Il Pugile, l'Arena e il Greco

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Persona simpatica, Ted Carter.
    Ariste non commentò oltre su quella opinione, ma si trovava d'accordo con le parole del pugile: mai dar nulla per scontato in una sfida all'Arena Nera. Non vi fu conferma né accordo, tuttavia poteva ben dirsi che un eventuale scontro tra i due guerrieri necessitava solo di una data da destinarsi.
    In ogni caso, il greco non era individuo da avere il confronto fisico come interesse principale della sua esistenza. La storia del nero destava la sua curiosità ben più di uno scambio di pugni, e sorrise soddisfatto quando questi decise di condividere con lui stralci della propria vita.

    ”Uhm … vediamo come posso iniziare. Sono nato nel New Jersey a Trenton, sono il secondo figlio di due, mio fratello maggiore si chiama Sam e ha dieci anni più di me. Il nostro ghetto era molto agitato, un po’ come qui a Merovish, infatti mi ricorda molto casa. Ma tutto cambiò quando nostra madre trovò un nuovo lavoro come impiegata alla banca, in Arizona. Mio fratello poi è dovuto poi partire per una guerra e io sono rimasto a studiare e … era Maggio, proprio l’inizio, le foglie erano rinate verdi e brillanti per la primavera e il cielo era magnifico quel giorno. Avevo appena finito un corso all’università e potevo subito tornare a casa, ma non lo feci. Andai invece a trovare mia madre, che dalla felicità uscì dalla sua postazione. Con Sam che combatteva la guerra, riversava su di me almeno il doppio dell’affetto, uscì per abbracciarmi, come se non mi avesse visto per anni. Poi però … entrarono dei ladri per una rapina. Avevo vent’anni, ero debole … n-non riuscii a fare niente e mia madre … venne colpita a morte da un proiettile. La vidi morire tra le mia braccia e non sapevo cosa fare, cosa dire. Quel giorno è stato orribile.
    Successivamente iniziai a lavorare come spazzino e mentre facevo il turno serale, vidi cinque ragazzi picchiarne uno più piccolo. Corsi e con una forza che non pensavo di avere gli picchiai a sangue, solo dopo ho scoperto che quel “ragazzino” aveva il doppio della mia età. Felice nel vedere il suo salvatore mi disse di essere un’agente e che mi avrebbe reso famoso. Quindi BOOM eccomi qua, campione mondiale su un mondo che non è mio.”

    L'oplite non cambiò espressione né posa per l'intera durata del racconto, nemmeno quando il dramma della morte della madre venne esposto con tanto sentimento. Ascoltava per capire.
    ”Adesso però tocca a te Aristotelis.”
    L'Eversore mantenne la sua impassibilità somatica per un'altra manciata di secondi, fissando Ted con intensità tale da chiedersi se lo stesse vedendo sfocato in quei momenti, come quando si concentra lo sguardo troppo a lungo su un oggetto, tanto da perdere l'obiettivo.
    Poi, spezzando quella lieve tensione creatasi, diede una pacca sul braccio destro del pugile, leggera ma decisa.
    Mi dispiace per tua madre.
    Lo superò dopo aver incrociato le braccia, guardandolo con rispetto, senza accennare compassione.
    La mia è una storia lunga, non adatta ad un incontro così fortuito.
    Gli venne un'idea, un ghiribizzo che avrebbe potuto rendere ancor più particolare la loro conoscenza. Piegò appena le labbra, lisciandosi la barba.
    Facciamo così.
    Tamburellò le dita della mancina sulla bocca, raccogliendo i pensieri.
    Ti racconterò di Aristotelis Skotos quando riuscirai a sconfiggerlo in duello.
    Quanta indeterminazione: non era nemmeno sicuro che si sarebbero rivisti affatto! Eppure Ariste non badava a tali sciocchezze.
    Sono certo che le sfide siano il tuo pane quotidiano, Ted. Questa dunque è quella che ti lancio.
    Non divulgò ulteriori dettagli per motivi logistici più che per eccessivo mistero. Il Gerarca non aveva la minima idea di quando avrebbero potuto incrociare le armi.
    Quel che importava, comunque, è che una scusa per incontrarsi di nuovo era stata trovata.
    Il dovere mi chiama, adesso. È stato interessante conoscerti, pugile.
    Fece per andarsene, salutandolo distrattamente con un cenno della mano. Poteva, tuttavia, congedarsi così dal campione del mondo? Certo che no.
    Si diede un buffetto sulla fronte, sbuffando.
    Oh, dove ho lasciato le buone maniere...!
    Con passo spavaldo e muscoli contratti, allungò la destra verso il nero, sorridendo convinto.
    Accetti la sfida?
    Era sicuro che la sua presa d'acciaio avrebbe ricevuto una risposta altrettanto ferrea.

    E con appena 363 giorni di attesa, eccomi qui con la conclusione!
    Perdona l'abominevole ritardo, spero che il buon Ted non se la prenda a male. La chiuderei qui giusto per evitarti un'ulteriore attesa geologica, se e quando tornerò a ruolare costantemente avremo modo di divertirci di nuovo. :flwr:
    Se vuoi fare un post conclusivo, a te la mossa. :pyt:
     
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    Ted Carter



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    Alla energetica pacca sulla spalla, Ted sorrise in maniera amara.
    Non amava parlare molto del suo passato, pieno di errori e occasioni perse, ma lo sguardo fiero del greco gli aveva riportato alla mente più e più ricordi, alcuni ancora più profondi di quanto ricordasse.
    Le parole del guerriero vennero mosse in maniera sincera e diretta, lasciando nella mente del pugile, soltanto il mistero e la curiosità.

    ”Se non vuole parlare, mica lo posso costringere con la forza. No?!”

    Ma durante tutti gli anni di pugilato, sapeva anche quando qualcosa non poteva essere evitato o rimandato più di tanto. Ciò succedeva sempre, quando il suo sguardo incrociava quello di un’altro guerriero.
    Era inevitabile che nella mente di entrambi non si creare il piacere della sfida, un po’ come quei giochi orientali dove al personaggio sul percorso appariva un punto esclamativo.

    Il greco però non lasciò intendere e basta, passò direttamente alla proposta, con tanto di stretta di mano.
    Ted la guardò sempre con un sorriso, ma quella volta più vivo e gioviale.

    ” Si, accetto. Che la fiamma dei nostri cuori rimanga viva fino a quel giorno, perché quando giungerà … brillerà come non ha mai fatto prima.”

    Un tremito nel profondo lo scosse.
    Se lo sentiva. Quanto i suoi pugni avrebbero affrontato quelli del greco, lo scontro avrebbero fatto impallidire perfino quelli dell’arena d’ossidiana.

    Alla fine del saluto, girò i tacchi e tirò a pestare i suoi passi, diretto verso Laputa.

    Stato fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Ottimo
    Mana: 110%

    The Energy:
    -(+50% Forza, +50% Destrezza, +10% Mana)

    The Infinity Power:
    -(Immunità al dolore, Auspex Movimento (30m), Anti-Auspex Spirituale)

    I am a Hero
    -(Non ha perdite di sangue, Rigenerazione corpo Only Gdr)

    Pelle di diamante del drago di ferro
    -(Armatura completa naturale:Pelle)

     
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