Colazione × Incontri × Saluti

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    Erano passati dodici mesi dal primo incontro tra Jester e Kora.

    Ma pur andando un anno a gravare sulle spalle delle due ne l’adolescente Selvatica ne l’immortale Vampira sembravano esser cambiate di una virgola o, per lo meno, non per quanto riguardava il fisico. Jester dimostrava ancora non più di dodici anni pur avendoli superati da tempo e nessuna riga era spuntata sul volto della 'ventiquattrenne' Lewis. Tuttavia la mente della più piccola era maturata. Ora la giovane dagli occhi scuri era più fiduciosa nel futuro. Corinne, oltre ad insegnarle un mucchio di cose divertenti sulla cucina, le aveva parlato di una superscuola che sarebbe stata sicuramente adeguata a lei. Un’accademia per Hunter. Quei famosissimi cacciatori di cui aveva tanto sentito parlare quando abitava nella capitale con i suoi genitori.


    Un sorriso gioioso si dipinse sul volto cereo della Strega della Luna mentre la treccia castana svolazzava all’aria tiepida della prima mattina bagnaiese. Con passo felpato la giovane percorreva velocemente la piazza passando difronte al campanile che aveva da poco scoccato le tre del mattino. Ancora qualche minuto di corsa e la fanciulla si ritrovò davanti ad una pensioncina. Lì alloggiava la sua amica Kora e come ogni giorno la Selvatica era andata a farle visita. Ormai era una routine e anche le zie della matta avevano smesso di chiedersi dove lei andasse.

    Dimostrando di essere abituata a quel genere di cose la ragazza si avvicinò al cancelletto e facendo leva sulle braccia flessuose si ritroverò facilmente nella proprietà privata. Furtiva si avvicinò al palazzo e, come solito, approfittò della finestra sempre aperta per intrufolarsi all’interno del condominio. Dopo una rampa di scale Jester si ritrovò finalmente davanti ad una porta pittata di bianco. Iniziò a bussare…

    -Kora sono arrivata
    Pronta alla prima portata!-


    Cinguettò a bassa voce riferendosi alla colazione che la vampira bionda le preparava ogni dì…
     
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    Nel silenzio immoto della notte, l'eco di una serie di piccoli tonfi rimbalzò lungo le mura vuote e silenziose del corridoio della pensione, spandendosi come una vibrazione irreale nell'aria e turbandone orribilmente la quiete. Per lui che aveva orecchie per sentire, se non altro.

    -Kora sono arrivata | Pronta alla prima portata!-

    Il fatto che si trattasse di una voce femminile già bastò a rimetterlo istantaneamente di buon umore... anche se avrebbe dovuto capirlo già dalle note che quei passetti lievi aveva prodotto per le vie, mano a mano che la presenza si avvicinava, e... il che -a dirla tutta- era una gran fortuna: come alcuni inconsapevoli disturbatori avevano avuto modo di scoprire a loro spese, tendeva a diventare irascibile nelle ore notturne, quando la sua mente si riempiva di musica e sensazioni attraverso cui solo la Luna sapeva indicargli la via per uscire dai flutti torbidi e tumultuosi di un oceano in cui si sentiva annegare.

    Ma quella non era una di quelle notti, così, quando spalancò il battente per accogliere la visitatrice, lo fece sfoggiando un sorriso cordiale e uno sguardo charmante mentre le rivolgeva un occhiolino scanzonato da oltre le lenti degli occhiali da sole (?); dopotutto, era una bambina così carina...!

    jpg
    « Bonne nuit, ma petite chou...! ♥ »
    sciorinò in francese, restando in piedi sulla soglia della stanza
    « Chi sei? E come mai avevi appuntamento con la Maestra? »

    Forse era stato un po' troppo diretto nell'esporre la questione, ma...
    Per cercare indizi andava bene anche così – no?

     
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    Quando la porta si spalancò il sorriso di Jester si tramutò in un'espressione interrogativa. La ragazzina si aspettava di vedere la sua amica bionda con un grembiule attorno alla vita pronta a cucinare frittelle invece al suo posto vi era un giovane uomo con occhiali alla men in black...

    « Bonne nuit, ma petite chou...! ♥ »
    Le diede il benvenuto lo strano individuo.
    « Chi sei? E come mai avevi appuntamento con la Maestra? »

    Alla parola 'Maestra' Jester inclinò la testa di lato visibilmente confusa. Il cervellino iniziò a fumare. Sapeva che Kora era una specie di dirigente scolastico o qualcosa del genere eppure non aveva mai pensato che avesse degli allievi suoi in modo diretto. Ora riflettendoci la fanciulla non trovò la cosa tanto strano anche se vi era ancora un piccolo dettaglio che non quadrava.
    La Strega della Luna guardò con modo critico il suo interlocutore da testa a piedi.
    Possibile che la Hunter non si fosse accorta di un fattore così evidente?

    -Sei uno studente?
    Parli seriamente?-

    La ragazza strinse gli occhi...
    -Non pensavo i maschi avessero abbastanza cervello
    Le mie zie dicono che lo hanno grande come un pisello!-


    Jester portò la mano all'altezza del viso dell'uomo ravvicinando indice e pollice. Per lei era normale pensare che gli uomini non fossero al pari delle donne, in fondo erano passati anni dal suo ultimo contatto con l'altro sesso che a dirla tutta era consistito in suo padre e un paio di amici d'infanzia...

    -Comunque io sono una sua amica
    Facciam assieme colazione...-

    Lo sguardo di Jester andò dal ragazzo alla stanza dietro di lui.
    -...Non se ne sarà andata mica?
    Eeee... ora tocca a te con la presentazione!-


    Detto questo la giovane sorrise furbetta e posizionò strategicamente un piedino nudo vicino all'anta della porta onde evitare che l'altro avesse l'idea di chiuderla fuori...
     
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    Nel contemplare la propria immagine riflessa nelle lenti scure degli occhialini da sole, la ragazzina sconosciuta assunse un'espressione sorpresa, segno evidente che si aspettasse di trovare qualcun altro sull'uscio; quando tuttavia ebbe ascoltato le parole che le erano state rivolte, ella reclinò dapprima la testolina castana da una parte -con aria un po' smarrita-, e infine prese a squadrarlo da capo a piedi quasi avesse scoperto di trovarsi davanti qualche strano animale particolarmente raro.

    « Sono di una bellezza eccezionale, lo so...! ♥ »
    assentì con tono comprensivo l'albino, giustificando lo sconcerto della piccola
    « Prenditi pure tutto il tempo che ti serve. »

    -Sei uno studente? | Parli seriamente?-
    domandò poi, non appena si fu ripresa dall'emozione
    -Non pensavo i maschi avessero abbastanza cervello
    Le mie zie dicono che lo hanno grande come un pisello!-


    « Come termine di paragone è azzeccato, non c'è che dire...! »

    Senza scomporsi, e annuendo con fare vago e distratto, il Violinista osservò con condiscendenza la pantomima con cui la fanciulla stava mimando le dimensioni del suddetto legume ad appena un palmo di distanza dal suo naso alla francese, e le labbra pallide si incurvarono in un sorriso divertito quando notò che quella di parlare in rima sembrava per lei una connaturata abitudine...

    -Comunque io sono una sua amica | Facciam assieme colazione...-
    proseguì la sua piccola ammiratrice, passando con audacia ad una rima incrociata
    -...Non se ne sarà andata mica? | Eeee... ora tocca a te con la presentazione!-

    ...e doveva ammettere che quel gioco sembrava davvero divertente, quindi: perché non provare anche lui? Quanto poteva essere difficile? Ostentando un pathos da gran drammaturgo, il giovanotto si schiarì la voce, mosse un passo indietro verso l'interno della cameretta per lasciar libera la soglia, e -allargando le braccia- si esibì in un profondo inchino.

    « Snow Owl è il mio nome: musico e artista
    di madama Luna devoto violinista... »

    si presentò, evocando in due sbuffi di nebbia il violino in una mano e l'archetto nell'altra
    « ...per questo motivo, soffrendone la mancanza,
    sono giunto col mio amico al suo luogo di vacanza,
    ma -ahimè- a dispetto della mia fulgida costanza
    la pista si è interrotta in questa vuota stanza... »


    Sciorinando le rime che gli cadevano nella mente, lasciò evaporare gli strumenti solo poco prima richiamati nelle proprie mani, così da lasciarle nuovamente libere, e -prese a passeggiare per la piccola camera come un attore sul palcoscenico, portandosi poi la destra alla fronte per mimare la sua sofferenza con fare teatrale.

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    « In cerca di qualche sua traccia, il Mastino è ripartito in caccia,
    mentre il Gufo -assai più lesto- fu lasciato a guardia del nido, mesto...
    Il tempo è fuggito, come un brigante, finché sotto questa luna calante
    giunse ora alla porta la figuretta -sconosciuta e graziosa- di una giovinetta... »

    con una mezza piroetta, il Musico si volse verso il Giullare e le rivolse una riverenza
    « Il suo nome, invero, ancora lo ignoro -se lo udirò ne farò tesoro-,
    ciò che tuttavia mi preme sapere, è quando potrò la mia Musa rivedere...! »


    Concluse il monologo con un sospiro sconsolato e afflitto -assai simile ad un singhiozzo-, portando la mano sul cuore e atteggiando il volto in una maschera di profonda concentrazione e drammaticità... e così rimase in silente attesa. Chissà: magari aspettava gli applausi.

     
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    Lo sconosciuto non fece niente per ostacolare Jester, anzi, mosse un passo all'indietro permettendole di farne uno in più verso la stanza.

    « Snow Owl è il mio nome: musico e artista
    di madama Luna devoto violinista... »


    Il giovanotto parlò in rima e fece apparire un violino dal nulla suscitando le simpatie della Selvatica.

    « ...per questo motivo, soffrendone la mancanza,
    sono giunto col mio amico al suo luogo di vacanza,
    ma -ahimè- a dispetto della mia fulgida costanza
    la pista si è interrotta in questa vuota stanza... »


    La ragazzina entrò finalmente nell'appartamento di Kora mentre Owl Snow faceva evaporare il suo strumento in una specie di nuvoletta.

    « In cerca di qualche sua traccia, il Mastino è ripartito in caccia,
    mentre il Gufo -assai più lesto- fu lasciato a guardia del nido, mesto...
    Il tempo è fuggito, come un brigante, finché sotto questa luna calante
    giunse ora alla porta la figuretta -sconosciuta e graziosa- di una giovinetta... »


    Il Giullare, sempre più entusiasta dell modo di esprimersi della sua nuova conoscenza, non riuscì a nascondere un risolino divertito. Quel 'Gufo', come si era presentato lui, era un tipo al quanto bizzarro e divertente e la Selvatica sperò con tutto il cuore che il suo compagno, il 'Matino', fosse altrettanto simpatico. Per un attimo una strana idea balenò nella mente della piccola, possibile che fossero due creature magiche in grado di trasformasi in animali? Gli occhi scuri brillarono di una luce infantile, in questo caso sarebbe stato tremendamente divertente giocare con loro.

    « Il suo nome, invero, ancora lo ignoro -se lo udirò ne farò tesoro-,
    ciò che tuttavia mi preme sapere, è quando potrò la mia Musa rivedere...! »


    Questa volta fu la ragazzina ad esibirsi in un inchino.
    -Del rincaso di Kora non conosco l'ora
    E in vero non capisco perché non sia qui ancora.
    Comunque Jester è come mi chiamo
    Selvatica di Montecchio monte vicino a dove siamo!-

    La fanciulla tornò in posizione eretta e iniziò a saltellare attorno a Owl.
    -Comunque mi suoneresti qualcosa con il tuo violino?
    Tanto che aspettiam la nostra amica e il Can... Mastino!-


    La Strega della Luna corresse in fretta l'ultima frase, se avesse continuato la sua rima si sarebbe conclusa erroneamente con 'Cagnolino'...
     
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    In risposta all'implicito invito del Gufo, la fanciulla dai lunghi capelli scuri trotterellò dentro la stanza, e dopo aver ascoltato le rime del saltimbanco con occhi scintillanti, compose in scioltezza un nuovo fraseggio per rispondere alla stoccata che le era stata rivolta.

    -Del rincaso di Kora non conosco l'ora | e in vero non capisco perché non sia qui ancora.-
    si presentò la piccina, saltellando gioiosamente intorno al Violinista
    -Comunque Jester è come mi chiamo | Selvatica di Montecchio monte vicino a dove siamo!-

    Nell'ascoltare la fanciulla presentatasi col nome di Jester, l'albino ristette assorto: come temeva, nemmeno lei sapeva dove se n'era andata la Maestra, ma il fatto che la bionda fosse già in ritardo per l'appuntamento di colazione non poteva ancora rappresentare un indizio; dopotutto, alla Malkavian capitava spesso di sparire di punto in bianco e di ricomparire altrettanto all'improvviso... e quell'atteggiamento, in effetti, l'aveva preso da lei.

    -Comunque mi suoneresti qualcosa con il tuo violino?
    Tanto che aspettiam la nostra amica e il Can... Mastino!-


    La domanda lo riscosse dai suoi pensieri: come tutti gli artisti e gli eccentrici, vedere altri interessarsi a quelli che si considerava i propri punti forti gli metteva un certo vanesio entusiasmo... e lui, senza falsa modestia, era un musicista bravissimissimo. Un'altra cosa che aveva imparato dalla Maestra.

    « Mia piccola ed ingenua giovinetta,
    suonare “qualcosa” è un'imbarazzante scelta:
    quando mi esibisco, lo faccio senza fretta
    perciò non sprecare il mio tempo e sii svelta. »

    la ammonì quasi, sospingendola per le spalle verso il piccolo sofà
    « Prendi posto -in silenzio- sul divanetto,
    e decidi la melodia di turno,
    perché per la testa ho un funebre allegretto,
    ma a quest'ora sarebbe meglio un notturno... »


    Ma quel concerto improvvisato era destinato ad andare a monte: la porta di ingresso si spalancò con uno schianto che mandò il battente sbattere contro la parete, e mentre i cardini vibravano di un lamento sofferente -provati da quello sforzo- la figura si palesò sulla soglia; reggeva in braccio tre grossi scatoloni di cartone dall'aria piuttosto pesante, impilati l'uno sull'altro fino a superare la sua ragguardevole altezza e nascondergli la faccia - e quello doveva essere il motivo per cui non aveva né bussato né aperto usando le mani.

    Fu possibile vederlo in viso solo dopo che ebbe scaricato il tutto a terra in malo modo, e ciò che ne emerse fu un alto giovanotto dai corti capelli neri, un occhio dorato e l'altro coperto da una benda che lo faceva assomigliare molto ad un pirata...


    « Che razza di modi! Questa è un'invasione!
    Se non potevi bussare, almeno fai attenzione! »


    Nel tempo di un battito di ciglia, Owl si era materializzato accucciato in cima alla pila di scatoloni, ad un palmo dal volto del nuovo arrivato, agitandogli un indice contro con un'espressione severa sul faccino pallido e seminascosto dagli occhialini scuri; l'altro si limitò a fissarlo con aria accigliata, inarcando un sopracciglio.

    « E poi, cosa sono queste casse? E perché sei già qui?
    Non dovevi cercare la Maestra notte e dì? »

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    « ...stai parlando in rima. »
    gli fece notare il moro, con voce ruvida
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    « Sì: è la regola del gioco! »
    rispose prontamente il Gufo, annuendo vigorosamente
    « Prova anche tu – almeno un poco. »

    « ...no. »
    brontolò risoluto quello che doveva essere il Mastino

    « Eddaiii, su! Che cosa ti costa? »
    insistette il Violinista, dondolando nella sua posizione accovacciata
    « Sei un guastafeste senza sosta! »

    « Non intendo farlo. Quindi piantala. »
    ribadì categorico l'altro

    « Non ci siamo! Impegnati di più! »

    « . . . »

    Senza ulteriori commenti, il Nero Mastino assestò una pedata alle scatole che facevano da piedistallo al Gufo Bianco, e quello mulinò disperatamente le braccia per mantenere l'equilibrio, ma fu inutile: il suo appoggio si ribaltò, le casse caddero a terra con un tonfo pesante, e lui... lui doveva essere istantaneamente balzato via, visto che ora era accoccolato nella stessa posizione ma sopra il tavolo, e da lì cominciò a sciorinare un soliloquio in francese, di cui l'unica cosa comprensibile era il tono lamentoso che lo rendeva un piagnisteo.

    « Oh, Abel... non essere cattivo con Owl. »

    Una dolce voce di donna -ben nota anche alla Giullare- provenne dall'ingresso; poi, la vampira dagli occhi verdi attraversò la soglia di casa, con un sacchetto di carta abbracciato al petto e un sorriso allegro sul candido volto da bambola.

    « Ha cominciato lui. »
    tagliò corto laconicamente il giovanotto

    « Maestra! ♥ »
    trillò il Musico, scattando in piedi sul tavolo, d'un tratto raggiante

    jpg
    « Ciao, Jessy! ♥ »
    salutò la Hunter, notando la ragazzina e liberando una mano per farle “ciao-ciao”
    « Ero andata un momento a prendere alcune scorte - Abel mi ha aiutato a portarle.
    E' molto che aspetti...? »

     
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    « Mia piccola ed ingenua giovinetta,
    suonare “qualcosa” è un'imbarazzante scelta:
    quando mi esibisco, lo faccio senza fretta
    perciò non sprecare il mio tempo e sii svelta. »


    La ragazzina arrossì. Ora che ascoltava le parole di Owl si rendeva conto di aver fatto una richiesta tutt'altro che facile, tuttavia al momento non aveva idea di cosa chiedere. Si sedette sul divano e portò una mano al mento, pensierosa.

    « Prendi posto -in silenzio- sul divanetto,
    e decidi la melodia di turno,
    perché per la testa ho un funebre allegretto,
    ma a quest'ora sarebbe meglio un notturno... »


    Gli occhi della Giullare si posarono pieni d'aspettativa sull'albino, tuttavia il concerto che la fanciulla stava già pregustando non vi fu. Ad interromperlo lo schianto della porta contro la parete, poi un'alta figura nascosta da tre grossi scatoloni emerse sulla soglia. La ragazzina dalla chioma castana s'alzò di scatto con aria diffidente mentre l'estraneo posava i pacchi a terra svelando la sua identità. Un baldo giovane dai corti capelli scuri e una bandana da pirata. La Selvatica si soffermò prima su quella incuriosita per poi passare all'occhio libero e... bloccarsi!
    La fanciulla non si mosse di un millimetro e rimase a pochi passi dal sofà immobile come una bambola. Non si accorse neanche del dibattito che si era appena acceso tra il nuovo arrivato e il Gufo...

    « Oh, Abel... non essere cattivo con Owl. »
    Una voce conosciuta s'intromise nella scena e solo in quel momento, quando Kora-chan fece il suo ingresso, il Giullare tornò alla realtà.
    « Ha cominciato lui. »
    Limitò a giustificarsi il baldo.
    « Maestra! ♥ »

    Esordì Owl. Al che la Strega della Luna spostò lo sguardo da quello che capì dovesse essere il Mastino al violinista sopra al tavolo. Come c'era arrivato lui sopra al tavolo la piccola non lo sapeva. Si sentì improvvisamente stupida mentre lanciava un'occhiata di sottecchi al moro.

    « Ciao, Jessy! ♥ »
    Il Giullare saltò sull'attenti improvvisamente sperando che l'altra non si fosse accorta... accorta di poi cosa?!
    « Ero andata un momento a prendere alcune scorte - Abel mi ha aiutato a portarle.
    E' molto che aspetti...? »

    La ragazza scosse il capo forse un po troppo velocemente e ridacchiò.
    -No, no... sono appena arrivata
    Visto che bella giornata?-

    Si bloccò nuovamente.
    -Cioè serata volevo dire
    Non statemi a sentire!-

    Si fece avanti per prendere il sacco dalle mani della Hunter.
    -Lasciami aiutare
    Ci mettiamo a cucinare!-


    Sciorinando la rima più velocemente del solito l'ibrido avrebbe portato la busta sul tavolo dove era Owl più rossa di un pomodoro.
     
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    -No, no... sono appena arrivata | Visto che bella giornata?-

    Riscuotendosi nervosamente dallo stato imbambolato in cui era stata trovata dalla Vampira al suo arrivo, Jester le si fece incontro per prendere la busta di carta che stringeva al petto, e anche se l'accontentò con un sorriso disinvolto, allo sguardo verde e attento della Malkavian non sfuggì l'innaturale rigidità della piccola...e per quanto fosse impossibile, il suo primo pensiero -più un timore, in realtà- fu che la bimba avesse in qualche modo avvertito l'imminenza ormai prossima del loro commiato.

    Per quanto si fosse divertita a giocare a fare la mammina in quel paesello sperduto tra il verde e i monti, Kora sapeva perfettamente che il suo titolo di Presidente dell'Associazione Hunter non era solo un modo per allungare la già corposa lista di nomi con cui amava impressionare la gente quando si presentava per la prima volta in modo formale... certo, non era stata esattamente sua intenzione vincere le elezioni (cioè, si era candidata quasi per gioco, però
    Hiso-pin l'aveva incastrata! Ah, lunga storia.), ma una volta in poltrona si era resa conto di poter combinare qualcosa di buono e... beh, si era presa un impegno e non poteva tirarsi indietro...

    -Cioè serata volevo dire | Non statemi a sentire!-
    gorgheggiò ancora il Giullare, dirigendosi al tavolo dove Owl era accovacciato
    -Lasciami aiutare | Ci mettiamo a cucinare!-

    Dopotutto, l'Accademia era ancora un'istituzione giovane e bisognosa di cure per affermarsi e poter camminare sulle proprie gambe, presto si sarebbe tenuto il vertice dei Conciliatori a cui doveva partecipare per conto di Greg, e -per finire- sulla sua scrivania c'erano di sicuro pile infinite di fogli da firmare per formalizzare le pratiche del prossimo Esame per la Licenza. E meno male che ai documenti avevano già pensato Fei e Mocchan...!

    Che la sua vacanza stesse perciò volgendo al termine la Vampira lo sapeva benissimo, e già nell'ultima settimana aveva cercato di preparare a piccola Selvatica alla separazione, ma... non era ancora riuscita a trovare né le parole né l'occasione per farle cenno della cosa; la comparsa dei suoi allievi aveva reso l'urgenza della sua decisione definitiva, e adesso che il Gufo e il Mastino erano entrambi lì, in attesa di prelevarla per ricondurla al suo posto e ai suoi doveri, la Malkavian sapeva di non poter più rimandare. Doveva dirlo a Jester... ma voleva farlo in privato.

    « Owl, Abel: all'ingresso della città c'è un orfanotrofio. »
    esordì, rivolgendo un'occhiata ai due giovanotti e rimbalzandola alle scatole imballate
    « Potreste portare là queste e le altre scorte rimaste di sotto? ♥ »

    « Sìììì! Ci pensiamo noi! »
    esclamò l'albino, scattando in piedi sul tavolo, lieto di rendersi utile

    « Posso occuparmene da solo. »
    obiettò il moro, roteando l'occhio al cielo e sospirando irritato

    « Andate entrambi. E fate con calma... »
    dispose categorica la Maestra, incrociando le braccia al petto morbido
    « ...io e Jessy abbiamo bisogno di tempo per preparare...! ♥ »
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    Con un cenno di assenso del capo, Abel si arrese -forse afferrando il sottotesto in quelle parole-, e Owl -decisamente ignaro- saltò agilmente giù dal mobile, precedendo il compagno fuori dalla stanza col passo leggero e saltellante di un ballerino; le loro voci si spensero in fretta, man mano che essi si allontanavano per il corridoio, e quando entrambi i ragazzi se ne furono andati, un silenzio innaturale scese nella stanza.

    « Un po' di tranquillità! Allora... »
    riprese la bionda, con tono allegro, rivolgendo alla piccola Jester un sorriso complice
    « ...che cosa ti andrebbe per colazione, quest'oggi? ♥ »

     
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    « Owl, Abel: all'ingresso della città c'è un orfanotrofio. »
    La voce di Kora si propagò per tutta la stanza argentina e vitale.
    « Potreste portare là queste e le altre scorte rimaste di sotto? ♥ »

    Quando Jester udì queste parole non poté far a meno di girarsi di scatto e puntarle gli occhi d'onice addosso. Sapeva che la Hunter era buona di natura ma le parve strano che volesse dare via tutte le sue scorte. Tuttavia l'altra non sembrava essersi accorta dell'occhiata interrogativa ricevuta poco prima e lei fece finta di niente. Improvvisamente la Selvatica si accorse dei pacchi imballati che riempivano la sala e capì che era giunto il momento dei saluti...

    « ...io e Jessy abbiamo bisogno di tempo per preparare...! ♥ »

    Fu questa la frase con cui la Maestra congedò i suoi allievi che, una volta usciti, lasciarono nella stanza un rumoroso silenzio. Dal canto suo Jester non fece niente per sopprimerlo cedendo all'altra il compito di reprimerlo.

    « Un po' di tranquillità! Allora... »
    La bionda le rivolse un sorriso di miele a cui la più giovane rispose in modo un po' incerto.
    « ...che cosa ti andrebbe per colazione, quest'oggi? ♥ »
    Lo sguardo si abbassò sulla busta da cui le dita affusolate della ragazzina tirarono fuori un pacco di uova.
    -Una torta con cacao davvero amaro,
    Dei dolcetti tondi con aspro limone
    Lo zucchero su loro non sarà avaro,
    Mentre a velo sulla torta non se ne pone!-

    Le iridi scure si incatenarono in quelle smeraldine di Kora. Un sorrisone sul volto.
    -Noi saremo per sempre amiche?
    Oggi da poco e domani più antiche?-


    La mezza Selvatica sapeva che prima o poi si sarebbero dovute salutare e, anche se avrebbe tanto desiderato passare ancora un po' di tempo con la Hunter, sapeva che quella non era la fine. Prima o poi avrebbe rivisto la Signorina e avrebbero giocato insieme, forse si sarebbero riviste e avrebbero combattuto. Jessy lo sperava...
     
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    Nell'avvertire su di sé il peso degli occhioni scuri della bimba, la bionda ostentò per riflesso una disinvoltura che non provava affatto, e in cuor suo non poté fare a meno di sentirsi una pessima persona: al pensiero di andarsene da Montecchio, le sembrava di star abbandonando quella ragazzina... ma rimandare ancora il ritorno al Consiglio Supremo -o annullarlo del tutto- avrebbe comportato numerose conseguenze, e per quanto poco queste l'interessassero per sé stessa, non avrebbe tollerato se esse avessero finito per ripercuotersi sui suoi amici, sui suoi sostenitori nell'Associazione degli Hunters, o sugli allievi della neonata Accademia.

    Quando vide la piccola Selvatica spostare lo sguardo sugli scatoloni -tutti i ricordi che avevano accumulato in quel folle e divertente anno insieme-, e rispondere con incertezza al suo sorriso da attrice consumata, la Malkavian seppe che il Giullare doveva aver già capito ...e in quel momento, avvertì il prepotente desiderio di scomparire: non di darsela a gambe, perché in nessun luogo sarebbe mai stata sufficientemente lontano da sé stessa; solo di...
    svanire, ecco. Tipo, in una nuvoletta di fumo. Rosa, magari. Le sembrò l'unica cosa capace di evitarle quella sensazione orribile...

    Ogni volta che si avvicinava a qualcuno, pur non avendo altra intenzione che aiutarli o consolarli, finiva sempre per abbandonarli o ferirli; forse avrebbe fatto meglio ad astenersi dall'avvicinarli fin dall'inizio, ma qualcosa in lei non le permetteva di stare a guardare la sofferenza degli altri senza almeno provare ad alleviarla con uno sguardo, un abbraccio, un bacio o una parola gentile... e quando ci riusciva, quando coloro che aveva trovato accasciati sul ciglio della strada erano di nuovo in piedi, aveva sempre l'impressione di non poter rimanere. Che lei, lì, fosse fuori posto – e che, prima o poi, avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa.

    -Una torta con cacao davvero amaro | Dei dolcetti tondi con aspro limone
    Lo zucchero su loro non sarà avaro | Mentre a velo sulla torta non se ne pone!-

    nel rispondere alla sua domanda, il Giullare pesco la confezione di uova dalla sporta
    -Noi saremo per sempre amiche? | Oggi da poco e domani più antiche?-
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    Ecco: era arrivato il momento di dirglielo... Ma, prima, la abbrancò all'improvviso con le braccia flessuose e se la strinse al petto morbido come una bambina con la sua bambola preferita.

    « Oh, Jessy... certo che saremo amiche per sempre.
    Sempre allo stesso modo. »

    con sguardo dolce malinconico, levò il capo ma non la lasciò andare
    « Ora... so che in questo anno te l'ho già chiesto molte altre volte, ma...
    Sei sicura di non voler venire anche tu? »

    le domandò per ancora una volta – l'ultima
    « Vedresti tante cose del mondo...
    E l'Accademia ti aiuterebbe a sviluppare i tuoi poteri... »

     
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    Un abbraccio sincero. Un abbraccio di quelli che solo le mamme sapevano dare... eppure Jester lo sapeva, Kora non era sua mamma, Kora era solo una Signorina meravigliosa. Aspirò a fondo il suo odore e lascio che la voce di miele dell'altra le inondasse la mente.

    « Oh, Jessy... certo che saremo amiche per sempre.
    Sempre allo stesso modo. »


    La donna non la libero dalla stretta e il Giullare non s'oppose, anzi. Le sue braccia avvolsero l'altra ricambiando quell'intimo gesto. Gli occhi oscuri si chiusero ma, per quanto la più piccola avesse voluto, non pianse. No, non avrebbe reso quel momento più doloroso di quanto già non fosse. E poi a dirla tutta, quello era un ciao non un addio.

    « Ora... so che in questo anno te l'ho già chiesto molte altre volte, ma...
    Sei sicura di non voler venire anche tu? »


    Aspirò il profumo buono della Vampira come a volerlo tenere sempre nella memoria. Quanto avrebbe voluto, ma non poteva. Non finché le sue zie avrebbero sacrificato bambini. O forse, non finché la sua indole da eroina non fosse scemata. Forse un giorno...

    « Vedresti tante cose del mondo...
    E l'Accademia ti aiuterebbe a sviluppare i tuoi poteri... »


    Come non detto. Gocce calde scesero irrefrenabili dalle sue ciglia e le mani diventarono pugni che trattenevano forte la maglietta di lei...

    -Non ora
    Non ancora!-


    Alzò il viso e ricacciò indietro le lacrime sfoggiando il sorriso più credibile che aveva.

    -Forse vi sarà il giorno
    Ma oggi dalle zie torno!-
     
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    Sentire le braccia della ragazzina stringerla in rimando fu insieme una gioia, un sollievo e una tortura: ancora una volta, invece di andarsene e basta, senza fare altro trambusto nelle vite altrui, si allontanava lasciando uno spiraglio aperto... dando spago al sottile filo rosso di un destino pericoloso come la lenza di un amo da pesca, con cui mantenere in vita un legame che non avrebbe mai dovuto intessere fin dall'inizio, e con cui finiva per far del male a coloro che -semplicemente- non riusciva a lasciar andare.

    -Non ora | Non ancora!-
    rispose la piccola, declinando come sempre aveva fatto per un anno intero
    -Forse vi sarà il giorno | Ma oggi dalle zie torno!-

    Le manine di Jester si aggrapparono alla stoffa leggera della sua camicia, e quando ella sollevò il visetto rigato di lacrime verso di lei, gli occhi di smeraldo della Malkavian videro chiaramente con quanto impegno la bambina stesse sforzandosi di inghiottire il magone e trattenere il pianto; fu in quel momento che una parte di lei desiderò ardentemente riuscire a far lo stesso, ma -ogni volta- ogni addio le lasciava nel cuore immoto solo una sofferenza quieta e senza nome... così si limitò a rivolgerle un sorriso malinconico -dolce e mesto-, a tergerle le scie umide e salate dalle gote con un gesto tenero della mano, e a chinarsi su di lei per posarle sul nasino lo schiocco di un piccolo bacio.

    « Ti aspetterò, allora... »
    assicurò, arcuando le labbra rosse e ben disegnate in una piega gentile
    « E adesso, mettiamoci all'opera: la colazione non si preparerà da sola...! »


    In quei frangenti, pur di rincuorare i suoi cari,
    non avrebbe avuto remore a proferire qualunque bugia...

    Quella volta, però, era solo la verità.

     
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