Call to Arms (I)

Intermezzo ~ Lordaeron

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    .†.Dancing Mist.†.

    Group
    Member
    Posts
    487

    Status
    Anonymous

    Presidio Est ~ Istvàn
    Lordaeron – Sala delle Udienze

    Il mondo sotto di lui fluiva via come macchie di colore sfuocato, inseguendosi senza continuità e rendendo sempre più labile e sottile il filo che ancora vincolava la sua mente alla realtà... e mentre si chiedeva quanto veloce potesse muoversi un volatile, il Gufo Bianco approdava sempre alla stessa risposta: “non abbastanza”.

    Non si trattava di una questione di calcoli matematici, perché se gli scienziati avessero provveduto a stimare distanza, rapidità di percorrenza, taglia dell'animale, forza delle ali e condizioni atmosferiche in un'unica proporzione ordinata, sarebbero rimasti increduli davanti a quella performance del piccolo rapace... perché -con tutti i trucchi e le energie di cui disponeva- Owl era stato capace di bruciare i chilometri che si stendevano in linea d'aria tra Kisnoth ed Istvàn in qualcosa come mezz'ora scarsa.

    Il vento fischiava attorno al corpicino piumato, teso verso la meta, e gli occhi argentei scivolavano sulle verdi campagne della valle senza neppure vederle; l'unico senso a guidare la sua rotta era quello di appartenenza alla Famiglia, e mentre l'eco della Risonanza con Drusilia era ormai un ricordo pressante, il richiamo che lo spingeva verso Kalia si intensificava e cresceva più forte: era vicina, ne era certo. Doveva essere quasi arrivato.

    Attuando tutte le piccole meccaniche che calibrano il volo, il Gufo modificò l'assetto delle ali e della coda, e rallentò; ruotando la testolina per guardarsi intorno, riconobbe Lordaeron -il Maniero della Dama Azzurra-, e non appena ebbe individuato le finestre aperte dove era certo si trovasse la sala del trono, cambiò posizione e vi si gettò in picchiata, ripiegando le appendici contro il corpicino -per ridurre l'attrito con l'aria- e precipitando come un proiettile.

    Sua Sorella era seduta ad un tavolo da thé, in compagnia di due ospiti, ma... nel fare irruzione con uno stridio acuto per richiamarne l'attenzione, Owl fu certo che lei lo avrebbe perdonato per quella mancanza; una volta all'interno, spalancò le ali per frenare la discesa e le batté forsennatamente per non finire addosso ai convenuti, invertendo la metamorfosi mentre era ancora in aria: quando atterrò in posizione raccolta sul tavolo imbandito -ad appena una spanna dalla Lady del Castello- gli occhi d'argento dietro agli occhialini scuri si incatenarono alle iridi di zaffiro della Castellana.


    jpg
    « . . . »

    La mano del violinista le ghermì il braccio.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    Con gesti eleganti e tranquilli, la Castellana sorbì un sorso di thè dalla tazzina, e dopo aver riposto le porcellane sul ripiano del tavolino -rivolgendo un sorriso a Quarion-, gli occhi blu zaffiro e le sue attenzioni si posarono sull'ospite che il suo ambasciatore aveva portato con sé in visita da un piano dimensionale vicino: aveva l'aria distinta che si competeva ad un graduato di un esercito, e i modi disinvolti e affascinanti di un uomo di mondo; era un po' più basso della media maschile -questo sì-, ma la cosa glielo aveva fatto solo apparire più adorabile.

    Era un medico, aveva raccontato il Galanodel con un certo entusiasmo, e stavano usando quella professione comune anche all'Alfiere come argomento di conversazione quando lo stridio acuto di un rapace echeggiò per l'alta volta della Sala delle Udienze, strappando alla lady un sobbalzo che mozzò ogni discorso... e la sua sorpresa non fu tanto dovuta all'intrusione della bestiola, quanto più al fatto che il tintinnio della Risonanza tra loro le rese possibile riconoscerlo all'istante.


    « Owl...? Cos-...? »

    La Dama Azzurra riuscì appena a mormorare il nome del Fratello, prima di ritrovarselo accucciato sul tavolo -nuovamente in forma umana- ad un palmo dal suo naso; poi, la mano del violinista le circondò un polso con una forza data dall'urgenza, e mentre la vista le si annebbiava, visioni, informazioni e pensieri che il Matto portava con sé fluirono dentro di lei.

    jpg
    « . . . »

    Esteriormente, quel contatto durò appena pochi istanti... eppure, quando il Gufo si ritrasse e la Castellana si riebbe, Kalia si alzò di scatto dal suo posto impallidita, annaspando in cerca di ossigeno come se fosse stata costretta ad una lunga apnea; le poche parole che le strisciarono dalle labbra tremanti furono un mormorio tetro e spaventato.

    « Il Pentauron è sotto attacco... Drusilia e Yoko sono intrappolati lì...
    Sono in pericolo... »


    Nel tentativo di non farsi abbrancare dal gelido orrore che minacciava di paralizzarla, la Dama Azzurra cercò di mettersi in movimento: c'erano fin troppe cose che richiedevano il suo intervento immediato -radunare i vessilli, informare i presidi, parlare con Lord Aeon...-, e non poteva permettersi di... cedere alle... emozioni...
    Per un attimo, la vista le si annebbiò, le gambe malferme la fecero incespicare, e la Castellana ebbe un mancamento: se non finì a terra fu solo perché Quarion la afferrò prontamente; le arrivò qualche scambio di battute tra i suoi ospiti, ma non ne distinse le parole -solo il tono allarmato-, e subito si forzò a riprendere il controllo.

    Fece un respiro profondo, e svuotò i polmoni con un soffio basso, come sempre era solita fare per allontanare la tensione; poi, facendo leva sull'appoggio offertole dal suo Consigliere, si costrinse a rimettersi in piedi e ad agire.


    « Sto bene. »
    riuscì a pronunciare, con voce ferma e risoluta – fredda come non era da lei
    « Grazie, Quarion. »

    Nonostante l'ombra della preoccupazione le velasse il viso angelico, il sorriso che la Regina gli rivolse nel carezzargli una guancia fu sincero; dopotutto, nonostante i suoi problemi nell'esternare i suoi veri sentimenti, nessuno più del Galanodel poteva essere in pena per la gemella... e ancora non gli aveva detto che si trovava anche in stato interessante.

    « Sono desolata di dover interrompere così improvvisamente il nostro incontro,
    ma è occorsa un'emergenza molto grave che richiede immediati provvedimenti. »

    espose in maniera più chiara -e ufficiale-, porgendo le sue scuse all'ospite
    « Il semipiano è sotto attacco ad opera di sconosciuti: mentre parliamo, atti criminali vengono perpetrati su dei civili indifesi, e... sul posto c'è anche l'Alfiere Errante, mio pari e mia amica. Vogliate scusarmi. »

    jpgCon garbo, la donna rivolse un inchino al Capitano Ember, poi volse le spalle agli astanti e richiamò i paggi che sostavano in disparte con un cenno della mano.

    « Portami carta, inchiostro, e il mio sigillo:
    ho delle lettere da scrivere con una certa urgenza. »

    disse rivolta al primo, che -dopo un lieve inchino- partì subito di gran carriera
    « Convoca immediatamente i miei capitani:
    Gawain, Belmont, Du Lac e Windrunner. »

    ordinò compostamente al secondo, prima di rivolgere lo sguardo all'ultimo
    « Va a Palanthas, e... »

    « Andrò io alla Biblioteca. »

    Il Gufo, ancora in piedi sul tavolo e là rimasto immobile, prese la parola per la prima volta dal suo arrivo, e -a quella sua asserzione- la Dama gli rivolse appena un cenno di assenso; poi -con la grazia acrobatica di un saltimbanco-, il Messaggero saltò sul posto, eseguendo una capriola sul posto e passando di nuovo alla sua forma animale, prima di svanire fuori dalla finestra in un frullio d'ali. Endlos era in guerra – e tutti dovevano saperlo.

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    The guru in the darkness...

    Group
    Ufficiale
    Posts
    934

    Status
    Anonymous

    Dopo alcuni giorni per riprendersi dal viaggio che li aveva condotti da Suspiria ad Endlos, Quarion aveva deciso di presentare il suo ospite all'Alfiere Orientale. Innanzitutto si trattava di un incontro fra diplomatici, pertanto era dovuto quanto necessario... tuttavia le ragioni che guidarono l'Ambasciatore furono ben altre. Kalia era ormai diventata quasi una figura materna per lui e, sebbene non avesse idea di cosa provasse un figlio per la propria madre, era giunto alla conclusione che sicuramente le avrebbe dovuto presentare il proprio "fidanzato", qualora ne avesse trovato uno.
    Che poi Daniel fosse totalmente all'oscuro della relazione che c'era fra loro era irrilevante.

    Sta di fatto che, nel bel mezzo di un'amabile conversazione dovuta all'ennesimo vanto di Quarion su quanto Daniel fosse un medico capace ed un graduato d'alto rango, la Risonanza lo indusse a voltarsi verso la finestra aperta da cui -dopo uno stridio che gli fece accapponare la pelle- entrò un gufetto bianco come un razzo, per poi trasmutare in un giovanotto albino. Lo riconobbe subito: era la "tata" di Lowarn, o almeno così aveva pensato notando che trascorreva la quasi totalità del suo tempo col figlio della sorella. A quel punto finì per domandarsi cosa diavolo ci facesse lì.

    « Il Pentauron è sotto attacco... Drusilia e Yoko sono intrappolati lì...
    Sono in pericolo... »


    Sulle prime, Quarion non comprese la gravità della situazione. Owl l'aveva toccata e lei stava per svenire, ragion per cui finì per fulminare con lo sguardo il nuovo arrivato a prescindere da chi fosse. Intanto riuscì a prendere al volo l'Alfiere, ammortizzando i movimenti in un elegante casquet. In quegli attimi di suspanse, anche se Kalia già mostrava segni di ripresa, si fece comunque prendere dal panico: sbarrò gli occhi fissando il compagno, per poi lanciare urletti stridoli.

    -Daniel, santo cielo! Sei un medico: FA-QUALCOSAAAAH!

    Eppure le sorprese non erano finite, o almeno non erano state ancora recepite. Se prima il farfugliare di Kalia non fu preso in considerazione, quando ella riprese il controllo delle proprie azioni non indugiò nel ripetere ancora il concetto.

    quarionsconvolto_zpscefd8e66

    « Sono desolata di dover interrompere così improvvisamente il nostro incontro,
    ma è occorsa un'emergenza molto grave che richiede immediati provvedimenti.


    L'ambasciatore rimase in rispettoso silenzio, fissandola con aria preoccupata.

    « Il semipiano è sotto attacco ad opera di sconosciuti: mentre parliamo, atti criminali vengono perpetrati su dei civili indifesi, e... sul posto c'è anche l'Alfiere Errante, mio pari e mia amica. Vogliate scusarmi. »

    Fu allora che il Galanoel riuscì a recepire completamente il messaggio. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole gli morirono fra le labbra rosse. Sua sorella... la sua amata gemella era in pericolo di vita.
    Nel Pentauron.
    Per la seconda volta.

    Rendendosi conto di non poter fare nulla -di nuovo- si accasciò sul divanetto, pallido in volto. Avrebbe atteso che l'Alfiere disponesse le forze dell'Est e domandasse aiuto ad altri Presidi, poi avrebbero discusso insieme sul da farsi. Certo, sarebbe voluto correre immediatamente sul posto, ma sapeva di non essere un guerriero nè di avere abilità utili in quelle circostanze, pertanto gli toccava il ruolo più infausto: restare a casa e sperare.
    Peccato che non fosse bravo nemmeno in quello.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    You say I'm changing?
    Sorry, I didn't know
    I had to stay the same.


    Group
    Member
    Posts
    11,292

    Status
    Offline
    WJhFQG7

    Daniel Ember
    A Trickster in shining armor.


    Daniel Ember a un incontro diplomatico.
    Già mi immagino gli insulti appena tornerò ad Angeldust. Hey Daniel, li hai convinti ad attaccare l'Accademia o ti sei salvato portandoti a letto qualche altro ambasciatore?
    Ecco perché non voglio tornare. Mi trovo così bene qui, in questo mondo sconosciuto pieno di gente sconosciuta che non mi ha ancora classificato come "figlio di puttana".
    L'incontro diplomatico, poi, sta andando bene.
    Credo.
    Quarion continua a parlare di quanto sia figo io, più che dell'Accademia. Sembra quasi che stia chiedendo alla signorina Kalia il permesso di sposarm-

    CRAAAAAASH.

    Scatto in piedi appena sento i vetri infrangersi; una mano alla cintola, cercando l'elsa di una sciabola che non c'è. Deformazione professionale.
    Lo sguardo va alla finestra, e poi a chi vi è appena entrato, rotolando sul tappeto: un piccolo gufo bianco che scompare in un battito di ciglia, sostituito da un ragazzo albino.
    Mi chino su di lui. Sento Quarion che urla qualcosa, ma non gli faccio caso: sono un dottore, ora, e l'attenzione è tutta per i miei pazienti.
    Kalia sviene, ma Quarion la prende al volo. Ottimo. Pensiamo al gufetto, allora.
    Conto il respiro, cerco ferite, gli metto due dita sul collo per misurare il battito. Misuro, penso, analizzo, faccio la mia diagnosi.

    Sta bene. È agitato e confuso, ma non ha alcun danno oltre ai graffi che si è fatto rompendo il vetro. Mi basta sfiorarli con dita cariche di Mana curativo per vederli dissolvere, lasciando solo pelle morbida e strisciata di sangue.
    Per il resto, sembra stare bene. Lo aiuto a sedersi su un divanetto, a recuperare un po' il fiato. È esausto, in un bagno di sudore, e le parole di Kalia, appena ripresa, mi spiegano spiegano subito perché: il mutaforma è un messaggero.
    E porta bruttissime notizie.

    Paziente numero 2: Quarion.
    So quanto tenga alla sorella. Non parla d'altro, praticamente, e la sua affezione ha un che di ossessivo e di malato.
    So come ci si senta ad amare qualcuno così.
    So quanto faccia male.
    Mi rannicchio sul divanetto accanto a lui, gli metto una mano sulla spalla.
    Non so bene quanto possa permettermi di consolarlo. Ho avuto brutte esperienze in merito, tipo Tiresia che mi prende a sberle dopo aver osato abbracciarlo. Ma sento che non reagisce, e allora mi arrischio a passargli un braccio intorno al collo, stringendolo contro di me.
    L'ho sempre trovato di una bellezza irreale.
    È la prima volta che lo vedo così umano.

    «Se serve aiuto, signora, le truppe di Angeldust sono al vostro servizio.» mormoro, affondando le dita tra i capelli turchini del Galanodel.
    Sono conscio di quanto sia inutile la mia offerta; in questo piano, i poteri tipici di noi dell'Accademia funzionano poco o affatto. Le mie cure sono più fioche del solito, le magie di debuff non funzionano proprio.
    Saremmo solo carne da cannone.
    È dai tempi di Londra che non mi sento così inutile.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    .†.Godwrath.†.

    Group
    Member
    Posts
    354

    Status
    Anonymous

    Facendo leva sul ripiano ligneo che gli stava difronte, il Cavaliere si alzò dal suo posto con un movimento fluido e composto, scostando la seggiola dalla tavola rotonda per alzarsi in piedi e congedarsi dagli altri suoi pari con un inchino; dopotutto, il tempo da dedicare ai preparativi si stringeva attorno alle loro gole come un cappio, e la decisione circa la ripartizione degli uomini era ormai stata decisa: naturalmente, tutti i reparti avrebbero contribuito con i loro uomini per la formazione di un congruo contingente -così da variare la composizione delle truppe ed esser il più possibile versatili contro ogni tipo di nemico-, ma non tutti i capitani si sarebbero recati al fronte.

    Tristan Gawain sarebbe rimasto a presidiare la Valle, Sylvanas Windrunner e i suoi Ranger erano stati messi in mobilità per tutte le quattro zone del Presidio fino al rientro dell'emergenza, Kalia aveva disposto tramite Chase Stein che Garwec passasse allo stato di allerta attivando preventivamente i sistemi difensivi, e Quarion Galanodel era stato infine nominato come reggente del regno in assenza della Dama Azzurra... perché -sì- per la prima volta dopo quasi un decennio,
    la Regina dell'Est avrebbe lasciato i confini delle sue terre.

    Era una questione pratica, strategica e fin troppo logicamente cautelativa: il semipiano era stato sotto attacco quasi ininterrottamente negli ultimi anni, e il Presidio Orientale -così come ogni altro Presidio- non poteva restare scoperto e vulnerabile, e anche se Lancelot du Lac si era fortemente opposto al fatto che la loro sovrana si addentrasse in campo aperto, non c'era stato verso di far cambiare idea al loro Alfiere, e il massimo che aveva potuto ottenere alla riunione era stato di essere in prima linea con lei per farle da scudo.

    Leon Belmont, invece, in qualità di ex-comandante dell'esercito e ormai semplice Consigliere, non aveva più cariche tali da vincolarlo a reali obblighi in condizioni di guerra, ma... ciò non di meno, aveva più di chiunque altro dei motivi validi per voler andare.


    « . . . »

    Mentre si allontanava a grandi passi per i corridoi di Lordaeron, qualcosa -una vibrazione nella familiare quiete del maniero- emerse pian piano dall'uniforme alone di irrequietezza che gli ottenebrava le percezioni, ma fu solo quando la consapevolezza di non essere solo si affacciò alla soglia dei suoi sensi che il Paladino arrestò il suo incedere, fermandosi in mezzo al corridoio fiancheggiato dalle antiche armature dei tanti cavalieri che erano stati legati all'Est – molti dei quali aveva avuto la responsabilità di addestrare, il piacere di conoscere, l'orgoglio di chiamare “amico”, e il triste dovere di seppellire.

    « C'è qualche motivo per cui mi stai seguendo...? »
    domandò gentilmente, voltandosi verso una delle nicchie che si era lasciato alle spalle
    « Come saprai, sono in partenza per il fronte, e ho poco tempo...
    Devi dirmi qualcosa di importante, Oracolo...? »

     
    Top
    .
  6.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Moderator
    Posts
    3,131

    Status
    Anonymous

    « . . . »

    Quando la voce del Paladino lo raggiunse, una parte di lui -quel concentrato di istinto che i suoi simili chiamavano “la bestia” per distinguerla dal loro io cosciente e razionale- si sentì in pericolo, e il suo corpicino -congelato in un tempo in bilico tra la fanciullezza e la maturità- reagì di riflesso, con un brivido ed un sobbalzo... ma non c'era nulla temere, di questo si costrinse a non dubitare, perché il suo demone interiore era ormai un docile animale in catene: cresciuto in cattività tra le mura calde e sicure di quanto più vicino ci fosse a surrogare una famiglia, ammansita dalla vicinanza con la Luna -che gli aveva fatto da mentore-, e ormai definitivamente addomesticata dal ruolo che si era auto-imposto come guardiano del Nido degli Angeli.

    E poi... prima ancora di essere un Cacciatore, Leon era suo Fratello: per quanto infima, orribile e miserabile potesse essere la sua condizione di esistenza davanti a quegli occhi blu come il cielo limpido, il Sole non gli avrebbe mai fatto del male; quella consapevolezza e l'eco confortante della Risonanza lo aiutarono ad ancorarsi al motivo della sua presenza lì, così trasse un respiro profondo -sebbene da ormai lungo tempo i suoi polmoni non avessero più bisogno di ossigeno-, e -sempre un po' a disagio- lasciò cadere ogni velo di occultamento che lo rivestiva, muovendo cautamente un passo fuori dalle ombre ed affacciandosi al corridoio – pur restando accanto ad una delle grosse armature, pronto a nascondervisi dietro, come un bambino timoroso di un imminente rimprovero.


    jpg« Ehm... Io... Sì... Io... »
    si ravviò i capelli castani con un gesto nervoso e terribilmente impacciato;
    infine sospirò: ricominciamo daccapo

    « Il Demone che ha ingannato la Luna sarà là.
    Non dovresti andarci. Nessuno di noi, dovrebbe. »


    Non sapeva spiegarsi bene come neppure lui, ma... in qualche modo, il Sileo che Drusilia aveva recuperato dopo la Caccia al Drago-DivoraMondo aveva reagito alla sua presenza sul semipiano -o qualcosa del genere-; il male da esso scavato dentro le sue carni morte aveva instaurato una qualche connessione tra il Veggente e quel misterioso nemico... un contatto rimasto remoto fino a quel momento, quando aveva percepito i moti di quello spirito marcio scuotersi ai margini delle sue percezioni oniriche. Aveva provato a risalire all'origine del filo sottile di quel segnale, ma i pochi frammenti che aveva sfiorato si erano rivelati sufficienti a mettergli l'angoscia, dargli la nausea, e lasciarlo ancora più confuso di prima.

    Il Vampiro rabbrividì al solo ricordo di ciò che aveva intravisto, mentre -in quel momento- il cuore del Paladino saltò un battito, e se pure il sangue prese ad intonare una bassa e pulsante melodia di collera, nulla trapelò dalla maschera di composta determinazione che già gli accigliava il viso; solo gli occhi blu si indurirono all'istante, la mascella si contrasse in uno scricchiolio dei denti, e il cuoio dei guanti gemette in modo sinistro nella morsa con cui le mani del Cavaliere si chiusero a pugno.


    « Al contrario: direi che, stando così le cose,
    non posso non andarci. »


    « No! »
    sbottò, categorico, quasi indignato
    « Non... non devi. »

    « Perchè? Che cosa hai visto...? »

    « La luna sanguinare... e il sole diventare nero. »

    « Una eclissi...? »

    « No. Era una cosa simbolica...
    Qualcosa di terribile sta per arrivare: questo è solo l'inizio. »

    insistette, abbassando lo sguardo sul pavimento
    « Ho il presentimento che dovremmo aspettare senza esporci.
    ...tu, più degli altri. »


    jpgSempre fin troppo padrone di sé stesso, il biondo ricacciò le animosità in un cantuccio del suo essere: la rabbia poteva mandarlo fuori strada, e se l'Appeso si era preso il disturbo di andare a cercarlo -nonostante quello che gli doveva star costando-, prestargli la dovuta attenzione era il minimo che potesse fare per onorare il suo sforzo... oltre che la cosa più saggia da fare; per questo, sebbene sentisse prepotente il desiderio di trovare l'artefice delle sofferenze della propria Sorella e fargliele scontare tutte, si costrinse ad escludere quel sentimento egoistico dal bilancio.

    Ciò nonostante, la sua risposta e la sua decisione,

    non sarebbero potute essere diverse.

    « Se le cose sono gravi come dici, è nostro dovere stare in prima linea. »
    enunciò calmo, con fermezza, cercando gli occhi bigi del Vampiro
    « In più, il mio Dreamer andrà, e io sarò al suo fianco, senza contare che -come saprai- Drusilia è intrappolata là dentro, e neppure questo posso ignorarlo. »
    per un istante tacque, cercando qualcosa per tranquillizzarlo in maniera ragionevole
    « ...comunque, potremo contare su molti valenti guerrieri e potenti maghi schierati dalla nostra, e ci saranno anche Kalia, Brifos e Owl: ci guarderemo le spalle a vicenda. »

    Il Sole gli sorrise rassicurante, celando le iridi color del cielo dietro le palpebre solo un istante, per trovare la concentrazione per mostrarsi più positivo e ottimista di quanto in realtà non si sentisse.

    « Tu resta ad Istvàn, e veglia sulla città finché non ci siamo... »
    proseguì Leon, con la disinvoltura di chi era fiducioso nel futuro
    « ...ti prometto che faremo ritorno sani e salvi. »

    « E' quel che diceva anche la Luna. »
    la voce disincantata del ragazzino lo sferzò lapidaria
    « Tutte bugie. »

    Preso in contropiede dalla risposta del suo interlocutore, il Paladino sbarrò gli occhi blu; il suo sguardo corse alla ricerca del Veggente, ma non lo trovò: nel corridoio del Maniero Azzurro non c'era più nessuno.



    Edited by - Destino - - 1/10/2014, 18:54
     
    Top
    .
5 replies since 18/9/2014, 17:51   261 views
  Share  
.