Il Pugile, l'Arena e il Greco

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    Ted Carter



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    Da quando l’arena nera aveva riaperto, ancora più sangue aveva iniziato a macchiare la sabbia della tana, impregnandola di peccati e di nuovi corpi che cadevano senza vita. Però era proprio questo il fascino del Sud, il presidio della violenza, era lo stare perennemente vicino alla morte che ti faceva amare veramente la vita. Era questa la principale ragione che faceva radunare migliaia di taglia gola, proprio lì, a Merovish.
    Ma non tutti i piedi che pestavano le strade della Tana erano quelli di delinquenti e assassini, vi era anche chi aveva uno scopo diverso dal sentirsi in obbligo di squartare ogni essere vivente.
    Vi era gente che lottava per dimostrare di non essere feccia, ma anzi, che combatteva per dimostrare che poteva arrivare alla vetta. Uno di questi era proprio il pugile Ted Carter, che ancora portava i segni del suo ultimo combattimento all’interno dell’anfiteatro mortale.
    L’energia, forza mistica che ormai lo accompagnava dal suo arrivo su Endlos, aveva aumentato in maniera miracolosa la sua capacità di rigenerazione e il braccio rotto che gli aveva provocato Jester, era tornato in forma più che mai.

    E allora perché era ritornato li?
    Dall’incontro ne era uscito vincitore e pienamente soddisfatto e nessuno era venuto a chiamarlo nuovamente per il suo turno successivo al torneo, eppure di sua spontanea volontà aveva deciso di recarsi nuovamente all’arena.
    Aveva sempre avuto questo piccolo sfizio di vedere il ring su cui aveva vinto dopo il combattimento. Non sapeva bene perché, ma lo aveva sempre fatto, anche durante tutti gli anni della boxe, ed era ormai difficile togliersi un vizio come quello.
    Ebbe però da ricredersi quando trovò tutta la struttura chiusa, ovviamente non poteva rimanere aperta costantemente tutto il giorno, anche lei doveva aspettare che nuovi contendenti arrivassero per potersi sbranare in piena libertà.
    Eppure Ted sembrava non capirlo.

    ”Ehilà, sono Ted Carter vorrei rientrare se è possibile. C’è nessuno?”

    Urlare a squarciagola lo avrebbe sicuramente aiutato a portarsi vicino chi voleva, ma c’era anche il caso che arrivasse qualcuno d’indesiderato.
     
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    Ted Carter!
    Un valoroso combattente dell'Arena Nera, un vincitore che ha fatto urlare le folle sugli spalti, un prescelto della Gloria Immortale!
    Almeno fino al prossimo scontro in cui parteciperà, sperando che non venga brutalmente mutilato ed umiliato.
    Ma... Ted Carter!
    Il pugile campione!
    Una leggenda!
    Non a Merovish, comunque.
    Non c'è che dire, ha conquistato i suoi cinque minuti di fama nel duello in cui ha affrontato la giullare folle, ma la Tana dimentica velocemente i suoi prodi guerrieri che credono che basti avere la meglio sul ring d'ossidiana solo una volta.
    Cionondiméno... Ted Carter!

    ”Ehilà, sono Ted Carter vorrei rientrare se è possibile. C’è nessuno?”


    ... questa me la voglio proprio godere!

    Sarai anche un grande pugile e un rinomato campione, Ted Carter, ma questa non è casa tua e, soprattutto, non sei il benvenuto.
    Merovish è una città sempre diffidente, cinica, spietata, violenta e subdola, e tu ti prendi addirittura il lusso di camminare tranquillamente per le sue vie e recarti all'Arena Nera, reclamando a gran voce di voler rientrare!
    Nyahahahah!
    Credi davvero che qui funzioni tutto come vuoi tu? Non aprono le porte del Nido ad Alti Ufficiali ed Eroi di guerra, figurati ad uno sprovveduto come te!
    Ma te la farò vedere io, te la farò vedere... Meheheh.
    Ehi amico, che ti gridi? Sei impazzito?

    Esce da una delle porte laterali, il biondino. Con quel sorrisetto sbarazzino che proprio, due schiaffi non glieli leva nessuno! Più impertinente di Ted Carter, con il suo smirk smirk da monello!

    ctii
    Non abbiamo tempo per i venditori ambulanti, qui.
    Gira i tacchi e vai via, prima che ti dia un papagno su quel cespuglio che ti ritrovi in testa!


    Venditori ambulanti? Forse quel mascalzone dai capelli schiariti non ha ben compreso chi sei, o grande Ted Carter!
    Quanta tracotanza, poi! Un papagno, dice! Ma se sarà almeno trenta centimetri più basso di te? Ah, questi giovani d'oggi...

     
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    Ted Carter



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    Dapprima nessuno sembrava rispondere alle sue grida di soccorso, eppure non gli era sembrato di aver urlato poco, quindi nella sua mente si creò automaticamente quella che era una pessima idea.
    Nessuno lo aveva sentito, quindi per forza di cose non ci doveva essere nessuno li vicino, quindi anche se per caso il suo pugno avesse demolito il cancello, nemmeno una persona lo avrebbe visto, giusto?
    L’idea sembrava quella classica in vecchio stile Ted Carter, che tutto eccitato iniziava a preparasi per radere al suolo l’unica cosa che non gli permetteva di poter varcare la soglia dell’arena.
    Poi qualcuno attirò la sua attenzione, in maniera anche fin troppo arrogante.
    Qualcuno aveva veramente avuto il coraggio di scambiarlo con un venditore ambulante?
    Irritato si girò verso la voce per vedere chi aveva avuto il coraggio di chiamarlo in quel modo, restando infine stupefatto nel constatare che non era altro che un nano con un sorriso fin troppo furbo per i suoi gusti.

    ”C’mon Man. Non sono un venditore ambulante, sono Ted “Pugno D’Acciaio” Carter, il primo vincitore al round del torneo. Non so se capisci …”

    Alla prima occhiata sembrava effettivamente essere un baccalà, era difficile che capisse chi era veramente il nero che si ritrovava di fronte, ma non poteva neppure usare qualche colpo per farsi riconoscere, c’era il rischio che lo potesse colpire e la situazione sarebbe soltanto peggiorata.

    ”Suvvia non mi mandare via così. Mi sono fatto metà Meorvish a piedi per poter tornare fino all’arena e ho dovuto picchiare anche tre bulli che minacciavano una vecchietta. Poi ho dovuto picchiare anche la vecchietta che era in verità un maniaco vestito da anziana signora e quindi mi chiedo se quei tre ragazzi non stavano provando a difendersi, ma … poco importa.”
    
    Era proprio una storia strappa lacrime quella, sopratutto perché era veramente successa, non più di venti minuti prima circa.
    Ma anni nella boxe gli avevano insegnato a comprendere l’avversario soltanto da una semplice occhiata, e doveva ammettere che quel tipo basso che aveva di fronte, non sembrava affatto uno di quelli che molla alla prima.
    Si sarebbe dovuto ingegnare ma come?

    ”Sinceramente, detto da campione a non so cosa, mi sembri un tipo tosto uno okay insomma … che ne dici quindi se chiudi l’occhi, ti giri dall’altra parte e conti cinquemilasettecentoventiquattro secondi? Giusto il tempo per farmi spaccare tutto, entrare e vedere un po’ come è la vista dall’ultima tribuna e uscire tranquillo?”

    Con quella faccia di bronzo che si ritrovava poteva fare il venditore porta a porta, ma conoscendolo le porte le avrebbe semplicemente spaccate. Diciamocelo, non era proprio bravo a contrattare con qualcuno che non fosse il suo manager e nemmeno con lui era molto bravo.
     
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    ”C’mon Man. Non sono un venditore ambulante, sono Ted “Pugno D’Acciaio” Carter, il primo vincitore al round del torneo. Non so se capisci …”
    ”Suvvia non mi mandare via così. Mi sono fatto metà Meorvish a piedi per poter tornare fino all’arena e ho dovuto picchiare anche tre bulli che minacciavano una vecchietta. Poi ho dovuto picchiare anche la vecchietta che era in verità un maniaco vestito da anziana signora e quindi mi chiedo se quei tre ragazzi non stavano provando a difendersi, ma … poco importa.”
    ”Sinceramente, detto da campione a non so cosa, mi sembri un tipo tosto uno okay insomma … che ne dici quindi se chiudi l’occhi, ti giri dall’altra parte e conti cinquemilasettecentoventiquattro secondi? Giusto il tempo per farmi spaccare tutto, entrare e vedere un po’ come è la vista dall’ultima tribuna e uscire tranquillo?”


    gh6y
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    Mwahwahwah! Signori, che supercazzola! Che manica de' stropss, meglio non diventare volgari, su!
    Ma davvero crede a tutto quello che dice? Ma come? Da dove gli vengono? Ci è o ci fa?
    Ted Carter, certo che sei proprio una cima.
    Ehm ehm.
    Ma, Teddy caro, non funziona come credi tu!
    Anzi, forse sei proprio tu che non capisci: come potrebbe non conoscerti, quel discolo? È ovvio che chi viene ad accoglierti proprio da dentro l'alcova dei combattimenti sanguinari legalizzati sappia chi sei!
    Certo però che il manigoldo dissimula davvero bene i suoi reali pensieri, nè? D'altronde, aveva anche detto che se la sarebbe goduta, oh sì!
    O-oh... Ommioddiiio... Macciueeerto! Ted Carter!
    Chi non conosce il possente Grugno d'Acciacco! Sei l'idolo di tutti noi!


    2hd4t
    Nyahkyahkyahk!

    Quanta teatralità nei gesti del biondino, che giunge le mani insieme come una vecchia zia che rivede dopo anni il nipotino così taaanto cresciuto! Vieni qui, che ti dà un bacino!
    Occielo, e come sta ora il maniaco? Spero bene, povero angelo!

    E sì che bisogna stare attenti, di questi tempi! Ragazzacci, non c'è più rispetto nemmeno per gli onesti lavoratori! E intanto i capoccioni ai piani alti si mangiano tutti i soldi, e le buche per strada? Ne vogliamo parlare? Ché ogni volta che passa un carro trainato, pemmete, si rompono tutte le ruote! Eh ma così non va mica eh! Proteste, scioperi, omicidi politici!
    Oh ma al diavolo vecchiette moleste, giovinastri maleducati e cippecciopp, me lo fai un autografo, bel campione? Eh? Me lo fai? Dai dai!

    Mwahah, che imbecille, Ted Carter! E dove glielo fai, l'autografo? Mica ti ha dato carta e penna!
    E intanto ti saltella tutto attorno, zompando a destra e sinistra come fosse una scimmietta ubriaca, sempre con quel suo sorrisino indisponente stampato sulle labbra, in un continuo cinguettare di dai, ti preeego, dai Teddy, sono qui Teddy, autografo Grugno, scrivi "dal più meglio campione al più bello ammiratore", daidaidai, Tedduccio, dai".
    Mamma mia, e che è! Più cimicioso di una cimice, più azzeccato di una zecca!
    9lqw7
    Kekekekekekekeke

     
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    Ted Carter



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    ”M-Mi ha chiamato Grugno?”

    Ted lasciò che furono le sue sopracciglia terribilmente inarcate a parlare per lui.
    Si era guadagnato il suo titolo in modo onesto e dando vita ad un bel combattimento e anche se l’aveva acquisito da poco, lo sentiva già suo, tanto che durante la presentazione lo aveva usato perfino come secondo nome.

    ”Ehi Boss! Si dice “Pugno” e non Grugno.”

    Il campione si era messo ad osservare nuovamente l’arena, mentre il biondino parlava completamente a vanvera.
    Inutile negarlo: Gli stava di già sulle palle.
    Ma cosa ci poteva fare il nero? Se ovviamente si comportava in quel modo era perché lo voleva infastidire, voleva provocarlo e fargli usare i suoi pugni come arma contro di lui.
    Di ferro, però, Ted non aveva soltanto l’estremità dell’arto con cui picchiava, ma anche i nervi, belli saldi per giunta, temprati da anni e orde di fans.
    Il biondino non sarebbe riuscito tanto facilmente a mandarlo K.O.

    ”Un mio autografo dici?!”

    Gli diede un’occhiata veloce e capì subito che non disponeva né di carta e né di penna, ma come detto poco prima, era difficile mandare al tappeto il campione mondiale con quei semplici trucchetti.
    Dai fedeli pantaloncini bianchi tirò fuori quello che sembrava un foglio con attacca una bella penna, ne fregava sempre un paio agli uffici degli aviatori, nessuno ancora sospettava di niente, davano tutti la colpa al buon vecchio Gaspode.
    Passò quindi a scrivere il tutto:

    ”Dal più meglio campione al più bello ammiratore <3!”

    Passò poi il foglio al biondino che ancora saltellava come un matto:

    ”Se questo lo vendi su ebay ci fai i Big Money”

    Disse tutto sorridente.
     
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    ”Se questo lo vendi su ebay ci fai i Big Money”

    Wooo, grande Carter, gliel'hai fatto davvero l'autografo! Sempre un passo avanti, addirittura con carta e penna (rubati, ma ehi, chi siamo noi merovishi per giudicare?) in tasca!
    Oh oh oh, i miei amici schiatteranno d'invidia! Grazie, Giugno d'Ajaccio!
    E niente, non saltella più perché d'altronde ha ottenuto ciò che desidera, quel pimpante birbante.
    Certo che però, così grande e grosso e bravo e forte e bello e nero e campione come sei...
    Sbagliare la grammatica... 'Più meglio'... Che vergogna...


    46o
    Ihihihihihihihihi!

    Via, l'autografo scompare in una tasca nascosta dello strano mantello che indossa. È un boa piumato, quello?
    Ok, sembri essertelo fatto amico, Ted! Ora ti ascolterà, vero? Farà bella figura coi compagni grazie al tuo regalo, potrà vantarsi con tutti e potrebbe anche venderlo per guadagnare un fracco di bei dindi!
    Che cosa vuole di più dalla vita, un tucano?
    No spè, era il Luca-

    Sai, dicono che tu sia molto forte, Frugno Barrocciaio!
    Seeeh, ciaio!
    Oh, alto sei alto eh, Ted Carter; però, quel moscerino mica sembra esserne impensierito! Và come ti si fa sotto, tutto sbarazzino, braccia conserte e inamovibile smile furbetto.
    Deve piegare la testa per poterti guardare negli occhi, ma oh, alto sei alto, eh!
    Quindi che ne dici s-hey, sono amici tuoi, quelli?
    Attento Ted! La sua faccia non promette nulla di buono, sta guardando alle tue spalle!
    Presto, girati e verifica che sia tutto a po


    . . .


    Ma...
    Non c'è nessuno!
    Ed in effetti, ora che ci pensi, non hai percepito niente muoversi attorno a te e...
    Oh, no!
    Era una trappola!
    Presto, girati e verifica che non ti stia per atta


    . . .


    12l3z
    . . .
    Che c'è?


    ... n-non ti ha attaccato.
    È immobile, con le mani in tasca.
    Ti guarda pure con aria di sufficienza, oltre che avere due bei ? negli occhi.
    Forse hai frainteso? Effettivamente potrebbe essere passato qualcuno mentre eri distratto, qualcosa del genere!
    Lui però intanto s'è gonfiato le guance, sembra stia per esplodere!

    1ng763
    Pfft... Non dirmelo! Nooo, bwahahahah!
    Pensavi davvero che ti avrei attacca



    24g09l
    *grin*










    OMMIODDIOTIHAAPPENATIRATOUNACENTRAINPIENODIAFRAMMAOMMIODDIO


    L'invito a girarti è un'influenza mentale ad Alto, mentre il pugno vale come una tecnica a Critico di movimento istantaneo, tirato senza preavviso e a distanza zero.
    Interpreta sì liberamente, ma con sportività; ricorda di non essere autoconclusivo e non ti preoccupare di eventuali danni subiti: poiché l'attacco è velocissimo e non fortissimo, ti spezza il fiato, ti lascia stordito, ti fa un livido, ma non ti crea ferite serie o altro.
     
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    Ted Carter



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    Il nero aveva sentito molte storie orribili sul Sud.
    Gente cattiva, così come la terra su cui camminavano, una landa di sabbia e anarchia, così era giunta alle sue orecchie. Qualcuno gli ha anche riferito che i granelli di sabbia non sono altro che i morti che è riuscita a fare la violenza del presidio.
    Eppure quel giovane sbruffone biondo è riuscito a sopravvivere a tutto e a tutti, cosa aveva di speciale che Ted non riusciva a vedere?
    Il comportamento arrogante e menefreghista gli ricordava un po’ il principe di Laputa, il figlio di Drusilia, con cui la sua pazienza, durante la loro prima chiacchierata, aveva raggiunto il limite estremo e soltanto le divinità erranti sapevano come non era sfociato tutto in un enorme SPACCARING.

    ”Almeno Lowarn è un bambino, ma questo qui sembra un po’ più grande … credo.”

    Sentendo la sua parlata e vedendo le risatine soffocate che si faceva, forse era più piccolo di quello che sembrava.
    Poi all’ennesimo scherzo, Ted capì che era veramente un povero inetto.
    Partecipando al gioco, anche perché alle prime gli parve veramente convincente, il pugile si voltò e non vedendo nessuno ruotò nuovamente il busto.
    Sulla faccia aveva proprio una bella espressione da: “Ma mi prendi per il culo ?”.

    ”Sinceramente, non so quanto tempo tu voglia farmi perdere ma …”

    Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che una cannonata gli sfondò il petto, per quel breve attimo si sentì come un’abete abbattuto dalle accettate di un boscaiolo canadese, quelli tipici con la maglietta a scacchi, il giorno di natale.
    In poche parole: Terribilmente male.

    Tutto il fiato che aveva nei polmoni gli uscì in un solo colpo, il pugno era stato talmente veloce che lo lasciò perfino stordito e lo costrinse a mettersi in ginocchio.
    Occhi persi nel vuoto, mentre la bocca cercava di riempire in fretta il corpo d’ossigeno.

    ”Volevi sapere come aveva fatto a sopravvivere nel sud Ted? Beh, adesso lo sai. Perché è un pezzo di merda.”

    Si sentì veramente male per i pochi secondi a seguire, ma non poteva cedere a quelle provocazioni, non doveva.

    ”Cosa c-credi di fare … biondino?! Vuoi … coff coff … dimostrare di essere forte? Beh … argh … non fai paura proprio a nessuno.”

    Con la mano, sopra il punto colpito, Ted si alzò come aveva fatto migliaia di volte durante i suoi incontri, guardò male il biondino e disse:

    ” … perché ricordati, io sono Ted “Pugno D’acciaio” Carter e voglio soltanto entrare dentro questa fottuta arena.”

    Sperò di essere stato abbastanza chiaro, una volta tanto.
     
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    ”Cosa c-credi di fare … biondino?! Vuoi … coff coff … dimostrare di essere forte? Beh … argh … non fai paura proprio a nessuno.”
    ” … perché ricordati, io sono Ted “Pugno D’acciaio” Carter e voglio soltanto entrare dentro questa fottuta arena.”


    Bravo Ted!
    Quel bastardo ti ha proprio fatto un tiro mancino -anche se il pugno era il destro, ma vabbè- eppure tu non hai ceduto all'istinto viscerale delle botte da strada, né ti sei fatto mettere i piedi in testa!
    Davvero encomiabile, si vede che porti la luce della giustizia in fondo al tuo cuore, e questa rifulge splendente di vita propria!

    Ahahah! Parli bene, per aver appena preso un papagno in pieno stomaco.
    Ti si fa incontro nuovamente, stavolta però con le mani dietro la testa. Che voglia menarti nuovamente?
    Un vero pezzo di merda, come hai ben detto!

    6th
    Eppure ti avevo avvertito, Ted Carter!
    Questo non è posto adatto a quelli come te!

    Ahiahiahiahi.
    Dove vuole andare a parare, lo stronzo? Lo puoi percepire chiaramente che ci parte uno di quegli insultoni da far bruciare i nervi!
    Ti cammina a fianco, si ferma e ti mette pure una mano sulla spalla (il che fa molto ridere perché sai, la differenza d'altezza e tutto quanto).
    Sorride ancora, per la miliardesima volta, tanto da chiedersi se non si sia fatto iniezioni di botulino per quanto ha i muscoli tirati!
    Il problema però non è il ghigno.
    E no, caro Ted Carter.
    Il problema è che quel bastardo è appena svanito nel nulla!

    a91
    L'Arena Nera non è fatta per i deboli!

    Occazzocazzocazzocazzocazzaccio qua t'arriva un'altra sventola!
    Qua le cose si mettono male!
    Qua ci rischi grosso a questo giro, Ted Carter!
    Qua ci rimetti la pel



    JOE Q! FERMATI IMMEDIATAMENTE.
    L'uomo in panoplia nera avanzava a passo lento, ma rabbioso.
    I drappi del mantello, dello stesso colore dell'armatura, seguivano la cadenza dettata dal suo camminare, e subito fu chiaro che quel soldato si stesse dirigendo verso il dinamico duo.
    Perché devo ripeterti le cose cento volte, Joe?
    Così era questo, il nome del biondino; egli, stizzito e con una linguaccia, spostò lo sguardo altrove, come infastidito.
    Oh, non ho fatto nulla di male! Ci stavamo solo divertendo!
    Rispose con evidente intenzione menzognera; il greco scosse la testa: non sapeva davvero cosa fare con quell'individuo.
    Maledizione, Joe! Sii responsabile verso il ruolo che ricopri! Non attaccare i partecipanti dell'Arena Nera, dannato!
    E intanto ecco che quello ricominciò col teatrino, portandosi le mani al volto quasi schiaffeggiandosi, ed assumendo la tipica espressione ad O dell'urlo di Munch.
    C-cosa... U-un partecipante del *gasp* dell'Arena Nera? M-ma io non potevo sapere...
    Lo sconosciuto fece un gesto con la mancina, simile a quello che di solito si usa per scacciare una mosca fastidiosa. Pure la sua espressione manifestava un chiaro desiderio di allontanare quel pedante nanetto.
    Lascia stare e torna dentro a finire di pulire!
    Ah, e così il biondino era solo uno sguattero? Questa la diceva lunga su chi comandasse da quelle parti, Ted Carter! Avresti potuto immaginare quanto forti erano i Legionari, allora!
    Me ne vado, me ne vado! Non c'è bisogno di essere così tesi, capo!
    Sì, l'uomo con l'elmo dai lunghi pennacchi emanava autorità da tutti i pori. Che fosse lui il responsabile di zona?
    Ehi Tedduccio, chiamami quando ripassi da qui, sì? Non farti venire a cercare, mascalzone! Uhuhuhuhu!
    Trotterellando con totale spensieratezza, Joe Q sparì dall'ingresso dal quale era apparso, lasciando dietro di sé solo una nube di polvere sollevata dalla sua corsetta buffa.
    L'individuo in armatura fissò a lungo in direzione del ragazzo andato via, accertandosi che non tornasse più.
    Quando tutto sembrava essersi calmato, si girò verso l'afroamericano.
    Ted Carter, dunque.
    Squadrò l'altissimo pugile da capo a piedi, senza far trasparire alcuna emozione sul volto parzialmente coperto dal copricapo militare.
    Pugno d'Acciaio Carter, il vincitore del primo scontro del Nido d'Ossidiana.
    Sorrise appena, ma si poteva subito intuire che non fosse un gesto denigratorio come quello dello scalmanato, bensì un segno di divertimento.
    Che ci fai da queste parti? Non vi sono duelli per te, oggi.
    Non si scusò per il comportamento del suo sottoposto -lo era davvero, d'altronde?- ed anzi nemmeno fece riferimenti al fattaccio.
    Ti chiameremo noi quando avremo trovato un nuovo sfidante. Ora torna pure a casa.
    E si girò, facendo per andarsene.
     
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    Ted Carter



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    Non importava quante frasi ad effetto da repertorio usasse Ted, quel biondino continuava a rimanere impassibile, sparando cazzate e sorridendo come se sapesse che il giorno dopo sarebbe stato l’ ultimo, dopo tutto giocava in casa.
    I denti stretti del campione erano soltanto uno dei tanti sintomi della rabbia esplosiva che stava cercando di contenere, sapeva fin troppo bene che non sarebbe mai più riuscito da Merovish se i suoi pugni avessero toccato un solo membro del personale dell’arena.

    L'Arena Nera non è fatta per i deboli!



    Queste parole viaggiarono in tutta la mente del campione, toccando ogni singolo punto, perfino quelli più delicati e dopo un’eco, che sembrò rimanere per secoli, scomparve.
    I muscoli si gonfiarono di sangue misto a rabbia, mentre gli occhi si iniettarono dello stesso liquido vermiglio:

    ”ADESSO BASTA!! Hai superato il limite pezzente. SPACCA …”

    Il pugno si era già alzato in alto, risucchiando dal corpo di Ted ogni buon proposito su quello che non doveva fare, ma un ruggito di rimprovero, pur consapevole che non fosse rivolto a lui, lo bloccò.
    Una terza figura aveva deciso di entrare in scena, a quel punto era giusto domandarsi se era dalla parte del pugile o del biondo.

    ”Un due contro uno? Almeno uno me lo porto con me …”

    Pensò l’afro furioso per quello che poteva succedere, eppure a sentire le parole severe dello strano tipo, si tranquillizzò, capendo che per quel momento era dalla sua parte.
    Quando Joe Q, così si chiamava lo stronzo, si tolse dalle scatole, soltanto le figure monumentali dei due uomini rimasero in piedi davanti all’arena, nonostante l’uomo con l’armatura, preferisse togliersi di mezzo il prima possibile.

    ”Ehi aspetta …”

    Disse Ted provando a richiamare in ogni modo la sua attenzione:

    ” … ti ringrazio, quel Joe era troppo logorroico, mi stava stuzzicando veramente tanto, per fortuna sei arrivato al momento giusto. Hai evitato il peggio.”

    Non c’era motivo di esprimere chiaramente che il tutto sarebbe finito in macerie e ossa rotte, ma le parole di Q lo avevano scalfito più di quanto pensasse.
    A quel punto non c’era più nemmeno motivo di rimanere li, d’altronde il campione aveva capito che entrare dentro l’arena non era un privilegio per tutti, eppure la figura del suo salvatore gli era dannatamente famigliare.
    Era possibile che fosse …

    ”Ma aspetta, tu sei per caso Greco? Cioè, vieni dalla Terra?”

    Era solo una supposizione, ma del tutto fondata su delle basi certe, il vestiario era quello e il Maelstorm distorceva anche il tempo e non solo lo spazio, la possibilità che quindi fosse un terrestre, come lui, esisteva.
    Ma si sarebbe fermato?
     
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    Aristotelis non aveva da fare. Non si trovava nei pressi dell'Arena per impegni o mansioni da adempiere; in realtà, fino a poco prima era rimasto all'interno della struttura a controllare che il biondino lavorasse, oltre che a tenere un incontro con alcuni membri della Legione, ma quello s'era svolto un paio di ore prima.
    Semplicemente, l'oplite s'era preso del tempo per se stesso.
    Non c'è di che.
    Rispose al nero, salutandolo con un cenno della mano. Aveva evitato il peggio, sì: cosa sarebbe accaduto se avesse lasciato che quei due si scannassero? Non conosceva le capacità dell'afro poiché non aveva assistito al suo duello, ma era ben conscio di ciò che Joe Q fosse in grado di fare. In realtà, spesso dubitava che avrebbe potuto batterlo in un eventuale combattimento, non fosse stato per i suoi poteri sovrannaturali.
    In ogni caso, non aveva intenzione di perdere altri minuti a coprire le mancanze dello sguattero, ed anzi voleva tornare dentro il Nido.
    Tuttavia, Pugno d'Acciaio gli riservò una sorpresa interessante.

    ”Ma aspetta, tu sei per caso Greco? Cioè, vieni dalla Terra?”
    Si fermò, girando appena il busto giusto per poter lanciare uno sguardo curioso a Ted, con un sopracciglio inarcato che comunicava esemplare sorpresa.
    E tu come lo sai?
    Era evidente che il pugile fosse un umano, un terrestre, ma ciò non tolse nulla a quella domanda imprevista.
    Si voltò completamente, incrociando le braccia al petto.
    Sì, sono un greco.
    Avvicinandosi con circospezione, squadrò Carter con dovizia, tentando di intuire la sua provenienza.
    Non sarai mica un persiano, vero?
    Sapeva benissimo che non lo fosse: troppo alto, troppo scuro e troppo moderno.
    Eppure, ripensando agli odiati nemici, non poté fare a meno di lasciarsi trasportare dai vecchi rancori, andando a serrare i pugni che scesero accanto ai fianchi. Anche la mascella si irrigidì, mettendo in mostra i muscoli masseteri coperti alla barba.
    Da dove vieni, Ted Carter?
    Sarebbe stato alquanto ironico, se il Gerarca si fosse ritrovato a completare l'opera del fastidioso biondino.

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    Ted Carter



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    Il comportamento e le movenze del greco erano completamente naturali, Ted lo riusciva a sentire bene tramite la sua energia, eppure qualcosa cambiò in lui quando gli diede del Persiano.
    La mascella si serrò rabbiosa così come le mani che si accartocciarono a pugno, era esattamente la stessa sensazione che aveva provato il pugile poco prima con quel biondino: Pura Rabbia.
    Ed Carter conosceva il perché di quel comportamento.
    Persiani e Greci erano famosi per le guerre Persiane a cui avevano preso parte, per quanto Ted si fosse limitato a studiarlo unicamente sui libri, dentro la mente del suo salvatore dovevano essere ricordi ancora ben vividi.

    ”Ovviamente no. Con i Persiani non ho nulla a che vedere, quindi può stare tranquillo signor … ?“

    Lasciò quella frase in sospeso sarebbe stato il greco, a sua completa discrezione, a decidere se dirgli il proprio nome oppure no.

    ” … comunque sono Americano, ma sfortunatamente è una terra che non può conoscere in alcun modo. Posso dirgli comunque che è molto vasta, più di tutta l’Africa e si trova oltre le colonne d’ercole.”

    Si doveva riguardare bene dalle parole da usare, un singolo sbaglio e vi era la possibilità che l’uomo passasse subito alle mani, e gli sarebbe dispiaciuto fare a pugni con chi lo aveva salvato proprio pochi minuti prima.
    Era quindi giunto il momento di mostrare le proprie conoscenze al greco:

    ”L’ho riconosciuta subito dall’armatura, ovviamente. Deve sapere che sono laureato in architettura e spesso mi sono ritrovato a prendere come esempio le costruzioni dell’antica Grecia. Sfortunatamente, dopo la laurea, non ho mai avuto modo di mettere in mostra i miei studi, come può ben vedere da solo, ma ho un bel ricordo sulla parte greca.”

    E quindi Ted era laureato in architettura, no seriamente, era veramente un architetto.
    Peccato che la vita lo avesse portato a scegliere la strada di campione mondiale di boxe, ma in teoria quell’uomo aveva le doti necessarie per costruire un palazzo, peccato che dopo dieci anni di pugni presi in faccia non si ricordava neppure più che differenza ci fosse tra un mattone e un forato.

    ”Rimane il fatto che è da molto che non incrocio un vero terrestre. Io sono qui da ormai più di un’anno, mentre tu? Per farti portare rispetto da quel biondino la, devi essere qui da molto di più di me.”

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    -(Immunità al dolore, Auspex Movimento (30m), Anti-Auspex Spirituale)

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    Aristotelis.
    Si presentò sinteticamente, annuendo appena.
    L'ovvia conferma della diversa origine di Ted gli permise di rasserenarsi parecchio, e non poté fare a meno di sentirsi leggermente in colpa per quella sua reazione immotivata. Incredibile come la sua pazienza e ragionevolezza a volte lasciassero spazio a veri e propri colpi di testa fuori luogo.
    Anche se, trovandosi a Merovish, erano ben altre le cose da considerarsi inappropriate.
    Lasciò parlare il nero per le dovute spiegazioni.

    ” … comunque sono Americano, ma sfortunatamente è una terra che non può conoscere in alcun modo. Posso dirgli comunque che è molto vasta, più di tutta l’Africa e si trova oltre le colonne d’ercole.”
    Corrugò la fronte, sorpreso.
    Un americano, mh? Non sei l'unico che conosco.
    Anche Lazarus proveniva da quelle terre così lontane e maestose; aveva avuto modo di dar loro un'occhiata quando scrutò nel passato del giovane, ma non aveva potuto apprendere granché oltre al fatto che si trattava di una nazione molto lontana e molto grande e molto moderna - per i suoi standard, almeno.

    ”L’ho riconosciuta subito dall’armatura, ovviamente. Deve sapere che sono laureato in architettura e spesso mi sono ritrovato a prendere come esempio le costruzioni dell’antica Grecia. Sfortunatamente, dopo la laurea, non ho mai avuto modo di mettere in mostra i miei studi, come può ben vedere da solo, ma ho un bel ricordo sulla parte greca.”
    Laurea? Di che si trattava? Probabilmente qualcosa avente a che fare con la didattica, tenendo conto di quanto disse successivamente il pugile.
    Addirittura.
    Commentò, con un breve sorriso di circostanza.
    Personaggio alquanto particolare, questo Ted Carter: era un campione di lotta, un americano, un architetto, e poi? Magari sarebbe diventato pure un Eversore, in futuro!
    Apprezzo i tuoi ricordi sulla mia civiltà. Purtroppo non posso dire lo stesso della tua.
    E non fu uno scherno, bensì pura e semplice verità.
    Sono qui da qualche tempo, non lo nego. In giro ci sono molti più terrestri di quanto non si creda, però.
    Avanzò tenendo le braccia incrociate e ciondolando sulle gambe, più gioviale di prima.
    L'afroamericano parlava di rispetto, ma di certo non stava sforzandosi nel dare del lei ad Aristotelis - di certo non conosceva davvero chi fosse il greco, e questo era tanto di guadagnato.
    Joe è solo uno sguattero al mio servizio. Ordinaria amministrazione lavorativa.
    E se da un lato professava il vero, dall'altro mentiva spudoratamente. Non che ci fosse motivo di elargire informazioni sul discolo impertinente, d'altronde.
    Tu non vivi da queste parti, immagino. Non ti ho mai visto per le strade di Merovish prima d'ora, ed è innegabile che un tipo come te possa facilmente saltare all'occhio.
    Disse piegando le labbra quasi ammiccando, battendosi un pugno sul bicipite per fargli capire cosa intendesse.
    Che ci fai nella Tana? Sei qui solo per il torneo all'Arena Nera?
    Domandò incuriosito, andando a poggiare la mano destra sulla parete del Nido d'Ossidiana, quasi accarezzandolo teneramente.
    Senza distogliere gli occhi dal Pugno d'Acciaio.

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    Ted Carter



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    Aristotelis.
    Fu’ veloce e conciso nel dirglielo, segno che non voleva che gli si rivolgessero molte domande di quel genere, forse aveva qualcosa da nascondere, come un po’ tutti a Merovish.
    Perfino Ted preferiva non andare in giro a sventolare ai sei distretti che fosse un’aviatore, conoscendo gli abitanti della Tana, se gli sarebbe ritrovati tutti addosso in meno di un battito di ciglia.
    Ma tralasciando questo piccolo particolare che gli era saltato casualmente all’occhio, l’uomo in armatura sembrava ben propenso ad una chiacchierata, come con un vecchio amico che non vedeva da tempo.
    Dalla parlantina leggera, così come le domande, provò ad intrattenere il nero, che rimase stupido dalla sua conoscenza sull’America:

    ”Devo ammettere che mi lasciate sorpreso signor Aristotelis. Avete un buon numero di conoscenze riguardo la terra che mi ha visto campione.”

    Era sorpreso che su Endlos ci fosse un’altro Americano, d’altronde però aveva incontrato anche un giapponese durante i suoi viaggi e gli Stati Uniti erano più grandi del Giappone, ma l’universo da cui attingeva il Maelstorm era anche più grande.

    ”Se non è disturbo potrei sapere il nome di questo compaesano?”

    Non voleva certamente sprofondare in argomenti Top Secret, ma gli avrebbe fatto molto piacere parlare con un’altro umano, così vicino a lui.

    ”Beh per Joe capisco che è soltanto un po’ esaltato, chi non lo sarebbe lavorando nell’Arena Nera? Quindi, non faccio una colpa di niente a nessuno. Piuttosto la sua osservazione è giusta …”

    Disse Ted alzando lo sguardo.
    Fu strana la sensazione che lo pervase nel vedere che sopra di lui c’era terra e non cielo, ormai era talmente abituato a vederlo così vicino che era sicuro che si vedesse ovunque in quel modo.

    ” … io sono attualmente residente a Laputa. Bel posto, un po’ piccolino, ma c’è quasi tutto. Anche se devo ammettere che qualche volta mi piace tornare al Sud,ma non ho avuto belle esperienze in tutte le volte che c’ho messo piede. Una volta un boggart mi ha drogato, in un’altra un molliccio mi ha terrorizzato e un’altra ancora ho spaccato qualche costola a uno dei miei migliori amici.”

    Fece spallucce, come a volersi dimenticare di ogni singola storia, nonostante il ricordo di tutte e tre fosse ben vivido dentro la sua mente e le sue membra, in particolare quella con il molliccio.
    Se quella creatura aveva un nome ancora non lo conosceva e sperò di non saperlo mai.

    ”Comunque si, il richiamo del combattimento è stato forte e non ho saputo resistergli. Ma più combatto e più capisco di essere “debole” per questo mondo.”

    L’espressione divenne subito più malinconica, ma preferì passare ad altro.

    ”Mentre lei? Cioè, si guardi. Credevo che un confronto dentro la fortezza d’ossidiana l’attirasse tanto quanto ha attirato me, com’è che non partecipa al torneo? Troppi impegni?”

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    Forse il buon Ted aveva frainteso le parole del greco, quando egli parlò dell'America, tanto che l'oplite non poté fare a meno di sbuffare in una risatina velatamente imbarazzata, andando a grattarsi il mento barbuto.
    No, per carità, conosco poco e niente della tua patria.
    Non volle nemmeno rivelare troppo circa il conto dell'albino, anche perché elargire informazioni su individui simili poteva sempre essere controproducente. Mai dimenticare che il capo della Seele era immischiato in eventi ben più grandi di lui, e giammai rischiare altri problemi che già copiosi nascevano nella Tana.
    Non voglio rovinarti la sorpresa. Posso dirti tuttavia che è un altro gigante.
    Chiaramente stava riferendosi all'altezza, perché i due non condividevano nessun altro tratto comune. Anzi, non potevano essere più diversi, Carter e Lee.
    Il pugile parlò un po' di sé, raccontando brevemente le sue avventure vissute a Merovish.

    ” … io sono attualmente residente a Laputa. Bel posto, un po’ piccolino, ma c’è quasi tutto. Anche se devo ammettere che qualche volta mi piace tornare al Sud,ma non ho avuto belle esperienze in tutte le volte che c’ho messo piede. Una volta un boggart mi ha drogato, in un’altra un molliccio mi ha terrorizzato e un’altra ancora ho spaccato qualche costola a uno dei miei migliori amici.”
    Oh, un laputense dunque! Quale ironia.
    Non solo, stando alle sue descrizioni aveva pure già incontrato Zimmer. Che fosse Zygoin, invece, il molliccio? Difficile dirlo.
    Sorrise divertito.
    Heh, sembra tu abbia avuto il tuo bel daffare qui al Sud.
    Ariste si stagliò a pochi metri dal nero, continuando ad ascoltare con rinnovato interesse ciò che il campione aveva da dire. Da un lato, poteva condividere alcuni dei suoi pensieri, anche se in vero da tempo aveva accantonato dubbi e incertezze circa la sua adeguatezza per quel mondo: era o non era diventato una delle figure più importanti della Tana?
    Nascose il ghigno con la mano, come se stesse meditando.
    Il fascino dell'Arena Nera è irresistibile, questo non posso negarlo.
    Allo stesso modo non poteva mentire sul suo interesse di partecipare al torneo, ma aveva ragione Ted: troppi impegni.
    In vero, ho già partecipato ad un evento... speciale.
    Ma quella era un'altra storia, per altri momenti.
    Vorrei prendere parte ai duelli, ma non vedo avversari all'altezza della sfida.
    Si avvicinò all'afroamericano, con le braccia conserte, fissandolo negli occhi.
    Spero solo che gli Dèi si decidano a mandarmi un degno rivale per rendere onore alla fame del Nido d'Ossidiana.
    Lo disse sibilando, quasi come una sfida, lo sguardo tagliente ricolmo di tensione... e poi gli diede una pacca sulla spalla, ridendo.
    La verità è che al momento non dispongo di tempo da dedicare a rincorrere sogni di gloria.
    Sogni già realizzati da tempo.
    Tuttavia, il richiamo dell'Arena era troppo forte, ed era ben conscio che prima o poi avrebbe ceduto ad esso con immenso piacere.
    Ma parlami un po' di te, Pugno d'Acciaio. Qual è la tua storia?
    Una domanda di vera curiosità, che non si sarebbe trasformata in delusione qualora il gigante nero avesse scelto di non raccontargli alcunché.

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    Ted Carter



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    Ad ogni scambio di battute, la conversazione si faceva sempre più interessante.
    Aristotelis era più affabile di quanto Ted avrebbe mai potuto pensare, forse perché la sua mente si era vincolata all’idea che al Sud fossero tutti dei pazzi, oppure semplicemente per il fatto che i guerrieri tendano a vantarsi delle loro imprese, ascoltando con poco interesse quelle degli altri.
    Ma il Greco mostrava appieno di venire da una città passata alla storia per le sue genti, più che per altro.
    Neppure un posto terribile come la Tana era riuscita a piegare la sua mentalità aperta.
    Magari il pugile si sarebbe ricreduto sulla fama che aveva Merovish:

    ”Un’altro gigante dici? Me ne ricorderò”

    Che intendesse un gigante nel senso di muscolatura? Oppure di abilità o perfino d’altezza?
    Mezzo sorriso solcò il volto del nero, stando ad indicare che la sfida era stata accettata.
    L’oplite continuò comunque a parlare, non nascondendo i troppi impegni che si portava sulle spalle, serie d’impegni che Ted non poté non capire.
    Anche lui, ai suoi tempi d’oro, aveva avuto un gran bel d’affare e tutto il suo sostegno andò ad appoggiare l’interlocutore.

    ”Per esperienza personale, posso dire che nei tornei si trovano sempre le sorprese più grandi. Non dubitare quindi, magari la sfida più grande l’hai guardata dritta negli occhi, ma sul momento non ti ha fatto sentire alcun brivido. Forse perché doveva ancora crescere.”

    Parole vere le sue, maturate in anni di combattimenti.
    Anche lui e Jester ne erano un’esempio.
    Al primo scontro la giullare aveva avuto la meglio, ma nella rivincita Ted aveva mostrato una crescita maggiore e ne era uscito vincitore.
    Poi il discorso cambiò, con una domanda inaspettata da parte del greco.

    ”La mai storia?”

    Lo guardò con espressione di pura sorpresa, nessuno gli aveva mai rivolto una domanda tanto diretta, neppure “La Dama del Vento” e neanche i suoi amici più stretti.
    Strano a pensarlo, ma decise comunque di raccontagliela:

    ”Uhm … vediamo come posso iniziare. Sono nato nel New Jersey a Trenton, sono il secondo figlio di due, mio fratello maggiore si chiama Sam e ha dieci anni più di me. Il nostro ghetto era molto agitato, un po’ come qui a Merovish, infatti mi ricorda molto casa. Ma tutto cambiò quando nostra madre trovò un nuovo lavoro come impiegata alla banca, in Arizona. Mio fratello poi è dovuto poi partire per una guerra e io sono rimasto a studiare e …”

    Quella che stava per raccontare era una parte dolorosa, ma aveva deciso che Aristotelis si meritava tutta la verità sulla sua storia.

    ” … era Maggio, proprio l’inizio, le foglie erano rinate verdi e brillanti per la primavera e il cielo era magnifico quel giorno. Avevo appena finito un corso all’università e potevo subito tornare a casa, ma non lo feci. Andai invece a trovare mia madre, che dalla felicità uscì dalla sua postazione. Con Sam che combatteva la guerra, riversava su di me almeno il doppio dell’affetto, uscì per abbracciarmi, come se non mi avesse visto per anni. Poi però … entrarono dei ladri per una rapina. Avevo vent’anni, ero debole … n-non riuscii a fare niente e mia madre … venne colpita a morte da un proiettile. La vidi morire tra le mia braccia e non sapevo cosa fare, cosa dire. Quel giorno è stato orribile.”

    Rimase un’attimo in silenzio, non tanto per cercare del conforto da parte del Greco, tanto quanto per riprendersi dai ricordi ancora vivi dentro la sua testa.

    ”Successivamente iniziai a lavorare come spazzino e mentre facevo il turno serale, vidi cinque ragazzi picchiarne uno più piccolo. Corsi e con una forza che non pensavo di avere gli picchiai a sangue, solo dopo ho scoperto che quel “ragazzino” aveva il doppio della mia età. Felice nel vedere il suo salvatore mi disse di essere un’agente e che mi avrebbe reso famoso. Quindi BOOM eccomi qua, campione mondiale su un mondo che non è mio.”

    Rise alla fine, un po’ per la tensione e un’altro po’ perché era buffo pensare quanto fosse vero.

    ”Adesso però tocca a te Aristotelis.”


    Stato fisico: Ottimo
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