Specchio d'Acqua

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    La prima cosa che percepì fu proprio il nulla; quella sensazione di appartenere a qualcuno, quel peso sul petto che in alcuni istanti aveva creduto potesse soffocarla e scavarle un buco all'altezza dello sterno, era sparito...non sentiva niente, nessun richiamo, nessun vincolo, nessun senso di prigionia...nulla.
    Uscì dalla lampada indugiando appena nel riprendere la sua forma corporea e materiale, il fumo azzurro si dissipò lentamente titubante anch'esso.
    Dapprima fu colpita dalla forte luce, poi da una sensazione di familiarità...come quelle che si provano quando si rincontra dopo tanto tempo un vecchio amico pensato perduto; era quello l'effetto che provava nel rivedere un deserto, un qualsiasi deserto. Ma poi arrivò il dolore pungente sulla pelle scoperta, quel pizzicore vivido ed aguzzo di chi non è abituato a mostrare la pelle sotto il sole cocente. Ritornò nella lampada giusto il tempo per prendere una tunica e tornare fuori, non poteva vagare per quelle sconfinate dune vestita com'era: la tunica bianca la copriva da capo a piedi, lasciando scoperto solo il viso.
    Si chinò per raccogliere la lampada da terra e la infilò in una tasca interna della tunica...doveva nasconderla, proteggerla, ancora non riusciva a crederci: non aveva un padrone. Se provava a ricordare, a frugare nella memoria alla ricerca di un attimo o di un momento simile a quello che stava ora provando, non lo trovava...non era mai stata senza padrone; come finiva di “lavorare” per uno, ecco che qualcun altro trovava la lampada e ricominciava la sua prigionia.
    Mosse i primi passi tra le dune sconfinate di quel luogo, non sapeva come si chiamasse, nè quanto fosse esteso...in quel momento non gliene importava granchè, era quasi libera e ciò occupava tutti i suoi pensieri.
    Ad ogni passo i piedi affondavano nella sabbia del deserto rendendo l'avanzata difficoltosa; anche il caldo, sebbene fosse abituata a climi così aridi ed afosi, cominciava a divenire insopportabile affaticandola e confondendola...aveva bisogno di acqua, si stava disidratando e sapeva bene che con la notte le temperature basse non l'avrebbero salvata.
    Guardandosi attorno non vedeva altro che sabbia, dune ovunque a perdita d'occhio...finchè uno strano baluginio, un tremore riflettente sulla cresta dell'orizzonte, non attirò la sua attenzione: sembrava un'immensa pozza d'acqua splendente...la djinn si mise a correre in quella direzione, usò tutte le sue ultime forze per raggiungere quella che le era sembrata la sua salvezza.
    Quando raggiunse le sponde di quello che aveva creduto un lago, l'amarezza la colpì con forza e la delusione crebbe in lei per poi sfogare in un grido di disperazione. Si trattava sì di un lago ma al posto di placide e tranquille acque corroboranti e dissetanti, vi era una lastra di spesso vetro formatasi chissà come...probabilmente in quel luogo le temperature raggiungevano livelli davvero inimmaginabili per provocare cambiamenti del genere.
    Dhuha crollò a terra, si afflosciò sul terreno esausta; il petto le si alzava e abbassava nella disperata ricerca d'aria mentre la vista cominciava ad annebbiarsi per lo sforzo effettuato, stava svenendo.


    Riepilogo
    I


    Energia residua: 40% per via del cambio di location e del forte caldo
    Condizioni fisiche e psichiche: Stanchezza globale
    Equipaggiamento: المصباح السحري (Lampada magica)
    Abilità: تلاش (Incorporeità), الشباب الدائم (Eterna giovinezza), حماية العقلية (Protezione mentale, rivela intrusioni), إقناع (Persuasione), شكل بديل (Forma Alternativa)
    Tecniche: /
    Azioni: Risveglio e prima passi nel deserto


    ❝ تمنى أمنية , Make a Wish ❞

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    Edited by Dhawyth - 15/1/2015, 12:16
     
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    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Yuzrab, un enorme deserto, e anche l'unico del presidio meridionale - Probabilmente di tutta Endlos al momento - come precisa l'intelligenza artificiale, famoso per essere composto da laghi di..vetro. Proprio un deserto strano e molto pericoloso, Oregon ricordò la prima volta che l'attraversò: fu attaccato da un gruppo di rettili armati e particolarmente intelligenti, per essere degli animali..fortunatamente fu aiutato da uno sconosciuto che gli fornì qualche informazione riguardo al semipiano.
    Heta - chiamò il costrutto, questo non decise di mostrarsi come ologramma, resto nella sua testa come sempre.
    Agente Oregon, immagino tu voglia sapere qualcosa sulle informazioni ottenute poco fa - proprio così, la coppia aveva avuto un incontro particolare con due ragazzine totalmente diverse. Una era una meccanica, mentre l'altra sembrava una principessa dotata di poteri magici incredibili, era in grado di creare portali spazio-temporali. Da quell'incontro, l'intelligenza artificiale riuscì ad acquisire una grossa quantità di dati riguardante il fenomeno di naufragio che colpiva soggetti casuali esterni ad Endlos. Vi erano molti punti oscuri, però da quel blocco di fogli, Heta si era memorizzata completamente le date, l'ora e il luogo in cui erano avvenuti questi fenomeni. Era stata in grado di ricondursi anche al momento in cui Oregon era arrivato su Endlos.
    Puoi dirmi quanti portali si sono aperti intorno ai tre e quattro mesi fa? - la meccanica aveva rivelato loro di aver incontrato un tizio con una cicatrice su un occhio che possedeva la loro stessa pistola, a rigore di logica, quell'individuo doveva per forza venire dallo stesso universo di Oregon. Mi pare corretto spiegare alcune cose, non tutti hanno modo di tenersi aggiornati su ciò che fa Oregon o come è arrivato lì. Sostanzialmente lo scopo di Oregon era quello di studiare il pianeta, o semipiano, Endlos dopo aver attraversato un portale creato da un manufatto. Successivamente è rimasto implicato dai "desideri" di conoscere dell'intelligenza artificiale Heta, un costrutto così potente da poter controllare qualsiasi tecnologia nella sua portata, e non solo! Anche il cervello, come fosse un computer..capirete quindi la gravità che comporta la sua esistenza. Dopo vari viaggi e avventure, si ritrova a vagare per il deserto in cerca della fonte del sapere del presidio, così da permettere all'IA di acquisirne i dati.
    I portali aperti sono due o tre a seconda del mesi - dunque se volevano trovare quest'individuo dovevano capire chi e dove si sono diretti tutti i soggetti usciti dai portali, fino a trovare il loro bersaglio. In questo modo, Oregon poteva chiedere qualcosa sugli avvenimenti del suo universo, rimanere in qualche modo aggiornato.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni fa circa..



    Aprì il suo armadietto e controllò che ogni cosa fosse a suo posto. Avvertì dei passi dietro di lui, voltò con la testa appena e video qualcuno in armatura passare: era Kansas, anche lei doveva far visita al suo armadietto, come tutti del resto..prima o poi sarebbero arrivati anche gli altri, uno alla volta. Fece finta di nulla, poi chiuse l'armadietto di fretta e si avvicinò a lei. "Kansas aspetta" - la fermò, non avevano un buon rapporto, diciamo che entrambi intrattenevano solo un rapporto di lavoro sul campo, per il resto erano completamente sconosciuti. "Guarda guarda, Oregon che mi chiama" - rispose e continuò - "Fai presto ho altro da fare" - Oregon esitò, non sapeva proprio come trattarla però voleva assicurarsi cosa pensavano gli altri di lui. Quello che aveva fatto con Arizona era molto discutibile, ma loro non sapevano quel che sapeva lui. "Volevo solo sapere se saresti la prima a pugnalarmi alle spalle, tutto qui" - le disse senza troppi giri di parole - "Cos'è? Stai chiedendo fiducia?" - con tono ironico, una risatina forzata e odiosa - "Dimmi un po', dov'è finita Arizona?" - chiuse l'armadietto con inciso il suo nome e passò avanti "Giusto, non so quanti potrebbero schierarsi dalla tua parte, traditore" - fece un cenno di saluto con la mano e se ne andò. Oregon non tentò minimamente di fermarla o cercare di farle cambiare idea, tuttavia la scelta del Direttore di mantenerlo come Agente attivo era discutibile senz'altro, solo per questioni economiche e di talento.

    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Oregon era più o meno un prigioniero. Non aveva libertà, continuamente costretto dalla sa intelligenza artificiale, la sua morale gli impone di fermarla, ma come si può fermare qualcosa che ti controlla? Oltretutto un costrutto così intelligente e fissato nel calcolare probabilità e situazioni, così da proteggersi da possibili eventi futuri.
    I luoghi? - chiese mentalmente, ormai era abituato a formulare pensieri chiari e limpidi - Due nel presidio orientale e una nel presidio centrale - rispose, anche se non con l'estrema precisione con cui tendeva sempre a rispondere. Questo significa che dopo Oregon avrebbe dovuto fare un altro giro del mondo, passare per l'ovest e nord e nuovamente a est, sia per le biblioteche che per i portali, poi tornare al Pentauron e ancora una volta a sud. Oregon non ne poteva più di viaggiare, certamente gli piaceva, però i ritmi così accelerati erano stressanti e stancanti, non si era fermato su uno stesso posto per più di qualche giorno..e questo da quando era arrivato su Endlos.
    Merovish, la capitale del presidio meridionale - Per arrivarci, Agente Oregon, è necessario trovare gli ingressi in questo deserto - lo informò, quanto difficile poteva essere trovare dei buchi? Evidentemente tanto, perché Oregon stava vagando a vuoto, l'armatura continuava ad emettere fumo, sintomo del tremendo caldo del luogo, infatti l'armatura era dotata di un sistema per regolare la temperatura interna.
    Individuo nel raggio di trenta metri - disse improvvisamente, il sistema di rilevamento di movimento aveva individuato qualcuno.
    Da che parte? - sganciò il fucile a pompa dalla schiena e lo imbracciò per bene, aveva timore che fossero ancora quegli stupidi rettili.
    Quanti sono? Sai dirmi di che si tratta? - poi cominciò a correre nella direzione segnata dall'indicatore, che poteva benissimo vedere nel visore.
    Negativo, uno solo, davanti a lei nei pressi di quel lago di vetro - lo spartan accelerò , il punto sul rilevatore era sparito, significava che il soggetto si era fermato. I rettili viaggiavano sempre in gruppo, dunque doveva trattarsi..di qualcos'altro. E lì vide una figura umana, una ragazza per la precisione.
    Obiettivo non pericoloso - l'uomo ripose l'arma e si affrettò. Da vicino poté osservare l'incredibile bellezza della giovane e..l'aspetto non proprio al massimo delle forze. Si inginocchiò e pose una mano sulla sua spalla.
    "Ehi! Va tutto bene? Mi senti?" - la donna non era lucida, evidentemente il caldo torrido la stava mettendo in pericolo di vita - "Heta! Diagnosi subito!" - esclamò a parole - "Diagnosi rapida eseguita, le sue funzioni vitali stanno diminuendo, sta per svenire" - senza chiederle nulla, un braccio a tenere le gambe e l'altro dietro la schiena, sollevò la ragazza.
    Vi è una zona d'ombra a ore undici, dieci minuti camminando - senza pensarci due volte, lo spartan cominciò a correre per quella direzione. Sfortunatamente non aveva con sé nulla di utile, niente acqua e niente cibo. L'intelligenza artificiale da sola pensava a tenere lo spartan in vita..attraverso trucchetti non convenzionali. In realtà non si trattava proprio di una zona d'ombra, ma di un villaggio abbandonato, non rari da trovare in quel deserto. Al coperto si sarebbero potuti proteggere dal sole e in parte dal caldo. Ci impiegò cinque minuti, sfondò una porta diroccata e appoggiò la ragazza su quel che si poteva definire letto, nonostante pareva di più un semplice materasso.

    Stato Mentale: Sorpreso e molto preoccupato
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
    Passive:
    CITAZIONE
    Liquido Reattivo Cristallino: [Aumento del 25% sulla Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza: [Aumento del 25% sulla Forza e Resistenza]
    Motion Tracker: [Auspex Movimento 30 metri]


    Edited by "Gerik" - 13/1/2015, 12:42
     
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    Si sentì toccare una spalla e riaprì lentamente gli occhi; il corpo non reagiva e la mente non era lucida...lo sguardo offuscato non le permise di vedere con chiarezza chi avesse di fronte, né di comprenderne le intenzioni.
    Richiuse gli occhi facendo barcollare la testa, sentiva delle voci, ma non comprendeva nulla; poi si sentì sollevare...fu come ricominciare a respirare, la testa ciondolò di lato completamente inerme.
    Uno scossone, dovuto probabilmente alla corsa del suo misterioso soccorritore, le fece riprendere i sensi per un attimo: nel suo campo visivo incrociò il riflesso del suo viso specchiarsi nel lucido casco di quella che le era apparsa come un'armatura. Sollevò un braccio a sfiorare il casco e la sua immagine riflessa prima di perdere completamente i sensi e lasciar ricadere il braccio al suo fianco.

    Si risvegliò chissà dopo quanto tempo al coperto, in quella che sembrava una vecchia casa diroccata, su un materasso disposto come giaciglio. Subito i suoi pensieri andarono alla lampada: portò le braccia al petto e con una mano si tastò la tasca della tunica disposta sotto un seno...il rigido rigonfiamento e la forma familiare di quel particolare artefatto la tranquillizzarono all'istante, tutto era ancora al suo posto.
    Si guardò attorno, era all'ombra in un posto riparato e persino il caldo sembrava diminuito; doveva aver perso i sensi a seguito dell'eccessivo caldo...non era abituata a temperature così alte, al caldo sì e al deserto anche, ma quello non era un comune deserto...era troppo persino per lei.
    Notò infine non molto distante dal materasso su cui era seduta il suo soccorritore, ma non riusciva bene a comprendere chi o cosa fosse: indossava una strana armatura e il viso era coperto da un casco...non aveva mai visto nulla del genere.
    Si schiarì la gola e deglutì un paio di volte, se avesse voluto farle del male, non avrebbe aspettato che si destasse...avrebbe potuto approfittarne mentre era priva di sensi.

    « Hem...vi ringrazio, mi avete salvato la vita...io sono Dhuha, posso chiedervi dove ci troviamo?»

    Parlò con voce roca, aveva la gola secca e qualche goccio d'acqua non le avrebbe fatto male, ma dalle condizioni della catapecchia in cui si trovava dubitava fortemente che avrebbe ricevuto un lusso del genere.



    Riepilogo
    II


    Energia residua: 50%
    Condizioni fisiche e psichiche: in ripresa
    Equipaggiamento: المصباح السحري (Lampada magica)
    Abilità: تلاش (Incorporeità), الشباب الدائم (Eterna giovinezza), حماية العقلية (Protezione mentale, rivela intrusioni), إقناع (Persuasione), شكل بديل (Forma Alternativa)
    Tecniche: /
    Azioni: Riprende i sensi


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    Edited by Dhawyth - 15/1/2015, 12:17
     
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    Che fortuna



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    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Un villaggio abbandonato, una serie di casette, alcune distrutte, altre vuote, abbandonate, lasciate lì come fossero state generate spontaneamente dalla natura, quasi fossero delle piante del deserto. La bella fanciulla giaceva sul materasso, era svenuta poverina, il caldo dello Yuzrab è particolarmente pericoloso, basta pensare che è stata la causa di un profondo cambiamento - La scomparsa di popolazioni e la formazione dei laghi di vetro è dovuta al caldo, Agente Oregon - intervenne rapido e preciso - Devo sentirmi fortunato a portare l'armatura allora - rispose con aria leggermente infastidita, era concentrato sul cercare qualsiasi cosa di utile per aiutare la fanciulla.
    A dire il vero, Agente Oregon, se non fosse per l'armatura nemmeno l'avrebbero inviata qui - e non ha tutti i torti, se non fosse stato un Agente attivo gli avrebbero risparmiato questo lungo e rischioso viaggio - Allora devo trattarla come una sfortuna? - si bloccò e l'ologramma dalla forma umana ma dai dettagli indefiniti apparì, solo lui era in grado di vederla, era una proiezione mentale dovuta dalla stessa IA.
    Lei può trattarla come vuole, non esistono fortuna e sfortuna - ribadì il suo pensiero da puro senziente che professava la razionalità, Oregon non rispose e perlustro le poche stanze messe male quanto la prima. Non c'era traccia di acqua.
    Qui non c'è nulla - concluse - Vado a controllare fuori, puoi dare un'occhiata qui? - chiese all'intelligenza artificiale, quella non fece attendere la risposta - Affermativo - quindi lo spartan attivò il sistema olografico: produsse un ologramma di se stesso che sarebbe rimasto a guardia della fanciulla misteriosa dalle belle curve. Questo ologramma è direttamente controllato dall'intelligenza artificiale, di norma durano una manciata di secondi, ma il costrutto è in grado di prolungare notevolmente la loro durata. Quindi Oregon uscì dall'ex abitazione per introdursi nelle altre. Alcune avevano le porte già distrutte oppure le finestre, altre erano completamente abbattute. Altre due case sembravano avere di tutto per stare in piedi. Oregon non esitò a ispezionarle, ma ne rimase deluso, nonostante si aspettava di uscirne a mani vuote.
    Sembra che qui l'acqua manchi da tempo - suppose come conclusione finale, quindi si spicciò a tornare indietro senza tanti indugi.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni fa circa..



    "Che stai facendo Oregon?" - lo spartan chiamato si voltò appena, un altro compagno di squadra era rientrato nello spogliatoio, si trattava di Michigan, in poche parole, quello con cui riusciva a intendersi meglio. "Hai fatto arrabbiare Kansas ancora? Dovresti smetterla!" - e si lasciò scappare una piccola risata tirando una pacca sulla spalla sinistra dell'altro. "Che ti ha detto stavolta?" - continuò fraintendendo - "Ho cominciato io, volevo sapere se mi credeva oppure no" - rispose senza farsi contagiare dalla simpatia di Michigan. Quest'ultimo aprì il suo armadietto e fece i dovuti controlli personali. "Non fare finta di nulla, voglio sapere anche il tuo parere" - infierì, quasi mettendolo con le spalle al muro. "Che vuoi che ti dica Oregon, faccio finta di niente, sei sempre stato corretto, quello che è successo non è proprio da te" - poi chiuse l'armadietto e si voltò verso Oregon - "Che ti sia fatto influenzare troppo da Arizona?" - esitò l'altro, tutti andavano a parare lì. Non poteva certo andare a dire che avevano prodotto un'intelligenza artificiale pericolosissima senza avere nessuna prova sulle sue capacità, si era fidato di Arizona, lei aveva tutti gli strumenti per spiare chiunque di loro, compresi i piani alti. Era un'hacker dopotutto e la sua natura furba si era rivelata anche quando aveva deciso di sparire e vendere letteralmente Oregon. "Andate tutti a parare su di lei" - guardò in basso, poi di nuovo Michigan e si voltò per uscire - "Non si sta parlando di lei, ma di te" - disse Michigan, sembrò salutare qualcuno, poi rincorse Oregon.

    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Si è risvegliata - avvisò l'intelligenza artificiale, sempre attraverso pensieri formulati dalla stessa mente dell'Armatura.
    Corro, fammi sapere ogni cosa - rispose e accelerò il passo. L'intelligenza artificiale attivò nel visore dello spartan un piccolo rettangolo su uno dei lati in cui vi era ciò che vedeva l'ologramma in tempo reale. La donna si stava riprendendo lentamente, forse si spaventò un pochino notando l'imponente armatura, chiunque sarebbe rimasto in soggezione a trovarsi un tizio sconosciuto alto più di due metri che fissa completamente coperto. Quella si presentò, dopo i ringraziamenti, e il suo primo pensiero fu, giustamente, chiedere dove si trovava in quel preciso momento.
    "Salve sono l'intelligenza artificiale Heta" - la voce metallica dava proprio l'aria che quello fosse un robot e non qualcuno indossante un'armatura.
    "A dire il vero, questo di fronte a lei è un'ologramma" - continuò e ci tenne particolarmente a sottolineare che quel corpo non era suo.
    "In questo momento si trova in un villaggio abbandonato del deserto dello Yuzrab" - precisò a dovere, tuttavia non aveva ancora rivelato che la donna si trovava in un altro pianeta..o meglio semipiano.
    "Heta!" - esclamò improvvisamente irrompendo nell'abitazione già sfondata, al suo arrivo l'ologramma vibrò fortemente, la superficie solida sembrò frammentarsi verticalmente su più punti fino poi a sparire.
    "Perdonami..sono Oregon, puoi chiamarmi Oregon" - e prese posto dov'era situato l'altro, poi si inginocchio avvicinandosi ulteriormente alla giovane, sia per non mantenere un certo distacco che, e sopratutto, per aiutarla in caso volesse rialzarsi.
    "Sfortunatamente pare non ci sia acqua da queste parti" - continuò, sembra proprio che oggi il tema sia proprio "fortuna e sfortuna", in questo caso l'intelligenza artificiale volle mostrare le sue doti da calcolatore. Apparve, visibile a chiunque, quasi fosse una piccola fata, un figura umana molto piccola, almeno una ventina di centimetri o poco meno. Il contorno era ben distinguibile, però i dettagli come gli occhi, il naso, la bocca, erano così sfocati che non si riusciva a delineare bene le forme. Il colore era fucsia acceso e la voce metallica come la prima, nessuna sa che rappresenti una figura maschile o femminile.
    "Ho calcolato che le probabilità di non incontrare la presente Dhuha sono elevatissime, tanto che la percentuale di trovarla durante il cammino era meno dell'1%" - proprio una botta di culo, eh?
    "Che fortuna..non era necessario" - gli rispose tranquillamente, non aveva intenzione di litigare con chi ha sempre qualcosa da dire e con chi aveva totale potere su di lui.
    "A dire il vero, l'incontro è stato determinato da una serie di scelte e azioni precedenti, si può dire che la probabilità di vedervi era del 100%" - poi brillò tutta la figura, per chi non se ne intendeva non aveva modo di chiedersene il motivo, stava semplicemente eseguendo un backup di se stesso, per confermare i suoi calcoli e ciò che aveva detto.
    Puoi..spegnerti un secondo? - gli chiese mentalmente, la sua presenza poteva infastidire o peggio ancora confondere la ragazza - Agente Oregon, sa bene che non posso spegnermi, però capisco cosa vuole dire - e sparì, si spense come lo schermo di un televisore. Oregon stava decisamente perdendo la pazienza con il costrutto e, secondo lui, non era assolutamente il momento di pensare a probabilità e calcoli.
    "Scusami ancora..Dhuha, giusto? Da dove vieni?"

    Stato Mentale: Rassicurato e leggermente infastidito
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 95%
    Passive:
    CITAZIONE
    Liquido Reattivo Cristallino: [Aumento del 25% sulla Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza: [Aumento del 25% sulla Forza e Resistenza]
    Motion Tracker: [Auspex Movimento 30 metri]

    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Ologramma
    Tipologia: Supporto
    Raggio: Se stesso
    Descrizione: In quanto sia stato nella classe Infiltratore, è esperto nello spionaggio e nell'assassinio.
    Questa abilità consiste nel creare un clone perfetto, con una consistenza minore dell'originale.
    Il clone effettuerà le azioni pensate dall'utente, ovviamente comprende alcuni difetti: durata massima di 5 secondi, non può interagire e nemmeno utilizzare armi, in quanto anch'esse ologrammi, o attaccare.
    Se viene colpito si scoprirà subito la sua natura diventando trasparente, mentre se subisce un danno pesante scomparirà immediatamente.
    Se prima durava 5 secondi, ora il tempo è maggiore grazie all'intervento dell'IA, infatti diminuendo le energie permetterà di utilizzare il clone più a lungo o più di uno se viene creato un altro.
    L'ologramma potrà riprodurre qualsiasi movimento possibile, poiché prende consistenza potrà essere usato anche per combattere, ovviamente solo con semplici attacchi.
    [Consumo: Basso]


    Edited by "Gerik" - 13/1/2015, 12:42
     
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    Un'intelligenza artificiale dunque, aveva detto di chiamarsi Heta...la djinn rifletté a lungo su quella frase; non che non sapesse cosa fosse un'intelligenza artificiale, nei suoi parecchi anni di vita aveva già incontrato esseri del genere, ma si trattava di robot o droni che non manifestavano emozioni e che, esattamente come la voce metallica di Heta, non parevano interessati o comunque rimanevano distaccati dalle normali attività umane. Eppure...per un attimo, quando era ancora semi cosciente, aveva creduto che quella fosse un armatura e che quindi nascondesse al suo interno un essere umano, o comunque qualcosa di...vivo.
    Scosse la testa cercando di allontanare quei futili pensieri, dopotutto cosa le importava di chi o cosa l'avesse salvata, l'importante era che fosse viva per raccontarlo.
    Senza che dovesse dar voce alle sue delusioni, Heta continuò il discorso riferendole che quello che aveva d'innanzi fosse un ologramma...questa volta lo stupore fu lampante. Dhuha si sporse in avanti cercando di osservare meglio ciò che aveva di fronte; l'ologramma era così ben fatto che pareva vero, se non glielo avesse rivelato avrebbe creduto di aver d'innanzi un essere materiale e consistente.

    « Oh...»

    Sorrise compiaciuta per quella nuova rivelazione, avrebbe voluto alzarsi per vederlo da vicino e magari toccarlo, ma non si era ancora ripresa del tutto e le forze tardavano a riemergere.
    Scoprì dalle parole di Heta che si trovava in un villaggio abbandonato del deserto dello Yuzrab....quel nome non le diceva assolutamente nulla, continuava a non sapere dove fosse.

    Qualcuno urlò il nome dell'intelligenza artificiale ed irruppe correndo nella catapecchia, la donna sobbalzò sul letto per lo spavento aggrappandosi al materasso: vicino alla porta vi era esattamente una copia identica dell'ologramma, questi però sembrò vibrare ricoprendosi di crepe e poi scomparve sotto i suoi occhi.

    « Heta?!»

    Scomparso, l'ologramma aveva lasciato spazio ad un suo clone, che pareva in effetti molto più reale del precedente...disse di chiamarsi Oregon.
    Al contrario di Heta, Oregon pareva molto più umano, la sua voce era più calda e “vicina”...non sapeva come definirla, ma ora era convinta di aver di fronte un essere umano protetto da un'armatura. Egli le si avvicinò inginocchiandosi vicino al giaciglio, in quella posizione continuava comunque ad essere immenso e molto più alto di lei; le rivelò di aver cercato dei viveri e dell'acqua ma di non averne trovate purtroppo.
    Dhuha si girò sul letto, posando i piedi sul terreno e una mano sull'avambraccio di Oregon: voleva provare ad alzarsi, ma sapeva che da sola non ce l'avrebbe fatta.

    « Vi ringrazio comunque Oregon per aver cercato, credo di poter resistere ancora un po'...ora va già molto meglio qui all'ombra e poi... »

    Lasciò la frase a metà perché una piccola figura, molto simile ad una fata, immersa in un'aura luminosa color fucsia apparve fluttuando non molto distante da Oregon.
    La donna seppur vicina scorgeva i contorni nitidamente, ma il viso e il corpo erano così luminosi e sfuocati da non renderle possibile nessuna identificazione...la voce però era identica a quella di Heta. Esso cominciò a parlare di probabilità e statistiche riferendo che il loro incontro era stato frutto di una vera fortuna.

    « Oh Heta rieccoti qui...spettacolare, non ho mai creduto nei colpi di fortuna, ma nel destino sì...si vede che eravamo destinati ad incontrarci.»

    Sorrise nuovamente compiaciuta e lasciò che Heta continuasse i suoi calcoli e le sue congetture, non riuscendo però più a comprendere di cosa stesse parlando...ora affermava che c'era il 100% di possibilità di incontrarla, prima l'1%...zero più zero meno, non aveva importanza.
    La luce di Heta si acutizzò, la djinn non capì se fosse un bene o un male, non aveva dimestichezza con quel genere di cose...Oregon non pareva preoccuparsene e quindi anche lei si tranquillizzò, infine l'intelligenza artificiale sparì e la donna rimase sola con il soldato che le domandò da dove venisse.

    « Dhuha...sì giusto, ma puoi chiamarmi Dha o Mat...come preferisci. Riguardo la tua domanda non saprei come risponderti...sono nata su un pianeta denominato Terra, ma ho abbandonato presto quel luogo per....motivi di lavoro...ed ho viaggiato a lungo per diversi mondi...Heta ha detto che ci troviamo nel deserto dello Yuzrab ma non conosco questo nome...su che pianeta ci troviamo?»

    Per ovvie ragioni non aveva rivelato di proposito i motivi che la costrinsero e vagare per i mondi, non voleva ammettere di essere una schiava ai servizi del padrone della lampada...Oregon le sembrava degno di fiducia, ma l'esperienza le aveva insegnato a dubitare di tutti persino dell'evidente.



    Riepilogo
    III


    Energia residua: 60%
    Condizioni fisiche e psichiche: in ripresa
    Equipaggiamento: المصباح السحري (Lampada magica)
    Abilità: تلاش (Incorporeità), الشباب الدائم (Eterna giovinezza), حماية العقلية (Protezione mentale, rivela intrusioni), إقناع (Persuasione), شكل بديل (Forma Alternativa)
    Tecniche: /
    Azioni: Facciamo conoscenza


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    Edited by Dhawyth - 15/1/2015, 12:18
     
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    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Terra! Bastò quella parola, inconfondibile, per accendere dentro lo spartan un misto di nostalgia e curiosità. Quella giovine di grande bellezza proveniva dal pianeta Terra, proprio la stessa da cui veniva Oregon.
    A dire il vero, Agente Oregon, è molto probabile che la presente Dhuha provenga da un mondo parallelo o in un tempo storico differente - specificò giustamente, non si poteva dar torto al costrutto, però non si poteva essere completamente certi su ciò. Magari poteva appartenere al suo stesso tempo, forse aveva vissuto in luoghi..meno sviluppati, paesi poveri per intenderci. Comunque sia, veniva dal pianeta Terra, non da uno degli infiniti pianeti possibili esistenti, ma proprio dal pianeta Terra. A meno che non ci fossero altri pianeti chiamati in quel modo. La ragazza si stava riprendendo velocemente, ancora non era in perfetta forma e questo era evidente, ma di certo nessuno si aspettava nulla di peggio. Giusto, tranne il semplicissimo problema che non c'era né acqua né cibo da quelle parti e Dhuha era quella che rischiava. Lo ringraziò per aver tentato di trovare qualsiasi cosa, inoltre mostrò uno stupore accennato nel vedere Heta, probabilmente non aveva mai visto un soggetto come lui..o lei..o quel che si vuole definire.
    Non ancora.. - pensò speranzoso dopo aver sentito che Dhuha credeva nel destino, ecco..Heta aveva senz'altro qualcosa da ridire, ma si risparmiò per un momento successivo. Ciò che colpì lo spartan fu l'informazione che lei aveva viaggiato per altri mondi, non era la prima volta che sentiva di gente che aveva una sorta di "passione" per i viaggi planetari o addirittura dimensionali, veniva proprio da un incontro con un individuo del genere.
    "Ci troviamo su Endlos" - poi non disse altro, non era un tipo molto loquace e su certe cose preferiva lasciar parlare l'intelligenza artificiale, la quale senz'altro sarebbe riuscita a spiegare molto meglio di un soldato. Nel compenso si apprestò ad aiutare la ragazza a rialzarsi, fu attento nel caso di una qualche, ma improbabile, ricaduta.
    "Endlos non è un pianeta, ma un semipiano" - riapparve dal nulla l'immagine olografica dell'IA, non era necessario chiamarla, lei leggeva i pensieri dello spartan ad una velocità impressionante..poi non doveva chiedere il permesso a nessuno per "onorare" gli altri della sua presenza visiva.
    "E' chiaro che sei una naufraga dimensionale, Endlos è caratterizzato da un fenomeno ancora in parte oscuro, il Maelstrom, una corrente apparentemente caotica che trasporta individui esterni e li porta qui" - più chiaro di così, Heta era affascinato da questo fenomeno, non per le sue capacità mostruose o per la sua forza, anzi..solo perché non ne conosceva molto. Tutto ciò che non conosce lo affascina, per così dire..nonostante non provi emozioni, non come gli umani. Si può dire, in un certo senso, che Endlos si tratti del centro di tutti gli universi, un luogo dove tutto è possibile e tutto può avvenire, qualsiasi creatura può venire risucchiata, sia nel bene che nel male. Che vi sia qualche legge dell'equilibrio a regolarlo?

    Luogo: Base Alpha
    Due anni fa circa..



    "Oregon aspetta!" - Michigan si pose al suo fianco - "Prova a spiegarmi cos'è successo" - insistette, Oregon non poteva mettere in mezzo altre persone, si trovava in una situazione delicata, era continuamente osservato, bastava una frase sbagliata e avrebbero fatto in modo che non avesse altre occasioni per rimediare al fallimento..o ritentare nella sua impresa: distruggere l'intelligenza artificiale. Eppure non sapeva nemmeno bene perché ci stava combattendo, non aveva prove concrete, però Arizona non gli aveva mai mentito su nulla..per qualche strano motivo si fidava sempre e lei puntualmente lo colpì alle spalle. "Non posso" - rispose secco, nessuno sa che fine ha fatto Arizona, nessuno se lo chiede. "Avanti..ti conosco quel che basta, sono sempre stato dalla tua parte, quello che è successo a sconvolto tutti!" - ancora riprovò, Oregon era irremovibile, è una questione personale, ha fatto il guaio e rimedia. Cosa poteva pensare? Forse Arizona ha torto e ha cercato di rubare il costrutto per rivenderlo ad un gruppo ribelle, come forse probabilmente aveva già fatto con un'altra, cui erano riusciti a recuperare.
    "Non vado oltre, non posso assicurarti la mia fiducia se non m'informi" - si fermò Michigan pronunciando quelle parole, lo stesso fece Oregon quando avvertì il silenzio alle sue spalle - "Va bene" - e proseguì.


    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    "Vorrei aggiungere la mia disapprovazione sul concetto di destino, per chi non comprende le mie abilità di calcolo, ritengo che il destino non esista e tutto sia dominato semplicemente da coincidenze" - fermatelo..chiunque può capirlo, è un po' noioso, preciso e cerca sempre di far cambiare idea agli altri, senza imporre con la forza, dato che non può. Avercelo nella testa è un discorso a se stante, ha un potere così influenzante, quasi le sue idee si radicassero in quella dell'ospite e diventassero un tutt'uno. Oregon preferì non rispondere, tenere ogni commento e pensiero per sé, non pensare minimamente a esporsi, lasciò ogni caso nel dubbio e cercò nell'immediato di cambiare discorso.
    "Va bene.." - sospirò quasi si stesse arrendendo, non si può vincere una conversazione con Heta, nessuno può.
    "Fonte d'acqua più vicina accessibile?" - domandò all'intelligenza artificiale, non era consigliabile perdere eccessivo tempo, va bene una piccola chiacchierata, ma si può intraprenderla anche fuori verso una destinazione "migliore". Migliore senz'altro di quel villaggio abbandonato.
    "Merovish, la città sotterranea è il luogo più vicino accessibile" - è un computer, cosa pretendete, ti risponde a seconda di come formuli le domande. Ciò non esclude l'esistenza di un luogo più vicino..ma difficilmente, se non impossibile, arrivarci.
    "Dobbiamo andare via di qui" - disse a Dhuha - "Ce la fai?" - a seconda della risposta le sarebbe stata vicino per farle da sostegno o sarebbe uscito tranquillamente, tanto se fosse successo qualcosa l'IA avrebbe pensato di avvisare con estrema prontezza. Dunque era il caso di uscire e sopportare un po' il caldo..Oregon era un po' dispiaciuto, il massimo che poteva fare era consegnare qualsiasi cosa che potesse ripararle la testa, tipo un pezzo di cartone, magari appartenente alla casa stessa, oppure una tenda, giusto per non venir picchiata da quella palla di fuoco che nel deserto diventava davvero infernale. Usciti fuori si sarebbero fatti guidare dall'intelligenza artificiale, o meglio, bastava che la ragazza camminasse fianco a fianco con lo spartan.
    "Se sei stanca ti posso tranquillamente portare" - facendo un cenno con la mano destra alla sua schiena. Lui non soffriva il caldo, l'armatura buttava fuori l'aria calda, però nemmeno quella era perfettamente attrezzata al clima torrido dello Yuzrab, certamente non poteva stare giorni e giorni a passeggiare tra le dune. Nemmeno un paio di minuti da quando avevano rimesso piede fuori che in lontananza parve loro di vedere una carovana.
    Carovana confermata - confermò mentalmente allo spartan. Magari poteva chiedere un passaggio ed evitare di affaticarsi molto camminando, forse addirittura poteva sfuggire a qualche inconveniente ostacolo. Oregon alzo entrambe le braccia e le mosse ripetutamente facendole intersecare tra loro, come per chiamare l'attenzione di chi guidava la carovana.

    Stato Mentale: Calmo e un po' preoccupato
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 95%
    Passive:
    CITAZIONE
    Liquido Reattivo Cristallino: [Aumento del 25% sulla Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza: [Aumento del 25% sulla Forza e Resistenza]
    Motion Tracker: [Auspex Movimento 30 metri]


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    Il sole, nel deserto, brucia con l'intensità di una supernova.
    Tutto il giorno, tutti i giorni.
    Le poche tracce d'acqua presenti nella sabbia presto evaporano, diventando gas incandescente pronto a trasformarsi in acido al primo sbalzo di pressione. Il caldo è così opprimente, che in molti fanno l'errore di spogliarsi completamente, liberandosi di stracci sudati e opprimenti, solo per morire abbrustoliti fra le sabbie roventi.
    Lo Yuzrab non fa differenza, e probabilmente è perfino peggio di qualsiasi deserto convenzionale. Perché se non è il caldo a ucciderti, se non sono le sabbie a strangolarti... allora sarà sicuramente qualche tribù di nomadi, cacciatori di teste, oppure dei Viascino viscidi e a sangue freddo.
    Per chi non è nato nelle sabbie, l'orientamento è quasi impossibile. Le dune mutano ogni ora, le tempeste di sabbia rimodellano la geografia in un batter d'occhio, mentre il magnetismo generato dalle continue eruzioni del vicino Geisine interferisce con bussole o con i rudimentali sistemi di navigazione di chi ha la sventura di calcare quelle terre.
    C'è chi dice che per ogni peccato commesso nel presidio Sud, ci sia un granello di sabbia.

    Eppure, c'è chi si arrischia a transitare per queste sabbie. Chi commette l'eroica traversata, da un capo all'altro del deserto, e spesso anche oltre.
    Le Carovane, gruppi di uomini coraggiosi, segnati dal caldo e ricompensati dall'oro degli avamposti sparsi per il deserto, se non da quello dei Pasha stessi. I Bastardi del Deserto, le Chiome Gialle, i Figli dei Miraggi... le compagnie sono tante, così come il loro fiorente commercio. Loro l'arduo onore di fare da spola fra chi resiste nell'indomito Deserto. E tutte fanno capo a Merovish, unica vera città del Sud, capitale e rocca, la Tana, che dietro pagamento fornisce rifornimenti, armi... qualsiasi cosa gli avamposti possano aver bisogno per sopravvivere.

    Ed è proprio una di queste carovane ad essere intercettata dall'intelligenza artificiale dello Spartan.
    Una trentina di uomini, vestiti con abiti militari adatti alla vita calda del deserto. Chi camminava, chi cavalcava cammelli, tutti sembravano essere perfettamente a loro agio in quel caldo infernale. I visi coperti, per la maggior parte, da spessi copricapi atti a difendere dal maligno sole, erano tutti armati fino ai denti.
    La carovana era composta da loro, una mezza dozzina di animali da soma carichi di casse e sacchi assicurati da spessi legacci, un carro trainato da quello che sembrava un troll e da tre grossi sauri a quattro zampe e dal collo lungo. Erano animali estranei alla fauna locale, ma nonostante questo sembravano perfettamente a loro agio a calcare le roventi sabbie dello Yuzrab. Sulla schiena di questi non comparivano sacchi e casse carichi di provviste, armi, vettovaglie o oro... ma qualcosa di infinitamente più prezioso. I tre grossi animali portavano ciascuno un enorme cisterna carica di oro blu.

    I gesti dell'uomo in armatura evidentemente attirarono l'attenzione della carovana. Questa si fermò a un centinaio di metri dai due, e dopo un attimo di esitazione, ecco che un avanguardia di tre carovanieri si staccarono dai loro compagni per raggiungere lo Spartan e la djinn .
    Chi siete, cosa volete?! esclamò uno dei carovanieri, mentre teneva una mano sulle redini della cavalcatura e l'altra lungo il fucile che gli pendeva da un fianco. Probabilmente lo avrebbe pure impugnato, se un cenno dei un secondo uomo non lo avesse fermato.
    "Via via mon ami... non vedi che sono solo due povere anime, a cui madama Yuzrab ha giocato un brutto tiro?"
    Questi smontò dalla creatura e si tolse i pesanti occhiali protettivi e la spessa sciarpa che doveva fungere da protezione per il sole e la sabbia. Era un giovane uomo dai capelli rossi, raccolti in una lunga treccia che quasi sfiorava la sabbia. Gli mancava l'occhio sinistro, mentre col destro sembrava voler indagare la curiosa armatura di Oregon.
    "Permettetemi di presentarmi, je m'appelle Pip Bernadotte, capitano delle Carovane Scarlatte, di stanza all'Orchidea. si presentò, sprofondando in un buffo quanto probabilmente ironico inchino. "Cosa io e i miei amici possiamo fare per voi e la vostra bella compagna?



    Screen di ambientazione
    Pip
    Carovana
     
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    Movimenti lenti e calmi, le energie erano quello che erano e la testa aveva ripreso a girarle, ma ciò che più la preoccupava era il dover attraversare quel deserto; non avrebbe resistito oltre in quel luogo, doveva muoversi...eppure ogni gesto, o piccolo passo, le costavano un'immane fatica.
    Per fortuna non era sola e il continuare a parlare con Oregon o con Heta, le rendeva meno opprimente pensare al suo spossato stato fisico.
    Venne così a sapere che si trovava su Endlos...un semipiano, come aveva subito specificato Heta ricomparendo in quella sua bizzarra forma, caratterizzato dal Maelstron; tale oscuro fenomeno funzionava come una sorta di calamita o tempesta capace di richiamare da diversi mondi le più disparate genti e specie che così divenivano dei naufraghi dimensionali.

    Dhuha non aveva idea di come avesse raggiunto il semipiano, l'ultima cosa che rammentava era il vecchio padrone: un essere enorme, borioso, flaccido ed ignorante...un fervente appassionato di caccia, si vantava di aver ucciso e imbalsamato diverse specie animali sui più disparati pianeti; la cosa che più gli dispiaceva era quella di non poter vantare nella sua eccentrica collezione un dinosauro...uno qualunque, non gli importava la specie.
    La djinn ricordava il suo ultimo desiderio: il suo padrone voleva raggiungere un pianeta che gli avrebbe permesso di ultimare la sua collezione. Dhuha aveva obbedito senza remore, d'altro canto non avrebbe potuto fare altrimenti, ma una volta fatta la sua magia era rientrata nella lampada ignara di quanto fosse successo lì fuori e delle conseguenze inevitabili che quella magia richiedeva. Si era risvegliata nel deserto dello Yuzrab e lì era iniziata la sua nuova vita.

    La voce metallica di Heta interruppe il ricordo della donna; la djinn sorrise a quelle parole...era un essere artificiale, era normale che non credesse nel destino ma piuttosto nelle coincidenze, considerazioni normali e appropriate per un intelligenza artificiale che non poteva comprendere emozioni e sensazioni umani.

    « Caro Heta ci sono cose che vanno al di là della razionalità, cose incomprensibili che non possono essere analizzate con calcoli e statistiche...forse è proprio per questo che tendiamo a credere nel destino, per giustificare ciò che non comprendiamo.»

    Sorrise mestamente, aveva parlato con voce dolce e pacata, non era arrabbiata...Heta non aveva pronunciato le sue parole con forza ed aggressività, perciò nemmeno lei si era impuntata sulla questione. Ognuno era libero di pensare e credere quel che voleva.
    Oregon sembrò voler sviare il discorso su qualcosa di molto più concreto dei discorsi filosofici: l'acqua. Heta riferì che la città di Merovish era il posto più vicino per poter rifocillarsi, Dhuha non sapeva che ambiente fosse, né se esso fosse sicuro o vicino, non sapeva nulla di quel luogo e doveva quindi affidarsi completamente ad Oregon...di una cosa però era sicura, come sosteneva l'uomo, dovevano allontanarsi da lì.
    Non sapeva come rispondere alla sua domanda, non avendo idea del percorso da seguire le era difficile stimare la sua riserva energetica, né se questa fosse sufficiente per il loro viaggio.

    « Non saprei Oregon, questa città è molto distante?»

    Si avvicinò al soldato a sfiorarne l'armatura, era calda e soffiava all'esterno sbuffi d'aria cocenti...probabilmente era munita di un sistema di refrigerazione interna che permetteva all'ospite di sopportarne il caldo. Se Dhuha avesse accettato il passaggio dell'uomo avrebbe forse patito ulteriormente il caldo, come riverbero sull'armatura e anche per l'aria d'uscita dal sistema di refrigerazione.

    « Io...»

    Stava per comunicare ad Oregon la sua scelta quando lo vide sbracciarsi in una direzione indefinita, cercò così di acutizzare lo sguardo spingendolo il più lontano possibile, quando ecco che la vide: una carovana composta da una trentina di uomini, militari coperti da capo a piedi, accompagnati da animali da soma e...dinosauri.

    Eccoli dunque, il desiderio del padrone si era avverato peccato che egli non fosse ancora vivo per poter godere i frutti del suo desiderio. Sul fatto che il padrone fosse morto non aveva dubbi; Dhuha non avrebbe potuto allontanarsi, né uscire dalla lampada di sua iniziativa...era sicuramente morto, o di caldo o ucciso da qualche brigante, quel deserto tutto pareva che un posto tranquillo.

    La carovana si fermò e tre individui si staccarono dal gruppo principale per raggiungerli; la donna indietreggiò appena, non sapeva cosa aspettarsi e quando il primo di questi chiese loro bruscamente e senza troppe cerimonie chi fossero, sentì il cuore accelerare in petto per l'agitazione.
    Distolse lo guardo abbassandolo sul terreno a fissare la sabbia cocente, mentre una nuova voce molto più affabile e cordiale della precedente interruppe il glaciale silenzio.
    Quelli che sembravano dei capelli, stretti in una lunga treccia che sfioravano il terreno, entrarono nel campo visivo della djinn, che sorpresa da tale particolare si azzardò a rialzare lo sguardo sui presenti.
    L'ultimo che aveva parlato con uno strano accento francese, era un giovane uomo con accesi capelli rossi e senza un occhio...un vero peccato per un viso così galante. I suoi modi erano gentili e si presentò con affabilità dicendo di chiamarsi Pip Bernadotte, capitano di quella carovana Scarlatta di stanza all'Orchidea. Tutti nomi completamente nuovi per la giovane donna, che ricambiò il buffo inchino con uno più modesto e leggero accompagnato da un sorriso imbarazzato per il complimento appena ricevuto.



    Riepilogo
    IV


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    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    E' tutto inutile, Heta non cambia pensiero, l'intelligenza artificiale è stata programmata così, non si può pensare minimamente ad un mutamento di alcun tipo. Anche se..c'è sempre un fenomeno chiamato metastabilità, qualcosa che colpisce le macchine più "intelligenti", furbe come Heta o altre conosciute. Non si tratta di un processo istantaneo o improvviso, ma un percorso segnato da tappe: malinconia, rabbia, gelosia e infine metastabilità. Un'intelligenza artificiale propriamente si libera da qualsiasi vincolo e comincia a comportarsi e a ragionare come un essere vivente, nessuno la comanda o controlla, agisce secondo la propria volontà. Qualcuno quindi si chiederà..a che livello è arrivato Heta? Non ci sono informazioni, nessun dato che attesti il suo livello di pericolosità, non ha mai manifestato segni di rabbia, non si è mai alterata, o almeno..non l'ha mai fatto vedere. Eppure ha qualcosa che non va, per forza..talvolta non è così ferrea in ciò cui è stata programmata: conoscere. Talvolta ignora, calcola se ne è il caso, non cerca di forzare lo spartan a costruire o farsi costruire qualcosa che le permetta di entrare nella mente di tutti, si essere presente ovunque, di trovare un modo per spostarsi su altri mondi e moltiplicarsi, duplicarsi, e invadere qualsiasi cosa per stare sempre presente, quasi come fosse..un dio. Ma che succederà quando avrà raggiunto il suo scopo? Quando non avrà altro da fare? Quando le sue capacità non verranno più sfruttate a pieno? Sembra sia proprio..destino che prima o poi arrivi in questa fase, più tempo passa e più si avvicina, quando si è vicini alla morte le intelligenze artificiali, non tutte, perdono la testa. Chissà quanto ancora ha da vivere Heta. Non è il momento di preoccuparsi del costrutto, attualmente chi richiedeva più attenzione era Dhuha, una ragazza ritrovata nel deserto dello Yuzrab. Sembrava preoccupata all'idea di mettersi in viaggio, Heta certamente sapeva dove si trovava e quanto distante era, questa si spense alla vista della carovana. Lo spartan non rispose, c'è poco da fare, bisogna muoversi da lì. Non poteva lasciarla lì per cercare acqua e cibo a Merovish, se qualcuno l'avesse trovata..banditi o schifosi rettili, non si può nemmeno immaginare cosa avrebbero potuto fare con lei, di innegabile bellezza. Non poteva certo nascondere i suoi pensieri, però non è il motivo per cui si apprestava ad aiutarla così tanto, aveva dopotutto un senso dell'onore. Era diventato uno spartan per i suoi ideali giusti, condivisibili da chiunque credeva nel bene, era suo dovere aiutare Dhuha, non solo perché bella o proveniente dal pianeta Terra.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni fa circa..



    Michigan non lo seguì, andò in direzione opposta. A Oregon non gli importava nulla, non poteva rischiare, non poteva mettere in mezzo i compagni e mandare tutto all'aria. C'erano cose che doveva scoprire, domande cui dovevano ricevere risposta. Arizona l'aveva veramente tradito? E perché? Non riusciva a spiegarsi il motivo per cui aveva lasciato il chip nelle sue mani, non se l'era portato via. Aveva tradito tutti con poco, senza guadagnarci nulla. Attraverso il lungo corridoio fino in fondo, svoltò l'angolo e puntò in direzione della sua stanza. Aveva decisamente bisogno di riposo, sia per l'allenamento che per riordinare i suoi pensieri. Non aveva idea di come agire e nemmeno cosa volessero fare i piani alti. Non avevano dato alcun ordine di ricerca o di cattura nei confronti di Arizona. Certo, conoscendola avrà cancellato ogni sua traccia digitale, chissà che stava combinando ora. Magari stava spiando tutti loro, forse aveva manomesso le loro armature o inserito qualcosa che le permetteva di seguire i loro movimenti. Non c'è altro da fare, continuare a giocare e aspettare.

    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Una serie di uomini, una trentina almeno, con una schiera di..dinosauri? Bestie enormi molto somiglianti ai rettili estinti del suo universo. Non ne aveva mai visti sfruttati in quel modo, anzi nemmeno visti dal vivo. Rimase in qualche modo affascinato, anche se nessuno poteva vedere la sua espressione. Portavano enormi cisterne d'acqua, capitava proprio a fagiolo!
    A Dhuha serve acqua - fece notare mentalmente, un pensiero istantaneamente catturato dal costrutto ormai non più visibile agli altri già prima che i carovanieri potessero identificare il numero di individui presenti fronte a loro. Tre di loro si avvicinano alla coppia da soccorrere. Il primo parla, con tono aggressivo, anzi..diffidente e si prepara ad impugnare l'arma da fuoco. Viene fermato da un secondo, probabilmente importante e a capo di tutti loro. Si mostra quindi e si presenta con estrema educazione e gentilezza..e tanto si complimento a Dhuha. L'accento e alcune parole francesi non incisero sulla comprensibilità delle sue parole. Pip Bernadotte, capitano delle Carovane Scarlatte di..?
    Orchidea? - chiese mentalmente - L'unica fonte d'acqua presente nello Yuzrab, è particolarmente fortificata - tutto chiaro, questo è il motivo per cui aveva menzionato Merovish piuttosto che Orchidea.
    "Capitano" - cominciò chiamandolo per titolo - "Io sono Oregon e la mia compagna è assettata e stanca" - rivolse uno sguardo a Dhuha per poi tornare a guardare Pip. Non c'era da fidarsi d nessuno, specialmente al Sud, un luogo pericoloso dove la gente poteva cercare di truffarti o prendere il meglio di te per poco.
    "Abbiamo bisogno di un passaggio per Merovish, è la vostra destinazione?" - arrivò al punto: acqua e viaggio, era la loro salvezza, più per Dhuha che per lui, che aveva di tutto per sopravvivere e al momento, a causa di Heta, non aveva necessità primarie di alcun tipo.
    "Non ho molto per ripagarvi..solo questa pietra" - sganciò dal posto delle granate la pietra che aveva recuperato durante un viaggio al Nord. Una pietra regolare blu di una lunghezza intorno alla decina di centimetri, purtroppo sconosciuta, nemmeno Heta sapeva definirla o darle un nome, ma era l'unica cosa che possedeva lo spartan che potesse avere valore, sempre se ne aveva. Oregon non era un tipo loquace, come già detto, ed era già sufficiente se era stato..gentile, di solito quasi si imponeva, ma in quella in quella situazione, piuttosto rara, non poteva approcciarsi in nessun altro modo. Si piazzò davanti Dhuha mostrando la pietra al cielo con la destra. Sulla sua schiena comparì un messaggio in viola, scritte olografiche prodotte dall'intelligenza artificiale: "Mai fidarsi". Un chiaro messaggio rivolto alla ragazza e solo lei poteva leggerlo, poiché nessun altro poteva vedere la schiena dello spartan. Che dire..Pip non aveva l'aria di essere un bastardo egoista con intenti malefici, anzi si era posto in modo gentile e sembrava intenzionato ad aiutarli..ma non basta una prima occhiata per definire la persona e le voci nei riguardi del Sud erano abbondanti, armarsi di prudenza era la cosa più saggia.

    Stato Mentale: Prudente e un po' preoccupato
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    Circuiti Moltiplica-Forza: [Aumento del 25% sulla Forza e Resistenza]
    Motion Tracker: [Auspex Movimento 30 metri]


    Edited by "Gerik" - 13/1/2015, 12:43
     
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    Pip sorrise eloquentemente alla bella ragazza che questa volta Madame Yuzrab aveva deciso di portarle in dono. Ultimamente, le calde sabbie del deserto più cattivo di Endlos si erano dimostrate capricciosamente benevole nei confronti del capitano francese.
    Il suo secondo, l'uomo che aveva parlato con tono severo appena prima, alzò gli occhi al cielo, come se avesse già assistito a quel teatrino altre volte.
    Ma in fondo, quante belle ragazze potevano capitare, in mezzo alle dune dello Yuzrab?
    A qualche chilometro di distanza, nelle viscere del Bazar delle Talpe, una certa gatta starnutì.
    Nonostante il suo ormai proverbiale interesse verso il genere femminile, Pip era curiosamente perplesso nei confronti dell'uomo... se di uomo si trattava: l'armatura non lasciava effettivamente intuire di quale razza appartenesse quell'individuo. Sicuramente, non era del posto. Il presidio Sud, salvo la boccia per pesci del dinamitardo più muscoloso del mondo, Mister Torgue, era tecnologicamente arretrato rispetto a tanti altri piani d'esistenza, e quell'armatura sembrava... fin troppo tecnologica. Poteva provenire dall'ovestfalda, oppure molto più probabilmente, essere un naufrago anche lui.
    La ragazza, invece, sembrava ben più conforme all'habitat del sud.
    Il secondo uomo prese la parola, liberandosi della maschera protettiva e del turbante di stracci che gli proteggeva il cranio dal caldo. Sorpresa sorpresa: non è nemmeno un uomo, ma un orco di un simpatico verde spento.
    "L'acqua che trasportiamo appartiene all'Esarcato della Tana, non ci è concesso..." la creatura viene prontamente interrotta dal Capitano, che con un cenno della mano lo zittisce in un borbottio risentito.
    "Oregon, avete detto?" commenta, piantando gli occhi (l'occhio e la benda, piuttosto) sul visore dell'elmo dello Spartan. Si fece pensieroso, per un attimo, come se stesse cercando di ricordare qualcosa... poi scosse la testa, con una smorfia divertita. Si sganciò dalla cintura una grossa borraccia, colma delle cristalline acque dell'Orchidea, e la passò all'uomo in armatura. "Come dice Arok, l'acqua nelle cisterne non è nostra e non possiamo disporne... ma nessuno può decidere per la mia borraccia personale, se non me stesso. Bevetene entrambi, l'idratazione qua fuori è fondamentale." commentò, lanciando un vago sorriso oltre le spalle metalliche di Oregon, verso la ragazza, invitandola probabilmente a bere quanto volesse.
    "Si, siamo diretti alla Tana..." rispose poi, prendendo dalle mani dell'uomo la pietra e analizzandola velocemente con l'occhio buono. Non sapeva niente di pietre, il suo mondo natale era un enorme cratere fumante, mentre il suo mondo attuale era un enorme lettiera per gatti... ma conosceva un certo Boggart che sicuramente gli avrebbe fatto un buon prezzo, per una pietra del genere. "...... possiamo scortarvi senza problemi, siamo in tanti e uno più, uno meno... ma il vostro abbigliamento non è quello che chiamerei... tenue vestimentaire appropriée." in effetti, una bella donna in tunica bianca poteva attirare l'attenzione... sopratutto se si accompagnava a Robocop. Rise al sol pensiero, senza però aggiungere altro. Non voleva certo imporre abbigliamento ai turisti, proprio lui che girava con la vecchia divisa da mercenario.
    Annotò mentalmente la tensione di Oregon, ma non ci badò. Era normale non fidarsi del primo venuto, specialmente la fuori. Lui poteva permettersi di fare l'amicone perché aveva una trentina di fucili dietro di se... contrariamente, non si sarebbe nemmeno mai avvicinato a qualsiasi cosa sembrasse anche solo lontanamente armata.

    "La capitale è a solo qualche ora di cammino da qui, vanno scavalcate un paio di dune, se il vento non ha modificato troppo il terreno... se la ragazza è stanca, può fare la traversa sul carro." spiegò, voltandosi verso sud-est, dove in teoria si trovava, in linea d'aria, il massiccio d'ingresso alla città sotterranea. "Ma potrò scortarvi solo fino all'ingresso. Gli orrori dei Merovish dovrete viverli da soli." specificò. Aveva ben altri compiti, in realtà, compiti che effettivamente stava ritardando ad adempiere. "Meglio muoversi, Capitano. Ai capi non piacciono i ritardi." commentò l'orco, rimettendosi la maschera protettiva e facendo voltare l'animale che cavalcava, tornando verso la carovana, forse per avvisarli dei cambiamenti.
    "Beh, avete sentito l'orco! Se volete venire con noi, partiremo a breve." esclamò, con un largo sorriso scherzoso.




    Screen di ambientazione
    Pip
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    La giovane donna non parlò, lasciò che fosse Oregon a spiegare la situazione al capitano carovaniere Pip; non perché non sapesse cosa dire, anzi sapeva essere molto servizievole e persuasiva in alcuni casi...ma in quel momento non aveva abbastanza energie per sfruttare con consapevolezza le sue doti. Si limitò perciò ad annuire e guardare i due uomini mettersi d'accordo; alcuni sguardi di Oregon furono più insistenti di altri, capì che cercava di dirle qualcosa e Dhuha avrebbe potuto sfruttare le sue capacità mentali di lettura del pensiero per togliersi ogni dubbio e comprendere, ma le energie erano ancora troppo basse per permetterle di insinuarsi nella mente del soldato senza collassare. Non poteva essere di alcun aiuto, sebbene ne avesse le capacità, quel deserto l'aveva completamente prosciugata.
    Annuì con forza per confermare le parole di Oregon, aveva bisogno di acqua ed in effetti era molto stanca...un passaggio non l'avrebbe rifiutato.
    Non appena il suo compagno estrasse la pietra azzurra come metodo di pagamento per quei servigi, la djinn provò una stretta al cuore di dispiacere: Oregon si stava privando di qualcosa di suo senza chiedere nulla in cambio, per il solo piacere di esserle d'aiuto e farla sopravvivere.
    La mano della donna si mosse piano alla veste a stringere l'unico oggetto di valore, ancora nascosto nella tasca interna della tunica, che potesse barattare.
    Al contrario di Oregon, Dhuha possedeva dentro la lampada alcuni ninnoli e stoffe varie da poter barattare senza indugi, forse anche qualche moneta, ma per poterli prendere avrebbe dovuto rivelare la sua vera forma: tutti l'avrebbero vista trasformarsi in un fumo azzurro per poter entrare nella lampada e riemergerne con quel che le serviva...tutti avrebbero scoperto che era una Djinn ed allora la sua neo nata libertà sarebbe scomparsa con la stessa velocità con cui era arrivata.
    Scosse la testa lievemente, avrebbe approfittato ancora della cordialità di Oregon e poi una volta rimasti soli avrebbe trovato un modo per ricambiare.

    Il soldato, nel mostrare la pietra al cielo ed al loro interlocutore, le si mise davanti dandogli le spalle; sul momento Dhuha non comprese il motivo di quel cambio di posizione, ma poi vide una scritta viola, della stessa sfumatura di colore con cui Heta appariva ai loro occhi, formare la frase “Mai fidarsi” sulla schiena del soldato. In quel modo la donna sarebbe stata l'unica a poter leggere la scritta...ecco cosa stava cercando in tutti i modi di riferirle Oregon: non si fidava e voleva che anche lei prestasse attenzione, che non si isolasse troppo.
    La donna comprese ed appoggiò con disinvoltura una mano sulla schiena del compagno, come per fargli intuire che il messaggio era stato recepito.

    Nel frattempo il secondo carovaniere cominciò a liberarsi degli strati di stoffa che ne coprivano il viso, forse per poter parlare meglio; quando il viso fu completamente sgombro il muso di un orco di un verde spento fece capolino da sotto la maschera protettiva.
    Dhuha non proferì parola, anche se in cuor suo un urletto di sgomento le riecheggiava nella orecchie; le labbra si dischiusero involontariamente mentre l'ombra di stupore mista a paura affiorava lenta sul viso della giovane donna. Le fu del tutto impossibile celare il suo sgomento di fronte a quell'essere, scioccamente aveva creduto di incontrare solo genti umane o comunque umanoidi, in nessun momento le era passato per la mente che esistessero altre razze senzienti su quel semipiano...anche se i dinosauri le sarebbero dovuti apparire come monito.
    La creatura parlò riferendo loro che l'acqua che trasportavano non spettava a loro bensì all'Esarcato della Tana, ma questi fu interrotto subito dal capitano che con modi più gentili confermò quanto detto dall'orco, che scoprirono chiamarsi Arok.
    La djinn in quel momento comprese dunque quale fosse il bene di lusso trasportato dalle carovane: l'acqua, c'era da aspettarselo visto il luogo arido e secco in cui si trovavano, ma a lei ne sarebbe servita poca...non aveva intenzione di berla tutta, anche se la sete era molta e in quel momento più opprimente che prima.
    Ma ecco che la fortuna sembrò girare nuovamente dalla loro; Pip non poteva disporre dell'acqua nelle cisterne ma offrì loro la sua borraccia, lanciandola ad Oregon.
    Dhuha guardò dapprima la borraccia e poi il capitano sorridendo grata per quel dono così inaspettato.

    « Grazie Capitano!»

    Disse accompagnando le parole con un evidente inchino e le mani congiunte al petto; finalmente si sarebbe idratata e avrebbe ripreso le forze che le erano venute a mancare.
    Guardò entusiasta Oregon nell'apprendere da Pip che li avrebbero accompagnati alla Tana, a loro non importava erano tanti ed uno in più od uno in meno non avrebbe fatto alcuna differenza...tuttavia la donna non comprese il riferimento francese al suo abbigliamento, capì che si riferiva a quello e che non fosse appropriato ma non seppe cosa fare. Si guardò la veste spostando l'orlo...forse il colore era troppo appariscente.

    « Io...non dispongo di altro vestiario in questo momento...»

    In realtà aveva una vasta scelta di abiti nella sua lampada e se fosse stata adeguatamente in forze avrebbe potuto modificare il suo aspetto con le sue doti di trasformazione...la djinn era un mutaforma. Tuttavia sempre per le solite ovvie ragioni non riferì la realtà dei fatti e accettò il susseguirsi degli eventi così come arrivavano.

    « Comunque mi chiamo Dhuha e accetterò di buon grado il passaggio sul carro...»

    Disse infine la donna presentandosi; non ce l'avrebbe fatta a sopportare due ore di viaggio tra le dune con quel caldo. Detto ciò annuì alle parole di Pip che li avrebbe accompagnati solo all'ingresso della città, non oltre, e seguì con lo sguardo Arok che si avviava verso le carovane per avvertire il seguito della situazione...disse che erano in ritardo e la donna non voleva approfittare oltre della gentilezza del capitano.
    Dhuha guardò Oregon sorridendo, aveva ancora in mano la borraccia e aspettò che bevesse lui per primo...dopotutto pensò che anche l'uomo dovesse idratarsi.

    « Che ne dici....andiamo?»

    Asserì infine muovendo i primi passi verso le carovane.



    Riepilogo
    V


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    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Ha letto il messaggio? - chiese lo spartan mentalmente all'intelligenza artificiale - Affermativo - rispose prontamente quest'ultima, poco dopo la stessa Dhuha diede conferma, indirettamente, poggiando per un attimo la mano sulla spalla più vicina di Oregon. L'Armatura sembrò più sollevato nel sentirsi toccare che dalle parole di Heta, sarà in qualche modo..quell'istinto di andare contro il costrutto. Questo gli ripeteva svariate volte l'insensatezza nel non avere fiducia in lui, stavolta non ebbe nulla da dire, forse perché aveva compreso che c'era sempre qualcosa di insensato nel genere umano che non poteva essere controllato dalla ragione. Abbassò il braccio, ormai era chiaro che avrebbero ricevuto quel pagamento, incerto e forse misero. Aveva intenzione di farla analizzare, purtroppo non ebbe tempo e ormai aveva perso interesse. E l'intelligenza artificiale? Come l'aveva presa? Apparentemente bene, o meglio..non male, non si espresse in alcun modo e il motivo rimane sconosciuto. Oregon non aveva nemmeno intenzione di chiederne il motivo, in quanto si era accorto del suo inaspettato silenzio, ancora di più nel non aver udito nella mente qualche pensiero inerente a ciò, poiché il costrutto era in grado di analizzare i suoi pensieri quasi apparentemente prima che egli stesso fosse in grado di formularli. Tralasciando l'enorme e inutile digressione. Il capitano della carovana zittì quello che pareva essere un orco, Oregon non ne aveva mai visto uno dal vivo, nonostante ciò non si curò del minimo interesse verso la razza diversa. Non certo per razzismo, ma, considerando normale la varietà di razze su Endlos, ormai trattava tutti allo stesso modo, si era integrato nella comunità a sua volta multietnica. Quasi la stessa comunità si era integrata per se stessa. L'altro lo fissava con un occhio, poi confermò ciò che disse Arok, ma fortunatamente per la coppia, il capitano fu così gentile da lasciare loro la sua borraccia personale. Afferrò con fermezza e precisione il tanto ricercato liquido.
    La tana? - ripeté leggermente confuso, non era sicuro di capire cosa fosse realmente la Tana, anche se ne aveva comunque l'idea, evidente per chiunque - Merovish, viene chiamato anche Tana - rispose togliendo ogni dubbio allo spartan.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni fa circa..



    Proprio di fronte a lui passò il capo della squadra: Vermont. Gli corse subito incontro - "Vermont!" - lo chiamò, stava proprio cercando lui per lo stesso motivo cui aveva cercato gli altri. "Oh Oregon" - esclamò piuttosto sorpreso - "Se mi cerchi vuol dire che devi dirmi qualcosa di urgente" - si fermò a guardarlo - "O sbaglio?" - Vermont era un tipo particolare, aveva l'aria da svogliato e non sembrava possedere grandi qualità da leader, eppure tutti lo riteneva tale e si fidavano di ciò che diceva, anche se, a dire il vero, sembrava che le decisioni le prendessero l'intera squadra. Oregon non riusciva a spiegarlo, talvolta sembrava di essere lui il leader e non Vermont. "Non sbagli" - rispose secco e allo stesso modo andò dritto al dunque - "Voglio sapere il tuo pensiero nei miei confronti" - detto così suonava un po' strano - "Intendi..quel fatto?" - chiese l'altro, Oregon si limitò ad annuire. "Vieni" - gli fece anche cenno con la mano, si spostarono quindi dal corridoio principale. Poi improvvisamente si fermò, erano completamente da soli, evidentemente aveva qualcosa da dire in segreto - "Te lo dirò una sola volta, non mettermi in mezzo, su nulla"

    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    A chi poteva mai importare del vestiario? Oregon ebbe lo stesso pensiero nei riguardi di Dhuha, la quale affermò di non avere altro, come chiunque poteva vedere e nessuno dubitare di una verità apparentemente evidente. Riguardo lo spartan..state certi che non ha altro e che non può portare altro e..che non è consigliato prendersela con uno sconosciuto con tre armi da fuoco, altro due metri, sguardo coperto da incutere timore, sia anche per l'imponenza della figura. Eppure non era nemmeno lo spartan più grosso o più alto, era tra i più bassi e vi erano armature più resistenti e massicce della sua..nel suo universo ovviamente. Non rispose, quindi. Non era nemmeno necessario. Si voltò a guardare Dhuha, fece cenno col capo, quasi per annuire e stese il braccio per passarle la borraccia.
    "Non ne ho bisogno" - le disse e tornò a rivolgere il suo sguardo verso il gentile capitano francese.
    "La ringrazio" - un semplice ringraziamento, nulla di particolare. Riagganciò la pietra, gliel'avrebbe consegnata al termine del viaggio, tanto per non scomodarlo a scendere e, forse, anche per diffidenza.
    "Sali pure" - si rivolse ancora alla ragazza, poi a voce bassa per farsi sentire solo da lei - "Non ti preoccupare" - se le fosse successo qualcosa sarebbe intervenuto immediatamente. Poi s'incamminò per porsi quasi a scorta della bestia che avrebbe portato Dhuha, probabilmente lo stesso del capitano Pip. Così avrebbe avuto modo di intrattenere conversazione con entrambi, nel caso ce ne fosse l'occasione. In viaggio allora, si tratta solo di camminare per due ore.

    Stato Mentale: Calmo e un po' diffidente
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    Riunitisi alla carovana, il convoglio riprese la marcia verso la città sotterranea di Merovish, capitale del Sud, Tana dei peccati e sopratutto, di chi li perpetua. L'andatura dei grossi sauri era pesante e lenta, ma vista la mole delle cisterne di cui si facevano carico, non poteva essere altrimenti. Gli uomini, invece, vivevano allegramente quel ritmo calcolato, secondo il quale avevano probabilmente calcato le sabbie un infinità di volte. Molti scherzavano fra loro, o dialogavano fluentemente in lingue udite solo dagli abitanti delle sabbie. Per la maggior parte sembravano umani, ma si potevano intravedere anche delle creature più basse e ricoperte di scaglie: goblin, come anche creature rettiliane, le uniche probabilmente ad essere autoctone di quei terreni accidentati da sabbia e calore.
    Non erano rumorosi e caotici... solo allegri, almeno per la maggior parte. Arok, l'orco che aveva accompagnato il capitano, guidava la carovana con sguardo torvo e severo, ma in qualche modo, sembrava comunque a proprio agio in quel gruppo.
    Oregon, che era stato un militare, probabilmente si sarebbe accorto che quell'apparente allegria non era altro che un lato del carattere di quei carovanieri. Erano goviali, si... ma non distratti. La carovana era formata in modo che i fianchi dei sauri fossero sempre scortati da delle vedette, mentre due formazioni ad ala ogni tanto ochieggiavano dalle dune, separati dal corpo principale della carovana... scout, o semplicemente ulteriori vedette. Chi più chi meno, tutti lanciavano occhiate circospette attorno a loro, sempre pronti all'intervento.

    Nulla di strano, comunque... lo Yuzrab era famoso per i suoi brutti incontri, come anche il carico che trasportavano era famoso come uno dei beni più preziosi in quell'ambiente.
    Quello che colpiva l'occhio era l'armamentario dei presenti. Spade, scimitarre, archi... ma molti erano anche i fucili, le pistole, armi da fuoco sicuramente poco comuni, per dei carovanieri del deserto.

    Il carro proposto da Pip, come anticipato, era trainato da un grosso troll dalla carnagione bianca, come se fosse albino. Il carro stesso sembrava essere ricavato da un vecchio mezzo di trasporto a motore, sventrato e riadattato per essere trainato. L'odore non era il massimo, fra il troll e i sauri che li seguivano, ma se si era schizzinosi, la fuori si rischiava di morire.

    La cavalcatura del capitano si affiancò al carro, lasciando la guida della carovana completamente al proprio secondo. Allora, vi sentite meglio mademoiselle? domandò con tono cortese verso la donna, ma lanciando un occhiata anche allo Spartan che, in qualche modo, vegliava su di lei. Viaggiate assieme? Da quale terra provenite? domandò, con curiosità. L'ultima ragazza che madame Yuzrab gli aveva regalato era una schiava fuggitiva in cerca di una nuova vita... aveva imparato a riconoscere come incontri del genere potevano essere molto interessanti.

    In fondo, lui stesso era un naufrago.



     
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    Dhuha fu leggermente scioccata dall'affermazione di Oregon che non necessitava di acqua; aveva creduto fino a quel momento che sotto l'armatura si nascondesse un essere umano fatto di carne ed ossa e che quindi avesse gli stessi bisogni nutritivi ed essenziali di chiunque altro...Oregon invece non ne aveva bisogno. La donna decise di non indagare oltre su quella stranezza, afferrò la borraccia che l'uomo le porgeva e se le portò delicatamente alla labbra; stava morendo di sete e avrebbe voluto bere quell'essenziale liquido con voracità, ma in questo modo avrebbe rischiato di sprecarne buona parte rovesciandosela sul collo e sui vestiti. Perciò con calma, quasi a pregustare il dolce momento, sorseggiò appena il contenuto della borraccia, poi fece una pausa chiudendo gli occhi quasi ricominciando a respirare per la prima volta dopo tanto tempo. Sentiva quella linfa corroborante e pregna di vita scenderle in gola ed andare a sanare l'arsura e le ferite nascoste della sua disidratazione. Infine si portò nuovamente la borraccia alle labbra e bevve a sazietà; quando allontanò la fiasca dal viso si concesse un lungo e sospirato respiro di sollievo, per poi aprire gli occhi e seguire Pip ed Oregon sul carro.

    Per il soldato non era un problema che lei proseguisse su quello strano mezzo trainato da dinosauri, lui le sarebbe comunque stato vicino in caso di necessità.
    La djinn ancora non riuscita a capacitarsi dell'enorme fortuna che l'aveva guidata sino ad Oregon; l'uomo la stava aiutando senza remore, in un modo così genuino e gentile da farle quasi male...il peso del suo segreto, delle sue infinite possibilità con la lampada, cominciavano a premerle sul petto come a monito di quello che avrebbe potuto fare per sdebitarsi.
    Salita sul carro, non senza qualche difficoltà, la djinn si sistemò per il viaggio; due ore non le sembravano molte...facile valutare così le cose quando si è comodamente trasportata da un animale mai visto prima, ma sotto quel sole cocente e con quel caldo era tutta un'altra storia. Eppure i carovanieri sembravano non accorgersi di quelle difficoltà, abituati com'erano a quei viaggi si concedevano chiacchiere e battute, creando un'atmosfera del tutto gioviale e rassicurante. Persino lo scorbutico Arok sembrava divertito e sereno in quella situazione; Dhuha dalla sua posizione riuscì così a scorgere che Arok non fosse l'unico non umano tra quegli allegri personaggi, ce n'erano anche altri appartenenti ad altre razze, in un tripudio di mescolanze ed etnie che non spaventarono la donna più di quanto avesse fatto l'orco in precedenza.
    Si stava semplicemente abituando a quella armata compagnia, all'andatura ciondolante del troll che trainava il carro, ai sobbalzi di quest'ultimo e al fetore che aleggiava nella vettura.
    Dhuha non era mai stata una persona esigente, la sua stessa natura di djinn le imponeva di abituarsi ed in fretta ai cambiamenti ed alla situazioni, ed in quella in particolare si stava addirittura divertendo.
    Sorrise quando il capitano le si affiancò con la sua cavalcatura per fare qualche chiacchiera.

    « Oh sì Capitano, molto meglio grazie »

    Disse cortesemente accennando un leggero sì col capo, ma alla seconda domanda dell'uomo la djinn si concesse un minuto per rispondere. Oregon le aveva detto di fare attenzione, di non fidarsi, sebbene Pip le sembrasse un uomo così a modo ed accomodante. La djinn guardò Oregon prima di annuire a Pip...avrebbe rivelato solo una mezza verità e lasciato ad Oregon la scelta su cosa divulgare e cosa no.

    « Sì, ci siamo incontrati nel deserto...l'agente Oregon mi ha salvata dal caldo e da morte certa...non so dirvi in che modo sia arrivata qui, questo....hm semipiano mi è ancora alieno »

    Nessun riferimento alla Terra, nessuno alla lampada che portava con sé, troppe poche informazioni per potersi aprire completamente.




    Riepilogo
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    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Ripartirono in viaggio verso Merovish. La coppia di fortunati, o sfortunati al punto di aver avuto bisogno di fortuna, vennero scortati dalla carovana del capitano Pip. Dhuha salì a bordo del dinosauro, se valeva la stessa definizione su Endlos, affianco dello stesso capitano. Oregon invece rimase coi piedi sulla sabbia cercando di mantenere il più possibile l'andamento dell'animale. Per ora poteva dire di essere fuori pericolo, sopratutto la ragazza, la quale si ristorò con un po' di acqua. Non era fredda, ma pur sempre sufficiente a dissetarla senz'altro.
    Ho rilevato che queste creature possono sopportare un peso molto elevato, potrebbe anche lei prendere posto senza problemi - lo informò l'intelligenza artificiale, Oregon non aveva scelto di proseguire il viaggio sulle sue gambe per il peso dell'armatura o perché alcune zone erano talmente calde da poter scottare chiunque. Fondamentalmente non se la sentiva di intrattenere una conversazione. In principio doveva percorrere il deserto da solo, senza interruzioni, ma Dhuha si era rivelata un ostacolo insormontabile. Non che avesse qualcosa di brutto da dire o pensare a riguardo della bella fanciulla, anzi..aiutare la gente era una delle poche cose che lo facevano sentire umano, si, perché stando con Heta poco a poco la sua personalità sembrava sparire..o meglio mantenuta ovviamente, ma man mano le sue idee si appiattivano a quelle del costrutto. Era diventato totalmente dipendente, non per sua scelta. L'IA faceva di tutto per fargli credere di avere piena di libertà, di certo ci guadagnava molto a stare con un'intelligenza come quella, un mezzo di sopravvivenza eccezionale, unico. Eppure ogni tanto rivedeva le se idee nel suo profondo, si confrontava con se stesso col fine di accertarsi di fare le scelte giuste e di avere pensieri "giusti". Non rispose al costrutto, non ce n'era bisogno, lui rilevava i suoi pensieri, li identificava e li traduceva nel suo formato e sapeva benissimo l'angoscia che passava Oregon. Forse aveva bisogno di uno scopo, non voleva finire come alcuni di quegli spartan..di quelli asociali e privi di coscienza, abbandonati a se stessi, messi da parte come dei robot o delle armi in attesa di una guerra o una battaglia a cui prendere parte. Heta non poteva aiutarlo, lo spartan non avrebbe mai potuto comprendere il costrutto, mai. Non sapeva se la storia del conoscere fosse una scusa per donargli un'avventura, così ricca ma con pochi significati, tanto da sembrava un ammasso di ricordi ed episodi vuoti, che non avrebbero portato a nulla.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni fa circa..



    "Ho capito" - disse senza alzare il tono della voce, tranquillo e controllato, sopratutto controllato. Vermont era così, un individuo egoista nel senso positivo, faceva di tutto per stare in disparte, eseguire gli ordini, accumulare fondi e sperare in una vita in campagna in attesa di una morte semplice. Ma tutti si erano uniti al progetto per qualche motivo, non solo legato all'economia, forse un senso morale che li distingueva dall'essere dei semplici uomini, così spinti da cercare di eguagliare coloro che avevano mutato il proprio dna, nonostante costretti. "Mi dispiace Oregon, questo è tutto ciò che ti serve sapere" - non si mosse, nemmeno Oregon lo fece - "Dov'è Rhode?" - chiese, mancava solo lui, non si fidava molto, però non lo vedeva in giro da un po' e non poté non notarne la mancanza. "Nel reparto medico, dopo il trapianto ha avuto qualche problema" - un trapianto di intelligenza artificiale, Rhode era il primo in lista per testare l'uso di un'intelligenza artificiale presente 24 ore su 24. "Se vuoi ti accompagno" - continuò, Oregon annuì e si fece fare strada dal caposquadra.

    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Il capitano incuriosito, giustamente, dalla strana coppia ritrovata in uno dei luoghi più pericolosi di Endlos, domandò a Dhuha da quale luogo provenivano. Quest'ultima scoccò un'occhiata allo spartan, evitò di dare più informazioni del dovuto, nonostante fece capire bene di trattarsi di una naufraga, come Oregon. Lo spartan non sapeva quanto fosse necessario informare dei propri dati ad altri, non proveniva da un ambiente dove lo spionaggio e la riservatezza erano oro, però aveva visto di tutto su Endlos e sapeva che poteva succedere qualsiasi cosa, nulla era impossibile.
    "Capitano" - chiamò l'attenzione del suddetto umano, occorreva specificarlo poiché parevano esserci più orchi che umani e doveva essere una cosa normale a quanto pare.
    "Le carovane" - disse, si fermò, per non si sa quale motivo - "Da dove proviene quest'acqua?" - arrivò finalmente alla domanda, sembrò un po' incerto su cosa chiedere, però in fondo voleva sapere veramente da dove proveniva l'acqua, non tanto per sviare l'argomento su altro.
    "Un deserto come questo, non ho visto acqua da nessuna parte" - ed era vero, però l'intelligenza artificiale aveva fatto capire a lui, in un certo modo e senso, che vi potevano essere fonti d'acqua nello Yuzrab, la quale ubicazione era imprecisa, poiché il costrutto non aveva di certo una mappa ben dettagliata di tutto il semipiano.

    Stato Mentale: Controllato e un po' curioso
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 95%


    Edited by "Gerik" - 10/3/2015, 15:36
     
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