[EM] Pagine Perdute

L’Eredità dei Titani ~ Atto I

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  1. _MajinZ_
     
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    Dimitriy si gettò senza esitare nel buio, tenendo lo sguardo fisso sul corvo. Per un attimo fu certo di non perderlo di vista, era il suo unico punto di riferimento in mezzo al buio... la sua ancora di salvezza. Ma tutto durò talmente poco che la speranza non fece neanche in tempo a nascere, che già era diventata polvere... anzi, buio. L’oscurità ingurgitò il sicario, ne fece un sol boccone. Subito dopo i sensi furono come strappati, il vuoto si prese tutto e lasciò all’intruso solo un barlume di coscienza.
    Tutto ciò che si poteva definire reale era sparito, il buio aveva fatto piazza pulita e sembrava quasi che anche la gravità fosse caduta preda di quei tentacoli oscuri, dato che il biondo aveva perso anche la sensazione della caduta... era semplicemente incastrato in una pozza talmente densa, da impedire qualsiasi tipo di movimento... si sentiva quasi schiacciato da tutto ciò, un peso che distruggeva qualsiasi cosa: i pensieri, le speranze... i ricordi. Dov’era? Cosa ci faceva la in mezzo? Ci doveva essere di sicuro un motivo, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordarlo. Poi il piccolo frammento di coscienza tremò. Pericolo, da ogni direzione. Il sesto senso esplose all’improvviso, facendogli subito capire che se non si muoveva ad andarsene da li... non avrebbe mai più rivisto la luce.
    Proprio nel momento in cui pensò di aver perso tutto, un suono ormai familiare lo destò dal torpore... poi giunse il dolore, forte, all’occhio sinistro. Istintivamente il giovane portò una mano all’occhio ferito, il sangue subito bagnò il guanto candido... e in quel momento si accorse di una cosa strana: mettendo la mano sull’occhio ferito, non vedeva più nulla. Fece lo stesso movimento un paio di volte e si rese conto che si, era ferito all’occhio sinistro ma era dal destro che non vedeva nulla. Era inquietante però almeno riusciva a vedere e quel chiarore delle fiaccole lo rincuorò, anche se gli permise di vedere anche chi l’aveva ferito... ma forse quel corvo era stato anche il suo salvatore.
    Era ferito, stanco e inquieto. Dimitriy sapeva di essere in pericolo, ma sapeva anche che la missione non era finita e aveva ancora qualcosa da fare. Tuttavia decise di affidarsi ancora una volta al corvo, ne seguì il volo e lo vide appollaiarsi su un leggio in legno scuro... su cui dimorava un libricino completamente nero, dall’aspetto antico. Sembrava proprio che avesse trovato ciò che stava cercando. Si alzò quindi per raggiungerlo e allungò la mano in direzione del piccolo tomo, esitando un istante prima di prenderlo... ma poi incalzato dal gracchiare lo afferrò, pensando subito al peggio.

     
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    Esistono varie figure retoriche per raffigurare il Destino. Per molti, è una saga già scritta da qualcun altro, una trama intricata di cui siamo solo tante marionette, legate ai fili di altri. Molte religioni, in effetti, si basano si questa concezione della realtà. Per altri, il Destino è una creatura capricciosa, che come il Maelstorm, si diverte a rimescolare un mazzo di carte incredibilmente complesso. I più cinici, trovano conforto credendo che non vi siano regole nella distribuzione delle carte.
    Ma nessuna di queste visioni è completa. Il Destino è come un labirinto, che pone ognuno di noi davanti a diversi bivi. Ci disorienta, certo, ma non prende per noi le decisioni. Ogni persona su Endlos, e in ogni altro piano di esistenza, è chiamata a scegliere la propria strada.

    E Dimitriy fece nuovamente una scelta, per lui, l'ultima.
    Perché il Destino è un labirinto dalle molte vie, ma una volta scelte, il cammino diventa uno solo, e una sola sarà l'uscita scelta. I binari erano ormai tracciati, e tutto cominciò a muoversi, invisibile agli occhi del russo.

    Nell'istante in cui il sicario toccò il libro, tutto terminò.
    La stanza cominciò a sfocare attorno a lui, le fiaccole si spensero. Un cerchio magico violaceo si disegnò ai piedi dell'uomo, sprigionando un innaturale luce in tutto il locale.

    Uno dei muri della sala esplose, seminando il pavimento di mattoni frantumati e calce.
    Una figura irruppe al di la dello squarcio, le nere vesti macchiate di sangue.
    Fermo! Ci ucciderai tutti!

    Quella voce... era in qualche modo famigliare. Ma la stanza sbiadì, così come il volto della figura, prima che Dimitriy potesse riconoscerla.
    Un enorme artiglio uscì dal cerchio magico, afferrando il sicario e strattonandolo verso il basso.
    Prima che tutto diventasse nero, il russo poté giurare di esser stato afferrato da un corvo gigantesco.

    … l'istante successivo era nuovamente ai livelli superiori delle Cave del sapere, nuovamente capace di vedere da entrambi gli occhi.
    E non era solo.
    L'istante in cui era riapparso, tre giganteschi gargoyle di marmo scesero dal soffitto, puntando le loro asce di pietra alla gola del sicario.
    Mormorarono qualcosa in una lingua che non veniva ascoltata da secoli, poi caricarono il colpo. Sarebbe stato difficile evitarlo, probabilmente impossibile... e nonostante fossero di pietra, quelle asce parevano incredibilmente affilate.

    CHAW!
    tentacoli di oscurità si avvilupparono alle statue viventi, mentre la luce nella biblioteca scemava. Gli arti, che fumavano buio a ogni movimento, si strinsero inesorabilmente attorno agli arti e alle gole di pietra delle Gargole.
    Lentamente, con una tranquillità esasperante, il Vecchio si avvicinò. I tentacoli provenivano da lui, in quel momento la personificazione della paura e dell'oscurità.

    Sfiorò con delicatezza le statue, quasi con tenerezza, e queste si frantumarono all'istante, disintegrandosi. Le asce caddero a terra, rumorosamente.
    Il corvo che aveva accompagnato Dimitriy in quell'inferno ora era tornato un normale uccello nero, appollaiato sulla spalla del suo padrone.
    Tutto finì in un attimo.

    Vedo che è tornato tutto intero, figliolo... ha trovato quello che cercava? domandò la creatura, sorridendo come se nulla fosse.

    Mi dia ciò che è mio, ora. e non era una richiesta. Il Destino non lo stava mettendo davanti ad un bivio, perché Dimitriy aveva già scelto quale strada percorrere.
    Aveva ancora il libro nero in mano. Lo sentì distintamente fremere.

    Asuna era poco distante, e poté vedere l'intera scena. Poté notare anche la vistosa cicatrice sul volto del russo, un solco, nero come l'inchiostro, che gli attraversava in verticale il lato sinistro del volto.
    Nonostante le scarse conoscenze mediche della ricercatrice, quella sembrava tutto tranne che una cicatrice normale.
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Dimitriy non era credente, non era devoto a nessun dio, ma c’era qualcosa in cui anche una persona come lui credeva. E quel qualcosa altro non era che il Destino. Vi erano tante regole riguardo ad esso, ma quella basilare era inequivocabile: quando prendi una strada, farai bene a non voltarti indietro. Prendere una decisione significava ignorare ogni altra via, persino quella appena percorsa e che fino a qualche attimo prima era la più sicura di tutte. Il russo aveva scelto di fidarsi di quell’uomo, gli aveva promesso che avrebbe portato a termine anche la sua richiesta... e così fece, afferrando quel libricino senza voltarsi a guardare dietro.
    Non appena la sua mano afferrò il libro, tutto iniziò a cambiare. I contorni divennero sfocati, le fiaccole si spensero e sotto i piedi del sicario si illuminò un cerchio di luce violacea... infine uno dei muri esplose in mille pezzi, riversando mattoni e detriti nella stanza viola. Una figura venne fuori dallo squarcio, era vestita di nero con gli abiti macchiati di sangue, aveva quasi una voce familiare mentre annunciava la loro fine... ma il ragazzo non ebbe il tempo di riconoscere quella figura. Un artiglio lo afferrò con forza, tirandolo verso il basso... era un corvo gigantesco quello? Nessuna risposta.
    Quando il biondo riaprì gli occhi si ritrovò all’interno della Cave del Sapere, anche se il comitato di bentornato non era per nulla felice della sua ricomparsa. Tre delle innumerevoli statue demoniache presero vita, circondando subito l’assassino per poi minacciarlo con le loro asce di pietra... sembrava giunta la fine per lui. Parlarono una lingua incomprensibile prima di caricare il colpo, Dimitriy era immobile in attesa del suo Destino... ancora una volta. Nuovamente però la sua ora sembrava lontana: dei tentacoli oscuri avvilupparono le statue, mandandole in frantumi con una facilità disarmante. Solo in quel momento si rese conto di quanto fosse davvero pericoloso il vecchio che avanzava verso di lui... il padrone del corvo ritornato “normale”.
    Sì.
    Rispose il ragazzo abbassando gli occhi, indicando con essi il tomo sotto il suo braccio. Nell’altra mano reggeva il libricino che non appena ne venne reclamato il possesso, esso iniziò a fremere. Voleva sapere tante cose riguardo quel libro, riguardo il tizio vestito di nero... ma aveva fatto una promessa, non poteva romperla. Porse il libricino al vecchio, non disse null’altro: si limitò a guardarlo, ringraziandolo per avergli salvato la vita. Poi guardò Asuna, stava bene così come l’occhio prima ferito. Ora Dimitriy vedeva bene, ma non aveva ancora notato la cicatrice nera sul suo viso che era tutto... fuorché normale.

     
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  4. Eruka
     
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    Asuna era appoggiata a una piglia, il suo sguardo verteva un po' dal vecchio all'entrata da dove il suo collega era scomparso. Era in attesa di qualcosa, come se da un momento all'altro quel qualcosa fosse intervenuta a rompere il silenzio. Non si mise a guardare l'orologio, ma comunque le sembrò un periodo interminabile. Poi una voce ruppe il silenzio, facendo girare di scatto la ragazza.
    Il russo era riuscito nell'impresa, ma a che prezzo? Sembrava quasi fatto apposta, visto che pure a lui sembrava mancare un occhio. Ad ogni modo, quella non sembrava per nulla una cosa normale.
    Si accorse però anche di un'altra cosa: lo sguardo morboso del vecchio verso il libro nero. Non trasmetteva per nulla tranquillità quella scena, anzi! puzzava, puzzava di pericolo! Non poté interrompere il tutto, perchè la spia aveva già consegnato il libro. Si avvicinò al biondo, quando lui guardò verso di lei. Non lo aveva mai visto così sottomesso, almeno, questa era l'aria che gli dava. La sotto doveva essergli successo qualcosa di veramente orribile per averlo reso così docile. Insomma, non era il solito di sempre.

    "riguardo all'occhio farò una ricerca veloce non appena torniamo a "casa". Ma bada bene, se è la stessa cosa che ho io, sarai costretto a tenertela a vita"

    sussurrò al russo, mettendosi dietro di lui per non farsi sentire. Sentiva qualcosa, lo sentiva nell'aria.

    "allontaniamoci da qui, ADESSO."

    Fregandosene altamente della gerarchia, tirò il braccio di Dimitri per portarlo lontano dal vecchio. Non era tranquilla, un po' come quando Spiderman sente il pericolo con i sensi del ragno. Quel mostro, che tra parentesi era pure privo di occhi, era troppo strano per essere una cosa "ingenua e amichevole". Poi magari stava prendendo un granchio, e non era affatto come stava percependo. Però, quegli occhi, il libro che fremeva...no, c'era qualcosa sotto, qualcosa di marcio.

    "qualcosa mi dice che abbiamo fatto una grande stronzata! se quel libro era li e lui non poteva prenderlo forse c'era un motivo.."

     
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    Il libro nero scivolò con eleganza all'interno di una tasca interna della giacca logora del Vecchio. Non lo controllò nemmeno, riconoscendolo probabilmente a prima vista.
    L'aura di terrore che aveva naturalmente circondato quell'inquietante figura sembrò ora toccare l'apice, tanto che perfino le gargole che, dal soffitto di marmo, parevano sul punto di balzare addosso al gruppo, parvero ritirarsi momentaneamente.

    Per un istante, Vecchio e corvo divennero completamente neri, come se una colata di inchiostro li avesse investiti improvvisamente... ma durò appunto un istante soltanto. Picchiettandosi affettuosamente sopra la tasca della giacca, la creatura si rivolse nuovamente ai due eversori con rinnovato tono cordiale.

    Spero di esservi potuto essere d'aiuto, miei cari amici. Voi lo siete certamente stati nei miei confronti. Vi suggerisco ora di lasciare queste sale prima che gli animi si... scaldino. quale che fosse l'effetto che teneva lontani i guardiani della Biblioteca, non sembrava essere destinato a durare in eterno. E nonostante quell'individuo si fosse dimostrato più che abile nel distruggere quei costrutti, nulla sembrava indicare che lo avrebbe fatto nuovamente.

    Prima di lasciarli andare, tuttavia, il Vecchio afferrò saldamente il braccio di Dimitriy, trattenendolo.
    Da quello scranno, potevo veder svolgersi la Storia senza potervi essere parte. Questo mi rendeva un mero spettatore... ma uno spettatore attento può accorgersi di tante cose. mormorò a voce bassa, così che solo il russo potesse sentirlo.

    … e ciò di cui mi sono accorto io è una cosa chiara come l'oscurità. La sua Storia sta volgendo al termine. con quelle enigmatiche parole, lasciò il braccio del sicario e... scomparve.

    Lontano, per le sale del sapere della Tana, un corvo gracchiò forte, abbandonando per sempre la sua prigione.
     
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34 replies since 3/12/2014, 00:28   677 views
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