[SC] Affari Oscuri

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    L’aria era satura di umidità, a causa della pioggia che non accennava a fermarsi.
    La sensazione di bagnato sulla pelle e freddo nelle ossa rimandarono la mente del pirata a vecchi ricordi, ovvero, quelli in cui lui e la sua ciurma davano assalto alle navi mercantili.
    A quei tempi viveva la giornata così, come veniva, ignorando conseguenze di ogni cosa, ma quei giorni sembravano far parte di un’altra vita, vedendo come era cambiata quella attuale di Xen.
    L’incontro con il Kraken, lo spiraglio magico di nome Maelstor, l’incontro con varie figure più o meno carismatiche.
    Non ci aveva mai creduto il pirata a quel vecchio detto che recitava:Non si smette mai di crescere.
    Si era dovuto ricredere e più di una volta.
    Eppure, fra tutte quelle esperienze c’era sempre qualcosa che lo stupiva.
    Il Kraken gli aveva parlato, anzi, per essere più precisi gli aveva lanciato un monito.

    Quando si era unito con il pirata, la sua anima era stata lasciata fuori, per non distruggere quella dell’essere umano, ma adesso che era passato così tanto tempo, la bestia marina stessa stava per sfaldarsi e perdere la propria essenza vitale, cosa che, avrebbe trascinato con sé anche il pirata.
    Aveva lavorato con Lee e per Lee, non poteva dire che lo conoscesse come le sue tasche, ma aveva capito che tipo di persona fosse l’albino.
    Una di quelle che aveva l’oscurità dentro.
    Così come lo erano quasi tutti i suoi affiliati. Quando con loro era andato a depredare la cripta ad Est, a fine avventura gli aveva esposto il suo problema, e loro gli avevano risposto di andare alla sede principale.
    La Selee Corporation.
    L’aveva sentita nominare prima da Lee, per poi finirci a lavorare nelle lande in cui i fulmini non cessavano mai.
    Tutti i suoi compagni di sventura gli avevano detto dove dirigersi:

    ”Laputa.”

    Parole che vennero soffocate dal rumore intenso della pioggia, che però sembrò volersi piegare al nome di quella città e fu così che la pioggia calò, permettendo al pirata di pulirsi dal muschio che gli si era appiccicato alla giubba, trovato in quel giaciglio di tronco cavo di Chediya.
    Si alzò da terra e guardò il cielo.
    Quella sarebbe stata la sua prossima meta.

    Laputa:Terzo Girone



    La fascia industriale del presidio errante, era riscaldata da un caldo sole e sorvegliata da un cielo sereno.
    Insomma la giornata perfetta per fare affari oscuri con un’associazione oscura.
    Xen da parte sua già odiava quell’isola volante.
    Gli abitanti erano tutti cordiali e per raggiungerla aveva dovuto affrontare non poche rotture di scatole, la parte peggiore era quando aveva smarrito la via e si era ritrovato a chiedere indicazioni.
    L’unico che era riuscito a passargliele, era stato un’uomo di grossa stazza, di colore e con una passione smodata per gli sport violenti.
    Continuava a vantarsi di essere campione mondiale di qualche stupido sport, comportamento che irritava non poco il pirata.
    Per fortuna era riuscito a superarlo e a raggiungere il Terzo Girone.
    Cercò di ricordare le indicazioni di Lee, in special modo quella che diceva “Un capannone vecchio e brutto. Quella è la Selee”.
    Ed effettivamente un edificio vecchio e brutto lo aveva trovato, che fosse quella la sede?

    ”Vediamo cosa mi dicano.”

    Era scocciato, di malumore e con un diavolo per capello.
    Erano giorni che il Kraken non parlava, almeno non molto, il minimo indispensabile per far sentire che c’era ancora.
    Si avvicinò e bussò con una discreta forza alla porta.

    ”C’è nessuno?”

    Edited by Blain - 13/10/2014, 21:11
     
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    Non v'è molto da vedere in quel capannone. Gli anni di abbandono avevano lasciato il capannone in uno stato deprecabile, diroccato, pronto per essere demolito. Forse ancora in piedi, oltre che per la caparbietà dei materiali, per l'anonimato del costrutto. Chi potrebbe guardare tanto in basso, in quel complesso di altiforni, alti pennacchi di fumo delle fabbriche? A meno che non fosse la meta decisa del viaggiatore (per oscuri motivi), difficilmente quel luogo avrebbe potuto attirare qualsivoglia attenzione.

    Quando l'uomo s'avvicina alla porta, parzialmente divorata dalle tarme e coperta di muffa agli angoli inferiori, inizialmente non v'è risposta alcuna. Alla domanda del pirata, il risultato è il medesimo ed è arduo vedere attraverso i vetri, appannati e ricoperti di crepe. D'un tratto, Xen può udire un rumore proveniente dall'interno del capannone. Ad aguzzare l'udito, sembra come qualcosa strisci nella direzione della porta. Con un cigolio stridente sino a risultare assordante, la porta di apre con immane lentezza ed un puzzo terribile, molto simile alla carne in decomposizione, investe il Pirata. Alla porta si affaccia un uomo... insomma, non tanto un uomo. Quanto ciò che ne rimane. Le orbite portano brandelli di palpebre sulla parte superiore di bulbi oculari e la bocca è semiaperta e bavosa, mostrando i denti marci. Il resto del corpo è un assieme di carni attaccate ancora per poco, cadenti o in cancrena, su di ossa rosse per le incrostazioni di sangue.


    Nonmorto: "Gggggaaaaaah...?"

    Sionn1

     
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    Vi era silenzio nella sede della Selee Corporation, fin troppo silenzio.
    Certo ve ne era in gran quantità se si era disposti ad ignorare lo squittire dei topi e il rumore delle assi marce.
    Eppure, era proprio quel silenzio a far stare sul “Chi va la” il pirata, forse perché sapeva che le cose con cui aveva a che fare la Selee, non erano molto “umane” e forse anche perché la prima lezione che aveva imparato diventando pirata fu: Fidarsi è bene, Non fidarsi è molto meglio.

    Si era già portato la mano alla sciabola, fidata compagna di mille avventure, tenendosi pronto a chissà quale agguato.
    Poi qualcosa turbò la tranquillità che stava iniziando a crearsi dentro il cuore del malvivente.
    Un rumore, diverso da quello che producevano i ratti o le tarme che scavavano nel legno, mettendo conto che Xen non le potesse udire.
    Qualcosa di pesante che si trascina e arranca verso di lui.
    Il cuore, per un breve attimo, smise di battere quando sentì il pesante cigolio di una porta.
    Un’inteso odore di cimitero all’aperto lo investì, e nonostante di morti ne abbia visti,ma sopratutto, sentiti molti, un conato di vomito gli sale lungo la gola, per fortuna la sua capacità di riprendersi è quasi immediata, perché come detto già prima, il pirata è abituato a quell’odore.
    Era solamente stato colto alla sprovvista.

    Davanti a lui la figura di un umano, la cui pelle aveva continuato a sacrificarsi al tempo, privandolo di quella umanità che aveva quando l’ aria ancora riempiva i suoi polmoni.
    Era un nonmorto.
    Non sapeva come comportarsi.
    Di leggende su di loro ne aveva sentite tante, su quanto fossero efficienti a difendere i tesori nascosti o a soddisfare la richiesta dei loro padroni, ma nel suo mondo erano per lo più leggende, poche cose erano veramente reali.

    Un nuovo rumore, insieme al lamento dell’essere riempì l’ aria: la sciabola che veniva estratta dal suo fodero.

    ”Cerco consulenza. Questa è la sede della Selee Corporation?”

    Mettersi a parlare con un non morto le cui cervella erano per lo più spappolate, era in media con le altre idee geniali che talvolta tirava fuori il pirata.

    ”Sempre che tu … non mi voglia dare battaglia.”

    Era venuto a Laputa per parlare, non per combattere.
    Ma non avrebbe disdegnato un combattimento.
     
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    Morg
    Difficile stabilire se il nonmorto abbia capito le parole del pirata o meno. Non sembra particolarmente offensivo, con tutta quella bava a colargli dalla bocca e solo gli occhi, strabuzzati per forza di cose, a renderlo una presenza inquietante. Come detto, sarebbe arduo giudicare il livello di comprensione del nonmorto del linguaggio di un vivo. Pure quel che rimane delle sue labbra sembra incresparsi in una pantomima di un sorriso e facendo ciondolare il capo, avanti ed indietro. Forse, annuendo.

    Nonmorto: "Gggggrrrrrrrh..."

    Esclama con differente timbro il cadavere camminante, prima di sparire dietro la porta semiaperta. Quel che può udire il pirata è per una seconda volta lo strisciare del passo dello zombie, allontanarsi verso l'interno del capannone. Poi ode il rumore di una seconda porta cigolare stridente e dei bastoni cadere... e per una terza volta lo strisciare del nonmorto, sino alla porta, dove torna a fare capitolino con il suo odore e la sua sgradevole presenza, con un'aggiunta. Una scopa. Una scopa che viene porta, per quanto i tendini del braccio possano permettere, verso Xen.

    Nonmorto: "Gggggaaaaaaaarh..."

    Difficilmente uno zombie avrebbe compreso il significato della parola consulenza. Probabilmente l'unica cosa che sapeva dal suo evocatore è che quello era il luogo di ritrovo della Seele... e che avesse decisamente bisogno di una pulita. Forse attendevano DAVVERO qualcuno che avrebbe dovuto fare le pulizie.
     
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    Cosa era quella se non un’enorme perdita di tempo?
    Era andato a chiedere consulenza alla Selee per il suo problema con il Kraken, non per intraprendere una discussione a senso unico con il primo nonmoroto ambulante che abitava quel malandato capannone.
    Sospirò, guardando la scheletrica e decomposta figura dello zombie svanire nelle profondità di quel luogo.
    Che fosse dannata la Selee accidenti.
    Lo spirito del Kraken stava diventando irrequieto, c’era il rischio che potesse scomparire da un momento all’altro, aveva bisogno il prima possibile di un’occultista.
    Xen non era mai stato molto paziente, anzi, forse non aveva mai neppure avuto quella soglia minima di pazienza, se qualcosa non gli andava a genio, gli era sempre bastato un taglio netto della sua sciabola e tutto poi magicamente girava proprio come voleva lui, eppure in quell’occasione stava dimostrando, che molto sotto, oltre la sua giubba rossa, aveva un minimo di quella cosa chiamata pazienza.

    ”Io lo ammazzo.”

    Solo questo riusciva a pensare, gli importava poco o nulla che quell’essere fosse già effettivamente morto, a lui importava solamente cercar di non perdere tempo.
    Se già in quella situazione, che per quanto surreale non avesse nulla di strano, Xen fosse già alterato immaginatelo dopo che lo zombie, tornando a serratissimo passo di marcia, gli portò una scopa.
    Era furibondo, il suo unico occhio si riempì di venature rosse e a momenti sembrava esplodere, eppure l’unica cosa che fece fu parlare.

    ”Dimmi dove sono i tuoi superiori … o altrimenti.”

    A quel punto, visto che le parole non sembravano aver effetto, il pirata prese la sciabola e usando la sua gola simulò il gesto di chi veniva decapitato.
    In situazioni normali Xen avrebbe fin da subito tagliato la testa allo zombie, eppure per ben due volte aveva preferito lanciare un monito.
    Fosse perché credeva veramente nella Selee, oppure perché voleva non scomparire insieme al Kraken?
     
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    Morg
    No. Il non morto ha stentato a comprendere anche stavolta le parole del pirata, che si ostina a parlare con un morto vivente, il cui apparato uditivo doveva essere marcito da lungo tempo. Tuttavia, il tono con cui vengono pronunziate quelle parole è inconfondibile e l'espressione del volto la cui bocca le proferisce, premonitorio.
    Il non morto spinge un'altra volta la scopa all'indirizzo del pirata, pensando d'aver a che fare con un riottoso essere che non vuole accettare il compito che l'evocatore del non morto ha dato lui. Una bestemmia per quel temporaneo famiglio.


    Nonmorto: "Gggggrrrrrrrhaaaaaa...!!"

    D'un tratto, a frenare l'istinto iroso del nonmorto, una voce proviene dall'interno del capannone, oltre la vecchia porta ammuffita.

    ?: "Soph'ta, Foholok'o... E'thra ty."

    Il nonmorto, la cui bocca gocciola di bava, per il precedente scatto d'ira, guarda a sottecchi il nuovo arrivato, prima di spostare goffamente il suo peso sul braccio reggente la porta e farla spalancare, prima di levarsi di torno per posare l'utensile. Dinnanzi al pirata s'apre un'antisala bastantemente larga, con mobilia ordinaria ed impolverata, difficilmente distinguibile dalla poca luce dovuta a tende e tendoni calati sulle finestre. Al suo centro v'è un tavolo circolare costellato di sedie ed a poca distanza, dietro un leggio di ferro luminato da due candele, una figura nero vestita, abbigliata con un lungo cappotto su di una camicia scarlatta lo squadra, reso parzialmente visibile dalle candele.

    ?: "Ha bisogno?"
     
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    Il non-morto, a gran sorpresa, sembrava nuovamente non aver capito il messaggio che Xen stava cercando di trasmettergli sia a parole che a gesti, anzi, si infuriò.
    Voleva avere ragione a tutti i costi quello zombie putrefatto, su cosa non era ancora chiaro al pirata, che lentamente stava finendo la pazienza.
    L’ ultimo, per sfortuna di molti, granello venne soffiato via dal mugolio del non-morto.
    A quel punto, Xen visibilmente spazientito, ripose in malo modo la sua sciabola e puntò l’indice sinistro proprio alla fronte dello zombie.
    Sarebbe bastato un colpo, uno soltanto e gli avrebbe fatto esplodere quel poco che c’era rimasto nel suo cranio.
    Una piccola sfera nera, che resa poco visibile dall’illuminazione dell’edificio, si creò sulla punta del dito di Xen.
    Era inchiostro, semplice inchiostro condensato dentro quella sfera ad una pressione inaudita, questo e altro poteva fare il così detto “Braccio del Kraken”.
    Stava per lanciare quella magia, quando una voce estranea richiamò il non-morto.
    Xen sorrise abbassando il dito.
    Allora le sue conoscenze erano esatte, o almeno non erano infondate.
    C’era veramente qualcuno, che abile come un burattinaio, comandava quell’essere che ormai era morto e che lo sarebbe dovuto rimanere per sempre.

    Quando gli aprì la porta la rabbia se ne era andata, era una cosa passeggera la sua di rabbia,si arrabbiava per niente, ma se quel niente veniva fatto ritornava come prima.
    Rude e sgarbato, come ogni altro pirata del resto.
    La sala che si ritrovò davanti era ben arredata, ma lo stesso non si poteva dire in fatto di pulizia, se fosse tornato indietro avrebbe sicuramente preso quella scopa e avrebbe iniziato un lavoro di pulizia.
    Non che fosse ordinato e quant’altro, ma odiava terribilmente la polvere.
    Odiava quando,sulla sua nave, era costretto a pulire la cabina del capitano.
    Era sempre sporca, a tratti si chiedeva come facesse quell’uomo a creare così tanta polvere in soli tre mesi.
    Il tutto era rimasto un mistero per Xen.

    ”Ho bisogno? Certo che ho bisogno …”

    Era una voce gutturale quello che lo caratterizzava e accentuava in maniera evidente la “R”, che volesse sembrare solamente più pirata di quello che non fosse ?

    ” … Sono Xen, il cognome non è molto importante al momento. Sono qui per questioni di anime. Spero che voi della Selee ve ne intendiate.”

    Tipico comportamento dello stereotipo del pirata.
    Iniziare a parlare a briglia sciolta senza prendersi neppure il tempo di fare la domanda più fondamentale.
    Se quella fosse effettivamente la sede della Corporation, ma ormai il discorso era già iniziato.
     
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    Morg
    Sionn non batte ciglio seguendo i movimenti del pirata, una razza che non aveva mai amato particolarmente, sebbene lui non amasse alcuno particolarmente, tanto meno odiasse. Inoltre poteva avvertire in quello Xen qualcosa di deviato, morboso e non propriamente umano, tanto da suscitare la quieta curiosità del Necromante. Non l'avrebbe cacciato normalmente, ma il penoso teatrino nel cercare di dialogare con un Fohlok'o, notoriamente privi di capacità uditive, avrebbe imposto alla sua etichetta l'evocazione del Wyrm e che quello stesso si prendesse cura di quello sgarbato sacco di carne pustoloso e vivente.

    Ma in quello non vi sarebbe stato nulla di personale, solo etichetta e senso del buongusto. Interessa molto di più al Necromante vedere cosa ha da offrire quell'uomo alla sua Sarij'ka. Se fosse stato un ciarlatano, l'avrebbe accompagnato gentilmente e con ben poca eleganza all'uscita. Ma d'altronde si ha ciò che si semina. Sionn non lascia la sua posizione dal leggio, il quale regge il suo prezioso grimorio, il Meadhbh. Con tono sempre garbato, si rivolge al pirata, dopo averne ascoltato impassibile e paziente la richiesta.


    Sionn: "Sì, sono il fulcro della nostra attività. Ha da offrirne o vuole vendere la sua?"
     
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    Una falce lunare di denti dipinse il volto del pirata.
    Era contento nel constatare che il suo viaggio dal est fino a li, aveva avuto successo.
    Ma ben presto capì che tra le mani aveva un problema ancora più grande: Spiegare il suo problema.
    Non che fosse un’analfabeta, oppure uno che per quanto rude non sapeva spiegarsi, più che altro il vero nucleo della questione era che neppure lui aveva ben capito cosa affliggesse il Kraken.
    Gli aveva parlato così, a caso, un giorno o forse due alla conclusione della loro avventura nelle cripte della terra dei tuoni.
    Era stato veloce,diretto e coinciso.
    Forse a quell’uomo, con un pessimo gusto in fatto di vestiti, sarebbe dovuto essere altrettanto diretto, preciso e coinciso:

    ”Allora, vediamo se riesco a chiarire bene questa situazione …”

    Breve colpo di tosse, la polvere gli era entrata in gola al momento sbagliato.

    ”… forse Lee le avrà parlato di me, ma se in caso così non fosse, guardi pure con i suoi occhi.”

    Detto questo la benda si alzò.
    L’occhio destro rivide dopo tanto tempo la luce e poco importava se in quella stanza ce ne fosse particolarmente poca, l’uomo con cui avrebbe dovuto parlare avrebbe visto benissimo che di umano in quell’occhio non c’era nulla.
    Era una grossa palla gialla, con un’iride a fessura che scattava da destra a sinistra in un lampo.

    ”Sono stato personalmente scelto da questa creatura per contenerla. Dentro di me infatti alberga una creatura: Il Kraken. Un grosso polpo che distrugge le navi, niente di che … la vera questione è che, non ho la sua anima. Mi spiego meglio. Ho la sua psiche e la sua parte fisica quando lo invoco, ma la sua anima è rimasta da qualche parte. E mentre parlavamo mi ha detto chiaramente, che entrambi faremo una brutta fine se non si recupera.”

    Si abbassò la benda e mise malamente i piedi sul tavolo.
    Sorrise.

    ”Credete di riuscir a far qualcosa, voi della Selee?”
     
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    Morg
    Il Necromante non muove un muscolo durante il discorso del pirata, né quando, senza invito, si mette comodo alla sua maniera. Le piccolezze dei vivi poco lo interessano. Quanto il suo discorso sia... questionabile. L'unica cosa che infatti provoca una reazione del Necromante sono le parole di Xen e la reazione è un lento inarcarsi del ciglio sinistro finché le parole continuano il loro corso. Finito che abbia il pirata, Sionn sfoglia qualche pagina del suo grimorio sul leggio, fermandosi ad una di esse e mormorando qualcosa nella lingua sconosciuta che il posseduto dal Kraken ha potuto udire poco prima. Poi, finalmente, la sua attenzione si sposta sull'ospite, il quale può sentire un rumore strano e intervallato regolarmente ...gghgggh gggh... come fosse quasi ...gghhh ggghhh... una risata. Più risate. Evidentemente il Necromante non era solo lì dentro, ma altre ombre nell'oscurità abitano quel luogo. Pure, vengono zittite da un gesto elegante di Sionn. Il Necromante nero vestito si sposta oltre il leggio, rivelando un lungo spolverino color pece dai bottoni e dalle maniche argentee a rendere visibile solo le vesti di gilda scarlatte sotto di esso.
    Il tono è professionale, accomodante, quasi macchinoso. Lo sguardo, invece sembra quasi costernato per qualcosa d'indefinito.


    Sionn: "Messere, forse ha fatto una leggera confusione, dato che la mia scienza non trova affatto plausibile la sua storia. Vediamo di attuare una decostruzione della confusa situazione in cui vi create. La scelta, qualsivoglia sia la creatura, appartiene non all'istinto dei nervi e delle sinapsi, bensì al percorso interiore che compie tramite l'epiglottide che collega spirito e corpo come un via per il cervello che dirami tutta la scelta al corpo eseguente. Ora, nel suo caso, se il Kraken l'avesse scelta, come dice lei, la scelta sarebbe indissolubilmente legare alla di esso anima e quivi il suo corpo non può aver agito di sponte. Ne consegue che l'anima agisce tramite il corpo. Per cui per quanto si parli di una creatura ancestrale i processi non siano tanto diversi da questa inestricabile dualità. Ne conviene però che andrebbe analizzati i suoi sensi in risposta agli stimoli di suddetta creatura. Dove sente la psiche e dove il corpo, nelle sue stesse membra? Che ne evince dell'anima dalla psiche? Perché sente che le due siano scisse, cose pensa le abbia scisse? Se lei lo evoca come può solo il corpo se il pensiero primogenito non risponde alla chiamata?"
     
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    Xen si paralizzò.
    Mai nella sua vita aveva sentito qualcuno parlare in quel modo.
    Sulle prime, essendo in una struttura infestata da morti viventi e spiriti, pensò che il pover’uomo fosse stato impossessato da qualche tipo di demone, eppure qualcuno arrivò a smentire.

    "Non mi sarei mai aspettato che qualcuno, che parla in modo così forbito, fosse alle dipendenze di Lee"

    Il pirata chiuse l’ occhio buono per un’attimo,sorpreso dal ritorno del Kraken. Perché si era fatto vivo dopo così tanto tempo? Era sempre stato attivo, oppure si erano disconnessi per un’attimo?

    ”Alla buon’ora. Beh, tu sembri averci capito qualcosa, io mi sono perso dopo il messere.”

    Era una pirata, non aveva avuto un’educazione scolastica, era già tanto se sapeva che dopo la lettera B ci fosse la C.

    ”Io sono riuscito a comprendere più o meno tutto, quindi segui quello che ti dirò."

    ”Va bene.”

    Era una fortuna che l’uomo non potesse origliare la loro discussione mentale, sarebbe stato molto imbarazzante per il pirata fargli sapere che aveva un paroliere che gli passava le risposte.

    ”Allora …”

    ”Allora … la psiche del Kraken è viva e pulsante dentro di me, me la sento nella testa, come se fosse un’eco nelle mie cervella. Il corpo invece è diverso … quando consumo dell’energia,chiamiamola magia, si viene a creare un ponte tra il suo corpo e il mio. In questo modo posso materializzare parte dei suoi tentacoli.”

    Detto questo il pirata si prese un momento per pensare. Non sapeva con esattezza le parole che aveva appena pronunciato, ma se aveva capito una cosa era che, il Kraken gli aveva mentito.
    Gli aveva sempre detto che quando spendeva magia, la parte corporea dell’enorme polipo si riattiva, non che si ricollegasse da un’altra parte.

    ”Praticamente … brav’uomo, quando incontrai la creatura lei mi propose un patto. Il mio occhio destro per il suo potere, quando lo scambio venne concluso, la sua essenza entrò in me. Ma …”

    Si fermò di nuovo.

    ”Cosa c’è? Diglielo forza … "

    Cosa gli aveva mai suggerito il Kraken?

    ” …. il kraken dice che, il suo vero corpo, la sua anima e la sua psiche, sono da tutt’altra parte, su un’altro piano completamente diverso dal nostro. Tramite il patto però, io gli faccio da ponte … “

    Era quella la verità?
    Era semplicemente un contenitore per la bestia?
     
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    Morg
    Sionn non si scompone, anzi, pondera per un attimo sul da farsi, portando una delle nocche delle mani, imbellettate da anelli dai simboli sconosciuti al pirata, poi torna al suo leggio, parlando forse a sé stesso sommessamente, usando il suo oscuro idioma. Sembra interessato a sfogliare qualche pagina del suo grimorio, fino a fermarsi su di una pagina, impossibile da vedere per il pirata. Il Necromante sembra leggere la sua interezza, prima di lasciare il leggio e tornare a prestare attenzione al suo ospite e possibile cliente.

    Sionn: "Non ha di che preoccuparsi. L'intuizione sua o di chi per lei, come presumo, mi ha portato ad elaborare una teoria che ritengo sia alquanto funzionale nell'attuale contesto in cui versa il suo Es. L'Anima di questa Murroh'spa, creatura ancestrale, non può che trovarsi dentro di lei. Lasci le dia una dimostrazione pratica anziché inerpicarmi in discorsi astrusi e giungere al Seffreh, il nucleo del discorso, ciò che voglio dirle. La sua spada. Me la dia, se possibile, messere. E si fidi, non sono uno spadaccino, né ho la sapienza necessaria al maneggiarla."



    Prana:
    100%


    † Abilità Passiva†
    Soultracker [Tecnica di Gilda]:

    Un ambiente come quello della Seele, pieno di anime e di Demoni raminghi, stimola positivamente la psiche di una persona.
    Influenzati dall'energia spirituale, anche i membri meno dotati imparano col tempo a vedere gli spiriti. Con un po' di allenamento, riusciranno a vedere le aure fino a 30 metri di distanza: una lieve alone di energia che avvolge ogni essere vivente. Colore e forma di questo alone dipendono da persona a persona, in base alle sue attitudini e potenzialità.
    Basta tenere la mente aperta e fare qualche esercizio di meditazione.
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    L’uomo continuava a parlare in modo strano, eppure c’era qualcosa di rassicurante nelle sue parole, era come se si parlasse con una persona fidata, ma quella era senza dubbio un’impressione che si era fatto il pirata, dopo che, il kraken aveva svelato alcune cose che aveva nascosto perfino a lui.
    Ma adesso quell’uomo voleva la sua sciabola, quella vecchia e rugginosa arma, rubata da un’altro capitano pirata, così come il suo cappello a tre punte.
    Il Kraken taceva, forse rendendosi conto che aveva toccato tasti che con un tipo come il pirata non doveva neppure mostrare l’esistenza.

    Xen rimase per un po sulle sue, con una lampante espressione di titubanza.
    Ma alla fine, forse minacciato dal Kraken che tempo addietro aveva preso in considerazione la scomparsa totale del pirata, accettò
    Mise sul tavolo la sua arma e la custodia che portava sotto quella spessa giubba rossa.
    Strinse tutte e cinque le dita attorno all’elsa, e con una forza che non aveva mai avuto, la tirò fuori.
    Non splendeva, anzi, era scura.
    Su quella lama non era stato versato alcun sangue in modo orgoglioso, quella lama si era macchiata di sangue di innocenti e di assalti portati alle spalle.
    Quella era in sintesi la vita del pirata, uccidi o vieni ucciso.

    ”Tieni.”

    Disse infine Xen porgendo la spada allo sciamano della Selee Corporation.
     
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    Capannone Diroccato



    Morg
    Il Necromante raccoglie la spada dalle mani del pirata. Alle volte dimentica come fosse maneggiare un'arma non fosse la sua fidata falce, forgiata dai cristalli delle cavità dell'Ade e dalle foreste d'alberi morti dell'Oltretomba. Anzi a dire il vero non ha mai maneggiato alcun'arma prima d'ora non fosse quella mannaia mortifera.
    L'esperienza nuova è salutata con un sguardo vitreo che dura giusto qualche attimo, per esaminarla e valutare con solerzia ed efficienza cosa possa entrare in quella lama, senza distruggerla in mille pezzi tramite lo spirito. Il Necromante, con un gesto secco pianta sul tavolo la sciabola arrugginita, prima di recuperare il suo grimorio dal leggio. Una copertina recante iconografie di morte e di sofferenza ed uno strano materiale a ricoprirlo, di confusa natura. Questo viene aperto e sfogliato con mano sapiente, fino a giungere ad una pagina precisa. Le parole sono pronunziate con il solito tono piatto e basso, ma ad udirle il pirata può avvertire l'aria appesantirsi, come se tetre forza fossero all'opera a quelle oscure parole.


    Sionn: "Yssala, Fuor donna Britt."

    La lama, inizialmente, origina qualche scintilla, di sconosciuta natura. Improvvisamente, dalla punta in su, la lama lampeggia e diviene rossa fuoco, come fosse stata appena forgiata dal fabbro, rovente, illuminando di luce propria la sala, Sionn, Xen ed i parecchi cadavere viventi ospitati dal capannone. In prossimità dell'elsa si disegnano due nuclei di fuoco gialli, i quali assumono la conformazione di due occhi, l'uno parallelo all'altro, prima di svanire anch'essi nella fiamma spirituale emanata dall'arma, che ora pare completamente trasformata.

    Sionn: "Zo'Xhy."

    La luce della spada, il fuoco scarlatto emanato dall'arma, improvvisamente svaniscono all'ordine del Necromante, come risucchiate da una forza sconosciuta e forzate a svanire in un battito d'occhio. Finita la dimostrazione, Sionn estrae l'arma dagli assi del tavolo e la porge nuovamente a Xen, con entrambe le mani a reggere elsa e lama.

    Sionn: "A lei. Quella era un'evocazione di un'anima di un morto, ancora rancorosa e furiosa con il mondo terreno. Ogni congiurare richiede l'Anima. Quivi, ho forti dubbi che il Kraken sia evocato senza la sua anima ne sia in qualche maniera coinvolta. O altrimenti, starebbe portando sulle spalle la carcassa demente di un essere ancestrale. Cosa che non mi pare avvenga. Lei ne conviene vero? Quivi, alla luce di ciò, sapendo che codesto essere non dimora alcun loco non sia troppo lontano da lei, credo proprio si mostrerà alquanto necessaria l'esplorazione specifica ed approfondita null'altro che... di lei stesso. Il ponte, lei ci condurrà da lui, senza muovere alcun passo, probabilmente."

    Piccola precisazione: Sionn è un Necromante non uno Sciamano. :flwr:

    Prana:
    90%


    "Yssala, Fuor donna Britt!"
    Qualsiasi sia l'arma bianca o da fuoco in possesso di un alleato, Sionn, tramite l'imposizione delle mani ed un versetto del Meadhbh è in grado d'infondere in essa l'anima astiosa di un Sukkk'ah. L'oggetto diviene ben più difficile da controllare, in quanto possessore di un'anima in un corpo estraneo, ma la potenza dei suoi colpi è aumentata.
    [Consumo - Medio]

    † Abilità Passiva†
    Soultracker [Tecnica di Gilda]:

    Un ambiente come quello della Seele, pieno di anime e di Demoni raminghi, stimola positivamente la psiche di una persona.
    Influenzati dall'energia spirituale, anche i membri meno dotati imparano col tempo a vedere gli spiriti. Con un po' di allenamento, riusciranno a vedere le aure fino a 30 metri di distanza: una lieve alone di energia che avvolge ogni essere vivente. Colore e forma di questo alone dipendono da persona a persona, in base alle sue attitudini e potenzialità.
    Basta tenere la mente aperta e fare qualche esercizio di meditazione.
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    A Xen non piacque,quando con forza, l’uomo della Selee piantò la sua tanto amata sciabola nelle assi del tavolo, con il tempo si era affezionato a quella lama, che lo aveva visto con gli occhi di una fidata compagna in molte delle sue avventure.
    A tutto questo però il pirata storse solo la bocca, aveva attraversato mezzo piano per farsi dare una mano, non per sparare sentenze come il suo solito.
    L’aria, poi, divenne magicamente più pesante e nell’occhio del pirata si tinse il terrore.
    Parole a lui sconosciute, ma sicuramente vecchie tanto quanto l’alfabeto di cui erano composte, uscirono dalla bocca del necromante, e come se fossero state un segnale per dar via ad una battaglia, la lama iniziò ad ardere.
    Xen sarebbe dovuto rimanere sconvolto, lui che alla magia era l’ultima cosa a cui credeva, nonostante ne facesse uso tramite il Kraken.
    Ma in quel breve momento, in cui due occhi freddi che bruciavano di collera, lo trafissero capì che una nuova avventura per lui stava per iniziare.

    Al termine del rito, l’arma gli rivenne consegnata ed essa era stranamente fredda, proprio come quando l’aveva donata al dipendente della Corporation.
    Ma con l’arma giunsero anche spiegazioni, spiegazioni su quale fosse la vera natura del Kraken.
    Quindi la bestia aveva mentito di nuovo, ma a quale diavolo di gioco stesse giocando rimasse per il pirata ancora un mistero.
    Mistero che con molta probabilità si sarebbe risolto a momenti, visto che il consulente propose un viaggio interiore nella psiche di Xen.
    Cosa avrebbe dovuto fare in quel momento un pirata, che fino a qualche anno fa, non si sarebbe aspettato di dover arrivare a quel punto? In quell’attimo si accorse che era maturato molto di più in quei pochi mesi su Endlos, che in tutta la sua vita.
    Privato dei genitori e talvolta della stessa libertà, era dovuto diventare cattivo, cattivo con tutti, eppure perché in quel momento si rese conto che non era mai stato cattivo, che era stato solo una marionetta i cui fili della vita si erano intrecciati malamente fra di loro.
    Che fosse stato solamente sfortunato?

    Riprese la lama e la ripose con forza dentro la custodia.
    Prese fiato e si preparò a dire parole, che sicuramente si fosse presentata la stessa situazione qualche tempo addietro non avrebbe mai detto:

    ”Va bene,hai la mia più completa disposizione. Cosa devo fare adesso?”
     
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