[AdE] Giochi temporali

Chissà come doveva essere per gli abitanti di un luogo sentire quasi sempre il suono della pioggia? Tale rumore le aveva spesso trasmesso emozioni particolari, a volte malinconiche, a volte allegre. Probabilmente chi viveva lì ci aveva semplicemente fatto l'abitudine e magari non faceva più caso a quel fenomeno.
Per lei... sarebbe stato impossibile: sempre più spesso le diveniva difficile abituarsi a un'esperienza e stava persino riscoprendo cosa si provasse a fare delle azioni che aveva ripetuto in milioni di occasioni. Ogni volta che faceva qualcosa era sempre la prima per lei, con tutto il gusto della scoperta, la meraviglia e talvolta le sensazioni sgradevoli che ne derivavano.
Tuttavia non era il momento di domandarsi ancora che le stesse succedendo: la loro gilda aveva ricevuto una richiesta d'aiuto da parte di uno scienziato che lavorava presso un complesso di laboratori in una cittadina chiamata Schikane. Non sapeva molto di lui: ci aveva semplicemente parlato per telefono. Aveva detto di qualcuno dotato di poteri di manipolazione temporali, che avrebbe potuto fare del male ad altre persone.
Era proprio per via dell'eventuale nemico che aveva deciso di portare con sé Adaham. Le sembrava che se ne intendesse un po' di quel tipo di cose. Cioè... non l'aveva appunto portata nel futuro di qualche minuto? Forse grazie a lui avrebbe potuto risolvere il problema più facilmente.
Anche Lisa avrebbe preso parte alla missione, ma li avrebbe raggiunti più tardi. Purtroppo si era mostrata tremendamente cocciuta e Sarah aveva dovuto rassegnarsi a portarla con sé, sebbene avrebbe preferito evitare di esporla ad un eventuale pericolo. Almeno però avrebbe potuto contare sulla testolina dell'amica, qualcosa di cui la principessa stava iniziando a scoprire il potenziale.

Camminava lentamente, tenendo l'ombrello bianco con la destra, precedendo l'amico di un metro. Attraversò per l'ennesima volta una strada d'asfalto, percorsa di tanto in tanto da quelle macchine, dette automobili, così strane ai suoi occhi.
" Eccoci, siamo arrivati."
Era quello che si chiamava l'F7 500. Un edificio dalla forma strana e ben poco elegante, sebbene perfettamente funzionale. Le cupole in ferro e cemento armato, che si innalzavano sul cielo grigio, servivano ad incanalare la pioggia in dei percorsi prestabiliti, evitando allagamenti ed infiltrazioni d'acqua nei seminterrati.
Superarono entrambi la porta automatica, trovandosi in un ambiente decisamente più asciutto. I colori erano quelli tipici di un laboratorio: muri bianchi spogli, pavimenti color, sedie e tavoli generalmente neri.
La prima tappa dei due fu la reception.
" Ci scusi, dovremmo parlare con il professor Edwin Miwen."
L'addetto chiese di attendere un attimo, sollevò una cornetta e quando la mise giù spiegò loro di passare prima dal sovraintendente della struttura, i professor Dawson Basvard, indicandone l'ufficio.
Sebbene la dama trovasse un po' ridicolo tutti quegli inutili giri per arrivare a qualcuno facilmente raggiungibile, non obiettò e si incamminò assieme all'amico.

Il signor Basvard era un uomo piuttosto anziano, con barba e capelli grigi. Indossava quella che sembrava essere una cravatta rossa, sotto l'immancabile camice bianco.
Non appena sentì bussare le sue dita si staccarono un attimo dalla tastiera e disse.
" Avanti."
Sarah ed Adaham entrarono e lui chiuse il file della contabilità, che stava visionando in quell'istante. Dunque erano loro i due coloro che il sottoposto aveva chiamato.
" Buongiorno Professor Basvard. Siamo le persone che Miwen ha contattato per risolvere un vostro problema. Desidereremmo vederlo."
L'uomo conosceva bene la situazione e trattenne uno sbuffo, per poi portare un dito ai propri occhiali e guardare entrambi freddamente.

" Precisamente cosa vi ha detto?"
Chiese, spostando lo sguardo sul ragazzo vestito in maniera strana.

Prese la parola Adaham, anche se un po' in preda all'ansia. Di certo diede l'impressione di assere allo stesso livello di Sarah ed effettivamente era così, dato che (almeno per lei) loro due erano semplicemente due amici che si stava impegnando in una missione; senza alcun rapporto di superiorità o subordinazione.
Comunque non fecero affatto una buona impressione all'altro: a vederli sembravano solo dei ragazzi che volevano cimentarsi in qualcosa di cui non erano all'altezza. Tuttavia non fu tanto come gli sembrarono, ma ciò che sentì che non gli piacque: sapevano già tanto, troppo per poter decidere di mandarli via, dicendo che il loro aiuto non fosse più necessario.
Fosse stato per lui avrebbe cercato di risolvere la situazione autonomamente, salvando il buon nome del laboratorio, ma Miwen aveva fatto storie, dicendo che ci sarebbero state delle persone in pericolo e fosse loro dovere chiedere tutto l'aiuto possibile. Dopo una lunga discussione erano venuti a un compromesso e gli aveva permesso di chiedere una mano a qualcuno, ma a dir la verità avrebbe preferito venir meno alla parola data.
" Dunque è questo che vi ha detto?"
Cercò di mantenere un'espressione impassibile, ma i propri occhi lo tradirono, rivelando una palese irritazione. Purtroppo non poteva più allontanarli o farli desistere dal compiere l'indagine.
" Lo troverete nella prima stanza del corridoio AB."
Sarah ringraziò e si avviò assieme all'amico presso la prossima destinazione, sperando che finalmente spiegassero loro i dettagli della missione.


Edwin era uno degli scienziati più giovani che lavoravano nella struttura. Era un ragazzo dai capelli castani e gli occhi marroni. Gli avevano assegnato un ufficio e un laboratorio minuscolo rispetto agli altri, visto che disapprovavano che qualcuno della sua età fosse trattato come coloro che lì ci avevano lavorato anni, ma a lui bastava.
Aprì la porta poco dopo che sentì bussare.
" Si?"
Questa volta fu la biondina a prendere l'iniziativa.
" Buongiorno professore Miwen, siamo le persone giunte qui per il vostro problema. Mi chiamo Sarah Graniv.
Anche l'amico avrebbe avuto modo di presentarsi, prima che l'altro rispondesse.
" Prego, entrate pure."
Disse sorridendo ed indicando due sedie che davano su una piccola scrivania nera, per poi accomodarsi dall'altra parte.
" Meglio se salto i convenevoli e vado al sodo.
Come sapete, la questione è che una persona sta usando dei poteri di manipolazione temporale a danno di altre. Si chiama Aida Shanna ed è una naufraga dimensionale giunta sul semipiano all'incirca da quattro anni.
Quando la conobbi notai che possedesse di poteri rari, sebbene non fosse in grado di utilizzarli. Le proposi di collaborare con noi, in cambio di un aiuto a integrarsi nel semipiano.
Anche se era una ragazza che stava solo iniziando a scoprire le proprie capacità, mi aiutò tantissimo a sviluppare una mia teoria. Si chiama dell'"Individualità dei flussi temporali". Secondo essa, qualsiasi elemento che possa considerarsi un'unità, come un luogo, un gruppo di persone, un oggetto e soprattutto un essere vivente possiede propria storia nel tempo che può subire modifiche, senza influenzare quella di altri elementi.
Proverò a farvi un esempio più concreto. Immaginate che io scriva tutto quello che mi succeda su un quaderno e che un collega faccia lo stesso e fate finta che quel quaderno sia il mio passato. Se modificassi un evento all'interno di esso, potrei alterare tutti quelli successivi e magari modificare quello che io sono adesso. Se modificassi solo gli eventi che riguardano me, non avei problemi ad evitare eventuali paradossi temporali. Tuttavia se volessi modificare un evento che riguarda anche il mio collega, avrei delle difficoltà, perché ciò interferirebbe con la sua cronologia personale, il che tenderebbe ad annullare le mie modifiche.
Tuttavia potrei farlo con un piccolo trucchetto: mettiamo che io gli abbia inviato una lettera e che voglia cancellare quell'evento. Potrei potrei manovrare degli eventi, altrimenti casuali, per fargli arrivare la missiva "come per magia", senza che io batta un taso sulla tastiera. Oppure potrei chiedere ad una terza persona di modificare il proprio registro per far spedire a lui il messaggio al posto mio. In tal modo tutte le azioni del mio collega sarebbero giustificate e io potrei modificare le mie.
Diciamo che più di una teoria, la mia è una maniera differente di osservare le dinamiche temporali.
Quindi sospirò, come se fosse arrivato alla parte più difficile e dolorosa da raccontare.
" Il problema è che, nell'osservare le capacità di Aida, ho in parte trascurato di prestare attenzione a lei come persona. Mentre accresceva le proprie capacità, le chiedevo di aiutarmi in esperimenti via via più complessi, senza rendermi conto che non fosse ancora pronta per dei poteri di un certo livello.
Senza una guida o anche una persona che la consigliasse ha finito per non sviluppare nessun senso di responsabilità riguardo essi e ad usarli con leggerezza. Ha incominciato ad utilizzarli per modificare situazioni e persone, fortunatamente non con effetti stabili o reversibili. Ma temo proprio che miri ad imparare ciò per plasmare la realtà a proprio piacimento.
Quando mi accorsi delle sua azioni, ragionare con lei ormai era diventato difficilissimo e il professor Basvard mi diede pochissimo tempo, prima di internarla in questa struttura. Una soluzione che si rivelò inefficace, oltre che disumana, visto che riuscì a fuggire da da qui grazie alle sue abilità.
Abbiamo indagato un po' autonomamente e abbiamo scoperto che la stessa notte in cui è scappata ha acquistato un biglietto per Nivilla. Si tratta di un paese della regione di Chediya. Suppongo che sia lì.
Purtroppo non possiamo spingerci da quelle parti, dato che ci riconoscerebbe e qui entrate in scena voi."
Poi concluse, dicendo cosa voleva da loro.
" Vi chiedo di fermarla: lasciandola in circolazione farebbe male a molte persone. Tuttavia cercate di riportarla qui: vorrei provare per l'ultima volta l'opzione del dialogo."
Concluso il discorso, attese l'arrivo di eventuali domande.

Il professore sospirò. Le domande del ragazzo erano più che naturali, eppure lui non poteva rispondergli.
" Purtroppo non conosco altre sue capacità, oltre quelle di cui vi ho parlato. Ho però ragione di supporre che ne abbia altre che mi ha temuto nascoste.
Nell'ultimo periodo si era chiusa davvero in se stessa e tentava di nascondermi ogni cosa, come se ciò potesse darle un vantaggio su di me."
Detto ciò frugò in tasca e tirò fuori un portafogli da cui estrasse una fotografia.
" Penso che quest'immagine sia più eloquente di una mia descrizione."
Sembrava una giovane ragazza di più o meno sedici anni, dai capelli arancioni; per una della sua età era davvero carina. Sorrideva, sullo sfondo di un punto asciutto della città, forse una piazza coperta. La foto era stata scattata da una persona che la conosceva e lo scienziato se l'era fatta dare proprio allo scopo di mostrarla ai due.
" Se serve, ve la potete tenere."
A questo punto fu Sarah a fare le sue domande.
" Mi dica, professore, dove viveva?"
" Presso un collegio di questa città. In quanto naufraga, le era stata assegnata una stanza nel dormitorio."
Dopo qualche secondo gli tornò in mente il nome della scuola e lo disse.
" E questa foto quanto è recente?"
" È di quest'anno."
Dunque dovevano aspettarsi che avesse proprio quell'aspetto. Almeno per quanto riguardava i tratti del viso e la corporatura. Altre cose, come il colore dei capelli e la loro lunghezza potevano essere facilmente modificati in breve tempo e senza alcuna conoscenza magica. Delle contromisure che non escludeva che la ragazza avesse preso.
" Un'ultima domanda: riceveva un qualche tipo di paga per la sua collaborazione?"
" No, il nostro contratto non lo prevedeva."
Comunque, in quanto naufraga aveva diritto ad una camera, probabilmente anche a mangiare alla mensa della scuola e magari ad un eventuale rimborso spese per l'acquisto di quanto necessari per i suoi studi.
" La ringrazio signor Miwen, ci è stato davvero utile."
E detto ciò si alzò, avviandosi assieme all'amico verso l'uscita.

Non appena arrivarono alla porta della struttura, incrociarono Lisa, che era riuscita a raggiungerli.
" Ciao."
Disse lei, con un enorme sorriso stampato in volto.
" Sembri proprio essere decisa a partecipare!"
A dire il vero avrebbe preferito non coinvolgerla. I motivi erano tanti, ma il principale derivava dall'episodio in cui era morta e resuscitata. Ogni volta che diceva di volerla aiutare, temeva che volesse compiere bravate, tipo prendersi frecce al posto di altri.
" Ovviamente. Mi sono persa qualcosa?"
Raccontò brevemente tutto quello che avevano saputo e l'amica annuì.
" Ho capito, quindi come vogliamo muoverci? Abbiamo ancora qualcosa da fare qui o vogliamo dirigerci subito a Nivilla?
In tal caso possiamo usare i trasporti convenzionali o usare una breccia dimensionale per raggiungerla praticamente subito.
La aprirò io. Non preoccupatevi: usciremo abbastanza fuori dal paese. Così da scongiurare il rischio che qualcuno possa accorgersi che ci siamo teletrasportati."
Specificò.

Adaham sembrava propendere per visitare il collegio in cui viveva quella ragazza, sebbene un po'insicuro della propria idea, tanto che ne espose persino i punti deboli.
Sarah e Lisa si guardarono un attimo, per poi scambiarsi un cenno d'intesa.
" Perché non andarci? Mal che vada non scopriamo qualcosa di utile."
E si incamminarono verso la destinazione.
" Possiamo però prendere qualcosa da mangiare? Avrei un po' di appetito."
Peccato che, almeno nelle vicinanze, non ci fossero posti adatti a fare uno spuntino e poi con tutta quell'acqua non avrebbero potuto neanche sedersi all'aperto.
" Facciamo così, intanto sbrighiamo quello che ci rimane da fare qui e una volta a Niville ci fermiamo per il pranzo, prima di iniziare ad indagare."
Era strano, ma da un po' di tempo la biondina stava imparando l'importanza di sapersi rilassare anche durante una missione. A volte fermarsi e riprendere energie e concentrazione si rivelava un'ottima mossa e soprattutto rendeva il tutto più divertente.

La Frodebert Academy si trovava nei pressi dell'area asciutta della città, ma non era compresa in essa. A vederla sembrava una normale scuola, molto simile nell'aspetto a quelle del mondo di Adaham. Era composta da tre grossi edifici, collegati da corridoi coperti: quello principale, sede delle aule e della presidenza, il dormitorio, in cui aveva luogo anche la mensa, e la zona ricreativa, che comprendeva dei campi sportivi o anche e una piazzola con panchine coperte da una grossa tettoia in vetro.
I muri bianchi reggevano i tetti grigi, disposti appositamente per far fluire l'acqua verso l'esterno, in modo che fluisse senza provocare allagamenti.
Erano arrivati durante un giorno di festa e la struttura era praticamente deserta. Gli studenti erano a casa e anche molti di quelli che vivevano lì erano per la città a divertirsi. Purtroppo il gruppo non possedeva l'autorità necessaria per chiedere di poter ispezionare la stanza di Aida e Sarah sapeva che non fosse il caso di provare a farlo di nascosto, magari correndo il rischio di venir scoperti dal poco personale presente.
Nessuno però vietava loro di chiedere in giro. Perciò, appena varcato l'ingresso, la biondina andò dall'addetto alla portineria e gli chiese se potesse aiutarli, rispondendo a qualche domanda. Subito dopo aver ricevuto una risposta positiva, in parte dovuta al carisma della ragazza, fece cenno ad Adaham di domandare lui ciò che voleva sapere.
In fondo era stata un'idea sua andare lì.

L'uomo gradì i modi garbati del ragazzo, sebbene trovasse buffo come andasse in giro vestito. Quando però gli parlo di un'alunna dispersa, reagì come se avesse il sospetto di sapere già di chi stesse parlando. In seguito, nel sentire le parole "Aida Shanna" la sua espressione cambiò decisamente, lasciando trasparire una buona dose di risentimento.
" Certo che mi dice qualcosa. Conoscerei quella piccola delinquente anche se non vorrei.
Dapprima ha iniziato a usare i suoi poteri per fregare i professori, poi ha incominciato a cercare di manipolare loro e altre persone per ottenere quel che voleva o come trucco per passarla liscia, rispetto a ciò che faceva. È arrivata persino a ferire i propri compagni di scuola.
Solo per l'intervento di una persona, un certo Miwen, si è salvata da delle belle denunce e da un'espulsione assicurata."
Riguardo all'ultimo punto, però il comitato disciplinare stava ancora discutendo e lui sperava vivamente che decidessero comunque di scacciarla.
" Sosteneva che così avremmo fatto peggio. Che se non avessimo lasciato intatto ciò che aveva prima di iniziare a comportarsi in quel modo, difficilmente avrebbe capito i propri errori e le sarebbe venuta la volontà di rimediare.
Mi pareva che fosse la persona che seguiva lo sviluppo delle sue capacità. Ha avuto particolare voce in capitolo perché una volta era un lampo di Garwec e un paio di persone all'interno del comitato ammiravano tale gruppo."
Purtroppo, conosceva meno bene l'alunna di molte altre persone che le erano state ben più vicine di lui. Perciò ebbe maggiore difficoltà a rispondere alle altre domande di Adaham.
" Per quanto riguarda il resto, non so dirvi bene. So che una volta aveva protestato riguardo al mangiare della mensa, dicendo che sempre lo stesso tipo di dolce le faceva malinconia e che ogni tanto le sarebbe piaciuto vedere un gelato. Se ben ricordo una volta chiese l'autorizzazione per rientrare più tardi, perché voleva andare a vedere un film al cinema.
Per quanto riguarda gli amici, non credo che ce ne abbia più, dopo quello che ha fatto.
Forse i suoi compagni di classe potrebbero saperne di più, ma temo che al massimo ce ne siano uno o due nell'edificio e comunque non credo di potervi autorizzare a visitare le aule, i dormitori e l'area ricreativa."
Era tutto ciò che sapeva a riguardo.

Sarah fece segno di non avere domande, dato che Adaham aveva chiesto quasi ogni informazione utile. Dunque l'uomo descrisse la ragazza.
" Capelli lunghi e arancioni. Generalmente sciolti, ma un paio di volte devo averla vista con la coda di cavallo. Non mi ricordo altri dettagli; di studenti e studentesse ne vedo passare ogni giorno e lei non è particolarmente diversa da molte altre alunne."
La descrizione corrispondeva alla foto ricevuta. Non sarebbero riusciti a capire molto di più rimanendo nel collegio, quindi era il caso di salutare e dirigersi verso il paese.
" Ci è stato davvero d'aiuto. La ringrazio e le auguro una buona giornata."
Così il gruppo uscì, mettendosi a cercare un posto isolato dove potere aprire la breccia dimensionale senza che qualcuno li vedesse e non solo per via della missione: quando usavano quell'incantesimo, preferivano avere un minimo di riservatezza.
Pochi minuti dopo che l'addetto alla portineria vide uscire i ragazzi, una studentessa gli si avvicinò.
" Mi scusi, quei tre chi erano?"

Uscirono dal tunnel, trovandosi in aperta campagna, lontani da occhi indiscreti. Lisa aveva scelto bene il luogo, l'esecuzione della breccia era stata perfetta e Sarah si era parecchio divertita a viaggiare in essa.
" Ma lo sai che sei davvero brava con le brecce dimensionali?"
L'ancella ridacchiò. L'amica tendeva ad elargirle complimenti ogni volta che faceva qualcosa, anche quando era un gioco da ragazzi riuscirci; tuttavia lei adorava riceverli. Sapeva che fosse uno dei modi in cui la principessina manifestava il suo affetto verso di lei.
" Adesso ci dirigeremo verso Nivilla e una volta arrivati pranzeremo, per poi iniziare la ricerca."
Tanto, la ragazza non avrebbe potuto riconoscerli, il che avrebbe permesso loro di stare tranquilli prima di iniziare a fare le domande.
" Adaham, alla luce di quanto sappiamo, tu come suggeriresti di muoverci? Hai alcune considerazioni o magari un punto da cui vorresti iniziare a cercare?"
Chiese, curiosa di sentire la risposta dell'amico, mentre si avvicinavano piano piano al paesino, senza incontrare passanti per la stradina.

Le due ascoltarono la risposta dell'amico e l'approvarono. Poteva essere un inizio, anche se Lisa sarebbe partita prima da una gelateria. Secondo lei una persona in fuga difficilmente si sarebbe concessa un lusso così grande di spassarsela in un posto dove avrebbe dovuto rimanere per ore, come un cinema. Mangiare invece era un bisogno fisiologico a cui non si sarebbe potuta sottrarre e probabilmente avrebbe continuato a scegliere gli stessi tipi di cibi anche in quella situazione.
Non aggiunse però le sue osservazioni, ritenendole superflue. Tra l'altro non sapeva neanche se lì ci fossero gelaterie o cinema. Proseguì in silenzio, verso quella che, almeno apparentemente, sembrava essere l'unica entrata di Nivilla. Il suo stomaco stava iniziando a reclamare cibo sempre più insistentemente e lei si ricordava molto bene ciò che le aveva detto la biondina.
Perciò, dopo aver superato di pochi metri il varco del recinto, poggiò la testa sulla spalla dell'amica, mentre continuava a camminare sulla pietra della piazzola antistante all'ingresso.
" Saaaary♪."
La richiamò e l'altra per poco non scoppiò a ridere.
" Ho capito, andiamo a prendere qualcosa.
Disse, facendo un cenno ad Adaham, quasi volesse chiedere permesso anche a lui, prima di fare la pausa. Scrutò poi tra gli edifici della piazza, finché non adocchiò un posto adatto. Era un locale ordinario, senza alcuna pretesa, ma adatto per loro. Aveva pure qualche tavolino all'aperto, particolare gradito.
Di fatto il gruppo ne occupò uno, sistemando lo zaino a terra.
" Ricordatevi, siamo qui solo per fare due passi. Facciamo quello che è nostro solito e non avremo problemi."
Stava dando raccomandazioni al gruppo per la missione. Tuttavia preferiva spiegare il tutto in maniera non troppo esplicita; Aida sicuramente non li conosceva, ma la prudenza non era mai troppa.
Si rivolgeva più ad Adaham che all'amica: lui non possedeva un canale comunicativo con lei, con il quale avrebbe potuto spiegare tutto, senza che orecchie indiscrete potessero ascoltare alcunché. Tuttavia forse non sarebbe stato necessario usarlo, dato che l'ancella afferrò all'istante.
" Certo, non preoccuparti."
Impossessandosi con un enorme sorriso della lista dei piatti.
" Comunque meglio se poniamo un po' attenzione in quello che vediamo in giro. Potremmo avere la fortuna che ci passino davanti particolari interessanti."
Poi guardò l'amica, presa nella sua lettura, capendo che avrebbe dovuto aspettare un po' per avere il foglio. Va bene, intanto ne avrebbe approfittato per dire qualcos'altro ad Adaham.
" Anche giusto per sicurezza, chissà che non sia un altro a prendere prima l'iniziativa prima di noi e non vogliamo certo farci cogli..."
Gli occhi della ragazza iniziarono a spalancarsi...







" ... Davvero, non trovo le parole per descrivere la mia gratitudine su quanto voi facciate per proteggermi."

... poi tutto cambiò. Come se qualcuno avesse montato un filmato, decidendo di tagliare di netto una scena, per passare senza preavviso alla successiva. Anzi, più che la successiva sembrava una in cui il contesto era completamente diverso, così come la trama.
Il locale era mutato improvvisamente in una sorta di ristorante, un posto evidentemente di classe, tenuto meticolosamente bene. Pure i toni e probabilmente i discorsi dei clienti erano mutati, per non parlare del loro abbigliamento e di quello del personale.
Anche le amiche di Adaham erano diverse: Lisa da seduta si trovava improvvisamente in piedi, di fronte a un tavolo con solo due posti. Guardava gli altri due, sorridendo lievemente e standosene leggermente in disparte, con le braccia protese verso il basso e le mani che si afferravano l'un l'altra, all'altezza della gonna dell'abito da cameriera che stava indossando.
Quella però che era cambiata più profondamente sembrava essere Sarah. Improvvisamente aveva addosso un vestito sfarzoso ed elegante, in cui i colori bianco e rosa si abbinavano molto bene, mentre sulla cima della chioma dorata era apparso un diadema. Ma non era cambiato solo il suo abbigliamento, ma anche i modi e i discorsi.
" All'inizio del mio viaggio non avrei mai pensato di incontrare persone come voi, né speravo di poter visitare il semipiano con tale libertà. Senza il vostro aiuto, senza voi sempre disposti a farmi da guida o da scorta, mi sarei persa parecchie meraviglie.
Non parlo solo di accrescimento culturale, ma anche di emozioni e bellissimi ricordi che, una volta tornata a casa, custodirò sempre nel mio cuore."
Si trovava nel corso un viaggio d'istruzione che prevedeva la sua permanenza sul semipiano. Sebbene il suo paese si trovasse in un mondo diverso, in quanto dama aveva il dovere di conoscere anche altre dimensioni. Non vi era modo migliore per farlo, se non recandosi lì direttamente, integrando quanto già letto nei libri. Nessuno aveva però pensato che avrebbe potuto darsi così tante mete; accompagnata solamente da due ancelle e un cocchiere, non sarebbero stati molti i posti raggiungibili senza correre rischi.
Invece, proprio su Endlos aveva conosciuto delle persone, pronte a proteggerla ed aiutarla in ogni modo e ciò l'aveva particolarmente toccata. Era pur vero che tutti facessero così nella sua terra natale e proprio in risposta a tale gentilezza lei si impegnava per diventare una buona principessa. Se però in tal modo avrebbe potuto ripagare l'affetto dei propri sudditi, non si sapeva capacitare come mai quel gruppo facesse come loro. Lei veniva da un mondo lontano e per quanto bene potesse sforzarsi di svolgere i propri doveri di dama, questi non avrebbero portato alcun beneficio a loro, così come a qualsiasi alto abitante del semipiano. Eppure l'avevano supportata ugualmente, permettendole di recarsi in località che un fiore delicato, quale una principessa doveva essere, non avrebbe mai potuto raggiungere da sola!
Ciò era un piccolo miracolo!
La cameriera Lisa continuava a sorridere, intenerita dal fatto che la damigella si stupisse di una situazione in realtà completamente naturale. Sarebbe stata ancora un po' ad osservarli, per poi farsi da parte; in quel ristorante non spettava a lei servirla e rimanere nei paraggi sarebbe stato solo maleducato, oltre che antiestetico.

Decisamente, c'era qualcosa che non andava! Il posto, gli oggetti e persino gli abiti di tutti i presenti erano cambiati! Fortunatamente le persone sembravano essere le stesse, ma i loro modi parevano essere diversi. Eppure ciò non valeva per tutti.
Adaham si trovava davanti all'amica come non l'aveva mai vista, né sentita. Lui però era rimasto identico, nell'aspetto, nei ricordi e nell'indole.
Vestito com'era pareva incredibilmente fuori luogo in quel ristorante, tuttavia nessuno ci faceva caso, continuava a svolgere le proprie attività, come se fosse tutto normale.

Nonostante la stranezza dell'evento, Adaham non si scompose più di tanto, forte dell'aver già vissuto un'esperienza simile. Risolse di fare ciò che era più logico: cercare di capire cosa fosse successo. Allora rispose alla principessa come se sapesse di cosa stesse parlando, forse per non spaventare le interlocutrici, per poi iniziare a chieder loro gli eventi recenti.
Al sentire una simile richiesta la dolce damina rimase lievemente sorpresa (era un po' inusuale chiedere cosa fosse appena accaduto), ma lo accontentò subito dopo.
" Certamente."
Disse, correggendo la l'espressione leggermente stupefatta, in un caldo sorriso.
Prese allora a raccontare dei viaggio, partendo dalla recente visita alla foresta di Fanedell, un episodio a sua detta piacevole, anche se non erano riusciti a raggiungere Mistral. Passò poi a parlare del ritorno a Metafleur, non mancare di ringraziare per aver acconsentito a fare una deviazione per rivederla: era già stata lì e anche per abbastanza giorni, però le fioriture che aveva visto lì le erano parse così belle che non le era dispiaciuto visitarla ancora.
Accennò poi alla prossima meta: il Garwec, anche se prevedeva di recarsi solo in una o due delle città della zona.
Insomma, dalle parole della damigella, sembrava che avesse intrapreso una sorta di viaggio culturale, se non di piacere, per il semipiano. Qualcosa che non aveva alcunché a che vedere con ciò che aveva fatto la Sarah che conosceva Adaham.
Quando poi, durante una digressione, l'interlocutrice ricordò l'incontro con il ragazzo, secondo lei avvenuto ad Est, quando invece si era svolto a Merovish, l'amico ebbe un forte elemento che indicava che dovesse essere finito in una sorta di dimensione parallela, anziché ciò che aveva creduto. Tra l'altro la ragazza era solita spostarsi da una città all'altra con le brecce dimensionali (quando era certa di non venire vista) e non in carrozza come invece sosteneva in quel momento.

Se non altro Adaham ora poteva aggiustare alcune delle deduzioni, anche se sembrava essere ancora lontano dal capire come fosse arrivato lì. Tuttavia la risposta arrivò presto da sola. Infatti un cameriere si diresse proprio verso il loro tavolo e Lisa sembrò quasi voler lasciare il luogo, per non essere d'intralcio al personale del ristorante. L'uomo però non era lì per prendere le ordinazioni.
" Vogliate scusarmi, vi devo informare che la signorina al tavolo in fondo insiste che vi rechiate da lei. Dice che desidera parlarvi e che sia abbastanza importante."
Disse, rivolgendosi al ragazzo, mentre le due sembravano un po' perplesse. Lisa guardò la dama e lei fece un lieve cenno all'amico, quasi a dirgli che andasse pure e che non si preoccupasse.
Il tavolo dove si sarebbe dovuto recare si trovava proprio alle sue spalle e avrebbe potuto scorgere una persona seduta presso di esso.

Una volta avvicinatosi, l'avrebbe riconosciuta all'istante: si trattava di Aida. Era esattamente come nella foto, se non per il fatto che avesse i capelli raccolti. A differenza degli altri era vestita normalmente e non era in una posizione particolarmente composta, forse volutamente. Lo avrebbe guardato con sufficienza e con un sorrisetto a dir poco strafottente.
Sembrava essere sicura di sé e non considerare Adaham come una minaccia.
" Cosa pensavate di fare voi tre? Credo di sapere già chi vi manda."
E quella frase sarebbe stato un chiaro segnale che forse non erano loro ad avere una vantaggio su di lei.
" Evidentemente non sapete con chi avete a che fare. I miei poteri mi hanno avvertita che sareste arrivati ancor prima che varcaste l'ingresso del paese."
Quindi avrebbe guardato l'altro, curiosa di vederne la reazione.