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    Daniel Ember
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    «...E questa viene chiamata "corte delle Comete".»
    Aaah, il potere. Basta un grado gerarchico alto, qualche amicizia ai piani alti, e l'impossibile può avvenire. Tipo portare una tua commilitona con tanto di figli in vacanza su Endlos, spacciando il tutto per "missione diplomatica".
    Il portale è a Rivenore, la capitale di Endlos. Volevo portarla a Istvàn, dove alloggio io, ma come lasciarsi sfuggire l'occasione di visitare la città al centro del Multiverso? È così piena di luoghi meravigliosi. Questo planetario, ad esempio.

    «Non chiedermi che tipo di magia sia.» spiego, alzando gli occhi al soffitto «So solo che quelle sicuramente non sono palle di polistirolo tenute su con lo spago.»
    È come un celo stellato, ma più bello. Forse è come galleggiare nello spazio, e sentirsi un tutt'uno con il nero del Multiverso.
    Mi sentirei così solo, non fosse per la mano di Alyah. Stringo forte le sue dita bianche, mentre cammino con il naso all'insù. Il Thump thump dei passi dei suoi figli risuona lieve alle nostre spalle.
    Approposito.
    «...Devi ancora spiegarmi bene perché hai un figlio in più, comunque.» dico, voltando il capo verso di lei.
    Non vedo bene il suo volto nel buio, ed è un peccato. Da quanto non ci vediamo, esattamente? Settimane.
    Sono sembrate anni. Ogni giorno qui è così lungo e diverso dal solito e pieno di cose da fare, e... E sì, forse inizio ad avere un poco nostalgia di casa.
    Ma sto cercando di non pensarci.
     
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    Alyah Maireld
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    La piccola vacanza offerta da Daniel capitò con una tempistica davvero impressionante, perchè nei tempi più recenti Alyah ne aveva passate di ogni genere e una pausa era proprio quello di cui aveva bisogno. Oltretutto era da un bel pezzo che non vedeva il Primario e anche questo andò ad aggiungersi all'entusiasmo che dimostrò nell'accettare la proposta.
    Quindi eccola lì, mano nella mano con lui.
    Di Endlos sapeva qualche informazione superficiale e grazie al fatto che questa dimensione e quella dell'Accademia fossero in contatto, altrimenti la maga non ne avrebbe nemmeno una vaga conoscenza. Così vicino e al tempo stesso lontano, perchè non ha mai avuto l'occasione di visitarlo.
    Un vero peccato, perchè a saperlo prima dell'esistenza di un planetario del genere, ci si sarebbe fiondata dentro già da tempo. A lei piacevano tantissimo luoghi così suggestivi e l'oscurità in cui era immerso le stava ricordando il motivo per cui a lei non è mai dispiaciuto il buio della notte.
    In quel momento non stava pensando minimamente ad un Cavaliere del Mondo Oscuro che ha cercato di far emergere il suo lato più nero e temibile, ma anzi, aveva l'impressione di aver perso consistenza fisica. Sapeva di avere ancora una mano e un braccio, proprio perchè era a contatto con Daniel.

    « E'... magnifico, non saprei come altro descriverlo. »
    Commentò col naso per aria, senza staccare per un momento gli occhi da quella riproduzione della volta celeste endlossiana. Per la cronaca i suoi figli stavano facendo la stessa cosa. Più o meno. Ibis sicuramente, perchè la sua curiosità era la stessa di Alyah e Raevon un po' meno, più interessato a controllare che l'uomo al fianco della madre adorata non facesse movimenti strani. Fortunatamente ci pensava la sorella a tenerlo calmo, perchè nonostante l'apparenza fisica era lei quella più grande.
    Sì, entrambi i figli di Alyah avevano poco o nulla di "normale".
    « In breve ho contribuito al desiderio di un uomo a non vedere estinguersi la propria razza. Il Dio Creatore non ha previso nel suo disegno i mezzidraghi e quindi nel giro di poche generazioni sono destinati a perdere in buona parte, se non del tutto, le virtù che derivano dal ramo draconico. »
    Cominciò a spiegare, tralasciando le parti riguardanti l'emarginazione da parte dei draghi etheriani e chi venerava Elrhim, additando i mezzidraghi come creature che non avevano senso di esistere.
    « Ammetto che inizialmente mi è suonata come una scusa per portarmi a letto, ma dopo aver osservato bene Giudizio - il padre - nelle sue intenzioni ho visto un sincero desiderio di rivalsa e di voler lasciare qualcosa ad Etheria. L'ultimo dei mezzidraghi o il primo di una nuova stirpe, chi lo sa. »
    Sospirò lieve e cercò con lo sguardo il viso di Daniel nella penombra.
    « Ho fatto bene? Ho fatto male? Non posso ancora dirlo e so solo che non mi sono concessa perchè mi andava una scopata e basta. »

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    Edited by Alyah - 25/1/2015, 17:45
     
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    Daniel Ember
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    Nonostante quel che dicono in molti, io non sono una donna. Ho il carattere di una puttanella mestruata, questo sì, ma non dispongo di bei seni, fianchi abbondanti o un paio di ovaie.
    Di conseguenza, non so cosa significhi partorire. Immagino sia peggiore di un calcio nelle palle, però, essendo un dolore che si protrae per ore. Immagino che far passare una palla da calcio attraverso un buco dell'ampiezza di un rotolo di carta igienica non sia un'operazione semplice, né piacevole.
    Immagino che anche portarsi la suddetta palla da calcio nella pancia per svariate settimane non sia piacevole.
    Tutto questo per dire che ecco, decidere di fare un figlio per fare un favore a qualcuno è un bel sacrificio.
    Credo ci vogliano più palle per fare il genitore che per fare il soldato. Le battaglie durano poche ore, i mocciosi sono un impegno per la vita.
    E ti danno così tante preoccupazioni.

    «Credo che sia stato un bel gesto.»
    Sorrido e le stringo forte la mano. E sotto sotto - un po' malignamente, forse - mi chiedo se non l'abbia fatto anche per sentirsi meno sola.
    Spero che sia anche per questo. Io sto per lasciarla sola, dopotutto.

    Suppongo di doverglielo spiegare prima o poi, neh? Non posso continuare a fissare la volta stellata zitto zitto, come un perfetto coglione. E poi si sa, io ooodio i silenzi imbarazzanti.
    Un lungo respiro.
    «Io ho provato a cercare la mia di figlia, invece. Sono riuscito a ritrovare la mia Dimensione e ho scelto una data un po'più in là rispetto alla mia partenza. Volevo trovarla già grande, per spiegarle le cose e lasciare che fosse lei a decidere con chi stare.
    Invece mi sono preso un piatto in testa, e la notizia che la mocciosa a 16 anni è scappata di casa per andare a cercare me. Ha messo le zampe sullo strumento che usai per cercare un portale.
    »
    E poi ho scoperto anche altre cose, ma credo che sia il caso di sorvolare.
    Cloni dimensionali. Casini assortiti.

    «Suppongo che potrei fare un altro viaggio, arrivare lì prima che lei partisse, ma la cosa non creerebbe un paradosso: sarebbe solo una linea temporale alternativa. Da qualche parte nel Multiverso, lei rimarrebbe lì a cercarmi. E beh, non sarebbe carino sostituirla o dimenticarla, non credi?»
    Sì, dai, parliamo di questioni morali. Fingiamo di star facendo la scelta più giusta per un genitore, prima di sganciare la bomba.
    «L'Accademia cerca nuovi diplomatici che viaggino per i mondi per stabilire nuove alleanze. Credo che l'incarico mi aiuterebbe a cercarla.
    E poi c'è scritto in Gehenna, no? Oratore III.
    » concludo, gonfiando il petto.
    Colui che fece la supercazzola ad una divinità. Vincitore del premio "faccia di bronzo dell'anno". Son soddisfazioni.

    «Ah, e sai qual'è la parte peggiore in tutto ciò?» bravo, Daniel, rigira la conversazione «L'ha chiamata Amber. L'ha fatto apposta!»
    Amber Ember. Prova a darle il tuo cognome, stronzo.

    Edited by Zero - 15/4/2015, 18:54
     
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    Lasciò che Daniel andasse avanti a parlare quanto volesse, senza interromperlo. Nel frattempo Alyah rimase con lo sguardo perso tra le stelle e pianeti riprodotti dalla magia sulla volta della stanza, chiusa nel suo silenzio. E continuò così per diversi secondi, anche dopo che lui pronunciò l'ultima parola.
    Sapeva come rispondere: congratularsi con il Primario per essere riuscuto a trovare la maniera per ricongiungersi con la figlia, che trovava anche lei più giusta la scelta di andarla a cercare e non creare paradossi. Era anche felice per l'occasione che aveva di allontanarsi dalla guerra e fare la vita relativamente più tranquilla dell'ambasciatore.
    Peccato che tutto ciò faticasse a uscirle dalle labbra.
    L'unica sua reazione fu la presa della mano che si allentava e l'espressione sul viso che perdeva poco alla volta la spensieratezza iniziale, seguendo il mutamento del suo stato d'animo insieme al flusso di pensieri.
    Avere una visione pessimista qui centrava poco: Alyah era solo realista.
    E già le era chiaro cosa avrebbe comportato la scelta di Daniel.

    « Hai ragione. Tra parlantina sciolta e faccia che può reggere quintali di bronzo hai le caratteristiche giuste per il ruolo. Se poi in questo modo avrai maggiori occasioni di ritrovare Amber, ancora meglio. Chissà poi se ti mancherà debuffare le reclute o combattere le peggiori cose del Multiverso. »
    Disse infine con voce - anche troppo - pacata, abbassando lo sguardo su di lui per un fugace sorriso di incoraggiamento. Era il caso che la maga rendesse ufficiali in Gehenna le attitudini a Oratore, tante erano le volte che si era nascosta dietro a maschere e sorrisi vuoti.
    Per una volta ringraziò i problemi affettivi dei tempi recenti, perché il senso di apatia rendeva tutto ovattato e quindi più facile da sopportare.
    L'unica cosa a rispecchiarla davvero era quella stanza magica: come le stelle e i pianeti, tutto ciò che la componeva era avvolto da un pesante velo di oscurità.
    Nulla poteva essere visto chiaramente, se non era lei a renderlo tale.

    « Ma quindi non sarai più Primario. Il titolo passerà a Céline spero, perché Giulius inquieterebbe un pochino. E avevi pure una squadra, se non sbaglio. Immagino avviserai pure John, Sheila, Gulnar e Brynjar della novità. »
    E infatti con questo commento cercò già di sviare l'attenzione altrove.

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    Edited by Alyah - 25/1/2015, 17:44
     
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    Inutile che tu sorrida, Alyah: riconosco quel tono di voce. È il tono da "sono incazzata a morte ma non ti urlerò dietro, preferisco farti sentire in colpa col mio atteggiamento passivo-aggressivo". Conosco benissimo questi trucchetti da donna, li uso spesso anch'io.

    «Non ti sto dicendo addio.»
    Digrigno i denti e d'impulso le stringo la mano, forse con troppa forza.
    Non deve nemmeno osare pensare una cosa simile.
    «Cristo, Aly, sai benissimo che sono stufo quanto te di essere lasciato solo! Stufo delle persone che muoiono,»
    Lynn.

    «quelle che spariscono,»
    Renthar. Gulnar.

    «quelle che semplicemente decidono che non gli interessi più.»
    Sorcery. Tiresia.

    «Ma anche tu hai dei figli, sai che non posso lasciarla sola. Ha bisogno di me, ovunque essa sia.»
    E la volta stellata sopra di me sembra ora una minaccia, più che un bel panorama.
    Mille miliardi di pianeti mi sta dicendo e lei potrebbe essere ovunque.
    Non hai uno straccio di indizio. Non la troverai mai.


    Stringo Alyah tra le mie braccia, e mi sembra così fragile. Sono felice che sia tutto così buio, perché inizio ad avere gli occhi umidi.
    Anche nell'oscurità, però, ho come la sensazione che il figlio alle sue spalle mi stia fissando con aria assassina. Signorino, potresti rivolgere i tuoi complessi di Edipo da qualche altra parte per 5 minuti, per favore? Scena drammatica in corso.
    «Tu sei l'unica ragione per cui vorrei restare.» le bisbiglio all'orecchio «So di non poterti chiedere di venire con me, hai la tua vita e tutto. Se davvero me lo chiedi, però, io non parto.»
    Ma lei non dirà nulla, perché tra noi non c'è nulla di che. Nessun grande ti amo, nessuna promessa, nessun sogno ad unirci nè un futuro da condividere.
    Solo due persone troppo sole, che hanno deciso di essere sole insieme.

    «Non è la fine, comunque: dovrò tornare periodicamente ad Angeldust per fare rapporto. Ci vedremo meno spesso, ma non ti lascerò da sola. Hai capito?» le stringo le spalle e mi scollo da lei, cercando i suoi occhi nella penombra.
    «Credo solo che vincerò la nostra gara sugli amanti più bizzarri.» concludo con un sorriso.
    Spero che rida. Spero che rida e mi perdoni e capisca che andrà tutto bene, anche se in realtà non andrà tutto bene. Spero che non pensi a tutto quel che può andare storto, ai pericoli sconosciuti là fuori, ai mesi che potranno passare tra una mia visita e l'altra.
    Dio, perché non posso amarla.
     
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    L'improvviso aumento di forza nella stretta alla di mano la fece gemere, più di sorpresa che vero dolore. Un gesto quasi di poco conto, ma insieme alle parole che Daniel aggiunse fu sufficiente a ricordarle chi aveva davanti: qualcuno altrettanto stanco di persone che vanno e vengono con niente.
    Doveva bastarle per non pensare ancora una volta al peggio, no?
    « Sembrava che l'intenzione fosse quella. »
    Commentò piano quando si strinsero in un abbraccio, approfittando della stretta vicinanza per farsi sentire solamente da lui. Non voleva che finissero a litigare, anche perchè fondamentalmente Alyah non provava tanta rabbia da dover fare una scenata con i suoi figli come spettatori.

    Per lo meno la battuta conclusiva riuscì a strapparle una risata.
    « Quanto sei sciocco! E non essere così sicuro di vincere la competizione, ricordati che hai una ex sacerdotessa del piacere come avversario. »
    Rispose divertita, asciugandosi la piccola formatasi all'angolo dell'occhio sinistro. Le piacque pensare che quella goccia fosse stata causata dalle risate.
    Perchè era troppo difficile pensare di lasciare cadere pochi istanti la facciata da femme fatale del campo di battaglia, così da dimostrare che da qualche parte, tra delusioni e sofferenze, un briciolo di speranza c'era ancora.
    Forse poteva fidarsi delle parole di Daniel, anche un pochino.
    Almeno arrivò ad ammetterlo a sè stessa. Altrimenti come gli avrebbe spiegato gli occhi diventati lucidi e il modo con cui lo tratteneva vicino a sè?

    Questa volta fu lei a cercare l'abbraccio e trasse un sospiro, abbastanza profondo da scatenare un leggero brivido che la attraversò da capo a piedi.
    E sì, probabile che Raevon li stesse fissando malissimo da poco distante.
    « Ti seguirei volentieri, se non avessi i figli e altri doveri a vincolarmi all'Accademia. E non posso chiederti di restare, non me lo perdoneresti. »
    Come genitore capiva l'aspirazione di andare a recuperare Amber e poteva scommetterci che col tempo il rimorso per aver abbandonato la figlia, lo avrebbe avvelenato giorno dopo giorno.
    Gli scostò qualche ciocca di capelli dal collo con premura, appoggiando poi la testa nell'incavo formato con la spalla e inspirò il suo profumo.
    « Mi prometteresti che non svanirai pure tu? »
    La sua voce usciva a stento, tanto bassa da poter essere scambiata per un altro dei suoi sospiri. Era così che si esprimevano i desideri, no? Il tono basso e la speranza che pochi o nessuno ti senta, altrimenti sfumano le possibilità che la richiesta venga realizzato. Ce la stava mettendo tutta per pensare positivamente, che Daniel non sarebbe diventato un altro nome sulla lista di persone da ricordare con dolore o odio.
    « O anche solo di dare tue notizie ogni tanto, non voglio pretendere troppo. »

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    Edited by Alyah - 25/1/2015, 17:43
     
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    Mi piace vederla ridere; scordarsi delle preoccupazioni per una manciata di secondi. È più bella del solito quando sembra una persona normale, e non una donna strizzata in una divisa militare troppo stretta.
    Dovrebbe avere il diritto di essere una persona normale.

    "Ti seguirei volentieri, se non avessi i figli e altri doveri a vincolarmi all'Accademia. "

    Già, i doveri. Come quelli che dovrei avere io.
    Capitano, caposquadra, primario, capo del Neuromante. Mi sono organizzato per delegare (ho votato per Giulius primario; temo che non mi ascolteranno :<), ma so che nessuno è figo quanto me su certe cose.
    Tanta fatica per scalare la gerarchia militare, per poi scoprire che nulla di quel che faccio mi soddisfa. Responsabilità, responsabilità, responsabilità, #maiunagioia né una soddisfazione.
    Posso essere un egoista per una volta nella mia vita?

    «Non svanirò, tranquilla.» patpat sulla testolina «E anche se scomparissi verrei dichiarato un disertore, e manderebbero te a ritrovarmi e uccidermi. Nessun problema, quindi!» sorrido «Non ti libererai mai di me.»
    Ok, basta battute sceme, loggiuro. E vediamo di scollarci da Alyah, prima che suo figlio mi sputi fuoco in faccia o qualcosa di simile.
    (Non ha le squame. Ciò è estremamente deludente.)

    «Ma dimmi, cosa mi sto perdendo su Angeldust? State uccidendo divinità in mia assenza?» torno a prenderla a braccetto «Io non ho un granché da raccontare, sono stato trascinato qua e là da Quarion in incontri diplomatici. Ho bevuto un sacco di tè.» concludo con una smorfia. Schiiiifo.
    «E soprattutto, come va con lui?» cenno del capo in direzione del figlio. Abbasso la voce.
    «È così... Grande. Lo è solo nel fisico o anche mentalmente? Immagino che non sia facile doversi rapportare con qualcuno così, senza avere il tempo di conoscerlo pian piano. Anche se visto il tuo lavoro, dev'essere stato comodo evitare la fase pannolini.»
    Flash improvviso.
    Notte. Camera sua. Un pianto improvviso che proviene da una culla.
    Una livello IV tirata nei denti del bebè.
    Cerco di non ridacchiare.

    Edited by Zero - 26/12/2014, 20:57
     
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    Non aggiunse nulla nè smentì la parte riguardante a cosa sarebbe successo a Daniel, nel caso decidesse di lasciare definitivamente il servizio all'Accademia e diventare un disertore. Qualsiasi commento le venne in mente, suonava più inquietante di quanto volesse, perchè lo scenario che lui aveva ipotizzato era accurato. Molto probabilmente la maga avrebbe fatto lei stessa richiesta di scovarlo e giustiziarlo, spinta dalla collera per un altro abbandono.
    Dunque passò oltre alla questione, già chiara di per sè, così da non aggiungere nessuna minaccia sottintesa.

    « Chi è Quarion? »
    Domandò interessata, stringendosi al braccio del primario ambasciatore.
    Facendo una rapida supposizione, Alyah pensò si stesse riferendo al famoso uomo dai capelli azzurrini... e no, dal modo con cui lei parlò, non si poteva dire se ci fosse una punta di gelosia o no. La curiosità si notava eccome.
    Gli lasciò il tempo di rispondere, prima di iniziare con un rapido resoconto sulla situazione all'Accademia. Riflettè qualche istante, riordinando le idee.
    « Divinità non ne abbiamo ancora uccise, in compenso continuiamo a prenderci a botte con Abisso e Ledah. Il primo si è presentato un giorno davanti alle mura di Hellion per sfidare a duello il più alto di grado. Jeral lo affronta, ma senza successo e solo il tempestivo intervento di Puniyo, portata da Razeluxe, è servito a scacciarlo. Riguardo a Ledah: nulla di nuovo. »
    Fece una breve pausa per riprendere fiato e staccare gli argomenti più seri da quelli che stava per aggiungere, più leggeri e a carattere personale.
    « Per il resto ci sono due nuovi Caporali: Andrew e Brynjar. »
    Altra pausa, stavolta ad sottolineare che era serissima in quello che diceva.
    E non aveva ancora finito con le novità.
    « E dopo tre anni ho scoperto di essermi fatta Crystal, quella serata dove venne fuori la mia prima figlia, Ibis. Siamo andate da un ipnotista per aiutarci a ricordare e... ammetto che dopo anni non mi sono mai sentita così imbarazzata. E non ho ancora finito con le persone da aggiungere alla lista di chi mi sono portata a letto: ora c'è anche John. »
    Al termine della frase arricciò gli angoli della bocca in un sorrisetto malizioso e ammiccante, togliendo ogni dubbio riguardo a quale John lei si riferiva.
    John Crutchlow, l'angelo più letale dell'Accademia.
    E secondo Alyah il più adorabile quando era imbarazzato.

    « Raevon è grande anche nella mente, per certi versi. Ciò che non ha sviluppato lui come esperienze in prima persona, è bilanciato dai ricordi che ha ereditato da me: castaggi, combattimenti e posizionamenti. L'avrebbero reso subito una recluta, se non gli avessi imposto io di fare un pre-corso. »
    Ricordi o no, non voleva che suo figlio venisse buttato a caso nella guerra.
    « E sempre grazie a quei ricordi rapportarsi con lui inizialmente è stato abbastanza facile, nonostante non l'abbia fatto nascere io e nemmeno cresciuto. Quando è venuto da me già mi conosceva e dimostrava un particolare attaccamento nei miei confronti. Sotto questo aspetto si vede che è un cucciolo, perchè a dispetto di altri mi ubbidisce senza mezza replica. »
    Si voltò leggermente a lanciare uno sguardo a Raevon, che li seguiva a pochi metri di distanza e sembrava voler lasciare la mano della sorella Ibis per stare più vicino alla madre e l'individuo che non vedeva di buon occhio.
    Alyah sospirò piano, tornando a rivolgersi a Daniel.
    « Forse anche troppo attaccato. Avrai notato che ti sta controllando, vero? »
    Concluse con tono divertito, trattenendo una mezza risatina.

    . ♦ Code © Alyah.



    Edited by Alyah - 25/1/2015, 17:42
     
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    «Quarion è tipo il Tiresia di Endlos, ma molto più fabolous.»
    Ancheggio in maniera favolosha, scostandomi in maniera secsi in maniera dal collo. Pallido tentativo di ricatturare la favoloshità di Quarion, che è tutta su un altro pianeta. Lui è glitter ed esuberanza e pornosità rosa caramella.
    «Capelli turchini, completini leopardati, e la personalità di una tredicenne festaiola e viziata: l'hai visto sicuramente in giro in giro. È ambasciatore anche lui, mi ha preso molto in simpatia.»
    If you know what I mean. Se Aly ha presente il tipo, sicuramente sta già immaginando Cose.
    (Non credo di averle mai chiesto se apprezza il porno gay. Forse dovrei rimediare? Dovrò pur lasciare in eredità quel che tenevo sotto il materasso. Alla peggio c'è sempre Céline...)

    Coomunque. Divinità uccise: nessuna. Tanto per cambiare. Abisso che casineggia, loli che sconfiggono il male, e nessuna novità da Ledah.
    Tanto per cambiare. Yawn.

    "Per il resto ci sono due nuovi Caporali: Andrew e Brynjar."

    «Non so se essere orgoglioso di Brynjar o preoccuparmi per l'Accademia.» ribatto, serissimo. Allora quelle lezioni che ho dato a Bry sono servite a qualcosa! Sono così orgoglioso di lui.

    "E dopo tre anni ho scoperto di essermi fatta Crystal"

    Viola più rosa. Colori pastello e completini intimi intonati.
    Cerco di scivolare con nonchalance su certe immagini. Conosco poco Crystal, mi sembra scortese imaginarmela in certe situazioni. È una ragazza adorabile, mi ha anche insegnato a nuotare...

    "E non ho ancora finito con le persone da aggiungere alla lista di chi mi sono portata a letto: ora c'è anche John."

    «NO ASPETTA COME JOHN.»
    Lui invece lo conosco bene, e immaginarsi certe cose è sbagliato. Lui è il mio ragazzone! È come... È come se mio figlio si portasse a letto la mia circafidanzata - anche se non è sua madre, ha un che di incestuoso la cosa.
    Questa cosa mi turba profondamente. Non è davvero gelosia, è che... Boh.
    Non so.
    Mi turba e basta.

    «Sono felice per voi.» mi sforzo di sorridere «John è un bravo ragazzo, ma è anche imbranato e un sacco ansioso. Tienimelo d'occhio, va bene? Avrà bisogno di qualcuno oltre a me che lo prenda a calci ogni tanto.»
    Oltretutto, hanno entrambi problemi simili: John con le sue spine intorno al cuore, Alyah con i suoi schizzi di personalità. Non ho potuto fare nulla per nessuno dei due, ma forse insieme troveranno la forza di superare questi ostacoli.
    So che riuscirete ad andare avanti anche senza di me.

    «Ma magari evitiamo di parlare di queste cose davanti ai tuoi bimbi.» rivolgo uno sguardo di sottecchi al drago «Ho come l'impressione che tuo figlio sti aspettando il momento adatto per decapitarmi.» mi stringo contro Alyah.
    La bambina invece è adorabile. Vorrei cucirle dei vestiti, e magari un peluche a forma di Anolian.
    «Piuttosto, quei problemi di personalità di cui mi dicevi? Sei più andata da Giulius?»

    Edited by Zero - 25/1/2015, 17:42
     
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    Alyah Maireld
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    Si prese qualche attimo per ripescare nella memoria se le era mai capitato di incrociare Quarion di sfuggita o in alternativa provò ad immaginarselo. Già vedere Daniel che lo imitava e ancheggiava in quel modo, le fece sollevare il sopracciglio sinistro dalla perplessità. Completini leopardati e personalità di una tredicenne viziata. Immaginò Cose e non le piacque molto.
    O meglio, era tutto lontano dal suo concetto di sensualità.
    Alyah seguiva uno stile più maturo e completo, che non si fermava unicamente al stordire il prossimo col proprio bell'aspetto e sperare in un momento di lussuria. Assolutamente no, come Daniel sapeva bene, il modo di sedurre della maga era più lento e subdolo, fatto di giochi di sguardi e movenze apparentemente innocenti.
    Oltre al sesso, lei cercava anche la semplice compagnia con chi le piaceva.

    « Non saprei nemmeno io e nel dubbio sto puntando a salire nella gerarchia per restare suo superiore. Non per cattiveria o sfiducia nei suoi confronti, solo... »
    Voltò per un momento lo sguardo alle loro spalle, dove i suoi figli li seguivano a pochi passi di distanza. In particolare gli occhi violetti si soffermarono su Raevon.
    « Dovessi trovarmi a combattere e mio figlio facesse parte delle truppe, difficilmente lascerei a qualcun'altro la responsabilità della sua vita. Men che meno a chi non ha molta pratica a stare alla guida di un gruppo. »
    Non c'era traccia di superbia nelle sue parole, perchè non si reputava migliore di Brynjar di tanto e anzi, si poteva solo leggere la preoccupazione di una madre per la sorte del proprio figlio. Apprensione che nel peggiore dei casi poteva trasformarsi presto in ira omicida, prevedendo come reagirebbe la maga.

    Fortunatamente il breve momento di minacce più o meno sottintese venne spazzato via dall'improvviso urlo di Daniel, dove Alyah trasalì e guardò l'altro con occhi grandi dallo spavento. Piano piano tornò rilassata e pacata, anche se le rimase il sospetto che all'ex Primario non piacque molto la notizia.
    « Lo terrò d'occhio, lo prometto. E non farci troppo caso a Raevon, guarda così più o meno tutti gli uomini che mi si avvicinano. Non risparmia nemmeno suo padre, ecco. Finchè nessuno mi torce anche un capello, non è pericoloso. »
    Spiegò brevemente per cercare di tranquillizzarlo.
    Insomma, l'importante era starle vicino e non farle alcun male.
    Prima di rispondere all'ultimo quesito, tirò le labbra in una smorfia quasi colpevole.
    « Riguardo a quello non mi sono ancora rivolta a Giulius, vuoi per convocazioni a missioni e altri impegni più urgenti che si sono messi in mezzo. In compenso mi è capitato di parlarne a Céline e mi ha consigliato di iniziare a creare veleni, così da tenere sotto controllo gli scatti d'ira. Già pensavo di diventare Venom e così ho avuto una ragione in più per farlo. »
    Abbassò qualche istante lo sguardo sui propri piedi e le sue labbra assunsero una piaga mesta. La situazione era migliorata, di poco, e comunque era un problema in meno o quasi. Un dubbio comunque le restava.
    « Per il resto ora sono certa siano i sigilli alla memoria a darmi rogne, perchè grazie ad un tizio che colpiva l'anima con l'Oscurità, deve averli forzati abbastanza da farmi recuperare piccoli frammenti di ricordi. Spero di arrivare a capo di questo enigma, con la dovuta calma dato che al primo passo falso possono esserci conseguenze spiacevoli. »

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    Parla di gerarchia militare, truppe e responsabilità, e mi sembra tutto così distante.
    Ho la nausea. È come se l'intera Angeldust mi stesse guardando male; una pletora di soldati sanguinanti contro me, al sicuro e coccolato in una sontuosa residenza dell'Est.
    Alyah piena di botte che mi fissa e chiede "perché io sto soffrendo e tu no?"
    Dovrei sentirmi in colpa per aver abbandonato tutto? O è stata forse l'Accademia ad aver abbandonato me?
    Ricordo com'eravamo all'inizio, una manica i disadattati in una città che sembrava un centro profughi. sperduti, disperati, deboli, eppure uniti. Tutt'altra cosa rispetto all'Accademia di oggi, piena di giovani minchioni che muoiono come mosche cercando gloria e genaro.
    Mi sento così vecchio.

    «Se è colpa dei sigilli è positivo, direi. Significa che non sei pazza tu.» rispondo, poggiando l'indice contro il suo nasino.
    Le stringo forte la mano. So come ci si sente quando ti danno del pazzo. Quando ti dicono che sei sbagliato dentro.
    Nessuno dovrebbe sentirsi mai così. Il mondo saebbe migliore se ciascuno potesse essere ciò che eralmente è. E ora che sono libero dai limiti tecnologici dell'Accademia, mi chiedo se ci sia un modo di riuscirci davvero.
    Rispolverare vecchi sogni da bambino.

    «Io sto cincischiando con sigilli magici vari, in questo periodo. Se vuoi ci possiamo lavorarci insieme.»
    Rimango sul vago, evito di spiegare. Non mi pare il caso di complicare la situazione.
    Non mi piace l'idea di una Alyah che lancia i veleni. Conosco i loro effetti, ho subito quelli di Céline: cose nauseanti che provocano solo fastidio.
    Aly non deve creare fastidio. Non lo merita.

    Sapere che il figlio è geloso con tutti non rende la sua presenza meno inquietante. Mi sforzo di camminare con nonchalance, di fissare lo spettacolo mozzafiato sopra le nostre teste, ma sento i suoi occhi piantati sulla mia schiena. E insieme a quella consapevolezza, nasce spontanea una domanda.
    «Posso chiederti perché tuo figlio è nell'esercito? Non mi pare molto saggio far combattere così l'ultimo dei draghi.»
    Non dico di tenerlo in una gabbia di vetro, ma... Insomma. Fategli perlomeno fare una gita in un bordello, prima di lanciarlo in un campo di battaglia.

    Edited by Zero - 15/4/2015, 19:35
     
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    Le venne istintivo tirare le labbra in un sorrisetto, quando Daniel le poggiò il dito sulla punta del naso, quasi fosse improvvisamente tornata una ragazzina.
    « E non sai quanto la scoperta mi abbia risollevata. »
    Insomma, era tutta un'altra cosa sapere di non essere lei stessa a non essere in gradi di controllarsi, quando invece tutti i problemi erano causati da fattori a lei esterni e non - per ora - prevedibili. Significava anche che sotto ai modi gentili di cui a volte era capace spontaneamente non nascondessero lati del suo essere ancora più peggiori di quanto abbia mai sperimentato.
    Alyah non era così ipocrita da definirsi una persona di buon cuore, anzi, era la prima a dire di raggiungere alti livelli di spietatezza se spinta nel modo giusto.
    Chiamarla donna di ghiaccio e il cuore di pietra ci stava, mostro no.

    « Sono favorevolissima a farlo. Non che non mi fidi dei medici e le attrezzature dell'Accademia, solo... non sapendo nemmeno io come muovermi, avendo quasi nulla tra le mani, preferisco avere più punti di vista a disposizione. »
    Rispose all'offerta di lavorare insieme, annuendo pure col capo.
    « Anche perché... beh, ammetto di essere la peggiore persona quando si tratta di affrontare i problemi personali. Ho la brutta tendenza a schivarli il più possibile, attaccarmi ad ogni scusa per non affrontarli come si deve. Almeno con l'aiuto di qualcuno dovrei riuscire a... come dire, non sgarrare. »
    Era troppo abituata a tenere tutto per sè, nascondersi dietro a delle maschere, invece che aprirsi al prossimo e cercare un appoggio in una persona amica. Da una parte era colpa della sua natura riservata e dall'altra c'erano quelle volte in cui era riuscita a parlare francamente, per poi ritrovarsi un'amara delusione.

    Riguardo al perchè Raevon fosse una Recluta, Alyah esitò nella risposta.
    « Ha deciso tutto lui, a dire la verità. »
    E nemmeno a lei piaceva moltissimo la cosa.
    « A parte la scelta presa dai Mezzidraghi di unirsi a combattere per l'Accademia, è stato proprio a voler essere arruolato. Ricordo mi disse chiaramente di farlo per l'occasione di stare il più vicino possibile a me e anche la soddisfazione che avrei nel vederlo eccellere. Sinceramente a me basta saperlo sano e salvo. »
    Al termine della spiegazione sbuffò vistosamente, sottolineando in maniera indiretta di essere divisa tra preoccupazione e una punta di stima verso di lui.
    Insomma, non sapeva bene nemmeno lei se approvare o no il ruolo militare.
    « Ma non è possibile fargli cambiare idea. A me non resta quindi sperare non gli succeda nulla di terribile. »

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    Yay, faremo la Scienza cincischiando con sigilli magici e macchinari per leggere cervelli! Non so quasi nulla di sigilli magici, e non saprei come replicare i miei macchinari per leggere cervelli.
    Sarà estremamente divertente. Davvero! Scienza al suo massimo. Pura improvvisazione. Sexy-Alyah come pornoassistente, un camice bianco e sotto niente. Qual'è la cosa peggiore che può succederci?
    Ah, già, paralisi cerebrale.
    Beh, tanto già ora non è che stiamo troppo bene.

    Riguardo al suo discorso sui figlioli... Capisco. Cioè, io non ho mai visto la mia, di mocciosa, ma capisco proprio per questo.
    «Immagino che tu non possa veramente dire a un figlio cosa fare.» commento, passandole un braccio intorno alle spalle.
    (Drago che mi arrostisce la schiena entro tre, due, uno...)
    «Puoi solo cercare di indirizzarlo sulla retta via e pregare che sappia quello che fa mentre va avanti.»
    E guardarlo andare, pronto a dirgli "ah ah, io te lo avevo detto" nel caso sbagl- no ok, questo non è un comportamento da persona adulta.
    «Almeno sei abbastanza sicura che la tua bimba per ora non si metterà nei guai. Un figlio al sicuro su due non è male.»
    Potrei cucirle qualche vestito, se trovo il tempo. Iris è come un'adorabile bambolina, ed è da troppo tempo che non cincischio con ago e filo. Ho una reputazione da donnicciola di casa da mantenere, io.
    Torno a fissare le stelle. Chissà dov'è la mia mocciosa, eh? Chissà se avrò l'occasione di cucire qualcosa anche per lei. Tessuto dorato, qualcosa che si intoni ai suoi occhi.
    Spero che apprezzi i vestiti da principessina, perché il suo papà li adora.
     
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    Si lasciò afferrare con un braccio per le spalle e di tutta risposta si strinse meglio al fianco di Daniel, ricambiando il gesto e fermandosi con la mano sulla sua schiena. Alle loro spalle poterono sentire chiaramente qualcuno sbuffare sonoramente e non era necessario dire di chi si trattasse, vero?
    Ibis invece ridacchiò, divertita dalla reazione del fratello.
    « Esattamente, sempre se si degnano di ascoltare. »
    Commentò a sua volta, sospirando.
    « Altrimenti c'è da sperare che non vadano a cacciarsi in qualche guaio troppo grosso per loro da poterli affrontare senza l'aiuto del genitore. E hai detto bene, almeno con Ibis ho maggiori certezze non le possa capitare nulla del genere. »
    O almeno lei ci sperava in cuor suo, infatti l'espressione apparsa sul volto della maga non era qello di qualcuno del tutto tranquillo. Seppure senza alcuna capacità combattiva, o per lo meno non ancora dimostrata, la ragazzina aveva un caratterino tanto vivace e a volte imprevedibile.

    Alyah scosse con forza la testa, scacciando tutti quei pensieri.
    « Ma basta fare le persone noiose. Non ci stiamo godendo al meglio la bellezza di questo posto, o sbaglio? Stiamo sereni, ora che possiamo. »
    Disse a Daniel, rivolgendogli un ampio sorriso.
    « E poi sono curiosa di vedere altre particolarità di Endlos. Se non ricordo male, da quello che mi scrissi, questa non sarebbe la città dove risiedi, vero? »
    Continuò a domandare la donna dai capelli argento-violetti, piena di entusiasmo in vista alla possibilità di esplorare un posto nuovo. Ovviamente chiese con gentilezza all'altro di accompagnarla per i vari luoghi, senza insistere troppo.
    Era un'adulta, lei, mica una bambina capricciosa.
    Al massimo tutta quell'energia era data da... nemmeno lei lo sapeva, sinceramente. Magari perché dopo giorni e giorni passati a combattere, questa era la prima volta dove restava più di qualche ora in una Dimensione diversa, senza avere un obbiettivo da seguire. La tranquillità era un piacere che non sempre era concesso a lei o chiunque altro svolgesse il suo stesso compito.

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