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    Prince of Laputa

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    "Ci vuole saggezza per comprendere la saggezza.
    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


    Walter Lippermann.

    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Passi leggeri scandivano il ritmo frenetico della corsa, rimbombando fra le alte pareti del Magisterium come se fossero casse. Nonostante solitamente non fosse permesso comportarsi a quel modo infantile in una scuola di magia, quella volta si fece un'eccezione: a "disturbare" i passanti -se così si poteva definire- era un ragazzino di non più di undici anni. Lunghi capelli castani ed incantevoli occhi verdi: chiunque avesse posato lo sguardo sul suo visino imberbe non avrebbe potuto fare altro che notare la somiglianza con la madre. Una mamma famosa. Nonostante la giovane età era inoltre un assiduo frequentatore del Magisterium, anche se in effetti non sembrava particolarmente interessato alla Magia nel senso più comune del termine.
    A dire il vero, era proprio quello il motivo della sua ultima visita.

    Toc-toc.

    La manina picchiettò lievemente sulla porta del Prorettore, generando un suono allegro e musicale quanto quello di uno strumento a percussione. Avrebbe atteso il suo permesso prima di entrare.

    -Papà...- avrebbe detto, varcando la soglia -Scusa se disturbo.

    In pochi passi avrebbe raggiunto la scrivania e, senza aggiungere altro, si sarebbe seduto in una delle due poltrone antistanti quella del Magister Saddler. Considerata l'altezza, i piedi del ragazzino toccavano di poco il pavimento da seduto, ragion per cui poteva permettersi di dondolare le gambe penzoloni.

    -Volevo chiederti una cosa.
    Orecchio Assoluto

    Si dice che in media solo una persona su cinquantamila può vantare di possedere l'orecchio assoluto, abilità innata che permette di identificare una nota musicale -anche ascoltata una sola volta ed in totale assenza dell'ausilio di un suono di riferimento- così da determinarne la frequenza. Nonostante questo talento sia totalmente slegato al tipo di vita condotta dall'individuo, indica comunque una certa attitudine ed il gusto per la musica; chi ha orecchio è infatti capace di riprodurre qualsivoglia melodia, registrandola nella propria mente al medesimo istante della sua esecuzione.
    Possessore dalla nascita di questo talento, Lowarn è in grado di discernere le note vibranti celate nelle intonazioni vocali, il battito cardiaco e lo stesso respiro delle persone che lo circondano, rendendolo di fatto capace di intuire le loro emozioni e -in molti casi- anche le intenzioni di ciascun individuo, riuscendo ad individuare perfino i bugiardi. Per tale ragione sarà in grado di "prevedere" in anticipo di pochissimi millesimi di secondo le loro mosse, riuscendo così a rispondere più rapidamente ad ogni stimolo esterno, sia fisicamente che magicamente.
    Oltre a tali abilità, è anche portatore di un udito decisamente fuori alla norma: nel raggio di quindici metri è in grado di sentire qualunque cosa provochi vibrazioni, anche impercettibili come il battito cardiaco di un vivente.

    Auspex Passivo 15m + Instant Casting + Bonus PU Agilità/Destrezza + Empatia emozioni + Discernimento Bugie.



    Librarsi in volo

    Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico.

    Volo fino a 5 m dal suolo.



    Legame con la Fonte

    Per comprendere una delle caratteristiche base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo, perchè come gli angeli, i Galanodel sono legati alla Fonte, ed è questa a non renderli intaccabili da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete", come batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono assolutamente immuni alle malattie, e qualora qualcuno provasse ad avvelenarli, la sostanza tossica verrà assunta dal loro organismo quasi fosse una normalissima bevanda, vapore, crema o altro, senza che il corpo possa subire effetti deleteri.

    Immunità alle malattie fino a livello medio.



    Corpo Celeste

    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo del Principe presenta tratti di entrambe le razze. Fra le caratteristiche angeliche ereditate vi è certamente la capacità di irradiare luce dalla propria pelle, ed è in grado di intensificarla o meno a proprio piacimento. Questa tuttavia non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare. Essendo quindi un corpo luminoso, questo non sarà provvisto di ombra ai propri piedi.

    Emana Luce e non ha ombra.



    Linfa degli Angeli

    E' cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son state sempre predilette le fanciulle vergini. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica fonte di potere. Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli, o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste, si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue del Principe, porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.

    Proprietà di bg del sangue.

     
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    Il Magisterium era un posto dove il lavoro non mancava mai.
    Al di là del portone che separava l'ufficio personale del Prorettore dal resto dell'accademia vi era una scrivania visibilmente indaffarata: vicino alle foto di famiglia -l'elemento in maggior risalto della stanza- vi era una pila incredibilmente alta di documenti già compilati. Al centro del legno pregiato, invece, vi erano ancora numerose scartoffie, sparpagliate e scribacchiate solo a metà; materiale facilmente etichettabile come work in progress, per l'occhio di un attento visitatore.
    Già: lavori in corso!
    Da parte di chi questo sarebbe stato un mistero di interessante risoluzione.

    - Scacco matto.

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    Accomodato al tavolino di fianco, quasi invisibile vista l'altezza minuta, vi era lo spiritello della scuola: Acyriar. Fra lui ed il Demone-Volpe - oramai s'è intuito, vi era un tavolino d'energia arcana ove sopra era adagiata una ingegnosa scacchiera magica.
    Ed il piccolo TaruTaru aveva appena dichiarato la vittoria.

    « Ma... »

    - No, posso spostare il cavallo quì e ti chiudo la mossa.

    Anticipò il maghetto, prevedendo la risposta.

    « ...sì, però non hai considerato che »

    - Te lo mangia lo stesso la torre.

    « ... »

    Accidenti, era evidente che non c'era via di scampo.
    Il sorrisetto di sfida del piccolo mago non ammetteva repliche.
    Eppure forse una mossa... avrebbe potuto trovarla. No? Un colpo di genio, uno dei suoi insomma, in grado di ribaltare a sorpresa la partita e...
    ...un rumore di passi sempre più forte allertò le orecchie argute della Volpe.
    Eccola.

    « E' veeero. Ma! Se tu dovessi considerare..... questa....... strategia. Te ne ho mai parlato? Esiste una tattica in grado di risolvere »

    Toc-toc.

    « AH CHE PECCATO dobbiamo interrompere la partita prima che ci scoprano!
    No mi spiace non c'è tempo! »


    Non diede nemmeno il tempo all'altro di replicare al suo monologo velocissimo che dissolse nell'aria tutta l'attrezzatura da gioco e si piombò veloce come un lampo alla scrivania.
    Ad impegnare le mani con le scartoffie d'emergenza, più false della sceneggiata che aveva appena improvvisato per non ammettere la sconfitta.

    -Papà..
    Scusa se disturbo.


    A muovere dei passi insicuri all'interno dell'ufficio fu -per suo grande stupore- il piccolo Galanodel.
    Era vero che frequentava spesso l'accademia dove lui stesso insegnava, ma... non era mai capitato prima d'ora che lo andasse a visitare nella sua stanza. Se aveva delle domande, dei dubbi o qualunque altra cosa, era solito conservarsi la chiacchierata per la cena di famiglia che li avrebbe attesi qualche ora più tardi.

    « Lowarn! Accomodati pure, vieni.
    Non mi disturbi affatto, stavo solo... »


    Si accorse solo in quel momento di avere la pedina dell'Alfiere in mano al posto della penna.

    « ...sistemando delle... cose. »

    -Volevo chiederti una cosa.

    Fortunatamente il ragazzo parve non rendersene conto, preso com'era dai suoi pensieri.
    La fece rotolare con nonchalance lungo un fianco, avvicinando di soppiatto la boccetta d'inchiostro alla sua mano.

    « Ti ascolto, dimmi pure! »

    Era curioso: cosa l'aveva spinto a visitarlo prima del previsto, quel giorno?

     
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    « Lowarn! Accomodati pure, vieni. Non mi disturbi affatto, stavo solo...
    ...sistemando delle... cose. »


    Il respiro del Demone era piuttosto irregolare, esattamente come il ritmo generato dal suo corpo che si muoveva, tipico di chi era profondamente agitato. Ma non un'agitazione qualunque: quella che giunse alle orecchie del ragazzino altro non era che la "melodia dei bugiardi".

    -Ok.

    Ovviamente preferì non soffermarsi su quel dettaglio, anche perchè aveva notato quanto la gente trovasse insopportabile avere a che fare con qualcuno in grado di strappar via ogni maschera con semplicità disarmante, mettere a nudo chiunque semplicemente ascoltandolo.
    Forse era per quello che non aveva molti amici.

    « Ti ascolto, dimmi pure! »

    O magari era colpa dell'umorismo macabro.

    -Riguarda mamma- parlò senza girarci attorno, perfettamente convinto che non avesse poi molto senso perdere tempo su domande simili -Devo dirle una cosa ma non so come fare. Ho paura di farla piangere.
    Si guardò intorno con fare nervoso, strofinandosi le mani. Si sentiva un pò a disagio... e colpevole di crimini che -al momento- non aveva nemmeno commesso. Chissà se parlare con Yoko gli avrebbe restituito la pace.

    -E' che vorrei andare a Palanthas. Non in visita- respirò profondamente -Vorrei entrare nei Custodi delle Sette Vie.
     
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    -Riguarda mamma-

    Le prime parole del ragazzo fecero comprendere fin da subito quale fosse la ragione di quella visita improvvisata.
    Il Demone fu lesto ad allertarsi, poiché conscio delle condizioni rischiose in cui si trovava costantemente la sua compagna; che avesse scoperto qualcosa anche Lowarn?

    -Devo dirle una cosa ma non so come fare. Ho paura di farla piangere.

    ...no, decisamente non aveva indovinato l'argomento.
    La cosa da un lato parve rasserenare l'Elessedil -meno persone sapevano dell'argomento e meglio sarebbe stato per la sicurezza di Drusilia-, dall'altro alimentò invece una preoccupazione paterna ancor più che una naturale curiosità.

    « Far piangere la mamma? »

    Non attese nemmeno una risposta del giovane musicista che la mente del Magister iniziò ad elaborare da se quale potesse essere una notizia in grado di far scoppiare in lacrime una donna quale era il Gran Maestro.

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    Era allergico alla cioccolata (ed era una malattia contagiosa)?
    Odiava farsi coccolare?
    La sua passione segreta era dare la caccia alle Volpi? No, questo avrebbe dovuto preoccupare più lui che lei.

    -E' che vorrei andare a Palanthas. Non in visita.

    Esordì a sorpresa il musicista, richiamando le attenzioni del padre.
    I pensieri stupidi servirono più che altro a stemperare la tensione; era vero che il Principe era ancora giovane, ma tutto era fuorché un ragazzino qualunque. I suoi problemi erano tendenzialmente diversi da quelli di un comunissimo adolescente, specie se si riferivano ad una madre il cui temperamento... beh, era ben noto a tutti.

    Vorrei entrare nei Custodi delle Sette Vie.

    Restò interdetto per qualche istante.
    Non si aspettava quella risposta. Non perché non si sarebbe mai immaginato una sia possibile aspirazione nelle terre non troppo lontane dell'Est, quanto più per il fatto che... considerasse un pensiero simile un problema da confessare alla madre.

    « E perché questo ti spaventa? »

    Le prime parole che abbandonarono le labbra della Volpe furono l'esternazione più naturale della sua sorpresa. Il volto non era né severo né accusatorio, semplicemente vispo e disponibile come suo solito.

    « Secondo me tua madre ne sarebbe molto fiera, invece.
    Temi che si aspettasse da te una carriera nell'esercito, nel Magisterium oppure fra gli Aviatori? »


    Non sarebbe stata una preoccupazione banale: essere il figlio di persone di gran rilievo all'interno del Presidio comportava una serie di responsabilità indirette che Lowarn probabilmente non avrebbe mai desiderato.
    Responsabilità che lo opprimevano, portandolo ad una preoccupazione eccessiva, capace di sfociare addirittura nella paura. Non avrebbe potuto certo fargliene una colpa.

    « Conosci tua madre tanto quanto me, Lowarn. Ha dedicato una vita intera a combattere per la libertà, la sua e quella degli altri.
    Pensi che negherebbe proprio al suo primo figlio la possibilità di scegliere il destino che preferisce? »


    Addolcì il tono della voce, un po' per rassicurarlo e convincerlo delle parole che stava raccontando, un po' perché lui stesso infondo era fiero di poter affrontare una discussione del genere con il proprio figlio.

    « Se c'è una cosa di cui puoi star certo, è che Drusilia ti appoggerà e ti supporterà in qualunque tua scelta. Certo: magari ti verrà a trovare spesso. Dove con spesso intendo... almeno dieci volte al giorno. Si assicurerà che mangi abbastanza, che non ti trascuri, che stai bene. »

    ...praticamente si sarebbe quasi trasferita a Palanthas, pur di controllarlo. Ma sempre a fin di bene.

    « Ma credimi, sono ben altre le cose di cui dovresti aver paura! »

    Come... le persone che girano da quelle parti.
    Non tutte, ma una in particolare.
    Con una brutta fama alle sue spalle.
    ...
    Glie ne avrebbe parlato un altro momento, magari, meglio non aggiungere preoccupazioni alla mente già provata del giovane ragazzo.



    Edited by Silver Shadow - 27/1/2015, 11:10
     
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    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


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    « E perché questo ti spaventa? Secondo me tua madre ne sarebbe molto fiera, invece.
    Temi che si aspettasse da te una carriera nell'esercito, nel Magisterium oppure fra gli Aviatori? »


    Abbassò la testolina, rifuggendo lo sguardo del padre. Non gli aveva mai parlato dei suoi talenti, nè aveva fatto in modo che li intendesse. Si fidava di lui, questo si... ma un pò si vergognava. Parecchi amichetti lo avevano allontanato, spaventati. Però la sua titubanza nasceva proprio da quelli.

    « Conosci tua madre tanto quanto me, Lowarn. Ha dedicato una vita intera a combattere per la libertà, la sua e quella degli altri.
    Pensi che negherebbe proprio al suo primo figlio la possibilità di scegliere il destino che preferisce?
    Se c'è una cosa di cui puoi star certo, è che Drusilia ti appoggerà e ti supporterà in qualunque tua scelta. Certo: magari ti verrà a trovare spesso. Dove con spesso intendo... almeno dieci volte al giorno. Si assicurerà che mangi abbastanza, che non ti trascuri, che stai bene. Ma credimi, sono ben altre le cose di cui dovresti aver paura! »


    Tentennò.
    Confessare o non confessare?
    Dirlo o non dirlo?

    Oh, al diavolo!

    -Posso alscoltare molte cose. Riesco a sentire i cuori delle persone... riesco a farlo da sempre- per quanto potesse essere fin troppo generica come confessione, in realtà parlava letteralmente degli altrui cuori. I battiti di un essere umano, la pressione arteriosa, lo scricchiolio delle ossa e dei denti come anche il ritmo del respiro potevano rivelare molte cose, se ben interpretati -Ero preoccupato per il cuore della mamma.

    Respirò profondamente.

    -Ultimamente c'è qualcosa che la rende triste. Forse si sente sola e... non so se voglio lasciarla così.
     
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    Nonostante le parole di conforto il giovane Lowarn continuava ad essere turbato. Come se non avesse liberato il suo animo, come se la confessione non fosse ancora completa.
    Esattamente come la madre, quando qualcosa lo faceva sentire a disagio distoglieva lo sguardo.

    -Posso ascoltare molte cose. Riesco a sentire i cuori delle persone... riesco a farlo da sempre-

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    Interruppe d'improvviso il silenzio, con una risposta che si allontanava dal tema affrontato in precedenza.

    -Ero preoccupato per il cuore della mamma.

    In quel momento, probabilmente, avrebbe avvertito il cambiamento nello stato d'animo della Volpe.

    -Ultimamente c'è qualcosa che la rende triste. Forse si sente sola e... non so se voglio lasciarla così.

    Se era vero quanto gli aveva confessato non sarebbe stato difficile per lui percepire il respiro interrompersi per qualche istante, prima di riprendere il suo corso ad una velocità inferiore.
    Quando si parlava di Drusilia anche il Magister diventava facilmente suscettibile.

    « Purtroppo tua madre ricopre un ruolo molto importante. E' a capo degli Aviatori, deve guidare l'esercito, mantenere il Presidio in equilibrio... sono incarichi che la tengono costantemente sotto pressione. »

    Non era un argomento facile da affrontare, sia per la giovane età del violinista, sia per il diretto coinvolgimento emotivo di entrambi.

    « Ci sono periodi in cui le forze vengono meno, in cui ci si sente più vulnerabili.
    Capisco le tue preoccupazioni verso Drusilia, credimi: le condivido. »


    Si sollevò dalla sedia per avvicinarsi alla finestra del suo studio, rivolgendo il proprio sguardo in direzione del Mastio, dove la sua compagna si sarebbe dovuta trovare in quell'istante.

    « Ma lei non è né sarà mai sola. E' circondata da persone che la amano, che la considerano una Madre ancor prima che l'Autocrate. »

    Era il motivo per cui il popolo l'aveva seguita fin da subito: non la temevano, la rispettavano.
    E l'amavano, sapendo di poter fare sempre affidamento sul calore delle sue ali.

    « E poi ci siamo io, Ryusang, tu... o pensi davvero che trasferendoti a Palanthas ti sarà difficile starle vicino, o venirla a trovare?
    Come ti dicevo prima... »


    Si girò verso Lowarn sorridente, un po' per sollevarle il morale, un po' perché divertito dall'affermazione che sarebbe seguita.

    « ...starà costantemente appostata dietro le librerie della biblioteca a spiarti senza che tu nemmeno te ne accorga. Il pranzo e la cena? Pensi che te li prepareranno nelle mense, i disegnini nel piatto con il cibo?
    Lei ti starà sempre vicina, Lowarn, e tu avrai modo di essere sempre vicino a lei. »


    D'altronde la magia collegava Laputa con Palanthas, spostarsi non sarebbe stato nemmeno un problema.

    « Non devi preoccuparti per lei. Drusilia non sarà mai sola.
    E se mai dovesse essercene bisogno, puoi star certo che sarò io a tenerti informato sul suo stato d'animo. »


    Si avvicinò infine al figlio, poggiando lui una mano sulla spalla, per rasserenarlo. Non era suo interesse mentirgli, ed era certo che sarebbe stato in grado di dedurlo da se ascoltando il respiro tranquillo del Magister che stava a lui vicino.

     
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    "Ci vuole saggezza per comprendere la saggezza.
    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


    Walter Lippermann.

    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Gonfiò le guanciotte un pò seccato quando il Magister prese a parlargli come un'adulto che parla ad un bambino. Anche se -in effetti- era proprio così. Sta di fatto però che dire di essere stanchi o circondati da persone fedeli non implicava l'assenza di solitudine. Era qualcosa di più impalpabile ed intimo, percepibile solo dagli animi più sensibili: per quel che gli riguardava, si poteva benissimo esser soli anche in mezzo ad una folla di amici.
    Lo sapeva perchè, qualcosa dentro di lui, glielo suggeriva a gran voce.
    Come se avesse direttamente provato quella sensazione.
    Si era sempre sentito solo, da ancor prima di nascere.

    « E poi ci siamo io, Ryusang, tu... o pensi davvero che trasferendoti a Palanthas ti sarà difficile starle vicino, o venirla a trovare?
    Come ti dicevo prima... starà costantemente appostata dietro le librerie della biblioteca a spiarti senza che tu nemmeno te ne accorga. Il pranzo e la cena? Pensi che te li prepareranno nelle mense, i disegnini nel piatto con il cibo?
    Lei ti starà sempre vicina, Lowarn, e tu avrai modo di essere sempre vicino a lei. »


    A quelle parole, rimase qualche minuto a contemplare il vuoto.
    No, la presenza non era abbastanza e, effettivamente, stare a Laputa o a Palanthas poco cambiava se non farlo sentire leggermente più tranquillo. Era comunque un bambino... ed era abbastanza abituato al fatto che gli adulti -in genere- non davano mai corda alle sue parole. Meglio puntare su una richiesta semplice.

    -Non basta- si limitò a dire, sospirando -Se vado via mi prometti che parli con mamma? Lei ascolta solo te.
     
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    Per quanto cercasse di essere comprensivo nei suoi confronti, il Demone aveva la sensazione di non riuscire ad afferrare appieno le preoccupazioni del piccolo Lowarn. Il modo in cui accoglieva le sue risposte, l'aria a tratti assente, a contemplare il vuoto che li circondava...
    Era come se le parole dell'Elessedil non riuscissero ad incontrare appieno i timori del musicista.

    -Non basta. Se vado via mi prometti che parli con mamma? Lei ascolta solo te.

    Forse si trattava semplicemente di cocciutaggine; non se ne sarebbe sorpreso, in fin dei conti. Il sangue dopotutto l'aveva ereditato dalla madre.
    Ma era realmente necessaria una promessa? Sospettava che non l'avrebbe fatto, altrimenti?

    « Te lo prometto. »

    Rispose il Magister, dopo un breve istante di silenzio. Le iridi dorate si soffermarono a lungo sui grandi occhi verdi del primogenito Galanodel; voleva esser certo che comprendesse la serietà delle sue parole.
    I modi di fare del Demone erano spesso scherzosi e giocosi, era vero, ma non si sarebbe mai permesso di prendere sottogamba suo figlio quando si parlava di argomenti che riteneva importanti.
    Figuriamoci poi se si trattava di Drusilia.

    « Anzi... »

    Stavolta fu la Volpe a contemplare d'improvviso il vuoto.
    Fissava con fare insolitamente interessato uno degli armadi che arredavano la stanza, come se si aspettasse che qualcuno di lì a breve sarebbe uscito spalancando le ante.
    La attenzioni ritornarono subito dopo verso il giovane musicista.

    « Che ne dici se andiamo a trovarla ora?
    Immagino che vorrai darle la notizia, e... beh, magari vorrai farle vedere quello. »


    Sorrise, furbetto come da sua abitudine; era ritornato a contemplare l'armadio che si trovava pochi metri più in la.
    Era certo che qualche occhiataccia se la sarebbe beccata, in quel momento. D'altronde... Drusilia era diventata per caso un'amante dell'arredamento? Si trattava di mobilia d'epoca? Una qualche anta storica dal materiale incredibilmente pregiato?
    Ok, forse poteva comprendere come mai Lowarn a volte non prendesse troppo sul serio le sue parole.

    « Prova un po' ad aprirlo. »

    Svelò infine, trasformando rapidamente il suo sorriso in una smorfia birbante.
    Era curioso di vedere che faccia avrebbe fatto quando l'avrebbe visto..!

    Strumenti del Musico
    ♪ Ombra »
    Ricevuto in dono dal Magister Saddler in occasione della sua partenza verso Palanthas, altro non è che un violino, strumento musicale della famiglia degli archi dotato tradizionalmente di quattro corde intonate ad intervalli di quinta. E' di fatto lo strumento più piccolo e dalla tessitura più acuta tra i membri della famiglia. Ciò che lo rende diverso dagli altri esemplari è il colore -nero come l'ombra di cui porta il nome- ed il potere magico in esso infuso. Solitamente è il tramite più usato dal Principe per liberare i propri poteri fondati sul suono e la musica. Ciò non toglie che possa adoperare qualunque altro strumento.
    • Caratteristiche passive: Indistruttibilità»
      Costruito infondendo al suo interno la magia delle Ombre ed i materiali della Forgia, il violino risulta estremamente resistente agli urti, i tagli e qualsiasi altra cosa, esattamente come un'arma o uno scudo.

    • Azioni: Rigenerazione»
      Qualora si rompesse, l'artefatto magico sarà in grado -in caso di necessità- di sciogliersi sottoforma di ombra per poi ricomporsi completamente integro. La rigenerazione dell'arma consuma l'energia vitale del proprietario, e sarà considerata al pari di una tecnica a consumo Basso.

      [Immagne allegata]



    ♪ Archetto »
    In apparenza è un semplice archetto per violino. E' tuttavia abbastanza resistente ed affilato come una lama.
    • Caratteristiche passive: Arma Nascosta»
      Costruito infondendo la magia delle Ombre e materiali della Forgia, l'archetto presenta le caratteristiche di una lama senza tuttavia trascurare il suo scopo originario: la sua corda, estremamente sottile e tesa, è abbastanza affilata da sgozzare un uomo adulto con il minimo sforzo.

    • Azioni: Rigenerazione»
      Qualora si rompesse, l'artefatto magico sarà in grado -in caso di necessità- di sciogliersi sottoforma di ombra per poi ricomporsi completamente integro. La rigenerazione dell'arma consuma l'energia vitale del proprietario, e sarà considerata al pari di una tecnica a consumo Basso.

      [Immagne allegata]

     
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    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


    Walter Lippermann.

    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    « Te lo prometto. »

    Questa fu la risposta del padre e, anche se di fatto non aveva ricevuto alcuna certezza su quanto la promessa potesse essere realmente fattibile in ogni situazione, Lowarn finì comunque per tranquillizzarsi. Lui poteva ascoltare cose che gli altri nemmeno immaginavano... e la musicalità della voce di Yoko parlava chiaro in quel momento.

    « Anzi... Che ne dici se andiamo a trovarla ora?
    Immagino che vorrai darle la notizia, e... beh, magari vorrai farle vedere quello. »


    Momento di silenzio.
    Lowarn si voltò... e vide l'armadio.
    Poi tornò a fissare Yoko.
    Poi di nuovo l'armadio.
    Altro silenzio.

    -Papà... vuoi rubare i mobili al Magisterium?

    Ah, l'innocenza dei bambini! Fortunatamente il Magister ebbe modo di risparmiargli ulteriori figuracce, riprendendo in mano la situazione e suggerendogli la risposta.

    « Prova un po' ad aprirlo. »

    Con aria titubante, il piccolo si avvicinò al mobile come se fosse una bomba pronta ad esplodere. Allungò lentamente la mano, posandola delicatamente sul pomello, mentre tratteneva il respiro. L'anta fu però aperta di scatto, al punto che i lunghi capelli scuri del bimbo finirono per levarsi allo spostamento d'aria così repentino. Un solo istante per abituarsi all'oscurità degli interni... e a comprendere che l'ombra lì presente era molto più reale di quanto potesse immaginare.
    Un violino.
    Un violino bellissimo.

    E rimase così, occhi sgranati e a bocca aperta.
    Senza dire una parola.
    Incantato.
     
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    -Papà... vuoi rubare i mobili al Magisterium?

    Per un istante si ritrovò colto alla sprovvista.
    Certo, i mobili del Magisterium erano di pregiata fattura e dall'indubbia comodità, essendo impregnati di magia tanto quanto l'Accademia che li ospitava.
    Ma no, non era quello ciò che avrebbe voluto far vedere alla madre; suggerì quindi al giovane Lowarn di aprire il mobile che gli era stato indicato.

    E lui... rimase imbambolato.
    A fissarlo con gli occhi aperti e la bocca spalancata, come se avesse visto la cosa più bella dell'universo. Il che non era chiaramente possibile, visto che l'intelligenza del Magister in quel momento naufragava per altri lidi.
    Ma doveva ammettere che quel violino rendeva onore al suo buon gusto.

    « Allora? »

    Domandò la Volpe, cercando di strappare qualche commento al violinista.

    « La mamma mi ha detto che ti avrebbe fatto molto piacere. »

    Proseguì, dividendo ovviamente i meriti con la sua compagna.

    « Mi ha detto che ti sarebbe piaciuto cantare e suonare delle mie gesta, per cui... »

    Erano state le parole precise che aveva detto Drusilia, suggeriva il suo sguardo modesto ed innocente.

    « Che dici, andiamo a mostrare il violino a tua madre? »

    Così avrebbe atteso una risposta, pronto a guidare il giovane Galanodel verso gli uffici dell'Albero Casa.

     
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    "Ci vuole saggezza per comprendere la saggezza.
    La musica non è nulla se il pubblico è sordo".


    Walter Lippermann.

    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    In quegli attimi di stasi, in un tempo tutto personale dilatato fino agli estremi, il bambino rimase in muta contemplazione dell'oggetto dei suoi desideri. Era nero, lucido, elegante: la sola vista ispirava il cuore a battere più forte. Il tatto, invece, lo gettava direttamente in un abisso di virtuosismi e musiche mai suonate, tutte ancora nella sua testa. Mai come in quel momento, Lowarn ebbe l'irrefrenabile desiderio di tornare a casa, afferrare della pergamena e... scrivere.
    Scrivere musica.

    « Allora? »

    Con un sobbalzo, il piccolo sollevò lo sguardo. Negli occhi verdi era ben visibile la confusione di chi, nel bene o nel male, era appena caduto dalle nuvole, perso nei suoi voli pindarici.

    « La mamma mi ha detto che ti avrebbe fatto molto piacere. Mi ha detto che ti sarebbe piaciuto cantare e suonare delle mie gesta, per cui... »

    Un sopracciglio si levò lievemente, perplesso. Le sue gesta? Era sicuro che la mamma avesse detto una cosa del genere? Scacciò quel dubbio con una scrollata di spalle. Infondo... cosa importava? Aveva un violino! Uno tutto suo! Era bellissimo!

    « Che dici, andiamo a mostrare il violino a tua madre? »

    Preso dall'euforia, il piccoletto non si accorse nemmeno di averlo abbracciato. O meglio, se ne accorse, ma aveva sentito quel desiderio così spontaneo e si era lasciato trascinare dalle emozioni. Un pò come accade con i sogni lucidi.

    -Ok... questo non dirlo a Ryusang quando si sveglia, però.

    Avrebbe detto, abbassando il capo ed arrossendo mentre scappava via per i corridoi, diretto verso casa. Agitato com'era, riusciva già ad immaginare il fratello tutto intento a dargli della "femminuccia", di nascosto, in qualche momento d'assenza della madre. Il tutto -ovviamente- condito con qualche mossa da wrestling in cui, solitamente, era lui a subire. Stupidi guerrieri.

    Prima o poi, però, si sarebbe vendicato.
     
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