[AdE] Seeds of Winter

Arrivarono altre domande dall'ologramma. Evidentemente doveva essere interessato ai viaggi interdimensionali, anche se forse non conosceva la locazione del suo mondo.
" Dipende da cosa intendi per "arrivare a conoscerle". Se intendi convertirle da un sistema di riferimento ad un altro, si tratta di un procedimento piuttosto facile, purché ci sia almeno un mondo noto da entrambi i gruppi che utilizzano i sistemi di coordinate. In tal caso entrambi potrebbero scoprire come raggiungere i mondi non sconosciuti a coloro che usano un sistema di riferimento diverso dal loro.
Se invece intendi come scoprire le coordinate di un mondo che sai che c'è, ma di cui non conosci la locazione, è possibile, così come è possibile cercare segni di mondi sconosciuti.
Purtroppo però si tratta di procedimenti parecchio complicati. Ne conosco a malapena le basi teoriche."
Ise era pratica di simili cose, ma non poteva più aiutarla.
" L'unico metodo che conosco e relativamente semplice richiede che l'utilizzatore sia già stato nel mondo che volte raggiungere ed è una tecnica prettamente magica.
Riguardo invece alle linee temporali, non so aiutarti.
Poi ascoltò la donna e sorrise.
" Entro due ore tornerò qui con le informazioni. Devi solo aspettarmi."
Allora si volse e davanti a lei l'aria iniziò ad incrinarsi come se fosse vetro, per poi infrangersi, generando un passaggio per quello che sembrava essere un tunnel blu.
Si sarebbe recata nell'abitazione in cui alloggiava la fata e avrebbe fotocopiato la parte degli appunti che desiderava l'interlocutrice, per poi usare il legame mistico per contattare gli enling. Così avrebbe potuto portarle anche un po' della loro conoscenza, oltre che poter contare sul loro aiuto nel tornare indietro. Purtroppo le brecce dimensionali richiedevano parecchia energia e quindi era meglio se si recava dalla donna utilizzando metodi più tradizionali.
" Allora vado."
E saltò nel passaggio.
Certo però che era strano il modo in cui si era comportata in quella situazione: tralasciando l'insolita felicità che ultimamente l'accompagnava in ovunque andasse, si stupiva del modo a come aveva reagito all'essere chiamata "Sweetheart". Quando era ancora prigioniera di Ise avrebbe trovato insopportabile un simile soprannome, forse perché riconducibile all'immagine di una dolce damigella, adesso invece era quasi contenta di ciò.
Che qualcosa in lei stesse cambiando?

Sarah fece ritorno dopo due orette, come aveva detto. Non però grazie ad una breccia dimensionale, ma con l'aiuto di un amico a cui aveva chiesto un passaggio. Di fatto si sarebbe avvicinata alla ragazza semplicemente camminando.
In ogni caso, i presenti avrebbero potuto notare che non fosse più dell'umore migliore.
Il perché riguardava quello che aveva visto dentro l'appartamento usato da Ise. La fata aveva scritto più di quanto si era aspettata ed era stato un po' difficile trovare gli appunti riguardo il Maelstorm. Nel mentre si era imbattuta in molti altri scritti della nemica, alcuni dei quali si erano rivelati una piacevole sorpresa; dal momento che riguardavano la magia bianca. Si trattava di qualcosa che le interessava particolarmente, senza contare che gli studi fatti sembravano essere stati condotti particolarmente bene: molte delle magie lì elencate non le avrebbe potute trovare a Palanthas.
Purtroppo però aveva anche scoperto che avesse compiuto anche delle ricerche sui poteri psionici e ciò l'aveva mandata su tutte le furie, dato che era con simili capacità che la fata l'aveva tenuta prigioniera.
Il rancore contro Ise era tornato a farsi più forte che mai e si era rimproverata di essersi a momenti dispiaciuta quando l'aveva vista morire. Dopo qualche minuto di rabbia particolarmente intensa, aveva deciso di lasciar perdere quei pensieri e di leggere entro un paio di giorni anche quegli appunti, così da capire come difendersi anche da quella tipologia di influenze mentali. L'arrabbiatura però le stava durando ancora.
Comunque aveva trovato gli appunti riguardo il Maelstorm e li aveva fotocopiati. Quindi eccola lì, recante un grosso blocco di fogli, in parte derivanti da degli scritti realizzati a mano, in parte da materiale informatico.
Questi ultimi riportavano alcune conoscenze degli enling riguardo a quella strana tempesta. Purtroppo non erano ancora riusciti ad estrarre i file dall'archivio più grande, ma anche nel più piccolo vi era materiale interessante.
" Ecco."
Disse, abbozzando un modesto sorriso, mentre le mostrava il blocco.
" Occhio che pesa."
Talvolta diffondere la conoscenza comportava anche doversi fare un po' di muscoli.

L'uomo si offrì gentilmente di tenere il blocco di fogli. Chiese però chi le avesse dato tali informazioni; una domanda a cui lei avrebbe preferito non rispondere.
Non aveva alcuna voglia di parlare di Ise: dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare, non voleva dedicare nemmeno un minuto a parlare della nemica. Ormai non era più affar suo.
Degli enling poteva invece parlare, seppur non accennando a quelli che si trovavano su Einheit: era convinta che, almeno in un primo momento, non parlare di quella terra, l'avrebbe protetta.
" Diciamo che se si viaggia tra i mondi, prima o poi si incontrano popoli che non lo fanno tanto per ridere, ma che basano la propria civiltà sui viaggi dimensionali. Da loro simili informazioni sono quasi di dominio pubblico."
Poi rispose alla donna.
" Come ho già detto prima, le armi non sono necessariamente per me. Ti potrebbe andare bene se ti portassi una lista con ciò che serve ai miei compagni?"
Poi prese ad illustrare brevemente il contenuto di alcuni capitoli, come richiestole.
" Qui c'è un resoconto di parte delle attività del Maelstorm negli ultimi vent'anni, qui viene spiegato come distinguerne le perturbazioni naturali da quelle indotte dalla magia, come per esempio i miei tunnel dimensionali, in questo capitolo invece mi pare che siano riportati dati quantitativi, tipo la quantità di energia in alcuni dei suoi flussi e la loro velocità, in questo invece sono elencate alcuni tipi di turbolenze e come impedire che interferiscano con le magie e i passaggi aperti con la tecnologia, usati per viaggiare tra i mondi."
Quelle erano solo alcune parti della documentazione, altre non ne aveva illustrate, sia perché non le avevano chieste, sia perché non era sicura di conoscerne il contenuto: Sarah infatti aveva avuto modo di dare solo un'occhiata veloce al blocco, durante il viaggio.

La ragazza si lasciò scappare una risatina, quando sentì che l'altra avrebbe potuto guarire "qualcuno dei suoi che avesse perso braccia o gambe, dandogliene altre più utili". Sperò di non averla offesa e si mise a pensare a quali armi potevano essere utili alla gilda.
Nessuno però le aveva mai detto che stesse cercando un'arma particolare o speciale, men che meno da fuoco. Tuttavia aveva in mente una piccola idea: al momento erano gli stessi membri a doversi occupare del proprio equipaggiamento; avere una sorta di armeria per fornire dell'attrezzatura di base a coloro che ne erano sprovvisti, sarebbe stato sicuramente comodo. Anche perché via via che la gente si sarebbe unita a loro le probabilità di reclutare qualcuno sprovvisto di armi o persino da addestrare, sarebbero aumentate.
Certo, il combattimento non era che uno degli aspetti di cui si occupava l'organizzazione, tuttavia era innegabile che molta gente su Endlos aspirasse a fare cose del genere.
" Benissimo, mi piacerebbe che realizzassi per me quattro spade di media lunghezza, non importa se di qualità mediocre. Serviranno come armi provvisorie, un po' come se fossero delle armi da addestramento.
Per quanto riguarda la tua specialità, ci farebbero comodo due fucili d'assalto e quattro pistole. Sarebbe meglio renderle più maneggevoli possibile, in modo da renderle facili da usare per chiunque le impugni.
Ormai sapeva che le armi andassero scelte in base al fisico dell'utilizzatore: per esempio una pesate poteva essere molto efficacie nelle mai di qualcuno dotato della giusta forza e costituzione, meno nelle mani di persone che privilegiavano l'agilità. Perciò un armamento che non avrebbe avuto un padrone fisso doveva essere realizzato con dei parametri che lo rendessero relativamente facile da usare per chiunque, sebbene un po' a discapito delle caratteristiche specifiche che potevano renderlo ottimo nelle mani del guerriero adatto.
" Comunque non voglio approfittarmi di te. Se pensi che ti stia chiedendo troppo, dimmelo pure e vedrò di rivedere le mie richieste."
In fondo erano abbastanza armi, se si teneva conto che erano commissionate ad una singola persona.

Un tempo Sarah avrebbe facilmente intuito il doppio senso delle parole della ragazza, ma l'influenza degli abitanti di Einheit, unita a quella di Leann, quella strana angioletta, avevano reso la principessa quasi aliena a certi argomenti. Ciò che capì fu che fosse disposta a rimpiazzare parti del corpo con protesi di dimensioni maggiori o minori rispetto alle parti perse. Da come parlava sembrava che i suoi colleghi usassero rispettare le proporzioni corporee, forse perché più familiari per il paziente e per non dargli problemi di salute. In effetti, ora che ci pensava, una protesi più grande era probabilmente anche più pesante e ciò avrebbe potuto dare all'utilizzatore varie noie alle articolazioni e alla sua fisionomia, specialmente con parti meccaniche montate in maniera asimmetrica.
Tuttavia, evidentemente c'erano delle persone che avevano interesse a rimpiazzare le parti perse, con altre di maggiori dimensioni, a dispetto di tutti gli svantaggi che ciò comportava.
Solo più tardi, ricordandosi della parola "meretrice", detta dal robot, Sarah avrebbe capito cosa l'altra intendesse, ma comunque non ne sarebbe stata sicura.
"Ho capito. Se uno dei miei compagni vorrà tipo rimpiazzare un braccio con un più grande d'acciaio, gli dirò che puoi farlo."
Disse sorridendo, per poi rispondere all'ologramma.
"Mi potresti trovare a questo indirizzo."
E lo comunicò ai presenti. Si trattava di un'abitazione di Istvan.
"Se non vengo io ad aprirti, chiedi di Sarah. Nel caso non fossi presente, sapranno dirti quando trovarmi."
Poi si rivolse di nuovo all'altra.
"Ah, ovviamente puoi consegnare le armi a quell'indirizzo. Sempre che tu non preferisca che venga io a prenderle."
Spiegò, attendendo una risposta e di sapere se ci fosse altro. Se così non fosse stato, avrebbe salutato il gruppo e sarebbe tornata sui propri passi.