Stalker demoniaci

Audient Void ~ Preludio I

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    Azazél
    « Esprimi un desiderio. »

    Una delle tante regole non scritte di Merovish suggeriva di non fare mai domande in giro.

    Lo aveva letto da qualche parte, ma cosa si doveva fare quando avevi bisogno di fare domande?
    Cercare di essere il più discreti possibile, essere quasi invisibili, farsi dimenticare pochi secondi dopo che l'incontro fosse avvenuto, pagare le informazioni ne troppo poco ne in maniera eccessiva, per evitare di farsi tagliare la gola da qualche ladro particolarmente attratto dal denaro.
    Ma, soprattutto, porre le domande giuste. Alle persone giuste. Nel modo giusto.
    Come se fosse facile.
    Qualcuno avrebbe potuto suggerire che quello fosse un rischio calcolato. Per Azazèl era stato calcolato male, però.
    Doveva farlo, se voleva essere un passo avanti a tutti lui aveva la necessità di porsi e di porre agli altri quel quesito.
    Cosa aveva fatto e cosa stava ancora facendo Lazarus lì a Merovish?
    Tutto il suo viaggio, tutta la sua ricerca, stava in questa breve domanda.
    Un'insignificante ragazzetto albino avrebbe attirato qualche attenzione, no?
    Quindi si era preparato per bene, cambiandosi d'abito per non risultare appariscente, nascondendo i soldi in varie tasche per evitare di farseli borseggiare tutti, anche se metà gliela avevan già rubata di sicuro, e si era adoperato chiedendo in giro con discrezione di un ragazzo bianchiccio, passato per di là.
    Informazioni false e tendenziose erano arrivate, cose stupide, cose incredibili, cose impossibili.
    Ma il vero stupido probabilmente era Lazarus.
    Qualcuno gli aveva detto che un aspirante suicida albino aveva vagato per quella stessa città, mettendosi in mostra e chiedendo informazioni praticamente ovunque. Che fosse davvero lui? Stupido era abbastanza stupido per farlo, ma ora lui doveva ricostruire le tracce lasciate da Laz e capire quali fossero vere e quali fossero false, per capire cosa aveva cercato. Sempre cercando di evitare di dare nell'occhio, ovviamente.

     
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    Quanti ne morivano ogni giorno d’idioti come quello? Tutti convinti di poter attraversare indenni la città più pericolosa del semipiano senza sottostare alle sue regole. Tanti cadaveri da gettare in avanscoperta dentro la Fossa, per controllare se c’era realmente un fondo oltre il buio.
    Quelli come quell’uomo di mezza età erano senza dubbio i più divertenti. Prendevano qualsiasi precauzione - anche le più insensate - pensando di poter mantenere un basso profilo. Ma a Merovish gli occhi al servizio dei potenti erano ovunque. Presto o tardi le notizie di qualcuno che faceva domande scomode arrivavano alle orecchie giuste. A quel punto restava ben poco da fare: la capitale sotterranea si trasformava molto in fretta in una tomba.

    Normalmente avrebbe lasciato l’incombenza a qualche suo sottoposto, tanto più che ora Bid’daum si trovava a gestire una mole di responsabilità a cui doveva ancora abituarsi. La sua nomina come Comandante della Legione prevedeva che gestisse la riorganizzazione dell’Arena Nera e la suddivisione delle truppe nei vari complessi carcerari del presidio. Nonostante ciò, di quell’individuo scelse di occuparsi personalmente. Le motivazioni erano molteplici: non solo stava raccogliendo informazioni su Lazarus Lee, il suo apprendista, ma dentro di sé portava persino una flebile traccia della Tenebra che impregnava proprio quel ragazzo albino. Che rapporto c’era fra quei due? Lazarus aveva soggiogato quella persona con un’imposizione, oppure si era fatto rubare parte del proprio potere?

    Quando la curiosità superò la soglia limite, il Kuthiano fece un passo fuori dal buio dei cunicoli. La sua faccia ormai era ben conosciuta a Merovish. Lui era lo psicopatico figlio di puttana che aveva stretto nelle sue grinfie il massimo grado militare del presidio. Il diavolo con un corno solo che alcuni chiamavano Castigo.

    « Lo dico sempre alle guardie di frontiera:
    abbiamo già abbastanza demoni qua sotto, non fatene entrare altri!
    Manderò quegli incapaci a raccogliere i tuoi pezzi con la lingua.
    »

    Il suo tono ironico si accompagnò ad un’espressione infida
    degna di un cobra, pronto a scattare all’attacco.


    Riporto qui solo le passive rilevanti. Nello specifico quelle che permettono al pg di riconoscere la natura demoniaca dell’anima di Azazel.

    Oltre la Realtà
    La manipolazione degli spiriti ha apportato dei sostanziali cambiamenti nel fisico di Bid’daum: tra i tanti mutamenti, di particolare interesse è la visione aggiuntiva dedicata ai fantasmi e alle anime, normalmente invisibili alle persone comuni. Uno strato sensoriale nuovo si sovrappone al normale campo visivo, permettendo d'inquadrare gli spiriti come brillanti nella notte: i colori trascendentali - indescrivibili a parole - rendono unica ogni presenza esoterica. Non a caso il nostro sarà in grado d’identificare uno spirito già incontrato in precedenza nella stessa maniera in cui le persone riconoscono un viso familiare. Proprio per il fatto di non essere un semplice ampliamento del senso della vista ma un effettivo canale sensoriale aggiuntivo, qualunque status negativo che affligge gli occhi non si ripercuote su questo strato sensitivo.
    [ Passiva di auspex spirituale ]

    Matrice dello Spirito
    Sono passati circa quattro secoli da quando il Kuthiano ha iniziato il suo percorso sciamanico. In questo lasso di tempo è entrato in contatto con una moltitudine di anime provenienti da differenti realtà, e queste esperienze sono state arricchite dallo studio sistematico che ha accompagnato i suoi progressi da spiritomante. Ha imparato a riconoscere alla perfezione i diversi status spirituali possibili, che si tratti di divinità, matrici, entità superiori, demoni infernali, redivivi o incarnazioni di concetti non fa differenza: l’intuito e l’immensa conoscenza del suo campo gli permetterà di classificare con assoluta precisione ogni spirito su cui poserà lo sguardo. Dalle più insignificanti increspature dell’anima potrà dedurre informazioni assolutamente fuori portata per un principiante, quali la ramificazione dello spirito in questione nell’impasto del Multiverso, i traumi che ne hanno segnato l’esistenza, e molte altre informazioni preziose.
    [ Passiva di conoscenza dei piani di spirito ]
     
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    Azazél
    « Esprimi un desiderio. »

    Aveva pensato a quell'eventualità, anzi ci sperava e se anche non lo avesse fatto prima lo avrebbe fatto ora, per forza di cose. Era una grande opportunità per ricavare informazioni, una vera fortuna.
    Doveva continuare a ripeterselo.
    Poteva farsi trovare da chiunque, gli sarebbe andato bene uno schiavo, un tagliagole, una guardia, qualcuno di raggirabile, qualcuno da corrompere, da persuadere.
    Eppure, fra i molteplici che gli potevano capitare, proprio lui.
    Era fortunato. Continuava a ripeterselo.
    Prima o poi se ne sarebbe convinto.
    Quanto si potrebbe dire sul come reagisce a quelle romantiche parole? Lo solloticano in una maniera in cui pochi riescono a solleticarlo. Di certo venderebbe cara la pelle, ma non è questo il giorno. Tutto viene offuscato dal fatto che, girandosi, lo vede e lo riconosce. Lui.
    Ha già visto quel viso, lo ha visto sui volantini persino a Laputa. Ne ha sentito parlare, e niente, in questo momento lo può rassicurare.
    "Parliamone." Gli esce di getto, mentre alza lentamente le mani e valuta rapidamente la situazione.
    È stato riconosciuto per quello che è, nonostante le apparenze, quindi le abilità dell'altro potrebbero fargli male, molto male. Non quel dolore fisico dovuto alla morte del corpo, che, in fondo, non reca più di un dolorossimo fastidio al demone, visto che può facilmente migrare verso un altro corpo. No, qui si parla di dolore dell'anima, quello definitivo e letale per il povero piccolo diavolo, che in fin dei conti, si stava facendo solo i fatti suoi a Merovish. Circa.
    Il rischio è alto, un rischio che non incontrava da moltissimo tempo, il rischio di morire per davvero.
    "Ci tengo a rimanere tutto d'un pezzo." Non era un combattente, non più ormai e non nel senso comune del termine. La sua forza derivava dalla parola, non dal braccio e come se non bastasse si trovava davanti ad un pezzo da novanta, per di più a casa sua. Era in netto e totale svantaggio.
    "Sì, sono un demone, ed il mio nome è Azazèl, ma non sono qui per nuocere a te o a Merovish, sono qui solo per avere informazioni, null'altro." Strano a dirsi, ma non vuole combinare nessun disastro. In effetti quelle parole gli suonano strane in mente, che si stia rammollendo?
    "Ti sarei grato se evitassi di farmi a pezzi, sono sicuro che se prendessimo entrambi la situazione dalla giusta angolazione potremmo trovare un accordo vantaggioso per entrambi."
    Che ci sia del timore ad albergare nel cuore del demone? Della paura? O forse è solo la dimenticata ebrezza del pericolo? Del rischio?
    Trattiene a stento la bocca dal piegarsi in un mezzo sorriso. Oggi si scommette e la posta in palio è tutto o niente.

     
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    Quanto era bella la paura negli occhi della preda! Era inconfondibile, fulminea, eccitante. In un battito di ciglia il mondo intero crollava. Iniziavano i sudori freddi e i movimenti rapidi degli occhi. Una preda messa alle strette d’improvviso tirava fuori solo il suo istinto primordiale. Niente sofismi né lunghe ore di pianificazione. Si metteva a nudo la vera natura di una persona.

    La preda di quel giorno si portò subito sulla difensiva, alzando bandiera bianca dopo aver fatto una stima della situazione in cui versava. Valutata la pericolosità del nemico e l’ostilità dell’ambiente circostante, quel demone aveva optato per una resa diplomatica. Le sue parole suonavano credibili, il suo istinto di autoconservazione era particolarmente sviluppato. Per essere un demone si stava comportando fin troppo da umano. Possibile che stesse cercando di fargli abbassare la guardia?

    « Le informazioni sono una merce pericolosa in queste terre. »

    Ogni giorno reti intricate di spie e strizzacervelli militavano in una guerra invisibile. Nessun muro era privo di orecchie a Merovish. Nessun incantesimo di copertura poteva essere considerato infrangibile. Nessun ricordo era al sicuro nelle pieghe del cervello, né una pergamena poteva dirsi al sicuro pur essendo nascosta sotto metri roccia.

    « E, come tutte le merci, hanno un prezzo. Le più preziose possono costare la vita. »

    Il suo tono di voce era controllato, ma la faccia non aveva perso la sua tipica espressione sinistra, quella che i volantini identificativi non sarebbero mai riusciti a catturare.

    « Ma dimmi, demone Azazèl, cosa potrei guadagnarci io a lasciarti vivere? »

    Ora toccava al topolino in trappola trovare
    la giusta angolazione che aveva favoleggiato.

     
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    « Esprimi un desiderio. »

    Ok! L'inizio sembra buono, è ancora vivo, questo è quello che conta alla fine. Ora bisogna mantenere vivo il suo interesse e spingerlo esattamente dove gli interessa. Raddrizza la schiena, congiungendo le punte delle dita davanti al ventre, fissando con attenzione Bid'daum.
    "Ti chiedo di assecondarmi per un paio di minuti, alla peggio potrai farmi a pezzi come più ti aggrada e ti sarai rilassato dai tuoi normali impegni per qualche secondo." Solleva l'indice della mano sinistra, inziando a camminare molto lentamente intorno all'altro, neanche il Kuthiano fosse dotato di una gravità propria. "Lascerò a te valutare cosa potresti guadagnarci, ma ti invito a chiederti a cosa potresti rinunciare uccidendomi." Inspira, guardando verso l'alto, con noncuranza. Le informazioni sono una merce pericolosa sì, ma è proprio per questo che vale la pena commerciarci. "Poniamo che qualcuno si rechi a Merovish, similmente a me, per trovare informazioni. Poniamo che questa persona chieda a destra e a manca, faccia cose non meglio identificate e sopravviva." Cosa non ovvia in un luogo come quello. Torna a guardare Bid, per valutarne eventuali reazioni. "Poniamo che io abbia un interesse, di tipo economico per così dire, in questo soggetto, che - tra parentesi - potrebbe avere un certo interesse anche per te, non è opera comune entrare a Merovish a testa bassa ed uscirne vivi, non trovi?" Mentre parla ragiona, pensa, mette in ordine ciò che ha raccolto fino ad ora, indizi, prove, idee. Ci sono vari castelli che si costruiscono e si smontano nella sua mente, deve camminare un passo avanti agli altri, per vincere, ma ancora gli manca qualcosa per terminare la sua ricostruzione, ancora gli manca il nesso che potrebbe collegare Laz a Merovish, Laz alla persona che cercava Bid sbandierandolo ai quattro venti.
    "Ora poniamo che io sia disposto a condividere informazioni di questo tipo con te, purchè tu non lo voglia uccidere sull'immediato, in quanto andrebbe a rendere futile tutto questo mio viaggio."
    Si volta con tutto il corpo, fermandosi, per contrapporsi di petto alla figura del Castigo. "E questo potrebbe essere solo l'inizio di una collaborazione proficua per entrambi, poniamo che io disponga di risorse, in altri luoghi, attraverso le quali procurarmi informazioni e non solo. Risorse in espansione nei vari presidi." Fa un cenno noncurante, come a volergli dare scarsa importanza, prima di portarsi una mano al petto e chinare il capo in avanti.
    "Ora, mio caro, a te la scelta, la mia vita o la mia morte, quale ti alletta di più?"
    Ha fiducia nelle sue capacità. Forse troppa. Ma è da sempre che se la cava così.
     
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    Quel demone era un irritante parolaio. Se quelli potevano essere i suoi ultimi due minuti di vita, davvero voleva giocarseli con degli inutili giri di parole? In sostanza affermava di avere interessi economici nei confronti di un individuo che era sopravvissuto a Merovish. Offriva delle informazioni proprio su quest’ultimo, e qualche non meglio identificato sostegno all’estero. Come giudicare tutto ciò in una parola?

    Patetico.

    « Tante belle parole, demone, ma evidentemente non ti è chiaro un passaggio: io so tutto quello che succede in questa città. »

    All’inchino fasullo dell’altro rispose con uno sguardo implacabile. Nel Presidio delle Sabbie niente poteva sfuggire ai suoi occhi.

    « So chi entra e chi esce. So chi sopravvive e perché gli viene concesso di vivere. So che stai cercando informazioni su Lazarus Lee, e so anche che i tuoi “interessi economici” riguardano la Seele Corporation. »

    Pronunciò quei nomi con freddezza, senza far trasparire il minimo interessamento. Il discorso di Azazel gli aveva dato qualche indizio vitale sul perché cercasse informazioni sul suo allievo.

    « Mettiamo le cose in chiaro: tu non sei nella posizione di proporre condizioni. Nella mia città si seguono le mie regole. Come tutte le altre nullità, anche tu devi rivolgerti a me come Comandante e baciare la polvere che calpesto. Fatto questo, ti è concesso pensare come potresti servirmi. »

    Incrociò le braccia contro la placca frontale della sua armatura.
    Stava aspettando.

     
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    « Esprimi un desiderio. »

    Perchè a nessuno piaceva parlare su quel semipiano? Tutti quanti largamente atti a muover le mani, ma nessuno che apprezzasse i tentativi del demone di mettere sul piano verbale la realtà materiale. Forse davvero quello non era il luogo adatto per lui, si sarebbe dovuto cercare un portale e finire nell'antica Grecia a raccontarsi di fuffa tutto il giorno assieme agli albori della dialettica.
    Era già arrivato il momento di costruirsi una via di fuga fisica? Probabilmente sì. Poteva correre abbastanza rapidamente da seminarlo? Neanche per sogno. Magari sarebbe riuscito ad allontanarsi abbastanza da lasciare lì il suo corpo e trasferirsi in qualcun'altro, ma avrebbe avuto bisogno di un un buon diversivo per riuscirce nell'intento.
    Lato positivo dei fatti: se quello che l'altro dice è vero, allora è veramente in possesso delle informazioni che lui sta cercando, il che avrebbe reso tutta quella discussione una trattativa pseudo-economica sull'atto di vendita ed acquisto di quelle informazioni.
    Non che Bid'daum fosse esattamente una persona propensa a quel genere di cose, che poi quello con problemi di superego e narcisismo non dovrebbe essere prorio lui, il demone?
    "E c'è un sacco di polvere qui intorno ..." Mormora a mezza voce, prima di emettere un lieve sospiro. "Bene, comandante, quelle sono proprio le informazioni che io voglio comprare." Anche se l'altro non sembra particolarmente interessato alla Seele e a Lazarus, le voci girano velocemente. Quell'incosciente di Laz è andato veramente per Merovish urlando ai quattro venti chi cercava. Non ci può credere, Az, non ci vuole credere.
    Altresì è strano che l'albino non abbia risvegliato l'interesse di Bid, che non si sia accorto dell'insolita se non straordinaria vera natura - poco umana - del ragazzo?
    "Per servirti, tutto quello che desideri può diventare realtà, proprio di questo io mi occupo, non hai che da chiedere e ti sarà dato." Gli sorride, amabile, basta una firmettina, l'impegno dell'Anima e ogni cosa può accadere.
    "So chi entra e chi esce. So chi sopravvive e perché gli viene concesso di vivere. So che stai cercando informazioni su Lazarus Lee, e so anche che i tuoi “interessi economici” riguardano la Seele Corporation." Ci pensa, ci ripensa e ci rimugina sopra. Non ci possono essere state fughe di notizie, nessuno dei suoi colleghi sa dove ora lui si trovi, tantomeno ha nominato la Seele durante la sua ricerca, Bid - o qualche Merovisho - conosce quell'organizzazione e il suo leader e con lui deve aver parlato, almeno per sapere di cosa si occupano e capire quali tipi di interessi può avere Az in quell'ambito. O si sbaglia?
    "E non sto ponendo condizione alcuna, Comandante, sto trattando per una transizione di mercato, ho posto la mia richiesta, ho posto il prezzo che sono disposto a pagare, sia per l'informazione che per la mia vita, e attendo quale sia la controofferta se quanto ho proposto non vi compiace."
    Piuttosto che spargere informazioni gratuite si fa ammazzare davvero. Non che sia la prima volta che accade. L'unica domanda che davvero lo angustia è: se l'altro ha già scoperto che lui è un demone, saprà come ferirlo davvero? Per quanto immortale, ci sono comunque azione intraprendibili per farlo secco e sono pure tante. "Forse è un incentivo quello che serve, qualcosa per capire quale sia la portata delle informazioni che prometto, sì?" Sorride, con il fare di chi la sa lunga. Se Laz è uscito vivo da quel posto può averlo fatto in un solo modo: vuotando il sacco e promettendo tutto, anche quello che non poteva dare. La cosa lo rende quasi orgoglioso. Solamente ... ora come fa lui a uscirne vivo? "Non metto in dubbio che qui a Merovish siate una delle più grandi autorità, se non addirittura la maggiore, e che anche nel resto del presidio ci sia poco che possa scampare al vostro occhio vigile ... ma quanto per quanto succede nel resto di Endlos? Quanto per quello che Lazarus fa, dice, promette a tutti gli altri? Non è solo per il Lich che lavora adesso il piccolo. Si è accaparrato una grande varietà di catene da quando si è messo in attività e fa ben in modo di tenerle ben districate, ma non può nasconderle tutte, non a me ... che in fondo, non sono altro che un socio e non un padrone." Gliela butta lì, cercando di attirare la sua curiosità, di Khatep probabilmente sa già tutto, ma degli altri cosa può sapere?
    Nulla.
    Perchè non esistono.
    Dovrebbe sentirsi in colpa per cercare di vendere Laz per così poco.
    Ma non ci riesce.
    Perchè la dura realtà dei fatti è che lo venderebbe per molto meno.
     
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    Il business avviato da Lazarus era tanto semplice quanto efficace: facevano affari piegando le bramosie dei deboli di spirito. Cosa poteva mai essere una vaga promessa di dannazione futura in cambio dell’esaudimento di un qualunque desiderio?
    Ghignò in modo enigmatico mentre l’altro avanzava la proposta in modo tanto innocente.
    Chissà quante persone aveva fregato finora?
    Ma con lui non avrebbe mai funzionato.

    « Qualunque desiderio? Beh, se è così… »

    Inclinò la testa, mostrando uno sguardo aguzzo.

    « …potresti farmi diventare Signore della Chiave, detronizzando Lord Aeon? »

    Il tono sottile con cui lo disse aveva ovviamente una connotazione sarcastica. Sapeva benissimo che nessun demone avrebbe mai potuto esaudire una tale richiesta.

    « Piccolo diavolo, non dovresti mai tentare qualcuno che non conosci: a volte sono le persone di questo mondo a nascondere i demoni peggiori. »

    Mentre scuoteva la testa come un genitore deluso, l’aria intorno a lui si appesantì di pura acredine. Le sue propaggini di spirito avevano lasciato la loro sede e avevano iniziato a frustare lo spazio circostante. Stava filtrando all’esterno parte dell’odio atavico che ogni giorno suppurava e lievitava dentro di lui. Piombo rovente che si condensava nella sua aura.

    Sembrava sul punto di sbriciolare l’intero cunicolo.
    La sua voglia di uccidere era percepibile a pelle.

    « Come trafficante di anime sei piuttosto scadente. Se avessi un occhio più attento, avresti già notato che la mia non è in vendita. »

    Come già era successo con Lazarus molto tempo prima, quel demone non avrebbe potuto accettare il pagamento. Se con l’albino la causa era stata la frattura del suo spirito, nel caso del Kuthiano il problema era ancora più inquietante: l’essenza contenuta nel suo corpo non si poteva più definire anima. Centinaia di strati di anatemi ne avevano sfaldato la struttura. Il suo ammasso spiritico era informe e ripugnante, come un bozzolo decompostosi prima di aver permesso la nascita di una farfalla. Non era più un alito di vita, ma un rozzo strumento di morte.

    « Ecco la mia prima e ultima offerta: dimmi ogni cosa che dovrei sapere su questo Lazarus Lee, e in cambio non prenderò la tua vita. »

    La possibilità di salvezza era una soltanto.

     
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    Vorrebbe una sedia, ma dubita che ce ne siano lì nei dintorni, forse è sulla buona strada per portare a casa la pellaccia, ma non può temporeggiare all'infinito.
    Detronizzare Lord Aeon, certo quello non lo può fare schioccando semplicemente le dita, ma è proprio per questo che sta nutrendo ed accudendo la Seele. "E i demoni peggiori sono quelli che più mi stanno simpatici." Si prende il mento fra le dita, diventando improvvisamente serio, guarda a terra, facendo due o tre passi prima da un lato e poi dall'altro. "Puoi pensare di me quello che ti pare, ma come trafficante di anime mi ritengo uno dei migliori e a ragione." Gli fa un mezzo sorriso, prima di tornare a immergersi nei suoi ragionamenti. "E tutto è in vendita, tranquillo, i miei occhi sono attenti." Sarebbe stato un lungo e faticoso lavoro, avrebbe dovuto far rivedere il contratto a Gressil e cambiare lui stesso alcune parti, avrebbero dovuto lavorare come degli schiavi per ottenere quell'obiettivo e ci avrebbero messo parecchio tempo, ma non era qualcosa di infattibile.
    "Ovviamente, come posso intendere dal tuo tono, non ritieni che io sia in grado di darti quel che chiedi." Gli occhi di lui lampeggiano per un secondo, in un sentimento fra l'infuriato e il divertito. "Ma è proprio qui che ti sbagli, con i giusti accorgimenti persino la tua anima può essere commerciata, comunque sia quello che chiedi può essere fatto, ovviamente non è il classico desiderio degli Endlossiani medi ... ovvero la connessione internet. Davvero non so perché tutti mi vendano anime per il wi-fi, ma posso stilare un contratto anche per renderti signore del Pentauron. Ci vorrà tempo e lavoro, possiamo stilare un accordo ad hoc soddisfatti o rimborsati, con un limite di tempo in cui consegnarti quel titolo, ci sarebbero anche alcune altre postille da aggiustare ma sì, in definitiva si può fare." Allarga le braccia, fissandolo negli occhi e sorridendo. "Se è questo ciò che desideri non avrai che da firmare."
    Poi c'era la questione "Cosa diamine mi invento su Lazarus adesso?" "Vedo che la mia proposta ti ha stuzzicato." Cosa fare? Inventare? Dirgli la verità? La sua "Vita" valeva così tanto? "È che la mia vita non ha tutto questo valore." O meglio la vita del contenitore che si porta dietro, deve solo riuscire a fuggire in forma di spirito. "Ma per dimostrarti la mia buona volontà inizierò a raccontarti lo stesso e darti qualche informazione." Appoggia un palmo all'altro, incrociando le dita fra di loro, può sempre scappare togliendosela da solo, la vita. "Pare che il nostro signorino abbia sviluppato un forte attaccamento per i lam di Laputa, tanto da andare spesso a far visita ai maggiori esponenti del gruppo, di nascosto, al di fuori dell'orario di lavoro, con particolare attenzione ad evitare che Khatep se ne possa accorgere." E magari c'è andato per davvero dal Gran Maestro, quel maledetto piccolo albino che non si preoccupa più di mangiarsi le anime e mandare in fumo così il lavoro di tutti quanti. "Senza parlare dei nuovi accordi con certi demoni molto più potenti di me." Cerca di inserire un tono offeso nella sua frase, come se si sentisse messo da parte, sorvolando sul fatto che i suddetti demoni ce li ha portati lui, alla Seele. "E aggiungendo i suoi viaggi quaggiù il quadro si fa ... come dire ... contorto, era per questo che cercavo informazioni, comandante, e anche perché ha cercato di strapparsi le braccia a morsi ultimamente. E mangiare anime, il che non fa molto bene agli affari. Ah sì, ha anche qualche contatto con alti ranghi dell'est, si sta dando da fare, non è vero?"
    Forse per la prima volta in centinaia di anni vuole piangere, ha più o meno ottenuto un mucchio di informazioni importanti, ma non sa ancora né come ottenere le certezze che cerca, né come scampare a quella situazione del caspio.

     
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    Quel demone era un trafficante tenace, smanioso di negoziare, ma non era molto accorto. Continuava a contrattare per qualcosa che non poteva vendere, in cambio di un grumo spiritico che sicuramente non poteva incassare. Non era nemmeno a conoscenza di cosa ci fosse realmente dietro al titolo di Signore della Chiave. Il suo inutile tentativo di trattativa ne affossò ancora di più l’immagine davanti ai suoi occhi. Lazarus aveva sotto di sé un demone fastidioso, ma non più di una zecca. E lui non era famoso per trascorrere il suo tempo con gli insetti.

    Nessuna delle parole dell’altro lo smosse. Niente intaccò quello sguardo arrogante. Aveva già dimostrato fin troppa pazienza ascoltando quel sermone inutile.

    « Tutto qui? »

    Se ne uscì con fare annoiato.

    « Rischi la vita e ti dai tanta pena per ricostruire gli spostamenti di qualcuno di così insignificante? Non mi sorprende che lavoriate insieme. »

    Erano soffiate vaghe e prevedibili, magari perfino improvvisate sul momento, a giudicare dall’assenza di nomi e riferimenti specifici. Tanto rumore per nulla. Certe volte pensava che gli esseri inutili si coalizzassero per fargli perdere tempo.

    « Hai il permesso di andartene: ciò che mi hai detto vale quanto la tua vita. »

    Non restò un secondo di più ad ascoltarlo. Si voltò e fu inghiottito dalla stessa oscurità che lo aveva rigurgitato. La prossima volta che avrebbe visto l’albino gli avrebbe insegnato un paio di cose su come vanno trattati i sottoposti.

     
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    Looking at the Stars

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    Azazél
    « Esprimi un desiderio. »

    Come tutto qui, gli ha appena offerto il paradiso in terra, con dietro una quantità indefinita di ore di lavoro, ma sicuramente superiore a quelle che ha a disposizione, e questa è tutta la reazione che ottiene? Perché non vogliono mai vendergli l'anima? Perché?
    "Ognuno ha le sue priorità, suppongo." Perlomeno ne era uscito vivo, non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, avrebbe portato il culo a casa per metterlo al sicuro e magari scambiare due paroline con Lazarus, visto che, alla fin fine, aveva ottenuto un sacco di informazioni utili. "Addio." Girò sui tacchi allontanandosi a passi svelti, prima che l'altro potesse cambiare idea. Avrebbe trovato nuovi modi per scalfire la scorza dura del demone e portare a casa la sua anima, il fatto che la prima volta non avesse funzionato non significava di certo che non ci fosse un modo per convincerlo, se camminava sul piano materiale lui doveva averlo.

     
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