Contest "Mostro Mascotte"

Topic di raccolta.

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  1. Kanzler
     
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    Questo è il topic di raccolta del Contest di Bestiario - Mostro Mascotte.
    Qui di seguito ognuno posti in un singolo intervento la propria creazione.
    Grazie e buon divertimento.

     
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    HENCUBE

    Genere: Gallus
    Specie: Gallus gallus
    Sottospecie:Gallus gallus cubicus

    » Aspetti Morfologici

    L’hencube è un uccello selvatico con lontano parente il pollo. La specie è particolarmente diffusa in tutti i Presidi di Endlos, compreso quello Errante di solito poco raggiungibile dalla fauna e flora presente in superficie. Essendo una specie infestante ed in grado di svilupparsi in qualsiasi habitat la sua scoperta non si può attribuire ad uno specifico ricercatore od esploratore; anzi, c’è persino chi azzarda che l’hencube sia presente sin dagli albori.

    L’hencube si presenta con una caratteristica forma cubica (da cui il suo nome, unione di hen [gallina] e cube [cubo]) dalle dimensioni variabili ma in genere non superanti i 50 cm di lunghezza. Del pollo conserva alcune caratteristiche fisiche come il becco, la cresta o le piccoli ali. Come il suo parente, sebbene possegga le ali, non è in grado di volare ed essendo sprovvisto di zampe si muove compiendo (buffi) saltelli usando tutto il corpo. Le capacità mentali dell’hencube sono invece un mistero. C’è chi afferma di aver visto hencube proteggersi a vicenda e quindi in grado di sviluppare quantomeno gli istinti tipici del branco, chi invece è convinto l’hencube sia di una stupidità imbarazzante persino a livello della media animale a causa della totale incoscienza nei confronti delle specie aggressive, tra cui gli uomini (e gli eroi che vogliono fare punti esperienza). Tuttavia c’è da precisare che questo comportamento è dovuto al fatto che le carni dell’hencube siano pressoché disgustose ed immangiabili e che quindi non vi sia un motivo particolare nel doverli cacciare (non avendo neanche piumaggio) se non crudeltà fine a se stessa.

    » Classificazione

    Elemento che contraddistingue l’hencube è la molteplicità delle sue forme. All’inizio si era ritenuto che non fosse altro che una straordinaria capacità di mimetizzazione nell’habitat prescelto, ma uno studio approfondito sulla riproduzione (vedere il capitolo corrispondente) ha stabilito che si tratta di vere e proprie razze dovute alla fusione delle spore con il materiale di cui assumono l’aspetto. La vivisezione ha inoltre chiarito che, sebbene si siano fuse con il suddetto materiale, risulta impossibile scinderlo dall’hencube (sia nel caso in cui fosse vivo che da morto) in quanto massa unica dalla consistenza gelatinosa. Le razze più comuni sono:

    Snowcube: hencube tipico del presidio nord è la conseguenza delle fusione delle spore con l’elemento maggiormente presente: la neve. Si ottiene così un piccolo cubo soffice di color bianco. Sottorazza è l’icecube composto invece da ghiaccio e completamente trasparente.

    Sandcube: hencube tipico del presidio sud è la conseguenza della fusione delle spore con la sabbia dello Yuzrab. E’ un cubetto marrone, difficile da distinguere nelle dune, e granuloso al tatto.

    Naturalcube: hencube tipico dei territori inesplorati o ricchi di risorse naturali. Abbiamo così hencube composti di verde erba (come se si fosse asportata una zolla), d’acqua trasparente o di ogni tipologia di terreno.

    Ruralcube: hencube tipico degli insediamenti umani o di rovine ormai erose dal tempo. Il più diffuso è il rockcube difficilmente distinguibile da un mattone, ma abbiamo anche hencube di legno, di plastica o di vetro.

    Metalcube: hencube “prezioso” ottenuto fondendo le spore con un metallo, nonché conosciuto come la rovina degli avventurieri. Difatti non sono pochi quelli che credono di aver trovato un tesoro e che invece si ritrovano con un hencube. Peggior sorte a chi trova davvero un tesoro ma che, per sfortuna, viene a contatto con una spora di hencube. Purtroppo non è possibile separare l’hencube dal lingotto il che ha generato talmente tanta frustrazione da diventare un meme.

    Da segnalare, per pura conoscenza scientifica, che sono stati condotti numerosi esperimenti per generare forzatamente altre specie di hencube. Tuttavia ogni tentativo di unire le spore ad un oggetto per acquisirne le proprietà si è rivelato infruttuoso. Tutti tranne uno. In un remoto laboratorio uno scienziato che ha preferito mantenere l’anonimato è riuscito a fondere una spora con una cravatta ottenendo un ibrido che ha denominato hen-tie. Questo essere si presenta come una gallina dalla fattezze normali (non cubiche, quindi) con una macchia di piume scure sul petto a forma di cravatta. L’ibrido ha mostrato un interesse specifico nei confronti delle donne, specialmente umane o bipedi, presentando comportamenti definibili nelle comunità come da “maniaco”. La creatura è riuscita a scappare ed è ora libera su Endlos, nonché pericolosa. Nel caso venga avvistata si chiede di avvertire le autorità vigenti in quel Presidio e di non sottovalutare la scaltrezza dell’esperimento.

    » Habitat

    Essendo in grado di fondersi con qualsiasi materiale, l’hencube è capace di adattarsi a qualsiasi habitat. Dagli esperimenti svolti non sente il caldo, il freddo, la sete né ha bisogno di nutrirsi. Si possono pertanto trovare hencube sulla bocca di un vulcano (probabilmente composti da lava o da materiali piroclastici) o persino nelle profondità marittime.

    » Riproduzione

    La più grande incognita riguardo l’hencube è stata la riproduzione. Come generano figli e come si fondono con i materiali? Le prime teorie riguardarono uova cubiche ma invisibili (o trasparenti), poi presero piede le idee che si scindessero o che addirittura esplodessero senza lasciare traccia (teorie errate ma non totalmente).

    La verità è che l’hencube non ha bisogno di nutrimento in quanto assorbe le proprietà naturali dell’elemento con cui si è fuso poco alla volta. Una volta che queste terminano allora l’hencube entra nella sua fase riproduttiva che coincide con la fine del suo ciclo vitale. Lentamente i bordi dell’animale si fanno più tondeggianti passando quindi dalla forma di cubo a quella di sfera. Man mano che la sua trasformazione avanza il volume interno di gelatina si riduce mentre si espande una sacca composta da gas naturale. Il risultato è un vero e proprio pallone areostatico che sale in aria. Una volta superate le nuvole l’hencube esplode diffondendo nel cielo centinaia di spore delle dimensioni di un chicco di mais. Queste vengono poi seminate dal vento, potendo in questo modo diffondersi potenzialmente ovunque. La discesa avviene a seguito di precipitazioni atmosferiche, con le spore che si mescolano alla pioggia, neve o alle tempeste di sabbia per arrivare a terra (rendendo le spore invisibili ad occhio nudo, ma non ad un microscopio potente grazie al quale ne possiamo conoscere la forma). E’ lì che ha inizio il processo di fusione con il primo oggetto con cui vengono a contatto ed in cui rimangono quiescenti anche per mesi. Una volta concluso il processo di fusione l’oggetto viene rimodellato in forma cubica ed ecco che l’hencube raggiunge la maturità.

    » Allevamento & Utilizzi

    L’hencube è un animale inutile da allevare. Sebbene non abbia bisogno di cibo (il che porta un notevole risparmio) è anche vero che non produce alcuna risorsa utile (piumaggio, carne o uova). La sua capacità di fusione incontrollata lo ha reso un parassita fastidioso, al punto che molti ne richiedono la cancellazione su Endlos. Tuttavia l’incapacità di eliminare le spore, perfettamente amalgamate con i normali fenomeni atmosferici, rende il procedimento difficile e molto costoso.
    Nel corso degli anni curiosi figuri (alcuni definibili come scienziati) hanno cercato di utilizzare l’hencube in svariati modi. Il conte Hulius Von Crautis costruì una mongolfiera tenendo assieme degli hencube in forma sferica e sfruttandone i gas al pari di un pallone areostatico. La loro capacità di esplodere casualmente ha però reso vano il progetto. Il grande cacciatore Friderik il Bianco, conosciuto nel Presidio Nord per il suo record di uccisioni di lupi delle nevi, provò a costruire una slitta trainata da hencube addestrati, ma la loro stupidità e saltelli non sincroni rese il primo viaggio un inferno. Il maggiore utilizzo degli hencube rimane quindi quello di animali di compagnia nei salotti raffinati o nelle case degli individui stravaganti. Gli hencube legati a metalli rari (come l’oro o il platino) sono inoltre spesso oggetto di aste per animali esotici.
     
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    Introduzione:

    Gli Octorok sono una specie molto particolare e diffusa. Hanno l'aspetto di piccoli polipi dotati di una bocca piuttosto grande in proporzione al loro corpo. Sono creature dalla struttura molto semplice e sono praticamente innocue. Possono vivere ovunque, tranne in ambienti marini o zone troppo elevate, infatti ogni singolo membro della specie soffre di vertigini, per così dire, e odiano essere sollevati e non avere l'appoggio della loro amata terra. Queste piccole creature manifestano la loro paura rimanendo completamente immobili, come statue, nemmeno gli occhi si spostano. Possiede solo tre sensi: vista, gusto e tatto, le ultime due particolarmente sviluppati, rendendoli capaci di percepire attraverso le vibrazioni, che nessuna "normale" creatura sarebbe in grado di avvertire. Come già detto, la loro forma è simile a quella di un polipetto, la loro pelle è liscia e molto morbida, ma non certo fragile! Ovviamente basta anche una forbice per tagliarli, ma hanno un'elevata resistenza alla trazione. Non sono assolutamente pericolosi, anzi sono molto codardi. Eppure..nonostante ciò per qualche motivo sconosciuto, e stupido, preferiscono accertarsi del pericolo attraverso la vista (il senso meno sviluppato dei tre). I più coraggiosi della specie sfidano i loro aggressori sputando contro loro rocce o qualsiasi cosa abbiano in bocca, ciò avviene raramente a causa della loro nutrizione così meccanica e descritta in seguito.

    Nutrizione, funzioni e utilizzi:

    Hanno un sistema digerente pressoché perfetto, possono mangiare qualsiasi cosa, purché di piccole dimensioni. Questi esserini possono essere sfruttati per la demolizioni di materiali di qualsiasi genere, anche metalli o minerali. Si nutrono dei minerali più comuni e quando ingeriscono grosse quantità di "cibo" loro lo sbriciolano e successivamente lo vomitano. Non hanno la percezione di quantità e non sanno quanto serve a loro per raggiungere la sazietà, quindi si ritrovano spesso a mangiare per molto tempo, demoliscono l'eccesso che viene espulso dall'unica entrata. Oltre a ciò, la loro carne è particolarmente buona e gustosa, specialmente le zampe, spesso vengono cacciati solo per quelle. Se gli si dà da mangiare, si acquista subito la loro fiducia..a volte possono arrivare ad affezionarsi a qualcuno tanto da seguirlo, solo per il cibo ovviamente.

    Riproduzione e sottospecie:

    E' tanto affermare l'esistenza di sottospecie, queste creature si differenziano dal tipo di alimentazione e dal colore della pelle a seconda del luogo dove vivono. Esistono fondamentalmente tre tipi, coloro che vivono in zone molto calde come lo Yuzrab e possiedono una pelle color rossa, quelli stanziati in ambienti molto freddi come l'Etlerth con una pelle color blu e quelli color verde si adattano a tutti gli altri habitat con una temperatura pressoché mite. Gli Octorok fanno le uova, si ritrovano a coppie in un determinato periodo dell'anno. Attraverso quello che si può definire un vero bacio a stampo, il membro maschile passa il suo patrimonio genetico alla femmina che dà vita all'uovo dentro di sé. E' molto difficile distinguerne il sesso, gli organi risiedono all'interno, così come non si può capire dall'esterno se una specie porta un uovo. Il piccolo vivrà un periodo con i suoi genitori e, raggiunta l'età adulta, li abbandonerà per cercare la sua compagna.

    Curiosità:

    E' molto raro trovare un corpo morto di Octorok per cause naturali. Si dice che sappiano con precisione il momento della loro morte e che, all'avvicinarsi della loro ora, si nascondino.
    Una leggenda narra che esista un Octorok Scrub di colore oro, nonostante alcune testimonianze, queste non sono mai state verificate e la suddetta creatura mai trovata.
    Non si sa quando si sia diffusa questa razza, nonostante ciò vi sono semplici tesi evoluzioniste riguardo la varietà delle specie.

    Edited by "Gerik" - 4/4/2015, 19:26
     
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    Ballon

    Morfologia:

    I Ballon sono una strana razza di animali, la cui caratteristica più peculiare è il fatto che il loro intero corpo consiste principalmente di una grossa sfera con una faccia e una bocca particolarmente larga e zannuta. La loro pelle ha una consistenza gommosa, sono di vari colori vivaci, e non sembrano possedere ossa di alcun tipo. Le loro dimensioni si aggirano solitamente sui 50 cm di diametro, ma sono stati visti esemplari che arrivavano fino ai 70 cm. Nonostante ciò, pesano pochissimo, fino a mezzo chilo nell' esemplare più grande mai registrato finora.
    Possono essere avvistati praticamente ovunque, compreso il Presidio Errante, poiché sono dotati della capacità di fluttuare a mezz' aria dopo aver inspirato grandi quantità d' aria nei loro corpi elastici, arrivando facilmente a raddoppiare le proprie dimensioni. In tale forma, usata anche come sistema di intimidazione, sono in totale balia del vento ed è facile vederne qualcuno trascinato via da brezze particolarmente forti.
    Si muovono in branco, composto solitamente da dieci elementi, oppure solitari e il loro unico sistema di locomozione è il procedere a rimbalzi o fluttuare e farsi spingere dal vento.
    Nonostante il loro aspetto ridicolo, sono terribilmente aggressivi e non esitano a fiondarsi in gruppo contro la prima preda che avvistano, indifferentemente dalle dimensioni della stessa, ma scappare da loro è quasi troppo facile: basta sistemarsi in salita e i Ballon rimarranno a stomaco vuoto, non avendo la forza per contrastare la forza di gravità il tempo sufficiente per completare l' attacco, a meno che non volino, ma in tal caso non potrebbero mordere o l' aria, uscendo, li scaglierebbe nella direzione opposta a quella del bersaglio. E' quindi molto evidente una scarsa intelligenza da parte di questi esseri.
    Non che siano tanto pericolosi da affrontare, comunque! Il loro corpo gommoso li rende molto resistenti agli urti, ma allo stesso tempo questa caratteristica fa si che un calcio ben piazzato può scagliarli lontano a sufficienza da non costituire più un problema.
    Vista la loro incapacità come cacciatori, a meno di casi particolarmente fortunati, è sorprendente come questi animali riescano ad essere ancora in circolazione. Si crede che siano dei riciclatori, ovvero che sopravvivano nutrendosi di rifiuti e avanzi di altri esseri viventi.

    Sottospecie:

    I Ballon sono tutti molto simili tra di loro, con la differenza più peculiare è il colore della pelle, che varia in base all' ambiente in cui si trovano. Un fattore che ha scatenato la curiosità di molti scienziati è che il colore, invece di scopi mimetici, sembra essere quello in grado di farli risaltare maggiormente rispetto all' area in cui vivono, quasi cercassero di diventare bersagli a tutti i costi. L' ipotesi più plausibile è quella che i Ballon usino tale caratteristica per attirare gli animali più curiosi a sé e fare meno fatica ad attaccarli, ma è spesso screditata dal fatto che tali creature non sono dotate della pazienza di restare immobili finché la preda sia vicina e preferiscano agire subito.
    Solo tre sottospecie principali sono state individuate:

    Ballon Arancione: il più comune da trovare, praticamente localizzabile ovunque vi siano delle aree verdeggianti, pianure e foreste comprese. Branchi interi di questi animali possono essere ammirati mentre inseguono a rimbalzi i piccoli e più veloci animali che abitano tali zone, quali lepri e piccoli uccelli.

    Ballon Blu: individuabile nelle zone desertiche. Gli esemplari di questo tipo si muovono da soli, ed è facile vederli mentre cercano di muoversi sulla sabbia soffice, a volte rimbalzando sullo stesso punto per diverso tempo.

    Ballon Fucsia: situato negli ambienti freddi. Specie molto rara, quasi completamente estinta, perché non possiede alcuna traccia di pelo su tutto il corpo, confidando solo sulla propria pelle spessa per resistere al freddo, e nel caso di inverni lunghi ciò porta alla morte di diversi esemplari per congelamento.

    Altre colorazioni non sono state considerate perché si tratta principalmente di sfumature e gradazioni delle tre principali, senza maggiori differenze.

    Riproduzione:

    I Ballon hanno un sistema di riproduzione che rimane tutt' ora un vero e proprio mistero: quando un Ballon muore, altri esemplari della specie si nutrono immediatamente del corpo e, dopo un breve periodo di tempo, espellono dalla bocca un nuovo esemplare.
    Ignoto è come questo processo funzioni. Alcuni biologi suppongono che questi animali siano asessuati e che nella loro pelle vi siano delle sostanze particolarmente nutrienti che, una volta ingerite, scatenino una mitosi, dando vita ai nuovi Ballon.
    I più spiritosi hanno ipotizzato che semplicemente i Ballon vivi ne gonfino altri, come si farebbe con della gomma da masticare, riciclando la materia organica dell' esemplare appena scomparso.

    Ciclo vitale:

    Un Ballon nasce dopo essere stato espulso dalla bocca di un esemplare più vecchio che si è appena nutrito di un altro Ballon appena morto. Dopo la nascita, il piccolo resta sempre attaccato ai membri più grandi fino al primo anno di età, durante il quale le sue dimensioni possono moltiplicarsi esponenzialmente.
    Al momento della loro morte, i loro corpi si afflosciano completamente, fino a diventare completamente piatti.
    La durata naturale della loro vita è di circa 5 anni, ma è raro vedere esemplari così anziani.

    Usi:

    I Ballon sono animali che vengono cacciati, unicamente per la loro pelle e la sua incredibile elasticità, molto apprezzata nel campo dell' industria tessile e dei giocattoli.
     
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    Picciobomba


    I Picciobomba (genere columba prrr-boom) sono degli uccelli molto simili a dei piccioni ma, a differenza di quest’ultimi, i picciobomba sono più… cicciottelli. Ed esplodono. Proprio così, esplodono.
    Dall’aspetto simpatico e carino e della grandezza di una mela, questi paffuti e fragili volatili a stento riescono a volare, preferendo restare appollaiati ad altezze sopraelevate. Possedendo delle ali non proprio proporzionate, talvolta può capitare che durante lunghi tratti di volo non riescano a reggere il peso del loro corpo. Non è raro dunque vedere un picciobomba precipitare al suolo… con conseguente esplosione.

    Se siete animalisti e pensate sia una crudeltà utilizzare i picciobomba o semplicemente vi fanno tenerezza, sappiate che loro non muoiono mai. Al momento dell’impatto, la loro anima viaggia nello spazio-tempo in una zona chiamata rozzamente “La piccionaia”, per tornare il giorno dopo sul suolo di Endlos come nuovo esemplare. Nessuno sa il perché o il per come questi pennuti esistano, ma molti sono certi si tratti di un esperimento di un mago andato fuori controllo e oramai impossibile da fermare. Perciò, che li amiate o che li detestiate, non c’è modo di liberarsene.

    Ma dove possiamo trovare questi esserini, e cosa succede quando esplodono? Prima di tutto bisogna far presente che la loro mappa genetica gli consente di adattarsi ad ogni clima e temperatura, col risultato di trovare in natura diverse specie. In base alla zona in cui si trovano, piumaggio ed effetto esplosivo cambiano. Indipendentemente da quale sia la specie, però, l’esplosione è preceduta dal classico verso di un piccione (prrr, appunto) e uno spargimento di piume dovuto all’impatto. Di seguito quelle conosciute fino ad ora:



    • Picciobomba bianco: tipico del Presidio Nord. Dal piumaggio bianco striato di blu. Quando esplode si lascia dietro una folata di aria calda. Se siete sperduti e infreddoliti, cercate un picciobomba bianco con cui scaldarvi. O più di uno.

    • Picciobomba verde: tipico del Presidio Est. Ha un piumaggio sui toni di verde e la coda arcobaleno. Quando esplode si lascia dietro una piacevole fragranza floreale e petali di fiori in maniera casuale. Utile per odorare l’ambiente in caso di necessità.

    • Picciobomba giallo: tipico del Presidio Sud. Dal piumaggio color paglierino e la coda nera. Quando esplode lascia dietro di sé un polverone di sabbia. Viene usato dai bambini di Merovish come bombetta fumogena.

    • Picciobomba azzurro: tipico del Presidio Ovest. Le sue piume sono color celeste. Quando esplode lascia dietro sé conchiglie e alghe. Si dice che se si poggia l’orecchio sul suo panciotto si possano udire le onde del mare, ma attenzione a non scuoterlo troppo.

    • Picciobomba grigio: Tipico del Pentauron e di Laputa, ma lo si può trovare anche nelle grandi città. Dalle piume grigie, è praticamente un piccione ciccione. Quando esplode lascia dietro sé un quantitativo di piume maggiore delle altre specie. Perché fare una guerra di cuscini quando puoi avere dei picciobomba grigi? Avvertenze: c’è l’1% di possibilità di avere un’esplosione di guano.

    • Picciobomba ballerino: Lo si trova un po’ dappertutto. Dal piumaggio violaceo. Se una persona viene colpita dall’esplosione comincerà a muovere il collo avanti e indietro ritmicamente per qualche secondo. I più giovani si divertono a chiamarlo “effetto tunz-tunz”.



    Si dice inoltre che ne esistano altre tipologie molto rare e dagli effetti più disparati. Si racconta che durante le fiere cittadine compaiano dei picciobomba arcobaleno e che esplodano in mille coriandoli e stelle filanti. Un po’ meno rari ma comunque difficile da trovare sono i picciobomba rosa: un po’ più resistenti degli altri, in caso di urto il loro corpo comincerà a vibrare, per poi volare come un razzo verso il cielo ed esplodere in un fuoco d’artificio di vario colore.

     
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    Macaan



    Anatomia
    I Macaan sono piccoli animali semidomestici non inclusi in alcun quadro tassonomico precedente. Dal punto di vista anatomico sono caratterizzati da una lunghezza di circa quaranta (40) centimetri ed un peso solitamente inferiore al kilo.
    Queste creature sono dotate di un corpo formato da un protoplasma unico, palpabile, grigiastro e dalla consistenza gelatinosa. Macroscopicamente non sembrano essere dotati di ossa, eccezion fatta per il cranio, seppur da recenti analisi di microscopia il corpo di queste creature è attraversato da sottile fibrille calcaree che fungono da scheletro. Tutti gli organi interni, non visibili, sono costituiti da una particolare proteina, la deflessina, in grado di riflettere ed assorbire la luce; il risultato ultimo è che il corpo di queste creature sembra completamente vuoto. Nella realtà sono dotati di un cuore, di un apparato gastrointestinale ed i uno escretore. L’apparato escretore e quello urinario terminano in una cloaca unica alla punta della coda. Tutti gli organi sono piuttosto semplificati rispetto la controparte umana, ma visto il basso metabolismo della specie risulta essere sufficiente. Non sono dotati di corde vocali.
    La porzione del capo di questi animali, invece, è occupato da un cranio immerso nel solito protoplasma. Particolare, però, è il contenuto della teca cranica. Questa risulta essere dipartita in due sezioni: quella più frontale occupa un cervello di dimensioni ridotte e privo di giri; la porzione posteriore, invece, è occupata da una struttura muscolare che permette la levitazione. Attraverso quella che sembra essere una digestione di onde psioniche, provenienti dalla camera anteriori, il muscolo, chiamato lordis, genera delle propulsioni di aria che vengono veicolate alla membrana esterna, una pseudo-cute, che ne permette la fuoriuscita e quindi la levitazione a basse altezze. La fuoriuscita dell’aria genera un suono ovattato che potrebbe essere paragonato al loro verso. Dal punto di vista onomatopeico è sovrapponibile ad un “flush”.
    Esteriormente la membrana esterna si sagoma lungo il corpo donandogli un aspetto fusiforme. Due piccole dilatazioni craniali creano piccole orecchie bombate, ma schiacciate in senso anteroposteriore. Due protuberanze ventrali creano delle appendici prive di dita ma comunque prensili. La membrana termina in quella che è una coda arricciata.
    Non è ancora del tutto noto se i Macaan siano differenziati in sessi. Secondo alcuni autori è possibile distinguerli in base alla morfologia del cranio e delle orecchie (più affusolati nel sesso femminile), ma non è dato unaninamente accettato. Oscuro è il meccanismo di accoppiamento. Il meccanismo di riproduzione è caratterizzato dall’espulsione, tre volte nella vita, da parte della creatura di un bacillo argentato, solitamente interrato, che nel giro di qualche giorno di schiude e porta alla nascita del nuovo Macaan, già completamente autonomo.
    Raggiunta l’età di circa cinque-sei anni i Macaan vanno incontro ad un progressivo calo delle proprie funzioni. In particolar modo il lordis non è più in grado di commutare le energie mentali in spinte aeree e così queste creature trascorrono gli ultimi mesi della propria vita strisciando al suolo fino a spegnersi inesorabilmente, o morire schiacciati da qualche passante incauto.

    Se tendenzialmente l’anatomia dei Macaan risulta essere abbastanza standardizzata è possibile trovare alcune peculiarità correlate ai presidi in cui la creatura cresce.
    I Macaan di dimensioni maggiori (fino ad un metro di lunghezza e tre kili di peso) sono quelli che crescono nel Presidio Est. Alcuni studi hanno correlato questo tasso di crescita aumentato alla relativa tranquillità del Presidio. Come dato collaterale si segnale che i Macaan del presidio Est sono quelli che riescono a raggiungere livelli di levitazione maggiore, anche fino a trenta metri di altezza.
    I Macaan del Presidio Sud, invece, sono caratterizzati da un colorito particolare, che scema verso un verde sottobosco. Data la grande esposizione alla luce la deflessina non è in grado di svolgere a lungo il proprio compito e così si ossida ed assume un colorito verdastro. In questa sub-popolazione, poi, è possibile intravedere i profili degli organi interni della creatura.
    I Macaan del Presidio Nord, invece, sono quelli di dimensioni minori. Tendono a muoversi in sciami ronzanti per evitare di disperdere il calore. Il clima, inoltre, ha fatto assumere alla deflessina un colorito perlaceo e lattescente. Dal punto di vista del comportamento sono quelli più aggressivi e territoriali, per quanto il fastidio arrecato non sia superiore a quello di uno sciame di mosche.
    Nel Presidio Ovest queste creature sono piuttosto rare e tendono a vivere nelle abitazioni. Complice anche la presenza dell’Accademia (una piccola istituzione di domatori che si prodigano nell’addestramento di queste creature come mezzo di consegna di informazioni).
    Per quanto concerne il Presidio Errante, si fa notare che tali creature sono state in casi estremamente rari avvistate. In particolar modo si ritiene che alcuni esemplari giganti del Presidio Est siano riusciti a raggiungere altezze vertiginose e quindi ad approdare sull’isola volante.

    Comportamento

    I Macaan sono animali tendenzialmente tranquilli, pacati e quieti, eccezione fatta per quelli imbruttiti ed incattiviti dal clima del Presidio Nord. Non hanno il senso della famiglia, ma invece sembrano in grado di affezionarsi a persone specifiche. Tendono a muoversi in piccoli gruppi di quattro-cinque esemplari, mentre al Nord in sciami di sessanta-settanta creature, e trascorrono le proprie giornate a zonzo ed alla ricerca di cibo. La ricerca del cibo occupa la gran parte della giornata di queste creature: visto il loro metabolismo necessitano di grandi dosi di zuccheri. Si tratta, infatti, di creature golose di dolci e biscotti. Particolare è poi la loro ghiottoneria nei confronti del tè, nero in particolare. A causa di un errore nel proprio genoma e quindi nel loro metabolismo i Macaan trasformano la teina in una sostanza euforizzante e rilassante circa cento volte più potente delle comuni droghe. Da questo deriva la spasmodica ricerca da parte di queste creature di tè di ogni tipo (infatti l’Accademia utilizza il tè come forma di premio per i loro addestramenti).
    Data anche la necessità di immagazzinare grandi quantità di energia mentale queste creature vanno alla ricerca di individui ricchi da questo punto di vista. Da recenti studi si è compreso che persone innamorate sono caratterizzati da un indice di dispersione mentale estremamente elevato e da qui deriva il fatto che i Macaan tendono spesso a gironzolare, seguire ed affezionarsi a persone innamorate. Comportamento che come si leggerà in seguito ha dato adito a numerose leggende.
    Essendo creature schive risulta difficile addomesticarle ed utilizzarle come animali domestici. Nella praticità, però, esistono alcuni Macaan che trovata una particolare affinità mentale, si affezionano così tanto ad un certo individuo da non lasciarlo mai più.

    Arrivo
    Non si è in grado di definire quando concretamente queste creature hanno popolato Endlos. Verosimilmente questa data si posiziona almeno un paio di secoli addietro. Secondo alcuni studiosi di filogenetica i primi Macaan dovrebbero essere giunti nel Presidio Est dove hanno avuto poi modo di proliferare e crescere indisturbati. Successivamente i fondatori dell’Accademia hanno trasportato i primi esemplari nel presidio Ovest e poi da qui in tutti i Presidi.
    Vista la bontà di simili creature, non sfruttabili praticamente in alcun modo, non commestibili (in quanto la deflessina è tossica per la gran parte delle specie conosciute), non aggressivi è stato poi facile per loro crescere indisturbati.

    Curiosità
    • Vista l’ambiguità di genere di queste creature sin da subito si è prestato particolare interesse a questo aspetto dei Macaan. Secondo alcuni autori questi animali sono semplicemente asessuati. Secondo altri sono in grado di cambiare il proprio sesso in risposta a particolari stimoli, quali ad esempio la senescenza. Allo stato attuale la verità è che non si ha una risposta in questo senso.
    • Dato il particolare tropismo verso i soggetti innamorati nel folklore locale, in particolar modo nel Presidio Est, i Macaan vengono visti come “folletti dell’Amore”. Quando un gruppo di questi segue una giovane donna questa è destinata a sposarsi entro dodici lune. Da qui è stato poi coniato il celebre detto “Se un Macaan vedi scodinzolare, un anello al dito ti devi aspettare”.
    • Il nome Macaan, universalmente noto ed accettato, è stato coniato dallo studioso Oavan Kolosky che ha dedicato a queste creature tutta la sua vita. Il nome deriva da un’antica lingua morta la cui traduzione letterale dovrebbe essere “dolce”, ovviamente riferito al loro particolare metabolismo glucidico. Singolarmente, poi, il nome rievoca anche il nome di taluni dolcetti utilizzati tipicamente in alcune terre per accompagnare il tè.
    • Negli annali si narra di una guerra dei Macaan. Secondo le fonti storiche, infatti, una giovane donna affezionata ad una di queste creature fu derubata proprio di questo animale. Sfortuna volle che la giovane donna era la figlia di un grande proprietario terriero dell’est ed i ladri, invece, figli di un mercante del sud. La guerriglia tra le famiglie durò circa due anni fino alla restituzione del Macaan rubato.
    • A Nord spesso si parla di carestie. Un tale barbaro, avido e senza scrupoli, pensò bene di sfruttare i Macaan come fonte di sostentamento e cibo. Dopo averne catturati in grande quantità, uccisi e conservati nel sale li vendette a numerosi villaggi ignaro della loro tossicità. Numerosissimi furono i morti per intossicazione.
    • Con il termine Accademia ci si riferisce ad una associazione di uomini, domatori, che hanno visto nei Macaan i nuovi “piccioni viaggiatori”. Infatti facendogli ingerire piccole pergamene, adeguatamente trattate per resistere ai succhi gastrici ed essere invisibili, questi possono poi essere inviati in luoghi standard in cui basterà recuperare la pergamena dalla cloaca dell’animale. Attraverso un meccanismo di premi (tè) e punizioni (shock elettrici) è stato possibile addestrare queste creature nello svolgimento di tali attività.
    • Esiste dislocato sul semipiano una particolare organizzazione FUSM (Fronte Unito Salvaguardia Macaan) che si oppone ad ogni forma di sfruttamento di queste creature, in particolar modo l’Accademia. Nella pratica la gran parte degli attivisti è formata da fan di queste creaturine.
     
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    Biru (Delphinus Cretinus Morbidus Biruensis)



    Il Biru (Delphinus Cretinus Morbidus Biruensis) è un essere vivente appartenente al genere animale magico Peluchis Animatus.
    Gli esemplari di Biru si presentano a prima vista come dei normalissimi animaletti di peluche, dalla forma che ricorda quella di un delfino. Le loro dimensioni possono variare, ma la loro lunghezza non supera mai i 20 centimetri. Possiedono occhi nerissimi in grado di luccicare nell'oscurità. Inoltre, nonostante la loro bocca si presenti come una apparente normalissima cucitura in pezza, i Biru sono in grado di emettere un verso continuato e decisamente fastidioso, da cui deriva il loro stesso nome. Sono inoltre completamente rivestiti da una peluria morbidissima, che ricopre anche la pinna dorsale, caudale e le due pinnette laterali prensili. Queste ultime, oltre ad essere in grado di attirare oggetti e abbracciare guance, sono considerate le più importanti e peculiari del Biru perché capaci di secernere un particolare ormone chiamato Morbidus. Il Morbidus pare essere responsabile non solo dell'attrazione degli oggetti verso le pinne del Biru, ma anche della sua innata capacità di caccia tramite l'utilizzo della cosiddetta "forza della morbidezza".


    Origine e Disevoluzione

    Sono stati compiuti numerosi studi scientifici sull'origine evolutiva del Biru. Ad oggi gli scienziati non sono ancora riusciti a trovare un accordo unanime riguardo a questo campo di analisi, ma due restano le teorie maggiormente avallate. Secondo entrambe, la specie Biruensis si sarebbe evoluta a partire da un unico esemplare alfa, il quale viene comunemente ritenuto originario del Presidio Est. Infatti, il primo focolaio evolutivo del Biru è stato registrato nelle zone attorno a Chediya, e il Presidio Est rimane tutt'ora l'area con la maggiore densità di popolazione biruense.
    L'origine genetica dell'esemplare alfa è stata studiata a lungo, portando gli scienziati a considerare infine l'agglomerato magico di Silphyl come provenienza originaria del primo Biru. La creazione dell'esemplare alfa, che risale all'epoca in cui la città risultava ancora operativa, sarebbe derivata da un difetto di fabbricazione in uno dei peluche comunemente distribuiti come premio nel tiro a segno del Parco Divertimenti, o, secondo fonti alternative, il primo Biru sarebbe nato da un peluche gettato via da qualche bambino uscito dallo stesso Parco, e poi finito casualmente in una discarica di rifiuti magici, che avrebbero donato allo stesso i particolari poteri di cui si fregia.


    Sottospecie Disevolutive

    In seguito alla comparsa dell'esemplare alfa, il Biru si è riprodotto ed evoluto molto velocemente, raggiungendo una densità di popolazione elevata e spostandosi anche in zone molto lontane dall'area d'origine (Presidio Est) grazie alla sua particolare forma di riproduzione e alla sua adattabilità climatica.
    La più comune specie Biruensis è quella del Biru da Passeggio (anche detto Biru di città), caratterizzato da una peluria color azzurro chiaro, e con dosi di Morbidus nel sangue diluite a causa della prolungata esposizione alla civiltà umanoide. Lo possiamo trovare in ogni agglomerato urbano, piccolo e grande, a stretto contatto con gli abitanti, con i quali intrattiene un rapporto quasi di tipo simbiotico.

    Vi sono però anche altre varie specie di Biru, detti selvatici, i quali si celano solitamente in luoghi appartati e nascosti, per mantenere il loro livello di Morbidus nel sangue sempre costante, ed essere quindi pronti ad assuefare, tramite la "forza della morbidezza", eventuali vittime che si dovessero avventurare nel loro territorio.
    Fra le sottospecie selvatiche conosciute ricordiamo:

    - Biru Selvatico delle Foreste (Biruensis Selvaticus): è comunemente diffuso in ogni area boschiva del semipiano, con una concentrazione maggiore nel Predisio Est (di cui è originario). La peluria è verde chiaro ma può mutare per nascondersi meglio fra le foglie;

    - Biru di Montagna (Biruensis Barbutus): lo si trova nelle zone di altitudine superiore ai 1000 metri. Caratterizzato da una peluria marrone, il Biru di Montagna possiede anche una folta barbetta sotto la boccuccia sorridente. Non si conosce il motivo per cui le sue pinnette prensili riescano ad attirare a sé asce da boscaioli di grandezza superiore a quella del Biru;

    - Magibiru Alato (Biruensis Fatinus): sottospecie molto particolare, che si può incontrare solamente percorrendo i boschi di Fanedell. Questo peculiare Biru è l'unico in grado di volare, avendo sviluppato delle ali fatate ai lati della pinna dorsale, che usa come timone da virata. La peluria è di color arcobaleno e luccicante, difatti questa specie di Biru può venire utilizzata anche come lampada da campeggio (risulta però complicato il suo spegnimento qualora si desiderasse andare a dormire);

    - Biru delle Sabbie Segrete (Biruensis Deserticus): tipico delle zone desertiche, con una concentrazione maggiore nello Yuzrab. Si nasconde comunemente fra le dune, aiutato dal colore dorato della sua peluria, in attesa di ignare vittime da riempire di morbidezza;

    - Abominevole Biru delle Nevi (Biruensis Frigidus): lo troviamo nelle zone a clima polare. La peluria di questo Biru è foltissima e di un colore candido quanto la neve. Il Biruensis Frigidus risulta difficilissimo da individuare per la sua capacità di mimetizzarsi sotto la neve e velocissimo negli spostamenti, così tanto da essere stato considerato a lungo una leggenda, poiché per anni non si è riusciti a catturarne nessuno. L'unica traccia visibile lasciata da questa specie sono le impronte dei loro stupidi saltelli sulla neve, utili ad alimentare il mito della misteriosa creatura invisibile e a salvaguardare la sopravvivenza del Biru;

    - Biru della Lava Cremisi (Biruensis Infernalis): la sottospecie più rara e pericolosa fra i Biru. Questo esemplare, massimo esempio dell'adattamento evolutivo della specie Biruensis, si può trovare solamente nelle zone vulcaniche, a stretto contatto con la lava. Resistentissimo al fuoco e caratterizzato da una corta peluria rosso fuoco, il Biru della Lava Cremisi ha sviluppato, probabilmente a causa dei vapori velenosi vulcanici, un carattere ostile verso ogni essere vivente, mentre la sua concentrazione di Morbidus nel sangue è così elevata da essere in grado di causare coma permanente. A differenza delle altre specie di Biru, le quali utilizzano la "forza della morbidezza" con un intento di base positivo, il Biruensis Infernalis attacca le sue vittime con il preciso intento di ledere. Non si conosce ad oggi il motivo per cui l'innocuo Biru da Passeggio sia stato in grado di intraprendere una metamorfosi completa, generando così una specie molto diversa dal dolcissimo e morbidosissimo esemplare alfa.


    Abitudini Comportamentali

    Solitamente i Biru sono caratterizzati in primo luogo da un'immensa stupidità, che dimostrano non solo tramite la ripetizione incessante del loro verso, ma anche da un'attenta osservazione dei loro movimenti. Sono soliti spostarsi saltellando e rimbalzando, raggiungendo anche l'altezza di un metro e mezzo dal terreno, fino a che non trovano una vittima designata, da assuefare con la "forza della morbidezza".
    Infatti, lo scopo primario della specie Biruensis è quello di diffondere affetto e morbidezza nel mondo. E' sconosciuto il motivo che abbia portato il primo Biru a trasmettere nel codice genetico istintivo della specie un tale comando, ma fra le varie teorie la più conosciuta riguarda una primitiva mancanza d'affetto dell'abbandonato esemplare alfa.

    Sebbene l'intento di base sia da considerarsi positivo, in quanto il Biru parte con l'idea di fare del bene (almeno a giudicare dal suo grosso sorrisone cucito e dai ripetuti "biru" di felicità), il modo in cui la specie Biruensis è solita diffondere affetto viene talvolta interpretato negativamente dalle vittime. Il Biru è decisamente ossessivo e morboso nei suoi attacchi incessanti, che fa precedere di solito da un "biru" più acuto del normale.
    Egli è infatti in grado di attirare a sé le persone (oltre che gli oggetti), avvolgendo le loro guance in un abbraccio di super morbidezza, il quale causa assuefazione da pochi minuti ad intere ore, a seconda del bisogno di affetto della vittima. Ama inoltre infilarsi nelle borse e bisacce o nascondersi dentro i vestiti della vittima, per sentirsi al sicuro e con la più assoluta convinzione di portare fortuna se tenuto vicino a sé.

    E' solitamente molto difficile liberarsi di un Biru, quando quest'ultimo vi ha scelto come amico a cui portare affetto e morbidezza. Sebbene abbia un'alta percentuale di fallimento, esiste però un metodo in grado di allontanare un Biru da Passeggio da una vittima designata. Si tratta semplicemente di un discorso, in cui si spiega a parole (il Biru riesce a comprendere il linguaggio umano) all'esemplare in questione che non è ben accetto e che dovrà portare il suo affetto ad un'altra persona e in un altro luogo. Anche se isolati, vi sono stati casi di successo, in cui un Biru si è staccato dalla propria vittima scegliendosene una di nuova nei paraggi o addirittura tornando a condurre una vita selvatica.


    Nutrizione e Sistema Riproduttivo

    Essendo la specie Biruensis derivata originariamente da un animale di peluche, ne deriva che il Biru non ha necessità di nutrirsi come altri esseri viventi. Pare però avere un'innata attrazione verso il cibo, lanciandosi fisicamente a capofitto verso ogni pietanza, soprattutto le più elaborate. Ama inoltre imitare gli umanoidi nell'atto di cibarsi, sporcandosi molto spesso il musetto di cibo nel tentativo.

    Il suo sistema riproduttivo merita inoltre ulteriori chiarimenti. Sembra che le varie specie di Biru si siano evolute dall'esemplare alfa per scissione. Più precisamente, pare che il Biru originario abbia scelto come prima vittima un boscaiolo, il quale non desiderava certamente l'affetto e la morbidezza che l'esemplare alfa voleva donargli, rispondendo all'attacco di Morbidus in modo violento, tagliando il suddetto Biru esattamente a metà. Questo, sempre secondo la leggenda, avrebbe portato alla creazione di due Biru distinti, lievemente diversi dall'esemplare alfa, ma caratterizzati dalla stessa stupidità, nonché da altri comportamenti istintivi come il verso e il saltello, tramandati probabilmente attraverso il codice genetico magico della specie.

    I numerosi test in laboratorio effettuati dai migliori Scienziati dell'Est (nonché in vari laboratori clandestini in quel di Merovish), che includono tra le varie pratiche la perforazione, la decapitazione, lo smembramento, la combustione, il congelamento, l'atomizzazione e varie versioni della primordiale evoluzione tramite "affetto alla boscaiola" (ndr: con un'ascia), hanno scientificamente dimostrato la veridicità della scissione riproduttiva del Biru e l'impossibilità dello stesso di rimanere morto per più di qualche secondo.
    Ad oggi non sono conosciuti metodi efficaci per riuscire a sbarazzarsi definitivamente di un Biru, soprattutto quando ha scelto la sua vittima attaccandosi alla stessa con le sue morbidissime pinnette prensili, poiché tentare di sopprimerlo non porterebbe ad altro che ad una riproduzione più veloce della specie.


    Utilizzi e Inutilità

    L'efficacia dell'ormone Morbidus come antidolorifico naturale, che causa un'assuefazione detta comunemente "Morbidezza", rendono il Biru fortemente richiesto sul mercato nero. Alcune specie selvatiche di Biru, difficili da catturare, e con una concentrazione di Morbidus nel sangue maggiore delle specie domestiche, possono arrivare anche a quotazioni consistenti nelle aste clandestine.
    Inoltre, è tristemente noto come vi siano particolari laboratori di ricerca nella città di Merovish, specializzati nello studio del Morbidus e votati a replicare una versione sintetica dell'ormone naturale da utilizzare come droga a basso costo e di facile reperimento.


    Curiosità

    Considerata l'insistenza morbosa del Biru e l'incapacità di sbarazzarsi definitivamente dello stesso, fra la specie Biruensis e gli altri esseri umanoidi del semipiano si è sviluppato nel corso degli anni un controverso rapporto, caratterizzato allo stesso tempo da episodi di violenza biruense e campagne di sensibilizzazione a favore dei Biru.
    Fra queste ultime, noto è l'esempio dell'associazione animal-peluchista "Un Biru è per la Vita", la quale lotta per i diritti di ogni Biru, per l'accettazione (ndr: ma senza accetta) del Biru nella società e per un miglioramento delle condizioni psicologiche dei Biru abbandonati dai loro padroncini (o vittime).
    Difficile è però arginare il malcontento costante degli abitanti del semipiano, che si trovano a dover convivere con questi esserini a prima vista innocui, ma fastidiosi sul lungo termine. Per questo motivo, da alcuni anni è in atto una raccolta fondi per la ricerca scientifica a favore della "DiCoNo Biru" (Diminuizione Controllata Notevole della Popolazione Biruense), che potrebbe, nei prossimi anni, riuscire a trovare una soluzione al proliferare incontrollato dei Biru.


    Edited by Lias*Aniriel - 26/4/2015, 20:47
     
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