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Dimitriy faceva un lavoro pericoloso, delicato, dove serviva una concentrazione costante e una mente lucida per evitare sbagli, distrazioni e altri pericoli. Ultimamente però tutti i suoi compiti riguardavano faccende abbastanza normali, aventi a che fare con scartoffie di vario genere, documenti legati alla gilda e alla sua rete di Voci, riunioni e esami sulle nuova reclute... purtroppo l’azione era diminuita e il ragazzo non vedeva l’ora di riprendere a fare ciò che gli riusciva meglio. Essendo ordini impartiti dall’alto, però, non si lamentava troppo e faceva il possibile per eseguire ogni cosa al meglio.
Ogni tanto però la solita routine cambiava strada, rendendo la giornata del biondo un pochino più movimentata... sentire i rapporti dei suoi sottoposti era una cosa che lo interessava molto, visto che c’era sempre qualcosa di imprevisto e non studiato prima. In quel momento sedeva nel suo ufficio ed era intento a sistemare alcune pratiche, nell’attesa che Violet ritornasse in seguito alla missione che le aveva assegnato... sperando che qualcosa non se l’avesse pappata. Era ottimista però, aveva visto giusto prima di reclutarla e aveva fiducia in lei.
La ragazza ci mise un po’ ad arrivare, ma alla fine eccola aprire la porta dell’ufficio per poi atterrare sulla prima sedia disponibile... che peraltro era pure comoda, visto che si trattava di una poltroncina imbottita e rivestita di pelle liscissima. Dimitriy la guardò per un attimo e non solo lui, nella stanza infatti c’era anche un’altra figura: si trattava di un bimbo per la precisione, capelli blu e occhietti vispi del medesimo colore che fissavano la ragazza dal basso verso l’alto. Allungò un piccolo dito per toccare la guancia della psiomante, sembrava davvero incuriosito.
Rin, vai a prendere un bicchiere dell’acqua per la signorina.
Il bimbo sembrava un po’ restio, ma dopo poco corse fuori alla ricerca di un bicchiere d’acqua. Il biondo intanto scostò una pila di fogli così da avere una visuale libera, per poi concentrarsi sulla figura stremata della ragazza.
Allora, aggiornami pure.
Restò infine in attesa di una risposta, curioso di sentire quali notizie avesse la recluta. Lui intanto pareva rilassato, il tono era sempre freddo, ma al momento non vi erano fastidi... voleva solo conoscere cosa il suo sottoposto avesse da dire.. -
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In effetti era una cosa che faceva strano a molti, la presenza di quel bambino. Dimitriy era un tipo che teneva sempre una certa distanza da tutti, eppure permetteva molte cose a Rin, tipo il semplice fatto di girargli attorno. Il bimbo dal canto suo non perdeva nessuna occasione per stare vicino a quello che considerava come un maestro, anche se in effetti non era una persona molto espansiva. Ma lo stare insieme faceva parte ad entrambi, uno imparava ad avere a che fare con le persone, mentre l’altro capiva quando era il momento di stare al suo posto e rispettare la gerarchia.
Tornando a noi, Violet sembrava abbastanza scossa dalla missione, pareva quasi che in quel momento fosse lei quella asociale e non il contrario. Il motivo di un tale shock venne spiegato subito dopo, anzi, vi erano due notizie ma solo una era la più sconcertante... e non era il fatto che Zygoin fosse vivo, quello se l’aspettava conoscendolo. La cosa più inquietante era il fatto che conservasse dei cloni di Dimitriy nudi in cantina. Lei sembrava davvero spaventata da ciò, inorridita più che altro e il biondo non si aspettava quella reazione... insomma, pensava che avesse visto qualche altro pene in vita sua.
Facciamo un po’ d’ordine.
Il sicario non fece una piega e mantenne la sua espressione seria, nonostante la piega tragicomica che la situazione stava prendendo.
Lui è vivo e questo non mi sorprende.
Come già detto non era una novità.
E se devo essere sincero non mi sorprende neanche il fatto che abbia dei miei cloni, potrebbe averne anche di ogni Eversore, ma non è questo il punto.
Quando reclutò il biomante, Dimitriy gli diede carta bianca riguardo i suoi esperimenti... a preoccuparlo però erano le sue intenzioni.
Hai capito le sue intenzioni? Hai notato qualche dettaglio che può rendere il suo lavoro pericoloso o nocivo per l’Eversione?
Domandò infine il ragazzo proprio mentre la porta si riapriva, facendo entrare dentro Rin che reggeva un bicchiere tra le due mani, mentre tutto concentrato si avvicinava alla ragazza... il bicchiere era colmo e ci volevano dei movimenti misurati per evitare di farla cadere.
L’acqua per la signorina!
Infine le porse il bicchiere, sorridendo.. -
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Dimitriy non era bravo a leggere le emozioni delle persone, ma in questo caso era palese lo sconcerto della fanciulla davanti a una reazione tanto tranquilla e quasi indifferente. Tuttavia ci voleva ben altro per far preoccupare un iceberg come lui, per quanto la presenza di cloni potesse essere preoccupante e pericolosa, riusciva comunque a mantenere la calma perché sapeva bene che agitarsi era solo uno spreco di energie, oltre al fatto che diventava difficile pensare razionalmente.
Non fraintendere, non ti ho mandato li perché avevo la certezza che fosse vivo, non volevo di certo farti ammazzare. Avevo comunque dei sospetti e grazie a te ora sappiamo qualcosa in più. Anzi, molte cose in più.
In effetti non si aspettava proprio che Zyg nascondesse un esercito di cloni in cantina, però in un certo senso lui gli aveva dato il via libera e doveva aspettarsi qualcosa di inquietante, oltre che di pericoloso... ma le sue capacità erano troppo preziose per perderle o peggio, metterle al servizio di qualcun altro. La morale del tritone era abbastanza discutibile, ma finché si legava all’Eversione allora si poteva pure chiudere un occhio. Anche due.
Capisco le tue preoccupazioni, ma un conto è avere qualcosa... un altro è usarla.
Era un ragionamento semplice e anche abbastanza fragile, era anche difficile capire chi avesse il coltello dalla parte del manico in quel momento. Bisognava capire le intenzioni del biomante prima di pensare ad altro, poi nel caso avrebbero preso dei provvedimenti. Comunque l’arrivo di Rin interruppe i discorsi e il bimbo rimase incantato dal bicchiere fluttuante e osservò tutta la scena con la boccuccia socchiusa in una piccola “o” di sorpresa. Aveva voglia quasi di chiedere il bis, ma Dimitriy gli fece segno di stare buono visto il momento delicato.
Va bene, fammi vedere.
Accettò la proposta della psiomante senza pensarci troppo, così sarebbero venuti a capo della faccenda molto più in fretta che con le parole. Si tolse quindi il guanto bianco, lasciando la mano NUDA, andando poi a stringere quella della ragazza. Il piccolo demone rimase ad osservare, non ci stava capendo un tubo però le cose della mente lo incuriosivano parecchio.. -
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Dimitriy chiuse gli occhi e si concentrò, preparandosi così a ricevere il video mentale di Violet. Non aveva mai fatto un qualcosa del genere, non aveva difese contro cose simili e in quel momento la ragazza poteva fare un po’ quel che voleva con il suo cervello... ma lui aveva fiducia. Riponeva parecchia fiducia nelle persone che reclutava e si fidava del lavoro di ognuno di loro, quindi per come la vedeva lui non aveva nulla da temere. Certo, non era perfetto e anche lui poteva sbagliare, ma dopo tanto tempo aveva imparato a riconoscere le persone di cui fidarsi e Violet era una di quelle.
In ogni caso si lasciò andare, pronto a cogliere ogni sfumatura che magari la psiomante non aveva notato o qualsiasi cosa che al suo occhio si rivelasse diverso. Le sue parole erano vere, capì molto da quelle immagini e colse anche dell’altro... in quella “registrazione” non vi erano solo immagini, ma anche sensazioni e tutta quella serie di emozioni che solo un essere umano poteva provare: era ciò che faceva sentire una persona viva. Il biondo ne rimase davvero colpito e una volta finito il contatto, si ritrovò ad abbassare lo sguardo con fare pensieroso... aveva percepito sensazioni dimenticate da tempo.
Il suo lavoro... è troppo sospetto.
Sollevò gli occhi di ghiaccio, incontrando quelli cangianti di lei.
Controlleremo le sue mosse per un po’, inoltre dovrà rispondere di tutti gli esperimenti... libertà si, ma fino a un certo punto.
L’assassino si fidava anche di Zygoin, però nei suoi confronti tendeva ad essere più distaccato e obiettivo: era un tipo intelligente, il biomante, furbo approfittatore che andava monitorato per evitare brutte sorprese. Ad ogni modo Dimitriy doveva sistemare alcune cose, quindi sospirò mentre incrociava le braccia e posava lo sguardo sui fogli che aveva davanti.
Mi dispiace per non avertene parlato prima, è stato un rischio troppo grande. Non era mia intenzione mandarti li per farti sparire e avrei dovuto metterti in guardia dei pericoli.
In quel momento il biondo disse qualcosa che probabilmente avevano udito in pochi, non era solito lasciarsi andare in quel modo.
Se posso fare qualcosa per farmi perdonare, non esitare a chiedermelo.
Concluse infine, sollevando nuovamente il capo e di conseguenza gli occhi. Lui era una Bloodletter, uno dei gradi più alti degli Eversori, ma ciò non significava che doveva disinteressarsi dei problemi dei suoi sottoposti, anzi. Loro non erano un semplice gruppo di mercenari, erano simili a una famiglia per certi versi, aiutarsi quindi era il minimo che potessero fare.. -
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Lentamente Dimitriy stava cambiando e ciò non lo spaventava minimamente, anzi, lo rendeva estremamente orgoglioso di aver preso quella decisione ormai tre anni prima. Aveva scelto di cambiare completamente vita, voleva sfruttare ogni minuto di libertà per ritrovare le emozioni perdute e imparare nuovamente a essere umano. La vicinanza di Violet gli faceva bene, la sua empatia lo spingeva ad abbandonare l’armatura di ghiaccio che all’esterno lo difendeva, per lasciarsi scaldare il cuore. Lei aveva la capacità di riempire il vuoto lasciato da alcune emozioni strappate via con la forza... un giorno l’avrebbe ringraziata davvero per le sue straordinarie doti.
Questo è poco ma sicuro.
Rispose lui a suo modo, le avventure infatti non erano ancora terminate e di li a poco ne avrebbero affrontata una molto grande, impegnativa e fondamentale per l’intera Gilda... ma c’era ancora tempo, prima bisognava sistemare alcune cose nel Sud. Era comunque bello sapere di poter contare su qualcuno di leale e sapeva bene quanto fosse importante essere affiatati in un lavoro come quello... ogni giorno era diverso dall’altro e non si poteva mai sapere quali prove avrebbe sottoposto a tutti loro, quindi bisognava tenere sempre gli occhi aperti e collaborare al massimo. E poi il biondo iniziava anche a gradire i contatti con le altre persone, un tempo non ci avrebbe messo molto per scansare la fanciulla.
Mi stai già aiutando molto, ma se proprio vuoi fare qualcosa... beh, vorrei che prendessi ordini solo da me e mi affiancassi nel lavoro. Ovviamente gli ordini dei Gerarchi non si discutono, ma in quanto Bloodletter mi piacerebbe affiancarmi a una personalità come la tua... le tue capacità sono perfette per il genere di missioni che mi trovo ad affrontare.
Erano parole legate al lavoro, tuttavia vi era un significato nascosto che magari una come lei avrebbe anche percepito... stai con me, voglio conoscere ancora un sacco di sentimenti. Ovviamente non l’avrebbe mai detto apertamente, però con quel discorso voleva mostrarle tutta la riconoscenza di cui al momento era capace.. -
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Dimitriy era contento e benché non sorridesse, era palese la sua soddisfazione nell’udire quelle parole di assenso da parte della ragazza. Da quel momento il loro rapporto poteva avere una svolta, non solo in campo lavorativo, ma il biondo era sicuro di poter ottenere qualcosa dal punto di vista umano... era certo di riuscire in qualche modo a riottenere ciò che la sua vita precedente gli aveva strappato. Da lei avrebbe imparato un sacco di cose e ciò non poteva fargli altro che piacere, collaborare avrebbe fatto bene a entrambi e così tanta fiducia avrebbe anche giovato all’intera Gilda.
Perfetto, quindi è deciso.
Annuì lui posando le braccia sul tavolo, rilassandosi a sua volta. Si sentiva stranamente bene, era bastato davvero poco eppure era questo il bello che solo le emozioni sapevano donare... nemmeno quel pensiero captato nell’aria rovinò il momento, era comprensibile il campo a cui era riferito e nascosto li dietro c’era un tacito assenso. Aiutarsi a vicenda faceva parte del patto, anche se probabilmente Dimitriy ci avrebbe messo un bel po’ per fare quel passo, ma sapeva bene quanto in certi momenti fosse importante parlare con qualcuno e prima o poi anche lui avrebbe ceduto... sfogandosi da solo non risolveva mai nulla, ma chissà, magari da quel momento sarebbero cambiate molte cose.
Ad ogni modo per ora è tutto tranquillo, ma mi farò sentire a breve... quindi riposati e preparati al meglio, presto succederà qualcosa di interessante.
Si meritava un premio e avere un paio di giorni liberi le avrebbe fatto davvero bene, per quanto Merovish non avesse tantissime attrazioni. Però il riposo era importante, soprattutto quando si apparteneva a un mondo come quello, quindi era sicuro che avrebbe apprezzato.
Ah! Ci riesco anche io!
In tutto quel tempo c’era qualcuno rimasto in disparte, era Rin che nel frattempo aveva trovato qualcosa da fare... se ne stava seduto per terra, giocava con un bicchiere pieno d’acqua ma non lo manipolava con le mani. Un tentacolo di fiamme azzurrine avvolgeva il bicchiere, ovviamente pieno d’acqua. Però era un bimbo e in quanto tale si distraeva facilmente: bastò poco e il contenuto del bicchiere gli finì dritto sulla testa. Anche il contenitore picchiò sulla sua zucca e di conseguenza iniziò subito a lamentarsi.
Rin, cosa ti ho insegnato riguardo la concentrazione?
Che non bisogna perderla, in nessuna situazione...
Spero tu abbia imparato la lezione.
Non era vero, non ci credeva proprio.
Perché non accompagni la signorina al suo alloggio? Magari potrebbe insegnarti qualcosa sul come far volteggiare gli oggetti.
Dimitriy si voltò verso Violet e in quel momento gli scappò un piccolo sorriso, nascosto subito dopo da un sottile strato di ghiaccio... ma ormai le sue intenzioni erano note. Se dovevano diventare amici era bene conoscersi e per farlo doveva conoscere anche quel bimbo.
Ma certo!
Rin dal canto suo era tutto il contrario del russo, sorrise e lo fece anche in un modo irresistibile.. -
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Violet l’aveva chiamato papà. Per un attimo il biondo si fermò a pensare, mentre una sorta di tristezza si impadroniva del suo cuore. Aveva ventisette anni, sapeva bene che in un mondo normale probabilmente lo sarebbe stato davvero a quell’età, ma la sua vita gli aveva proibito qualcosa del genere. Invece adesso si trovava in una situazione strana... guardò la ragazza, la vide per mano con Rin e in quel momento sembravano quasi una famiglia felice. Mamma, papà e figlioletto. Chissà, magari un giorno sarebbe accaduto davvero... magari con lei? Dimitriy ci pensò per un momento, poi scansò quel pensiero dettato dalla fretta. O forse no? Immaginarsi insieme alla psiomante non era così male.
Divertitevi.
Commentò il russo salutando entrambi con la mano ancora libera dal guanto, osservando le loro schiene per poi sorridere, affondando di più nella poltrona. Una volta da solo rimase a pensare, dondolandosi sulla comoda postazione. Sorrise ancora, si sentiva benissimo in quel preciso istante, sapeva di aver fatto qualcosa di buono e giusto... non l’aveva fatto solo per se stesso, aveva preso quelle decisioni per se, per la Gilda, per Rin. Aveva bisogno di una mamma, lo sapeva bene che una figura femminile era importante per educare quella peste e chi meglio di Violet poteva farlo? Era convinto che lei ci sapesse fare, soprattutto con un bimbo fuori dall’ordinario.
Però c’era anche dell’altro, insieme a lei si trovava davvero bene e l’affiatamento era importantissimo per superare gli ostacoli. Fidarsi di qualcuno... erano davvero pochi quelli in cui aveva davvero fiducia: Zimmer, Ariste, 23... e c’era anche lei. Aveva affrontato numerose avventure al Bloodrunner insieme alla fanciulla, tra loro c’era un certo feeling e sapeva di poter contare sulle sue abilità in qualsiasi momento, soprattutto adesso in una fase così delicata per il Sud. Aveva bisogno di persone alle quali affidare la sua vita, persone a cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà... e ora era sicuro di aver trovato quella perfetta. Solo il futuro poteva dire se la sua scelta era stata giusta o sbagliata..