Tempo per Decantare

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    NESRÌN ▪ SCHEDA

    Sentire Violet scivolare di nuovo nella sua mente è per Nesrìn una sensazione al contempo nuova e familiare. Ha già sentito il tocco della neuromante nella sua mente, la focosa, ormai lo riconosce e lo accetta, eppure c’è ancora una parte di lei che lo rifiuta, che rifugge dalle sue carezze rassicuranti. Il drago non si è ancora abituato alla presenza della telepate in quello che fino a poco tempo prima era sempre stato il suo territorio, il suo dominio, la sua casa.

    Sente la bestia che si agita, la sente ruggire offesa, oltraggiata da quell’intrusione che non riesce in alcun modo a contrastare, se non con uno sussulto improvviso, come se fosse stata appena inondata da una secchiata d’acqua gelata. Il viso ferino che si contorce in una smorfia sofferente, la metadrago si sforza in tutti i modi possibili di soffocare le proteste del drago, e con lui anche le insicurezze che le attagliano lo stomaco e le tolgono il respiro.

    Nesrìn è convinta della sua decisione. S’è c’è qualcuno in grado d’aiutarla, di farle ritrovare la sua umanità, quella è proprio Violet... eppure, sente di non essere pronta. Oppure quel peso che le grava sul petto è solo paura? Paura di sfidare il drago, di affrontarlo faccia a faccia... no, la sua parte umana non è pronta... e forse non lo sarebbe mai stata, ma la rossa ormai ha raggiunto il limite, ha toccato il fondo... ed è stanca di continuare a fuggire da sé stessa, di chiudere gli occhi e far finta che non ci sia nulla di sbagliato -di spezzato, di distorto, di ferito- in lei.

    Adesso o mai più.

    E mentre si ripete questo mantra come una ninna-nanna, la focosa prende un profondo respiro, si rilassa e lascia che Violet scivoli senza incontrare altri ostacoli nella sua mente. La tensione che l'abbandona e le palpebre che calano leggere sui suoi occhi di fuoco, la metadrago s’arrende al tocco della neuromante.

    ***

    Un inferno. Cieli cremisi e terra bruciata. Nubi di cenere e vulcani in eruzione all'orizzonte. Montagne spezzate, frastagliate... montagne che si muovono e che sembrano assomigliare tanto al dorso di un drago dormiente. Puzza di zolfo e il rombo di un tuono -o forse era un ruggito?- che squarcia il silenzio assordante di quell’atmosfera onirica. La terra trema, sussulta, sotto i piedi di Violet... come se fosse viva, come se respirasse, e se la telepate avesse teso l’orecchio per ascoltare con più attenzione, avrebbe perfino udito come un battito, un fremito nell’aria e un tremore nel sottosuolo, inquietante ed impercettibile, come di una creatura vivente e dalle dimensioni colossali... che striscia e si contorce e...

    Tu! Non muovere un muscolo, non fiatare, e soprattutto... scordati di usare i tuoi poteri! Se il drago si sveglia sono guai! Devi mantenere un... com’è che si dice? Ah, sì! Un basso profilo! Un bassissimo profilo!

    Intesi?


    Una voce squillante e... umana, che stronca sul nascere ogni eventuale libera iniziativa della neuromante.

    Davanti allo sguardo attonito della telepate fa la sua comparsa un volto familiare. Una donna alta, dalla carnagione scura e dalla fluente chioma castana. I vispi occhi nocciola comunicano apprensione e impotenza. Assomiglia in maniera disarmante a Nesrìn, fatta eccezione per il colore degli occhi e dei capelli... e dell’accento serpentino. Appare in tutto e per tutto umana, anzi, sembra proprio la versione umana di Nesrìn: libera dal sangue di drago.

    Le tende la mano, la sconosciuta, sorridendo cordiale come a volersi scusare della scenata di poco prima.

    A proposito, io sono... Nessie, la coscienza di Nesrìn. Piacere di conoscerti, Violet.

    codice role © Hellsing~ NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by Red Jenny - 14/11/2015, 21:44
     
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    Una supernova galattica caldissima e traboccante dolcezza, il cuore pulsante del multiverso.

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    Take it easy_


    «Tu! Non muovere un muscolo, non fiatare, e soprattutto... scordati di usare i tuoi poteri! Se il drago si sveglia sono guai! Devi mantenere un... com’è che si dice? Ah, sì! Un basso profilo! Un bassissimo profilo!
    Intesi?»


    «...?»


    Mi mette in allarme, questa voce che all'improvviso turba il mio ammirare questo panorama di desolazione e devastazione. Pochi sopporterebbero una tale vista: la gente normale è angosciata già dal loro piccolo, insulso, ridicolo mondo, fatto di gabbie dorate di cemento, una giungla d'asfalto in cui il pericolo più grande è perdere l'autobus e arrivare in ritardo al lavoro, dove un patetico ometto miserabile e ributtante fustiga i suoi schiavi secondo dettami religiosi dell'odierna dottrina economica.
    Pochi, ed io sono una tra quei pochi. E ancora meno lo troverebbero gradevole: di nuovo, sono una di quelli.
    Come può un panorama di fuoco e morte, di nero e rosso, di cenere e fuoco, di zolfo e tuono, di linee spezzate e sussulti della terra, risultare gradevole? Può, e può fare anche di più: può perfino avere un effetto rilassante.
    Come? Come, come, come?!
    Semplice. Perché incarna la natura selvaggia. Perché incarna l'assenza dell'uomo, della società, delle sue patetiche ansie antropocentriche e geocentriche. Perché mostra come sarebbe il mondo senza sovrastrutture, mettendo a nudo i veri bisogni dell'uomo senza tutto il lavaggio del cervello del marketing e dei suoi bisogni indotti.
    Può. E lo fa.
    E mi fa sorridere, rilassata e potente e libera. A mio agio.

    E poi c'è questa ragazza, che sembra dannatamente Nesrìn, tranne per qualche piccolo dettaglio..
    .

    «A proposito, io sono... Nessie, la coscienza di Nesrìn. Piacere di conoscerti, Violet.»

    «Piacere mio, Nessie.»


    Mi tende la mano, sorridendomi cordiale dopo avermi colta di sorpresa. Le sorrido anch'io di rimando, rassicurante e tranquilla a mia volta, cercando di trasmetterle tutto il benessere che sto provando.

    «Mostrami tutto ciò che desideri, sono qui per ascoltare: sono a tua completa disposizione.»


    Sorrido, di nuovo, affabile e sicura di me. Questo è il mio regno, sono a mio agio: la sua mente è più casa mia di quanto sia casa sua, e sono qui per rettificare questa situazione. È la sua mente, deve essere casa sua, dannazione! Mi fa venire il nervoso, quando la gente schiavizza l'altra gente nella propria stessa mente: è un abominio, l'aberrazione più immorale ed empia che sia mai concepibile. Ed io sono qui per purificare e redimere tutto ciò: io sono in missione. Restituire Nesrìn a Nesrìn.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura).
    ¬ Chakram seghettato.
    ¬ Pugnale.
    ¬ Glock 19.
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone).
    ¬ Fangs & Claws.
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Si prepara per l'esplorazione XD.

    Note_

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    Ramona_super-1-_zps41489fec



     
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    NESRÌNSCHEDA

    Vagabondarono a lungo in quel deserto di roccia vermiglia, perse nella desolazione di quel paesaggio infernale per quella che a Violet parve un’eternità; un silenzio assordante impregnava quell’atmosfera onirica, spezzato solo dal ruggito del drago in lontananza... come un costante e cacofonico brusio di sottofondo. Ad ogni loro passo si alzava dal terreno una polvere rossastra, che veniva sospinta verso il cielo cremisi da un alito di vento capriccioso, mentre tutt’intorno a loro il panorama assumeva delle sfumature sempre più caotiche e sfocate all'orizzonte.

    La sensazione era quella di camminare sul fondo di un mare inesistente, che distorceva le immagini facendole apparire ancor più surreali e grottesche di quanto già erano; Violet avrebbe avuto come l’impressione di muoversi sott’acqua, ma senza l’acqua ad intralciare i suoi movimenti... una sensazione strana, resa ancora più bizzarra dall’ambiente in cui si trovava: un regno di fuoco e fiamme, di fumo e di zolfo.


    E poi quelle pulsazioni... quel tremore che scuoteva il suolo sotto i loro piedi, come un cuore che batteva nelle viscere della terra. Il cuore di una creatura colossale. Una creatura dormiente, della quale Violet poteva udirne il respiro nella brezza che le scompigliava i capelli e sferzava le nubi di cenere che ammantavano le creste del drago.

    Un Sole giallastro brillava nel cielo, ammiccando maligno come un occhio folle che guarda, guarda in continuazione e cerca di trasmettere un messaggio misterioso... ma senza ricordare quale, se non che una volta ce n’era uno.

    Interruppero il loro cammino ai piedi di un’altura, che pareva essere comparsa dal nulla nel bel mezzo del deserto, e solo allora Nessie riacquistò l’uso della parola. Si voltò ad incrociare lo sguardo della telepate, un sorriso gentile ad incresparle le labbra e lo sguardo nocciola velato di tristezza, come preda di cupi e oscuri pensieri.

    Siamo arrivate. Questo è... l’Albero della Memoria.

    Annuì un paio di volte, eppure c’era una nota d’incertezza nella sua voce, come se avesse pensato solo in quel momento a dare un nome a quella... struttura contorta e ramificata, che in effetti assomigliava davvero ad un albero, che s’innalzava maestoso di fronte a loro. Un albero spoglio e nodoso, in parte carbonizzato. Un albero immenso, i cui rami sembravano lunghe mani nere ed ossute che si protendevano verso un cielo insanguinato.

    Nessie non aggiunse altro, fece solo cenno alla neuromante di seguirla all’interno dell’albero, attraverso una fenditura creata dall’intreccio delle radici della pianta. Pochi passi e si trovarono dentro il tronco cavo dell’albero.

    Un arcobaleno di voci, immagini e suoni esplose davanti allo sguardo attonito della telepate, iniziando a vorticare su sé stesso in un tripudio di luce e di... fiamme? In quell’istante la Coscienza protese la destra di fronte a sé, e tutto quel caleidoscopio di ricordi frenò di colpo la sua corsa, restando a fluttuare nell’etere sulla parete di corteccia.

    Solo allora la neuromante si sarebbe accorta di un dettaglio insolito: molte di quelle memorie erano sbiadite e i bordi sembravano... bruciati, come se una forza -un fuoco- misterioso li stesse lentamente consumando.

    Vedi quei ricordi? Sai perché stanno bruciando?

    Una pausa, gli occhi nocciola che s’incatenano agli occhi zaffiro di Violet.

    Perché sto morendo.

    Una rivelazione che suonò come una condanna.


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    Edited by Red Jenny - 3/5/2016, 16:48
     
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