Come una naufraga

Pensate pure quel che volete. Che una narratrice non dovrebbe sbilanciarsi a commentare le vicende di chi deve seguire. Che lo ho sempre fatto da quando mi è stata assegnata Sarah e che sono io quella che sbaglia e che dovrei imparare a starmene zitta. Ma cosa dovrei fare quando vedo che fa stupidaggini del genere? Almeno prima, anche se si metteva in pericolo e si imbarcava in qualche impresa assurda, seguiva un filo logico. Adesso non so più che pensare!
Vedete lì in alto, quel piccolo puntino? Ecco, lì è Sarah che sta precipitando verso il suolo, avvolta in una sorta di sacca rigonfia, che in teoria dovrebbe proteggerla dalla caduta. Il motivo? Voleva scoprire cosa prova i naufraghi quando finiscono su Endlos cadendo al suolo.
Non posso che concludere che sia andata fuori di senno! Comunque adesso meglio che la smetta di commentare: in teoria dovrei narrare le vicende di questa ragazza da un punto di vista neutrale.

Il suolo si stava facendo sempre più vicino, ma la principessa non pareva preoccuparsi. In fondo era esattamente quel che voleva, no? Era apposta uscita da una breccia dimensionale posta ben in alto, per poter simulare una delle cadute dei naufraghi dimensionali. Anche lei non era originaria di quel mondo, ma ci era arrivata tramite un incantesimo per viaggiare tra le dimensioni. Voleva scoprire come fosse arrivarci come facevano molti altri.
La sacca copriva ogni parte del suo corpo, meno la testa. Mica voleva rinunciare a vedere lo spettacolo, no? Così, trascurando totalmente il pericolo che correva se fosse atterrata nel modo sbagliato, continuava a sorridere, mentre continuava a dirigersi a terra.
Certo che la ragazza stava perdendo un po' di vista i propri obiettivi: si era ripromessa di trovare un modo per tornare normale e se all'inizio aveva rimandato per aiutare le persone nate quando Ise l'aveva trasformato in principessa, se adesso dedicava il proprio tempo a fare pazzie come quella, anziché dedicarsi alle proprie ricerche, evidentemente c'era qualcosa che non andava.
Come se non bastasse, nella zona in cui sarebbe arrivata stava passando un ragazzo. C'era solo da sperare che atterrasse nelle vicinanze e non addosso, facendogli magari male.
L'atterraggio fu comunque abbastanza felice, almeno per Sarah: se la cavò con qualche livido e scoppiò a ridere. Poco dopo sciolse il nodo di quella che pareva essere una strana sacca che l'avvolgeva fin quasi alla testa. La protezione sembrava come una sorta di coperta assai spessa, atta ad attutire gli impatti.
"Pensavo che sarebbe stato divertente, ma non credevo fino a questo punto. Forse dovrei rifarlo, magari senza protezioni."
Disse, senza rendersi conto di non essere sola e di aver appena dato prova della propria follia.

Si accorse solo dopo aver detto la stupidaggine che qualcuno l'aveva sentita, ma non parve preoccuparsi troppo della figura. Anzi, non si preoccupò affatto: a furia di stare in mezzo a gente più stramba di lei, si sentiva libera di fare qualsiasi genere di stupidaggine di esprimere anche i lati più repressi della propria personalità. Tratti che di solito le persone abbandonano crescendo, dovendosi adattare alle regole del vivere nella società.
Dunque si trovò davanti un ragazzo biondo, con addosso un'armatura in cuoio e un'insolita mantellina blu. Non fece però particolarmente attenzione all'abbigliamento: di stranezze, su Endlos, ne aveva viste di ben più grandi. Ciò che invece destò la sua attenzione fu la posizione in cui si era messo: inginocchiato.
All'istante divenne rossa come un peperone: le sembrava quasi di essere tornata ai tempi in cui una fata maledetta la costringeva a comportarsi come una dolce damigella, perché lei potesse sostenere di esserne la fata madrina. L'imbarazzo andò alle stelle.
"No... no... no."
E il modo che le sembrò migliore per uscire da quella situazione spiacevole, fu quello di abbassarsi anche lei, sedendosi sull'erba. Una scenetta forse meno assurda della precedente, ma che confermava che fosse stramba. Fortunatamente si degnò di ripensare a quanto Nael aveva detto e di provare a rispondergli.
" Il mio è Sarah."
Scelse poi di sorvolare le prime due domande. Non le piaceva comportarsi come qualcuno che dipendeva dall'aiuto degli altri, ma era pur vero che i naufraghi di solito accettavano una mano. Forse si sarebbe persa qualcosa se non lo avesse lasciato presentarle il semipiano. Però se avesse fatto così sarebbe stato come dirgli che fosse una povera persona che aveva bisogno che qualcuno la salvasse. E se avesse poi scoperto che non fosse nuova di lì?
Nell'indecisione andò quindi alla terza, ben più interessante, domanda.
" Si, sì. Voglio cadere di nuovo. Ma senza protezioni, questa volta."
Disse, esibendo un enorme sorriso e rimpiazzando l'imbarazzo precedente con un grande entusiasmo. Di questo passo i due ce ne avrebbero messo prima di riuscire a fare un discorso con un minimo di significato.

Cosa fece Sarah quando Nael si inchinò? Semplicemente pure lei si abbassò ulteriormente, quasi fosse diventata una sfida a chi si piegava di più. L'imbarazzo riaffiorò, non appena lui le prese le mani e lei avrebbe ritratto le proprie, se non fosse che il ragazzo lasciò la presa spontaneamente dopo aver parlato.
Tempo qualche secondo per riprendersi dallo stato d'animo e riprese a pensare a quanto le aveva detto. No, decisamente non aveva capito: lei voleva farlo senza protezioni, proprio come una vera naufraga. Tra l'altro la faccia era proprio la parte che rimaneva comunque esposta, da ciò che avrebbe dovuto attutire la caduta.
" No, no, voglio farlo senza. A cosa serve la magia bianca se devi preoccuparti di non farti male?"
Si poteva facilmente capire che uso delle arti curative stesse facendo negli ultimi tempi.
" Per aiutarmi... sapresti indicarmi un posto alto?"
Le brecce dimensionali richiedevano una quantità di energia notevole per essere attivate, forse così poteva comunque avere una caduta simile a quella della maggior parte dei naufraghi, senza però fare così tanta fatica.
Stava per attendere che l'altro facesse strada, quando ripensò ad una frase detta dal paladino. Aveva detto "dea"? All'udire tale parola le veniva sempre in mente un episodio parecchio inquietante, qualcosa che sembrava quasi un monito. Che fosse il caso di chiedergli quale divinità servisse?
Forse non occorreva: di dee ce ne erano sicuramente tante ed era certa che la temuta Liebe, altro non fosse che il prodotto della propria mente, che aveva rappresentato in lei le paure della principessa.
Però forse era meglio non rischiare.
" Prima però mi potresti parlare un po' di questa dea? Com'è? Cosa le piace fare? Che cosa rappresenta?"
Anche se non sapeva, o non le voleva dire il nome, avrebbe potuto farsi un'idea dalla descrizione.

Sarah sorrise quando le parlò dello strapiombo. Un naufrago poteva benissimo cadere su dei cespugli, mica doveva per forza farsi male al massimo. Anzi, in questo modo non solo avrebbe potuto considerarsi al pari degli altri naufraghi per quanto riguardava l'esperienza nelle cadute, ma persino vantarsi di essere stata tra i pochi fortunati che atterravano su qualcosa di quasi morbido.
Fu anche felice di sentire la descrizione della dea, che la rassicurò riguardo al remoto pericolo: non sapeva se Liebe amasse trasformarsi in "gattavolpe", ma di certo la dea del suo sogno non avrebbe certo assunto la forma di qualcuno con gli occhiali. Scherziamo? Una come lei non avrebbe assolutamente indossato qualcosa che adombrasse, anche solo di pochissimo, la sua incredibile bellezza. O almeno era questa l'idea che Sarah si era fatta di lei.
" Ottimo, temevo che la tua dea potesse essere una di quelle malvagie, che ti costringono ad imparare a suonare più di quindici strumenti musicali diversi, a indossare scarpe di cristallo e pretendono che tu stia alla larga dallo sporco, dai pericoli, dalle spade e dalle frittate."
Perché ogni dea malvagia che si rispetti faceva simili cose... nella testa della principessa.
Attese quindi che l'altro riprendesse le armi, per poi tornare al discorso.
" Il posto che hai in mente tu va benissimo. Ti dirò di più: non speravo tanto. Però, permettimi una domanda; ti ho sentito dire "dovremmo". Per caso vuol dire che anche tu vuoi cadere di nuovo?"
Un po' era contenta che anche al ragazzo piacesse quel gioco, ma altrettanto preoccupata. E se si fosse fatto male? Sarebbe stato davvero un peccato e lei non voleva certo questo, tanto meno che succedesse a qualcuno che la stava gentilmente aiutando.
Era davvero curioso constatare come Sarah amasse cacciasse nei guai e contemporaneamente si preoccupasse se gli altri lo facevano. Chissà, forse faceva così perché era completamente pazza o perché tale atteggiamento corrispondeva al modello di "eroe" che le sarebbe piaciuto seguire.

Sarah si mise a seguire il ragazzo, continuando ad ascoltarlo. Ponendo attenzione a quelle frasi riuscì a individuare un dettaglio di una certa importanza. Se quel paladino fosse stato un naufrago, non sarebbe certo caduto per la prima volta.
" Quindi tu sei originario di questo mondo?"
Chiese, per poi ripensare al fatto che volesse buttarsi con lei e preoccuparsene. Era più difficile determinare se fosse più irrazionale l'attitudine della principessa a gettarsi nei guai o che non desiderasse che gli altri lo facessero, quando era proprio lei a dare il cattivo esempio. Non che arrivasse ad impedire fisicamente gli altri di imitarla, ma cercava perlomeno di persuaderli a parole, spesso con scarsi risultati. La sua amica Lisa ne era uno degli esempi più emblematici: nonostante avesse preso a cercare di scoraggiarla in ogni modo a fare simili cose, lei aveva trovato sin troppo bello l'idea di imbarcarsi in delle avventure.
" Ma sei proprio sicuro di voler saltare? Potresti farti davvero male, se cadi nel punto o nella maniera sbagliata poi come la mettiamo?"
Proprio in quel momento credette di aver trovato un argomento molto valido.
" La tua dea ci rimarrebbe veramente male se succedesse qualcosa ad uno dei suoi discepoli. Non ne parliamo se poi tu sei uno dei più valorosi.
Che ti direbbe se le comunicassi le tue intenzioni?"
Disse, sperando che ciò lo spingesse a seguire il buon senso a cui lei stessa si stava rifiutando di dare ascolto.

La situazione si stava facendo complicata: Nael minacciava di gettarsi anche lui solo se lei lo avesse fatto. Come se non bastasse era l'unico cavaliere della dea. Allora sì che ci sarebbe rimasta male se gli fosse successo qualcosa! Magari se la sarebbe pure presa con lei e l'idea di avere una divinità arrabbiata con cui dovrebbe fare la pace non era certo delle più piacevoli.
" Ci devo pensare, allora."
Era riuscita a metterla nel dubbio, ma la propensione di Sarah a fare certe cose era davvero forte, soprattutto quando sapeva che si sarebbe divertita, quindi non si poteva escludere che decidesse di lanciarsi comunque. Per riflettere meglio, decise di informarsi di più su colei che il ragazzo serviva, quindi fece un'altra domanda. Sperando che Nael non si irritasse che chiedesse molto sulla dea.
" Nael, giusto per sapere, la tua dea com'è? Rappresenta un concetto in particolare? Cosa predica? Poi... è simpatica?"
Oltre che a informarsi delle possibili reazioni dell'entità, di fronte a un possibile danno al suo cavaliere, la principessa era anche mossa dalla curiosità. Il ragazzo sembrava proprio parlare con entusiasmo di chi serviva e anche se era un fatto piuttosto normale per un paladino, aveva come la sensazione che ci fosse un che di speciale in quello che vi era tra Nael e lei. Non sapeva bene spiegare cosa glielo suggerisse, anche se magari era dovuto al semplice fatto che lui fosse l'unica persona a combattere in suo nome.

Così Nael prese ad elogiare la propria dea, dicendo che fosse perfetta. Era davvero così? Forse, ma era normale per un paladino pensare bene di chi venerava. Quando però arrivò alla parte in cui sosteneva che gli dicesse spesso che fosse uno scarto umano iniziò a notare qualcosa di strano, quando poi assicurò che comunque gli volesse bene, sentì come una sensazione familiare.
Era come se le ricordasse qualcuno. Ma sì: Elisabeth! Pure l'ancella usava insultarla nei modi più curiosi e spesso si lasciava andare a impulsi violenti. Chissà se la anche costei che il ragazzo seguiva veniva alle mani?
" La tua dea ti picchia?"
Ma proprio allora Nael le chiese se desiderava incontrala. Confessava che non si sarebbe aspettata che fosse possibile e non le sarebbe dispiaciuto vederla di persona, data la curiosità accumulata.
" Vederla sarebbe un'idea carina. Tuttavia sei sicura che le stia bene? Da quel che so ci sono delle divinità che non hanno problemi a mostrarsi, altre invece che preferiscono mantenere una certa distanza dalla gente comune. Insomma, le starebbe bene comparire di fronte a me?"
Certo, conosceva degli dei come Sif e Mikael che si mischiavano tra le persone considerando il fatto completamente normale, a tal punto che averceli vicino sembravano dei tipi assolutamente normali, tuttavia da come aveva parlato il ragazzo, la sua non poteva essere così.
" Se però picchia, avvertimi. Così mi preparo a gestire la cosa."
Era abituata ad avere a che fare con tipe violente e ciò non avrebbe precluso il fatto che fosse curiosa di vederla, ma sapeva quanto fosse spiacevole ricevere un pugno, quando non ce lo si aspettava.

Da quando Sarah era stata libera da Ise, la sua personalità era cambiata di molto, anche se non se ne rendeva conto pienamente. Così, vedendo vedendo alcune cose era capace di avere delle reazioni un tempo assai improbabili.
Una di queste avvenne non appena vide la dea uscire dalla nuvoletta violacea. Dapprima esternò un leggero stupore, poi il volto della graziosa principessa parve illuminarsi e la bocca quasi si spalancò, facendo contemporaneamente un grosso sorriso. Anche se Nael l'aveva rassicurata sul fatto che non avrebbe picchiato nessuno, lei si era prudentemente comunque preparata all'eventualità e anche se il paladino gliel'aveva già descritta precedentemente, l'immagine che si era fatta la ragazza era una divinità dall'aspetto decisamente più imponente e minacciosa. Inutile dire che il dislivello tra fantasia e realtà contribuì a rendere la dea più tenera di quanto in realtà fosse.
" Ma è meravigliosa!"
Esclamò la dama, non notando minimamente il disagio della nuova arrivata. Anzi, probabilmente nella reazione aveva in parte trascurato che cosa fosse l'altra, ponendo maggior attenzione al quanto morbido fosse il suo pelo e quanto carino fosse il suo aspetto, rispetto al suo status divino...
" Ma è una gatta o una volpe?"
...a danno del comportamento adatto di fronte ad una simile entità, arrivando forse a mancarle di rispetto. Tuttavia ben presto Sarah avrebbe fatto ben di peggio rispetto alle azioni precedenti. Infatti non attese neppure la risposta del paladino, per rivolgersi alla gatta-volpe.
" Vieni qua e fatti abbracciare."
Ma non avrebbe certo aspettato che l'altra lo facesse di sua spontanea volontà o che potesse decidere se fosse il caso di accontentarla, mettendosi a correre subito dopo, per poi fermarsi e cercare di abbracciarla.
Difficile dire come l'avrebbe presa la nuova arrivata. Una cosa era certa: Sarah non aveva un atteggiamento solenne o comunque adatto per rivolgersi a qualcuno che si supponeva richiedesse una determinata forma.