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    Luogo: Endlos - Garwec



    Camminava per le strade sconosciute della città del progresso del presidio orientale: Garwec. Poco prima aveva avuto modo di conoscere due persone particolari, la prima era una ragazza capace di spostarsi spazio-temporalmente, mentre la seconda era una meccanica e tecnocrate sempre accompagnata da un robot presumibilmente riparato da lei stessa. Si erano salutati da poco e, senza un apparente motivo, avevano deciso di dirigersi verso il deserto dello Yuzrab piuttosto che sostare per assicurarsi rifornimenti e un equipaggiamento decente. Era il posto giusto per riguardarsi l'armamentario, dove avrebbe trovato un luogo tecnologico come quello? L'altra era la città delle macchine, ma evidentemente non consideravano l'Armatura come un di loro..anzi parevano più odiarlo a morte..un po' come a tutti gli esseri umani. Probabilmente questo aspetto lo rassicurava in parte, per lo meno gli veniva riconosciuta la razza organica e vivente, non certo un costrutto come l'intelligenza artificiale Heta.
    Agente Oregon, è possibile che dobbiamo rivedere le nostre priorità - affermò il senziente, Oregon si fermò immediatamente. Non certo per paura, ma quando sentenziava a quel modo voleva dire che c'era qualcosa che aveva fatto cambiare "idea" al costrutto, qualche incognita cambiata. Apparì l'ologramma dell'intelligenza artificiale, essa brillò: stava eseguendo un backup di se stessa. Poi sul visore dell'elmo comparve un punto rosso lampeggiante.
    La nostra meta è cambiata, Agente Oregon - lo spartan si voltò nella direzione indicata dal rilevatore d movimento. Un felino molto grande, più di qualsiasi puma mai visto, aveva l'aria minacciosa e gli stava ringhiando contro.
    Ho capito.. - che dire..il problema non era abbattere il bestione, ma combattere contro un branco intero - Affermativo, è possibile che ce ne siano altri nei paraggi - affermò mentre Oregon cominciò a indietreggiare lentamente - Perché non sono segn- - Si trovano probabilmente oltre al raggio di rilevamento, è consigliato di spostarsi il prima possibile - e via dunque, Oregon preferì non rischiare e cominciò a correre in direzione opposta. Era piuttosto logico e saggio allo stesso tempo, nel deserto dello Yuzrab avrebbe potuto incontrare molti più ostacoli e pericoli, non poteva certo fare solo affidamento sul fucile a pompa, di cui aveva praticamente tutte le munizioni. Non ebbe modo di utilizzarlo spesso, dopotutto considerando che il suo scopo primario era sopravvivere, dovette cercare di non cacciarsi in ogni guaio, come, ovviamente, non è successo..sennò non avrebbe bisogno di andare a chiedere ad una ragazzina di fornirgli il necessario per continuare "serenamente" il viaggio.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni e due mesi fa circa..



    Scoppiò in una risata il caro Michigan, pareva divertito per l'ennesimo finale esplosivo della missione. "Che roba.." - cominciò mentre passeggiava avanti e indietro davanti al resto della squadra che osservava in silenzio la sua piccola scena teatrale. "Arrivi così vicino alla fine" - poi si spostò verso una persona in particolare - "E poi.." - un attimo di suspance mentre spostava leggermente in avanti il busto verso Kansas - "Boom!" - esclamò simulando l'esplosione con le mani. L'altra con aria scocciata gli lanciò un'occhiata tutt'altro che allegra e fece un brusco cenno con la mano per mandarlo via. "Finiscila di rompere Michigan!" - e incrociò le braccia seduta su una delle tante panchine dello spogliatoio di squadra. Solo due persone parevano averla presa male: una era Kansas che - "Che perdita di tempo" - riteneva fosse una perdita di tempo, l'altro invece era Oregon, presso il suo armadietto, che - "E' successo di nuovo" - credeva di esser stato preso in giro ben due volte. Vermont era appoggiato al muro con le braccia incrociate e osservava i suoi "sottoposti" con aria spensierata, infine Rhode, anch'egli seduto su una panchina mentre si guardava i piedi e le mani in attesa che succedesse qualsiasi cosa da indurlo a spostarsi da lì.

    Luogo: Endlos - Ostello del Bacio del Fulmine



    Qualcuno dovrebbe provvedere a spiegare al sottoscritto come sia fatto questa abitazione, poiché pare poco chiara per l'immaginazione! Alla faccia del venire senza armatura, come poteva? Dopotutto per due validissimi motivi non poteva togliersela: primo per colpa dell'intelligenza artificiale Heta, ben conscia che lo spartan avrebbe approfittato della benché minima occasione per sfuggire al suo controllo, secondo non aveva in nessun modo previsto di rimanere a Garwec. Diciamo che era un po' come un vagabondo, entra in una città, passa in mezzo e va a quella successiva..e così da quando era arrivato su Endlos, un continuo spostarsi da un presidio all'altro..probabilmente un giorno sarebbe anche arrivato a vedere coi suoi occhi il paesaggio del semipiano visto dall'isola volante. Anzi, senza il "probabilmente", era una delle tappe programmate dall'intelligenza artificiale, almeno su un punto entrambi i desideri coincidevano, una per l'obiettivo e l'altro, rassegnato, preferisce sfruttare l'obbligo di viaggiare per ammirare il paesaggio di un luogo sconosciuto, ricco di magia e variegato come Endlos. Nemmeno la Terra era così, nemmeno tanti altri pianeti che aveva visto erano così. Qualcuno manteneva tutto quel verde, il quale conviveva con la più alta tecnologia mai conosciuta dallo spartan, altri invece erano solo ammassi di grattacieli esageratamente alti, tanto da dover usare velivoli, dove la macchia verde fungeva quasi da muschio per gli alberi di metallo. Si piazzò davanti la porta con aria esitante, poi sollevò il braccio e bussò alla porta..c'era un campanello? Se si, mettiamo che ha avuto una distrazione pienamente giustificabile dallo stress. Dettagli come quelli erano trascurabili, prima aveva modo di prendere ciò di cui aveva bisogno, prima poteva tornare in viaggio..è stato già detto che lo spartan non ha alcun modo per barattare materialmente, giusto?

    Stato Mentale: Pensieroso e un po' perplesso
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    Morg
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    Impietoso, il bussare, anche dopo il suo termine, riecheggia nella mente della povera addormentata, mentre si gode il suo personale paradiso. Un letto comodo, un materasso, nessun timore di ritrovarsi piena di sabbia una volta sveglia ed una stanza tutta per sé da non condividere con nessuno. Ah, l'Est le ricorda così tanto l'Irlanda! Soprattutto perché in quella casa può starci a gentili spese della fabbrica... finché non dovrà forzatamente tornare a quell'inferno scavato nel sottosuolo.

    Peccato che, nel meglio del suo sonno (e di quante volte potesse aver attraversa totale quel momento ha perso il conto), venisse qualcuno a disturbarla, proprio mentre sotto le coperte dormiva un sonno senza sogni, semplicemente stremata dal Sud e sofficemente cullata dall'Est.
    Ma il bussare continua e la rossa ha poco da fare se non aprire gli occhi sul mondo, fissando per alcuni attimi una parete decorata in verde con arabeschi azzurri in onore della chioma dell'Alfiere del presidio Orientale. "Who knows what it's like to meet an Ensign." pensa tra sé e sé mentre agita il braccio destro fuori dalle coperte, intimando al suo robottino di aprire.


    Muirne: "Rookie... open... Rookie... pleaaaaa... oh yeah, I switched you off, buddy."

    Dopotutto anche lui doveva avere il suo riposo no? E dopotutto, con tutto il lavoro con cui la sua padroncina lo sobbarca è il minimo lei possa fare. Certo però è stancante aprire porte la mattina... sempre se sia mattina e non pomeriggio.
    Muirne si alza dal letto e si dirige barcollando verso la porta, mentre i pensieri, mettendosi in ordine, le danno già un'idea su chi stia bussando in quel momento alla sua porta.
    Idea che corrisponde al vero.


    Muirne: "Hi theeeere... Yeaaaaawn!"

    Se l'Agente Oregon s'attendeva una tecnocrate sveglia e già al lavoro su nuove invenzioni ed armi, avrebbe subito una cocente delusione. Si trova ad aprirli la porta dell'Ostello una ragazza di venticinque anni che si stropiccia gli occhi sotto i capelli rossi disordinati per la dormita, scalza ed in mutande, con un lungo maglione dalle maniche ancor più lunghe a coprirla. Insomma, un lavoratore di fabbrica in vacanza e senza troppa voglia di andare in giro.
    Forse troppo poco cosciente del fatto di avere davanti un uomo in armatura, tanto da sbadigliargli in facc... casco e forse troppo poco cosciente anche dell'avere davanti un cliente che poco potrebbe apprezzare la sua trasandatezza.
    Ma tant'è.

    La rossa fa cenno all'Agente Oregon di seguirlo dentro la stanza. Modesta, accogliente, con un letto baldacchino, mobili in legno ad un lato della stanza ed accanto alla branda e sedie dello stesso materiale. Peccato che Muirne abbia l'abbia disseminata di qualsiasi cosa la mente di un guerrafondaio possa occupare. Armi, fucili di sua proprietà e per clienti. Il tappeto con il simbolo di Istvan è coperto da componenti di metallo sui cui Muirne passa a piedi nudi senza curarsene minimamente e sulla scrivania sono adagiati un fucile ed una rivoltella assai datati.
    Tornando barcollante verso il letto, Muirne riattiva Rookie che, con qualche gemito sorpreso si ri-ha scuotendosi come solo un umano potrebbe fare, per poi risalire sul letto con le gambe bianche incrociate e l'espressione ancora sonnolenta posata sullo Spartan.


    Muirne: "Here we are... scusa il disordine ma sono in vacanza, capirai, tanto dobbiamo solo fare uno scambio..." si gratta il capo e sbadiglia un'altra volta.) "Tu eri quello delle munizioni per la Magnum M6H, sì? Bene, hai trovato come pagarmele?"

    Energia: 100
    Stato fisico: Ottimale
    Stato psicologico: Ottimale

    Benedetto dal Maelstrom:
    Una potente sostanza allucinogena ha risvegliato delle capacita sopite nel cervello del personaggio. In qualunque situazione riesce a percepire la presenza e il peso della Tempesta Eterna, che permea l’intero Multiverso e mette in comunicazione diversi piani dimensionali.
    [Passiva di percezione del Maelstrom]

    Heart of a lion, mind of a stone:
    Sicuramente la vita della terrorista e della rivoluzionaria non è semplice. La sofferenza non è solo nei campi di battaglia e nelle strade, ma anche nei Quartier Generali del nemico, nei suoi bunker, nelle sue caserme. Terribili ed indicibili sono le torture dei tiranni che hanno oppresso il popolo di Muirne negli anni e neanche lei è scampata ad uno dei loro orridi interrogatori del nemico. Sfuggirne, grazie ad i suoi commilitoni, ha lasciato ferite dolorose, ma ha reso la sua mente più forte.
    [Protezione dalle Malie]

    Through the Barricades
    Una vita passata sulle barricate, da quando era molto, molto piccola, a fare da corriere per la resistenza del suo paese, sotto i colpi di mortai e dei soldati del violento vicino oppressore, hanno affinato i sensi di Muirne. Tutti e cinque. Il fiuto per la polvere da sparo, l'udito per l'approcciarsi a qualsiasi cosa ed un sesto senso tutto per prevenire e scappare o combattere qualsiasi cosa che tenti di ledere alla sua persona. Attraverso le barricate, pochi sopravvivono senza quel dono. Muirne è lì per raccontarlo.
    [Percezione Pericoli]

    "Way to go!"
    Contrabbandare armi e portarle da un quartier generale ribelle al luogo di un attentato ha reso Muirne molto capace nel nascondere... cose. Muirne è in grado di nascondere qualsiasi cosa, con il giusto sforzo mentale nel dissimulare efficacemente di NON avere un Kalashnikov sotto il vestito ed ovviamente date le giuste proporzioni. Non potrà nascondere un carro armato per certo.
    [Passiva di tasca dimensionale]

    Webley Mk IV revolver
    Revolver

    SBritish Lee-Enfield
    Fucile

    Ferri del Mestiere
    Due larghe sacche/largo borsone in cui si trovano mille e mille utensili che Muirne usa per i suoi lavoretti.

    Rookie
    2V-R8

    Un piccolo droide, riparato alla bene e meglio da Muirne poco dopo il suo arrivo ad Endlos. Purtroppo qualcosa è andato storto durante la riparazione della tecnologia troppo avanzata per la ragazza e Rookie (così battezzato) ora oltre ad aiutare Muirne, insulta sia lei che qualsiasi possibile cliente.


    Edited by Mordreth - 21/3/2015, 02:44
     
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    Luogo: Endlos - Garwec



    Aprì la porta la tanto attesa giovincella dai capelli rossi. Aveva senza dubbio l'aria di una persona..assonata? Se non fosse per l'elmo, la ragazza avrebbe potuto vedere lo sbattere due volte dell palpebre. Lo spartan non sapeva se doversi sentire in colpa o meno.
    Mi chiedo se- - Affermativo, è molto probabile che stesse dormendo - affermò l'intelligenza artificiale attraverso il loro collegamento mentale. Infatti quella sbadigliò senza alcun ritegno, nessuna colpa da imputare. Allo spartan non interessava minimamente cosa stesse facendo la meccanica. Quindi..se si stesse preoccupando per qualcosa, o meglio se qualcun altro ben noto teneva a non rovinare la reputazione della ragazza, non aveva nulla di cui preoccuparsi. Fu invitato a entrare, avanzò senza farselo ripetere e senza alcuna esitazione. Osservò, a passi lenti, la stanza cui viveva la tipa, probabilmente era un alloggio provvisorio.
    "Scusa per averti svegliata" - disse senza mostrare alcun senso di colpa. Alla fine era venuto lì per affari e non gli era stato indicato alcun orario. L'ambiente era piuttosto disordinato, sul visore comparivano numerosi riquadri che circondavano le varie armi disseminate e ogni volta che l'Armatura posava lo sguardo su essi compariva un piccolo rettangolo affianco con le informazioni su tale arma. Peccato che erano dati piuttosto generiche..nulla di così importante che non potesse intuire direttamente lo stesso spartan guardandole. Tutto sommato era un luogo che, data una sistema, sarebbe stato senz'altro accogliente e, decisamente, molto meglio di dove aveva vissuto lui per buona parte della sua vita. Forse erano stati sette anni, anni in cui solo gli ultimi tre circa parevano significativi e, in tutti questi, la sua abitazione era una semplice stanza spoglia con il necessario per alcuni bisogni primari. Esattamente, vi era una mensa apposita.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni e due mesi fa circa..



    "Dunque.." - disse a bassa voce Rhode, ogni volta non riusciva a dire quel che cercava di esprimere, Michigan otteneva sempre la massima attenzione mentre continuava a farsi beffe di Kansas. "Capo, nulla da dire?" - disse lo stesso a Vermont, il caposquadra, quest'ultima non si scompose e fece un chiaro cenno con la testa - "Almeno non dovremo metterci alla prova con questa missione simulata" - rispose tranquillo, spostò il peso sull'altro piede e rimase immobile come prima, come assorto in altri pensieri. Oregon chiuse il suo armadietto e si sedette affianco a Kansas, pian piano calò il silenzio. "Allora.." - tentò nuovamente Rhode, ma fu interrotto dalla voce decisa di Kansas - "Sentite..io me ne vado!" - esclamò la spartan, diede una spinta a Michigan e uscì dalla porta automatica - "Ma dai! Aspetta che non ho finito!" - e la seguì a ruota. Rhode sospirò abbassando lo sguardo nuovamente sui suoi piedi. Vermont scrollò le spalle e abbandonò anch'egli lo spogliatoio. Rimasero quindi in due..

    Luogo: Endlos - Garwec



    La meccanica dai capelli rossi si avvicinò al suo robot e lo attivò. Oregon osservò con certo interesse il suo comportamento così simile ad un essere umano. Al contrario, Heta, nonostante creata artificialmente, pareva cercare in tutti i modi di mantenere una distinzione tra le macchine e gli esseri umani. Come spiegarlo..Oregon era più che sicuro che l'intelligenza artificiale Sho era un clone..o l'original, di Heta. Il comportamento di entrambi era però nettamente diverso. Ancora più strano era il silenzio del costrutto, tutti questi pensieri lasciati liberi, niente da ridire, nessuna intromissione, era chiaro che stesse nascondendo qualcosa. Osservò l'immagine olografica, visibile momentaneamente solo a lui, dell'IA che comparve fluttuante affianco alla figura della ragazza. Quest'ultima era seduta sul suo letto e domandò allo spartan se..aveva un modo per pagarla. D'accordo, a questo non ci avevano pensato. L'uomo spostò lo sguardo da lei all'intelligenza artificiale, con tanto di movimento col collo. La senziente sparì immediatamente. Oregon tornò a guardare la meccanica, non sapeva cosa dire. Si limitò a fare il classico cenno orizzontale con la testa accompagnato dalle braccia sollevate appena con i palmi delle mani rivolte verso l'alto. Mi spiace donna, ma l'Armatura non ha nulla e non ha pensato a niente. Mica lo sbatterai fuori, vero? Non temere, nonostante paia resistente a tutto e molto pesante..mantiene il rispetto per gli altri.

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    Garwec
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    Morg
    L'interesse del robottino verso la venuta dello spartan non potrebbe passare certamente inosservata, con quei due grandi fotoricettori che divengono due fari rossi, nonostante la luce, da una finestra posta in alto, rischiari la camera interamente della luce del mattino, uno dei rari casi in cui a Garwec si può godere di qualche raggio di sole.

    Tuttavia, Muirne si volge verso di lui, poggiando entrambe le mani sul materasso del letto e gli occhi puntati contro il piccolo automa.


    Muirne: "No."

    Il robot, dopo aver dedicato uno sguardo allo spartan, disinteressato all'armatura, ma ben più curioso di sapere dove sia qualcuno o qualcos'altro, obbedisce al comando di Muirne, insondabile per il povero Oregon, il quale deve far fronte ancora alle stramberie di questo duo così strano e male assortito.

    Sbrigata la questione, l'irlandese torna nella sua posizione Zen, con lo sguardo decisamente più sveglio... e poco impietoso.


    Muirne: "There is nothing I can do..."

    Fa per mandarli via. Mandarlo via. Sì,quanti saranno dentro quella lattina. Non ha tempo di perdere lei, mica! Lei ha bisogno di lavorare, mica può perdere tempo con chi non può darli soldi perché non ne ha e propone scambi. Lei è povera ha bisogno di mangiare. Come loro, magari. Forse loro sono ancora meno fortunati... Muirne almeno un lavoro lo ha. Loro forse saranno persi su Endlos da molto meno di lei e non sapranno come muoversi... o peggio, sono qui da più tempo di lei e sinora sono a malapena sopravvissuti.
    "Could you be rude and rough sometimes? Fuck."
    Persa nei suoi pensieri, Muirne addolcisce lo sguardo, fissando un punto nel vuoto.
    "Bloody idiot."
    Quando gli occhi smeraldo tornano sullo Spartan si può trovare in essi comprensione ed un pizzico di complicità. Non se la devono passare bene neanche loro, ma d'altronde, se non aiutasse i meno fortunati, se non credesse nella solidarietà che unisce tra loro gli uomini come fratelli e sorelle, avrebbe mai imbracciato il suo fucile per liberare la sua terra.

    Sarà il caso di farlo mettere comodo. Dal comò vicino al letto, sommerso dai caricatori smontati e dalla canna bella grossa di una doppietta ed estratto da Muirne stava un piatto con una pietanza gialla sopra consumata per metà, della salsa rossa ed una forchetta sporca.
    Senza ribrezzo o altro, l'irlandese ne prende una forchettata, masticando allegra e lasciando a penzoloni una gamba dal letto. Tanto per cavare qualcosa di utile dall'armatura mezza vivente ce ne vorrà. Non chiederà poi anche informazioni?


    Muirne: Indica la sedia alla scrivania.) "Beh, siediti! Sarai stanco. Hai fame? Ho altre uova strapazzate se vuoi... nel mentre. Magari mi potresti dire qualsiasi cosa potresti farmi avere in cambio... hell, non sarai davvero TOTALMENTE nullatenente?"

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    Luogo: Endlos - Garwec



    In quel momento Oregon pareva ridicolo, perplesso, confuso e, ogni tanto, di parte. Osservava la meccanica e il suo robot, quest'ultimo fissava lo spartan, o almeno credeva che lo stesse fissando. Oregon ricambiava quasi fossero entrambi due automi.
    Ti sta cercando - disse all'intelligenza artificiale - Probabile - rispose immediatamente, poi nient'altro. Come dire..Heta non si fa vedere sempre e ovunque, lei preferisce rimanere invisibile e osservare, interviene solo se necessario e, sopratutto, se interessata all'argomento o alla situazione. Gli affari dell'uomo in armatura non potevano interessarle in nessun modo. Doveva sbrigarsi da solo, perché certe cose le può fare solo un umano. Al costrutto non servono munizioni, d'altronde non può girare con un "corpo" che rischia di farsi sbranare da lupi. Diciamo che il commercio non è il suo forte. Tuttavia, sfortunatamente, nemmeno Oregon è bravo in questo genere di cose. Che potevano fare dunque? La ragazza decretò il finale provvisorio, non c'è bisogno nemmeno della traduzione automatica dell'intelligenza artificiale, dopotutto lo spartan proviene da un universo in cui è presente il pianeta Terra e..l'americano, l'inglese, quel che fosse era un obbligo per chiunque.
    Dobbiamo cercare qualcosa - pensò con chiaro intento comunicativo, era come se stesse chiedendo aiuto a Heta, tanto abituato a farsi guidare da quello spiritello violaceo maledetto.
    Non comprendo il motivo per cui mi debba definire "spiritello" nonostante lei sappia benissimo cosa sia - sorvoliamo, poiché non c'è nulla su cui rispondere a riguardo.
    Cosa facciamo? - insistette l'Armatura mentre indietreggiava lentamente senza voltarsi e senza smettere di guardare prima uno e poi l'altra, quasi cercando di instillare in loro pietà o pena nei suoi confronti.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni e due mesi fa circa..



    Un silenzio imbarazzato, decisamente. Oregon e Rhode non erano persone che vantavano di un forte legame tra loro. A dire il vero, quasi non avevano mai comunicato, solo durante le missioni o robe simili, poiché costretti a comunicare. Forse era passato un minuto o due, quando Oregon decise che era il momento di alzare il fondoschiena e dirigersi da qualche altra parte. Stava pensando ad una bella doccia. Quindi poggiò le mani sulle ginocchia con l'intento di alzarsi, ma appena lo fece - "Oregon" - lo chiamò quell'altro e lo spartan recise l'intenzione e rimase a suo posto. Per un attimo si pentì di non essersi alzato prima. "Si?" - chiese semplicemente spostando il viso verso di lui. Il collega rimase a fissare la parete davanti a sé o il vuoto. "Sarò il primo per l'impianto dell'intelligenza artificiale" - un momento di serietà, questa è roba grossa. "Hai paura?" - domandò tranquillamente Oregon, chi non avrebbe avuto un po' di timore..o forse ansia o tensione, del diventare la cavia di un progetto. "Non lo so, mi preoccupa" - rispose giustamente. Oregon non aveva nessuna intenzione di fare la parte del consolatore, specialmente a Rhode, eppure ci si ritrovò costretto.

    Luogo: Endlos - Garwec



    Colpo di scena..credo, in teoria era prevedibile. La meccanica dai capelli rossi indicò un posto a sedere per lo spartan. Questo sospirò così piano che l'elmo non fece uscire alcun suono. Esitò senza motivo apparente, magari era solo un po' sorpreso di questo cambio d'idea. Poi seguì il comando e da bravo soldatino si sedette sulla sedia presso la scrivania. L'altra invece, sul letto, preferì godersi un pasto a base di uova, metà uova. Lo spartan non ci badò, non aveva certo fame lui! Come poteva? L'intelligenza artificiale non poteva assolutamente permettere allo "schiavo" di togliersi l'elmo e quindi interrompere la connessione neurale tra il codice posto alla nuca dello spartan e il chip inserito dietro l'elmo nell'apposita fessura. Inoltre stiamo parlando di Heta, quel costrutto ideato per un progetto pericoloso che prevedeva, probabilmente, un controllo totale sulle persone. Stranamente non s'intromise e non specificò nulla a riguardo. Nulla escludeva una ribellione dell'IA e la conseguente idea di esplorare questo magnifico e "pacifico" mondo - Semipiano - dunque, quando la giovane chiese se avesse fame, lo spartan poté solo rispondere negativamente.
    "No grazie, non ho fame" - senza aggiungere altro, nessuna informazione, nessun dettaglio, non certo perché gli piaceva crearsi un'aura di mistero, per quella bastava già l'armatura, bensì semplicemente perché era un tipo di poche parole.
    "Non ho nulla da darti" - esordì calmo, effettivamente non poteva consegnarli l'armatura o le armi..sarebbe stato uno scambio privo di senso. Quindi come potevano risolvere la situazione? Oregon doveva fare qualcosa per la ragazza, ma cosa? E' uno spartan, un soldato, un guerriero che non aveva bisogno di..soddisfare i normali bisogni primari degli esseri umani.
    "Se c'è qualcosa che vuoi che faccia in cambio.." - bloccò la frase per guardarsi attorno, poi posò nuovamente gli occhi su quelli verdi della meccanica e scrollò le spalle. Fa' un po' te, decidi quel che vuoi, Oregon ha tutto il tempo e può prestare i suoi servigi a lei principessa delle macchine..è come avere un robot tuttofare. Nonostante non sappia fare proprio tutto.

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    Non ha fame, il soldato. Meglio per lei. Al dopotutto ovvio rifiuto, Muirne fa spallucce e facendo dondolare il piede nudo giù da letto continua a mangiare, sicura che l'Agente Oregon avrebbe... come non detto. Sembra che quel bell'imbusto non abbia come pagare il suo lavoro, nonostante possegga una tecnologia delle più sofisticate a rivestirlo interamente, come fosse dentro una bara hi-tech.

    Le mascelle di Muirne masticano il frugale pasto sempre più lentamente, con la forchetta bloccata tra le labbra e la gamba smette di dondolare, aderendo al lato del materasso. Gli occhi dell'Irlandese diventano due fessure, esaminando Oregon, tentando di penetrare attraverso e ben oltre quel materiale duro e resistente di cui è composta la sua armatura, da chissà quali ingegneri, le cui conoscenze Muirne può solo invidiare e a malapena sognare la notte. Certo, saprebbe ripararla e forse riprodurla. Ma crearla è un altro paio di maniche. Belle larghe.
    Ma non è questo di certo ciò che perplime la rossa al momento.


    Rookie: "Allarme: Muirne io non mi avvicinerei troppo... Muirne... Oh per tutti i sacchi di carne... ecco lo sapevo, è morta."

    L'allarme del costrutto arriva puntuale rispetto al gesto avventato di Muirne, ma la rossa difficilmente ha avuto mai paura per le esperienze inusuali ed inattese. Sarebbe sopravvissuta al semipiano e nel suo Presidio più sanguinoso così tanto altrimenti?.
    Dopo le parole di Oregon, Muirne ha fermato ogni sua azione, disinteressata e leggera, presa da un pensiero subitaneo, a vedere quello specchio inespressivo che è il casco di Oregon ed a sentire quella voce, dopotutto non priva di una certa umanità. La giovane irlandese ha posato poi il piatto con la colazione sul letto stesso, senza che questo facesse alcun rumore, così come lei, scalza, che si avvicina cauta, con passi di un felino, fino a trovarsi davanti ad Oregon. Si abbassa, piegando le ginocchia sino a farle raggiungere il mento ed abbracciando le sue gambe con lunghe maniche verdi del maglione che indossa. Dello stesso colore sono gli occhi, vividi e vivaci, che brillano. Brillano come avessero visto una qualche meraviglia davanti ai suoi occhi, brillano come se fossero testimoni di qualcosa di estremamente triste. Brillano per l'immensa curiosità che l'animo di Muirne sta provando a vedere quel suo strano interlocutore.
    Le parole vengono soffiate attraverso le labbra con noncuranza, essendo un pensiero espresso ad alta voce, in forma di domanda. Così inconscia, che si scorda persino di parlare nella lingua comune di Endlos.


    Muirne: "Do you have a name, Oregon? A real one, I mean..."

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    Stato psicologico: Ottimale

    Benedetto dal Maelstrom:
    Una potente sostanza allucinogena ha risvegliato delle capacita sopite nel cervello del personaggio. In qualunque situazione riesce a percepire la presenza e il peso della Tempesta Eterna, che permea l’intero Multiverso e mette in comunicazione diversi piani dimensionali.
    [Passiva di percezione del Maelstrom]

    Heart of a lion, mind of a stone:
    Sicuramente la vita della terrorista e della rivoluzionaria non è semplice. La sofferenza non è solo nei campi di battaglia e nelle strade, ma anche nei Quartier Generali del nemico, nei suoi bunker, nelle sue caserme. Terribili ed indicibili sono le torture dei tiranni che hanno oppresso il popolo di Muirne negli anni e neanche lei è scampata ad uno dei loro orridi interrogatori del nemico. Sfuggirne, grazie ad i suoi commilitoni, ha lasciato ferite dolorose, ma ha reso la sua mente più forte.
    [Protezione dalle Malie]

    Through the Barricades
    Una vita passata sulle barricate, da quando era molto, molto piccola, a fare da corriere per la resistenza del suo paese, sotto i colpi di mortai e dei soldati del violento vicino oppressore, hanno affinato i sensi di Muirne. Tutti e cinque. Il fiuto per la polvere da sparo, l'udito per l'approcciarsi a qualsiasi cosa ed un sesto senso tutto per prevenire e scappare o combattere qualsiasi cosa che tenti di ledere alla sua persona. Attraverso le barricate, pochi sopravvivono senza quel dono. Muirne è lì per raccontarlo.
    [Percezione Pericoli]

    "Way to go!"
    Contrabbandare armi e portarle da un quartier generale ribelle al luogo di un attentato ha reso Muirne molto capace nel nascondere... cose. Muirne è in grado di nascondere qualsiasi cosa, con il giusto sforzo mentale nel dissimulare efficacemente di NON avere un Kalashnikov sotto il vestito ed ovviamente date le giuste proporzioni. Non potrà nascondere un carro armato per certo.
    [Passiva di tasca dimensionale]

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    Due larghe sacche/largo borsone in cui si trovano mille e mille utensili che Muirne usa per i suoi lavoretti.

    Rookie
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    Un piccolo droide, riparato alla bene e meglio da Muirne poco dopo il suo arrivo ad Endlos. Purtroppo qualcosa è andato storto durante la riparazione della tecnologia troppo avanzata per la ragazza e Rookie (così battezzato) ora oltre ad aiutare Muirne, insulta sia lei che qualsiasi possibile cliente.
     
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    Luogo: Endlos - Garwec



    Lo sguardo della giovane parve tentare di penetrare l'armatura inutilmente. Niente può vedere oltre, solo specifici rilevatori, come quello a calore per fare un esempio. A differenza sua, lo spartan rimase come un mattone, fisso a osservare lei impegnata col suo pasto e, che non gliene voglia male, ignorando il robot. Oregon non sapeva cosa pensare o cosa dire, ipotizzò che la meccanica stesse pensando a fondo su come risolvere la questione. Certamente un lavoro gratuito era fuori discussione, sia per la ragazza che per lo spartan, il quale ci teneva a ricambiare sempre. Lo spartan non si fa impressione, intimorire o entrare a disagio per quegli occhi rari indagatori. Rimane composto, quasi fosse privo di emozioni, il che non è sempre bene..e attende lo svolgimento degli eventi. Eppure non comprendeva se la rossa fosse interessata alla sua armatura o allo sconosciuto misterioso che si celava al suo interno. Voleva qualcosa? Schemi? Come costruirla interamente? Non tentò di formulare alcuna ipotesi, se voleva qualcosa bastava aprire bocca e spiegare letteralmente all'Armatura ogni cosa. Più o meno..ovviamente c'era sempre qualcosa cui era costretto a rifiutare. Ad esempio..smascherarsi, quello non poteva proprio farlo. Almeno non finché vi era il vivo pensiero di sbarazzarsi di Heta alla prima occasione e, fintanto che manteneva accesa quella fiamma ideale, l'intelligenza artificiale avrebbe mantenuto tutti gli accorgimenti necessari e gli obblighi da far rispettare allo spartan. Poi la giovane abbandonò con delicatezza il piattino sul letto, nulla su cui giudicare, lo spartan non si permette di fare queste cose, a lui non interessa l'educazione altrui o il loro modo di comportarsi, ebbene..è un po' egoista sotto questo aspetto. Si avvicinò a lui, piegandosi e stringendo le sue stesse gambe. Oregon non può certo negare di percepire un lieve imbarazzo, ma rimane immobile, la segue con i movimenti necessari della testa per mantenere il pieno contatto visivo su di lei. Si chiedeva cosa voleva realmente, cosa cercava, quali motivazioni la portavano ad agire in quel modo? Heta non si interessò di nulla, rimase nascosta, in silenzio, mentre eseguiva i suoi costanti e ripetuti calcoli ad una velocità inimmaginabile.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni e due mesi fa circa..



    "Tu hai paura" - sentenziò aggressivo Oregon, c'era tanti altri che volevano essere i primi a testare la nuova intelligenza artificiale. Tutti ne parlavano, tutti facevano i loro filmini mentali. Chi credeva di incrementare il proprio potenziale, chi di poter fare cose incredibili. C'era chi sopravvalutava la nuova IA, chi il contrario ed era un modo per giustificare la loro curiosità a riguardo. Vedere coi propri occhi per credere. Poi c'erano quegli individui scettici che ritenevano necessario considerare la pericolosità di tale tecnologia, come Arizona, la quale non si sa più che fine abbia fatto. "Io non ho paura" - reagì mantenendo il controllo - "Non posso stare tranquillo, se qualcosa va storto?" - continuò inutilmente, l'altro si alzò e parve non voler sentire altro uscire dalla bocca del fortunato - "Potevi sempre rifiutarti e lasciare il posto a qualcun altro" - rispose Oregon. Niente da fare, non va proprio d'accordo con questo compagno..quindi fece per abbandonare anch'egli lo spogliatoio.

    Luogo: Endlos - Garwec



    Udì quella frase, quasi non si stesse rivolgendo a lui.
    Agente Oregon, è possibile che non sia nativa di Endlos - disse mentalmente l'intelligenza artificiale, finalmente si era decisa a farsi sentire, nonostante al momento solo al partner. Oregon non rispose immediatamente, la suspance che si creò mascherava semplicemente la comunicazione telepatica, se era giusto definirla così, tra lo spartan e il costrutto.
    Che intendi? - chiese giustamente e curioso di ricevere una spiegazione dettagliata che solo l'IA poteva fornirgli.
    E' bilingue: endlossiano e inglese - precisò, tuttavia non fu soddisfatto - Dall'accento è possibile che si tratti di irlandese - appena terminò, lo spartan fu preso da una sensazione già nota, aveva incontrato qualcuno che proveniva dall'esterno e per di più si esprimeva in una lingua fin troppo familiare. Magari.. - Le probabilità che provenga da un ipotetico pianeta Terra sono elevate, ma non certe - è già più che sufficiente.
    Disattiva la traduzione automatica - Traduzione automatica disattivata - e lì chiunque poté avvertire un certo cambiamento. Le mani dello spartan scivolarono dalle ginocchia fino alle cosce per poi tornare alla posizione originaria. Ora era il momento di rispondere alla domanda, magari sorprenderla e conoscere meglio questo soggetto dalla provenienza ignota, ma fin troppo intuitiva!
    "That's certified" - esattamente, i suoi dati personali erano segretati, quindi ora potreste chiedervi se stavolta fa apposta per enfatizzare la misteriosità della sua figura. E invece, anche stavolta si trattava di seguire "regole". Essere invisibili, inesistenti..per un aspetto, mentre l'altro era decisamente più personale. Qualcosa di sbagliato, negativo, che andava a creare il divario tra l'Oregon umano e l'Oregon macchina.
    "Now..i'm called Agent Oregon, that's enought" - non c'era più il se stesso del passato, quello prima di indossare l'armatura. E' tutta una questione complessa, esageratamente complessa, ricca di dubbi, di incertezze..l'armatura cosa simboleggiava? L'aver perso l'identità umana o qualcosa che era diventata parte di lui? Questo era ciò che provava nei confronti di quella seconda pelle, seconda identità..amore e odio.

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    Morg
    Sotto la cascata di lentiggini, la bocca di Muirne si contorce insoddisfatta dalla risposta, mentre fissa ancora quello specchio inespressivo che è il casco dell'Agente Oregon. Ci ha provato a tirare fuori qualcosa, ma, dopo un lungo silenzio, portatore di vane speranze su di un responso positivo, neanche un passo è stato fatto. Sì certo, uno spiraglio, quel "now", la portano a credere che ci sia altro.

    Non sa neanche lei perché perdere tempo con quel bestione di latta. Non potrebbe semplicemente cacciarlo via? Niente soldi, niente munizioni, dovrebbe essere l'azione più ovvia da intraprendere, visto che Oregon s'è persino presentato la mattina, a buttarla giù dal letto quando la sua permanenza in quel luogo così bello come il presidio Est è agli sgoccioli.

    Ma... non sarebbe nello stile dell'Irlandese. No. Sa già che se cacciasse quell'uomo (perché nessuno potrà mai cancellare dal pensiero di Muirne quello sia un uomo), si sentirebbe terribilmente in colpa per il resto della giornata, per il resto del mese, per il resto dell'anno forse e quel pensiero tornerebbe periodicamente a tormentarla. No, non può permetterselo. Né Oregon lo merita... così solo ed anaffetivo. Che sia spaventato? Che abbia, sotto sotto, paura?

    Muirne abbassa lo sguardo guardando le sue ginocchia, la sinistra persino mezza sbucciata, non abbandonando la scomoda posizione in cui si trova. Rilascia un lungo e sconsolato sospiro alle parole dello Spartan, ma in men che non si dica, gli occhi verdi tornano a specchiarsi nella visiera dell'armatura completa, ancor più determinati di prima se possibile. Immediatamente dopo questa "dichiarazione di guerra", la ragazza sorride, distendendo i muscoli del viso e quegli smeraldi, nascosti in una foresta di fuoco, si fanno addirittura ridenti, mentre la voce rilascia una risata cristallina e divertita.


    Muirne: "Hell... ahahahah! Dai non mi aspetterai che la beva! Is just... not enough! Sai, in Irlanda, a casa mia, quando combattevo mi chiamavano Coìnin, che significa "coniglio" in gaelico, la mia lingua." Allarga le braccia quasi perdendo l'equilibrio.) "Woo... ehm... insomma, non significa io abbia il pelo e rosicchi carote notte e giorno..."

    Rookie: "Intensificazione: ... ma che tu sia una codar...."

    *SDENG
    La canna bucherellata di una mitraglia, smontata dal suo corpo originario, si abbatte sul capo del robottino, già abbastanza acciaccato dai ripetuti abusi della rossa, la responsabile del gesto così violento ed avventato.


    Rookie: "Richiesta allarmata: Meretrice non..." abbassando la voce.) "... non davanti a lei!"

    Muirne: indignata, voltata verso Rookie.) "Per tua norma e regola, mi chiamavano Coìnin perché ero agile e veloce e nessun inglese m'ha mai acchiappato! Beh... quasi nessuno..."

    Sistemata la faccenda con il robottino, Muirne torna a guardare Oregon... la situazione non è poi così cambiata. Lui è impenetrabile, imperscrutabile, disciplinato, un verso soldato di quelli che Muirne conosce bene. Ma al contrario di qualcuno che ha, a suo malgrado, conosciuto, Oregon è diverso. Non è frustrato, prepotente, violento... non freme la sua voce, né sembra impaziente d qualcosa che mai arriverà. Lui è solo... freddo, distante, irraggiungibile.
    E così, i loro corpi tornano all'esatta situazione iniziale, mentre la rossa si avvicina un altro poco con lo sguardo, mentre l'immagine sul casco di Oregon si fa più grande.
    Sbatte gli occhi due volte, cercando cosa dire. Ne esce fuori qualcosa di molto, molto confuso.


    Muirne: "Voglio dire... tu ora hai questo nome, ma prima? Non avevi nulla? Famiglia, amici? Qualsiasi cosa... una persona non smette di essere una... sì... una persona. Hai un'anima, no? Qualcosa che ti parla e solo tu puoi sentire... che non sia stata fatta da altri ma è nata con te?"

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    Una vita passata sulle barricate, da quando era molto, molto piccola, a fare da corriere per la resistenza del suo paese, sotto i colpi di mortai e dei soldati del violento vicino oppressore, hanno affinato i sensi di Muirne. Tutti e cinque. Il fiuto per la polvere da sparo, l'udito per l'approcciarsi a qualsiasi cosa ed un sesto senso tutto per prevenire e scappare o combattere qualsiasi cosa che tenti di ledere alla sua persona. Attraverso le barricate, pochi sopravvivono senza quel dono. Muirne è lì per raccontarlo.
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    Un piccolo droide, riparato alla bene e meglio da Muirne poco dopo il suo arrivo ad Endlos. Purtroppo qualcosa è andato storto durante la riparazione della tecnologia troppo avanzata per la ragazza e Rookie (così battezzato) ora oltre ad aiutare Muirne, insulta sia lei che qualsiasi possibile cliente.


    Edited by Mordreth - 25/3/2015, 03:24
     
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    Luogo: Endlos - Garwec



    He- - Traduzione automatica attivata - non chiedete, è inspiegabile come faccia a rispondere prima ancora che venga formulato il pensiero per intero. L'IA è solo in grado di calcolare probabilità e, udendo che Muirne aveva ripreso a parlare più endlossiano che altro, ipotizzò che lo spartan volesse chiederle di riattivare la traduzione, come constatò quel segnale smorzato. Muirne spiegò del suo appellativo usato a casa sua, non su Endlos chiaramente, e sembrò contraria alle parole di Oregon. Certamente il suo ragionamento aveva un fondamento saldo, ma non abbastanza. Muirne veniva chiamata "coniglio" per le sue prestazioni fisiche. Osservando con curiosità l'interazione tra il robot e la sua proprietaria, il primo provocò la seconda che rispose in modo violento. Dal punto di vista dello spartan, il duo aveva un rapporto decisamente strano e per nulla amichevole, semplicemente un legame tra padrona e servo, per così dire. Magari qualcun altro avrebbe visto un tipo di rapporto diverso, tutte scemenze, potrà esserci pure un valore affettivo, ma di fatto, seguendo ciò che è certo alla Heta, il loro rapporto segue per forza il primo citato. Poi quella si rivolge nuovamente a Oregon, immobile, quasi fosse una statua, noioso senz'altro, a volte gli farebbe bene sciogliersi un po'. E' tutta colpa della disciplina che ha avuto, nessun rimpianto in ciò, però la segretezza, l'importanza di avere un proprio titolo personale che identifichi lui come soldato e non come persona qualunque. Non poté evitare di riflettere sulla questione, non certo facile per lui, non sapeva bene che posizione prendere. Chiamatelo lavaggio del cervello, ma lui fino a qualche anno fa ci ha creduto ciecamente al sistema. Poi cominciarono i guai..ma questa è un'altra storia. Abituato a seguire gli ordini, abituato a ricevere ricompense per le sue azioni, abituato a indossare un'armatura personale con un'identità secondaria. Quasi fosse un eroe, tuttavia non lo era per niente. Non aveva compiuto alcuna azione del genere e, sia ben chiaro, non ha alcuna fantasia infantile. Talvolta le persone fanno scelte che non sanno spiegare perfettamente, semplicemente la loro inclinazione li ha portati a seguire determinate strade. Lo stesso è il caso di Oregon, decise di iscriversi volontariamente all'accademia e la sua carriera lo portò a fare una scelta difficile: entrare in un progetto segreto. Già il fatto che sia segreto implica automatica la legalità discutibile. Ma a nessuno importava e nessuno, o meglio per ora solo Oregon, si aspettava di avere a che fare con tale prodotto.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni e due mesi fa circa..



    Oregon voltò le spalle a Rhode e si apprestò a portarsi di fronte alla porta automatica. La piccola attesa fu sufficiente ad attirare la sua attenzione - "Non dovresti giudicare, traditore" - ormai era diventato il suo appellativo dopo che lo avevano colto in fragrante nel tentativo di rubare, o meglio aiutare, l'intelligenza artificiale. Oregon semplicemente si girò, senza dire nulla, quella era l'occasione perfetta per capire se Rhode era un individuo a cui poter chiedere aiuto. Non si trattava di dubbi, già sapeva quanta fiducia riporre in lui, era una questione di speranza, sperare di sbagliarsi. Quello si alzò e Oregon se lo ritrovò faccia a faccia. Troppo vicino, troppo offensivo. "Fa' attenzione Oregon" - cominciò, guardò oltre la porta e tornò a fissarlo visore-visore - "Sentirò qualsiasi tuo bisbiglio" - e uscì prima di lui. Oregon rimase impiantato. Non intendeva certo seguirlo, avrebbe atteso che si fosse allontanato. Come temeva, non si era sbagliato, di Rhode non ci si può fidare. O almeno lui non può farlo.

    Luogo: Endlos - Garwec



    Quella si avvicinò ancora di più e si permise di sbattere due volte quei due rari occhi verdi. Niente scompose lo spartan, protetto nella sua armatura per qualsiasi situazione, che fosse pacifica o non. Incuriosita, forse, insistente, probabile, profonda, per certo. Famiglia, chiese? Non c'è più una famiglia, i genitori si dimenticano, quando entri in un progetto di questo tipo non puoi pensare alla famiglia. Forse avranno trovato un modo per non far impicciare i suoi nella sua vita, magari finto la sua morte, consolati di una falsa notizia, il figlio trasferito che si addestra e non quello che appartiene ad un sistema in cui vi è un progetto segreto. Così non si viene rintracciati e la famiglia non può venire usata contro gli spartan. Amici? Forse intende i compagni di "lavoro", quelli con cui condivide il reparto, lo spogliatoio, la sala simulazioni, il cibo e le missioni assieme. Quelli di cui devi fingere di fidarti ma allo stesso tempo saper far distinzione tra coloro che ti sono leali e quelli a cui non importa niente di te. Infine, la questione più difficile: l'anima. Come può ascoltare se stesso, riflettere con la sua coscienza..avendo un costrutto nella testa che ti parla ogni qualvolta esprimi un pensiero, solo perché curiosa dei tuoi atteggiamenti e, nel caso sbagli, ti riprende..questo è il lavaggio del cervello, questa è la dura prova che deve superare lo spartan. Una prova insuperabile. Che Oregon sia destinato al fallimento?
    "Quando fai parte di un progetto top-secret, la famiglia non esiste più e gli amici diventano come te" - poi incrociò le braccia, non certo perché offeso, bensì per la difficoltà - "Non è facile avere un po' di privacy con Heta" - disse con una nota divertita, ironica senz'altro. Ma adesso basta parlare di Oregon. Muirne fa troppe domande, dovrebbe pensare a parlare un po' di sé prima.
    "Sei molto curiosa del passato altrui, resterò Oregon fintanto che avrò indosso quest'armatura" - esordì, se non l'avesse capito..e da come si era espresso Oregon era decisamente probabile, stava mostrando alla ragazza una prospettiva diversa. Lei non viene più chiamata coniglio, forse per esser stata "presa", come aveva ipotizzato Oregon, ma lui ha tutt'ora la sua armatura. Ma oltre a questo, non ha intenzione di rivelare il suo nome, deve rimediare al suo passato così da riacquistare il suo nome. Magari stava sbagliando tutto e doveva soltanto unire le due identità. Heta è un problema.
    "Come sei finita qui? Perché non mi parli un po' di te piuttosto? Chi eri prima di arrivare qui?" - vi giuro che non si sta approfittando, un po' per ciascuno, no?

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    Morg
    Per la prima volta in quella discussione, gli occhi smeraldo di Muirne si tingono di tristezza, mentre la testolina di fuoco s'inclina a destra e le braccia stringono ancora di più le gambe, mentre un "Oohww" scivola via dalle labbra. Non è commiserazione, sa che nessuno la vorrebbe e lei non oserebbe insultare nessuno con quell'ipocrisia. Ma in cuor suo, sente che la storia di Oregon non sia così lineare e logica come cerca di presentarle. Che sia quel demone tecnologico a sussurrargli cosa pensare e cosa volere? Non l'aveva vista sin da quando Oregon ha messo piede nella sua camera d'albergo. Il che fa pensare a Muirne lei possa essere...

    La domanda di Oregon la coglie di sorpresa, tanto che il suo busto si raddrizza, gli occhi strabuzzano per la sorpresa e le braccia allenano la presa sulle caviglie. Lei? La sua storia? Nessuno gliel'aveva mai chiesta prima d'ora e ricevere quella domanda così, d'improvviso, la spiazza non poco. Da dove cominciare? Dove finire, soprattutto, visto che la sua storia su Endlos è giusto iniziata, considerata quelle di nativi, naufraghi su quel mondo da ben più tempo e tutti coloro con storie molto più belle da raccontare? Ma Oregon vuole sentire la sua e tutto ciò che Muirne fa è punta un dito a se stessa. Ovviamente, il robottino non perde l'occasione per vendicarsi del precedente maltrattamento.



    Rookie: "Richiesta: Vuoi comprare una vocale Muirne? Vuoi girare la ruota?"

    Muirne: "Qualsiasi cosa significa, no, you trashcan. Ho il dono della parola."

    Perlomeno l'arroganza di quel cosino l'ha rimessa, mentalmente, in carreggiata con il momento presente. Raccontare chi era... anzi, chi è lei. Ce la può fare, non sarà difficile, giusto un po' doloroso.

    Muirne si rialza, in piedi, abbandonando quella strada posizione fetale da folletto curioso ed indietreggia sino a poggiarsi ai piedi del letto, dove dai pomi di bronzo intricati filamenti s'estendevano da un estremo all'altro, abbassa lo sguardo un attimo, perché da dire ce n'è ed anche tanto.


    Rookie: "Richiesta: Cominci dalla mia preferita, la parte in cui muoiono tutti....?"

    Muirne: "Si chiama Bloody Sunday, la domenica di sangue... e non è una cosa bella, Rookie."

    Il robottino si esibisce in qualcosa di molto simile a delle spallucce e Muirne incassa, sportivamente, ignorandolo. Ha cose più importanti a cui pensare al momento, come sì, l'avrà già pensato, la sua storia.

    Lo sguardo di Muirne torna a specchiarsi sul casco di Oregon, senza la minima traccia della precedente ricercata comprensione, neanche un tentativo di empatia, dato che ciò che sta raccontare esula completamente Oregon ed rapporto che tra loro Muirne ha tentato di costruire.


    Muirne: "Well... ti dirò chi sono. Perché io non sono mai cambiata in un'altra persona. Sono nata in un posto che somiglia molto a questo, all'Est, l'Irlanda. Ma Cork, dove sono nata, era diverso. Eravamo un villaggio di pescatori. Non davamo realmente noia a nessuno... la mia famiglia era povera, molto povera, ma intendo che il più piccolo dei miei fratelli non sapeva cosa ci fosse sui penny! Ma vivevamo bene eravamo felici, daidì ed i miei cinque fratelli pescavano, io e mamaidh a casa e poche volte potevo andare in giro, ma mi piaceva giocare alla lotta con i miei fratelli e spaccar loro la faccia, mi chiamavano Ma thonwy, piccolo orso, come le favole per i bambini! E così passano gli anni."

    Sospira Muirne, abbassando lo sguardo. Ora arriva la parte difficile, la parte che odia, e già sente le lacrime salire agli occhi, le labbra tremare ed il respiro farsi pesante. Ma resiste. Gli occhi sono fermi ed il tono prima quasi gaio e spensierato, ora si fa più basso, quieto. Ma non è un buon segno. Sembra un vulcano pronto ad esplodere e l'epicentro è il suo cuore, che ancora batte furioso per la sua famiglia, per l'Irlanda, per la sua guerra personale che si è unita alla guerra di tutti. Non cerca di far paura ad Oregon... è solo arrabbiata.

    Muirne: "It happen'd all in once... Noi eravamo ancora parte del Regno Unito e ogni tanto, dato che c'erano sommosse da vari anni da parte di gruppi indipendentisti. Ma te l'ho detto... eravamo dei pescatori e poveri. Che potevamo fare noi di male? Un giorno una pattuglia di soldati aveva bevuto troppo al pub ed andavano a fare casino per le strade del nostro piccolo villaggio e... hanno scelto la nostra casa. Non so perché. Non so cosa li ha spinti, ma hanno bussato come diavoli alla nostra porta. Ci hanno tirati tutti e otto giù dal letto. Una perquisizione dicevano.. e for fuck's sake puzzavano... puzzavano di whiskey e sidro da far schifo... fradici ti dico. Hanno messo le mani su mia madre... mio padre l'ha difesa... e non gli è andata giù... Tá brón orm, daìdi..." si morde il labbro prima di continuare, sostenendo lo spezzarsi della sua voce. Violentemente rialza il capo, tornando in sé.) "... l'hanno pestato. A morte... davanti ai miei occhi. I had seven bloody years. Ed ho visto mio padre ucciso a bastonate da quei cani inglesi. I miei fratelli non potevano far nulla... secondo la legge quei cani potevano fare quel che volevano... e loro avevano le armi... Go mbeire an diabhal leis thú..." Muirne prende un gran respiro.) "Non ho mai smesso di pensare a quella scena... ci avevano lasciato col cadavere di mio padre in casa. Con gli occhi e la bocca aperta, per la mascella slogata. Quell'immagine mi ha perseguitato per dieci anni... ma, non so con quale forza... anziché diventarci pazza appresso, è stata... diciamo una motivazione. Non so dove ho preso questa forza. Dev'essere lo stesso principio dei soldati che mi han sconquassato la vita e la porta di casa mia. Un caso. Seguii i miei fratelli nelle fila dell'Irish Republican Army o I.R.A. come ci conoscono i più. Avevo imparato molto dai miei fratelli e... non chiedermi perché... capivo più di loro. Improvvisamente sono stata catapultata nel vivo della battaglia, qualsiasi tenente dell'I.R.A. mi voleva con sé e mi chiedeva di fabbricare le cose più... più letali o strambe. L'IRA mi ha mandato verso Belfast, verso Bray, in tutta l'isola... fino a Dublino. Se nei tuoi registri sai cos'è Easter 1916 controlla. Io ero là. Ho combattuto, ho combattuto un sacco, ho fatto saltare ponti, camion carichi di vite, caserme, ho ucciso ed ho rischiato di morire. Una terrorista a tutti gli effetti. Mi hanno catturata persino una volta... torturata, ma meno di altri. Sono fuggita prima perché sai... eheh... una ragazza non è in grado di reagire. Non ricordo, in quei cinque o sei anni un attimo di tregua o un sonno leggero... poi durante un'azione di guerra a Cork, casa mia... sono finita in una specie di portale. In una casa abbandonata su cui circolavano strane leggende su di un mondo parallelo... che tutti chiamavano... Zed. Ho lasciato il mondo esattamente il 24 Giugno del 1921. La cosa che ricordo erano un sacco di luce e subito dopo la mia bocca piena di sabbia ed un tipo che mi intimava di levarmi dalle palle che la sua carovana doveva passare. Merovish. E lì due anni a lavorare per il tizio della carovana, come una schiava. Fino alla liberazione... per un'altra schiavitù. Ma le volte, quando la notte, quando dormo nelle mie schifose brande piene di sabbia, mi immagino i cannoni che tuonano e le voci dei miei compagni ed amici. E mi alzo. E vedo Endlos. E mi manca quella vita di guerra... sì, sarò una stupida. Ma mi manca combattere per ciò in cui credo, mi manca perché sono preoccupata. Per la mia terra, per i miei amici, per i miei fratelli..." Una lacrima solca le guance di Muirne, che non trattiene più i rivoli salati che gocciolano sul pavimento ora.) "... ma tu queste cose non le capisci, vero? Non ci arrivi.... vero? O almeno quella... cosaccia nel tuo cranio."

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    Sicuramente la vita della terrorista e della rivoluzionaria non è semplice. La sofferenza non è solo nei campi di battaglia e nelle strade, ma anche nei Quartier Generali del nemico, nei suoi bunker, nelle sue caserme. Terribili ed indicibili sono le torture dei tiranni che hanno oppresso il popolo di Muirne negli anni e neanche lei è scampata ad uno dei loro orridi interrogatori del nemico. Sfuggirne, grazie ad i suoi commilitoni, ha lasciato ferite dolorose, ma ha reso la sua mente più forte.
    [Protezione dalle Malie]

    Through the Barricades
    Una vita passata sulle barricate, da quando era molto, molto piccola, a fare da corriere per la resistenza del suo paese, sotto i colpi di mortai e dei soldati del violento vicino oppressore, hanno affinato i sensi di Muirne. Tutti e cinque. Il fiuto per la polvere da sparo, l'udito per l'approcciarsi a qualsiasi cosa ed un sesto senso tutto per prevenire e scappare o combattere qualsiasi cosa che tenti di ledere alla sua persona. Attraverso le barricate, pochi sopravvivono senza quel dono. Muirne è lì per raccontarlo.
    [Percezione Pericoli]

    "Way to go!"
    Contrabbandare armi e portarle da un quartier generale ribelle al luogo di un attentato ha reso Muirne molto capace nel nascondere... cose. Muirne è in grado di nascondere qualsiasi cosa, con il giusto sforzo mentale nel dissimulare efficacemente di NON avere un Kalashnikov sotto il vestito ed ovviamente date le giuste proporzioni. Non potrà nascondere un carro armato per certo.
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    Due larghe sacche/largo borsone in cui si trovano mille e mille utensili che Muirne usa per i suoi lavoretti.

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    Un piccolo droide, riparato alla bene e meglio da Muirne poco dopo il suo arrivo ad Endlos. Purtroppo qualcosa è andato storto durante la riparazione della tecnologia troppo avanzata per la ragazza e Rookie (così battezzato) ora oltre ad aiutare Muirne, insulta sia lei che qualsiasi possibile cliente.
     
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    Luogo: Endlos - Garwec



    Una storia decisamente drammatica e triste. Una violenza ingiustificata nei confronti di una povera famiglia, qualcosa che avrebbe fatto ribollire senz'altro il sangue del vecchio Oregon. Come molti hanno potuto notare, lo spartan è così distante dalle emozioni, troppo distaccato, ogni cosa esterna a lui rimane tale. Nonostante ciò, rimane pur sempre un essere umano e udire un racconto del genere non può che rendere l'aria densa di tristezza e malinconia, avvertibile da egli medesimo. Non poteva biasimarla, ma allo stesso modo nemmeno lei poteva su di lui. Le scelte che fece nella sa vita furono ben pensate, nonostante su un fondo di egoismo, e il guerriero paga il prezzo delle conseguenze senza ripensamenti. La meccanica aveva sofferto molto, ma veramente tanto più rispetto ad Oregon. Lo spartan non aveva mai rischiato veramente la vita, nonostante tutte le simulazioni e le missioni reali, tutto era programmato minuziosamente per evitare perdite. Le missioni svolte, indipendentemente dal livello di importanza, era pur sempre fattibili dalla squadra, senza necessità di richiedere rinforzi. Endlos era la sua ultima missione, lì avrebbe messo alla prova tutto il suo addestramento. Oregon non era di certo tra i più bravi agenti, c'erano alcuni che veramente facevano paura solo a guardarli, quegli individui che, nonostante lo stesso corso dello spartan ma in gruppi diversi, emanavano una sicurezza di vittoria tale da voler star dietro a loro.
    "Heta non è un essere umano" - ribatté secco, facendo il possibile per non metterla in mezzo alla conversazione. Dopotutto era un'intelligenza artificiale, doveva avere degli input che la spingevano a fare determinate azioni. Lo stesso doveva per forza valere per il robot di Muirne e, su questo punto, che scappò una riflessione..alla faccia del tener fuori Heta.
    Ti ha dato del "lei" e non hai nulla da dire? - chiese mentalmente, voleva semplicemente distoglierla dalle parole della rossa, ma come aveva ascoltato e pensato lui..Heta si trovò un passo davanti a lui.
    HV-1251 Modello Athar è molto probabilmente un costrutto predefinito - che vuol dire? Che non può correggere i suoi errori? O meglio, che il suo carattere è immutabile? Ma quindi perché si dà tanto lavoro per impegnarsi a non far commettere errori allo spartan o ad altre persone?
    Agente Oregon, sa benissimo quante differenze ci sono tra umani e macchine - rispose e non sono necessarie altre parole per interpretare il significato. Lo spartan riprese a ignorarlo e si concentrò nuovamente sulla giovane. Cominciò a sentirsi in colpa..non avrebbe dovuto chiederle nulla. A lui non interessano le storie altrui, eppure..non si sapeva nemmeno lui spiegare come mai si era interessato della storia di Muirne. Evidentemente per l'egoistico desiderio di spostare l'argomento.

    Luogo: Base Alpha
    Due anni e due mesi fa circa..



    Trascorsi alcuni minuti, Oregon si decise a riprendere la via per la sua stanza. Uscì dalla porta automatica dello spogliatoio e percorse i lunghi corridoi con passo relativamente lento. Alcuni operatori gli passarono affianco con una noncuranza reciproca. Giunse infine alla sua piccola e spoglia stanzetta. Vi entrò e sprofondò sul letto senza pensarci due volte. Non c'è da preoccuparsi, il letto è come un mattone, fatto apposta per loro. Infatti lo spartan non si era nemmeno tolto l'armatura o il casco, almeno non stavolta. Portò un dito alla parete laterale su cui era appoggiato il letto. Cominciò a battere piano con cadenza regolare su punti diversi senza apparente motivo. Lasciò cadere il braccio e dopo un minuto riprese per poi smetterla nuovamente. Alzò lo sguardo al soffitto sospirando. Chiuse gli occhi e sprofondo nei pensieri all'inizio incentrati su Arizona e l'intelligenza artificiale poi sul suo inizio lì..cercava di autoconvincersi di aver sempre fatto la cosa giusta.

    Luogo: Endlos - Garwec



    Oregon si alzò per tendere la mano alla meccanica dai capelli rossi, non era bravo a parole indi cercò di mostrare la sua compassione attraverso i gesti. Se per la giovane l'Armatura era alto, non aveva visto alcuni suoi compari..c'era uno che era alto ben venti centimetri in più di lui, da far paura veramente. Avrebbe quindi permesso a Muirne di sfruttarlo per alzarsi.
    "Mi dispiace, non-" - "A dire il vero, non sono situato nel cranio dell'Agente Oregon" - all'improvviso la voce dello spartan mutò, era Heta a parlare, ma dato che la voce proveniva dal microfono del casco e non si era presentato fisicamente, sembrava che fosse sempre Oregon a parlare.
    "Sono situato in un chip e interagisco con l'Agente Oregon attraverso un collegamento neurale dovuto ad un codice identificativo posto dietro la sua testa" - apparve poi la figura "antropomorfica" dell'intelligenza artificiale. La classica fatina dal color viola opaco, cui ogni dettaglio era sfocato e indefinito, si poteva però scorgere una posizione ben precisa, le braccia dietro la schiena.
    Non è il momento! - riprese il senziente, non era proprio il momento. La meccanica non poté contenere le sue emozioni, si era lasciata andare, ancora con leggerezza. La ragazza era intelligente, furba e senza dubbio particolarmente perspicace, tanto da aver capito in parte la natura di Heta, o almeno probabilmente intuiva qualcosa. Ma anche l'intelligenza artificiale sospettava ciò.
    "Agente Oregon, vi è una buona probabilità che possa risultare pericolosa" - non per l'uomo, ma per il senziente. Lo spartan non si trattenne e, con decisione sferrò un pugno alla piccola figura dell'intelligenza artificiale, ovviamente..attraversandola essendo un puro ologramma. Heta, dopo l'azione offensiva, si teletrasportò in un altro punto e poi sparì senza dire nulla.
    Farò di tutto per sopravvivere, lo sa bene Agente Oregon - quasi lo minacciò, non era il caso di mettersi contro di lei, non ora, non da solo. L'armatura era diventata uno svantaggio per lui.
    "E' solo una macchina, non porta rancore" - il tono era sorprendentemente calmo. Indietreggiò non potendo prevedere le reazioni della meccanica, forse si sentiva impaurita..no, impossibile, dopo aver ascoltato il suo passato, Muirne era una donna forte, molto forte.
    "Penso sia il caso di tornare agli affari.." - disse chinando il capo di tanto in tanto, la situazione aveva creato un po' di imbarazzo. Ebbene, anche Oregon sa essere violento nei confronti dei costrutti.

    Stato Mentale: Preoccupato e un po' imbarazzato
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    Rookie: "Simulazione emozionale: No! È matto non lo faccia!"

    Se la reazione del robottino, calibrato così male, ma così male da preoccuparsi davvero per Heta, nella sua intoccabilità, è di paura e di apprensione, Muirne, limitandosi ad un neutro "Oh?" osserva la scena con ancora i segni delle lacrime sulle guance. Non comprende bene cosa le sia appena accaduto davanti agli occhi. Sa solo che Oregon ha dato, almeno secondo il modo di vedere della rossa, finalmente uno spasmo di vita. Quante volte si sarà ribellato a quella stupida A.I. prima di adesso? Anzi, forse la disciplina lo portava a non poter neanche concepire con la propria logica un pensiero del genere. Almeno sino ad oggi.
    Muirne guarda la mano tesa ad aiutarla a rialzarsi, ma non la prende. Ha qualcosa da dimostrare ad Oregon lei. Con gli occhi ancora lucidi ed il volto rigato, il suo volto indomito si specchia nella visiera di Oregon una seconda volta. Cercando quell'insopportabile A.I..


    Muirne: "So che mi senti, s***** manipolatrice! Traducimi questo..."

    Rookie: "Obiezione: Muirne, per favore, sii gentile con la sign..."

    Muirne: "... Póg mo thóin!"

    Una non troppo approssimativa traduzione dal gaelico d'Irlanda all'endlossiano riporterebbe l'esatto significato in "baciami il c***". Di certo l'irlandese non le manda a dire e se è vero ci sia un mondo sia avanzato così tanto da arrivare a quel punto... lei è ben felice di non esserci arrivata a QUEL punto. Piuttosto che avere qualcosa nella sua testa che la controlla, preferirebbe le sgusciasse via il cervello da entrambe le orecchie, per quello che le può importare.
    Rifiutando l'aiuto dell'Armatura, Muirne fa leva sul letto stesso, per riacquistare una posizione eretta e con un'agilità insolita. Una volta in piedi, una larga manica del maglione passa sul volto per asciugarsi le lacrime e tirarsi il naso. Non si vergogna di piangere, ovviamente, si dovrebbe vergognare di ridere, di urlare, forse? No. Quindi perché di piangere? Certo che prima o poi bisogna smettere. Tutti dovrebbero smettere. Muirne è più veloce di altri per semplice allenamento.

    Lo sguardo torna indomito ed alquanto imbronciato all'indirizzo dell'Agente. Si potrebbe dire delusa, ma in realtà è una strana forma di apprensione quella della giovane Irlandese. Lui è un uomo buono. Qualcosa nel suo cuore, nelle sue budella, nella sua testa, glielo dice e glielo ripete. Sa che ci sono degli occhi dietro quella visiera e magari sono pure belli a vedersi.
    La ragazza mette le braccia conserte e si avvicina ad Oregon fino a stargli ad una spanna di distanza, sebbene nella sua armatura lui la sovrasti.
    Non lascerà una Cosa controlli una Persona. Già le vanno sui nervi le Persone che controllano le Persone. Figurarsi le cose. No, un'anima come quella di Oregon non merita una simile prigione.


    Muirne: "Se vuoi fare affari con me, devi levarmi quella di torno. Sto parlando con te, non con un maledetto computer. Io faccio le cose come si facevano alla mia epoca. Ho almeno cento anni più di te... se non ti sta bene, well, that's the bloody door."

    Audare, il suo indice va per picchiettare sulla pettorina dell'armatura, prima d'indicare la porta con molta, molta eloquenza. Le è passato per la mente di chiedergli una cosa... ma forse, anzi sicuramente, per lui, che è l'ultima persona da biasimare per la sua condizione, è troppo presto.

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    Stato psicologico: Ottimale, triste e nostalgica prima, determinata poi.

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    Sicuramente la vita della terrorista e della rivoluzionaria non è semplice. La sofferenza non è solo nei campi di battaglia e nelle strade, ma anche nei Quartier Generali del nemico, nei suoi bunker, nelle sue caserme. Terribili ed indicibili sono le torture dei tiranni che hanno oppresso il popolo di Muirne negli anni e neanche lei è scampata ad uno dei loro orridi interrogatori del nemico. Sfuggirne, grazie ad i suoi commilitoni, ha lasciato ferite dolorose, ma ha reso la sua mente più forte.
    [Protezione dalle Malie - Rilevamento intrusioni mentali]

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    [Percezione Pericoli]

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    Contrabbandare armi e portarle da un quartier generale ribelle al luogo di un attentato ha reso Muirne molto capace nel nascondere... cose. Muirne è in grado di nascondere qualsiasi cosa, con il giusto sforzo mentale nel dissimulare efficacemente di NON avere un Kalashnikov sotto il vestito ed ovviamente date le giuste proporzioni. Non potrà nascondere un carro armato per certo.
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    Luogo: Endlos - Garwec



    Non è facile comprendere il rapporto tra Oregon e Heta. Heta ha sempre fatto affermazioni precise, che si parlasse di probabilità o cose sbagliate..pur sempre non peccava in ciò che diceva, non aveva mai mentito fino ad ora, dopotutto per lei non ha alcun senso dire il falso, non è stata programmata per sbagliare o far credere di essere in errore. Lei ha sempre ragione. E quando affermò tempo addietro di poter controllare lo spartan, quest'ultimo non poteva che crederci, sapeva bene di cosa era capace nonostante non avesse mai avuto una prova o visto coi propri occhi. Già il saper controllare la tecnologia ed essere quasi onnipresente nella sua testa poteva essere considerazioni sufficienti a fidarsi delle sue parole. Eppure non è solo questo, non è solo minaccia e possibile controllo fisico. Forse aveva già manipolato la mente di Oregon e questo non poteva nemmeno saperlo. Qualcosa cambiava per certo, un'influenza, una sorta di accettazione nei confronti dell'intelligenza artificiale. Forse si era rassegnato? Oppure credeva che seguire quella "guida spirituale" lo portava solo al giusto e alla sopravvivenza. Tutto così vago per qualcuno abituato per anni a seguire ordini, trovava in Heta un'istituzione da seguire, una società così unica, compressa nell'unità che aveva il particolare carattere di emanare leggi con piena considerazione dell'unico abitante. Qualsiasi ciò rappresenti, il dubbio sorge tra schiavitù e libertà, Oregon cos'era veramente? Seguiva il costrutto per volontà, era stato manipolato o si sentiva costretto a obbedire quasi ciecamente? Esiste la remota possibilità che tutta questa scena sia una farsa per convincere Muirne ad aiutare lo spartan coi rifornimenti. Balle, o meglio..ogni cosa espressa dall'IA era vera, la sua preoccupazione è reale. Quella signorina dai capelli rossi, padrona..e si dovrebbe sottolineare "padrona" per tutto il discorso precedente, è fin troppo sveglia, ha un'intuizione da far paura. Poche battute bastarono per dare un'idea chiara della situazione attuale di Oregon, è più che normale che Heta la tema.
    Io non posso temere - precisò giustamente, non prova emozioni, si crede..ha solo calcolato una profondissimamente bassa probabilità che la ragazza possa causare un bel problema per il costrutto. Dopotutto..si tratta di tecnologia, non è perfetta nemmeno quella. Oregon sa perfettamente che vi sono particolari ambienti in cui la violacea ologramma perde ogni sua funzione. Ovviamente..stiamo parlando di Arcadia, un luogo particolare situato nel presidio orientale, pare che vi sia qualche interferenza potente, forse magica o arcana, da "spegnere" ogni sistema tecnologico, quindi IA compresa. Quel momento fu una libertà inconcepibile..non poté durare a lungo, non poteva continuare il viaggio da solo e non può assolutamente pentirsene, era necessario.

    Luogo: Accampamento Militare Sezione Reclute
    Sei anni fa circa..



    "Ehi tu!" - esclamò l'istruttore - "Tu sei?" - un uomo di mezza età dall'aria severa e autorevole si avvicinò a quell'individuo che aveva appena completato un esercizio arduo. C'erano molte persone in quella foresta poco fuori dall'accampamento per l'addestramento. Tanti prossimi soldati, tanti pronti a essere giudicati, chi per andare avanti con la carriera militare chi per essere collocato in un qualche posto fisso con una misera paga. A molti andava bene così, ma a Lui no, assolutamente, non per il denaro o per lavoro..orgoglio e sentimento, valori in cui credeva ciecamente. "Io?" - chiese a sua volta Lui voltandosi, era sudato e provato, nonostante ciò la buona impressione e il corretto svolgimento aveva totalmente compensato ciò. "Si si! Forza, qual è il tuo nome?" - insistette, portava un blocco in mano con una lista dei nomi, le reclute. "Numero 33" - rispose Lui e l'altro segnò qualcosa di irrilevante. "Hai fatto progressi, ottimo lavoro" - smise di scrivere e sollevò lo sguardo. Rimase lì fisso, guardò dietro di sé e si avvicinò di un passo bisbigliando - "Dopo ti voglio al mio ufficio, 33" - si scostò e diede una pacca sulla spalla - "Si, signore!" - Lui fece il saluto militare e si unì ad altri.

    Luogo: Endlos - Garwec



    Non era importante quanto prevedibile potesse essere la reazione della meccanica o l'amore, se era giusto questo termine, del robot, entrambi nei confronti di Heta. Quest'ultima non rispose a nulla, per lei non ha senso, non c'è logica in una discussione che non portava da nessuna parte. Il litigio non è concesso e per far ciò bisogna in primis non partecipare. Quella poi quasi rimproverò il povero spartan, anch'egli in silenzio mentre osservava in prima persona la scena, quasi fosse indirizzato tutto a lui. Condizioni, ci sono condizioni: niente Heta, vietata la sua presenza. Eppure, tecnicamente è necessaria..poiché pare vi sia una nuova richiesta che nemmeno lo spartan sapeva.
    Agente Oregon, ho deciso di fare un aggiornamento - comunicò mentalmente allo spartan. Era praticamente impossibile capire quando avveniva una conversazione tra loro, ormai era perfettamente abituato a rispondere ai pensieri, o almeno nella maggior parte delle volte, però..naturalmente si tratta di pensieri, non doveva certo fare chissà cosa per comunicare con Heta, qualcosa di istantaneo e quasi naturale.
    Che intendi? - domandò perplesso, era abituato da anni all'uso di quelle pistole..e ora voleva modificarle? Secondo che criteri? No, non era assolutamente il caso di perdere tempo a contestare inutilmente.
    Non deve preoccuparsi, Agente Oregon, un caricatore da dodici proiettili e un mirino migliorato saranno certamente utili per aumentare le sue prestazioni - ossia, si stava mettendo all'opera per creare uno schema per le modifiche..Oregon doveva solo pensare a riferire tutto a Muirne.
    "D'accordo" - disse secco e chiaro, ed era così, l'intelligenza artificiale sarebbe rimasta buona nella mente dell'Armatura.
    "Mi servono caricatori da dodici calibro 12.7 per 40 millimetri" - esordì con una precisione tecnica comune tra i soldati come lui, conosceva bene le sue armi e sapeva costruirne alcune.
    "Se vuoi posso darti una mano" - si propose, così avrebbero dimezzato i tempi e il lavoro..sempre se Muirne accettasse l'offerta che un cliente mettesse le mani sulle sue cose e si mettesse a fare una parte del lavoro che dovrebbe eseguire la meccanica. Nulla da ridire, anzi..dopotutto non è ancora stato definito il compenso, sarebbe già un inizio.

    Stato Mentale: Tranquillo e deciso
    Stato Fisico: Normale
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    Edited by "Gerik" - 2/4/2015, 13:47
     
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    Forse la reazione che Muirne mostra alla richiesta dell'Agente Oregon non è quella ci si potrebbe normalmente attendere.

    Al sentire le nuove parole dello Spartan, la rossa indietreggia il giusto per farsi cadere sul letto, con una mano a coprirle la faccia mentre una gamba rimane a dondolare giù dal materasso. Oregon può udire un lungo e pesante sospiro. Sconsolato. Oramai Muirne ha perso la pazienza. Ci aveva provato a far breccia con le parole e forse qualcosa era riuscita almeno a toccare. Magari non da andare così a fondo come al far vibrare qualche corda della sua anima, quella neanche la sua storia strappalacrime, per quanto veritiera, sembra esserci riuscita. Quindi che fare ora che è arrivata, inattesa, una richiesta utile solo perché Oregon si affossi ulteriormente con le sue stesse mani o con quelle della sua A.I.?

    Muirne solleva la mano libera e reclinata drammaticamente attorno al accanto al capo, alzando due dita ed indicando con esse il loro gradito ospite. Avrebbe imparato a sue spese loro non siano un distributore automatico. Sebbene Rookie possa indurre in errore.


    Rookie: "Resoconto: I costi di produzione per i due caricatori per l'arma Magnum 6C Personal Defense Weapon System, ammontano a 520 crediti in valuta corrente del presidio Est. La vendita è preventivata a 620 crediti della valuta corrente del presidio Est, per un guadagno di 100 crediti in valuta corrente del presidio Est."

    Al che, finalmente la drama queen della giornata si mette seduta a letto, tornando con le gambe incrociate e tenendo con entrambe le mani una caviglia, dondolandosi. Non è che abbia di meglio da fare, quindi oltre a sentire Rookie snocciolare freddo e puntuale (per una volta) i costi del mestiere, non ha di meglio da fare.
    Con il tono più docile che riesce ad usare, ma con il volto alquanto seccato, Muirne tenta di dare la migliore risposta che può ad un non più così tanto potenziale cliente nel suo modo pragmatico di vedere le cose.


    Muirne: "Davvero, mate, come puoi pretendere di potermi pagare altre cose se non puoi darmi i soldi per quello che mi hai già chiesto? E poi che ci faccio io con quei caricatori? A chi li vendo? Il tuo compare mi sa non sia più su questo mondo e tu non hai un penny. Con tutta la buona volontà..."

    Al che le mani lasciano la bianca ed ossuta caviglia perché Muirne possa fare spallucce dimostrando di voler fare qualcosa, ma di non esserne in grado. Con tutta la buona volontà...

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    Stato psicologico: Ottimale, triste e nostalgica prima, determinata poi.

    Heart of a lion, mind of a stone:
    Sicuramente la vita della terrorista e della rivoluzionaria non è semplice. La sofferenza non è solo nei campi di battaglia e nelle strade, ma anche nei Quartier Generali del nemico, nei suoi bunker, nelle sue caserme. Terribili ed indicibili sono le torture dei tiranni che hanno oppresso il popolo di Muirne negli anni e neanche lei è scampata ad uno dei loro orridi interrogatori del nemico. Sfuggirne, grazie ad i suoi commilitoni, ha lasciato ferite dolorose, ma ha reso la sua mente più forte.
    [Protezione dalle Malie - Rilevamento intrusioni mentali]

    Through the Barricades
    Una vita passata sulle barricate, da quando era molto, molto piccola, a fare da corriere per la resistenza del suo paese, sotto i colpi di mortai e dei soldati del violento vicino oppressore, hanno affinato i sensi di Muirne. Tutti e cinque. Il fiuto per la polvere da sparo, l'udito per l'approcciarsi a qualsiasi cosa ed un sesto senso tutto per prevenire e scappare o combattere qualsiasi cosa che tenti di ledere alla sua persona. Attraverso le barricate, pochi sopravvivono senza quel dono. Muirne è lì per raccontarlo.
    [Percezione Pericoli]

    "Way to go!"
    Contrabbandare armi e portarle da un quartier generale ribelle al luogo di un attentato ha reso Muirne molto capace nel nascondere... cose. Muirne è in grado di nascondere qualsiasi cosa, con il giusto sforzo mentale nel dissimulare efficacemente di NON avere un Kalashnikov sotto il vestito ed ovviamente date le giuste proporzioni. Non potrà nascondere un carro armato per certo.
    [Passiva di tasca dimensionale]

    Webley Mk IV revolver
    Revolver

    SBritish Lee-Enfield
    Fucile

    Ferri del Mestiere
    Due larghe sacche/largo borsone in cui si trovano mille e mille utensili che Muirne usa per i suoi lavoretti.

    Rookie
    2V-R8

    Un piccolo droide, riparato alla bene e meglio da Muirne poco dopo il suo arrivo ad Endlos. Purtroppo qualcosa è andato storto durante la riparazione della tecnologia troppo avanzata per la ragazza e Rookie (così battezzato) ora oltre ad aiutare Muirne, insulta sia lei che qualsiasi possibile cliente.
     
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    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Garwec



    Oregon si sentiva un po' in imbarazza, stava chiedendo decisamente troppo per essere uno sconosciuto. Neanche a fermarmi, avanzava richieste con un tono privo di emozioni, come se fosse suo diritto richiedere ciò e non dovesse temere nulla. Si rendeva conto della situazione. Aveva bisogno di armi e non aveva altro modo al momento per averle. E non solo, non aveva nulla da dare, era proprio questo il problema.
    Sembra una buona soluzione - eccola, nemmeno il tempo di formulare i pensieri che già quegli istantanei frammenti furono intercettati dal costrutto. Il senziente aveva visionato ad una velocità minore del secondo e in parte quei dati appartenevano anche a lui stesso essendo stato presente in quell'evento. Dunque, ciò che rende più realistico una cosa di questo genere, è quando sia il narratore che tutti i personaggi non ricordano di tale avvenimento. E così come un lampo per Oregon e una semplice sequenza da controllare per l'intelligenza artificiale, e lo stupore per il narratore. Chiunque si ricordò che dopo aver prestato servizio, o meglio fatto un favore, ad una coppia di giovani, anzi trio di giovani tutti dai medesimi gusti, si crede, uno si mostrò più degli altri e ricompensò lo spartan con una sorta di buono utilizzabile in un negozio speciale. Non era stato molto preciso, ma aveva compreso che poteva avere qualsiasi cosa..a patto che si trovi su Endlos, mica altrove! Infatti nel momento, l'Armatura rifletté se fosse il caso di uscirne a mani vuoti per cambiare negozianti o guardare prima a completare ciò che aveva già cominciato. Ecco cosa avrebbe fatto, avrebbe ceduto quel buono alla meccanica, magari sarebbe stato un affare per entrambi.
    "Ho trovato" - disse semplicemente, così dal nulla, mentre l'altra lo guardava come se non potesse fare altro per lui, come se aveva sorpassato il limite e ora era il caso di rispedire fuori il povero soldato.

    Luogo: Accampamento Militare Sezione Reclute
    Sei anni fa circa..



    Bussò alla porta dell'ufficio - "Avanti!" - Lui si fece vedere senza attendere ulteriori chiamate. Si mise in posizione e dopo il tipico saluto militare, al solo cenno dell'altro, si scompose con un'aria di sollievo. Nonostante l'abitudine, non amava molto stare in quella posizione così rigida. "33, giusto?" - domandò quello togliendosi un paio di occhiali da lettura dopo aver verificato il soggetto di fronte a sé. Posò il blocco digitale e pose i suoi occhi stanchi su giovane. "Si, mi avevate chiamato prima" - rispose, nonostante fosse più una domanda retorica - "Certo, certo..dunque" - si schiarì la gola e trovò una posizione più comoda sulla sedia su cui era seduto. "Si, dunque..è il momento del tuo trasferimento, tra mezz'ora massimo un'ora ti farò portare da lui" - sorrise come un padre soddisfatto del proprio figlio, nonostante non gli fregava veramente molto del futuro delle reclute, ma sol dei riconoscimenti che guadagnava ogni volta che uno usciva da lì. "Un posto ambito di certo, vorrei stare qui a spiegarti di più..ma ci sono cose cui non vengono dette nemmeno a me" - poi gli fece cenno di andare. Così che funzionava, niente formalità, tutto in segreto. Raggiunto un certo livello, solo i soldati migliori, con talento e sostenuti da ideali giusti, vengono richiamati per formare un gruppo, cavie..del progress dettato da altrui.

    Luogo: Endlos - Garwec



    "C'è qualcosa di cui hai bisogno?" - chiese diretto, esatto..qualcosa, non soldi, ma un oggetto e preferì precisarlo - "Un oggetto in particolare?" - non poteva offrirle contanti. Il negozio in cui avrebbe potuto ritirare qualcosa trovabile su Endlos, almeno così credeva lui, non poteva certo essere una mazzetta o qualcosa del genere con cui scambiare per altro. C'era un particolare da considerare: sia lo spartan che l'intelligenza artificiale..non sapevano dove si trovava il negozio. L'unica indicazione era la città, ovvero Laputa. Oregon non era mai stato a Laputa e pare proprio che questa potesse essere la scusa migliore per andare a visitare l'unico presidio in cui non aveva mai messo piede. Ci sarebbe dovuto andare in ogni caso, l'intelligenza artificiale non si sarebbe di certo persa un ambiente del genere, voleva vederlo e conoscerlo ad ogni costo, così come per tutti gli altri presidi cui lo spartan era stato costretto, in un certo senso, a spostarsi per visitarli.
    "Diciamo che..qualcuno deve ricambiare un favore" - la testa leggermente inclinata verso il basso, non per incutere timore, come se il visore appariva da quel punto di vista così minaccioso. In realtà, stava dando maggior certezza alle sue parole, poiché era pur sempre difficile credere a qualcosa con poca garanzia come quella. Era davvero necessario convincerla? Prima doveva attendere le sue risposte, era una decisione difficile da prendere. Andare a Laputa su commissione della meccanica per pagare o addirittura farsi accompagnare da lei medesima nel caso in cui non volesse credere alle sue parole.

    Stato Mentale: Serio e deciso
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
     
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