[AdE] Giochi temporali

I due riuscirono ad appostarsi senza imprevisti e Lisa poté raggiungere la propria posizione. Non rimaneva altro che aspettare che Aida passasse da quelle parti, sperando che qualcuno non scovasse il loro nascondiglio o che la ragazza non usasse di nuovo i suoi poteri su di loro. L'attesa poteva essere anche molto lunga e magari chi cercavano poteva anche non passare di là, tuttavia valeva la pena tentare. L'attesa dei due venne premiata, infatti videro Aida camminare in lontananza, per poi uscire dal parco. Dieci minuti dopo, dopo un'ora che erano tra i cespugli, ricomparve, intenta a mangiare qualcosa. Questa volta però venne proprio verso di loro, ma passò solo vicino ai cespugli, proseguendo come se niente fosse! Cosa strana, dato che prima era stata in grado di notarli subito e non si era fatta problemi ad agire in un luogo affollato. Che in realtà sapesse che la stavano osservando? Che avesse deciso di passare di lì come provocazione? Qualunque fosse il suo intento, andò avanti per un'altra decina di metri, superando un'altra fila di cespugli e arbusti, per poi sedersi.
Fu allora che Sarah decise che fosse arrivato il momento di muoversi.
" Non seguirmi."
Sussurrò all'amico, per poi uscire dai cespugli senza dargli modo di replicare. Forse avrebbe potuto provare a fermarla o uscire anche lui, ma mettersi a discutere avrebbe aumentato le probabilità che l'altra la scoprisse.
La ragazza raggiunse la seconda fila di piante, riparandosi dietro a dei cespugli. Da lì però non sembrava vedere gran che e le piante erano troppo piccole perché potesse entrarci e se si fosse alzata avrebbe rischiato che l'altra la vedesse. A pochi metri a lato vi era però un grosso cespuglio che si estendeva in altezza. Sgattaiolò verso questo e vi entrò, ma la conformazione dei rami la costrinse ad arrampicarsi e a salire. Fece rumore, abbastanza rumore, ma Aida non ci fece caso. Finalmente la principessa poté osservarla da una buona posizione, anche se avrebbe avuto problemi a muoversi nel caso avesse dovuto farlo in velocità. La guardò con attenzione e le sembrò non fare niente di sospetto.
Decise allora di provare a guardare un po' meglio e per farlo avrebbe dovuto salire ancora. Appena però cambiò il peso, il ramo su cui era si flesse all'improvviso, facendola cadere rovinosamente a terra.
Questa volta Aida si accorse che qualcosa non andava e si voltò, vedendo Sarah. Sembrò comunque colta di sorpresa, tanto che ci mise qualche secondo per reagire.
" Di nuovo voi? Vi avevo avvertito, ora ve la farò vedere io."
La fanciulla tentò di rialzarsi il più in fretta che poté, mentre l'altra lanciò ancora una volta i suoi poteri contro di lei, per poi correrle incontro con il mano un coltello, di quelli che si utilizzano per tagliare ciò che si mangia.
Quando però la prima offensiva fu vicina a Sarah, venne deviata come se avesse utilizzato una barriera invisibile. Lei stessa ne fu stupita, ma preferì non distrarsi e pensare all'avversaria. Lanciò allora quattro raggi magici contro la mano della ragazza che teneva l'arma e l'attacco funzionò, pur essendo semplice e prevedibile.
Aida urlò come se le avesse inferto una ferita profonda, perse i coltello e e cadde a terra.
Si tenne la mano ferita. Che dolore terribile! Poche volte le era capitato di farsi così male. Adesso sì che avrebbe avuto bisogno di aiuto! Ma non c'era nessuno che poteva aiutarla, anzi lì c'erano solo due persone pericolose. Vide Sarah avanzare verso di lei.
" Stammi lontano."
Gridò, alzandosi e indietreggiando di qualche metro, per poi cadere di nuovo. Doveva scappare. Ma come poteva farlo? Dove poteva andare? Era terrorizzata! L'altra le avrebbe fatto ancora male, ne era sicura. Proprio allora un pensiero razionale si fece largo tra la paura e decise di teletrasportarsi.
Nessuno, oltre a loro tre, aveva visto il fatto.
Sarah sentì quasi di doversi giustificare di fronte all'altro.
" Credevo di averle tirato un colpo blando."
Disse, non appena fu vicina all'amico.

Il teletrasporto aveva funzionato ed Aida si ritrovò appena fuori dal parco. Ora però che poteva fare? Aveva due persone che la stavano cercando ed era ferita. Dove poteva scappare? Dove poteva nascondersi? Il primo posto che le venne in mente fu la locanda dove alloggiava. Nella sua camera c'erano anche i medicinali e la maggior parte dei soldi che aveva portato con sé. Così, ingenuamente, si diresse proprio nel primo luogo dove i due l'avrebbero cercata. Sopportava poco il dolore e più di una volta sentì l'impulso di chiedere aiuto a qualcuno, ma la paura era più forte. Gli inseguitori l'avrebbero probabilmente raggiunta se avesse atteso l'aiuto di un medico. Quindi corse, corse più velocemente che poté, a dispetto della ferita, perché questa non l'aveva debilitata, era lei che non era abituata a ricevere simili cose.

Adaham intanto aveva notato tutte le incongruenze che erano emerse in quell'episodio. La stessa ragazza che era sembrata così potente e astuta all'inizio, ora si era comportata come una semplice fanciulla spaventata. L'unico modo per trovare le risposte alle domande del ragazzo, sarebbe stato, con ogni probabilità, catturare Aida.
Tuttavia quello non era il loro primo problema: costei infatti sarebbe potuta tornare nel luogo dove dormiva, presso il quale Lisa si era appostata. Non era da escludere che l'amica fosse in pericolo e la decisione del ragazzo era quantomai logica.
" Hai ragione. Corriamo."
Contemporaneamente cercò di aprire una comunicazione con l'ancella, per assicurarsi che stesse bene. Presto ricevette la risposta da Lisa, che le spiegò che Aida fosse tornata alla locanda, ma che l'avesse ignorata, per precipitarsi al piano in cui si trovavano le camere. Fu allora che la principessa si rese conto che la ragazza potesse essersi messa in un posto dove avrebbero potuto catturarla facilmente. Chiese quindi se avesse notato quante uscite il posto aveva e Lisa, che aveva avuto l'accortezza di fare prima un giro all'edificio, prima di appostarsi, le disse che c'era l'entrata principale e una sul retro, che conduceva al magazzino.
" Aida è tornata alla locanda, ma Lisa sta bene. Dobbiamo bloccarle le uscite. Io prendo l'ingresso principale, tu entra da quello per il magazzino."
Certo, probabilmente sarebbe stato spontaneo chiedersi come sapesse simili dettagli, ma non era il momento per le spiegazioni, ma di pensare a correre.

Non era in una buona situazione, se ne era resa conto, così come era probabile che i due la stessero inseguendo. Aveva poco tempo prima che la raggiungessero, doveva prendere quante più cose poteva e andarsene di lì. Prima però doveva fare qualcosa per quella ferita. Le faceva troppo male. Aprì la porta della sua stanza e corse subito dove si trovavano i bendaggi. Provò a fasciarsela, ma il dolore non accennò a diminuire. Poi prese i soldi che aveva nella stanza, per poi portare con sé tutto ciò che le sembrava essenziale e infine si portò dietro i due strumenti di rilevazione.
Uscì allora dalla camera, dirigendosi verso l'entrata della locanda. Prima ancora di scendere le scale, vide però la ragazza che le aveva fatto del male, proprio all'entrata, intenta a parlare con l'addetta alla reception.
Subito tornò indietro, sperando che non l'avesse vista. E adesso come faceva ad uscire? Tornò in camera e chiuse, la porta, quasi ciò potesse servire qualcosa. Fu allora che le venne in mente un'idea che sarebbe stata ovvia, se solo fosse stata calma.
Prese il proprio cellulare ed inviò un messaggio scritto al destinatario. La risposta arrivò solo un minuto dopo, anche se ad Aida parve tantissimo. Subito schiacciò il pulsante per aprirlo, sperando di ricevere la soluzione al suo problema, ma non appena lo lesse digrignò i denti, arrabbiata.
" Stronzo!"
Sussurrò, per poi gettare a terra il telefono e abbandonare buona parte degli oggetti. Doveva trovare un'altra via d'uscita, anche se non era certa che ce ne fossero. Se rimaneva lì però era era certa che la prendessero.
Uscì in corridoio, tenendosi ancora la mano dolorante, sperando di trovare una via alternativa. Ora che ci pensava aveva visto delle altre scale, forse potevano condurre a un'uscita alternativa. Non le ci volle molto a trovarle e una volta percorse poteva già vedere la luce che entrava dalla porta sul retro. Peccato per lei che Adaham si trovava proprio lì, davanti all'ingresso e che l'aveva vista.

Era difficile fare ragionare una persona che ormai da tempo aveva preso l'abitudine di mentire, che si era chiusa in se stessa, perdendo la fiducia verso gli altri e conservando solo quella nelle sue, modeste, capacità. Tuttavia le parole di Adaham la toccarono, ma non bastarono di certo a convincerla a non tentare la fuga. Aveva comunque paura: non aveva mai affrontato un vero nemico prima d'ora, tentò comunque di incoraggiarsi, dicendosi che solo una persona le stesse sbarrando la strada.
" Pensi che ti creda?"
E subito dopo usò i suoi poteri contro di lui. A vederli, sembrava una sorta di onda trasparente, che deformava lo spazio che in quel momento attraversava. Quando però arrivò ad Adaham, si dissolse all'istante. Il ragazzo era immune ai poteri di Aida, anche se forse non se ne rendeva ancora conto. Di certo lei non l'aveva capito, dato che prese a correre contro di lui, convinta che le bastasse spingerlo per farlo cadere e poter quindi uscire.

Ormai Aida era circondata e per di più ferita. I suoi poteri non funzionarono su Adaham e il ragazzo non ebbe problemi a venire incontro e bloccarla. Pure il suo potere funzionò perfettamente, senza che la ragazza riuscisse a fare qualcosa per difendersi. Aida continuò a ripetere le stesse azioni per un po', dando modo al ragazzo di consolidare la presa. Adaham ebbe anche l'accortezza di chiamare Sarah, che appena sentì si precipitò a raggiungerlo, stringendo l'accerchiamento.
Quando si riprese, la fuggitiva tentò ancora due volte di liberarsi dalla presa, senza risultati. Aida non era più potente di Adaham, era una principiante la cui arroganza era cresciuta confrontandosi solo con persone che non praticavano la magia e quindi non potevano difendersi. Quando aveva avuto a che fare con due persone che avevano curato le proprie capacità, come Adaham e Sarah, era stata facilmente sopraffatta. Rimanevano però dei punti poco chiari: come mai era riuscita a prevedere il loro arrivo in città? Come aveva fatto a sembrare ben più pericolosa di loro? Probabilmente non avrebbero trovato subito le risposte.
" Mi arrendo."
Disse Aida, ormai rassegnata. La sua avventura era finita e dimenarsi ancora le avrebbe solo riaperto il taglio.
" Cerco qualcosa per immobilizzarla."
Disse l'amica, per poi darsi da fare. La missione era praticamente finita.

Come era prevedibile, Adaham aveva tutt'altra intenzione che lasciarsi togliere i propri ricordi. Non che per la ragazza fosse un problema. Tuttavia sapeva che lui fosse un bravo ragazzo e soprattutto una persona di cui Sarah si fidava. Forse non era giusto agire senza cercare di giustificarsi un po' e parlargli per fargli anche solo comprendere perché volesse compiere una simileazione e che fosse dalla stessa parte della sua amica.
" Non puoi saperlo, come non puoi impedirmi di cancellarteli."
Disse sorridendo. Tuttavia non si avvicinò ulteriormente, anche perché non le occorreva toccargli la fronte per continuare.
" Tuttavia, se ti sentirai più tranquillo quando avrai più le idee chiare, ti spiegherò. Anche se dimenticherai anche le mie rivelazioni."
In pratica la spiegazione fornita lo avrebbe aiutato ad accettare le sue azioni, ma niente di più.
" Mi chiamo Miya."
O meglio quello era il nome che lei stessa si era data. Alcune ancelle però la chiamavano "L'ancella che non esiste", avendola potuta osservare solo per brevi periodi, prima che costei sparisse.
" So più di Sarah di quanto sappiate tu e le amiche che la circondano. Ho osservato le sue azioni, le persone che aveva intorno. Spesso non sono intervenuta perché reputavo che fosse meglio che se la cavasse da sola, a volte pentendomi però."
Fece una pausa, avvicinandosi ad Adaham.
" Vedi, Sarah ha molti segreti e non è ancora pronta perché questi vengono rivelati. Ha bisogno di crescere e capire cosa lei voglia accettare o meno."
Disse, tuttavia non sembrava più così sicura di quel che stava facendo. Forse Adaham avrebbe potuto convincerla a desistere.

Miya scosse la testa, quando Adaham le chiese se fosse un angelo.
" No o almeno, non penso di esserlo..."
Nemmeno lei sapeva cosa fosse. Le uniche cose che poteva dare per sicuro era che era nata contemporaneamente alla venuta di Einheit, di conoscere esattamente il passato di Sarah e Ise e l'unico indizio sul motivo della propria esistenza era stata una frase che le era rimbombata nella testa: "La soluzione è l'ottava".
Si era scelta un nome, basandosi sulla prima cosa che aveva visto: un cielo stellato. Miya infatti voleva semplicemente dire "vista notturna". Aveva quindi preso ad osservare di nascosto le due ragazze e a gestire gli incredibili poteri con cui era nata. In breve tempo aveva finito per affezionarsi alle due e aveva accettato la sua missione che, qualunque essa fosse, riguardava sicuramente quelle due.
Adaham andò avanti, chiedendogli che garantisse che non avrebbe fatto del male alla sua amica.
" Ma anche se ti garantisco che non le farò male, chi ti dice che mantenga la mia parola? Non hai niente che possa permetterti di fidarti di me."
Tuttavia un pensierino iniziò a farsi strada nella mente di Miya e sembrò esitare un attimo.
" Davvero ironico, non trovi: tu stai disapprovando quello che intendo fare perché non sai se fidarti di me, mentre io voglio cancellarti dei ricordi perché non so se fidarmi di te..."
Tuttavia lei aveva avuto modo di osservare il ragazzo e, per quel che aveva visto, forse avrebbe meritato un po' di fiducia.
" Abbiamo entrambi lo stesso problema. Ma l'unico modo per risolverlo..."
E allora si rese conto che forse quella che stava per dire era l'opzione più giusta.
" …sarebbe non fare niente e correre il rischio, per vedere se l'altro merita la nostra fiducia o meno..."
Miya sospirò, abbassando il braccio che fin'ora aveva teso verso di lui. Dopo una decina di secondi riprese a parlare.
" A pensarci bene i ricordi posso cancellarteli anche dopo. Forse potrei darti una possibilità di dimostrarmi che non sarai un problema per Sarah e io potrei farti vedere che non voglio il suo male."
Quindi lo guardò negli occhi.
" Però devi promettermi che saprai tenere la bocca chiusa su alcune cose e soprattutto che non parlerai di me a nessuno, nemmeno con Sarah e i suoi amici."
Quindi attese. Le sembrava un accordo ragionevole, anche se non prevedeva che, via via che si fosse fidata maggiormente del ragazzo, gli avrebbe mostrato sempre più segreti della biondina.