[EM][SC] Family trip at the edge of the world

Poor Unfortunate Souls ~ Interludio V

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    Lo zio Aristotelis mi porta a fare un picnic a Kerak!
    È una cosa bella. Sono molto di buonumore, anche se dal mio aspetto non si direbbe.
    Dal mio ultimo incontro col greco, ho perso troppi chili e guadagnato troppe occhiaie. La pelle pallida è un impiastro di sudore oleoso e di crema solare.
    Sembro un... Uno di quegli anfibi palliducci e senza occhi che vivono nelle caverne. Un proteo? Un coso così. Che striscia sulle rocce.
    Però sono felice, davvero.

    È che non me lo aspettavo. Ero passato giusto per salutarlo, ripulirgli il pc dalle toolbar e dalla sabbia, installargli tutti gli Age of Empires.
    Rapporti di buon vicinato. Pseudoamicizie da tenersi strette, che possono tornare comodo. Gente ai piani alti.
    Bid, dirigente delle prigioni e dell'Arena Nera. Zimmer, un Pasha. Aristotelis, Comandante delle Legioni.
    Bel colpo di stato, signori.

    Insomma, ero passato solo per un saluto, e invece Ariste mi ha detto che mi accompagnava a Kerak. Urrà! Zimmer deve averne parlato a Bid che ne ha parlato con lui, credo. O qualcosa di simile.
    È... Una cosa carina. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile per me.
    Credo sia un po' come avere una famiglia.

    «Lei ci è mai stato prima?» domando al greco, trotterellandogli accanto.
    Lo vedo a malapena. C'è troppa luce.
    «E soprattutto, come ci arriviamo? Dovremo attraversare il vulcano?»
    Gressil si è rifiutato di venire perché non ho un cappuccio in cui metterlo. Ho ceduto alla moda Merovisha, alla fine: mantello, abiti lunghi di cotone leggero, un cappello a tesa larga per proteggermi dal sole.
    Unico tocco di modernità, gli immancabili occhiali con le lenti aranciate.
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    Edited by Zero - 11/11/2015, 15:58
     
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    Spiegami ancora come sei venuto a conoscenza di Kerak.
    La sabbia opponeva sempre una discreta resistenza ai passi dei temerari che affrontavano lo Yuzrab, tanto che il greco lo considerava quasi un ottimo allenamento per tenere le gambe in forma.
    Che dire di Lazarus, invece? Magro e smunto com'era -più del solito, in vero- avrebbe avuto più di un problema a tenere il passo dell'oplite, abituato da anni a solcare le dune del Deserto dei Laghi di Vetro.
    Ma andava bene così.
    Lei ci è mai stato prima? E soprattutto, come ci arriviamo? Dovremo attraversare il vulcano?
    Prendendo la sacca che portava sulla spalla destra con la mancina, l'oplite si asciugò il sudore della fronte con un drappo di mantello.
    Una volta soltanto.
    Rispose un po' freddamente, considerato il caldo che li inglobava.
    La verità era che Ariste non comprendeva Kerak, e gli era bastata una singola visita per capirlo. Se il Presidio del Sud era il Dominio della Violenza, Kerak era la Capitale della follia insensata, della disperazione senza fondo e del dolore infinito.
    Quale crimine poteva giustificare una punizione tanto grande? In realtà, non si trattava di delinquenti, né soggetti omicidi, o ladri efferati; per quelli, c'erano le Prigioni di Merovish.
    Kerak era dedicata alla gente scomoda: uomini, donne, bambini, anziani, nessuna differenza e nessun trattamento speciale. Avere il potere di mandare chiunque volesse in quella bocca demoniaca aperta nel cuore di Geisine gli metteva i brividi -e, non poteva negarlo, alcuni di questi erano lusinghieri.
    Non posso rivelarti come ci arriveremo. Quando sarà giunto il momento, dovrò bendarti con una maschera... particolare.
    Era molto più serio del solito, il Gerarca; non era esattamente arrabbiato, né infastidito, ma il suo buonumore classico era tenuto lontano, nello spirito.
    Mi preme sollecitarti a non fare scherzi.
    Disse, lanciandogli di striscio un'occhiata tagliente. Stava ritornando il favore all'albino, ripagare il debito per il computer che, doveva dirlo, gli stava regalando parecchi grattacapi, ma tutti divertenti. Inutile dire che dovesse ancora prenderci la giusta mano, eppure cominciava a ingranare con quel marchingegno magico.
    L'Eversore si fermò nel bel mezzo del nulla, alzando una mano per intimare l'allievo di Bid'daum a fermarsi.
    Perché vuoi andare a Kerak, Lazarus?
    Domandò, voltandosi verso di lui e piantando lo sguardo fiammeggiante nei suoi occhi.

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    "Mi preme sollecitarti a non fare scherzi."

    «Avanti, sa benissimo cos'ho passato sin'ora.» replico con un ghigno sporco di saliva nera «Se non sapessi come comportarmi in situazioni simili sarei già morto, non crede?»
    Come on, sono l'allievo di Bid. Una gita a Kerak è un'allegra scampagnata all'aria aperta, rispetto agli orrori sciamanici che ho dovuto patire fin'ora.

    Muoversi in forma di spirito però è più semplice, devo ammetterlo. Arrancare nella sabbia è così faticoso! Ho le scarpe piene di sabbia. È così anche quando si va al mare? Non sono mai stato sulla spiaggia, mamma aveva paura che mi ustionassi. Non credo che ci andrò mai.
    Accolgo con piacere la pausa di Ariste. Tempo di tirare il fiato, di ripulirsi con l'orlo della manica il sudore sulla fronte.
    «Di Kerak ho sentito parlare in qualche bettola, come fosse uno spauracchio per bambini. Non sono nemmeno sicuro di sapere bene che posto sia, in realtà» spallucce «solo che è una prigione tanto brutta. Riguardo al perché voglio andarci...»
    Uhm, che sia il caso di dire al comandante delle legioni Merovishe che sto creando un piccolo esercito di umani demonizzati nella sua città?
    Naaaah.

    «I miei necromanti necessitano di cavie umane per commercio ed esperimenti. Abbiamo già un accordo con la Dama del Té, ma pensavo che a Kerak potessimo trovare individui più... Interessanti, dal punto di vista fisico.»
    È un luogo creato appositamente per far soffrire un uomo il più possibile, giusto? Quindi chi è lì da parecchio deve aver sviluppato una grande resistenza, sia fisica che mentale.
    Soggetti ideali per una possessione demoniaca.
    «E poi... Credo che per me sia importante vedere Kerak.» continuo, e non so nemmeno bene perché.
    Aristotelis ha quest'aria da zietto buono e comprensivo che mi spinge a raccontargli i cazzi miei. Penso sarebbe un ottimo psicologo.
    «Voglio dire... Sono un wannabe Signore del Male o qualcosa di simile. Imprigionare e torturare persone dovrebbe essere la norma, per il mio... Lavoro.
    Vorrei vedere com'è. Capire se è qualcosa che posso sopportare.
    »
    Come quando alle scuole medie c'è l'open day e vai nelle scuole superiori per vedere dove ti troveresti a tuo agio, ecco.

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    Avanti, sa benissimo cos'ho passato sin'ora. Se non sapessi come comportarmi in situazioni simili sarei già morto, non crede?
    Il serioso volto del greco lasciò spazio ad un sorriso disteso, arrivando a mostrare pure l'arcata dentale superiore.
    Hai ragione.
    Chiuse la bocca, camminando avanti e indietro sul posto senza spostarsi veramente. Le spiegazioni addotte dall'albino erano più che lecite, considerati i suoi intrallazzi e giochetti con anime, spiriti e tutto quel campo di sovrannaturale che ormai anche Ariste conosceva discretamente bene, almeno in superficie.
    Oh sì, i prigionieri sono parecchio speciali, in vero. In nessun'altra parte del semipiano troverai soggetti simili.
    Il suo sguardo vagava all'orizzonte, prestando attenzione al ragazzo solo con le orecchie. Il suo borbottare precedente lasciava sempre più spazio ad una strana euforia, quasi come se l'entusiasmo dello scheletrico accompagnatore lo stesse infettando.
    Magari era l'influsso indiretto di Bid'daum, chi poteva dirlo?
    Voglio dire... Sono un wannabe Signore del Male o qualcosa di simile. Imprigionare e torturare persone dovrebbe essere la norma, per il mio... Lavoro.
    Vorrei vedere com'è. Capire se è qualcosa che posso sopportare.

    Un... uonabi? Che diamine significava quella parola? Era un titolo? Una sigla? Qualcosa a che fare con il mondo delle arti oscure? L'Eversore preferì soprassedere.
    Signore del Male.
    Marcò le parole, mettendo le mani sui fianchi e guardando Lazarus accigliato.
    Ancora questa storia, mh? Vorrei sapere cosa passa mai per la testa degli individui come voi, davvero.
    E strano a dirsi, per "voi" non si riferiva anche al Castigo: Ariste non sapeva se il giovane fosse a conoscenza del passato molto turbolento del Kuthiano, ma in ogni caso il Gerarca non ammassava il suo parigrado con i sedicenti cattivi di turno. Bid'daum era più... puro, nella sua violenza.
    L'ellenico credeva che il suo collega potesse essere in grado di avere sprazzi di lucidità che gli facessero comprendere come l'oscurità attorno a lui l'avrebbe prima o poi ridotto a brandelli, nello spirito come nella carne. Purtroppo, anche, l'ellenico sapeva bene che l'amico era ogni giorno un passo più vicino alla perdizione totale, e sperava in cuor suo che quel momento arrivasse tardi, molto tardi.
    Che dire di Lazarus, invece? Era allievo del monocorno, il che valeva come un lasciapassare per gli individui da tenere d'occhio, nella mente del greco; eppure, lui era un annoiato, vedeva tutto come un gioco d'azzardo, e puntava pure duro. Forse non era la sua volontà a guidarlo, bensì quella della Tenebra.
    Non credo avrai molti fastidi a Kerak.
    Curiosamente ma non troppo, il Comandante della Legione considerava l'albino parecchio pericoloso: non come singolo uomo, ma per ciò che rappresentava e faceva. Ne avrebbe parlato col suo maestro quanto prima.
    Ragazzo, sai perché io, Bid'daum e Zimmer ci conosciamo?
    Domandò, cominciando a cercare qualcosa nella grande sacca che portava con sé.
    Attendendo risposte, il greco iniziò ad estrarre i pezzi della propria panoplia, bardandosi di tutto punto sopra la tunica ocra che copriva il suo corpo dalle spalle alle ginocchia, sotto il mantello nero. Prese anche un cofanetto sigillato che il leader della Seele poté vedere per pochi istanti, prima che questo sparisse nuovamente nei meandri della iuta.

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    Ora Ariste ha l'armatura completa: tranne l'elmo non indossato e il giavellotto bloccato in Revisione, è tutto lì (giusto per avvisare).
     
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    "cosa passa mai per la testa degli individui come voi?" mi chiede. E la risposta, in realtà, è così semplice.
    Nulla. Nella mia testa non c'è assolutamente nulla.
    Ed è questo il problema.

    Non riesce mai a stare fermo, il signor Ariste. Mi innervosisce con la sua aria da bestia inquieta, col suo modo che ha di gironzolarmi intorno come se stesse cercando il lato migliore da cui saltarmi addosso.
    Mi innervosisce soprattutto quando inizia a mettersi l'armatura. Il solo vederlo così imbacuccato mi aumenta la temperatura corporea di 5 gradi.
    Le sue parole, in compenso, mi fanno rabbrividire.

    "Ragazzo, sai perché io, Bid'daum e Zimmer ci conosciamo?"

    Deglutisco.
    «R-Ragioni d'affari, suppongo.» replico, e mi viene spontaneo alzare le mani. Indietreggiare di mezzo passo.
    «Non me ne sono mai interessato. Ho un grande rispetto per la segretezza - mia e altrui.»
    Però so che si conoscono. Un legame bizzarro tra individui molto diversi, e che guarda caso, sono diventati tutti pezzi molto grossi a Merovish da un giorno all'altro. Individui che - stando alle parole di Bid'daum - hanno alle spalle uomini, mezzi e risorse sconosciute ai più.
    Individui che si muovono nell'ombra.

    Forse Ariste mi sta portando a Kerak per una gita, ma non mi riaccompagnerà indietro.
    Forse hanno deciso che so troppe cose, che sono una pedina pericolosa. Hanno intuito che il mio piano per Laputa mi darebbe una facile occasione per tradirli. La Tenebra non sta fiutando nessun pericolo, in realtà, ma ciò non impedisce al sudore di inzupparmi la fronte.
    Non mi fido di lei. Non mi sono mai fidato di nessuno.

    Mi spiace solo che Bid non abbia deciso di finirmi personalmente.
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    Il calore percepito da Aristotelis aumentò con ben poca pietà una volta indossata l'intera corazza nera, ma la tempra da oplite gli permise di sopportarlo senza lamentarsi.
    Di sicuro avrebbero dovuto fare in fretta, però.
    R-Ragioni d'affari, suppongo.
    Timore. Non c'era bisogno di un esperto per capire che una stilla di paura s'era fatta strada nell'animo del ragazzo; Lazarus assunse automaticamente una posizione del corpo da difensiva, quasi a voler scacciare tutte le taciute accuse mosse dall'Eversore -il quale, per inciso, interruppe la sua vestizione e non mosse un muscolo, né del volto, né del corpo, risultando forse ancora più minaccioso di prima.
    Ho un grande rispetto per la segretezza - mia e altrui.
    Fermo così, con la mancina serrata attorno al epipēkhýon destro appena indossato, capo piegato leggermente di lato e sguardo che andava a tagliare come un coltello le pupille dell'albino, visibilmente sudato non solo a causa della temperatura proibitiva.
    L'immobilismo del Gerarca si ruppe solo attraverso un sorrisetto più velenoso degli alcolici del Boggart, ultimando con serafica calma quel rituale divenuto quasi sacro negli anni.
    Tranquillo, ragazzo. Non voglio certo mangiarti.
    Il ghigno s'allargò, e l'uomo si inginocchiò per prendere una borraccia dal sacco, lanciandola all'accompagnato.
    Bevi un po', stai perdendo troppa pece.
    Non doveva essere così bello avere umori corporei scuri come il petrolio, ma d'altronde c'erano molte cose del giovane che l'Eversore non riteneva particolarmente apprezzabili.
    De gustibus, in ogni caso.
    Sai, quando arrivai in questo mondo, svariati anni fa, per poco non rimasi ucciso in questo stesso deserto.
    Sfilò con eleganza la makhaira che portava al fianco sinistro, facendola risplendere sotto i raggi del sole.
    Indovina per colpa di chi.
    Stavolta le labbra arcuate mostrarono vero divertimento.
    Qualche tempo dopo, incontrai Zimmer mentre facevo il mercenario.
    Informazioni assolutamente vaghe e frastagliate, come d'altronde non ci si poteva aspettare diversamente.
    Rinfoderò la spada e prese un otre dal quale ingurgitò un gran sorso d'acqua, provando istantaneo sollievo.
    Siamo stati compagni d'arme a lungo. Forse tra i migliori che questo orrore di posto abbia mai visto.
    Una punta d'orgoglio nel suo tono, subito seppellita sotto il glaciale cambiamento che seguì.
    La Tana crea legami strani, Lazarus Lee. Tu stesso hai avuto modo di esserne testimone e partecipe in egual misura.
    Indossò lo scudo. Infine, prese di nuovo la scatola poc'anzi appena mostrata, sorreggendola con la destra mentre la sinistra andava ad appoggiarsi sul coperchio.
    Queste corde che ci legano l'un con l'altro sono indissolubili, e se qualcosa o qualcuno anche solo cercasse di spezzarle noi non avremmo scrupolo alcuno a far sparire nel nulla la minaccia.
    Sbuffò, lasciandosi scappare una risatina.
    Beh, quantomeno a provarci.
    Le dita s'avvicinarono lentamente alla sicura del cofanetto, senza tuttavia aprirlo.
    Ora ti trovi di fronte ad una scelta, ragazzo, e la decisione potrà essere solo e soltanto tua, giacché io in alcun modo tenterò di influenzarti con personali pareri: puoi seguirmi come un pupazzo privo di volontà e coscienza, evitando spiacevoli inconvenienti legati alla nuda essenza di Kerak, almeno quanto più a lungo possibile; oppure, puoi mantenere la tua umanità e sfidare l'Ade, rischiando più di quanto tu non abbia mai fatto in vita tua.
    La serietà mortuaria trasparita dalla sua sentenza pesava come un macigno nel vento afoso dello Yuzrab, tanto che anche la temperatura divenne un ricordo lontano per pochi secondi.
    Il senso della Tenebra non avrebbe potuto rivelare veri pericoli; al più si sarebbe contorto confusamente su se stesso: cos'era il rischio per Lazarus, se non un gioco d'azzardo? L'aveva detto pure lui, Ariste sapeva bene cos'avesse vissuto sotto la cruda guida del Castigo. Eppure, ciò che il Kuthiano praticava apertamente sul corpo e lo spirito dell'albino era materiale conosciuto ormai, e magari ne andava pure fiero, quello scheletrino.
    Purtroppo, lo stesso non poteva dirsi per i segreti sperduti nella panoplia di Aristotelis Skotos, panoplia nera come la notte più buia.
    O la morte più impietosa.

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    Note: Ma... Cos'è questo... Odo forse un suono di possibile viramento verso una scena masterata? A te la scelta. :guru:
     
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    Dice di non volermi mangiare, ma io di certo non mangerò quel che mi offrirà lui.
    Stesso discorso per le bevande. Tiro fuori la mia, di borraccia, rilanciandogli indietro l'offerta con un cenno di ringraziamento.
    Mi piacerebbe usare il liquido per scrostarmi il castrame di dosso, ma so che sarebbe inutile. Bevo una singola sorsata, trattenendomi a stento dal prenderne una seconda. Centellinare, centellinare. Sento le labbra spaccarsi e bruciare sotto acqua che brucia come acido.
    Non vuole mangiarmi, ma percepisco il peso della minaccia che incombe sotto quelle parole apparentemente gentili.
    Compagni d'arme. Amicizie e strani legami.

    Un sospiro.

    «Mi piacerebbe molto essere un imprenditore obiettivo, signor Ariste - o almeno un sociopatico. Qualcuno incapace di mescolare la vita personale con il lavoro. Purtroppo per me, non è così. Altrimenti avrei già spezzato i miei legami con Bid'daum almeno tre volte, visti i casini in cui mi ha messo con gli Aviatori.»
    Storco la bocca. Bid gli avrà parlato della faccenda "rituale di Khatep"?
    Boh. Ma i Merovishi non apprezzano le spie Laputensi, e lui di certo sa che il sentimento è reciproco.
    «La verità è che...» chino lo sguardo «Quel disgraziato è la persona più s-simile a... A una famiglia che io abbia mai avuto. D-Dubito che la cosa sia reciproca» sorrido appena «ma non riuscirei a tradirlo con leggerezza. E la cosa si estende a un po'tutti i miei conoscenti qui a Sud - siete gente a modo. Senza contare, ovviamente, tutti i motivi commerciali ed economici che mi spingono a rimanere in buoni rapporti con chi comanda qui.»
    Altamente melodrammatica e forzata come confessione, me ne rendo conto, ma spero di aver fatto passare il concetto.
    Ho già troppi nemici in giro. Preferirei che almeno io e Merovish stessimo dalla stessa parte senza timori.
    (Non fiducia, quella MAI. Ma un labile surrogato, magari, il porsi vicendevolmente in fondo alle rispettive scale di preoccupazioni.)
    L'idea di tradire Bid, in verità, non mi è ancora del tutto passata di mente. Se ne sta lì in un cantuccio del mio cranio, insieme alla rabbia e alla bile.
    Io però almeno avvertirei, prima di metterlo nella merda.

    Contorte questioni di onore, affetto e riconoscenza.

    Il sole picchia come un martello sul mio cranio. Il cappello mi scherma dalla luce, mentre il corpo affoga in un mare di pece.
    Abiti da buttare. Dovrei iniziare a vestirmi come un darkettone.
    «La ringrazio per avermi dato possibilità di scelta, comunque, ma immagino che sappia già la mia risposta.» dico, facendo un passo avanti. La postura ora più rilassata, le mani nelle tasche.
    «Direi che ho atteso fin troppo per visitare l'Ade, vista la mia occupazione.»
    Uomini in armatura che offrono scrigni misteriosi.
    Mi pareva che i gdr su Saint Seya fossero da un'altra parte.
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    A questo arrivava la malafede del businessman? A rifiutare l'acqua offerta dal Gerarca perché temeva per la propria incolumità?
    Ariste non poté trattenere un rantolo provocato dalla troppa pressione dell'aria espulsa dai polmoni, come quando si cerca di schiarire la parte sommitale della gola. Merovish stava iniziando ad esigere i suoi pagamenti alla psiche del ragazzo -o forse si trattava semplicemente del pegno da pagare per diventare un unoabi Signore del Male.
    Mi piacerebbe molto essere un imprenditore obiettivo, signor Ariste - o almeno un sociopatico. Qualcuno incapace di mescolare la vita personale con il lavoro. Purtroppo per me, non è così. Altrimenti avrei già spezzato i miei legami con Bid'daum almeno tre volte, visti i casini in cui mi ha messo con gli Aviatori.
    Maledizione.
    Il pensiero nacque con una spontaneità disarmante, e tanti improperi volarono in direzione del Kuthiano; anche Lazarus non venne risparmiato, nella mente del greco. Né gli Aviatori, in vero.
    Del primo non comprendeva la sua volontà di inimicarsi l'intero semipiano e i suoi vari organi di potere, imbarcandosi in guerre fredde che andavano a deteriorare i rapporti diplomatici tra il Sud e altri vari Presidi. Non che fosse questo gran peccato, in fondo; d'altra parte, ognuno aveva i suoi passatempi. Tuttavia, era Merovish stessa a risentirne, in quanto la Tana necessitava di tutte le attenzioni possibili dopo che l'ebbero finalmente conquistata.
    Dell'albino non capiva il suo continuo farsi sbattere in giro come una pezza, servendo questi e quelli: credeva davvero che sarebbe riuscito ad uscire indenne dai suoi giochetti da doppiogiochista? Più tempo passava, meno il giovane restava una pedina inerme, tanto che in vero l'oplite non credeva più che lo fosse mai stato veramente. Se le tensioni già esistenti tra le due Capitali fossero mai esplose, il Comandante giurava che gliel'avrebbe fatta pagare cara. Per il momento, in ogni caso, non erano fatti suoi, perché non voleva assumersi le responsabilità del Castigo.
    Dei Laputensi... In realtà non aveva mai avuto a che fare con loro. Certo, scoprire una loro spia nella Quinta Bolgia non l'aveva allietato, ma non sapeva quali fossero i risvolti di quella situazione, né a cosa si stesse riferendo Lazarus circa i casini poc'anzi citati.
    Urgeva un incontro con i colleghi.

    In mezzo a quella sfilata di pensieri, tuttavia, non sfuggirono le altre parole del tenebroso, alquanto compromettenti per il legame tra maestro e allievo. Purtroppo, per quanto le frasi suonassero realmente sentite e soppesate nel cuore del giovane, la situazione non poteva che complicarsi, tenendo conto di quanto detto prima. Il Gerarca tacque.
    Quando il capo della Seele si rasserenò, diede la risposta all'oplite.
    La ringrazio per avermi dato possibilità di scelta, comunque, ma immagino che sappia già la mia risposta. Direi che ho atteso fin troppo per visitare l'Ade, vista la mia occupazione.
    Il respiro venne trattenuto, il petto gonfio sotto la corazza. Stava quasi per mordersi un labbro, ma si limitò a distendere i muscoli facciali in quella che pareva addirittura rassegnazione.
    Lazarus.
    Cominciò, sbloccando quanto meno velocemente possibile la sicura del cofanetto.
    Bid'daum non prova affetto per alcun essere vivente, nemmeno per se stesso.
    Forse una menzogna, forse no; manco l'Eversore poteva affermarlo con certezza.
    Non in maniera convenzionale, almeno.
    Omise il fatto che, però, egli era il primo studente della scuola Kuthiana di sofferenza e strazio; avrebbe anche scoperto da solo che quel giorno l'insegnante sarebbe stato qualcun altro.
    Apprezzo la tua resistenza verso la scissione tra sentimenti e affari, ma devi capire che stai trattando con individui totalmente privi di scrupoli.
    Fece scattare il meccanismo dello scrigno, aprendolo e rivelandone il contenuto: due maschere, una scolpita nell'ossidiana e lavorata con tratti semplici seppur appena inquietanti, l'altra ricavata da qualcosa di squamoso e grezzo, ma molto più pittoresca e spaventosa; poi, due ciondoli con collana al seguito, trasparenti e di forma ovale.
    Diede il secondo dei finti volti all'albino, insieme ad entrambi gli amuleti.
    È sufficiente che tu l'avvicini al viso. Prima, però, indossa i pendenti.
    E con serafica calma, Aristotelis attese che Lazarus seguisse le sue indicazioni.


    Note: All aboard the Pyt Train!
    Appena indossi la maschera, accadrà questo:
    1. Nulla.

    Quindi vedi di rendere bene la cosa :guru: per inciso, la passiva di pericolo non percepisce granché, sempre la solita confusione.
    A te la mossa, dal prossimo giro inizio a masterare.
     
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    «Oh, non fraintenda.» replico a denti stretti «Non sono così stupido da lasciare che i sentimenti onnubilino totalmente il mio giudizio.
    So essere privo di scrupoli anch'io. Avere ancora qualche pizzico di umanità significa solamente che farà male anche a me fare certe cose, ma il risultato finale sarà lo stesso.
    » spallucce «Venderei l'anima per diventare un sociopatico privo di sentimenti; sarebbe tutto molto più semplice. Ma ritengo che certi concetti vadano imparati sulla propria pelle, senza trucchetti. Col dolore le cose rimangono meglio in testa, non crede?» concludo con tono mellifluo. Come se fosse quasi una consolazione, quel dolore che sottolinea ogni sbaglio.
    Diventare veramente senza scrupoli. Un'opera che Bid ha già iniziato, spezzando le mie certezze con poche crudeli parole.

    "L'ho fatto perché volevo farlo."

    Eppure, eppure... Bid non è una bestia.
    All'inizio pensavo di sì. Retrocedevo come un bimbo spaventato dopo ogni mia domanda, temendo di venir attaccato per aver osato parlare. Temendo la furia inconsulta di un uomo ubriaco, la violenza senza fine né un perché.
    Ma non mi ha mai sfiorato con un dito. Mi ha salvato la vita, persino. Ha dato corda ai miei progetti, senza chiedermi di agire direttamente in vece sua.
    Lasciandomi libero.
    Togliendomi il Marchio pur sapendo che potrei tradirlo.
    Nemmeno io credo che un Mostro possa provare affetto per qualcuno.
    Però credo che due Mostri, a modo loro, possano creare qualcosa.
    Un legame.

    «Che brutto muso.»
    Prendo in mano la maschera e me la rigiro tra le mani.
    Sembra un comunissimo pezzo di creta e spago. Come vorrei poter annusare la magia come Gajeel! Tenebra? Un parere del pubblico?

    Non ci capisco un cazzo.

    Okay.
    Dunque... Prima i pendenti, poi la maschera. Addobbato come un albero di natale. Certo che è stupido rifiutare l'acqua da un quasi sconosciuto, per poi indossare loschissimi mascheroni voodoo in sua presenza. Credo che il losco mascherone sia più pericoloso di una borraccia.
    Credo anche che mi darebbe una morte molto più interessante.


    Non succede niente. Tutto quel che sento è il mio respiro caldo contro la faccia.
    «...Va accesa o qualcosa di simile?»
    Forse va caricata. Funziona a energia solare.
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    Il dolore.
    Vi erano molte forme di dolore, nel mondo: fisico, psicologico, morale, spirituale, esistenziale e via dicendo.
    Perché ostinarsi a seguire questo? Evidentemente perché certi individui non potevano davvero fare a meno di esso.
    A ciascheduno il suo, dunque.
    Che brutto muso.
    Ariste sorrise, attendendo che il ragazzo seguisse le sue direttive; di brutti musi, quelli veri, ne avrebbe incontrati parecchi, una volta a Kerak.
    ...Va accesa o qualcosa di simile?
    L'Eversore si avvicinò, mettendo a sua volta la propria maschera e celando così ogni espressione facciale sotto di quella.
    No.
    Stava ghignando, per chi volesse saperlo; la risposta seguente risuonò nell'aria come più voci sovrapposte, in vero di richiamo spettrale.
    Si accende da sola.
    Una morsa di pericolo avvolse la mente di Lazarus, ma era ormai troppo tardi.

    ~•~

    Si dice che da qualche parte in un pianeta lontano sia stata creata una stanza dove ogni singolo suono prodotto viene assorbito dalle sue pareti fonoassorbenti, rendendola perfettamente isolata dall'esterno; luoghi del genere vengono chiamati camere anecoiche, in quanto annullano la rifrazione sonora ed impediscono la creazione del riverbero.
    Immaginate, ora, di trovarvi al suo interno: battete le mani, urlate, schioccate le dita, respirate forte, respirate piano, correte, passeggiate, saltate.
    Cosa pensate che accada?
    Sentirete tutto -in maniera molto attutita, senz'altro- ma udirete quel che voi creerete. D'altronde, tra le mura è presente l'aria, no? Ed è proprio l'aria, il principale mezzo di trasmissione delle onde sonore.
    Purtroppo, quando il rumore di fondo è così basso, e parliamo di un valore di -9.4 dB, il nostro cervello inizia ad incontrare alcuni problemi di funzionamento: allucinazioni, squilibri mentali, paura, senso di vertigine, claustrofobia, e molto altro. Una persona normale non dura più di tre quarti d'ora.
    Gioite, però! L'udito è compromesso, ma avete ancora la vista! E il tatto! E l'olfatto, e il gusto -per quel che questi due possano valere in una circostanza simile.

    Lazarus Lee, no.
    Lazarus non ha orecchie, Lazarus non ha occhi, Lazarus non ha pelle, Lazarus non ha naso, e Lazarus non ha lingua.
    Lazarus non percepisce la maschera sul volto, né il calore terribile dello Yuzrab, ma nemmeno il sudore nero pece che scivola sulla fronte, così come la sabbia sembra ben lontana dalle piante dei piedi.
    Allo stesso modo Lazarus non vede né l'oplite di fronte a lui, né i raggi solari che sferzano il suo corpo insensibile, né le vie segrete che si manifestano ad un comando del greco.
    Nessun odore di creta nelle nari, nessun gusto di secchezza nella bocca.
    Nessuno spirito intorno a lui, né segnali di pericolo.
    Nessun suono causato dal vento, né rumori provenienti dai cunicoli che si aprono sotto l'ordine del Comandante.
    Fuori di sé, Lazarus Lee percepisce il più assoluto e terribile

    NULLA

    Do not worry though, young man!
    Direbbe egli stesso.
    Se l'esterno è ottenebrato da un'infrangibile coltre più nera dell'oscurità lì dove la luce non ha mai spleso, l'interno è, ora più che mai, un ribollire furioso di immagini, vibrazioni, battiti cardiaci impazziti, odori dimenticati, assaggi perduti e, soprattutto, angosce difficilmente sepolte.
    Ridotto ad un prigioniero della propria carne, vivo, ma separato da se stesso.
    Sa che ha due braccia, due gambe, due mani, un pene, due testicoli, due piedi, due occhi, un naso, due orecchie, due
    Sa che ha delle braccia, delle gambe, delle mani, dei genitali, dei
    Sa che ha degli arti, de
    Sa che ha delle propaggini,
    Sa che ha un corpo
    Sa che ha u
    Sa ch

    Sa


    L'Io s'annulla, l'Ego prevale, o forse il contrario, o forse niente di tutto ciò.
    Lo scorrere del tempo si dilata, o forse si restringe, o forse niente di tutto ciò.
    Ogni cosa perde totalmente di senso, lo spazio crolla come sensazione, come concetto, ogni cosa è buio, ogni cosa è allucinazione, la Tenebra inizia a risvegliarsi, Lazarus Lee inizia a precipitare.

    O forse niente di tutto ciò.



    Note: La morale è sempre quella, andare a Kerak ti sbarella.

    Non so se ho reso l'idea. :geez:
    In termini di gioco, la maschera annulla tutti i tuoi sensi, compresi quelli sovrannaturali, ma puoi percepire ciò che accade all'interno di te.
    Non sai quanto tempo sarà passato dalla attivazione al momento della conclusione del tuo post, né dove ti trovi fisicamente, e puoi considerare tutte le sensazioni che proverai (e descriverai) sotto la luce di un Doppio Critico di completo disagio interiore crescente, come se passasse da Basso a Doppio Critico in una manciata di secondi, il tempo necessario perché tu inizi ad impazzire per l'assenza di... tutto.
    Roba descrittiva insomma, lascia perdere l'esterno e vai giù pesante di magagne e trip mentali.

    Se hai difese e robe simili adatte alla situazione puoi utilizzarle, ma tieni conto che:
    1) Questo è il primo post della parte masterata;
    2) Non puoi in alcun modo sapere cosa accade fuori dalla maschera;
    3) Non puoi debellare gli effetti nella loro interezza, ma solo alleviarli.

    Inoltre, riferimenti vari ed eventuali al fatto che la Tenebra inizia a smadonnare tienili per la fine del tuo post. :sisi:

    Detto questo, enjoy and please please me. :guru:
     
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    Oh.
    Non vedo niente.
    Non sento niente.
    Ho visto hentai che iniziavano a questa maniera, con bende e gagball e cuffie silenzianti. Non sento il peso di corde e legacci, però.
    Non sento proprio niente.

    Don't panic. Hai già subito un'esperienza simile, vero Laz? A Daleli, quando gli spiriti ti hanno portato ai margini del limbo. E hai usato più volte una proiezione astrale, distaccandoti dalla materia per divenire un bel fantasmino.
    Non è nulla di diverso da ciò che hai affrontato. Cerca solo di rilassarti.


    No.
    Non è assolutamente vero.
    Quando ero nel deserto ero in mezzo agli spiriti. Avevo voci ovunque, dentro la testa.
    Qui non c'è nessuno.
    Tenebra?

    Sono qui.

    Whew. Sospirerei di sollievo, se avessi un corpo. Ho ancora un corpo, vero? Questa non è una proiezione astrale. Non sono nel mondo dei morti, ma galleggio in un buio che non è davvero tale.

    Non è oscurità, questa.
    Si chiama Nulla.


    Vertigini. È come quando fissavo il cielo notturno e pensavo a come fossi una creatura minuscola, seduto su un sasso minuscolo, che galleggiava in uno spazio così grande da essere inimmaginabile. Il solo pensarci mi faceva sentire il vuoto nella pancia, come quando si va sulle montagne russe.
    Mi piaceva, il vuoto nella pancia. Riuscivo a non pensare a tutto il resto, come alla mia miserabile esistenza.
    Qui non ci sono stelle né pianeti, però. Ci siamo solo io, la Tenebra e il grande Nulla.

    ...Il Nulla sono io?

    Oh, no. L'ho sempre saputo che c'era qualcosa di sbagliato in me. Che non funzionavo come le altre persone perché mi mancava qualcosa. Credevo che fosse per l'anima monca, ma anche ora che l'ho tutta intera continuo a sentirmi sbagliato.
    Mi manca un pezzo di qualcos'altro. Quella parte che spinge le persone a credere in maniera immotivata a qualcosa.
    A pensare che la vita abbia un senso. Ai sogni, le ideali, i principi, la morale comune, e tutte quelle belle altre cose.
    Forse sono psicopatico. O sociopatico. Non ho mai capito la differenza. Guardavo spesso le malattie mentali su wikipedia, una volta, cercandone una che sembrasse mia.
    Ho capito solo di essere un nichilista.
    Non c'era nulla sotto la voce "trattamento". Era nella sezione filosofia, non in quella di medicina.

    Sono davvero così vuoto? Credevo che ci fosse qualcosa, in me, da qualche parte. Pensavo che continuando a fingermi un Signore del Male, a fottere la gente e a fare cose strane, alla fine avrei capito davvero perché lo facevo. Scavando e scavando, avrei trovato il mio motivo per cui vivere. Qualcosa che mi rendesse felice, senza farmi male.
    Non penso di voler morire. Ho troppa paura. Però non voglio davvero vivere.
    Vorrei soltanto spegnermi.

    Nonvogliononvogliononvoglio essere così. Dev'esserci pur qualcosa, da qualche parte. Tenebra, tu vedi qualcosa?

    No.

    I have no mouth and I must scream. Cosa stai facendo esattamente? Ti vedo che azzanni l'aria.

    Tenebra. Tu non mi lascerai sola, vero? Forse se non c'è nulla in me, potrei essere un po'di te.
    Stiamo insieme da così tanto tempo. Tu non hai dei desideri, oltre a mangiare? Verrai pur da qualche parte. Vuoi tornare a casa, per caso? O forse vuoi divorarmi. A me starebbe bene, se siete tu o Bid a farlo.

    Lazarus, sai benissimo che non ho una vera coscienza. Sei tu a fingere che io abbia una voce.
    Non sei troppo grande per gli amici immaginari?


    SMETTILA! Non voglio piangere. Non posso, non ho gli occhi. Mi resteranno tutte le lacrime dentro, e poi mi gonfierò fino a scoppiare...
    Energia: 70% (110 - 40)

    Tecnica utilizzata:
    CITAZIONE
    Wis Sanct
    La Tenebra è una creatura gelosa. Lazarus è suo in ogni sua parte, mente inclusa.
    L'oscurità è in grado di intercettare eventuali attacchi psionici inferti al ragazzo. Trancerà il contatto psichico tra Laz e avversario coi suoi dentacci neri, impedendo all'attacco di compiersi.
    [Difesa psionica, consumo variabile]

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    I naturali cunicoli lavici in cui si trovavano erano ben diversi da quelli artificiali di Merovish; durante i secoli, le continue eruzioni del Geisine avevano dato vita a dei tunnel che si perdevano nei meandri dello Yuzrab, inoltrandosi per chilometri sotto l'oceano di granelli di silice. Tuttavia, alcuni di questi erano più vicini alla superficie, e permettevano d'avvicinarsi alla catena vulcanica senza dover soffrirne le terribili esalazioni.
    Poiché Kerak si trovava proprio al centro delle valli di raccolta delle lave, era impossibile raggiungere la prigione dalla superficie ed uscirne incolumi: per questo l'Eversore stava attraversando uno dei percorsi sotterranei segreti accessibili esclusivamente dalle Alte Cariche della Legione Merovisha, con il corpo immoto di Lazarus sulle spalle. Gallerie finemente lavorate e decorate, con le volte a botte e torce su ogni muro, tanto che mai si poteva credere che portassero inevitabilmente nella bocca del terrore.
    Ogni tanto il Gerarca incrociava lo sguardo vuoto di Laz che s'intravedeva dietro le cuciture della maschera, non preoccupandosi della testa penzoloni che rimbalzava ad ogni suo passo.
    Questa storia è soltanto un fastidio, Bid'daum, e non mi sobbarcherò le responsabilità che nasceranno in caso di fallimento.
    Il collegamento telepatico col Castigo andava avanti da alcuni minuti. Aristotelis aveva contattato il Kuthiano per chiedere spiegazioni circa le parole dell'albino, e quanto riferitogli dal collega non lo rendeva sereno.
    Non comprendeva, non comprendeva proprio. Perché dovevano giocare alla guerra psicologica con le istituzioni degli altri Presidi? Che ci guadagnavano?


    Sì, va bene, stava mentendo. Erano amici d'altra parte, come avrebbe potuto lasciare che quel perverso ammasso di sentimenti negativi e congiure se la sbrigasse da solo?
    Il Ponte dell'Oblio rappresenta la soluzione ai vostri problemi. Che fortuna, vero? Sono sicuro che avevi già calcolato tutto.
    D'altronde, perché mandare uno come il ragazzo a Kerak? I Comandanti sapevano bene che non avrebbe trovato alcunché di quello che cercava.
    Sorrise impazientito.
    Sei proprio un figlio di puttana, Kuthiano. Vedi di rimaner tale anche in futuro, o giuro che eliminerò il problema alla radice.
    Interruppe la comunicazione, lanciando un'occhiata a quel sacco di carne immobile che si ritrovava come passeggero.
    Sarà meglio per voi che non ci siano problemi, albino.
    Peccato che non potesse sentirlo.
    Oh beh, aveva sicuramente il suo bel daffare in quel momento, il pallido Signore del Male.

    ~•~

    Cos'è, Lazarus Lee?
    O forse la domanda non dovrebbe avere quella virgola.
    Qual è il fulcro della questione, ciò che il ragazzo sente o ciò che il ragazzo è?
    Aristotelis Skotos non lo sa, anche se lo intuisce. Bid'daum? Difficile. Zimmer? Risponderebbe che quello è il figlio illegittimo del Castigo -e magari non è nemmeno troppo lontano.
    Lo sa Azazel? Lo sa Jack BloodHeart? Lo sa Gajeel Redfox?
    Lo sa Kathep? Lo sa Grifis?
    Lo so io?
    Fuck nose.

    La verità è che nemmeno Lazarus Lee sa cos'è Lazarus Lee. Può sapere chi è, certo, ma non cosa è. O almeno, ancora è ben lontano dal comprenderlo.
    Eppure...
    Eppure, galleggiando in quel Nulla così ricolmo di sofferenza interiore, il giovane si avvicina sempre di più alla Verità.
    Ed oseremo anche dire che, in vero, la Verità è sempre stata lì, in fondo all'anima, attorno alla Tenebra, permeando l'intera essenza ed esistenza del commerciante di anime.

    La Tenebra risponde al richiamo, un po' come fa la nostra voce che ritorna a noi grazie all'eco.
    Brutta cosa l'essere vivi in un corpo apparentemente morto.
    Gli sforzi di Lazarus servono solo a ritardare l'inevitabile disperazione, ed infatti, infine, ecco che giunge.
    Sarebbe bello poter dire che abbia una forma definita, un'immagine chiara, qualcosa che, seppur grottesca e terribile, sia familiare al capo della Seele; purtroppo, così non è.
    Nasce come un seme di sconforto, una stilla sbocciata in profondità nello spirito, impercettibile perché non brilla, bensì si nasconde nella già ottenebrante oscurità.
    Poi germoglia, e la paura si spande come una rampicante, con le sue foglie di insicurezza, inquietudine, angoscia, debolezza e autoflagellazione.
    Quando ha catturato la sua preda, è ormai troppo tardi.
    Ogni cosa nasce da noi, ed in noi muore.


    Anche la Tenebra.

    La Tenebra reclama ciò che le è inferiore, e tu, Lazarus Lee, sei un indegno.

    Ed eccoti lì, in piedi dentro te stesso.
    Forse non si tratta solo di allucinazioni e giochetti mentali per tenersi compagnia, n'è vero, albino?
    Ti accorgi di questo quando la tua amata compagna si ribella, ma sai che non può davvero farlo.
    La domanda è: tu sai o tu credi che sia così?

    Mentre quattro tentacoli viscosi e neri si avventano su di te volendo immobilizzarti braccia e gambe -ma quali, poi?- capisci che i nemici più pericolosi sono i demoni che albergano in noi, e non quelli che ci minacciano da fuori.



    Note: mi sei piaciuta così tanto che mo' mi fai un altro mezzo post uguale. :guru:

    I tentacoli della Tenebra li puoi sentire perché, d'altronde, è roba tua.
    È un attacco Alto sì psionico, ma è come se tu avessi un corpo nella tua mente, e stai venendo attaccato a quello: mente, corpo o spirito? In base alla tipologia difesa, potrebbero esserci esiti differenti.

    Non essere autoconclusiva nella difesa (puoi evitare i danni, questo sì) né nell'offensiva, se ne porti una.
     
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    Io credo si sapere chi sono, più o meno. Il problema è che non sono un granché, e quel poco che c'è di me non mi piace.
    L'ossessione per il dolore, ad esempio, mi fa venire la nausea. Possibile che mi sia così... Abituato a non aver nulla di bello nella vita, da trovare il dolore rassicurante?
    Perché alla fine è pur sempre un qualcosa.
    Perché è l'unico stimolo che mi faccia sentire vivo.
    Better feel pain than nothing at all.

    È per questo che vivo, per stare sempre peggio? Non voglio! È così perverso e orribile e sbagliato.
    Anche se il dolore è ormai piacevole. Anche se l'anima è a pezzi e le braccia sono piene di tagli, e ho fatto tutto da solo, anche se ultimamente cerco di evitare perché l'ultima volta mi sono tagliato troppo, perché non faceva male abbastanza, ma poi il sangue non si fermava più e ho avuto paura.
    La vita è meravigliosa. Orribile, ma meravigliosa. Perché non riesco a godermela? Tenebra, dici che è colpa tua o sono io?

    La Tenebra reclama ciò che le è inferiore, e tu, Lazarus Lee, sei un indegno.


    Oh, meno male.

    Ora ho la sicurezza che tutto ciò sia solo un sogno orribile. È tutto un inganno, un'illusione, creato da qualcuno che mi conosce appena.
    La Tenebra non direbbe mai una cosa simile, perché IO sono la Tenebra.
    Non v'è alcuna distinzione tra noi. È un po'come quei discorsi cristiani sul Dio che è uno e trino al tempo stesso: non una vera divisione, ma sfaccettature diverse dello stesso essere.
    È l'unica certezza della mia vita.

    L'abbraccio dei tuoi tentacoli è dolce, Tenebra. Un auto-abbraccio, in un certo senso, il che è una cosa piuttosto triste.
    (I giapponesi hanno dei cuscini a forma di torso con un braccio per sentirsi meno soli.)
    Stringi pure, non mi stai facendo male. Oh, in tanti hanno detto che sei pericolosa, che mi divorerai dall'interno e che sei solo un parassita, ma sappiamo entrambi che è solo una bugia.
    Siamo due metà scheggiate, unite dalla sciagura. È per questo che sei venuta da me, Tenebra? Anche tu eri rotta?
    Non ci avevo mai pensato. Forse non eri che il frammento di qualcosa di più grande, alla disperata ricerca di un altro pezzo che combaciasse.
    E hai scelto me. Il povero Lazarus nato e subito morto, l'albino rachitico e deboluccio. Un essere indegno, almeno a prima vista.
    Su questo hai ragione, Finta Tenebra. Ma sai una cosa?
    Sono ancora qui. Ho avuto il Cancro nell'anima per 20 anni, e sono ancora qui.
    Se non ne fossi degno, schifosa puttana, sarei già morto da un pezzo.
    Energia: 70%

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    Le propaggini serpeggianti sembrano tentennare, agitandosi incerte.
    Bravo Lazarus, il tuo ragionamento non ha fatto una piega: chi altri può conoscere meglio la Tenebra, se non se stessa? Forse non sei poi così debole come credi - come vuoi far credere agli altri.
    Il silenzio aleggia tutt'attorno, e in fondo che è cambiato rispetto a prima? Niente.
    Stavolta, però, senti questo peso gravarti sul cuore, questo impedimento che ti opprime e ti spezza il fiato, così nel corpo come nella mente.
    Le spire di un rettile che si stringono attorno alla tua essenza, fameliche e irrefrenabili.

    Conviviamo dentro lo stesso ammasso di carne.

    I tentacoli riacquistano fermezza, scattando senza pietà verso gli arti del del ragazzo, avvinghiandosi ad essi e strattonandolo malamente, senza criterio, come se bisticciassero tra di loro.
    In mezzo ad esse si fanno largo un paio di fauci oscure, una bocca cosparsa di denti che insegue solo l'istinto del predatore.

    Nulla più, nulla meno.

    La Tenebra è un simbionte, certo.
    Ma anche i simbionti possono trasformarsi in parassiti.


    ~•~




    Male. Molto male.
    L'albino iniziava ad agitarsi, scalciando senza controllo e tremando per convulsioni sempre più violente. Stava pure sbavando: poteva capirlo dai fili collosi neri che attraversavano l'apertura della maschera all'altezza della bocca.
    Che schifo.
    Non va bene per nulla.
    L'oplite doveva confessare di non sapere quali fossero tutti gli effetti collaterali dell'artefatto, ma credeva che la perdita della totalità dei sensi fosse già una punizione non indifferente.
    C'era qualcos'altro dietro. Doveva sbrigarsi.
    È presto per morire, giovane. Resisti finché non visiterai Kerak, quantomeno.
    Il Gerarca iniziò a correre.


    ~•~


    Il dolore è reale.
    Senti le ossa - no, non le ossa, qualcosa scricchiolare sotto la pressione dei viscidi legacci neri, che mano a mano diventano sempre più difficili da scostare.
    Vent'anni di vita condivisa, una morte scampata grazie ad essa ed un'anima incompleta resa solida grazie al suo aiuto.
    Lazarus e la Tenebra, inseparabili compagni di avventure, come nel più divertente dei fumetti per bambini.
    Purtroppo, non tutto può andare sempre per il verso giusto, quando due entità devono condividere lo stesso spazio: un organo trapiantato viene forse permanentemente accettato dall'organismo ospite? È fondamentale tenere sempre sotto controllo il rigetto, altrimenti la morte è l'unica via di fuga. O l'espianto del problema.
    C'è da fare una considerazione, però: qual è l'organismo alfa, tra il bianchiccio e l'oscura energia?
    Il ragazzo ci mette il corpo, ci mette i nutrimenti, le dedica tempo e pensieri, si prende cura di lei.
    Fa forse qualche differenza, tutto questo? È la Tenebra qualcosa in grado di percepire la premura nei suoi confronti? Cosa succede quando l'albino si trova in difficoltà e non è in grado di controllare se stesso ed il suo contenuto?
    Domande che rimangono stampate a fondo nello spirito originale di Lazarus, questioni destinate ad essere risolte più in là, o forse mai.

    Ho fame.

    I tentacoli sono ormai come cemento, e il giovane si trova come un novello Prometeo crocifisso, servito con tutti gli onori all'avvoltoio che si ciba delle sue interiora, over and over and over again.

    Ho fame, e ora ti mangio.

    Sembra quasi uno scherzo, una battuta di un bimbo pacioccone e monello, qualcosa detta solo per fare un dispetto.
    Quando il morso arriva, però, non c'è urlo che tenga.
    Senti come se un pezzo della tua vita viene strappato via con violenza, una barbarie senza rimorso, l'epitome della sopravvivenza più pura.
    Cosa provi, Lazarus? Cosa provi?
    Pensi di farcela anche questa volta?
    Silly, silly Laz!

    Ne sta arrivando un altro.
    Preparati, e non fare troppo rumore.
    I tuoi desideri stanno per essere esaudi


    ~•~



    Gli strappò la maschera a forza, senza curarsi della pelle che andò via con essa. Si sarebbe rimesso presto, per quella.
    Riacquistare le percezioni sensoriali così all'improvviso doveva certamente essere traumatico, ma era forse quello il momento di farsi scrupoli in merito? Meglio sentirsi come se l'intera Legione lo pestasse allo stesso istante, piuttosto che rimetterci la vita.
    Anche se, in vero, Lazarus magari avrebbe preferito la seconda opzione.
    Ragazzo, stai bene?
    Ancora quella voce che sembrava risuonare dall'aldilà, da un punto lontano nello spazio e nel tempo. Una voce antica e che risaliva dalle viscere della terra.
    Ariste portò una mano sulla spalla del giovane, sollevandolo di peso. Altri fastidi per il capo della Seele, che stava provando cosa significasse tornare alla luce dopo star affogando nel buio più profondo.
    Rimettiti in fretta, albino. La nostra... passeggiata inizia solo adesso.
    Si trovavano ancora all'interno del cunicolo, ma un portone si ergeva di fronte a loro, due ante di pietra lavica con delle incisioni che ricordavano i Wyrm di Granato. Lo scheletrino non poteva sapere.
    Kerak era appena dietro quelle, in attesa. L'oplite non sapeva cosa fosse successo a Lazarus, ma per gli Dèi, era più che certo di cosa gli sarebbe accaduto dopo.

    Note: Oh oh oh, benone. :geez:
    Scaramucce varie, ti becchi l'Alto di prima, più un Critico del morso -sì, puoi difenderti se vuoi, ma occhio che le riserve energetiche sono quelle che sono, nessuno sconto.

    TUTTAVIA, siccome lo zio è buono e si preoccupa, ti ha strappato la maschera e fatto rinsavire, cosa che sarà appenappena traumatica, per il buon Lazarus. Altro che sognare di cadere e svegliarsi di soprassalto!
    I danni spariscono a quel punto, ma, beh, magari l'intera esperienza non è stata delle più belle, ecco. :pyt:
    Hai tempo per riassestarti un po', appena Laz è pronto basta che lo dica e viiiaaaa, sulle ali dell'entusiasmo! :geez:
     
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    È tutto uno scherzo, insisto. Un orribile scherzo.
    Non esiste che la Tenebra mi tratti così. Cos'è, il periodo dell'adolescenza? Ora sono grande, papà, voglio fare le cose a modo mio?
    Impossibile. Parlo spesso con la Tenebra, ma so che non può realmente rispondermi. Ha la mente di una bestia, i suoi istinti non vanno oltre "ho fame" e "picchialo" e "io voglio vivere".
    Tutto questo è pura finzion-























    Mi dice la regia che qui dovrebbe andarci del testo. Ma che tipo di testo?
    Non chiedetemi una narrazione in prima persona. Non chiedetemi di commentare in diretta come sia l'essere mangiati da metà di se stessi.
    Come facilmente intuibile, è una cosa brutta. Per il senso di tradimento, più che per il dolore.
    La cosa più ironica? Io stesso le ho insegnato come farlo. "Divoralo", le ho ordinato, quando abbiamo trovato l'altra metà di me nel trip spirituale di Daleli. Divoralo, e ora in un certo senso siamo in tre qua dentro, io e Lei e questa polvere luccicante che è me ma non ha mai avuto il tempo di essere me.
    (Uno e trino. L'ho detto anche prima, no? Destinato a grandi cose.)
    Scusate, sto divagando per cercare di non far caso al fatto che mi sto cannibalizzando da solo.
    Dissociazione, si chiama. La mente che si disconnette dal corpo perché incapace di sopportare il dolore. Torniamo al piccolo Laz legato da tentacoli scuri e minacciato da bocche giganti, manco fosse in un hentai?

    Torniamoci, anche se non c'è un granché che io possa fare.
    Non ho modo di difendermi da quelle fauci in rapido avvicinamento. Tutte le mie difese si basano sulla Tenebra, e non posso usarle contro la Tenebra stessa... Anche se quella Cosa, ne sono certo, è una bugia.
    Non voglio usare la Tenebra, forse. Colpa di quella vocina che mi sta sussurrando "e se decidesse di seguire l'esempio di questa brutta copia?"
    Perché non si sa mai.
    Perché un vero Sciamano non si fida mai nemmeno di se stess-

    «GWAH!»
    Cos'èquestacosaohddioètuttocosìpesanteecisonodeisuoni (chi è che sta urlando? Sono io?) e chiudo gli occhi ed è di nuovo buio ma non lo è abbastanza e aiuto devo ricordarmi di respirare c'è troppa realtà fermate il mondo voglio scendere.

    Rimesto la mia saliva e sputo a terra. Vaffanculo, mondo! Vaffanculo. E vaffanculo a questo sapore di merda che ho in bocca. Tiro pure un cazzotto contro il suolo, tanto lo odio, ma fa male!
    Che strano, il dolore fisico. Fa male, ma in maniera diversa dai morsi della Tenebra di prima. Sono ancora tutto intero? Mi artiglio la pancia. Non sento buchi, non ci sono intestini che penzolano.
    La mano. La fisso, ma non smette di fare male.
    Premo la faccia contro il pavimento e scoppio a piangere.

    Anche i masochisti hanno voglia di piagnucolare, ogni tanto. Posso farlo, vero? Sono stato bravo, sono ancora vivo. Lasciatemi innaffiare di nero questi sassi e tremare come una foglia e urlare un po'. So che è poco digitoso, ma tanto nessuno mi vedr-oh cazzo, Ariste.
    «Scusa.» biascico, cercando di rimettermi a sedere.
    Scusami per questo patetico spettacolo. Scusami se non sono abbastanza forte.

    Mi asciugo la faccia con le mani. Perché la sento così bagnata? Le lacrime non dovrebbero arrivare fin sulla fronte.
    Dita piene di pece. È sangue, vero? Tanto per cambiare. Voglio lavarmelo dalla faccia, e vaffanculo alle scorte d'acqua limitate. Cerco anche di bere qualche sorso, ma il saporaccio amaro in bocca permane.
    Ora ho una borraccia semivuota e un volto vagamente più pulito. Credo che non farei comunque una gran impressione, visto in uno specchio.
    Tempo di rimettersi in piedi, piccolo Laz. Sentito cos'ha detto la voce strana? La passeggiata inizia solo adesso.
    Chissà cos'è quella voce. La Tenebra si guarda intorno, cercando di capire da dove provenga quel rimbombo spirituale. Si comporta come se nulla fosse successo, la stronza.

    In piedi, Laz. Ce la fai? Puoi accasciarti contro una parete del cunicolo, se ti va. Hai il diritto di tremare per qualche altro secondo, mentre riprendi il fiato.
    «Potrei riaverla, per favore?» biascichi, allungando una mano tremante verso la maschera che stringe Ariste «Ho lasciato una faccenda in sospeso.»
    Questi sono i momenti in cui non ti capisco, piccolo Laz. Non capisco se applaudirti perché hai due coglioni quadrati, o compatirti per il tuo masochismo.
    Forse sei semplicemente un folle.
    Energia: 70%

    Passive:
    Wretched Body
    [Malia attraverso i fluidi corporei, Scurovisione]

    Damned Soul
    [Auspex spirituale, anti-auspex spirituale, +10% energia, manipolazione delle ombre gdr-only]

    Dangerous Mind
    [Percezione pericoli, casting da tech ed evocazioni, bugie perfette]

    Gressil - Famiglio
    Lie to me
    [Percezione bugie]
     
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