[EM] Rapporto

L’Eredità dei Titani ~ Prologo

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  1. _MajinZ_
     
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    Il teletrasporto si attivò, illuminando la sala di una luce azzurrognola. Quando l’illuminazione ritornò normale, Dimitriy si guardò attorno e rimase abbastanza sorpreso nel constatare che non c’era nessuno in zona. Mosse qualche passo sulla Behemoth e finalmente si sentì a casa. Erano passati diversi mesi da quando aveva spostato la sua vita al Bloodrunner, per portarvi anche li l’Eversione e ampliare i domini della Gilda principe del Sud. Non era stato semplice ambientarsi e i mesi che ne seguirono furono molto intensi, tanto da impedire al biondo di ritornare alla base per fare i rapporti di rito... e visto che non si fidava delle lettere, voleva farlo di persona e solo ora aveva trovato il momento più adatto.
    In tutto quel tempo il biondo era cambiato, anche se non molto, però vi erano alcuni dettagli fuori posto... sembrava stanco, o meglio, stressato. Gli occhi innanzitutto erano leggermente arrossati, segno che il sonno ultimamente era molto poco, e delle leggere occhiaie facevano capolino dalla pelle chiara. Anche i capelli, prima sempre curatissimi, risentivano delle difficoltà nella gestione e in alcuni punti risultavano arruffati, di certo non era un buon segno, conoscendolo. Anche per uno come lui doveva essere difficile gestire un compito simile, era l’unico in comando e tutto ricadeva su di lui, ma l’aveva scelto di sua spontanea volontà e non se ne lamentava.
    Prima di fare qualsiasi cosa, il russo si diresse verso la sua cabina per darsi una sistemata... non che ne sentisse davvero il bisogno, ma il viaggio l’aveva stancato e voleva scaricare un po’ di tensione, quindi una doccia gli serviva proprio. Una volta fatto ciò, Dimitriy si diresse senza indugiare oltre verso la Sala Macchine, alla ricerca del suo capo. Se non l’avesse trovato li si sarebbe diretto all’Hangar, ma era abbastanza fiducioso di trovare il rossiccio nel primo luogo. Zimmer era un tipo abbastanza metodico, anche se essendo un Boggart ci si poteva aspettare di tutto da lui. L’assassino doveva comunque parlargli, c’erano un sacco di nuove notizie di cui informarlo.

     
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    La Behemoth. Era meno di un anno da quando erano riusciti a rimetterla in volo, a risistemare quel vecchio rudere tecnologico trovato nel ventre del deserto. Eppure, già erano cominciate a circolare diverse leggende, a proposito di una mastodontica creatura che solcava i cieli dello Yuzrab, incenerendo banditi con il suo alito infuocato e proteggendo, a suo modo, le carovane di Merovish.

    Miti vecchi e nuovi si autoalimentavano fra le varie bolge della Tana, dove avventori e alcolizzati giocavano a chi la sparava più lunga. Eppure, la verità era molto lontana da quelle dicerie.

    Zimmer si svegliò di soprassalto, come spesso accadeva in quel periodo, cadendo dalla piccola amaca di corde che aveva legato a due pistoni della sala macchine. A differenza di molti dei suoi colleghi, lui non aveva una cabina propria, aveva scelto di vivere in una sezione del ponte inaccessibile al resto dell'equipaggio, nascosto dietro una grossa parete carica di relè, fusibili e altri rumorosi macchinari. In quella piccola alcova che si era ricavato, il gerarca degli Eversori non aveva grosse comodità: non gli erano mai servite. Un amaca, una pila di libri, qualche appunto sui suoi esperimenti, qualche prototipo... l'indispensabile.

    Non dormiva spesso li, comunque. Casa sua era Merovish, i suoi nuovi doveri lo obbligavano a essere presente... e impedire l'uso del teletrasporto all'interno della Tana limitava enormemente l'andirivieni dalla nave. Optava per quell'amaca quando voleva fuggire per una notte dall'oppressione del suo compito, o come in quel caso, quando qualcosa non andava nella Behemoth.
    Ultimamente, non rispondeva bene ai comandi, o meglio, rispondeva fin troppo bene. Puntava i bersagli appena prima che gli venisse ordinato, se lasciato libero, il timone sembrava muoversi da solo, cercando percorsi ben precisi e non casuali, come invece era stato programmato. Non erano veri problemi, infatti chi ci aveva fatto caso l'aveva classificata semplicemente come un ottima programmazione di base... ma Zimmer non era di questo avviso.

    Ancora mezzo addormentato, il molliccio più rosso di merovish rotolò fino a ritrovarsi in una posizione eretta, si infilò pigramente le braghe di pelli e cuoio e, vestito solo di queste, prese il saldatore e strisciò fuori dal suo antro.
    Nella zona agibile della sala macchine, trovò Dimitriy, che con ogni probabilità, era li per cercare lui. O per limonare con qualche nuova recluta. O per leccare i condotti del plasma. Valli a capire, i bipedi.

    "Lettera! Quali nuove, dal Blood Runner?" salutò con un cenno, sbadigliando come solo un Boggart sa fare. Senza aspettare la risposta, Zimmer attraversò la stanza fino a raggiungere il pannello di un macchinario particolarmente voluminoso. Dopo aver aperto il portello con una manata, cominciò a smerigliare l'interno con il saldatore, provocando una doccia di scintille che si riversò sul pavimento del ponte. Le luci dell'apparecchio, di un verde neutro e pacifico, si fecero rosse e minacciose... ma Zimmer sapeva quello che faceva... giusto?
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Quando si parlava di Boggart, non si potevano usare i soliti canoni per definire qualsiasi altra specie del Multiverso, a volte la ragione nemmeno serviva per comprenderli tanto erano... bizzarri. Esistevano vari epiteti per descriverli, ma quello probabilmente era il più gentile. Nel momento in cui Dimitriy incontrò il suo capo, si aspettava di trovarlo proprio così: vestito solo con le braghe mentre reggeva un saldatore. Era già una fortuna il fatto che fosse vestito, il biondo non aveva nessuna intenzione di approfondire le proprie conoscenze anatomiche riguardanti gli abitanti dei cunicoli.
    L’Eversione procede, anche bene direi.
    Esordì il russo seguendo il rossiccio fino al pannello in cui, dopo averlo aperto con una manata, iniziò a smanettare in un modo alquanto preoccupante... le luci rosse nella maggior parte dei casi erano sinonimo di pericolo, anzi, in ogni caso. Il ragazzo però pensò di essere abbastanza ignorante in materia, quindi non poteva fare altro che fidarsi... ma non gli sembrava un’idea grandiosa. Preferì quindi pensare ad altro, concentrandosi su cose serie.
    I piccoli gruppi criminali stanno lentamente cedendo, facendo crescere la nostra area di influenza... quelli che resistono troppo riusciamo a comprarli, altri per forza di cose siamo costretti a cancellarli. Il nostro obiettivo attuale consiste nel sostituirci a un’organizzazione più grande che controlla il commercio della droga: abbiamo assaltato la loro fabbrica, ora abbiamo la loro attenzione.
    Il riassunto era molto sintetico, ma in quei mesi avevano tantissime cose anche se gli Eversori al Blood Runner dovevano ancora esplodere davvero, ecco. Quello era comunque un ottimo inizio, puntare direttamente gli obiettivi grossi non era mai una buonissima idea, partire dal basso per trovare le alleanze era un metodo sicuro e già collaudato per poi risalire. Dimitriy sapeva bene che senza alleati non potevano andare molto lontano.
    Inoltre abbiamo due nuove reclute, uno è uno scienziato molto simile alla Blood Letter Vargrav, ma credo che abbia un ottimo margine di miglioramento. L’altra recluta è una ragazza che ha diversi conti in sospeso con le bande criminali che combattiamo, penso sia un ottima pedina per aiutarci... non fa molte domande e ci servono persone del genere.
    Per il momento il sicario non aveva molto altro da dire, attese quindi che Zimmer facesse qualche domanda in particolare... sperando che non gli chiedesse di aiutarlo perché, ovviamente, non aveva nessuna voglia di morire. Aveva ancora troppe cose da fare, non aveva il tempo di schiattare.

     
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    Il lavoro del Boggart continuava imperterrito, e solo un suo lieve cenno del capo pareva confermare l'attenzione rivolta verso il ragazzo. Qualsiasi lavoro stesse facendo a quel macchinario, doveva essere importante. "Voi parte da basso, bene. Noi partimmo da cinghiali. Tu doveva vedere Bidibi come li faceva esplodere, sembrava festa di mia gente." commentò ridacchiando, mentre la cascata di scintille continuava a riversarsi sul pavimento segnato della sala macchine.
    La strategia del russo era corretta: cominciare ad assorbire o estirpare i livelli inferiori della malavita, senza attirare troppo l'attenzione di chi governava quella ferita cancerogena che era il Blood Runner. Ci sarebbe stato poi il tempo di far rotolare qualche testa, troppo tardi perché i loro avversari potessero reagire. "Voi continua così. Se cose si fanno difficili, nostri aiuti potranno essere limitati." com'era logico supporre, un contingente armato proveniente da Merovish sarebbe stato fin troppo sospettoso... ma il rosso conosceva Dimitriy, sapeva di potergli affidare quel compito senza troppi problemi.

    "Nuove reclute eh?" commentò, ridacchiando fra se e se. "Gente valida, io spera. Tu sta attento a scienziati, russo. Gente volubile, innamorata solo di loro cervello." lui lo sapeva bene: a modo suo, anche lui era uno scienziato. "Donna, invece... tu è sicuro che una volta ottenuto suo obiettivo, lei no abbandonerà nostre fila?" una domanda più che lecita.

    Prima che il biondo potesse rispondere, un forte scossone interruppe la discussione, mentre le luci del ponte tremolarono. "Ci siamo!" esclamò Zimmer. Con una corsetta incerta, raggiunse l'interfono alla parete. "Noi sta andando in turbolenza. Consiglio di reggersi!"
    L'apparecchiatura che Zimmer stava smontando continuava a proiettare spiacevoli luci rosse, da qualche parte, una sirena cominciò ad ululare. "Che dici Dimitriy, oggi è bel giorno per morire?" urlò il Boggart, per farsi sentire sopra le sirene. Da uno scomparto del ponte prese un accetta e, ridendo con una luce folle negli occhi, diede un poderoso colpo a quelli che parevano gli stabilizzatori di emergenza della nave.
    La voce elettronica del computer squillò forte. "ATTENZIONE, fallimento critico di sistema. Abbandonare la nave, abbandonare la nave". Tutto si inclinò, diverse casse, piene di attrezzi, si aprirono riversando sul pavimento il loro contenuto. Stavano chiaramente precipitando.
    "ATTENZIONE, abbandonare laOH TACI!" urlò nuovamente il Boggart. Un pannello di emergenza si illuminò, mostrando in tempo reale l'altitudine che diminuiva sempre di più. Questione di istanti, e della Behemoth non sarebbero rimaste che macerie fumanti.

    Poi qualcosa cambiò.

    La nave, ancora in aria, si capovolse, piroettando per smorzare la caduta. A un centinaio di metri dal suolo, si inclinò con prepotenza verso l'alto, quasi in un disperato attaccamento alla vita, e sfruttando la spinta della caduta, riprese immediatamente quota. All'esterno, tonnellate e tonnellate di sabbia vennero spazzate via dal ventre della nave che quasi le sfiorò, mentre riguadagnava l'altitudine persa.
    "AH! LO SAPEVO!" ululò trionfante Zimmer. Saltò quindi verso una console di comando e, tirando una semplice leva, il macchinario che aveva quasi distrutto si riaccese, illuminandosi di un più rassicurante verde. La nave si ristabilì, e l'allarme finalmente tacque. Lentamente, risalì le correnti d'aria, scomparendo nuovamente fra le nubi.

    Zimmer sospirò, soddisfatto dell'esperienza. Poi sembrò ricordarsi del russo, e gli fece l'occhiolino. Prese da un ripiano una bottiglia di vodka, quella per le grandi occasioni, e riempì due bicchieri. "...allora, tu diceva di reclute, si? Tu si fida di loro?" riprese, come se non fosse successo nulla.


    Zimmer lo psicolabile.
     
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  5. _MajinZ_
     
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    Dimitriy in genere non aveva paura, se non in alcuni particolari casi. Sapeva sempre mantenere il sangue freddo in ogni situazione, anche quando tutto sembrava perduto e senza vie di scampo. Però ecco, trovarsi all’interno di una nave da guerra volante, accanto a un Boggart delicato come una martellata sui denti... beh, un po’ di soggezione veniva anche a lui. Soprattutto quando un simpaticissimo pannello elettronico iniziava a sparare scintille, emanare luci rosse e attivare l’allarme. Poi ecco, quando Zimmer afferrò quell’accetta, tutta la calma andò a farsi benedire, lasciando spazio al terrore più puro.
    Мать Россия!
    Il russo si affidò alla sua lingua per pregare, per trovare un po’ di conforto, mentre cercava un appiglio per non finire sballottolato da tutte le parti. Afferrò saldamente un tubo e ci rimase attaccato come un koala al suo eucalipto. Il pannello mostrò pure l’altitudine al momento giusto, facendo sgranare gli occhi al sicario: la distanza dal suolo diminuiva troppo velocemente. Diamine, non voleva morire. Dai, Zimmer sapeva bene cosa stesse facendo... insomma lui era un... no. Era un Boggart, loro ballavano nudi e facevano esplodere le cose. La fine era infine giunta.
    L’assassino stava per dire addio al mondo, aveva ripensato anche alle tette tanto era disperato. Alla fine però tutto si calmò, la nave riprese quota e una tribù di viashino venne spazzata via. Con tutta la calma del mondo Dimitriy lasciò il tubo a cui aveva affidato la sua vita, avvicinandosi al rossiccio come se non fosse accaduto niente di strano o terrificante. Però, forse per la seconda volta in vita sua, decise di mandare giù dell’alcool: gli serviva proprio. La vodka gli bruciò la gola, lo stomaco, l’intestino e probabilmente anche il buco del culo, ma riuscì a trovare del sollievo in tutto ciò, mandando giù anche i pensieri paurosi. Però un giorno si sarebbe vendicato, magari pitturando la Behemoth di rosa.
    Mi fido di loro quanto basta, le sto comunque tenendo d’occhio.
    Poi all’improvviso il biondo prese il bicchiere e lo scagliò al suolo, mandandolo in frantumi: a casa sua facevano così, da quanto ricordava. Subito dopo però ripensò che quel bicchiere apparteneva al suo capo, probabilmente gliel’avrebbe detratto dallo stipendio... beh, poco male, era vivo almeno.
    Zygoin è quello che mi preoccupa di più, al momento.
    Concluse infine, lasciando quella frase in sospeso. In verità aveva sempre guardato con preoccupazione al biomante, ma ultimamene le sue azioni si stavano facendo sospette e pericolose.

     
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    Il suo esperimento aveva avuto successo. La nave era stata messa completamente fuori controllo, i computer sul ponte di volo bloccati, gli stabilizzatori tranciati e quell'ultimo strascico di efficenza era stato accettato con grazia dall'accetta del Boggart. La nave non aveva alternativa se non schiantarsi al suolo... o salvarsi da sola. Come aveva intuito il molliccio, qualcosa si stava risvegliando, all'interno della Behemoth... qualcosa con un forte istinto di sopravvivenza. Una forma di vita meccanica, forse? Un IA, istallata dai nazisti che avevano progettato quel vascello, rimasta latente fino ad allora? O forse, qualcos'altro ancora... Zimme lo avrebbe scoperto.

    Bevve anche lui la vodka tutta d'un fiato. Non era la sua bevanda preferita, e non era nemmeno lontanamente forte come l'hich, ma era in compagnia di un bipede, e non voleva ancora vederlo morto. L'alcol riuscì comunque a celebrare degnamente la sua scoperta, entrando per altro in circolo e distribuendo una simpatica sensazione di calore nelle viscere del Boggart.
    Dimitriy, da canto suo, aveva reagito molto passionalmente a quel breve dirottamento. Forse madama morte gli aveva sussurrato all'orecchio, poco prima che la nave si salvasse da sola... al rosso non sembrava di averlo mai visto così spaventato. Ridacchiò fra se e se, osservandolo far finta di nulla subito dopo.

    Annuì poi alle sue parole, fidandosi parzialmente del suo giudizio. " Tu è in carica, tua la responsabilità commentò, scrollando le spalle scagliose. In fondo, era vero. " Noi sta per prendere precauzione contro possibili disertori. Con nuova filiale e agenti sparsi per Endlos, nostre Voci no può più tenere sotto controllo tutto. Noi ha bisogno di soluzione più...drastica. " commentò a bassa voce, come se stesse parlando fra se e se. Avevano già avuto problemi di spie, improbabili fughe di informazioni e vari casini di sicurezza interna... era ora di porre una pezza quei problemi. Si stupì invece sentir parlare del Simic.
    "Zyg? Che problema ha chello sgorbio verde, lui ha trovato specchio?" scherzò, ridacchiando. Il mutaforma era stato tremendamente utile in tantissime situazioni, sia belliche che (e sopratutto) scientifiche. Un qualsiasi problema... lo preoccupava.


    Poi Dimitriy gettò a terra il bicchiere di vetro offerto da Zimmer, manifestando chiaramente di non essere interessato alla paga dei prossimi quattordici anni. Il Boggart ne prese felicemente nota.
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Quando un’attività si ingrandiva, diventavano più grandi anche i problemi ad essa legati. Era tutto normale e gestibile nel caso si trattasse di un’attività normale, come nel caso di un negozio o una bettola... tuttavia le cose erano abbastanza diverse quando si parlava di un’attività come quella che svolgevano gli Eversori di Merovish. Loro agivano nell’ombra e lavorano in un mondo crudele, quindi l’infiltrazione di spie e quant’altro era un rischio reale. Le Voci però avevano ridotto e anche di molto questo tipo di rischi, purtroppo però la loro influenza si limitava alla Tana... e ora che si stavano ingrandendo, quella rete di informatori non bastava più.
    E’ giusto così, non possiamo permetterci altre infiltrazioni.
    Dimitriy era d’accordo con il suo capo. Fidarsi di tutti era fondamentale, se c’era qualche pedina che mostrava una certa inaffidabilità, allora era li che bisognava concentrare le ricerche. E a proposito di problemi interni, il biondo aveva dei dubbi riguardanti un certo eversore. Visto che la nave aveva iniziato a volare normalmente di nuovo, il ragazzo si appoggiò con la spalla alla parete accanto al pannello assassinato, incrociando poi le braccia al petto.
    Non fraintendere, non è che non mi fidi di lui, però...
    Era difficile trovare le parole adatte, magari era una sua semplice paranoia, però aveva come una stranissima sensazione. Fece una piccola pausa, prima di riprendere.
    I suoi metodi stanno diventando abbastanza discutibili, non che prima non lo fossero. Ultimamente però credo che abbia esagerato.
    Dimitriy era del parere che bisognava aiutare i propri compagni di squadra, non cercare di ucciderli.
    Durante l’ultima missione ha contaminato i suoi compagni con un fungo potenzialmente letale e inoltre mal sopporta la mia autorità. Non ha mai mostrato segni di squilibrio, è sempre lui, però credo che ormai sia diventato consapevole di essere diventato molto influente... e la cosa mi preoccupa.
    Il russo espose tutti i suoi dubbi, alla fine non era un qualcosa di così complesso e probabilmente aveva solo bisogno che il suo mentore lo ascoltasse, dandogli poi la sua opinione. Si, era parecchio strano ciò che il bipede provava per il boggart, ma sentiva chiaramente che era l’unico di cui si potesse fidare davvero.

     
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    Zimmer si versò un secondo bicchiere dell'alcolico, senza lesinare nella dose. Avrebbe fatto volentieri lo stesso con il Russo, ma non aveva altri bicchieri da buttare. Prosciugò anche questo in un sol colpo mentre soppesava le parole del proprio protetto, asciugandosi la barbetta nera che si era inzaccherata nell'impeto della bevuta.
    Un qualsiasi problema con Zyg era più che serio, e andava approfondito. Come aveva detto poco prima, la responsabilità del gruppo al Blood Runner, quel covo di tecnologia e lerciume, restava a Dimitriy, e se il Simic non ne riconosceva l'autorità, poteva essere un problema.
    L'obbedienza era fondamentale, nelle gerarchie degli Eversori. Non per una mera questione di boria, o di conservazione del potere: era per semplice compartimentazione. Solo le tre teste del demone conoscevano tutti i segreti dell'intero corpo, e solo loro sapevano come orchestrarne le danze. Scendendo di grado si riducevano le quantità di consapevolezza e di conoscenza dei segreti, fino ad arrivare alla base, la manovalanza, che difficilmente aveva anche solo idea di quello che stava facendo.

    Non seguire gli ordini, o anche solo mettere in dubbio la catena di comando, voleva dire mettere in questione l'intero corpo, e magari far fallire un intero progetto accuratamente disegnato, perché non si è a conoscenza di tutti i dettagli.

    Tuttavia, quel discorso poco si applicava a quella situazione. Ah, tu no preoccupa. Io no crede che Zyg resterà a darti noia. biascicò lo scaglioso boggart, passando un dito all'interno del bicchiere per raccogliere le ultime gocce di vodka, prima di passarsele sulla lunga lingua biforcuta.

    E per fungo... he, io via ha fatto bere di peggio, tu crede a me. commentò solo, rimettendo bottiglia e bicchiere nella credenza nascosta.
    La situazione, ad ogni modo, era stata appuntata mentalmente da Zimmer. Aveva dei progetti per il biomante, e se questi non era i grado di seguire una catena di comando, quei progetti sarebbero anche potuti saltare.
    Mormorò qualcosa a proposito di sbrigarsi con le misure di sicurezza contro possibili traditori, poi scosse la testa, sospirando.

    Tu continua a fare buon lavoro, Lettera. Tiene d'occhio tue reclute, noi tiene d'occhio Zig, se sarà necessario. commentò, congedandolo con un cenno della mano.
    Contatta me quanto voi vi sostituisce in mercato di droga. Noi dovrà cominciare a vendere qualcosa, attraverso quei canali. Braccia, magari.
     
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  9. _MajinZ_
     
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    In effetti era vero, probabilmente i giorni passati a dare ordini diretti al biomante stavano per finire, quindi alla fine quei ragionamenti servivano a poco. Zygoin gli aveva già esposto parte del suo piano, ovvero quello di raggiungere Laputa e sfruttare un suo clone per riscattare la taglia che gli pendeva sulla testa, un piano ben congeniato che avrebbe tenuto il verde lontano da lui per un bel po’. Era comunque meglio avvisare chi di dovere, visto che lui era sempre stato un po’ problematico e tenerlo d’occhio era il minimo che potessero fare per evitare spiacevoli conseguenze.
    Il problema è che di te mi fido di più, capo.
    L’aveva detto sinceramente e per quanto sembrassero le parole di un pazzo, alla fine la dentro Zimmer era l’unico che aveva davvero la fiducia del biondo. Si erano capiti fin da subito, dal giorno in cui avevano volato insieme in mezzo a dei cristalli vivi. Da quel momento, volente o nolente, il russo si era ritrovato sotto l’ala protettiva del Boggart e quest’ultimo aveva fatto di lui la prima Lettera di Sangue della Gilda, un onore che spettava a pochi. Gli doveva molto, per questo motivo era giusto che lui sapesse ogni cosa, visto che alla fine era stato il rossiccio stesso ad affidargli quell’importantissima missione che era la conquista del Blood Runner... e portarla a termine era di fondamentale importanza.
    Sarai il primo a saperlo. Ci vorrà un po’, ma siamo sulla buona strada.
    Detto ciò, il sicario si congedò con un perfetto saluto militare: era da tanto che non lo faceva, ma in quel momento gli sembrava giusto mostrare al suo superiore il rispetto che si meritava. Ora che aveva fatto rapporto poteva pure tornarsene al centro, però voleva prendersi ancora un po’ di tempo per scendere nella Tana per ricevere a sua volta dei rapporti, da parte delle sue Voci... e giusto che c’era sarebbe andato a casa sua, tanto per vedere se il sistema d’allarme che aveva creato aveva mietuto qualche vittima. In ogni caso si sentiva davvero sollevato, ora poteva riprendere a lavorare con una nuova energia che gli scorreva nelle vene. E no, non si chiamava Vodka.

     
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8 replies since 7/3/2015, 10:06   185 views
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