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In gabbia
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Era ormai tardo pomeriggio, il cielo si era riempito di nuvole, forse era prevista pioggia per la sera. Alison odia la pioggia, non certo perché spegne il fuoco degli animi come il suo, ma perché l'avrebbe costretta a usare la moto con estrema prudenza e una velocità particolarmente ridotta. Lei adora correre. Ormai aveva terminato la conversazione con lo scienziato, quella non era andata proprio come avrebbe voluto la ragazzina, eppure ciò che voleva lo aveva ottenuto, anche se nulla di eccezionale. Le erano state spiegate le regole tra gli eversori e vari concetti difficili da mandar giù e fare finta di niente. Era lì seduta preso un tavolino, nel sotterraneo unicamente varcabile dai membri dell'organizzazione degli eversori. Sopra il tavolo vi erano due bicchieri e una bottiglia di Whisky, uno dei due era vuoto, l'altro riempito a metà. Non c'è da chiedersi molto, era rimasta sola e non aveva altro da fare. Avvertiva una leggera sensazione di vuoto, come se tutto ciò che aveva passato non fosse mai successo, ma allo stesso tempo sentiva il suo ritrovarsi nel presente. Questo da quando si era unita agli eversori, da quando aveva fatto enormi progressi per la sua vendetta. Aveva bisogno di movimento, di azione, eppure non poteva far altro che attendere, sia per l'organizzazione stessa che per riprendersi totalmente dallo scontro dell'altro giorno durante una missione molto importante per lei.
So benissimo cosa sto facendo! - era arrabbiata, non le interessava se aveva agito troppo impulsivamente, lei era troppo sicura di sé e si ripeteva continuamente che stava andando bene, che stava facendo scelte giuste, che non doveva avere rimpianti su nulla. Estrema obbedienza? Lei fino a poco tempo fa lavorava da sola, trovava informazioni per conto suo e agiva senza seguire nessuno. Si era esposta molte volte al pericolo, ma tutte le volte che andava a finire bene, credeva ciecamente che tutto dipendeva dalla sua capacità, non c'era un destino esterno, il corso degli eventi non decideva la sua vita, lei sola si indirizzava dove meglio credeva. Ora però, entrata nell'organizzazione, avrebbe dovuto rispettare le regole, obbedire agli ordini dati dai piani alti e se non coincidevano con la sua morale, pazienza, si sarebbe fatta una ragione in futuro.
Col cazzo! - "Aaah!!" - prima digrignò i denti, poi strinse forte e sollevò di poco il bicchiere per poi sbatterlo violentemente sul tavolo. Il bicchiere si ruppe, il liquido si spanse sul tavolo e si ferì su alcuni punti della mano, bucando il guanto a mezze dita che portava sempre.
"Merda!" - esclamò dopo essersi accorta di ciò che aveva appena fatto. Aveva perso il controllo ancora, era un vizio, bastava poco a farla schizzare. Gli occhi rossi ne erano una prova, anche se Isaac non sapeva ogni cosa precisa, aveva toccato un tasto interno senza farlo apposta. Era sempre determinata e piena di fiducia, non accettava che qualcuno le instillasse anche il minimo dubbio su se stessa. Non doveva pentirsi delle sue scelte, ciò che era successo non ha importanza, doveva tirare dritto e continuare avanti, come aveva sempre pensato e come tutt'ora ribadiva a se stessa. Si calmò un pochino, osservò la sua mano e con l'altra passava le dita sui piccoli graffi. Gli occhi tornarono del suo colore lilla naturale. Si guardò intorno sperando che nessuno si fosse accorto del gesto e controllando che nessuno stesse venendo nella sua direzione. Diciamo che non l'aveva fatto apposta.
Sospirò avvertendo quella noia e il lento trascorrere del tempo, magari era il caso di prendere Bumblebee, la moto, e andare a casa prima che cominciasse a piovere.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Avrei dovuto lanciarlo..il bicchiere
Stato Fisico: Normale - Leggero impatto alla schiena, piccolo taglio alla guancia sinistra, piccoli graffi alla mano destra
Energia: 80%
Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 12
Edited by "Gerik" - 8/12/2014, 19:51. -
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Cominciare bene
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Stava giusto per decidersi su che fare, quando una chiara voce femminile la fece quasi sbalzare dalla sedia. Non si era accorta di non essere sola. Una sgridata, per forza, per il fastidio che aveva provocato nel suo sfogo non intenzionale. Lei odia le sgridate. Quelle la fanno stare male o la fanno incazzare e non era il momento più adatto per attaccar briga con lei. Si voltò ancora una volta, per individuare l'origine del grido: alle sue spalle, verso il fondo della sala, vi era una ragazza. Fece in tempo a vederla voltarsi, quel gesto era come un colpo fisico al suo orgoglio. Come se fosse qualcosa di poco conto, però non doveva pensarla in questo modo, era stata lei, in effetti, a recare fastidio a qualcun altro. Era come dire ad una persona agitata di calmarsi, quando in quel momento aveva bisogno di rimanere agitata. Esatto, sentirsi stoppata, e successivamente ignorata, la rese furibonda. Cerco di mantenere il controllo il più possibile.
Che cazzo vuole quella?! - socchiuse leggermente gli occhi concentrando bene lo sguardo sull'altra, che doveva per forza appartenere all'organizzazione visto che si trovava nel loro luogo riservato. Attese qualche secondo, un attimo di esitazione mentre rifletteva all'atteggiamento cui si era posta nei suoi confronti. Niente da fare, non riusciva a mettersela via.
"Ehi!!" - si alzò quindi e con passo deciso, accelerato, mentre le braccia seguivano il ritmo delle gambe, si diresse verso il bersaglio pronta a rispondere con tutto quello che aveva da dire.
Chi cazzo è per permettersi di gridarmi così?! - si affrettò, ormai era nel cammino e, nonostante poteva ancora lasciar perdere e tornare indietro, non si fermò e la raggiunse con estrema decisione. Ormai non riusciva a contenersi e aveva bisogno di risponderle dietro, perché lei deve avere l'ultima parola.
"Senti stronzetta!" - arrivò al suo fianco destro e pose una mano sulla spalla omonima della ragazza. Non realizzò nulla dall'abbigliamento particolare e, senza pensarci due volte, strattonò per vederla bene in volto e, più importante, far si che lei veda il suo di volto.
"Chi cazzo.." - Aspetta..! - come un lampo, all'improvviso pareva si fossero cancellati quei due minuti precedenti dall'esistenza del passato di Alison. Aveva già visto quel volto.
Ma questa l'ho vista ieri! - si trattava di Violet, Alison era stata presentata a due degli altri tre membri dell'organizzazione degli eversori stanziati nel Bloodrunner. Non ci voleva un genio a capire che il nucleo della gilda risiedeva proprio a Merovish, da cui prende il nome, anche se nessuno gli aveva spiegato bene cosa aveva fatto l'organizzazione fino ad ora.
"Oh, tu devi essere Violet! - esclamò ormai riconosciuta, il tipo d'abbigliamento era più o meno simile rispetto a ieri, certamente non giudicava il suo modo di vestire, visto che anche Alison non portava un abbigliamento ordinario. Anzi, preferiva quello ai vestitini da principesse capricciose che non sopportava e non poteva trattenersi dal mantenere pensieri avversi. La guardò bene, non sembrava stare bene, forse era ubriaca. Posò lo sguardo sul bancone e individuò una classica bevanda, senza alcun dubbio, alcolica. Alison, al contrario, aveva bevuto appena mezzo bicchierino, niente di pesante, solo per non rifiutare l'invito di Isaac. Sennò avrebbe fatto la figura di una ragazzina ancora troppo lontana dal "fantastico" mondo degli adulti, almeno così pensava.
"Non sembri avere una bella aria, eh?" - disse sorridendo, un sorriso malizioso, nonostante sapesse chi fosse ed era meglio partire col piede giusto instaurando un buon rapporto, preferì seguire il suo carattere e andarle contro a testa alta. Era più saggio farsi un numero maggiore possibile di amici, anche se tutti pensavano a se stessi, però..avere qualcuno su cui contare era sempre meglio che rischiare un'accoltellata alle spalle. Dopotutto Alison è una ragazza testarda, le ci vuole un po' per capire certe cose, solo perché non aveva autocontrollo.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Ah! Ma guardati!
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Energia: 80%
Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 12. -
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Edited by † V i o l e t † - 15/12/2014, 18:32. -
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Tra battute e cadute
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Alison si zittì quando quella cercò di capire chi aveva davanti. Si mossero le palpebre più volte, si portò addirittura più avanti, ma pare che non fosse sufficiente nulla di ciò. C'era da tenere in conto anche quella parolina di troppo, probabilmente per questo motivo Violet le rispose allo stesso modo cacciandola via come fosse una mosca fastidiosa.
"Putt.." - un vento improvviso, anzi percepiva sul suo corpo una vera e propria forza, così potente che non poteva in nessun modo opporsi. Non se n'era nemmeno accorta, come poteva? Era qualcosa di singolare, di magico, un semplice gesto della mano ed Alison fu sbalzata via di qualche metro finendo dritta d schiena su un tavolino. Due gambe di questo si spezzarono, cedettero al peso improvviso da sostenere, più che altro era colpa della caduta. All'impatto, chiuse gli occhi per istinto, col timore di farsi più male di quel che credeva. Di conseguenza anche alcune sedie caddero, enfatizzando per bene la pericolosa discesa.
Ma che cazzo era..? - riaprì gli occhi, si guardò ai lati e realizzò di aver compiuto un piccolo volo. Tuttavia non riuscì a capire, in un primo momento, cosa aveva causato quella potente onda impercettibile da muovere l'aria in quel modo.
Dev'essere stata lei! - azzardò, azzeccando probabilmente la risposta, non poteva essere altrimenti! Non vi era nessun altro oltre a loro due e la direzione del colpo era un'altra conferma. Alison scrollò le spalle e si rialzò a fatica, quasi con la forza del nervoso non riuscendo, da subito, a trovare appiglio lateralmente, dovette appoggiare la mano sul pavimento e fare pressione. Si massaggiò una natica, quella destra, che fu la prima parte del corpo a entrare in contatto col pavimento dopo che il tavolo si era rifiutato di reggerla. Avvertì dolore alla schiena. Dopo la botta che aveva preso durante la missione, finendo scaraventata contro un furgone, stava guarendo poco a poco, ora sembrava fosse tornato tutto il dolore assopito dal breve tempo. Almeno non aveva subito alcun tipo di danno dietro la testa.
Mi ha chiamato puttanella.. - strinse i pugni, poi abbassò il capo - Calmati, è ubriaca - poi risollevò la testa fissando Violet, la quale pareva non degnarle più attenzione - Del bosco per giunta! Cazzo sono? Una folletta-prostituta?! - magari della pubblicità dei Loacker! In realtà, per offenderla non era necessario accostare troppe parole. Poi l'espressione cambiò, quelli occhi inconfondibili, quel sorriso accentuato ad un lato della bocca. Aveva ideato una cattiveria da effettuare contro la povera ubriaca.
Se è una sfida, la accetto molto volentieri! - "Puttanella a me?" - sollevò l'avambraccio piano piano, poi lo riabbassò di scatto. In questo modo il bracciale destro aveva ricevuto l'imput necessario per passare alla forma d'arma vera e propria.
"Ah!" - seguito da un pugno a vuoto, ben mirato, contro la gambe della sedia su cui si sedeva Violet. Il colpo sarebbe stato sufficiente da permettere al proiettile di generare una piccola esplosione tale da distruggere una o due delle quattro gambe, poi a causa della perdita di equilibrio, l'eversore sarebbe caduto a terra.
"Ops!" - ridacchiò puntandole l'indice contro col braccio teso. La situazione si era creata in modo assurdo, una rispondeva alle provocazioni senza riflettere due volte e l'altra..controbatteva alle provocazione in modo non lucido. Una scena ormai comica, nonostante, in particolare, una delle due sembrava alquanto infastidita fin dall'inizio.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Tiè! Così impari!
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Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 11
Passive:CITAZIONEThe Brawler [Passiva di 25% in Forza, Destrezza, Resistenza e Velocità]
Edited by "Gerik" - 11/12/2014, 08:32. -
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Tregua o preparazione
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
E Violet finì a terra provocando in Alison un certo divertimento, per quanto cattivo poteva esserlo. Non si curò minimamente, più andavano avanti e più lei tendeva a stuzzicarla. Per lei ormai la situazione era mutata in qualcosa per passare il tempo divertendosi e sfogandosi allo stesso tempo. Tanto Violet era ubriaca, secondo la biondina non si sarebbe mai ricordata dell'accaduto e anche se fosse o non si sarebbe ricordata perfettamente oppure non se la sarebbe presa così tanto male. Non poteva immaginare le sue doti o quanto aveva bevuto, l'espressione di uno sguardo perso nel vuoto che ogni tanto mostrava, anche in quelle risposte quasi prive di significato, le facevano pensare che non fosse assolutamente lucida. Ma il divertimento non sarebbe continuato a lungo, proprio no. La sedia a terra con qualche gamba distrutta, l'altra era caduta di fondoschiena e sembrava intenzionata a vendicarsi. Rimase ferma, quasi assorta, ancora quello sguardo vuoto, sembrava un po' inquietante, tanto che più Alison la guardava e più il suo sorriso si faceva piccolo.
Oh merda.. - senza dire nulla aveva un'arma da fuoco: una pistola, per la precisione. Non aveva più stampato quel sorriso, vedendo l'arma poteva solo formulare pensieri negativi sul suo uso.
Mica vuole uccidermi?? - "Eh?? Che intenzioni hai??" - era ovvio che fosse spaventata, chiunque si sarebbe spaventato. La differenza tra le armi da fuoco classiche e le Ember Celica sono appunto i proiettili, non sono certo li stessi. I bracciali di Alison nascondevano una canna ma i colpi che poteva emanare non causavano nessun tipo di ferita da perforazione, anzi solo ed esclusivamente da urto o impatto. Come se lanciasse letteralmente i suoi pugni a distanza, messaggi affettivi e violenti, ma non pericolosi quanto uno sparo da pistola. La potenza d'urto ed esplosiva era elevata per certo, non potevano però causare danni letali immediatamente.
Questa è pericolosa!! - era intimorita, ma ciò non la mandava in panico, subito fece scattare anche il secondo il bracciale. Questo mutò nel guanto pari al gemello. Violet mostrò la sua esperienza e maestria e pareva avesse letteralmente accettato la sfida tra lei e Alison, nonostante la sfida stessa non era definita. Orgoglio forse? Imporsi sull'altra? Non stava prendendo la piega perfetta, evidentemente è così che si gioca da quelle parti. E Alison non era affatto dispiaciuta.
"Ah!!" - gemette al primo colpo sparato vicino al suo piede destro. La ragazzina sollevò di scatto il medesimo piede, posando il rapido sguardo per terra, nell'esatto punto in cui vi era il foro. Poi alzò lo sguardo fino agli occhi di Violet.
Oh no.. - aveva capito le sue intenzioni e non poteva far altro che assecondare. Un altro colpo, stavolta presso l'altro piede. E il ritmo aumentò, sempre più veloce, fino a stabilizzarsi. Gli occhi cercavano di seguire i buchi creati, i piedi saltellavano seguendo il ritmo di quel balletto e la bionda sperava che quella non sbagliasse..o meglio, che continuasse a mancarla, anche se non era lei il bersaglio naturalmente. Non poteva non tenere conto del fatto che non era sobria, magari un incidente.
"Ferma!!" - le urlò, ma sembrò non bastare, la squadrò rapidamente con occhi determinati, basta con quel gioco, lei non era il suo giocatolo, nemmeno una fottuta scimmia ballerina.
Scimmia ballerina.. - il colore degli occhi si fece rosso, solo durante due battiti delle palpebre, poi il colore tornò del normale lilla di sempre. Appoggiò la mano sulla superficie di un tavolo integro nei pressi, applicò una forza sufficiente da scavalcarlo, una gamba dopo l'altra, lasciando scivolare il fondoschiena sull'ultimo tratto del quadrato. Strattonò verso sé le gambe più distanti: ora la superficie quadrata fungeva da sorta di scudo. Il ginocchio sinistro a terra, mentre l'altra rimaneva piegata con la parte inferiore della gamba perpendicolare al terreno. L'avambraccio destro appoggiato al bordo del tavolo, la mano omonima appoggiata sul guanto sinistro, teso e puntato contro Violet, anch'esso sopra il bordo. Un sorriso abbozzato dipinse il viso di Alison, invece le sopracciglia rimasero aggrottate, in segno di sfida, poi un rapido e semplice movimento su-e-giù delle stesse come a confermare di non avere più nessun tipo di controllo su di lei. E ora? Sembrava si fosse fermato il tempo ed Alison non aveva idea di come agire, quindi coprì quello spazio vuoto di lunghi secondi riaprendo conversazione..nel migliore dei modi.
"Stronza, potevi uccidermi!" - esclamò dopo un cenno del capo per indicarla. Se avrebbero continuato a scambiarsi scherzi e colpi bassi quel posto sarebbe diventato come un campo post-battaglia.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Vuoi la guerra, eh?
Stato Fisico: Normale - Impatto alla schiena, piccolo taglio alla guancia sinistra, piccoli graffi alla mano destra, leggero impatto al gluteo destro
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Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 11
Passive:CITAZIONEThe Brawler [Passiva di 25% in Forza, Destrezza, Resistenza e Velocità]. -
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Edited by † V i o l e t † - 18/12/2014, 19:28. -
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Riproviamo
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Guarda come ride, come si diverte eppure doveva sentirsi tanto triste, o meglio..così si dice per chi beve un po' troppo. Ma l'aveva riconosciuta? Che importa, così puntigliosa che Alison rispose semplicemente con uno sbuffo.
"Pff!" - non intendeva certo che prendere un proiettile al piede l'avrebbe potuta uccidere, però non aveva riposto grande fiducia in Violet, nonostante alla fine avesse dimostrato una grande precisione e sopratutto..autocontrollo, cosa che mancava ad Alison. Poi le punto la pistola contro, dritta verso il suo cervello, mantenendo sempre un tono da spaccona. Le sensazioni che provava la bionda in quel momento erano contrastanti: da un lato le piaceva come tipa, non era una deboluccia capricciosa, un carattere che non sopportava assolutamente, dall'altro avvertiva quella scarica di rivalità e confronto, come due grandi predatori che vogliono imporre l'uno sull'altro il proprio comando.
Non ho così tante scelte.. - "E va bene!" - scrollò le spalle con i palmi delle mani rivolte verso l'alto, l'espressione non indicava più lo stato irato che aveva in principio. Seguendo la metafora, purtroppo lei era quasi con le spalle al muro, o meglio..o avrebbe ceduto oppure avrebbe dovuta attaccarla prima di lasciarla decidere. Non era il caso di continuare, avrebbe fatto la figura della ridicola cercando a tutti i costi lo scontro con Violet. Doveva cercare di stringere amicizia, invece fece tutt'altro. Altro che spirito di squadra, nell'organizzazione ognuno pensava ai fatti propri e nessuno guardava in faccia nessuno, proprio come aveva detto Isaac. Alison non era abituata, era una principiante, non era nemmeno passata una settimana. Si alzò, portò ad altezza petto il braccio destro piegato, una rapida torsione del polso e l'arma aprì un foro spingendo letteralmente fuori il bossolo. Con l'altra mano afferrò al volo i resti del proiettile che mise sulla piccola tasca dove portava le altre munizioni. Poi un colpetto secco con gli avambracci piegato allineandoli col resto degli arti, le Ember Celica emanarono due suoni metallici e tornarono in forma bracciale.
Non è male questa tipa - pensò eseguendo il tutto senza staccare gli occhi da Violet, certamente non l'avrebbe impressionata, ne era sicura, ma aveva lo stesso voglia di farle immaginare quanto brava era coi suoi giocattoli.
"Ti sei divertita, eh?" - le chiese con un piccolo sorriso, mantenendo uno sguardo di rivalità, quasi per tenersi allo stesso livello dell'altra ragazza. Il giallo, un colore troppo chiaro per l'ombra e non sempre di accostava bene con i colori scuri come il viola, che sia questo simbolico motivo che rende Alison un soggetto un po'..poco degna di attenzione o interesse da parte del resto dei membri? Si spostò piazzandosi davanti il tavolo fronte a Violet, non c'era bisogno di tenersi coperta, non aveva niente da nascondere! Ritentò a sistemare le cose, magari poteva puntare direttamente ai problemi personali di Violet, o almeno così pensava Alison nei riguardi di chi ricerca la pace nell'alcool. Come detto più volte, era solo l'idea della ragazzina, si avvicinò quindi senza timore e preoccupazione, magari con l'intenzione di un qualche gesto amichevole. Così in fretta? Che cambio radicale potrebbe pensare qualcuno, ebbene non è la prima volta che dimostra un capovolgimento degli stati d'animo, tuttavia non era prevedibile un altro ulteriore cambiamento in caso di particolari stuzzicate.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Solo per questa volta!
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Imprevedibili
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Non sta bene? - era fuori pericolo, era sempre stata fuori pericolo, per certo, era sicurissima di ciò, mica l'avrebbe veramente sparata per una questione da due soldi. Che poi non c'era nemmeno in gioco il denaro, ma tutt'altro, così poco. Alison continuò a camminare, senza troppa fretta, osservando i movimenti di Violet, si era portata la mano armata pressa una tempia, se non era per grattarsi, doveva per forza avvertire qualcosa, come mal di testa o dolore in generale..doveva essere l'alcool.
"Mi spiace, non ci posso fare niente!" - esclamò mentre un sorriso abbozzava più verso un angolo della bocca che l'altro. Tornò improvvisamente più seria, notando che l'altra non rispondeva allo stesso modo, evidentemente le era ancora ostile oppure non si fidava delle sue intenzioni, così come la bionda non metterebbe la mano sul fuoco per l'altra. Quella si raddrizzò, compresa la testa, insieme allo sguardo, stava per succedere qualcosa. Alison non poteva sospettare nulla, la prima cosa che poteva venirle in mente era che Violet poteva sentire il bisogno di sgranchire il collo, spesso lo faceva anche lei. Invece quel passo successivo non fu seguito da altri. Un ultimo passo e non andò avanti, le braccia leggermente staccate dai fianchi, il sinistro, opposto alla gamba, era più avanti, mentre il braccio destro un pochino più indietro. Tutti i muscoli immobili, come se si fosse improvvisamente fermato il tempo, ma manteneva la capacità di osservare ciò che succedeva. Attenzione, non poteva far altro che fissare quei due punti blu, nient'altro, il resto era dato dalla ovvia capacità umana di vedere con una definizione più scarsa il resto dell'immagine che aveva davanti a sé.
Che cazzo succede?? - non si agitò, non poteva, si era accorta dell'impossibilità di commettere qualunque tipo di azione, anche la più banale, meno pensato.
Non riesco a muovermi!! - non poteva parlare, emettere suoni, era paralizzata. Qualcuno dice che la perdita di movimento è associato al freddo. Come se Alison fosse fredda all'esterno, mentre all'interno ribolliva come la lava in un vulcano. Lei doveva muoversi, l'ansia aumentava sempre di più. Un'angoscia insopportabile, troppo insopportabile. Il fuoco vivo dentro lei era come trattenuto a forza.
Non capisco..COSA SUCCEDE?! - Violet continuava a fissarla, dritta negli occhi, e si avvicinava tranquilla, come se sapesse bene cosa stesse provando Alison in quel momento.
Cosa vuole fare?? Cosa vuole farmi?! - si sforzava come poteva, cercava di dare dei comandi attraverso il pensiero, mentre il pericolo, se così era, riduceva le distanza.
Muoviti cazzo!! MUOVITI!! - nulla, non bastava, era inutile, qualcosa di esterno stava agendo su di lei e, logicamente, non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che fosse tutta opera di Violet. La guardava con quel sorriso odioso, come se fosse superiore, come se la stesse tenendo in pugno..e purtroppo per la ragazzina era così. E ora ce l'aveva davanti, quei due occhi blu, era costretta a contemplarli, dopotutto non poteva guardare altrove. La rabbia in Alison cresceva, se c'era una cosa che fortemente odiava era proprio l'obbligo, venire costretta, obbligata, ricattata..controllata. Percepiva una profonda angoscia, quasi da farla piangere, ma di nervoso. Poi c'era il timore dell'ignoto, non voleva subire una qualche punizione, non voleva che le parti s'invertissero, che fosse Violet a prendersi gioco di lei. Gli occhi rispose con un colore rosso acceso, in contrasto con quelli scuri di Violet. Un colore che dipingeva la sua espressione solo quando provava forti stati d'animo, come l'ira o incontenibile sforzo di liberarsi da qualcosa, impossibile come ciò che vincolava ogni suo muscolo in quella posizione. Il cuore batteva forte, la tensione era elevata, non aveva mai provato quella sensazione così profonda di impotenza. Il suo viso sempre più vicino, gli occhi si chiudono e non può più cercare di comunicarle attraverso lo sguardo, per farle capire quanto era in disaccordo con ciò che le stava facendo.
Vai via!! VIA! Via.. - un bacio. Non poteva opporsi, sentiva la lingua entrare e il sapore dell'alcool, sgradevole di per sé ma che dava un sapore particolare a quel bacio inaspettato e lungo. Immobile, passiva, provava una forte emozione, confusa, aveva interpretato male le sue intenzioni? Così all'improvviso? Non sapeva cosa pensare, non sapeva come reagire, non le era mai successo nulla di simile, non aveva mai vissuto un'esperienza del genere, con una ragazza poi. Un bacio..piacevole, esattamente, voleva opporsi con ogni mezzo, ma in fondo quel gesto le toccava dentro l'anima. Non poteva chiudere gli occhi, sennò lo avrebbe fatto, tuttavia era come se stesse guardando tutt'altro, la sua mente era sprofondata nella propria confusione mentale. Non era caotico, un accostamento di emozioni, si sentiva in un certo senso smarrita. Quando quel momento, tuttalpiù indimenticabile, arrivò alla fine, Violet avrebbe avuto modo di vedere quel lilla che da sempre caratterizzava gli occhi di Alison, ormai non più soggetta alla rabbia e alla tensione di prima. Poteva ancora muoversi? Oppure era lei che era rimasta così di stucco da poter muover solo la gamba da allinearla all'altra. Non sapeva che dire, dalla bocca semiaperta non usciva alcun suono. Al momento, stava solo realizzando cos'era successo.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Mi ha..baciata
Stato Fisico: Normale - Impatto alla schiena, piccolo taglio alla guancia sinistra, piccoli graffi alla mano destra, leggero impatto al gluteo destro
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Universo di pace
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Non era una ragazza come le altre, per certo, e neppure Violet aveva l'aria di esserlo, ancora per certo. Non servivano documenti o prove, bastava guardarle, vedere come agivano e come rispondevano. Alison, una ragazzina che aveva tanto voluto entrare nel mondo degli adulti, in un certo senso. Era stata accontentata, si era addossata un fardello pesante, una missione, una vendetta da compiere. Era entrata in un mondo così diverso dal solito, semplicemente causato da quel particolare evento. Testarda, un po' infantile forse, egocentrica. Non vedeva di buon occhio gli uomini, odiava i prepotenti e chi voleva avere tutto, chi credeva di dominare chiunque, magari era anche vero, ma non lei. Nessuno la domina, nessuno la controlla, tranne una persona. Una donna: Violet, che è stata capace di calmarla con..la forza dell'amore. Aveva respinto chiunque, non dovevano essere gli altri a decidere su di lei, Alison sceglie, non viene scelta, lei cerca l'altra metà, lei ci prova. Buffoni, altezzosi e cazzoni, fighetti, quasi al pari di femminucce, odiosi, non esistono per lei. Ma..ora si trovava in una situazione troppo strana, diversa. Non aveva a che fare con un uomo, ma con una donna. Quelle labbra morbide, diverse dalle sue, labbra esperte che sapevano far trasmettere la giusta emozione, un bacio senza errori. Il miglior bacio che avesse ma provato e, ironicamente, non proveniva da un soggetto di sesso opposto. Ma la questione non si era risolta, non le veniva istintivo scacciarla, metterle le mani addosso. Aveva un carattere particolare, tanto da stare al livello di Alison, o forse era più corretto affermare il contrario.
Mi ha..baciata.. - anche i suoi pensieri balbettavano, mentre rimaneva in silenzio, il cuore faceva più rumore e continuava senza sosta, scandendo ogni istante di quel profondo incontro. Non aveva il tempo, neppure le capacità, in quel momento, di riflettere sulle ragioni, su come erano arrivate a quello. E' successo e basta, ma non in modo così semplice, costretta, nel modo che più odiava, però quella era una donna e l'aveva dominata meglio di altri, come nessun altro. Non solo, aveva spento quel fuoco ardente..diciamo contenuto, calmato. Come un animale indomito che, quando viene dominato, stringe un particolare legame col vincitore. L'aveva vinta. Era troppo confusa, combattuta senz'altro, come doveva reagire? Da un momento all'altro poteva passare da quell'imbarazzo alla vergogna, se avesse agito in maniera errata. Lei la scrutava, la studiava, per poi posare nuovamente lo sguardo sui suoi occhi. Occhi timidi, cercavano rifugio verso qualsiasi altra cosa, però il suo viso era così vicino, il respiro si posava lievemente sulle sue labbra, come fosse l'unica corrente d'aria percepibile. Una mano dolcemente tocca, con amorosa delicatezza, la sua guancia, prima da un lato e poi dall'altro di quella stessa mano che sembrava generare un lieve calore. Ciò che rendeva più efficacie era il leggero tocco, quasi sfiorava e Alison avvertiva quella piacevole sensazione sulla pelle che proverebbe chiunque. Non può sfuggire ai suoi occhi, uno sguardo penetrante e intenso, ma più caratterizzato da un senso di pudore, tipico di quel momento romantico. Non può guardare altrove, tutto ciò che è esterno non esiste più, sembrava come se quel bacio le avesse trasmesso delle emozioni e immagini provenienti direttamente da Violet, come se lei capisse perfettamente cosa stesse provando la giovane bionda e la stesse catturando creando un'atmosfera singolare, unica al momento, qualcosa che non darebbe nessun altro. Saranno capacità sovrumane o una serie di piccole cause che hanno determinato tale fenomeno.
Ma chi è..? Cosa succede..? - giustamente si pone domande senza risposta. Non la conosce, non sa nulla di lei e non ha motivo di saperlo. Tutto ciò è irrazionale, un misto di passioni, la ragione non deve essere cercata e lei stessa è lontana dall'idea di ragione, colei che agisce impulsivamente, che preferisce tirare pugni e fare casino piuttosto che cercare un dialogo tranquillo. Le sussurra, quasi le incita a seguire i suoi movimenti lasciandole libertà. Non è immobile, potrebbe benissimo respingerla via e andarsene indignata per il modo in cui l'aveva costretta a provare quella nuova esperienza. Eppure, nonostante sentisse bene ogni suo muscolo libero, non le venne in mente di spingerla via. Non aveva intenzione, non ci stava pensando, come se fosse ancora bloccata, paralizzata, sia fisicamente che mentalmente, controllata da Violet. Alta quanto lei, un abbigliamento particolare, che però le stava bene, come se fosse l'unico che calzava con la sua persona. Non era nemmeno una brutta donna, per niente..ma cosa stava pensando, non si rendeva conto. Non si può spiegare, è troppo arduo, pieno di negazioni, di incertezze. Se prima aveva subito in pieno il destino imposto da un altro, ora poteva cambiarlo. Chiaro, semplice, e invece non riesce, come se una parte di lei volesse proseguire, volere con libertà stare dietro a quel destino. Quindi si lascia andare, rimane ancora una volta passiva, non ha tempo di reagire, non riesce ad esprimere alcuna parola, non c'è tempo, i pensieri arrivano prima e rispondono per lei. Le sensazioni che provava erano più forti, anche se avesse detto di no, avrebbe mentito. Ancora, dunque, ancora, quindi, un ultimo. Sarebbe stato il loro segreto.
Non guardarmi.. - tutto ciò che le viene in mente, quegli occhi blu ancorati ai suoi, la lingua che fuoriusce leggermente, passando tra le labbra e tornando indietro. Sente nuovamente il sapore dell'alcool, non se ne rende conto e può solo farsi condurre. Deglutisce. Seguire gli occhi di lei, chiuderli quando li avrebbe chiusi lei, entrare nuovamente in quel mondo spaventosamente grande, come fosse finita nello spazio improvvisamente, vagando lentamente tra quei colori scuri lontani. Perché lo spazio non ha una parete, non ci può arrivare e tutto quel viola o nero che fosse, misto a tanti punti gialli luminosi, è irraggiungibile. Pace.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Che sto facendo..
Stato Fisico: Normale - Impatto alla schiena, piccolo taglio alla guancia sinistra, piccoli graffi alla mano destra, leggero impatto al gluteo destro
Energia: 80%
Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 11. -
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Contro il destino
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Rimane, non si sposta, è indecisa. Non ha in mente nulla, anzi non ha proprio la testa. Sarà ripetitivo..ma odia venire costretta, eppure non si è trattato di qualcosa per farle male, anzi, il contrario, qualcosa di particolarmente piacevole, mischiato a ciò che più detesta. Un'angoscia, una tensione tale che viene liberata da qualcosa di magnifico. Quasi le avesse toccato un tasto, uno particolare, il segreto del suo piacere, un qualcosa che non va condiviso, rivelato, a nessuno. Che può provocare strane reazioni, eccitazione, una passione tale che ripeterebbe l'esperienza infinite volte. Una droga, era esattamente così, assuefatta dal sentimento di costrizione. Legata, immobile, un sogno rosso per così dire. Qualcosa che va oltre il romantico, che si spinge più verso l'erotico. Si addestrava in questo lato del mondo adulto, una licenziosità a cui non sapeva dire di no. Tuttavia, scoperto questo..non riusciva, si vergognava di chiedere ancora una cosa del genere, troppo imbarazzante per una come lei. Ci teneva al suo orgoglio, ma quanto tempo sarebbe riuscita a rimanere in silenzio? A non far sapere quale desiderio passionale voleva che si verificasse? Non è una bambina dopotutto..è una crescita normale, una scoperta che si fa attraverso questi momenti, intensi, particolari, unici. O forse quest'attrazione rapida e improvvisa, nei confronti di Violet, è dovuta alla mancanza prematura di una madre? Il modo in cui la tocca, la mano femminile leggera e morbida e poi quel bacio esperto. Intendeva perfettamente le emozioni di Alison, oppure si era creato un miscuglio, un intreccio di fili che collegava le parti interne più importanti delle due. Il cuore e il cervello, le emozioni e come provocare piacere, anche personale.
Io.. - come l'altra, come chiunque in quella situazione così confusa, si chiedeva cosa doveva fare, come reagire..chiedere ancora o spezzare quell'incantesimo e dimenticare quel punto sfasato su un piano cartesiano, un dato incerto, diverso da tutti quelli che compongono una retta giusta. Una coppia di numeri da cerchiare e considerarli come gli altri, quando in realtà sono diversi. Incertezze di misura, arrotondamenti, sono proprio quei numeri piccoli che danno senso alla vita. Piccole cose, gesti, momenti che creano il punto di partenza da seguire o meno per creare il resto di un percorso importante. Non vede più quelli occhi blu, quindi chiude i suoi tornando ancora una volta in quello spazio infinito. Non cade, rimane sospesa nel vuoto, sospesa dal bacio che mantiene attiva l'illusione amorosa.
Mi piace..troppo.. - non va bene, non sono quelli i suoi pensieri..o forse si, spinti, autogenerati dal suo inconscio, una Alison diversa ma sempre istintiva. Non aggressiva, non pronta a discutere o combattere, ma preparata verso un fine opposto. Scatta, corre, si fionda a capofitto, le gira la testa, tutto intorno a lei gira, ruota..o crede di muoversi, invece è Urano che l'avvolge per donarle emozioni, fermarla per permetterle di osservare, di non correre, di dedicare un po' di tempo a qualcosa che potrebbe mai più accadere. Unirsi spiritualmente ad esse, diventare lei stessa un'emozione da far percepire a Violet. Così sembra continuare, sembra sia durato molto invece non va oltre il minuto o addirittura meno. Non assapora più alcool o le labbra dell'altra, è un tutt'uno, un misto tra la sua essenza e quella di Alison. Lei guarda altrove, stavolta non regge i suoi occhi lilla, si perde nel vuoto dei suoi pensieri indecisi, la bionda al contrario non è più afflitta da mille dubbi. Ha messo da parte ogni ostacolo, scaccia via in fretta, bruscamente, qualsiasi cosa abbia a che fare con quel determinato momento.
BASTA!! - urla nella mente, spinge via tutta quella polvere ai lati della sua mente, sporcizia cui penserà di pulire la notte, quando s'inabisserà nei suoi pensieri per riflettere, trovare risposte, autoconvincersi ad andare avanti e non rimanere ancorata al passato per troppo tempo, per non raffreddarsi, non spegnere il suo fuoco interiore. Quella vitalità e movimento che la caratterizzano, nonostante rimanga combattuta tra chi vuole ancora e chi preferisce finirla, almeno per oggi.
"Ehi.." - a bassa voce, non sussurra. Abbassa lo sguardo, tanto che la frangia copre il suo sguardo da lei. E poi la spinge, con due mani, su entrambe le spalle con energia, come se dovesse spezzare un legame fisico e reale o aiutare e rafforzare la sua mente a seguire la stessa decisione del corpo. Ma Violet sa bene, non le sfugge nulla, non si fa distrarre o deviare, lei conosce cos'ha provato, i suoi pensieri e cosa sta cercando di fare. Alison è imbarazzata, per certo, e ferita, naturalmente, e confusa, ovviamente, ma anche ringrazia per ciò che ha provato e mantiene la speranza che ciò si ripeta ancora, sempre in segreto nel loro mondo isolato. Anche se non sa come. Prende e se ne va, senza guardarla, non vuole farsi incatenare ancora da quei due punti blu. Si avvia diretta a passo deciso e accelerato, non può essere fermata, apre la porta e abbandona Violet. Sale le scale, le sopracciglia aggrottate, lo sguardo furente, vuole solo tornare a casa, lontano da tutto e tutti. Ogni persona ha il proprio carattere, Alison talvolta sente la necessità di confrontarsi con se stessa, di sfogarsi contro lei, sopratutto quando non comprende. Così va a finire, tre modi con cui approcciarsi al destino: subire, seguire e combattere..e Alison ebbe modo di sperimentare tutti i percorsi. Prese la moto e sgommò via, sempre più veloce, come un lampo.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Io..merda..
Stato Fisico: Normale - Impatto alla schiena, piccolo taglio alla guancia sinistra, piccoli graffi alla mano destra, leggero impatto al gluteo destro
Energia: 80%
Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 11.