[CSV] L'arrivo di una fata

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  1. @Saphyra@
     
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    Una fata si aggirava quel giorno con vesti neri e viola , i suoi occhi di ghiaccio osservano gli scaffali pieni di libri , era lì per cercare delle notizie su chi aveva la sua obbedienza.
    Lei serviva la Luna e la Luna le ha dato la vita , perciò nel bene e anche nel male la serviva.
    Mera Gratitudine?
    Forse , continuava a camminare tra gli scaffali sotto mentite spoglie lucidi capelli neri scendevano lungo la sua schiena , mentre le vesti e il manto danzavano sul suo corpo.
    Lo sguardo non emanava positività , ma neanche negatività era quel calore e quella freddezza che in lei trovavano un connubio perfetto.

    Si aggirava e silenziosamente leggeva i tomi , mentre giocava con il simbolo della Luna al collo , le iridi di ghiaccio leggevano e una mano si allungò per prendere un tomo.

    Ovviamente non si accorse degli eventuali presenti , era troppo intenta nei suoi studi.


    Edited by Jira - 15/3/2015, 22:37
     
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    Ted Carter



    tedaviatori_zpsb760d5ce



    La biblioteca.
    Grande guardiana del passato, dell’antico sapere tramandato su carta e portatrice di silenzio.
    Il luogo perfetto per qualsiasi pellegrino alla ricerca di conferme nelle vecchie leggende, il posto preciso per chiunque cercasse un tempio del sapere.
    Quindi, cosa ci faceva là in mezzo Ted Carter?
    Non che non fosse permesso ai pugili una tranquilla lettura, ma sinceramente, il campione non c’era mai stato molto portato, era più tipo da usare i libri per bilanciare tavoli, come fermacarte, per riempire gli scaffali della libreria in modo da sembrare un tipo colto.
    Suo fratello Sam invece era un gran lettore, di tanto in tanto gli raccontava di qualche strano libro da lui letto in qualche anonima libreria, non che gli fosse mai importato molto delle letture del fratello, ma in più di un’occasione se ne era uscito con qualche libro per regalo e suo fratello che gli diceva:

    ”Grazie Ted, mi mancava proprio questo volume.”

    Era bello vedere il sorriso di Sam, gli mancava quel sorriso bianco come il latte.
    Sospirò mettendo un segnalibro tra le pagine antiche di quel vecchio testo. Sulla copertina si poteva leggere chiaramente: “Controllo degli elementi: Magie avanzate”.
    Non che fosse mai stato un gran ammiratore di quelle letture, ma gli sarebbe piaciuto approfondire l’abilità che il Maelstorm gli aveva donato, aveva solamente letto qualche cosa sull’uso avanzato che poteva fare con la sua energia, e per quanto fosse tosto, sapeva che non ci sarebbe mai riuscito.
    Forse perché le sue conoscenze di base si limitavano ad illuminarsi la mano e a potenziare un pugno già forte di suo.

    Alla fine si mise una mano nell’afro sconfitto e affranto.
    Chissà se sarebbe mai riuscito a combinare qualcosa di buono lì su Endlos.
    Non importava quanto studiasse, la sua mente vagava altrove.
    L’incontro al Sud con quello strano molliccio lo aveva provato profondamente, forse era stato un’errore farlo scappare, ma non si poteva permettere di fare l’eroe a Merovish.
    No, non poteva.

    ”Questa roba è troppo complessa, cosa cazzo intende quando dice: Impastate il mana con il vostro elemento e modificatelo fino a farlo diventare ciò che volete? Sono un pugile, mica uno chef.”

    Intanto, mentre la sua mente si faceva dubbi esistenziali su cose a cui chiunque altro sarebbero sembrate semplici domande, gli occhi guardavano ben altro che la carta del volume da lui preso.
    Guardava una donna molto bella.
    La cosa che l’aveva attirato di più erano stati i lunghi capelli neri, gli occhi di ghiaccio e un qualcosa al collo simile ad una luna.
    Ai suoi tempi in biblioteca non giravano certe bellezze, chissà cosa stava cercando.
    Sbuffò nuovamente e tornò a guardare il libro. Se avesse insistito, forse alla fine, sarebbe riuscito a capire qualcosa di quelle pagine.
     
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    EzazélIn quel momento, un bibliotecario si calò dal soffitto a testa in giù.

    Sigla!

    9TR68EBTe

    Ecco, esattamente così. Al posto dell'uomo-ragno, però, immaginatevi un ragazzino alto un metro e mezzo, infagottato in una giacca rossa e aggrappato a una corda. I capelli biondi, lunghi quanto lui, ricadevano dolcemente sul tavolo e sui libri della fatina. In mezzo alla massa dorata, erano ben visibili un paio di orecchie da gatto.

    Fissò la ragazza dai bei capelli neri, arricciando il nasino. Gli occhietti azzurri risplendevano dietro un paio di occhiali, fissati al capo con un elastico affinché non scivolassero.
    Nonostante l'apparenza bizzarra, la sua espressione era assolutamente seria e professionale.

    «Buongiorno. Sono il bibliotecario.» si presentò, con garbo ed educazione «Ha bisogno di qualcosa?»
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  4. @Saphyra@
     
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    Stava leggendo ciò che le interessava quando qualcuno si calò dal soffitto , rimase composta chiuse il libro e disse

    < Dovrei prendere in prestito questo libro >

    commentò e allungò il tomo , mentre si sentì osservata , la luna dava e toglieva e in questo momento dava.
    Si girò e notò un umano la sua espressione neutra osservò l'umano davanti a lei e alzò le spalle mentre non disse nulla , non lo conosceva e lei aveva bisogno di studiare il suo stesso credo.
    In fondo tutti dovevano superare il noviziato e lei non voleva di certo distrarsi , ma non essendo maleducata fece solo un cenno del capo a mo di saluto.

    < Quanto mi verrà a costare il prestito , sempre se è possibile >
    commentò guardando il ragazzo che pendeva da quel filo proprio davanti a lei.
     
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    Ted Carter



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    Dapprima vi era il silenzio in biblioteca, un tombale e rigoroso silenzio.
    Tale sarebbe rimasto se qualcuno non si fosse calato dal soffitto a mò di Spiderman, forse lì cose del genere erano normali, ma se lo si faceva davanti a qualcuno che non prestava attenzione la cosa poteva apparire surreale, e voi sapete bene come reagisce una persona media davanti a qualcosa che non conosce.
    Si spaventa e molto probabilmente urlerà. Per quanto la sua storia e i vari titoli che ha ottenuto durare essa, dicano il contrario, Ted Carter è una persona media.

    ”OH MIO DIO MA COSA DIAVOLO …”

    Per fortuna eventuali imprecazioni, lanci forzati di tavoli, sedie e persone, vennero sventati da una caduta a dir poco acrobatica dalla sedia del campione.
    In poco ritornò il silenzio, mentre il nero assaggiava il duro pavimento della biblioteca.

    ”Ma dico … che scherzi poco divertenti sono questi?”

    Si fece forza con le mani e si sollevò da terra.
    Più di due metri di uomo iniziarono a sovrastare gli altri presenti, i bicipiti allenati grandi quanto la testa del bibliotecario. Non era mai stato così tanto muscoloso in vita sua Ted, quel giro nella palestra degli aviatori gli aveva fatto veramente bene.

    ”E quindi tu saresti il bibliotecario?! Effettivamente avrei bisogno di qualcosa”

    Disse con tono pacato, come se non fosse successo nulla.
    Solamente dopo si accorse che la domanda non era rivolta a lui, ma alla ragazza che aveva dietro le spalle.
    Lei rispose con un’altra domanda, niente di complesso insomma, però gli sarebbe dispiaciuto iniziare a fare la fila.
     
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    Ezazél
    «Non è possibile prendere in prestito libri dalla biblioteca.» replicò pacato, dedicando solo una fuggevole occhiata all'omone appena caduto «Però può venire qui a consultarli quando vuole, negli orari di apertura della biblioteca. E poi credo che possa fare delle fotocopie, se le serve qualche pagina.» concluse dubbioso, portandosi una manina al mento. Arthur e Brifos pasticciavano spesso con aggeggi meccanici, ma non sapeva bene quali funzionassero e quali fossero destinati al pubblico.

    Nonostnte si reggesse con una sola mano, lo scricciolo pareva perfettamente a suo agio a testa in giù, le gambe saldamente avvinghiate alla corda. Una cosa, però, lo turbò alquanto: richiudendo il libro, la fatina gli aveva intrappolato i lunghi capelli biondi. Si diede uno strattone alla chioma, cercando di liberarli dalle pagine.
    «E lei, signore, ha bisogno di qualcosa?» domandò poi all'omone, sentendolo avvicinarsi. O meglio, notando he una grosa ombra adesso si stagliava su di lui.
    Lo scrutò da piedi a capo, ora. Nonostante l'aspetto massiccio, sembrava una persona gentile.
    .«Sono un bibliotecario specializzato in storia e culture straniere. Mi chiamo Ezazél.» si presentò, con un cenno del capo.

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  7. @Saphyra@
     
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    Sbuffò non aveva nessuna voglia di sentire inutili lamentele eppure il bibliotecario , parlò annuì semplicemente e lanciò un'occhiataccia all'altro uomo , ma che maleducato!Poi si rivolse versi il bibliotecario:

    < Ah grazie penso che copierò quello che mi serve , la ringrazio >

    Disse , mentre si rigirò e fece per andarsene
     
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    Ted Carter



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    Ted rimase un attimo a soppesare se la cosa che lo stupiva di più, erano i libri che non si potevano prendere nonostante si fosse in una biblioteca, oppure le moderne apparecchiature che ti permettevano di fotocopiare e stampare ciò che ti serviva.
    Ciò, entrambe erano cose normali, ma rimanendo a Laputa e uscendo solamente di rado, lo stupiva che Endlos potesse tirare fuori certe cose talmente tecnologiche.
    Esatto, non era mai stato a Klemvor altrimenti si sarebbero ricreduto subito.

    Quando poi il bibliotecario rivolse l’attenzione verso di lui, Ted rimase un’attimo spiazzato e solo dopo pochi attimi ritrovò il dono della parola.

    ”Beh a dire il vero, la mia non è domanda che riguarda i libri, bensì una piccola incomprensione che ho trovato tra le righe di questi …”

    La sua attenzione venne attirata anche dalla ragazza, con al collo il ciondolo della luna, che gli aveva già dato le spalle dove aver risolto la sua incomprensione.
    A quel punto Ted si sentì in obbligo di fermarla e di chiedere anche a lei, d’altronde due menti sono meglio di una soltanto.

    ” … aspetti signorina, forse lei saprebbe come risolvere il mio problema?”

    Chiese in tono alquanto informale, ed era strano sentirlo da parte sua fidatevi.

    ”Sarei un’elementalista, ma non riesco proprio a capire cosa intende con impastare il mana con il proprio elemento. Entrambi, sapreste darmi una spiegazione a questa frase?”
     
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    Ezazél
    Ma... Ma perché fuggiva così? Era troppo brusca! L'aveva forse urtata in qualche maniera? Era stato scortese? Il presentarsi a testa in giù era forse, nella sua cultura, un supremo gesto di maleducazione?
    Ma soprattutto, non si era accorta di avergli imprigionato i capelli col suo libro?
    Tirò un altro strattone alla propria chioma, ma perse l'equilibrio e cadde di faccia sul tavolo.
    «Ngh!»
    Lati positivi del portare gli occhiali finti: non devi agitare le braccia come un cretino ogni volta che li perdi. Dopo pochi istanti zompò giù dal tavolino, nuovamente operativo e con le lenti sul naso.

    «Dunque, il Mana è l'energia magica che scorre naturalmente in ogni cosa, vivente o meno.» spiego, avvicinandosi ai due
    «Un bravo elementalista è colui in grado di concentrare questa energia, e manipolarla come preferisce.»
    E il ragazzone non era ancora un elementalista, checchè ne dicesse lui. L'impastare il mana era il principio alla base di quell'arte, e lui non aveva la più pallida idea di dove iniziare. Per fortuna c'era Ezazél, elementalista esperto nell'arte dei foglietti di carta.
    Anche quello era un elemento.

    «Per prima cosa, è necessario concentrare in un punto - solitamente le mani - l'energia che scorre nel proprio corpo. Raggrumarla, insomma.»
    Giunse le dita e socchiuse gli occhi, dirigendo il Mana del proprio corpo negli arti superiori.
    Un lungo respiro. Per lui era come porre delle dighe nel flusso, indirizzando il fiume d'energia dove voleva lui. Ma esistevano anche altri sistemi, diversi modi di visualizzare un concetto astratto. L'albino che veniva lì spesso, ad esempio, gli aveva parlato di fili colorati.

    «A questo punto, occorre dargli una forma. Il Mana è energia grezza, pura, senza alcuna proprietà particolare. Si plasma facilmente in base ai nostri desideri, lasciandosi guidare dal pensiero.
    Esistono varie tecniche di imprinting del Mana - la teoria delle cinque fasi alchemiche, quella dell'esecuzione musicale, quella delle porte del chakra. Se la signorina è una maga, di certo potrà dirvi la sua
    »
    si voltò brevemente verso la ragazza «In generale, occorre pensare fortissimissimo all'elemento che si vuole dare al Mana, e convincere l'energia ad assumere quella forma.»
    Annuì tra sé e sé, soddisfatto della spiegazione.
    Ma l'altro l'avrebbe capita?
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    Ted Carter



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    Essere in grado di concentrare la propria energia, di modificarla e di fargli assumere un aspetto completamente diverso.
    Ted si guardò la grande mano scura, lasciando perdere la ragazza che ormai si era allontanata da loro.
    Lui era in grado di fare una cosa del genere, quando combatteva difatti i suoi colpi avevano acquisito una certa “potenza” da dopo che era su Endlos, era stato perfino in grado di abbattere un intero edificio soltanto con un destro.
    Il primo a dirgli però che era un’elementalista era stato Shurazen, che si era limitato però a dargli soltanto una conferma dei suoi dubbi.

    ”Devo pensare fortissimo a qualcosa nel mentre faccio scorrere il mio mana, soltanto così riuscirò a farlo …”

    La cosa, di fondo, aveva un senso, gli sembrava comunque fin troppo semplice da come l’aveva spiegata il bibliotecario.
    Inoltre lui poteva essere un’elementalista molto afferrato sull’argomento, quindi la spiegazione gli era risultata molto semplice, era come se Ted si fosse messo a spiegargli il pugilato, non bastava tirare soltanto due pugni e sperare di avere dei muscoli più grandi della testa dell’avversario, il pugilato era tutt’altro.
    Esistevano vari tipi di pugili, quelli che schivano per poi assestarli il colpo di grazia quando sei stanco, quelli che si incassavano tanti colpi soltanto per poterti colpire da più vicino, quelli che usavano il proprio fisico per intimorire l’avversari senza attaccare e poi quelli come Ted, che usando a piena potenza ogni muscolo del braccio per tirare dei pugni in grado di mandare K.O. anche l’avversari più grandi di loro.

    ”E mi dica signor bibliotecario, queste cose le ha imparate sul campo, oppure l’ha lette sui libri? Comunque mi scusi, sono stato maleducato. Il mio nome è Ted Carter, piacere.”
     
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    Ezazél
    «Il piacere è mio.» replicò lo spiritello, porgendo la manina al pugile. Com'erano grandi le sue! Sperava di non finire stritolato. Rompersi un dito sarebbe stato un problema, non avrebbe più potuto giocare a palla e girare le pagine dei libri e arrampicarsi...
    A ben pensarci, gli conveniva ritirare subitissimo la mano.

    «I miei studi sono di natura principalmente teorica.» continuò a spiegare con nonchalance «Io lavoro in maniera leggermente diversa: modifico un elemento esterno, anziché crearne uno col mio Mana. Foglietti di carta, per la precisione.»
    A dimostrazione del suo potere, tirò fuori un quadernino bianco dal tascone del giubbotto. Strappò un paio di fogli, li lanciò in aria e... Magia! Si piegarono di loro volontà, diventando areoplanini, per iniziare poi a fluttuare intorno al gigante. La carta riluceva di una tenue energia azzurrina, che si intensificava ad ogni movimento.
    «Conosco anche qualche tecnica da Psion, per controllare gli oggetti a distanza, ma di base anche quello che faccio io è elementalismo.» concluse con un sorriso.
    Divertente, vero? E sapeva fare anche cose più cattive, come dardi di carta e spadoni. Anche lui aveva qualche "esperienza sul campo", per così dire.
    Perché leggere libri sbagliati può portare in questo mondo le creature più sbagliate.
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    Ted Carter



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    Quando il bibliotecario Ezazèl gli porse la piccola mano, Ted voleva subito ricambiare con una bella e vigorosa stretta di mano, ma gli ci volle poco per capire che se avrebbe fatto in quel modo, la piccola mano dell’essere si darebbe letteralmente sbriciolata.
    Quindi ricambiò il saluto porgendoli soltanto uno dei suoi diti, iniziando ad ascoltare quello che Ezazèl aveva da offrire.

    ”Modificare un elemento esterno? Se devo essere onesto non mi ci sono mai impegnato seriamente, pensavo che la mia energia potesse soltanto potenziare i miei colpi.”

    Gli disse per vedere se era possibile per un elemento come il suo, trovare anche un’applicazione pratica al di fuori del suo corpo.
    Dato che la sua era energia, avrebbe potuto donarla a qualche macchinario, magari potenziando, esattamente come faceva di già lui con i suoi colpi.

    ”Potrei quindi diventare una specie di batteria umana, giusto?”

    Voleva saperne di più, anche perché il suo potere era strano.
    Sulla Terra non l’aveva mai posseduto e neppure quando era arrivato su Endlos, solo dopo si era accorto che i suoi colpi era effettivamente più distruttivi e che tempo dopo ancora, cambiavano perfino colore in base alla quantità di forza che ci metteva.
    Era come qualcosa che stava crescendo con lui.

    Uno dei tanti aeroplani di carta, decise di fare il kamikaze e andarsi a schiantare contro il suo afro, rimanendoci così incastrato.
    Ma il pugile era talmente assorto che non gli diede molta importanza e continuò a guarda il bibliotecario:

    ”Quindi mi viene naturale chiederti, si può creare qualcosa di eterno? Del tipo un aeroplanino di carta che vola per sempre?”

    Era proprio curioso, chissà cosa gli girava per la mente.
     
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    Ezazél
    Quante domande! Apprezzava l'entusiasmo del suo allievo, ma era difficile dare una risposta a tutto. Le sue erano le tipiche domande di un ignorante molto entusiasta, che fa mille quesiti sconclusionati su un argomento che ancora non capisce. Non conoscendo i limiti della materia, finiva per pensare a cose impossibili.
    «Nulla è eterno.» spiegò scuotendo il capo «L'aeroplanino per volare ha bisogno di energia - può essere l'energia mentale di uno Psion come me, o quella magica di un manipolatore di vento. Più fai volare l'aeroplanino, più l'energia si consuma. Il corpo umano ripristina naturalmente le proprie energie col tempo, ma non può riposarsi e lavorare al tempo stesso. Ad esempio...» fissò il suo allievo. Grande e grosso com'era, non dubitava che conoscesse il significato di una rissa in taverna.
    Il suo aeroplanino, notò ora, si era incastrato in quei capelli.
    Erano davvero taaaaanti capelli.
    Chissà se dentro ci aveva fatto il nido qualche uccello?

    «Tu hai combattuto qualche volta, immagino. E quando ti sei fermato, era perché eri così stanco da non poter proseguire, dico bene? Però, dopo esserti fermato, pian piano hai recuperato le forze. È lo stesso principio: anche usando la magia si fa fatica, solo che è mentale anziché fisica.
    Non puoi creare magie eterne, così come non puoi correre all'infinito. La tua energia magica, però, può essere trasferita ad altre cose o persone. Quindi sì: puoi fare da batteria. Pochi macchinari, però, vengono alimentati con energia magica grezza.
    »
    spiegò, agitando l'indice da bravo professorino «Dovresti convertirla in qualche maniera - commutandola in energia elettrica, ad esempio.»
    Le cose meccaniche, però, erano una specialità di Arthur, William e Brifos.
    Loro giocavano sempre ai videogiochi.
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    Ted Carter



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    Nulla è eterno.
    Fù questa la prima, secca, risposta che diede il piccolo bibliotecario Ezazél al pugile, che dal canto suo dispiacque così tanto che un’espressione triste, uscì in maniera totalmente spontanea sulla sua faccia.
    Se si usava quella singola frase tutto appariva così “gracile”. Uomini, bestie, divinità, lo spazio e perfino il tempo stesso, un giorno più o meno lontano da cosa a cosa, avrebbe cessato di esistere, cadendo nel dimenticatoio.
    Lui lo sapeva molto bene come ci si sentiva ad essere dimenticati, ad essere trascurati e messi da parte come un giocattolo rotto, cosa che probabilmente avevano fatto molti dei suoi fans, sapendo che ormai mancava da più di un’anno dalla terra.
    Nonostante le riflessioni di Ted avessero un certo spessore, rispetto a quelle che faceva normalmente, non aveva il tempo materiale per distrarsi perché il piccoletto continuò a parlare.
    Spiegò come una cosa non fosse eterna perché nessuno aveva eterna energia, di come questa si prosciugasse nel tempo fino a lasciare l’utilizzatore ad uno straccio.

    ”Uhm … chissà cosa succede se però faccio correre altra gente al posto mio. Potrei trovare qualcosa che contiene un’enorme energia e sfruttare quella per creare qualcosa di duraturo.”

    Il ragionamento sembrava funzionare nella mente del pugile.
    Bastava solo che trovasse qualcosa con un’enorme potenziare magico, ma cose di quel genere ne disponevano soltanto gli dei di Laputa e pochi altri esseri viventi.
    Non poteva attingere potere da una divinità … giusto?

    ”Energia grezza? Beh immagino che non valga se la utilizzo per i miei colpi, ma che non si possa applicare in questo modo anche alle altre cose. Quindi tu consigli di trasformare la mia energia in elettricità? Come un fulmine?”

    La faccia dubbiosa di Carter si concentrò sul palmo della sua mano.
    Era possibile trasformare la sua energia in pura … energia?
    Sembrava una cosa tanto ovvia, ma non capiva come riuscire a trasformare il suo mana imprimendo un elemento come quello del fulmine, fino a quel momento non aveva mai pensato che la sua energia si potesse trasformare.
    Che forse …

    ”Dimmi quindi Ezazél, come potrei modificare questa mia energia grezza? Non ho molte conoscenze per riuscire ad imprimerci un elemento come quello del fulmine. Anzi, ancora non mi capacito come sia possibile.”

    Ted in quel momento si sentiva come un bambino il primo giorno di scuola. Voleva spolpare l’osso di sapienza che il piccolo bibliotecario gli stava mostrando:

    ”Mettiamo caso che riesca a controllare un elemento come quello del fulmine … oltre a quello, quanti altri elementi potrei imparare ad usare?”
     
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    Ezazél
    Sentiva il bisogno di un biscotto.
    Zuccheri. Carburante per il cervello. Aprì i bottoni che chiudevano le tasche (essenziali quando passi gran parte della vita a testa in giù) e ci frugò dentro, ricercando elementi nutritivi.
    Matite, bottoni, sassolini...
    «Teoricamente, potresti controllare tutti gli elementi che vuoi... Se avessi mille vite da dedicare allo studio di ciascun elemento. Meglio focalizzarsi su uno, massimo due poteri differenti, e imparare a padroneggiarli al meglio.»
    Il fulmine ben si addiceva all'omone, come anche l'elemento Terra. Prendere a pugni il terreno e far fuoriuscire stalattiti! Un potere da fumetto.

    «Riguardo il come... Beh, esistono tanti metodi differenti.
    L'energia grezza viene facilmente influenzata dai tuoi pensieri. Conoscendo esattamente un oggetto - un sasso, ad esempio - puoi convincere il Mana ad assumere le sue proprietà. Non si tratta solo di copiarne la forma, però: si tratta di replicare ogni caratteristica del sasso, come forma, dimensioni, densità, le leggi fisiche che lo regolano. Per questo, un mago ha bisogno anche di studio teorico: non puoi duplicare quello che non conosci.
    »

    Niete biscotti. Però nella tasca aveva una caramella! Se la cacciò in bocca, per poi tornare a frugare. Magari ne aveva una anche per l'omone scuro scuro.
    Fragola, per la cronaca.
    «Vuole qualche libro sull'argomento?»
    Energia: 100%
    Passive:
    A librarian's Life - bonus destrezza +50%
    Babelfish - Comprensione linguaggio animale
    Memoria Enciclopedica - passiva di sapienza storica

     
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