[LAM] Il miglior aviatore sulla faccia della terra

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    « Avandi Byro diamo vigini, un uldimo sforzo su! »

    Si sforzò di dire tra un affanno e l'altro salendo di corsa le rampe di scale dell'Albero Casa, a tre alla volta, mentre alle sue spalle il piccolo moguri svolazzava ondeggiando a destra e sinistra, in preda a una evidente -e comprensibile- stanchezza.

    « Py-rooou »

    Con i baffetti piegati all'ingiù e lo sguardo basso, sembrava una piccola e goffa creatura costretta ai lavori forzati da un generale da trincea. Non mancava molto alla rampa di scale finale che portava alla porta del gran Maestro, e questo subito dopo un volo fatto sotto la pioggia di Laputa. Inutile dire che il prode sergente dei milites ne era uscito vivo a stento, atterrando sull'isola volante con un terribile raffreddore. Per l'occasione indossava le sue sembianze "naturali", quelle che aveva scoperto solo da pochi anni. L'idea era quella di fare bella figura, insomma, dato che non si vedevano da un bel po' di tempo e l'unico modo per restare costantemente a contatto era costituito dal frammento di ai a forma di cuore che il Camaleonte portava al collo. Un ciondolo portafortuna e un ninnolo che, grazie alla presenza di Drusilia, lo riusciva a far sentire bene sempre, in ogni momento, anche nella brutta e sporca Merovish.
    E tanto per boicottare la formalità e l'etichetta di un sergente dei liberi aeris milites, l'esagitato camaleonte si fiondò sulla porta dell'ufficio del Gran Maestro con la grazia di un ariete di sfondamento contro i battenti del portale di una fortezza. Schiuse i battenti con una manata così delicata da farla sbattere contro il muro, mentre con gli occhi fessurati e il respiro pesante cercava Drusilia.

    « DRUDDILIA! GOME SDAI? DA GUANDO DEMB.... »

    Si bloccò un attimo, improvvisamente. Tirò in su col naso un paio di volte, strabuzzando gli occhi.
    Cercò di trattenerlo. Di ricacciarlo indietro.
    Quantomeno di non sputare liquidi biologici. Odiava la sporcizia in ogni sua forma, e odiava ancora di più il fatto che lui, il Camaleonte, possedesse muco come un qualsiasi essere umano. Non poteva mostrare ribrezzo di se stesso, non in quel luogo, non in quel momento.
    Ma ormai era troppo tardi.

    « EEEEEEEEEEEEEEEEETCIU'!| »




     
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    Era stata una decisione difficile, quella.
    Dalla battaglia contro il Drago Divoramondo la situazione era peggiorata sempre di più, giorno dopo giorno, dalle strane turbolenze del Maelstrom alle scoperte dell'Alfiere sulla Curtis al semplice dato di fatto che aleggiasse ormai sul Semipiano un clima di guerra e morte così diffuso da non sembrare reale. L'Alfiere Errante comprendeva perfettamente che la nomina di un Alfiere potesse provocare conflitti, ma che stesse accadendo tutto contemporaneamente era quantomai assurdo. Innanzitutto non sapeva ancora perchè Raylek aveva abbandonato Laputa, cosa per lei impensabile conoscendo il vecchio goblin. Inoltre l'Ovest non sarebbe mai dovuto scendere in guerra: non era tempo per Mio di morire, eppure era accaduto. E poi invasioni ad Est e nel Pentauron, i presidi più stabili e "almeno ipoteticamente" più protetti da certi avvenimenti. L'unica guerra quasi prevedibile era stata a Sud, tradizionalmente predisposto a cambi di potere molto repentini e dettati da azioni particolarmente violente, ed ancora si meravigliava che a Nord non fosse ancora accaduto nulla di così grave da attirare le attenzioni degli altri Presidi.
    In parte legata dai suoi oneri da Alfiere, Drusilia aveva deciso di indagare comunque affidando particolari missioni ai suoi uomini migliori: Jattur era stato chiamato a rapporto e mandato via in una missione Top Secret a lungo termine. Questo significava che non sarebbe stato più a Laputa per molto, pertanto era necessaria una modifica nelle gerarchie. Scendendo col dito in quelli che erano i suoi appunti, sotto al nome di Jattur Shattur aveva trovato quello di Adam.

    « DRUDDILIA! GOME SDAI? DA GUANDO DEMB.... EEEEEEEEEEEEEEEEETCIU'! »

    Il Gran Maestro schivò l'attacco di germi prontamente, forte della sua nuova poltrona girevole con le rotelle rubata presa in prestito dal Magisterium e di riflessi da guerriero.

    -Ciao Adam, ti senti bene?

    Ovviamente no, ma sperava che -spronato dal suo tono amorevole- il Camaleonte le spiegasse meglio che strano tipo di malore avesse: i Galanodel non erano infatti soggetti alle malattie più comuni, pertanto non erano nemmeno informati sui dettagli.

    -Desideri una cioccolata calda?

    A quelle parole, andò ad indicare con il ditino un grosso tazzone di cioccolata bollente ed ancora fumante, rimasto sulla scrivania del Gran Maestro durante e dopo lo starnuto. Per fortuna non era rimasto coinvolto, come invece era accaduto ad un paio di documenti. Nulla di importante, comunque.

     
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    « Dì! GraDDie! »

    Esclamò Adam, puntando lo sguardo sulla tazza di cioccolata come un famelico predatore pronto a saltare addosso alla sua preda. E infatti senza tanti complimenti si fiondò sula scrivania, per trangugiarla tutta in un sorso.
    Inizialmente, per pochi secondi, ebbe addirittura il tempo per rivolgere a Drusilia un ampio sorriso. E stava per chiederle perché fosse stato convocato quando arrivò il calore. La cioccolata che aveva trangugiato in un sorso era bollente come piombo fuso, e la sensazione era quella di avere le viscere in ebollizione, la gola in fiamme e la bocca completamente ustionata. Ma nonostante tutto, con le lacrime che spuntavano dagli occhi e il fumo che usciva dalle labbra socchiuse, Adam riuscì a mantenere -chissà come- il sorriso.

    « Ottima-aaah. »

    Pyro nel frattempo si era piazzato sulla scrivania esattamente di fronte al Gran Maestro, fissandola col muso crucciato e le braccine incrociate di fronte al petto. Un eloquente gesto di biasimo per l'affronto subito: come poteva Drusilia premiare quel suo amico così stupido senza dare neanche mezzo biscotto a un fantastico esemplare di moguri?


     
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    Lo vide prendere la cioccolata come un superstite di qualche calamità a cui era stata tolta la possibilità di nutrirsi per parecchi giorni. A quel punto finì irrimediabilmente per domandarsi di cosa diavolo Adam si cibasse quando non era con lei. Le sue perplessità ebbero tuttavia vita breve, perchè il piccolo moguri le si piantò innanzi con faccino offeso, giustamente indignato per non essere stato considerato. A quella vista, Drusilia sorrise teneramente e fece per abbracciarlo, portandolo sul proprio grembo per coccolarlo. Allungò la mano al vassoio di dolcetti lì vicino e gli avvicinò dei cioccolatini.

    -Avevo bisogno di parlarti di una cosa molto importante.

    Introdusse brevemente, permettendo al Camaleonte di riprendersi dall'ustione di terzo grado dovuta alla cioccolata bollente.

    -Riguarda Jattur Shattur, il tuo Comandante.


    Nel dirlo, prese a stringere teneramente il moguri a sè, carezzandogli la testolina con movimenti gentili ed amorevoli. Gli avrebbe dato anche un bacino sulla fronte.

    -Lo conoscevi bene?

     
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    « Non..credo. »

    La lava incandescente che scese nel suo stomaco ebbe quanto meno il piacevole effetto di rinfocolare il Camaleonte sia nel corpo che nello spirito, facendogli passar via quell'insulso raffreddore così inopportuno, per un ambasciatore del meridione e un sottufficiale della squadra rossa. Ma non bastò a prepararlo alla domanda che Drusilia gli pose a bruciapelo riguardo il suo superiore. Non poteva dire di conoscere bene Sciattur, ma da quanto aveva avuto modo di vedere stando al suo fianco durante le nove giornate di Laputa e ne corso della missione di salvataggio di Meti, era un comandante perfetto. Professionale, loquace e intelligente. Non poteva dire che fossero amici, ma a parte Pyro e Drusilia quella lista non conteneva molti altri nomi.

    « Conoscevi? »

    Ripeté aggrottando le sopracciglia, capacitandosi solo in quel momento che la Dama del Vento aveva parlato al passato. No, non poteva essere. Dopo la morte di Grifis, Adam non avrebbe potuto sopportare la dipartita di un altro comandante. Non di nuovo.

    « Cosa è successo al mio capo, Drusy? »



     
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    « Conoscevi?
    Cosa è successo al mio capo, Drusy?
    »

    Osservò la preoccupazione negli occhi del Camaleonte, e fu allora che il suo cuore ebbe un sussulto. Per la prima volta in tutti quegli anni era costretta a tacere, a negargli qualcosa di fondamentale. Avrebbe voluto parlargli della morte di Jattur, della loro Odissea nell'Aldilà e di ciò che era accaduto dopo... ma non ce la fece. Aveva giurato a sè stessa di mantenere il silenzio, più che altro perchè era anche la volontà di Jattur.

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    -Mi spiace, Adam. Non posso dirtelo.

    Confessò abbassando lo sguardo, mortificata.
    Alla luce di ciò che era accaduto e della posizione del Camaleonte era assolutamente impossibile parlarne, anche se di lui aveva completa fiducia. Rendendo pubblico tutto ciò che sapeva avrebbe smosso eccessivamente gli animi dei suoi sottoposti... e non era sicura se tutti sarebbero riusciti a mantenere le proprie emozioni sotto controllo.

    -Sta di fatto che al momento Jattur è impossibilitato ad adempiere a quelli che dovrebbero essere i suoi compiti, ragion per cui da un paio di mesi la tua squadra è allo sbando. Ed il momento non è dei migliori: Laputa è in guerra e non posso voltare lo sguardo altrove, capisci?

    Respirò profondamente, fissandolo negli occhi.
    Nonostante potesse dimostrarsi materna ed amorevole, sulle spalle di Drusilia Galanodel gravava un enorme peso, qualcosa che non si sarebbe mai potuta scrollare di dosso senza generare gravi conseguenze per migliaia di persone. Per questo, levando lo sguardo negli abissi smeraldini della Dama, il Camaleonte avrebbe intravisto non solo l'amore, ma anche la paura e la determinazione di chi non avrebbe mai smesso di combattere.

    -Ti propongo una sfida, Adam. Aiutami a riportare la Squadra Rossa come era un tempo... ed io ti renderò il nuovo Comandante.

    E poi tacque, fissandolo intensamente.
    Non avrebbe detto altro, perchè non c'era nulla da aggiungere.
    Laputa era nei guai, Endlos in pericolo...
    ...stava a lui decidere cosa fare.

     
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    In una occasione diversa, al cospetto di una persona diversa, il Camaleonte non avrebbe esitato un secondo per strappare quelle informazioni dalla mente del suo interlocutore. Informazioni che tanto gli stavano a cuore, riguardo il vecchio Jattur...fu terribilmente difficile reprimere l'impulso di fissare intensamente Drusilia negli occhi e scavare a forza in ogni antro della sua mente alla disperata ricerca di Shattur. Vivo? Morto? isperso? In pericolo? C'erano molte cose che avrebbe voluto dire, ma non sapeva quale avesse importanza. Quello che importava alla fine era quello che Jattur aveva rappresentato. Ma una vocina dentro di lui gli ricordò che era Drusilia Galanodel che aveva di fronte. Se la Dama del Vento aveva intenzione di mantenere celate alcune cose, non stava a lui mettere in discussione tale decisione. Drusilia doveva avere i suoi buoni motivi e Adam si sarebbe comportato da adulto accettando la cosa di buon grado. Senza mancare di rispetto l'intimità della mente della Dama.

    « Riportare la squadra rossa come era un tempo..io? »

    Si morse il labbro inferiore, rendendosi conto solo in quel momento che Laputa versava in condizioni peggiori di quanto credesse. Con metà delle squadre dei milites allo sbando, Drusilia aveva molte complicate decisioni da prendere. Troppe, forse, persino per un Alfiere. Adam sollevò lo sguardo, e in quel momento gli occhi della bella -incantevole- Drusilia gli parvero sofferenti come non mai. Certe volte dimenticava che, come lui, anche la Dama era molto più vecchia e stanca di quanto il suo corpo non dimostrasse.

    « Sai, quando sono venuto qui non sapevo cosa mi aspettava. Ho visto che a molta gente non piacevo, per il fatto che mutassi sempre forma ed io... ed io... non sapevo... non sapevo come la dovevo prendere. Durante questi anni ho visto cambiare le cose, e insieme, io e te, abbiamo superato tanti momenti difficili per Laputa. Ciò che sto cercando di dire è che questo è solo un altro momento difficile, ecco, e tu non sei sola, hai sempre il miglior aviatore sulla faccia della terra al tuo fianco, sai? »

    Esibì un largo sorriso -pienamente convinto della sua ultima affermazione- e si grattò dietro l'orecchio, cercando le parole giuste con cui continuare.

    « Pyro! »

    Insorse il moguri, visibilmente contrariato. Adam tirò un lungo sospiro, ma alla fine concesse.

    « E il miglior moguri, certo. »

    E poi le trovò, semplicemente ricordandosi del suo primo giorno all'Albero Casa. Le stesse parole che aveva detto a Drusilia nel momento in cui lei lo aveva accolto in infermeria, affamato e infreddolito. Quindi sollevò un incoraggiante pollice e le strizzò l'occhio, raggiante in viso.

    « Quindi nessun problema. Tu guida e io..noi ti seguiremo sempre, sisi. »



     
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    « Sai, quando sono venuto qui non sapevo cosa mi aspettava. Ho visto che a molta gente non piacevo, per il fatto che mutassi sempre forma ed io... ed io... non sapevo... non sapevo come la dovevo prendere. Durante questi anni ho visto cambiare le cose, e insieme, io e te, abbiamo superato tanti momenti difficili per Laputa. Ciò che sto cercando di dire è che questo è solo un altro momento difficile, ecco, e tu non sei sola, hai sempre il miglior aviatore sulla faccia della terra al tuo fianco, sai? E il miglior moguri, certo. »

    Quando Drusilia sollevò lo sguardo incrociò quello di un altro Adam. Eppure, nonostante tutto, il mutare continuamente faccia non lo avrebbe mai reso diverso ai suoi occhi; lo avrebbe sempre amato per ciò che era, esattamente come Adam avrebbe fatto di tutto pur di aiutarla.
    Infondo si sa che l'Amore è contagioso.

    « Quindi nessun problema. Tu guida e io..noi ti seguiremo sempre, sisi. »

    La risposta giunse rapida, forse un pò troppo: levandosi dal suo scranno e scavalcando la scrivania, Drusilia gli andò incontro, raccogliendolo fra le sue braccia e stringendolo forte a sè. Se lui non si fosse divincolato sarebbero rimasti in quella posa per quasi un minuto, in silenzio.
    Profumava di rose, la bella Drusilia.

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    -Non abbandonatemi mai.

    Pronunciò la sua preghiera a voce bassa, eppure la sua voce era abbastanza profonda da raggiungere il cuore del Camaleonte. Quando si separarono, le sue gote erano lievemente arrossate, come due pesche mature. Distoglieva lo sguardo e si sentiva in imbarazzo: raramente mostrava ciò che covava dentro, e quel suo timore l'aveva accompagnata per tutta la vita, logorandola ogni qualvolta qualcuno l'aveva lasciata a sè stessa nel momento del bisogno. Non amava mostrarlo ma... anche lei era spaventata.

    -Allora, ecco il tuo compito, Comandante- pronunciò infine con tono altisonante, cambiando argomento nella speranza di non sembrargli poi così debole -...al momento ho bisogno di nuovi associati nella Squadra Rossa. Occupati un pò di loro fino a nuovo ordine, ok?

     
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    Benché il Camaleonte non fosse mai stato avvezzo a effusioni d'affetto con altri esseri viventi, l'abbraccio di Drusilia non causò in lui la solita repulsione per lo stretto contatto fisico. Certo, una manciata di secondi furono di assoluto disagio, durante i quali Adam osservava la Dama del Vento statico come una colonna di pietra e con gli occhi sgranati. Ma la dolcezza delle parole di Drusiia, il tepore emanato dal suo corpo e l'assoluta, cristallina purezza dei suoi sentimenti contribuirono a sciogliere la rigidità del Camaleonte, che arrivò addirittura a rispondere all'abbraccio con un paio di dolci pacche sulla spalla dell'Alfiere errante. Non rispose alla sua preghiera -qualsiasi risposta sarebbe stata superflua. Ma in cuor suo, il Camaleonte sapeva che il suo destino e quello di Pyro erano e sarebero sempre stati intrecciati con quello di Drusilia e dei liberi aeris milites. Certo, che non la avrebbe mai abbandonata.
    Altrimenti Laputa come potrebbe sopravvivere?

    Quando Drusilia lasciò la stretta il Camaleonte sentiva le braccia leggermente indolenzite e si sentiva ancora leggermente imbarazzato, ma cercò di non darlo a vedere -esattamente come faceva la sua interlocutrice-. Rispose all'ordine con un secco cenno del capo, portandosi un pugno chiuso al petto. Tossì, strozzato dalla forza del suo stesso colpo, ma poi riuscì a rispondere prontamente.

    « Sissignora, nessun problema. Per un po' di tempo io e Pyro resteremo lontani da Merovish, e setacceremo le strade di Laputa, sisi. »

    Pyro squittì di gioia, entusiasta all'idea di poter finalmente svolazzare libero tra le strade all'aria aperta, anziché restare nascosto nella bettola dove Adam aveva preso alloggio a Merovish. Il Camaleonte sorrise, anche lui felice all'idea di poter aiutare i milites più da vicino e più concretamente, avendo anche l'opportunità di andare a fare merenda, ogni tanto, nelle cucine dell'Albero Casa.

    « Vedrai che non ti deluderemo! »



     
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    « Sissignora, nessun problema. Per un po' di tempo io e Pyro resteremo lontani da Merovish, e setacceremo le strade di Laputa, sisi.
    Vedrai che non ti deluderemo!
    »

    Drusilia sorrise teneramente prima di ritornare al proprio posto. Differentemente da molti altri -senza togliere loro meriti- era abbastanza convinta che il giovane Adam avrebbe davvero fatto il possibile per aiutarla. Questo per il suo carattere, per la sua riconoscenza verso la Dama del Vento che lo aveva accolto nella sua Famiglia... ma soprattutto per il profondo legame che li univa.
    Kora, la Luna.
    In un certo senso, uno molto contorto, Drusilia ed Adam erano fratellastri.
    Si sarebbero sempre coperti le spalle a vicenda, in un modo o nell'altro.

    -Invero non c'è bisogno che siano necessariamente di Laputa: essendo le nostre forze segrete, è possibile militare negli altri Presidi per fornire alla gilda informazioni sul territorio e le organizzazioni lì presenti, non credi? Come hai fatto tu per tutto questo tempo a Merovish.

    Lo fece notare non tanto per bacchettarlo quanto per iniziarlo al nuovo lavoro di ricerca e selezione che a breve avrebbe intrapreso. Doveva trovare persone compatibili a lui ed in grado di fungere da spie ed informatori per la sua organizzazione. Non importava essere forti, piuttosto scaltri, dotati di abilità particolari o conoscere le persone giuste.
    Non era una missione facile, ma Drusilia aveva fiducia in Adam.

    -In ogni caso, spero di ricevere buone nuove al più presto: il tempo stringe ed ho bisogno di voi.

    Concluse, portandosi indietro i capelli e liberando il volto da una ciocca ribelle.

    -Sei libero di andare, Comandante. Ti auguro tutta la fortuna di questo mondo.

    Così lo avrebbe congedato. Sarebbe rimasta in silenzio e lo avrebbe osservato andarsene, forse un pò confuso o magari entusiasta. Probabilmente l'Alfiere Errante non avrebbe mai potuto immaginare l'espressione del suo volto quando sarebbe tornato... ma sapeva che presto avrebbe incrociato uno sguardo sicuramente più maturo ed infinitamente più consapevole.

     
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    Adam annuì con decisione alle parole di Drusilia, spostando il peso del corpo da un piede all'altro. Il loro soggiorno a Laputa sarebbe durato solo qualche altro giorno, ma anche così era felice, entusiasta all'idea di passare un po' di tempo nell'Albero Casa prima di mettersi al lavoro, e fare ciò che un comandante deve fare. Alla fine, con gli occhi lucidi e un debole sorriso, guardò Drusilia dal basso verso l'alto, alla ricerca delle parole giuste da dire. Ma dopo pochi secondi capì che qualsiasi altra parola sarebbe stata superflua, tra loro. Si erano capiti sin dal primo istante in cui Adam l'aveva incontrata, anni prima. Chinò lievemente il capo, in rispettoso segno di saluto, per poi voltarsi verso il suo piccolo amico.

    « Andiamo Pyro..c'è così tanto lavoro da fare, e così poco tempo, sisi! »

    Annunciò mentre carezzava l'arruffato pon-pon del moguri. E infine se ne andarono così, il miglior aviatore e il miglior moguri sulla faccia della terra, come due bambini pronti a giocare, trotterellando allegramente fuori dalla stanza del Gran Maestro.


     
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