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Adran do'Hawk.
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Narrato
«Parlato»
"Pensato"
Stenta ancora a credere che l''edificio che ha fatto da cornice al cielo, per tutta la sua permanenza in città, altro non era che l'oggetto del suo cercare. Con passo misurato si appresta a varcarne l'accesso, lo sguardo perso nei dettagli architettonici, nell'opulenza ostentata dalle magnifiche sculture e dagli intarsi pregiati. E' in silenzio da qualche minuto, assorto nel contemplare come la vanità umana possa partorire simili meraviglie.
Muove ancora qualche passo all'interno dell'ampio ingresso prima di fermarsi ai piedi della scalinata principale e rivolgere alla sua accompagnatrice un sorriso «Mia signora avete per caso idea della direzione da prendere? Forse dovremmo cercare qualcuno che possa aiutarci, temo non sarà facile orientarsi qui dentro da soli» conclude garbato facendo cenno al genio di precederlo sulla scalinata.
Mentre si appresta a salire la scala, lo sguardo vaga di nuovo per l'ampio ingresso, alla ricerca di qualcuno da interpellare. La lunga serie di gradini termina direttamente in una sala la cui magnificenza lascia di nuovo estasiato il Marchese della Fiamma. Impressionanti figure mitologiche ricavate dalla pietra reggono le arcate di una sala gremita di genti. «Ecco, qui c'è probabilmente qualcuno che potrà aiutarci» annuisce soddisfatto. Se dall'esterno la costruzione infondeva nel Demone una certa sicurezza, l'interno gli ha confermato che quello di cui ha bisogno è di certo lì. Dovrà solo saperlo cercare. E avrà bisogno di qualcuno per farlo.
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.Shalysanne
This will never end, 'cause I want more.
More, give me more.
Will I ever reach the t o p?
- ◊ ♦ ◊ -
Oh, questa è la biblioteca di Istvan.
Shalysanne quasi non ci credetta quando vi finirono davanti, vedendo la costruzione simile più alla reggia di un re che ad un punto di raccolta per il sapere. Sgranò gli occhi dalla sorpresa tanto da far calare un'aria infantile sul suo viso, come se non ne avesse mai vista nessuna in vita sua.
In tutti i suoi viaggi non ha mai visto nulla di altrettanto magnifico.
Si riscosse dal suo stato a metà tra ipnosi e contemplazione, quando Heinrich le rivolse la parola e dopo un rapido cenno del capo, si apprestò a risalire la scalinata d'ingresso.
« Non ne ho a più pallida idea. Escludiamo subito l'idea di aggirarci da soli per le sale della biblioteca. E' troppo vasta per esplorarla da soli. »
Ammise un poco a malincuore, perchè infondo le sarebbe piaciuto vagare tra gli scaffali senza una meta precisa, ma solo per il gusto di curiosare in giro.
Arrivati in cima alla scalinata si fermò un momento, sempre dedicandolo all'osservazione dell'eleganza che mostrava lo stile architettonico.
Peccato che c'erano anche un numero considerevole di persone ad occupare l'ambiente.
« Mah, proviamo a chiedere. »
Quindi avrebbe ripreso a camminare con più lentezza, perchè concentrata ad individuare qualcuno che le desse l'idea di lavorare dentro alla biblioteca. O al massimo sarebbe passata alla vecchia maniera: fermare qualcuno, sfoderare un sorrisetto dolce e con garbo domandare a chi potessero rivolgersi.
Passive
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Uriel aveva visto e udito tutto.
Se ne stava a controllare la situazione nelle grandi sale di Palanthas, comodamente dal suo studio. Si, dal suo studio. Perché i Saggi -all'interno della Grande Biblioteca- hanno occhi e orecchie ovunque. Perché dopotutto, era loro dovere mantenere l'ordine all'interno di quel meraviglioso luogo.
I due che vagavano al primo piano, disorientati, si sarebbero fermati davanti ad una porta dai decori madreperlacei, rilucenti di mille colori. Di lì a poco, l'anta si sarebbe lentamente aperta di propria volontà, mostrando al suo interno qualcosa che li avrebbe stupiti, nonché incuriositi ad entrare.
Una piazza cittadina circondata da edifici, immersa in un ambiente notturno. Il chiarore della luna e la luce che illuminava i vetri delle case rendevano l'atmosfera molto suggestiva. Ma ciò che rendeva magnifico quel paesaggio, in realtà, era un albero dalle fronde iridescenti che svettava nel centro della piazza. Qualche fogliolina ogni tanto si staccava dal padre, danzando liberamente nell'etere.
Solo in un secondo momento i due avrebbero notato che alla base dell'albero -celata dai giochi di luci e ombre- stava una panchina, dove se ne stava comodamente un ragazzo (all'apparenza) dai capelli d'argento. Leggeva un libro, ma in quel momento il suo sguardo aveva già incrociato il vostro, aspettando solamente che si accorgessero a loro volta di lui. E fu allora che mostrò un sorriso ai suoi ospiti.
«Benvenuti a Palanthas.» annunciò. «In cosa posso esservi d'aiuto?»SPOILER (clicca per visualizzare)Nel caso non lo sapeste, i Saggi possiedono determinati poteri all'interno di Palanthas. Di seguito quelli che ho usato
Per sapere di voi:
Veggenza
Nella porta dai decori madreperlacei scorre l'ultimo dei grandi poteri di Palanthas, unico a non difendere né ad offendere, poiché racchiude in sé il fine ultimo del cammino di un Saggio, ovvero la Conoscenza assoluta, esplicata -in questo caso- dalla consapevolezza dello scorrere del Mondo all'interno del Palazzo; osservatori dotati di percezioni sovrannaturali vedranno la porta brillare di un'aura iridescente, e tutta l'aria della costruzione pervadersi dallo stesso tenue arcobaleno.
In qualunque posto un Saggio o dama Kalia si trovi (purché all’interno dell'edificio) avrà la consapevolezza della posizione, del numero, e del tipo di creature presenti nella Biblioteca, nonché delle loro parole ed azioni, come se questi fossero in sua compagnia; non è dunque un caso che un Saggio sappia trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.
Per creare il paesaggio:
Miraggio
Nella porta dai decori color arancio si annida uno dei poteri di punta dell'intera costruzione, spesso combinato con l'incanto di Percezione; questa magia genera sempre nuove realtà, ciascuna differente dall'altra, con una tale maestria che anche chi possiede doti di chiaroveggenza non potrà che restare ipnotizzato dall'aura arancione che dalla porta si librerà nell’aria, per danzare soavemente in rivoli e arabeschi dello stesso colore, densi come fumo.
Fra tutti i meccanismi di auto-difesa della Biblioteca, ve ne sono due che vengono definiti "di concessione", poiché la facoltà di esercizio dei loro effetti vengono estesi all’Alfiere e ai Sette Saggi perché vi ricorrano con coloro che varcano i confini di Palanthas senza il giusto spirito di umiltà e ricerca; il Miraggio si sottopone infatti al loro volere dei Custodi, permettendo alla loro fantasia di creare illusioni ambientali, percepibili da ogni presente o da determinati bersagli.. -
Adran do'Hawk.
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E' strano quel luogo. Come se fosse pervaso da qualche arcano potere che ne cela le reali potenzialità, dietro una magnifica opulenza; è concorde con Shalysanne, hanno bisogno di un qualcuno che li guidi nella ricerca di ciò di cui hanno bisogno. Lei lo segue, attratta come lui, dall'incanto creato dalla maestria dei costruttori, ma è quando una porta si apre al loro fianco che il Marchese dimentica quasi il motivo della sua visita lì. Un'immagine di spettacolare pace ed equilibrio li accoglie dietro quella porta aperta, una sedicente apparizione fa la sua comparsa in quel luogo così particolare. Ogni fibra del demone vibra come ad avvisarlo che in quell'immagine qualcosa stona, ma è così forte l'impatto di quella visione che per un attimo una luce parrebbe accendersi nel profondo e cupo animo di Heinrich.
Probabilmente un riflesso della vita che fu, un fugace ricordo di quando ancora quel corpo poteva godere dello spettacolo della vita senza rimorsi o rammarichi. Questo era evidentemente il potere di quel luogo; questo era il più grande limite del suo contenitore, non poter abbandonare mai più quel barlume di umanità che una volta l'aveva pervaso. Ma il Segugio è un tipo piuttosto pratico e quando nota la figura seduta sotto l'albero, non si attarda ancora e con la mano destra la indica alla sua compagna, in silenzio.
Avvicinatosi ne osserva i lineamenti, soffermandosi su quei tratti così particolari, prima di rispondere cortese e cordiale «Grazie del benvenuto, mi chiamo Heinrich e lei è Shalysanne e siamo alla ricerca di una via per fare ritorno nei nostri mondi» mente. Nonostante il suo più grande desiderio sia quello di tornare al suo Regno, l'impellenza più urgente sembrerebbe essere quella di recuperare i propri poteri quanto prima. Si sente svuotato e il suo contenitore non sembra avere l'aria di un essere in grado di sapersi difendere.. -
.Shalysanne
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Appunto, senza l'aiuto di qualcuno che lavorava nella biblioteca, lei e Heinrich si sarebbero indubbiamente persi nell'immensità dell'edificio. Per fortuna proprio quel qualcuno venne loro incontro, o meglio, fece in modo di farsi trovare.
La Djinn si meravigliò una seconda volta per ciò che trovò dietro alla porta e ancora non si vergognò di passare alcuni istanti in contemplazione. Non aveva mai visto nulla del genere e aveva qualcosa di affascinante, magico addirittura.
Infine spostò gli occhi grigio-blu ad incrociare quelli della persona che sedeva sotto all'albero con la chioma multicolore, accennando ad avanzare. Lasciò che fosse il Marchese della Fiamma a fare le presentazioni, limitandosi ad aspettare il momento per intervenire e chiarire cos'altro la interessava.
« E magari scoprire qualcosa di utile e curioso di Endlos, intanto che ci siamo. Sicuramente non sarà un ritorno immediato, nel caso esista. »
E dunque attese, incrociando le braccia sotto al seno.
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«Grazie del benvenuto, mi chiamo Heinrich e lei è Shalysanne e siamo alla ricerca di una via per fare ritorno nei nostri mondi»
« E magari scoprire qualcosa di utile e curioso di Endlos, intanto che ci siamo. Sicuramente non sarà un ritorno immediato, nel caso esista. »
Con un tonfo sordo, il semidio chiuse il libro che teneva in mano e lo poggiò sulle ginocchia, segno che l'interesse era completamente passato su di loro.
«Piacere di conoscervi, il mio nome è Uriel. Sono un Saggio di Palanthas.» sorrise. «Una via per tornare nel vostro mondo, dite?» domandò, portandosi la mano sul mento, pensieroso.
Quante volte aveva sentito quella frase. Capiva che la maggior parte dei naufraghi dimensionali finivano su Endlos per volontà del Maelstrom e che restare significava dover abbandonare i propri cari, le proprie dimore e ricominciare da zero una nuova vita. Era perciò assolutamente comprensibile che i più siano in cerca di mille modi per tornare a casa; nonostante alcuni luoghi possano essere ospitabili, non saranno mai come la propria casa.
«Mi spiace doverlo dire, ma non tutti ci riescono. Ciò dipende da moltissime variabili. C'è chi riesce con facilità, chi invece con fatica... e -in casi rarissimi- chi non vi fa più ritorno.» aggiunse, incupendosi. Non che fosse il suo caso comunque. Lui era rimasto su Endlos per scelta, perché non aveva nulla da perdere.
«Tuttavia, non è impossibile.» sorrise, cercando di portare un po' di felicità a quell'attimo che poteva apparire scoraggiante ai due naufraghi.
A poco a poco, il paesaggio che li circondava sbiadiva fino a lasciar spazio a quello che aveva tutta l'aria di essere uno studio: scaffali lungo le pareti, un ampio spazio al centro e una scrivania posta davanti a una grande vetrata, unica fonte di luce che inondava completamente la sala.
La panchina su cui pareva seduto il ragazzo si dimostrò invece essere una sedia e, avanti a lui, dove pareva esserci il nulla si trovava il tavolo che faceva da scrivania.
Il motivo per il quale il Saggio aveva fatto svanire l'illusione era presto detto: si alzò dalla sua postazione poggiando sulla superficie del tavolo il libro che aveva sulle ginocchia e si diresse a uno scaffale non molto distante. Sfogliò rapidamente con l'indice diverse copertine, fino a fermarsi su quella di un libro dalle rilegature rosse e lo tirò fuori.
Si avvicinò dunque al ragazzo e glielo porse.
"Ritorno al proprio mondo e dimensione d'origine - Indice": un libro dalla copertina rigida color cuoio e dalle rilegature rosse, spesso all'incirca un mezzo migliaio di pagine.
«Questo è l'indice di tutti i mondi dai quali i naufraghi giunti su Endlos sono riusciti a tornare a casa. Se troverai il tuo mondo tra queste pagine, ti indicherà il titolo del volume che cerchi con i diversi modi per tornare.»
Guardò poi la ragazza e le sorrise, facendole capire che c'era qualcosa anche per lei. Tornò alla scrivania e si riavvicinò a lei con un altro libro in mano. Libro che -se fossero stati attenti- era lo stesso che stava leggendo il Saggio al loro arrivo.
"Tutte le Meraviglie del Presidio dell'Est - Vol. I": copertina rigida, sempre in cuoio e rilegature dorate. Le pagine sono piuttosto ingiallite ed è decisamente più spesso del primo.
«Metà delle bellezze dell'Est risiedono in questo libro. Folklore, città, luoghi d'arte e curiosità sono tutte qui dentro. Anche Palanthas si trova tra le pagine del libro... » le disse porgendoglielo «... del secondo volume, in realtà.» si corresse.. -
Adran do'Hawk.
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Ascolto attento il Saggio, Uriel dice di chiamarsi, sembra sapere già il motivo della nostra visita, o almeno sembra averlo intuito. Gioca con noi come il gatto con il topo, non affrontando mai la questione di petto. Parla di possibilità di fallimento, come se non fossero già state contemplate, che sia un test per verificare la nostra determinazione? Impossibile stabilirlo. L'illusione che nel frattempo ci aveva affascinato sembra obbedire ad un silente comando del Saggio e svanisce, lasciando il posto ad uno studio completamente tappezzato da libri e volumi. Una scrivania campeggia al centro dello spazio vuoto, dietro, Uriel siede composto. Abbandonato il libro che reggeva al momento del nostro ingresso, si volta per cercare qualcosa alle sue spalle, lungo gli scaffali che si rincorrono per tutta la stanza.
Estratto un libro color del cuoio apparentemente enorme, almeno per i miei standard, rivolge a me le sue attenzioni «Questo è l'indice di tutti i mondi dai quali i naufraghi giunti su Endlos sono riusciti a tornare a casa. Se troverai il tuo mondo tra queste pagine, ti indicherà il titolo del volume che cerchi con i diversi modi per tornare.» «Oh» resto per un attimo interdetto «Non credo di conoscere il nome preciso del posto che chiamo casa» credo di non aver mai dovuto definire gli inferi come null'altro che, appunto, gli inferi. Ma temo essi non siano l'unico piano in cui i demoni e i diavoli alloggiano in attesa di soggiogare i regni degli uomini. Rapidamente passo in rassegna le possibilità che i "miei" inferi siano anche quelli trattati nel libro, arrivando alla conclusione che le possibilità che riesca a trovare il nome preciso del mio luogo d'origine, sono remote. Almeno per il momento, chissà se Az conosce il nome del nostro piano, o forse lo conosce il giovane Mefistofale.
Ascolto Uriel rivolgere la parola a Shalysanne, prima di interpellarlo ancora «Naturalmente non c'è modo di portare fuori di qui il tomo di cui avrò bisogno» chiedo sapendo già la risposta «Potrei invece copiare quanto c'è scritto in merito al mio mondo su di una pergamena? Almeno a grandi linee, i procedimenti più utilizzati quelli più efficaci, cose così..» stavolta più convinto «E sapete per caso se i portali che eventualmente verrebbero aperti, permettano a chi è dall'altra parte di raggiungere questo piano?» insisto. La mia curiosità è enorme; se dovessi scoprire di non essere in grado di ritornare, sarebbe un ottimo investimento portare qui qualche mio fedele alleato, almeno per garantirmi un buon margine di manovra in un piano sconosciuto e potenzialmente ostile.
In mano, reggo il libro come soppesandolo, senza aprirlo.. -
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«Potrei invece copiare quanto c'è scritto in merito al mio mondo su di una pergamena? Almeno a grandi linee, i procedimenti più utilizzati quelli più efficaci, cose così... E sapete per caso se i portali che eventualmente verrebbero aperti, permettano a chi è dall'altra parte di raggiungere questo piano?»
Il suo interlocutore aveva parecchie domande, cosa che il Saggio trovò confortante; essere curiosi poteva benissimo definirsi una virtù, altrimenti molti libri che si trovano a Palanthas probabilmente non esisterebbero, se qualcuno non fosse stato curioso di conoscere.
«Certamente. Potete copiare tutto ciò che vi pare. I libri sono di libera consultazione, quindi non è vietato copiare i loro contenuti» sorrise. «In merito alla seconda domanda, invece, non ne sono sicuro. Talvolta le cose vanno come previsto, talvolta no. Le varabili sono talmente tante che non sempre ne è garantita la riuscita.» disse, volendo essere sicuro che capissero quanto difficile potesse essere aprire portali verso altri mondi se non si possedevano delle solide basi su cui partire.
Prima ancora che il Saggio potesse continuare il discorso, una Veste Blu apparve sull'uscio dello studio, facendogli un cenno.
«Vogliate scusarmi.» asserì con un inchino in gesto di congedo, lasciando liberi i due di poter consultare i tomi con tutta calma..
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