[EM] Una Bolgia di ricordi

La Quinta Bolgia era un luogo speciale, per diversi motivi. Le persone normali si ricordavano di quella bettola perché gestita da un Boggart che collezionava le dita di chi non pagava, o di chi cercava di barare il giovedì sera. Per gli Eversori però quel locale aveva tutto un altro fascino, per anni era stato il loro punto di ritrovo e adesso, anche se la Behemoth era la loro nuovissima e ipertecnologica casa, era giusto renderle omaggio facendole visita ogni tanto. Dimitriy era venuto al Sud per incontrare Zimmer, dopo averlo fatto decise però di non andarsene subito e approfittò della cosa per farne altre due: dare un’occhiata alla sua casa e visitare appunto la Bolgia.
Visto che aveva questa possibilità, decise di incontrare alcune delle sue fidate Voci che purtroppo erano rimaste a Merovish. Trasferendosi al Blood Runner aveva tagliato ogni legame, doveva per forza ricominciare tutto da capo. Era comunque ancora lui il responsabile dello spionaggio nella Tana, quindi ricevere degli aggiornamenti direttamente dai suoi collaboratori era un ottimo modo per tenersi informato e non perdere completamente i contatti con il Presidio Meridionale. Insieme a lui c’erano quindi Volker con il suo immancabile sacchetto di dolci, Ibaba che non perdeva occasione per ronzare attorno a Dimitriy e infine Xuan con i suoi ultimi ritrovati tecnologici.
Il quartetto era intento a parlare delle ultime novità, quando il saltimbanco fece notare al suo capo la presenza di un ragazzino, un volto per nulla sconosciuto... il motivo per cui si trovasse li dentro era un mistero, magari cercava Zimmer, oppure era ancora alla ricerca di Bid. Perché sì, lui era il pazzo che mostrando un coraggio invidiabile e una valanga di incoscienza, si era messo a chiedere in giro del Kuthiano. Nessuno prima di quella volta si era messo a fare una cosa del genere, non così apertamente almeno, quindi una persona del genere attirava per forza l’attenzione... soprattutto di un tipo come il biondo. Dimitriy decise quindi di alzarsi, muovendo qualche passo in direzione dell’albino, alto ma davvero gracilino.
Posso?
Disse il russo scostando la sedia, continuando a parlare mentre faceva per sedersi.
Hai trovato poi il Castigo?
Decise di non fare troppi giri di parole, voleva subito vedere la reazione di quel tipetto strano e all’apparenza tranquilla, ma che di sicuro nascondeva qualcosa. Ad ogni modo l’assassino non pronunciò direttamente il nome, voleva prima provare con uno dei tanti nomignoli con cui era conosciuto quel demone, giusto per non fargli capire che lo conosceva. Voleva solo placare la sua curiosità, anche se era evidente che era uno che sapeva molte cose. Però lui studiava le reazioni della gente e voleva proprio vedere questa, fissando quel ragazzo dritto negli occhi.

Dimitriy osservò bene quel ragazzo, era davvero lui quel pazzo? In effetti si aspettava qualcosa di più, ma questo ragazzino non si era nemmeno accorto del suo arrivo e ciò gli faceva perdere parecchi punti. Il biondo però era fiducioso, magari il ragazzino nascondeva qualche asso nella manica... forse era diventato così proprio in seguito all’incontro con Bid, quel mostro era in grado di fare cose ben peggiori, quindi ciò non lo meravigliava per nulla. L’albino però non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, ma uno esperto come l’assassino riusciva a leggere certi comportamenti... era quasi certo che gli stesse nascondendo qualcosa, ma il suo intento non era scoprire cosa.
Forse.
Il sicario non aveva nessuna intenzione di esporsi, quindi decise di rimanere il tizio a caso che aveva sentito delle voci da un suo amico, fratello di un cugino che abitava vicino a quel vicolo. In realtà aveva letto dei rapporti, ma la gran parte delle informazioni gli sfuggiva e non era nemmeno così certo che l’incontro fosse davvero avvenuto... fino a questo momento almeno. Ad ogni modo lui non era li per interrogarlo, non voleva ficcare il naso negli affari del Castigo, voleva semplicemente capire cosa potesse spingere una persona a prendere una decisione simile.
Ho sentito dire che incontrarlo significa trovare la morte, il fatto che tu sia ancora qui può darti ragione. Ma chissà, magari ti ha trovato interessante e ti trovi ancora qui per questo motivo.
Il ragazzo fece un piccolo sorriso, palesemente finto per chi sapeva accorgersene, facendo poi spallucce per non risultare troppo sospetto.
Qualunque sia la verità non mi interessa.
Incontrare lo sguardo dell’altro pareva impossibile, quindi Dimitriy spostò i suoi occhi di ghiaccio verso il bancone, passando in rassegna le varie versioni di torcibudella presenti: se già la vodka gli aveva fatto male, non voleva pensare a cosa sarebbe successo bevendo quella merda.
Mi incuriosisce altro, ad esempio non capisco cosa possa spingere un umano a incontrare un demone come quello... si tratta di semplice incoscienza? Puro amore del brivido... o altro? Ah, non voglio farmi gli affari tuoi, ma ammetterai anche tu che ciò che hai fatto è abbastanza... strano, ecco, lo definirei così.
Quando serviva, Dimitriy riusciva ad abbandonare la sua personalità fredda e vuota, plasmandola in quella più utile alla situazione. Capendo che guardarlo dritto negli occhi non avrebbe portato a molto, si era adattato a guardare altrove, chissà, magari grazie a ciò l’albino si sarebbe trovato un po’ più a suo agio.

In qualche modo Dimitriy si aspettava una reazione simile e in fondo era vero, nessuno avrebbe mai scommesso sulle mosse di un relitto simile. Ma Endlos era un mondo magico, uno spazio che dava la possibilità a chiunque di costruirsi il proprio futuro e chissà, magari anche lui avrebbe avuto delle possibilità, nonostante i suoi mezzi. Che poi anche il biondo non era questo gran colosso, anche lui era magrolino, ma qualche muscolo in più l’aveva di sicuro. Comunque questo era un altro discorso, nel campo psicologico infatti quel tipetto pareva sveglio e non si sbottonò più di tanto.
Capisco, ognuno è libero di conversare con chi più lo aggrada.
Commentò il ragazzo ritornando serio, visto che l’altro aveva deciso finalmente di guardarlo negli occhi. Poteva sputtanarlo in ogni momento, ma non aveva nessun motivo per farlo e soprattutto non voleva fargli capire che lui il Castigo lo conosceva benissimo... e non ne era particolarmente felice. Nulla però impediva al russo di studiare la persona che aveva davanti, una persona del genere andava tenuta sotto controllo, soprattutto vedendo quali fossero i suoi precedenti. Però probabilmente non c’era neanche questo motivo, insomma, se l’aveva incontrato probabilmente sapeva già molto sulla Tana. Poi arrivò quella domanda e il ragazzo fissò l’albino stranito, iniziavano a venire fuori interessanti dettagli.
Il controllo dell’energia spirituale è una delle capacità basilari che ogni artista marziale deve conoscere, più essa viene concentrata e maggiore diventa il suo potenziale: con lo studio e l’allenamento ho imparato a racchiudere la mia energia in una camera a tenuta stagna. Se non lo facessi lo spirito combattivo scorrerebbe fuori, sarebbe un’inutile spreco di energie.
Un piccolo sorriso.
E poi mi mette al riparo dagli occhi di quelli come te.
Per una spia era importantissimo nascondere la presenza e dopo varie esperienze, Dimitriy era riuscito a nascondersi alla più diffusa visione spiritica... purtroppo vi erano moltissime versioni di tale abilità, difendersi da tutte era praticamente impossibile.
Sei un terrestre?
Per quanto sembrasse tipo uno spirito, al biondo venne spontaneo fare quella domanda: ogni tanto era bello discutere con persone originarie del suo stesso mondo, magari anche di un tempo non poi così diverso... con Ariste c’erano troppi millenni di differenza. Sembrava però che la terra fosse il pianeta più diffuso del Multiverso e tutti piovevano su Endlos. Perché accadeva una cosa del genere restava comunque un mistero.

Impicciarsi degli affari altrui era uno dei compiti base per una spia, quindi anche questo rientrava nelle mansioni di uno come Dimitriy, anche se questa volta stava sfruttando il suo addestramento per semplice diletto personale... ultimamente era diventato parecchio curioso, magari la vicinanza con una certa scienziata lo stava contagiando in quel senso. Prima non si interessava del mondo, ma quando anche le catene mentali si spezzarono, il biondo riuscì ad aprire davvero gli occhi, scoprendo delle cose di cui prima non ne conosceva nemmeno l’esistenza.
In effetti molti terrestri capitano qui, anche io lo sono.
Disse lui senza problemi, anche se osservandolo adesso non era più un semplice umano. Il viaggio nel Maelstrom l’aveva cambiato, donandogli una nuova energia interiore che gli permetteva di fare cose che prima non si sarebbe neanche sognato... non così velocemente almeno. Attraversare il portale gli aveva dato una spinta in più, aumentando la sua capacità di apprendimento nell’uso del suo nuovo “potere”. In casi normali ci sarebbero voluti degli anni, ma lui in due anni riuscì ad ottenere tutto ciò che voleva e non solo, visto che l’allenamento continuava ancora oggi.
Addirittura un greco, interessante.
L’assassino non fece una piega, anzi, risultò essere abbastanza sorpreso da quell’affermazione, lasciandosi andare con una naturalezza insospettabile. In realtà non ci voleva un genio per capire dove quel ragazzino voleva andare a parare, infatti non vi erano molti greci in quel di Merovish e quello più famoso era soltanto uno. Se Ariste aveva deciso di incontrarlo avrà avuto i suoi buoni motivi, ma Dimitriy non aveva nessuna intenzione di esporsi, ne valeva del suo orgoglio di spia.
Americano..? Nel mio mondo non sono sicuro che l’America esista ancora.
Sorrise appena, ripensando ai cittadini a stelle e strisce chiusi nel loro isolamento, lontani da tutto e da tutti per difendersi dal dominio Nazista.
Io provengo da Mosca, cento anni in avanti rispetto a te.
Sembrava proprio che il tempo della Guerra Fredda fosse improvvisamente ritornato e l’esempio calzava a pennello, visto che in quel tavolo iniziava a fare davvero freddo, con tutti quegli sguardi gelidi e il tono del tutto simile a una bufera di neve.

Agli occhi di tutti quella poteva sembrare una normalissima conversazione... due ragazzi seduti allo stesso tavolo che discutevano amabilmente dei loro mondi, magari con una parvenza si omosessualità latente, ma comunque una conversazione normale. Nessuno poteva immaginare che quello scambio di parole altro non fosse che una prova di forza, dove nessuno dei due si sbilanciava troppo e lo scontro di sguardi si faceva sempre più serrato: ormai nessuno dei due aveva intenzione di abbassarlo, farlo significava perdere in un istante il vantaggio accumulato.
Dimitriy era comunque abbastanza sorpreso, non si aspettava una simile resistenza da parte di quel ragazzino magrolino, che continuava a reggere la prova a cui il biondo lo stava sottoponendo... alzando di molto il voto iniziale. Non sembrava un tipo abituato a studiare il proprio interlocutore, tuttavia era abbastanza complesso da capire e in ogni caso non era così immediato... però si dava da fare, almeno dimostrava di avere le palle. Era fondamentale avercele, a Merovish, perché erano in troppi a non averle più, per un motivo o per un altro.
Purtroppo nel mio mondo non è la Russia la prima potenza mondiale, i nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e pure la terza, ora comandano loro.
Spiegò il ragazzo senza fornire troppi dettagli, voleva restare sul vago per non fornire troppe informazioni di se e allo stesso tempo vedere la reazione dell’albino. La voce era tranquilla mentre parlava, anche se una nota di severità era sempre presente.
Da quel momento gli Americani si sono chiusi in isolamento, tagliando tutti i contatti con il resto del mondo... molti provano a raggiungerla l’America, la chiamano la terra della libertà, ma in pochi ci riescono.
Era praticamente impossibile lasciare l’Europa senza passare sotto il controllo dei nazisti e in ogni caso in quel mondo non c’era più nulla di libero, l’unico modo per trovare la libertà era scappare via fino a cambiare mondo e universo. Il russo comunque mantenne fisso lo sguardo, quella prova di forza gli stava piacendo sempre di più.

Dimitriy ascoltò con attenzione le parole dell’albino, era curioso infatti capire come si svolgevano le cose anche in altri mondi uguali, ma del tutto diversi anche a causa di piccolissimi dettagli... anche se non era proprio questo il caso. La guerra finiva sempre per cambiare le cose, in maniera volontaria e non, ci voleva davvero poco per cambiare le sorti di una battaglia decisiva, proprio come era accaduto nelle loro Terre, dove in una il terrore aveva perso... ma nell’altra aveva vinto, decretando la fine di quella parola magica che era la Libertà.
Sarebbe stato bello se fosse stato solo un libro anche nel mio mondo, ma purtroppo è tutto reale. Il Giappone però ha riportato grossi danni, è stato bombardato con il nucleare un’altra volta, nello stesso conflitto che ha spazzato via la Corea del Sud... però sono ancora alleati dei Nazisti.
I Signori della Guerra si erano divertiti parecchio in quel secolo di conflitti, non solo la situazione politica aveva subito dei mutamenti, ma in certe zone anche la geografia era mutata pesantemente. Erano nati nuovi deserti, nuove zone paludose e aree contaminate da radiazioni talmente potenti da uccidere istantaneamente qualsiasi forma di vita. In tutto ciò chi ci rimetteva di più erano i più deboli, i civili che non avevano più nulla e arruolarsi spesso era l’unico modo per far sopravvivere le proprie famiglie, evitando di lasciarle morire di fame.
No, devi sapere che la Russia è una di quelle nazioni, anzi, l’unica che si oppone al dominio tedesco... le nostre forze di terra sono le migliori al mondo, ma loro hanno a disposizione i migliori scienziati e ingegneri per creare sempre equipaggiamenti migliori. Tuttavia le cose buone finiscono qua, l’oppressione del regime in Russia è terribile, son fuggito per avere un’altra possibilità.
Non si vergognava a dire di essere fuggito, era una cosa normale nel suo mondo fare di tutto per sfuggire a tutte quelle dittature... cambiavano i nomi, ma i risultati erano i medesimi e ogni pensiero legato alla libertà veniva soffocato, spesso nel sangue.
Io l’ho trovata, tu?
Domandò infine il biondo, senza dare al suo interlocutore il tempo per pensare: era una domanda a bruciapelo, improvvisa e imprevedibile.

Endlos era un mondo movimentato, di sicuro Merovish e l’intero presidio meridionale erano le zone più movimentate del Semipiano, era difficile trovare un giorno simile a un altro: ogni volta era una sorpresa, non potevi mai sapere cosa avresti trovato una volta svoltato l’angolo. Il più delle volte potevi incontrare un tizio che voleva aprirti la pancia, poi c’erano i mendicanti e a volte arrivava anche un pazzo che si metteva a cercare un Demone così, giusto per sfizio. Ogni volta quindi bisognava stare attenti, così da non perdersi mai nulla: anche quello era un divertimento.
Non posso darti torto.
I discorsi comunque sembravano finiti, lo smilzo infatti aveva finito sia il cibo che la bevanda... e sembrava avere anche una certa fretta. Doveva incontrare Bid’daum? Chissà, magari aveva semplicemente altri interessi. Però Dimitriy aveva accumulato un sacco di esperienza e quel ragazzino non gliela stava raccontando giusta, tuttavia non aveva nessuna intenzione di intromettersi in affari che non lo riguardavano, finché questi restavano tranquilli. Alla fine comunque il ragazzo chiese il nome, in modo legittimo, ma contrariamente alle sue aspettative, il biondo non aveva intenzione di inventarsi un altro nome, non ne aveva motivo.
Kozlov.
Disse il sicario alzandosi a sua volta.
E posso ritenermi soddisfatto per l’incontro, signor Lee.
Dimitriy fece la sua mossa, lui sapeva chi era quel ragazzino e pur non essendo a conoscenza di cosa aveva combinato con il Castigo, fin dal primo momento che aveva messo piede a Merovish era entrato nel radar del biondo... ed era solo una questione di tempo prima di scoprirne il nome. L’aveva studiato, inquadrato per bene durante il loro scambio di opinioni e alla fine aveva deciso di rischiare, mettendosi nella posizione di quello che sapeva tutto... ma il suo interlocutore non sapeva nulla di lui. Un cognome valeva poco, anzi, nella Tana non serviva a molto e per quanto ne sapeva, poteva trattarsi anche di un nome falso. In ogni caso il biondo fece per andarsene, diede perfino le spalle all’albino... ma aveva come l’impressione che non avrebbe mosso neanche un passo prima di voltarsi nuovamente.

La reazione dell’albino fu immediata e prevedibile. Dimitriy aveva gettato l’esca e sapeva bene quale sarebbe stato l’esito di quell’azione, in fondo non aveva passato quel quarto d’ora solo per parlare... aveva studiato il suo interlocutore in ogni minimo dettaglio. Non si scompose quindi nel vedere quel tentacolo di tenebra puntare al suo collo, ma dovette far segno ai suoi compari di stare calmi e seduti... non vi era nulla di cui preoccuparsi. Anche perché non è mica senza difese, abbassando lo sguardo infatti Lazarus avrebbe notato una lama cremisi a pochi centimetri dal suo stomaco.
Le minacce non funzionano con me, signor Lee.
Il biondo si voltò appena, osservando con la coda dell’occhio lo smilzo alle sue spalle. Poi lentamente si voltò, abbassando quindi il pugnale che scomparve nelle sue tasche: non aveva cattive intenzioni, visto che la testa del ragazzino era ancora attaccata al suo collo.
Inoltre non ho interesse a litigare con lei, sono solo una persona molto curiosa e mi dispiace se sono stato troppo invadente.
In realtà l’aveva fatto intenzionalmente, era troppo interessato alle reazioni umane per lasciarsi sfuggire una situazione simile e ora che aveva ottenuto ciò che voleva, il suo interesse scemava sempre di più... e ora bisognava sistemare le cose.
E mi creda, questo posto è molto più adatto a parlare di quanto possa sembrare.
Non era mica scemo, la tattica del “parliamo da un’altra parte” la sapeva usare anche lui e doveva dire che con gli idioti funzionava a meraviglia.
Cosa so di lei? Nient’altro che nome e cognome... questa è Merovish, le Voci corrono e offrono una grande conoscenza a chi le sa ascoltare. Ma non deve preoccuparsi, come ho già detto non ho nulla contro di lei e ritengo inutile un confronto che vada oltre le parole.
Un piccolo sorriso.
Non sono un pericolo, ma soltanto un mero osservatore.
Era sincero, su questo c’erano pochissimi dubbi. Aveva anche cambiato a posta modo di rivolgersi, non erano più due viandanti che discutevano a un tavolo, ma semplicemente due uomini dalle vedute contrapposte... e Dimitriy aveva già tracciato un confine evidente.