitudine che suonava quanto mai sincera.
« Tu… non sembri lo stesso di quella notte. »
E pensare che era stata sua la frase l’attesa ci cambia dentro. Era veramente sorpreso di vederlo così cambiato? Oppure era più angosciato dal pensiero che - mentre l’altro era riuscito a reinventarsi - lui era rimasto a ristagnare nel suo odio?
« I tuoi amici laputensi cosa penseranno della tua scappatella nella tana del nemico? C’erano anche loro all’altro mondo, e non mi sono sembrati tanto accomodanti. »
Ricordava perfettamente che in quel mondo evanescente erano volate parole grosse tra i membri della bella famiglia laputense. Avevano parlato di tradimenti, di lasciarlo all’inferno che si meritava, di addossargli la colpa per aver mostrato il lato debole delle alte sfere al cospetto di Bid’daum, nemico del presidio errante. Se si erano tanto incazzati per aver fatto brutta figura, forse non erano così imperturbabili ai suoi latrati da cane rabbioso, come invece gli sarebbe piaciuto mostrare.
Mentre un Ufficiale di Laputa vagava in un limbo di non-morte, i suoi compagni più intimi avevano pensato solo alle apparenze.
« La mummia era felicissima di rivedermi, e ho pure conosciuto la tua regina e il demone-volpe che gli scodinzola dietro. Sono sempre così impulsivi e permalosi? »
« Ad essere sincero, mi aspettavo qualcosa di più. »
Fece cenno al barista di servirgli il solito: un liquore distillato da una varietà di pianta grassa dello Yuzrab. Tra tutti i torcibudella che erano esposti alla Bolgia, quello era il suo preferito. La faccia stupita che ricevette in risposta non aveva senso di esistere: dopotutto, quando gli sarebbe capitato ancora di brindare col suo peggior nemico?. -
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Grifis
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Fra tutte le cose di valore che possediamo,
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nonchè tesoro più grande. ~ Drusilia GalanodelAtto Secondo . -
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Se prima aveva qualche dubbio sull’identità di quel nuovo Grifis, bastò sentirlo parlare per fugare ogni dubbio. Nonostante tutti i cambiamenti e la sua congenita volubilità, lui restava sempre il Falco Bianco di Laputa, l’unica anima che era riuscita ad opporsi alla sua. Si scolò il suo bicchiere mentre l’altro gli ricordava come il volo di un rapace potesse essere condizionato solo dal vento. Era una delle metafore con cui amava riempirsi la bocca, e il Kuthiano poté constatare che anche in questo non era cambiato. Lo sguardo omicida che gli rivolse era intenso come pochi altri che aveva incrociato: c’erano giornate in cui nemmeno il Monocorno aveva uno sguardo tanto terrificante.
« Non pensi mai di essere fuori posto a Laputa? In quella terra d’ipocriti sei l’unico ad ammettere che il sangue che versi può essere fine a se stesso. »
Il sorriso del diavolo non era quello di biasimo, ma quello di complicità.
« Non sei nemmeno nativo di quell’isola, quindi non capisco il tuo attaccamento a quella terra. »
Era un elfo di Fanedell, imparentato probabilmente con quell’altra elfa orientale che aveva incontrato a Memoria. Anche lei era stata simpatica come un Wyrm in un occhio.
« Un giorno il vento potrebbe portarti lontano e farti cambiare la prospettiva con cui vedi le cose. Magari allora capirai che l’interventismo militare e il parassitismo sono troppo ingombranti da nascondere dietro l’egida della Giustizia. »
Al contrario del suo interlocutore non si lasciò trasportare da gesti violenti o impulsivi. L’ultima provocazione del Cavaliere aveva infiammato qualcosa dentro di lui, ma riuscì a controllarsi. Non era quello il loro momento. Non ancora.
« Io non voglio distruggere soltanto te. Devo radere al suolo tutto ciò che rappresenti. Tutti i deboli che si nascondono dietro la tua spada, tutte le falsità che avete accettato come dogmi. Non risparmierò niente e nessuno, Grifis. »
Fu tutto chiaro finalmente. Non sarebbero stati solo loro due a combattere. Non era più un conto aperto tra due guerrieri, i due protagonisti erano soltanto la nuova incarnazione di uno scontro millenario tra due diverse visioni del mondo.. -
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nonchè tesoro più grande. ~ Drusilia GalanodelAtto Terzo
Edited by flama - 9/9/2014, 18:57. -
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Il Castello del Cielo era stata un’occasione per sfuggire ad un futuro da guardiano della foresta che poco si accordava con le inclinazioni naturali di Grifis. Aveva ricevuto dei benefici non da poco per aver scalato la piramide gerarchica di Laputa, e fin qui poteva anche apprezzare il suo ragionamento opportunistico, ma c’era una domanda che ancora doveva fargli. Un interrogativo che forse avrebbe finalmente rivelato la vera natura del Falco.
« L’alleanza tra Est e Laputa al momento è stabile, ma come tutte le alleanze non potrà durare in eterno, e tu lo sai. Cosa faresti se un giorno ti venisse ordinato di rivolgere le armi contro il tuo presidio d’origine? Quel giorno saresti Elfo di Fanedell o Falco di Laputa? »
Era una prospettiva bizzarra, ma un individuo così altolocato come lui aveva il dovere di pensare a tutte le evenienze future.
« E se l’esercito laputense decidesse d’invadere un presidio - non per difendere qualcuno, ma per il solo gusto di aggredire - quel giorno saresti Cavaliere o Mercenario? »
C’era comunque una sorta di felicità disturbata nel Kuthiano. Fronteggiare un integralista della Giustizia sarebbe stato alquanto noioso, ma il nuovo Grifis presentava molte sfaccettature interessanti. In molte cose, paradossalmente, si sarebbero trovati d’accordo: sul fatto che i martiri della guerra erano semplici perdenti, ad esempio. Chissà, forse in un’altra vita sarebbe andata diversamente fra loro due.
« Per stavolta offro io… »
Allungò al barista i soldi per pagare i torcibudella di entrambi.
« …ma la prossima che passerò a Laputa toccherà a te offrirmi da bere. E ti assicuro che per allora sarò assetato. »
Si voltò, dando le spalle alla sua Nemesi.
« Goditi questa seconda vita che ho contribuito a darti, goditela finché puoi… perché un giorno verrò a riprendermela. »
Mentre s’incamminava verso la porta, il suo corpo si sfilacciò in migliaia di stringhe di fumo nero. Dopo qualche passo il Castigo svanì, come un brutto incubo al risveglio. Ma non finiva lì: quell’incubo sarebbe tornato ben presto a tormentare altre notti, fino alla fine del mondo.
Fino alla fine del sognatore.. -
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Grifis
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nonchè tesoro più grande. ~ Drusilia GalanodelAtto Quarto .