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Non sapeva quanto tempo avesse a disposizione, ma scelse comunque di lasciarsi prendere dalla fretta.
A passo svelto, Aristotelis si fece largo nei corridoi stantii delle Cave del Sapere, un'oasi del sapere che da tempo immemore resisteva agli assalti dell'ignorante violenza; anzi, sembrava quasi che mai nessuno avesse osato profanare quel luogo sacro, e solo gli Dèi potevano sapere a quale punizione sarebbe incorso colui che per primo avesse arrecato danno ai libri ivi protetti.
Così... Voi non eravate al corrente di alcunché di quel che accadesse su Endlos.
Domandò il greco, facendosi scivolare addosso gli sguardi sorpresi ed impauriti degli studiosi che venivano messi in soggezione dalla sua panoplia scura come la notte.
Ciò è corretto.
L'oplite tirò un sospiro di sollievo attraverso le labbra chiuse in un mezzo sorriso, distendendo un po' i nervi.
Aveva sempre creduto che l'Olimpo fosse indifferente alla sua ascesa al potere, come se fossero ciechi d'innanzi a tutto quello che aveva conquistato assieme agli Eversori. Era addirittura arrivato a pensare che fosse la gilda stessa, il problema.
Certo non poteva negare che l'organizzazione merovisha non fosse invischiata in loschi affari, ma nel Dominio della Violenza la loro presenza era il male minore. Quantomeno s'aspettava d'essere degnato di una visita da parte di Ares, o Eris.
Non sapete quante meraviglie vi siete persi, allora.
Commentò sardonicamente, lanciando una freccia scoccata dal suo orgoglio; sicuramente il Re dei Sogni non avrebbe compreso il tono ironico del Gerarca, e nemmeno gli importava. Ciò che veramente lo faceva stare più sereno era quella nuova sicurezza, forse inopportuna, nata dalla consapevolezza di non essere lui la causa del suo anonimato presso i discorsi pettegoli delle Divinità, bensì l'azione del Maelstrom che fino ad allora aveva tenuto separati i due piani d'esistenza.
Scorgo Tucidide.
Aítnē fece notare la presenza dell'atavico studioso all'Eversore.
Tucidide era una figura imprescindibile dalle Cave del Sapere: da che ne avesse memoria, il greco l'aveva sempre incontrato ogni volta che si recava alla biblioteca, e non era l'unico che potesse affermare ciò. Qualche volta avevano scambiato qualche parola, ma nulla di più.
Appartenente ad una razza della quale Ariste non aveva mai visto altri esponenti, l'erudito aveva fattezze elefantine, ma il suo corpo era antropomorfo.
Davvero un individuo particolare, anche per gli standard molto larghi del greco.
Forse possiamo venire a capo di questa situazione più facilmente del previsto.
Forse, appunto.
Seguito dallo spettro invisibile di Morfeo, l'ellenico s'avvicinò al dotto, intento ad analizzare un tomo probabilmente nuovo nella collezione delle Cave, dal momento che l'uomo-bestia ricordava già a memoria l'intero catalogo.
Salve, Tucidide.
Esordì il Gerarca, poggiando una mano sulla sua spalla.
Immagino tu non abbia dimenticato il mio nome.
Con un sorriso scherzò, ben conscio delle prodigiose capacità mnemoniche dello studioso.
A pensare all'ironia di quella situazione, Ariste dovette forzarsi per evitare che la bocca si lasciasse andare in un ghigno divertito.
Ho bisogno del tuo aiuto. Devo apprendere quanto più m'è possibile circa il Maelstrom, e i Flussi della Riscrittura.
Dunque attese il responso dell'interlocutore.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 110%
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Barrì.
Più di un presente si voltò a guardare in maniera torva l'elefantico, disturbato da quel rumore. Paradossale pensare che ci si potesse permettere di mostrare fastidio verso qualcuno che provocava baccano, a Merovish; un'altra magia delle Cave, sospese in una dimensione parallela accessibile a chiunque.
L'oplite si tolse l'elmo, facendolo penzolare sulla schiena, per poi raccogliere un libro caduto in seguito alla giravolta dello studioso. Era un tipo alquanto... particolare.
E come mai sei interessato alla Tempesta che Tutto Divora?
Quando Tucidide prese un tomo dalla sua sacca, l'Eversore credette che l'avrebbe dato a lui, tanto da porgere in avanti il palmo aperto della destra.
Fu riportato alla cruda realtà quando il dotto lesse le pagine ingiallite per sé, senza rivelare nulla al Gerarca. Povero sciocco.
Ho bisogno di sapere come poterlo sfruttare per adempiere a certi compiti.
Ritraendo la mano e seguendo l'erudito ad un suo cenno, Ariste attraversò corridoi e aule senza davvero sapere dove stesse andando. Per di più, aveva anche due spiriti al seguito, uno dei quale accanto alla sua anima.
Svoltarono a sinistra, procedettero per dritto. Poi a destra, fermandosi a sistemare gli scaffali. Ancora, una serpentina tra tavoli e candelabri, tra una proboscidata e l'altra.
Un bel girotondo che l'Eversore seguì con cieca fiducia, probabilmente mal riposta in quel frangente.
Non sono certa del fatto che Tucidide t'abbia prestato la giusta attenzione.
Effettivamente, per come quel pattern di barriti, giravolte, libri caduti e poi appuntati, si ripetesse, era lecito ritenere che il bibliotecario ad honorem avesse perso il nocciolo della questione.
Anche per non far spazientire Morfeo -che, in vero, era nel più calmo e sereno degli stati d'animo- il greco decise di porre fine a quel peregrinare confuso.
Tucidide, mi serve trovare un modo per utilizzare il Maelstrom come un portale. Devo recarmi altrove, e devo farlo in tempi ragionevolmente rapidi.
Commentò con tono inflessibile, cercando di far trasparire la serietà della sua richiesta.
Hai trattati da suggerirmi, o consigli per indirizzarmi sulla giusta ricerca?SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 110%
Note: che manigoldo Tucidide!. -
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La sollecitazione di Aristotelis riportò l'elefante al presente, ed egli accampò una vacua scusa per la sua svista; non che il greco si fosse indispettito, o altro.
In una delle dimensioni in cui mi manifesto ai suoi abitanti, possiedo anche io una biblioteca simile a questa.
Commentò stralunato, rimirando gli scaffali con le mani dietro la schiena. L'oplite non vi fece molto caso.
Non vi sono molte testimonianze di viaggi nel Maelstrom, per due semplici ragioni: chi arriva vi rimane per sempre; qualsiasi cosa sia stata divorata dalla riscrittura non è mai tornata indietro a raccontarlo.
Così l'erudito lesse dal tomo precedentemente raccolto dalla sua cesta, prima di lanciare il suo caratteristico verso un'altra volta, anche se per diverso motivo e con diverso tono -impaurito.
Ma...
Stavolta l'Eversore si distrasse anch'egli, trovando con lo sguardo la causa di quel moto di timore: un grosso ratto a poca distanza.
Ad ognuno le sue fobie, immagino.
Il Gerarca si avvicinò con fare minaccioso al roditore, intimandolo con ampi gesti di andar via, spazientito.
Di tutta risposta, l'animale si infilò in qualche anfratto gridando qualcosa circa un libro di cucina. Ariste si sturò le orecchie energicamente, facendosi anche male per l'effetto di vuoto che si creò come di consueto nel condotto uditivo.
Perdona la mia maleducazione, greco. Come avrai capito non sono molti i tomi che parlano di viaggi nel Maelstrom, ma moltissimi, invece, che riguardano coloro giunti dal Maelstrom.
Non poteva dire d'essere sorpreso. I Flussi della Riscrittura -come li chiamava Morfeo- erano il mistero più grande di Endlos sia per dimensioni che per mancanza di informazioni al riguardo. Come aveva detto Tucidide, tutto ciò che si sapeva aveva a che fare con quello che portava sul semipiano o con ciò che toglieva allo stesso.
Mmh...
Ancora una volta Ariste si ritrovò a seguire lo studioso, anche se questa era la volta buona. Nel mentre, il Re dei Sogni continuava a vagare tra i corridoi per i fatti suoi, ed il greco lo lasciò fare con piacere, considerando come quello fosse un luogo totalmente nuovo per il Dio.
Forse ciò che desideri si trova nascosto nei viaggi dei naufraghi.
E con quel prezioso suggerimento, il dotto liberò il passo al Gerarca, mostrandogli l'ala in cui l'aveva condotto.
Una raccolta sugli oggetti portati dai naufraghi catturati dal Maelstrom?
La domanda non presupponeva una risposta; era più un modo per mettere in moto il cervello.
Doveva trovare informazioni su artefatti e reliquie provenienti da altri mondi, sperduti in chissà quali universi di quali realtà lontanissime. Eppure, non di rado aveva avuto modo di incontrare altri esseri umani provenienti dal suo mondo, seppure da epoche differenti; lo stesso Tiresia ne era un esempio lampante.
Sfogliare ognuno di questi singoli tomi ti porterà via giorni, forse settimane.
L'ellenico osservò con occhio investigativo la muraglia di conoscenza che lo circondava, grattandosi il mento con una raspata prima, una lisciata di barba poi. Aítnē non aveva tutti i torti.
Hai ragione.
In vero, non ne aveva alcuno.
Come poteva trovare... che cosa? Cosa stava cercando, in fondo? Lui doveva risolvere il dilemma di come sfruttare il Maelstrom, non sfogliare pagine di un'enciclopedia senza fine.
Eppure, un'idea nell'anfratto della mente l'aveva, Ariste. La mancina corse sotto il mantello, frugando in una delle tasche interne del drappo nero e ghermendo un oggetto semplice, all'apparenza comune e spesso sottovalutato: la bussola degli Eversori.
Ho modo di individuare in pochi secondi ciò che mi serve.
Spiegò allo Spirito, anche se parlando ad alta voce; Tucidide sembrava seguirlo.
La domanda è: cosa mi serve?
L'elefantica creatura tacque, spiazzata dal suo ragionamento. Nemmeno il grande erudito poteva aiutare il Gerarca nella sua ricerca.
Tuttavia.
Quel di cui necessiti è una reliquia del tuo Universo, un artefatto della tua terra.
Il Signore degli Oneiroi si manifestò davanti ad Aristotelis, discendendo dall'aria con le sue ali demoniache ora spiegate; appariva diverso rispetto a prima, come se avesse riacquistato parte della sua essenza completa. Si trattava solo di pura forma, purtroppo, ma l'Eversore lo ascoltò con molta attenzione, tanto da avere i peli della nuca rizzati, tale era l'aura aulica di Oneiros.
Rimembra, Campione di Hypnos: tu sei il nesso tra due Dimensioni. Adesso, devi trovare un mezzo per attraversare i Flussi della Riscrittura che ti costringono in questo reame, e per fare ciò solo un tesoro proveniente dalla tua Realtà potrà aiutarti.
Lo sguardo di Ariste si illuminò, il suo corpo raddrizzatosi in rinnovato entusiasmo.
Ogni informazione necessaria era nelle sue mani, e adesso non gli restava altro che formulare la sua richiesta.
Portami al libro che contiene il sapere sugli oggetti magici provenienti dal mio mondo.
Proferì, con la bussola tenuta ben alta di fronte al suo volto.
L'ago rimase immobile per brevi istanti; poi, agitato da forze esoteriche, iniziò a vibrare, scattando all'improvviso verso il basso.
Ci siamo.
Si precipitò nello scaffale inferiore della libreria alla sua destra, muovendosi poi lentamente per far combaciare la punta mobile con il tomo di riferimento. Lo trovò, lo prese e lo poggiò sul tavolo, aprendolo all'indice.
Scorrendo rapido tra i contenuti, poté notare come quel volume fosse una raccolta di oggetti variegati, con nomi mai letti o sentiti prima dal greco.
Non solo armi: tra spade, asce, pistole, fucili e anche carri armati -per i quali il Gerarca inarcò un sopracciglio- si potevano leggere collane, bracciali, posate, diademi, protesi, opere d'arte e ritrovati di moderna tecnologia. Che catalogo era mai, quello? Sembrava quasi pulsare di vita propria.
Questo è molto interessante.
Il suo dito si fermò su una categoria ben specifica.
Panoplie.
Andò direttamente alla pagina indicata, con la curiosità che gli si dimenava in petto, facendogli battere il cuore appena più forte.
Quando i disegni delle armature si rivelarono ai suoi occhi, il greco non poté fare a meno di ritrarre appena il capo e trattenere il respiro.
Riconosceva il tipo di veste d'arme, ma anche i ghirigori che le abbellivano; era tutto tremendamente familiare, come se le avesse già viste prima.
... Il sogno di Hypnos!
Esclamò con stupore. Non dovette nemmeno sforzarsi più di tanto per recuperare le immagini delle visioni vissute, di quanto era rimasto segnato da quegli eventi: lo stile di decorazione era lo stesso, e in vero adesso si domandava se non ci fosse qualche correlazione, tra quelle.
Riconobbe anche gli altri schizzi che affiancavano le armature, in quanto tratte dagli elementi della sua mitologia e astrologia.
La Costellazione dei Pesci e una Sirena. Ora sì che poteva dirsi spaesato.
S'appoggiò al bancone, stringendosi i capelli.
Morfeo, domandoti chiarimenti. Cosa significa tutto questo?
Un barrito andò perdendosi nei meandri delle Cave, mentre Aítnē aspettava quieta i risvolti di quella vicenda che assumeva dei tratti sempre più misteriosi.SPOILER (clicca per visualizzare)Energie: 110%
Note: miiiindfuuuucks!. -
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Morfeo mostrò fiducia nella scoperta di Ariste, tanto che quest'ultimo intimò Tucidide di lasciarlo solo con la scusa di dover concentrarsi nello studio del tomo ritrovato.
Non voleva certo venir scambiato per un pazzo che parlava da solo.
Non sono artefatti, Cavaliere della Notte.
Sono Sacre Vestigia: entità viventi e fulgide protezioni dei Cavalieri che le indossano.
Iniziò così la delucidazione del Dio, atterrato accanto al greco con solenne lentezza. Il Re dei Sogni diede una deliziosa e tuttavia irrisoria dimostrazione dei suoi poteri giocando con le figure disegnate sul libro, dando vita ad essere in bolle che si estendevano dai palmi delle sue mani.
In un'epoca non più remota della tua, la battaglia per la terra vide Athena e Poseidone contrapporsi, entrambi forti dei propri campioni. Ma i giovani che servivano la Pallade, per quanto audaci, dovettero soccombere in gran numero... il sovrano dei mari donò ai suoi uomini armature fatte con scaglie d'oro, gli Scales, e nominò sette tra i più forti Generali dei Mari.
Le parole di Morfeo venivano accompagnate dal teatrino da lui stesso imbastito, ma la confusione che prima era appena accennata cominciò ad espandersi a macchia d'olio nella comprensione dell'oplite, che con aria assorta fissava prima l'immagine del ragazzo dai capelli celesti venir fasciato dalla panoplia dei Pesci, poi la comparsa degli altri suoi compagni eroi bardati allo stesso modo; ancora, seguirono altri volti sconosciuti in corazze d'oro, argento e bronzo, una quantità spropositata di personaggi che difficilmente avrebbe ricordato a lungo; contemporaneamente tentava di rimembrare se avesse mai incontrato tali armature durante i suoi anni vissuti su Endlos, purtroppo senza risultati.
Con la destra si grattava nervosamente il mento.
Tra i possessori delle dorate corazze, l'allievo di Karkinos ottenne la sua proprio sull'Etna.
Il Gerarca sorvolò su quel inciso inutile ai suoi scopi.
Osserva bene, adesso. Riconosco quella panoplia, così come le altre accanto: nelle visioni di Hypnos tu indossavi Pégasos, e i compagni che t'accompagnarono erano insigniti delle vesti di Kyknos, Drakon, Phoinix e Andromédē.
L'Eversore ebbe non poche difficoltà a scorgere le figure citate dallo Spirito nel marasma dei quarantotto soldati, ma quando li intravide non poté negare di avere le loro forme e decorazioni chiare nella memoria.
Aristotelis aveva molte domande, in vero anche troppe, ma preferiva non parlare ed attendere che la spiegazione fosse conclusa.
Stando al libro, il primo Cavaliere ad essere giunto su Endlos aveva indosso questa corazza. Circa due anni prima di te, giunse nell'Etlerth ma non fu mai realmente registrato tra i naufraghi giacché, poco dopo, scomparve.
L'attenzione venne portata su quella che, stando a quanto compreso, doveva essere la panoplia dei Pesci, anche se di colore nero rispetto all'oro delle vesti sacre ad Athena.
Il greco corrugò la fronte: dunque vi erano stati degli iniziati di questi culti militari strappati dal Maelstrom al loro mondo.
Oneiros continuò mostrando la bolla di un altro individuo.
Costui è Mozart, un giovane naufrago delle tue terre che è attualmente ancora su Endlos. Inizialmente giunto con indosso lo Scale di Siren, presumendo fosse dunque un Generale di Poseidone, successivamente pare aver ottenuto l'Armatura d'Oro dei Pesci. Come ciò sia possibile non so dirtelo.
Dunque ciò significava che dal servire Poseidone passò al combattere per la Dea. Il Dio non sapeva perché questo avvenne, ed in realtà ad Ariste nemmeno importava, tanto che già non comprendeva pienamente le motivazioni dietro tali scontri tra divinità.
Tuttavia, le notizie portate dal figlio di Nyx si stavano rivelando estremamente importanti per la sua missione.
Hypno mio padre serve da lungo tempo il Sommo Hades ma noi figli mai abbiamo combattuto con o contro gli umani, né mai abbiamo indossato alcuna Vestigia benché, come tutti gli dei, ne possediamo una. Ti so dire che laddove i Generali Marini si destano in coloro che sono prescelti da Poiseidone, e laddove Hades li fa reincarnare direttamente al mondo ogni qual volta egli si desta, Athena ha diverse regole che decidono come ottenere le Vestigia. Regole che conosco solo in parte. Non so quindi dirti in che modo queste informazioni possano esserti di aiuto.
In tutto ciò, una cosa l'ellenico l'aveva ben compresa: anche gli Dèi potevano trovarsi spiazzati da eventi mortali. Certo l'oplite non dimenticò che Mnemosine era l'attuale causa di ogni dimenticanza, così come i Flussi della Riscrittura impedivano agli Immortali di poter interagire col semipiano in pieno controllo della loro maestosità -il che più di una volta aveva fatto pensare ad Aristotelis: "cosa diamine è il Maelstrom, per Zeus Onnipotente?"
Se noi potessimo parlare con questo Mozart, forse noi potremmo cavarne un aracnide dalla sua tana.
Proprio la conclusione tratta dal mortale.
Questa volta, però, il Gerarca aveva già fatto lavorare l'ingegno, ed aveva ottenuto una soluzione tanto semplice quanto efficace.
Per questo non dovrebbero esserci problemi.
Commentò soddisfatto, indossando nuovamente l'elmo ed avviandosi verso l'uscita delle Cave.
Salutò il dotto elefantino con un cenno del capo che trasmetteva sentiti ringraziamenti; in risposta ottenne un barrito divertito.
Tuttavia, per metterci in contatto con il tale da te citato, bisogna che mi rechi in un luogo sicuro, poiché tu mi indurrai nel sonno, ed attraverso il tuo Regno sarai in grado di farmi comunicare con lui.
Affrettò il passo, ritornando a sporcarsi i sandali con la sabbia delle strade di Merovish.
Erano di nuovo in mezzo alla violenza, ma niente e nessuno poteva far desistere l'oplite dall'adempiere al suo compito.
Così, bardato di tutto punto, il Comandante della Legione ritornò alla catapecchia che utilizzava quando usava stanziarsi nella Tana per conto degli Eversori, la sua alcova così spesso visitata nei tempi del fu Ariste mercenario.
Prima però, ho una curiosità da soddisfare.
Disse, rallentando l'andatura.
Questi racconti di scontri e battaglie tra i Campioni degli Dèi, la forgiatura di panoplie sacre e preziose, queste epiche da leggenda... Mai in nessuna vita, né questa né la precedente, ho sentito parlare di questo. Quando è avvenuto, tutto ciò?
E svoltando in una via segreta agli occhi degli sprovveduti, il Gerarca svanì nelle viscere della città.SPOILER (clicca per visualizzare)Note: riprendo la giocata nel topic precedente, caso mai la risposta alla domanda di Ariste puoi scriverla all'inizio del tuo post dall'altro lato.
Perdona anche eventuali errori ed orrori, non ho la forza di rileggere al momento e voglio postare di prepotenza.
Edit: ho aggiunto la parte in cui Aítnē riconosce la Cloth del Cancro.
Edited by :^| - 16/3/2015, 16:17.