[LAM] The weird cat out of nowhere

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  1. Kirigaya_Kazuto
     
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    Narrato ~ « Parlato » ~ † Pensato †


    猫又 ~ The Black Cat with the Forked Tail


    Per un eterno istante Nekomata aveva creduto di poter morire, per un infinito attimo tutte le sue certezze erano venute meno e ogni pensiero perse importanza dinnanzi alla fatale possibilità

    † Sto forse morendo? †

    La domanda che mai si era posto, forte delle proprie capacità nel svicolare ogni situazione di potenziale morte, si era invece palesata nella sua mente, come evocata da un istinto superiore che va ben oltre l'autocontrollo.
    Ed invece, nonostante il tremendo dilungarsi di quell'interminabile frazione di secondo durato più di ventimila anni, il piccolo Yokai venne vomitato vivo e vegeto dal Maelstrom senza particolari ripercussioni apparenti.


    « Ahhh lo spazio-tempo »

    esclamò dunque il micio dimostrando fin da subito una buona padronanza della lingua umana, meno male che nessuno era nei paraggi per avvedersene.

    † Sarà meglio che io tenga la bocca chiusa... almeno finchè non capisco che cavolo mi è successo. †

    La realtà dei fatti presto si fece chiara alla mente sveglia dell'animale, se non altro per la conformazione della propria coda, divenuta biforcuta, simbolo inequivocabile della sua nuova condizione di Nekomata. Alla fin fine dunque il suo vecchio sè stesso era morto, ciò che era in quel momento era solo il frutto della magia del Dio della Morte che lo trasformò in un demone: beh perlomeno il suo istinto aveva avuto ragione ed è una buona cosa considerato che un gatto deve sempre sapere di potersi basare su di un istinto infallibile.
    Ma ora che fare? Lontano dal mondo in cui per più di 250 anni aveva vissuto sulle spalle degli altri, come sarebbe riuscito mai a sopravvivere? Ma che diamine! Con tutte le storie che fin da piccolo ha sentito riguardo ai Nekomata non avrebbe avuto nulla di che preoccuparsi!
    O almeno questo è ciò che continuava a ripetersi, visto che al momento le scelte in tal senso si dimostravano alquanto limitate.
    Perlomeno era una bella giornata in quel di non si sa dove e questo rallegrò il gattino, poco incline a beccarsi un'acquazzone appena giunto nel nuovo mondo; mentre avanzava a casaccio si chiedeva se in quel luogo vi fosse l'usanza di placare gli Yokai come lui con offerte di cibo, se così fosse stato forse almeno il problema del vitto si sarebbe risolto automaticamente, tuttavia non ci faceva molto affidamento, da quel che vedeva attorno a sè il Giappone era solo un lontano ricordo.
    La via, o meglio l'unica via esistente, che intraprese lo portò ben presto al cospetto di mura, come di una cittadella che avrebbe potuto notare fin da subito se solo avesse alzato il muso da terra: se solo avesse potuto sapere dove si trovava tutto sarebbe stato più chiaro, ma al momento con le informazioni in proprio possesso non ci capiva proprio nulla e non poteva certo cominciare a chiedere informazioni facendo trasalire chiunque alla vista di un gatto parlante. Ma ogni persona sembrava dirigersi verso il cancello principale e dunque si aggregò agli altri viandanti facendo finta di essere un po' con uno e un po' con gli altri, trattenendosi al commento di un soldato di guardia riguardo la sua coda, considerata davvero brutta.


    † Dovrei chiederlo a tua moglie cosa ne pensa delle mie due code... †

    Decisamente un pensiero da Yokai.
    Tuttavia l'importante era entrare e nessuno, commenti sciocchi a parte, aveva notato la figura esile del micio demoniaco; era pure riuscito nel frattempo ad origliare qualche informazione seppur frammentaria, tra cui "errante", "porta delle icone" e "laputa" anche se quest'ultima parola sembrò al Nekomata più un'offesa che altro. Si accorse poi, ormai entrato, che era passato come un idiota per il cancello principale in mezzo ai puzzolenti carri bestiame e merci varie, invece di sfruttare il comodo accesso pedonale. Vabbè, pazienza ora che era uno Yokai, aveva un'eternità da spendere in quel mondo nuovo e decise di cominciare con quella città se non altro perchè cominciare da un altro luogo gli sarebbe costata più fatica.


    † Sarà bene che mi abbiano spedito in un mondo decente oppure giuro che trovo il modo di tornare da dove sono venuto, prendo lo Yin e lo Yang ed infilo loro l'equilibrio cosmico dove dico io! †

    E con questo colorito pensiero cominciò l'esplorazione della Città Bassa del Presidio Errante da parte del demoniaco micio dalla coda biforcuta il quale, non sapendo dove dirigersi, semplicemente seguiva i simboli della Contrada della Croce ritenendoli "esteticamente appropriati" e rifuggendo quelli della Contrada del Toro Nero con la scusante che lo "mettevano a disagio", chissà poi perchè.
    Manto nero come la Morte stessa, occhi dorati e due code, non mancava chi provava ad accarezzarlo o addirittura a catturarlo per prenderlo in braccio, tuttavia con fare sinuoso Nekomata riusciva sempre a farsi beffe dei loro tentativi accorgendosi pure del fatto che, per quanto strano egli stesse camminando a qualche millimetro da terra. Impercettibile alla vista altrui ma non ai sensi dell'animale che percepiva nei propri movimenti una fluidità nuova e mai provata prima d'ora, meglio però evitare esperimenti di levitazione in mezzo a tutta quella gente.
    Tante novità dunque, sarebbe certamente servito del tempo per analizzare ogni singolo aspetto del suo nuovo essere oltre che capire qualcosa di più di quel mondo nuovo e già all'apparenza così diverso dal luogo da cui proveniva: se non altro l'aria che respirava gli dava un senso di libertà e ciò non gli dispiaceva affatto.





    Stato Fisico: Illeso
    Stato Psicologico: Un po' disorientato
    Abilità Passive: 猫 At Will!/猫 Levitate/猫 Mocking Death
    Tecniche Utilizzate: /
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    "La curiosità uccise il gatto... ma la soddisfazione lo riportò in vita".

    Proverbio inglese.


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    Stradine, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    Era una bella giornata soleggiata e la vita sulla capitale del Presidio Errante scorreva serena e senza intoppi. Nella Città Bassa in particolare, quel giorno di primavera, i cittadini per le strade erano più numerosi del solito, forse stufi della lunga prigionia nelle proprie dimore dovuta al rigido inverno appena trascorso. I bambini giocavano per le strade, approfittando del giorno di riposo dalla scuola, mentre le madri dalle ampie e lunghe gonne coloravano i vicoletti di un indistinguibile ed allegro chiacchiericcio. Alcuni uomini passeggiavano discorrendo di lavoro e guerra mentre altri si intrattenevano in qualche spiazzo per lanciare fiorini fra le fessure del selciato in pietra calcarea e scommettendo sui propri tiri con gli amici. Tutto in quel paesaggio dai colori caldi e rassicuranti dava l'idea di null'altro che un allegro borgo, ed infondo era giusto così.

    Fra la gente, ad un certo punto, si distinse una strana figura che avanzava con calma, rivolgendo agli altri cenni di saluto e venendo ricambiata da profondi inchini e sorrisi sinceri.
    Si trattava di una bella donna in abiti maschili: nonostante il pantalone, gli stivali da giovane cavaliere un pò consumati ed un'ampia camicia di lino fissata in vita da una cintura di cuoio, aveva in sè un'innata eleganza al punto da dare immediatamente l'impressione di essere di nobile lignaggio. Portava i capelli castani sciolti sulle proprie spalle ed impressionanti occhi verdi -di una luminosità quasi innaturale- vagavano con serenità di volto in volto così da non offendere nessuno.
    Fra le braccia teneva stretta una sacca contenente del latte ed alcune spezie appena ritirate in dogana, ordinati direttamente dall'Est.

    Il grazioso gatto a due code l'avrebbe certamente notata, principalmente perchè riusciva a calamitare tutti gli sguardi dei presenti sulla propria persona senza la necessità di fare nulla in particolare. Altrettanto vero era che, in un certo senso, anche lei avrebbe notato lo Youkai: con aria distratta si sarebbe soffermata prima sulle code e poi sul musetto... e quasi per caso avrebbero incrociato gli sguardi.

    jpg

    -Ma che bel micetto!- affermò divertita, avvicinandosi un pò per osservarlo meglio -Ti sei perso, piccolino?
    Seguì un breve attimo di silenzio, terminato in un dolce sorriso.

    Inserisco qui sotto solo le passive relative al gioco tranquillo. Il resto è in scheda ^O^/:




    GODDESS OF LOVE »
    «Mettimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore, perchè forte come la Morte è Amore. Le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né i fiumi sommergerlo. Tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma ardente, la fiamma del Signore!»
    Canto dei Cantici VIII,6-7.


    L'Amore è un sentimento intenso e profondo, simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile, impossibile da rendere appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse quello a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato e che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro sono gli Amanti, incarnano l'Amore, la forza più potente dell'Universo, ed il Libero Arbitrio.
    Loro sono quella fiamma viva in grado di animare ciascun animo verso il desiderio massimo del proprio esistere. Per tale ragione la bella è in grado di esercitare numerose malie sugli altri. Ciò che tuttavia non accade è la situazione inversa: nulla è in grado di scalfire la sua volontà, mentirle o ingannarne i sensi, forte del suo potere e della sua stessa essenza.
    E' inoltre empatica, capace di comprendere appieno lo stato d'animo altrui. Significa "sentire dentro" e nonostante il concetto sia spesso ridotto al semplice "mettersi nei panni dell’altro", in realtà vuol dire "portare l'altro nel proprio mondo". Drusilia può mettere in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stesso le esperienze e le percezioni di chi le sta intorno. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna al come invece si sente interiormente, cercando di guardare attraverso i suoi occhi.
    E' per tutto questo che, chiunque ha a che fare con la Dama del Vento, vede in lei ciò che desidera; il musicista la sognerà come propria musa o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, il pittore la vedrà come opera d'arte vivente ed il chierico si stupirà nel riconoscere in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontrano, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.

    [Malia d'amore + protezione da malie + auspex attacchi psion + auspex illusioni + auspex bugie + empatia + bonus riserva energetica (10%)]


    AURA DEI GIUSTI »
    «Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto»
    (1 Pt 4,10).


    Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli.

    [Malia di carisma]
     
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    Non è tanto che mi sono unito ai Liberi Aeris Milites, e forse è effettivamente un poco troppo presto per aspettarsi già qualche incarico da svolgere da qualche parte -perfino qui a Laputa-. Tuttavia, proprio per aver deciso di compiere una simile svolta nella mia vita, sento di starmi ritrovando impaziente più che mai di assaggiare con lingua le conseguenze che la mia scelta porterà.
    Prima o poi, con molta pazienza, mi ripeto, ma ultimamente la mia noia si sta mischiando ad una strana frenesia che mi impone di non poter girovagare senza meta nei vicoli in cerca del solito pasto in qualche bidone dell'immondizia, o altrimenti elemosinato da qualche buona anima.
    Una cosa che potrei tra l'altro perfettamente evitare, ora come ora, ma temo che privarmi anche della semplice sfida di trovare qualcosa da mettere sotto i denti possa solo che peggiorare ulteriormente la situazione.
    E ancora non ho trovato qualcuno con cui mettermi d'accordo per farmi istruire come si deve. Quei pochi della squadra blu con cui ho parlato sono, a quanto pare, estremamente impegnati con faccende di ogni tipo a cui devono dare la massima priorità per il bene della gilda e altre menate del genere. Magari passerò a qualcuno della squadra verde o quella rossa, nel caso.
    Le basi, del resto, credo possa insegnarmele chiunque sia giusto un pelo meno pezzente di me.

    Trotto in silenzio tra le ombre confortanti di un vicoletto, facendomi strada con il tartufo piuttosto che con gli occhi. Non c'è davvero un granché intorno, a parte un forte odore di urina sia canina che umana, polvere in abbondanza e...
    La zampa si appoggia su una chiazza umida alla quale non ho fatto caso prima. Annuso, si tratta di quella che penso sia birra. Proseguo più prudentemente, in quanto potrebbero esserci nascosti dei pezzi di vetro intorno.
    Riemergendo alla luce del sole non posso che notare una folla calamitata verso qualcosa o qualcuno, per un motivo o per l'altro. Mi avvicino, tenendomi vicino al muro, e osservando tutti quegli inchini e salamecchi vari non posso che giungere alla conclusione che si tratti invero di "qualcuno". Qualcuno di particolarmente venerato.
    Nemmeno un paio di istanti dopo, riconosco l'odore di Drusilia in mezzo a tutti gli altri, assai meno familiari. Magari più tardi le vado a fare un saluto, anche se credo mi asterrò dal parlare il linguaggio umano, per una volta, a meno di non essere in privato.
    Per l'amor del cielo, ci penserò più tardi a quale lingua parlare.
    La vedo allontanarsi nella direzione opposta alla mia, e per qualche secondo decido di seguirla con lo sguardo. Non fosse che si sta avvicinando ad un gatto, sarei pure tornato sui miei passi e recato quindi al Cappio d'Oro per un po' di latte.
    Invece il gatto credo sarà molto più sostanzioso di così, ammesso di riuscire effettivamente ad azzannarlo come si deve.
    Mi faccio largo tra la folla, che tanto non è che faccia particolarmente caso ad un botolo attratto magicamente dall'immenso carisma dell'Alfiere Errante, Gran Maestro dei Liberi Aeris Milites, Dama del Vento e pure due fettine di culo Drusilia Galanodel Roosevelt.
    Mi tengo comunque relativamente a distanza, curandomi bene di rendermi perfettamente visibile dal felino di merda, ma un po' meno dal mio capo. Non apro bocca; mi limito semplicemente a fissarti, gatto.

    - The nose knows - Auspex Olfattivo
    - Collector of ailments - Immunità alle malattie + nuvola di malattie che lo segue sempre
    - I can see through your bullshit - Anti-malia
    - Cunning Linguist - Possibilità di parlare il linguaggio canide e quello umano
    - Perpetually old mutt - Eterna "giovinezza"
    - Dog Sight - Vede il verde, il rosso e il viola come un lieve giallo, un marrone e un blu scuro
    - Doku Doku no Mi - Controllo e immunità ai (propri) veleni
     
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  4. Kirigaya_Kazuto
     
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    Narrato ~ « Parlato » ~ † Pensato †


    猫又 ~ Beauty and the Beast


    Presto avrebbe perso la pazienza il nostro Yokai: perchè? Semplice. Girare senza meta, per quanto bello, lo metteva a disagio e, in assenza di punti di riferimento, la sensazione di dispersione avrebbe presto superato la curiosità riguardo al nuovo mondo. Quanto malediceva la sua natura felina che lo costringeva a provare questa necessità imponente di sicurezza che assassinava brutalmente ogni desiderio di avventura sul nascere! Ma d'altronde è stato gatto così a lungo, il Nekomata, da esser in grado di controllare il proprio subconscio e resistere a tutto ciò, almeno finchè non avesse trovato un posto sicuro che placasse questa incessante richiesta mentale. In fondo sarebbe andato bene anche un bidone della spazzatura in un vicoletto, un posto tranquillo in cui poter alzare una zampa posteriore al cielo e lavarsi dove non batte il sole senza paura di venir avvicinato da qualcuno.
    Se solo le persone smettessero di tentare di raggiungerlo ed accarezzarlo!


    † Andate a lavorare pezzenti e a spendere la vostra intera paga a comprare peluches! †

    Ed ancora una volta dovette far ricorso a tutta la propria forza di volontà per limitarsi a pensare senza proferir verbo alcuno, ben conscio delle conseguenze che ciò avrebbe avuto sulla gente che l'avesse sentito; inoltre muoveva le code nervosamente e percepiva il potere assopito in lui risvegliarsi tramite questo gesto seppur semplicissimo. Sentiva che doveva lottare per stare vicino al suolo affinchè non si notasse che levitava e era costretto a sedare costantemente un fuoco interiore che bramava di uscire e ridurre in cenere le mani dei troppo coraggiosi paesani che s'azzardavano a trattarlo come un qualsiasi gatto da salotto o mostra di bellezza.
    Anche se in effetti il suo pelo nero era perfetto, morbido e nel complesso lo Yokai ispirava una tenerezza invidiabile: si trovò a pensare di essere, tutto sommato un gran figo.


    † Uh? †

    Immerso nei propri narcisistici pensieri non si era mica accorto che le persone avevano smesso di considerarlo preferendo a lui qualcun altro. Ferito nel proprio orgoglio si trovò a desiderare di capire chi fosse questa persona, perlomeno di vederla, magari sfigurarla un pochino così da tornare ad esser lui al centro delle attenzioni!
    Eh sì, questo gatto ha dei seri problemi.
    Colei che si presentò agli occhi dell'animale era una giovane donna, bellissima e dal portamento a dir poco regale: incredibilmente si trovo a pensare non solo che l'avrebbe perdonata ma che le avrebbe pure potuto permette di accarezzarlo. Un pochino solo però.
    Scosse la testa come frastornato dalla visione mentre le code presero a muoversi ad un ritmo più pressante, sintomo della confusione che albergava nella mente del Nekomata: il suo istinto gli diceva che c'era qualcosa di innaturalmente bello ma nulla poteva fare per resistervi e poi perchè farlo? Non sembrava mica una cattiva persona e dunque perchè esitare? Perchè non doversi fidare? La sua presenza aveva un che di confortante e sincero. Perchè non doversi abbandonare a strusciamenti vari sui suoi vestiti e a richieste di coccole?
    Scosse ancora il capo, che diamine gli stava accadendo? Non lo sapeva ma c'era un unico modo per scoprirlo cioè ricambiare il saluto che la ragazza gli aveva rivolto nel mentre, certo, non in lingua umana: le orecchie si mossero a turno mentre si avvicinava curioso ed elettrizzato alla figura di lei replicando con un semplicissimo


    « Meow! »

    cercando di renderlo il più possibile dolce e amichevole per quanto possa esserlo un verso animalesco. Ma si sa che contano più i gesti ed è per questo che, seguendo il proprio istinto si strusciò contro la sua gamba destra affettuosamente girandole poi attorno senza mai staccarsi del tutto dal contatto fisico. Anche solo così lei era capace di fargli provare sensazioni fortissime tanto che gli scappò pure di fare le fusa, "errore" di pochi attimi soltanto per fortuna.

    † Ma chi è costei? Chi diamine è? †

    Questo pensiero così intenso venne però interrotto dall'arrivo di un'altra figura, qualcosa di diametralmente opposto a tutto ciò che lei poteva mai rappresentare, almeno questa fu la prima impressione dello Yokai.
    Non poteva che essere un cane e, da come si presentava, pure nemmeno tanto affidabile.
    Le code presero a muoversi rapidamente sferzando l'aria come fruste mentre brividi correvano lungo il pelo e le orecchie si spostavano indietro: reazioni istintive che non aveva da anni.
    Ed ecco come, sempre per istinto, spiccò un balzo che in realtà serviva solo a coprire il so potere di levitazione con l'intento di "atterrare" sulla bella giovane, precisamente sulla spalla più libera da impedimenti per lei: forte del proprio equilibrio felino, sarebbe riuscito a star su praticamente da solo, senza peso visto che tecnicamente starebbe levitando ma cercando la protezione della fanciulla, visibilmente irritato dalla presenza dell'altro animale, sperando che lei non lo voglia scansare.
    Sarebbe possibile in ogni caso per lei seguire istintivamente lo sguardo dello Yokai per trovare la fonte di tale cambiamento improvviso nel comportamento considerato che pure il Nekomata non sembrava intenzionato a staccare lo sguardo dal cane, nonostante desiderasse tornare al più presto alla fase "coccole".





    Stato Fisico: Illeso
    Stato Psicologico: effetto malie di Drusilia/visibilmente irritato per Gaspode
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    Con sguardo curioso, vide il micetto titubare per brevi attimi; il musetto grazioso tirato su verso di lei così da guardarla per bene e riflettere sul da farsi. Lei rimase in attesa, paziente. Non era infatti cosa strana che le creaturine mostrassero inizialmente delle perplessità ai loro primi incontri: da domatrice quale era, aveva inoltre già imparato da molto tempo la brutta reputazione che gli umani si portavano indosso, dall'aspetto anonimo all'odore fastidioso ed incomprensibile in molti casi. Lei in particolare emanava naturalmente una curiosa fragranza di rose fresche -concettualmente impossibile per un essere di carne ed ossa quale era- eppure abbastanza comune fra quelli della sua famiglia.
    Che fosse il suo odore la ragione di quel silenzio?

    « Meow! »

    Fortunatamente i dubbi ebbero davvero vita breve e, senza indugiare ulteriormente, il micio cedette alla voglia di coccole e prese a farle le fusa, intenerita e su di giri come una bambina. Inutile mentire: adorava gli animali. Era una delle verità assolute del Presidio Errante, considerata da alcuni addirittura un'assioma.

    jpg

    -Come sei carino ♥

    Lo vezzeggiò con voce dolce e carezzevole, prima che l'oggetto delle sue attenzioni le saltasse sulla spalla diafana, probabilmente infastidito da qualcosa. Drusilia voltò lo sguardo ed ebbe la conferma di quelli che già erano i suoi sospetti, dovuti principalmente ad una sorta di speciale "sesto senso". Gaspode, il cane che militava nella sua gilda, sostava alle loro spalle esibendo un'espressione particolarmente crucciata, immobile come una statua.

    -Oh, lui è Gaspode- spiegò al micio, azzardando un grattino, come se considerasse scontato che il gatto potesse in qualche modo capirla -Porta il broncio ma è un cagnolino adorabile!

    Sorrise radiosa, prima di voltarsi verso il non-più-randagio Aviatore.

    -Su Gaspode, non fare quella faccia imbronciata! Potresti spaventarlo.

    E poi sganciò la bomba.

    -Perchè non provate a fare amicizia, invece?

     
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    Anche da prima di imparare effettivamente a parlarlo, in qualche modo riuscivo già a capire abbastanza bene il linguaggio umano, almeno quel tanto che mi bastava per capire quando levare le tende e quanto in fretta.
    Mi chiedo se per i gatti è lo stesso, ma che siano abbastanza stupidi o arroganti da ignorare gli avvertimenti fino a che una qualche ramazza non li spingeva -fisicamente- via, oppure che non abbiano sviluppato questa capacità. Proprio per questa ragione vorrei tanto sapere a mia volta se quel felino dalla coda deformata fosse in grado di comprendere Drusilia.
    Spero di no, perché essere chiamato "cagnolino adorabile" è qualcosa che temo mi farà perdere quell'ultimo briciolo di credibilità che ho come (ex-)randagio. Inoltre sono sicuro che alla Signora delle Correnti (la terza fettina) sfugga come... qualcosina, o si sta divertendo a prendermi per il culo. Pendo pesantemente verso la seconda opzione.
    « Guarda che non è che se non scodinzolo allora ho il broncio. » replico seccamente. Aggiungerei anche che potrei scodinzolare proprio per mostrare diffidenza, e che non ho denudato i denti o cose del genere. Posso forse sembrare guardingo, concesso, ma credo che questo sia dovuto più alla conformazione del mio muso che ad altro.
    Tengo la voce bassa, affinché non mi faccia sentire da altre persone.
    « Tu non hai visto molti cani e gatti in vita tua, vero? » Mi siedo giusto di fronte a lei, fissandola dritta negli occhi ma socchiudendo i miei e sbattendo le palpebre di tanto in tanto.
    Escludendo il gratuito "felino di merda" di prima, ciò che voglio dimostrare è che il motivo per cui la mia specie e quella dei gatti non sono mai andati d'accordo non è tanto una irrazionale inimicizia quanto il fatto di appartenere, banalmente, a due anelli diversi della catena alimentare.
    È come se fosse stato chiesto ad un leone di fare amicizia con una gazzella, in parole povere; che poi di leone io abbia ben poco è un discorso ben diverso. L'importante è rendere l'idea.
     
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  7. Kirigaya_Kazuto
     
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    Narrato ~ « Parlato » ~ † Pensato †


    猫又 ~ Animals Talking?


    La nota positiva di tutto ciò che stava accadendo consisteva nel fatto che perlomeno se stava per morire, sarebbe morto coccolato. Che poi, morire era sempre stata una parola troppo grossa per lui: lo Yokai difatti ha sempre preferito il termine "prendersi un periodo di riflessione", giusto il tempo di ruffianarsi per l'ennesima volta la Morte e tornare nel mondo dei viventi come nulla fosse, alla faccia di chi l'aveva accoppato.
    Ma lì non era ancora morto in questo nuovo mondo e non era poi così certo di poter morire così tranquillamente, magari le regole imponevano nessun tipo di resurrezione o chissà cosa...
    Scosse nuovamente la testa a questo pensiero, c'era sempre stata una scappatoia alle regole e lui non se l'era mai fatte sfuggire, perchè le cose sarebbero dovute cambiare proprio ora?
    Ascoltò tutto in silenzio, non facendo nessuna piega pure quando il cane cominciò a parlare, fatto che però lo lasciò alquanto allibito: che la ragazza stesse cercando animali strani per fare una sorta di circo macabro? Forse era stata attirata dalle sue due code e l'aveva scambiato per uno scherzo della natura!
    Beh l'unica cosa era chiedere e l'unico modo per farlo era rivelare che anche lui stesso sapeva parlare, col rischio di aggravare la propria posizione ma... che altro fare?


    « Già, non sembri capirci molto, bella fanciulla. E comunque il fatto è che io non ce l'ho con lui perchè è un cane, ho passato la fase razzista durante l'adolescenza, ora sono cresciuto. Diciamo solo che ho delle riserve a fidarmi di qualcuno che mi guarda come fossi la sua miglior occasione di pranzo negli ultimi cinque anni. Quella di un buon bagno invece sembra manchi da almeno dieci ma temo di non poterlo aiutare in tal senso. »

    Aveva parlato piano, proprio come il cane, assicurandosi che almeno la fanciulla lo sentisse per certo tentando di essere diretto e conciso così da metterci pochi istanti e che il tutto sembrasse un soffuso miagolio a chi non era così vicino a loro da cogliere il significato.
    Scartando l'ipotesi di un circo macabro, poco probabile, chissà che rapporto intercorreva tra i due: questo quesito occupava i pensieri del micio demoniaco che intanto non riusciva a calmarsi continuando a dimenare la coda, agitato.


    « Comunque mi potete chiamare Nekomata, sono nuovo di queste parti e vi sarei grato se mi voleste spiegare come funzionano le cose qui da voi. »

    E via con le presentazioni: aveva ricavato il nome del cane ma quello non gli interessava poi molto, lo Yokai voleva informazioni sulla ragazza che tanto riusciva ad influenzarlo, fino a vincere la naturale diffidenza felina come nulla fosse. E chissà che non riuscisse a ricavarne qualche utile informazione nel mentre, tipo dov'era capitato e come poteva sopravvivere.
    I casi ora erano solo due: o sarebbe finito nei piatti della giovane e del cane entro sera oppure aveva fatto la scelta giusta e s'era appena assicurato un tetto e qualche pasto.
    E, sebbene nel primo caso v'era l'intrigante possibilità di capire se potesse tornare indietro dall'aldilà anche in quel mondo, in cuor suo sperava proprio di non scoprirlo così presto.





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    « Tu non hai visto molti cani e gatti in vita tua, vero? »

    Parlanti no, invero, però la questione non girava certamente su quello.
    Diciamo che, forse perfino inconsapevolmente, la Dama del Vento tendeva a pungolare come meglio poteva tutte le personalità ciniche a cui si legava. Khatep ne sapeva qualcosa a riguardo ma, curiosamente, non aveva mai avuto troppo di che lamentarsi.
    In un certo senso era un modo come un'altro per giocare.

    « Già, non sembri capirci molto, bella fanciulla. E comunque il fatto è che io non ce l'ho con lui perchè è un cane, ho passato la fase razzista durante l'adolescenza, ora sono cresciuto. Diciamo solo che ho delle riserve a fidarmi di qualcuno che mi guarda come fossi la sua miglior occasione di pranzo negli ultimi cinque anni. Quella di un buon bagno invece sembra manchi da almeno dieci ma temo di non poterlo aiutare in tal senso. »

    Si sorprese per un breve attimo, la bella Drusilia, ma si limitò ad un'occhiata curiosa e nient'altro; ormai era abituata a "stranezze" di quel tipo. Ciò che sembrò modificare notevolmente la sua espressione fu invece un sorrisetto divertito, quasi sornione.

    -Ahimè, avete proprio ragione.

    Aveva appena trovato il modo migliore per trascorrere prossimo quarto d'ora.

    -E' un piacere averti qui sul Presidio Errante, Nekomata. Il mio nome è Drusilia- sorrise radiosa ed amichevole, lasciando galantemente al piccolo ex-randagio tutte le risposte a quelle che erano state le precedenti affermazioni dello Youkai. Si sarebbe piuttosto limitata a fargli da guida, divertendosi ad osservare la scena come spettatore in prima fila -Spero che non ti sia fatto male all'arrivo: solitamente i naufraghi cadono dal cielo.

    Si sarebbe concessa un altro grattino, principalmente perchè quel gatto aveva un pelo morbidissimo.

    -Facciamo parte di un piccolo regno sospeso nel cielo. Più in basso ce ne sono altri cinque, molto grandi- spiegò paziente ed un pò scherzosa -Però noi siamo più simpatici.

    Amiccò, giusto perchè si capisse che scherzava.
    Forse.

     
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    Un momento, anche quel gatto è in grado di parlare la lingua umana. Per un momento ci rimango quasi male, cascando nella stessa identica situazione in cui si sono ritrovati coloro che hanno incontrato me per la prima volta. D'altro canto, ciò renderà la comunicazione molto, molto più facile.
    Anzi, più correttamente, l'avrebbe resa banalmente possibile e basta.
    « Non mi risulta che voi siate particolari amanti dell'acqua. » replico. Almeno non penso che sia solamente uno stereotipo: in trent'anni e passa non credo di aver mai visto un gatto immergersi volontariamente in acqua. Potrei capire se le acque del Chicago (il fiume) fossero tossiche o qualcosa del genere, ma io le ricordo come abbastanza sicure.
    Ogni tanto ci facevo il bagno pure io.
    A Jankburg, invece, basta sapere solamente che uno dei compiti dell'Accademia è purificare le acque del lago per rendere sufficientemente l'idea.
    « E anche se la mia collezione malefica mi abbandonasse con un po' d'acqua... » muovo il muso indicando la nuvoletta fedelissima « ...Immergermi non è più un'opzione, per me. » e qui mi volto verso Drusilia, con la quale dovrei rimediare ad una piccola mancanza comunicativa avvenuta durante il mio arruolamento.
    Prima che decida di mandarmi in qualche missione fisicamente impossibile per il sottoscritto.
    « Lunga storia. » In realtà no. « Più tardi ti spiego. » che sento di essermi già sufficientemente scoperto così. Un conto è spiegarlo al boss, un conto è rivelare ad un gatto sconosciuto e senziente ciò che potrebbe ammazzarmi.
    Ma sto assumendo che ci senta, e se ha un cervello ha già capito cosa intendo. Parto dal presupposto che abbia anche quello.
    « È questa dama che comanda, qui. » dico a "Nekomata" -non sono certo di riuscire a pronunciarlo correttamente-, ergo credo lo chiamerò "coso". Da come sta venendo trattato dall'Alfiere, però, credo che dovrò astenermi da ogni tentativo di fare di esso un pranzo.
    « E se incontri una giovane fanciulla che parla in rima, sappi che è piuttosto generosa verso i quadrupedi. » ed è verissimo: una volta mi ha offerto la cena. Peccato soltanto che oltre a quella mi ha tirato matto per tutta la serata. Promemoria: ricordarsi di utilizzarla come cavia per quando riuscirò finalmente a controllare il Doku Doku.
    Se la incontri, divertiti.
     
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  10. Kirigaya_Kazuto
     
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    Cadere dal cielo? No, per fortuna a lui non era capitato questo o meglio, forse sarebbe dovuto cadere da un'altezza improponibile ma il Presidio Errante si era posto a sua difesa. Gli piaceva quest'alternativa e decise di crederci, un po' ingenuamente forse.

    « Ma perchè errante? Ci stiamo muovendo anche in questo istante? O forse è il Presidio sempre in errore? »

    Comunque a parte le stupidaggini che gli uscivano dalla bocca trovava quei due veramente simpatici e perlomeno affidabili. Il cane un po' meno. Ma lui non aveva più nulla contro i cani da almeno 190 anni, cioè dopo la sua ottava morte e resurrezione. Certe volte aveva pensato pure di fondare una religione ed istituire una festa religiosa per ogni volta che era morto e risorto prendendo spunto da altri culti terrestri, con l'intento di trasformare l'anno in una continua festività sacra. L'obiettivo finale sarebbe stato assoggettare il mondo: tutti l'avrebbero adorato visto che grazie a lui era sempre festa! Ma presto la sua mente smise di divagare su quel lontano mondo passato a cui non poteva tornare, meglio concentrarsi sul presente e sulle possibilità che gli si paravano dinnanzi, tipo quella Drusilia, così amichevole e così... luminosa. Per un'umana.

    « E tu sei... Gaspode eh? Non ce ne sono molti come te dalle mie parti sai? E parlo del tuo saperti esprimere nella lingua degli umani. Comunque sia ribadisco che non cerco rogne ne voglio esserti ostile solo perchè sei un cane. »

    Prese a rivolgersi così al canide tentando di sedare la fame che avrebbe potuto condurlo a tentare di azzannare il micio, sebbene la presenza della ragazza era molto rassicurante ed i grattini così piacevoli. Che fare dunque? Stare a parlare lì tutto il giorno non era consigliabile, si prese dunque l'onere di farlo presente ai propri interlocutori.

    « Senza offesa comunque, ma è meglio che cambiamo luogo: tra un po' la gente qui attorno penserà male se ti vede parlare con degli animali: nel mondo da dove sono stato esiliato le persone così sono definite pazze e vengono rinchiuse in posti orribili! »

    Si fermò poi solo un'istante processando le informazioni, troppe, che gli erano arrivate al cervellino:

    « Fermi tutti: hai forse detto che è lei che comanda qui??? »

    Quel che il cane aveva rivelato tra milleuna informazioni era l'alto rango gerarchico di Drusilia, qualcosa che lo Yokai avrebbe anche potuto iniziare a sospettare ma a cui da solo non sarebbe mai potuto arrivare: questo apriva certamente scenari completamente nuovi riguardo il tema principale che interessava a Nekomata, ossia sopravvivenza.
    Cavolo, gli parve di aver appena vinto alla lotteria! Ma doveva agire con calma e raffinatezza se non voleva gettare all'aria l'opportunità di una vita intera.
    Saltò giù dalla damigella e chinando la testa cortesemente disse


    « Sono tremendamente dispiaciuto per avervi approcciato in questa maniera Milady! Spero di non avervi offesa... sono nuovo di queste parti... »

    Quel che non aveva ancora capito è che per sua fortuna capitavano spesso persone "nuove" in quel mondo e dunque il suo caso non era il primo ne certamente sarebbe stato l'ultimo. Restava solo da vedere se la Signora del Presidio Errante l'avrebbe accolto con sè evitando che morisse di fame e di stenti nelle stradicciole della città bassa. Certo, poteva essere un errore farlo ma, d'altronde, si chiamerà Presidio Errante per qualche motivo no?




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    « E anche se la mia collezione malefica mi abbandonasse con un po' d'acqua... Immergermi non è più un'opzione, per me. » disse il cane, prima di lanciarle un'occhiata « Lunga storia. Più tardi ti spiego. »

    Drusilia si limitò a fare spallucce.

    « Ma perchè errante? Ci stiamo muovendo anche in questo istante? O forse è il Presidio sempre in errore? »

    -In realtà è in qualche modo "parcheggiato" su Klemvor, una regione quasi totalmente disabitata- spiegò con calma l'Alfiere -Però può muoversi, si.

    In realtà si era posta quella domanda per molto tempo quando era ancora Ufficiale.
    L'unica differenza era che l'allora Alfiere raramente parlasse di questioni importanti riguardanti l'isola. Non con lei, comunque: aveva raccolto attorno a sè una cerchia di fedelissimi, gli unici a cui erano concesse informazioni che non fossero solo ordini o storielle di circostanza. Da allora, in ogni caso, erano tutti morti per una ragione o un'altra; nonostante Drusilia fosse riuscita a recuperare buona parte dei documenti a seguito della Guerra Civile e la sua incoronazione, erano ancora molti i dubbi irrisolti riguardanti il precedente governo.

    « Fermi tutti: hai forse detto che è lei che comanda qui??? Sono tremendamente dispiaciuto per avervi approcciato in questa maniera Milady! Spero di non avervi offesa... sono nuovo di queste parti... »

    Le sfuggì spontaneamente una risata cristallina: non era mai stata il tipo da perdersi in inutili formalità, ancor meno obbligava la gente a comportarsi in modo meschino nei suoi confronti. Aveva sempre detestato i falsi, per quanto spesso il suo ruolo di regina ne attirasse abbastanza.

    -Tranquillo, non mi offendo- gli fece una carezzina -Se vi va bene possiamo andare all'Albero-Casa. Così possiamo rilassarci un pò e non pensare agli sguardi indiscreti.

     
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    Ho vissuto abbastanza anni in mezzo agli umani per riuscire a leggere anche la loro, di mimica, e le spallucce non sono il massimo quando cerchi di presentare una questione che potrebbe fare la differenza fra la vita e la morte. Trovo che prendere certe cose come la vita -la mia- così alla leggera sia piuttosto fastidioso.
    Anche se ad essere più corretti, non è tanto la mancanza di interesse in sé quanto il mancato tentativo di nasconderla. Se poi invece ciò non le interessa perché pianifica di tenermi come animale di compagnia, è un altro discorso. Più grave.
    Per ora, lascio che le mie preoccupazioni cadano nel vuoto. Quando sarà il momento, ovvero appena avremo finito con questo gatto, se ne riparlerà.
    « Parla per te, non è che la cosa sia comune per quelli della tua specie. Certamente non qui, né dalle mie parti. » e sono abbastanza certo che ciò si estenda anche a qualunque posto dal quale tu provenga. Non è cattiveria la mia, solo una banale constatazione dei fatti. Come è una banale constatazione dei fatti osservare di avere a che fare con un colossale paraculo.
    Nonché, a giudicare dalla reazione che ha suscitato la mia sconcertante rivelazione, giusto perché la folla che si inchina e che si divide che nemmeno le acque del Mar Rosso non sono indizi sufficienti, un ruffiano senza eguali.
    Non posso che rimanere in silenzio per dei lunghi istanti.
    « Apprezzo lo spirito di adattamento, in compenso. » commento infine con sarcasmo, ma senza cambiare il tono di voce di una virgola. « Come preferisci. » dico invece a Drusilia. Il "pericolo" vero, per quanto mi riguarda, è vederla associata a due animali che parlano. Fosse per me, io andrei pure al Cappio D'Oro e tanti saluti. A me, qui, oramai sono più o meno abituati.
     
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  13. Kirigaya_Kazuto
     
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    Le informazioni che riuscì a ricavare furono molto interessanti, andando a fornirgli ulteriori dettagli sul luogo ove era apparentemente atterrato per somma fortuna. Certo, una cartina geografica di quel mondo, in futuro, gli sarebbe stata indispensabile se voleva capire come muoversi anche al di fuori di questo Presidio Errante, tuttavia sarebbe stato auspicabile da parte sua rimanere in quel luogo per il momento. Drusilia sembrava averlo preso in simpatia e qualora stesse fingendo, lo faceva così bene che tanto valeva crederci: nessun'altra opzione poteva essere considerata migliore e dunque per lo Yokai non restava che darsi da fare per restare appiccicato a quei due, preferibilmente alla ragazza.
    Chiuso ormai definitivamente il discorso "fiducia" e, annotato come l'unica stranezza per il momento fosse rappresentata da lui soltanto, si accinse a seguire dunque gli altri due, facendosi fare strada e muovendo la figura sinuosa e agile dietro a loro non appena si fossero mossi nella direzione verso cui intendevano procedere. Lui d'altronde, di questo Albero Casa non aveva mai sentito parlare ma si immaginò questo albero normalissimo con una classica casetta di legno in cima. Trovò strano come la regnante di quel luogo non abitasse in una sorta di palazzo fastoso, forse era una di quelle tizie new-age fissate con la natura e con il fumare erba gatta.
    Sperava proprio di no.


    « Fatemi pure strada verso questo posto. »

    Rispose più per pro-forma che per altro visto che non avrebbe certo potuto rifiutare, non ce n'era motivo alcuno. Tuttavia si ritrovò presto a pensare

    † Chissà che razza di posto è quest'albero, speriamo non abbia scoiattoli, io ODIO gli scoiattoli. †

    Quei piccoli roditori, così paffuti ed irriverenti, erano sempre stati la sua nemesi ma non avrebbe saputo spiegare il perchè del proprio odio. Semplicemente quando ne vedeva uno non poteva resistere dal tentare di ucciderlo. E ora la paura è che come in una casa normale vi sono dei tipi, nell'Albero Casa, vi saranno quelle pestifere canaglie? L'avrebbe presto scoperto.




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    Giardini, Albero Casa.
    Presidio Errante, Endlos.

    Giunti al Latifondo, dopo alcuni minuti di cammino dalle seconde mura che lo separavano dalla Città Bassa, il gruppo raggiunse finalmente il tanto agognato Albero Casa. Appariva come un gigantesco edificio in pietra bianca dalla pianta larga nei primi piani e più stretta negli ultimi. Il tetto andava ad aprirsi in ramificazioni estremamente fitte e ricoperte da fogliame al punto da indurre chiunque a riflettere su dove finisse la pietra e dove iniziasse l'albero.
    L'intero perimetro della struttura era inoltre completamente circondato da enormi radici; queste uscivano dal terreno per poi immergersi nuovamente fra l'erbetta fresca ed i fiori, disegnando grandi arcate all'ombra delle quali era possibile intravedere verande per intrattenersi durante i momenti di pausa, fontane di acqua potabile e perfino una piccola cappella di marmo e pietra.

    -Eccoci arrivati.

    Drusilia li accolse proprio lì, all'ombra delle radici. Accomodandosi sopra un muretto e posando la schiena su una colonna di pietra verticale, la bella posò nuovamente il suo sguardo sul gatto. Per quanto su Endlos gli animali parlanti non fossero poi così difficili da trovare, doveva tener conto che quel gatto fosse comunque un naufrago, quindi completamente diverso dalle specie del semipiano in cui si trovavano. Inoltre, pur avendo una parlantina molto sciolta, di lui aveva narrato ben poca cosa.

    -Su, Nekomata, parlami un pò di te- sorrise gioviale -Dal luogo dove sei nato esistono molti tuoi simili?

     
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    Ogni volta che alzo lo sguardo sull'Albero Casa, mi sento pervaso da uno strano senso di appartenenza, parecchio diverso da quello che provo quando passeggio per il mio territorio. Con quest'ultimo ciò che vedo è il mio protettorato: una giurisdizione dove io sono padrone e autorità competente. Almeno per quanto riguarda il piano canino dell'esistenza; d'altro canto in certi contesti è solo quello che conta.
    L'esatto contrario succede invece quando mi reco al quartier generale dei Liberi Aeris Milites: sono io, in questo caso, ad essere competenza di qualcos'altro. Un rapporto di volontaria subordinazione a cui ancora devo abituarmi del tutto, diverso dalla sottomissione. Quest'ultima, generalmente, la si abbraccia solamente perché l'alternativa è qualcosa di brutto.
    Non cesserà mai tuttavia di perplimermi il fatto che, in concreto, sto chiamando "casa" quella che per me è la più titanica toilet di tutta Laputa. Non perché sia un brutto posto (anzi), ma proprio nel senso letterale della parola.
    Mi accuccio vicino a Drusilia e Nekomata, tenendomi un po' da parte.
    Nel frattempo si avvicina a me quello scoiattolo (indipendente) con cui avevo battibeccato qualche volta, prima di scoprire che parlavamo la stessa lingua. Non visto, o almeno non credo che Necoso sia in grado di percepirlo, scocca un'occhiata al boss e al felino, e infine me.
    « Ma è...? » Mi chiede a bassissima voce, in canino.
    « Sì. »
    « E non...? »
    « No. »
    « Lei... »
    « Eh. »
    Credo di non dovergli fornire ulteriori spiegazioni, anche perché non credo che sarei in grado a rispondere a molto altro. La creatura, che dubito in realtà abbia un nome, si muove con un fare che interpreto come "incerto", e infine se la tela in una cavità del tronco.
     
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