[EM] The correct attitude

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    Una supernova galattica caldissima e traboccante dolcezza, il cuore pulsante del multiverso.

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    Odio i giochi di strategia_


    C'è una cosa che ho in mente. Un pensiero fisso.
    E c'è una persona che può aiutarmi. Una persona amica
    .

    * Toc toc *

    «Dimitriiy...? Sono Violet...»

    “Speriamo ci sia...”


    Busso con delicatezza e rispetto alla porta della sua camera, la stessa dove non molto tempo fa mi ha addirittura permesso di dormire. Accoccolata sulla sua poltrona, nella calda e accogliente penombra, quasi fosse il suo abbraccio.
    Ancora non riesco a capire di preciso come si sta evolvendo il nostro rapporto. Ancora non riesco a capire dove stiamo andando a parare, cosa vogliamo entrambi reciprocamente, quanto ci possiamo permettere di spingerci oltre un determinato grado di confidenza e d'intimità, quanto a lungo reggerà tutto questo. Ancora non capisco se posso concedermi di prenderlo perfino in considerazione, e solo a livello teorico, come potenziale compagno di vita
    .

    «Avrei bisogno di un favore, forse te ne avevo già accennato tempo fa, non ricordo...
    Avrei bisogno dei tuoi insegnamenti, della tua conoscenza, della tua esperienza...Per proteggermi meglio, per essere più efficiente, per aumentare le mie prestazioni nelle nostre missioni...per la causa, l'Eversione...»


    Mormoro a voce bassa, quasi un sussurro, dopo essere entrata. Gli sorrido, il mio tono è caldo, soffice, le mie parole si spandono soffuse nell'aria, come musica d'atmosfera, musica da camera. Silenziosa, intima, avvolgente, come jazz malinconico da vecchio bar in una notte di pioggia.
    Non so perché, non so cosa mi prenda, ma quando sto con lui mi sento tranquilla. E mi sento bene. Quando sto con lui posso fidarmi, così tanto da poter sorridere. Sorridere in maniera sincera
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura, 1pt).
    ¬ Chakram seghettato (Lama circolare, 1pt).
    ¬ Pugnale (Lama, 1pt).
    ¬ Glock 19 (Pistola, 2pt).
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone, 1pt).
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali, 3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Busso alla stanza di Dimitriy, entro e gli domando pucciosamente per l'addestramento <3 XDDDDDD.

    Note_

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  2. _MajinZ_
     
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    Quando non vi erano missioni imminenti o questioni troppo importanti, a Dimitriy piaceva molto chiudersi nella sua stanza per leggere qualche libro, staccando completamente la mente dal lavoro per lasciar correre la fantasia e rilassarsi completamente. Le sue letture erano molto varie, passava dai romanzi ai gialli, toccando anche argomenti più complessi o più leggeri a seconda dello stato d’animo, fino ad arrivare a letture inerenti la sua grande passione per l’alchimia. Gli bastava poco per divagarsi, ed era bello leggere dei libri non legati al regime di Mosca: da quando aveva guadagnato la libertà, finalmente poteva scegliere cosa leggere e ciò aveva migliorato di molto la sua vita.
    Anche questa volta comunque il biondo era intento a leggere, era abbastanza concentrato e non sentì subito il bussare alla sua porta, accorgendosi della presenza di Violet solo quando quest’ultima parlò annunciando il suo arrivo. Immediatamente il ragazzo chiuse il libro e lo posò sul letto dove era sdraiato fino a quel momento. Non indossava il suo giaccone, ma solo una canotta dalla quale si intravedeva la sua croce d’acciaio. Stavolta non indossava nemmeno i guanti e i piedi erano nudi, segno che denotava il suo estremo rilassamento. Era forse la prima volta che la ragazza avrebbe visto il suo superiore in abiti civili... ogni arma era posizionata ordinatamente sulla scrivania, mentre la sua giacca nera se ne stava appesa all’appendiabiti nell’angolo.
    Entra pure.
    Rispose lui sedendosi sul bordo del suo giaciglio. In quel momento lei l’aveva preso un po’ in contropiede, quindi non aveva avuto modo di cambiarsi in qualche modo, apparendo in qualche modo... normale. Non sembrava un membro di spicco di una potente organizzazione criminale, ma solo un ragazzo normale che si appassionava a leggere delle storie brevi in russo.
    Si, mi ricordo.
    Rispose lui con il suo solito tono serio. Avevano già parlato di ciò e era un’idea che frullava da un po’ nella testa del sicario, doveva farlo un po’ con tutti i suoi sottoposti, ma era più gratificante vedere qualcuno proporsi di sua spontanea volontà.
    Potresti essere più specifica, però? Potrei aiutarti in vari modi, ma non penso ti serva qualche ripetizione sul piano fisico... sbaglio?
    Sapeva dove lei voleva andare a parare, ma fare un po’ di conversazione non era mai una brutta cosa, soprattutto con quello strano rapporto che li legava al momento. Erano amici, si, ma c’era sempre qualcosa di strano quando si incontravano... chissà, magari un giorno l’avrebbero scoperto davvero.

     
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    Odio i giochi di strategia_


    «Si, mi ricordo. Potresti essere più specifica, però? Potrei aiutarti in vari modi, ma non penso ti serva qualche ripetizione sul piano fisico... sbaglio?»

    «Certamente...!»

    “Quindi si rilassa anche lui, sul serio, come le persone normali...”


    Non l'ho mai visto così, in versione da casa, e mi perdo nella mia mente a contemplare qualche dettaglio qua e là...Vestiti da un lato, niente calzini e guanti, le armi meticolosamente disposte sulla scrivania come fosse affetto da OCD -che per me è un tratto abbondantemente positivo ed apprezzabile, sintomo di accuratezza e di "careness"-, un libro...
    Annuisco rispondendo alla sua domanda e lasciando qualche istante di pausa tra questa e la mia risposta effettiva. Non c'è fretta, in fondo: godiamoci questo momento di tranquillità, e in più c'è qualcosa nell'aria, qualcosa nelle nostre menti, che...m'impedisce di essere del tutto agitata e reattiva e lucida. C'è...pace, armonia, quasi sensualità...Tanto che non so nemmeno più cosa io vada a pensare
    !

    «I-in verità, ecco, qualche ripasso di combattimento non mi farebbe male: sono un po' arrugginita, son anni che mi affido di più ai miei poteri che al sano prendersi a pugni, eheh...È dai tempi dell'esercito che non faccio seriamente palestra ed allenamento nelle arti marziali.»


    Racconto con molta naturalezza, aprendomi con lui sul mio passato e le mie debolezze tattiche: non ho nulla da temere, per quanto siamo all'interno di un'organizzazione criminale. Certo, fosse stato un altro non avrei mai confessato cose del genere: a Zygoin col cazzo che gli davo informazioni così vitali sulle mie vulnerabilità! Ma...no, con Dimitriy no: con lui, nemmeno mi viene da pensare. Da pensare che...mi possa tradire. Di lui mi fido, e senza riserve: non è quel "guarda che mi sto fidando di te, vedi di non fare scherzi sennò ti uccido". È proprio che mi fido, e basta.

    «Però in un modo o nell'altro me la cavo e anche abbastanza: anche mentre lavoravamo per Shifter sono stata privata dei miei poteri, e in fin dei conti sono qui, no? Eheh! Ecco, quindi...ciò a cui sarei più interessata sono i sottili giochi strategici, quelle cose occulte che richiedono un largo uso del cervello, di energie, di velocità di pensiero. Che ti fanno tirare la macchina fino al limite quasi, raggiungendo il cervellotico: gli intrighi, le falsità, le bugie, le maschere, le recitazioni...Ecco: il mentire. Sono una scienziata, per me la verità è ciò che più si avvicina al concetto di "sacro": non sono mai stata abile nel mentire, perché non ho mai fatto esperienza ed allenamento in questo campo.»


    Elaboro e concludo con un sorrisino ingenuo, stupido come me. Un cervellaccio del genere, e lo tengo in cantina a prendere polvere, quando si tratta di queste cose. Già, le mie energie sono riconvogliate in altri settori del vivere umano, ecco: conoscenza, sentimenti, aderenza alla realtà e alla verità...Mai stata brava a fare l'utilitarista raffinata: il senso del dovere devo averlo ereditato e rielaborato da quello militaresco di mio padre, adattandolo alla mia condizione di ricercatrice.
    Fottuti generali dell'esercito..
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    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

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    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura, 1pt).
    ¬ Chakram seghettato (Lama circolare, 1pt).
    ¬ Pugnale (Lama, 1pt).
    ¬ Glock 19 (Pistola, 2pt).
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone, 1pt).
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali, 3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Chiacchierando amabilmente X°D.

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  4. _MajinZ_
     
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    Dimitriy ascoltò con attenzione le parole della ragazza, senza distogliere gli occhi dai suoi neanche per un momento. Quando lei era in zona, quando le stava così vicina il biondo si sentiva rilassato, si sentiva tranquillo davanti a una persona di cui poteva fidarsi davvero e grazie a ciò riusciva a liberare la mente dai pensieri negativi, riuscendo così ad aprirsi e mostrare il lato buono del suo carattere. Allo stesso tempo però analizzava la situazione di Violet, iniziando a pensare a qualche piano d’addestramento per insegnarle almeno i rudimenti della delicata arte della menzogna.
    Capisco, ma...
    Il sicario si alzò in piedi, senza smettere di fissarla.
    Io non sono la tua balia.
    Fece un passo avanti, serio in volto. Le sue parole avevano un che di sgradevole, sembravano anche affilate e ingiuste, qualcosa che lei proprio non poteva aspettarsi.
    Credi che io sia qui per aiutarti? Io sono il tuo capo, ti ho scelto per determinati motivi e se non sei in grado di soddisfarli, beh, non ho motivo di tenerti con me.
    Lo sguardo era duro, crudele, ma rimase in quello stato per un attimo. Nell’istante in cui i due si sarebbero trovati faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza, il ragazzo avrebbe fatto un passo indietro, rilassando il viso e mettendo fine a quella sceneggiata.
    Scherzo.
    Un sorriso magari avrebbe aiutato, però non lo fece. In ogni caso lei avrebbe capito che quella era solo una dimostrazione di quel che si poteva fare con le dovute conoscenze. Quelle parole infatti erano credibilissime, con il giusto allenamento si poteva ingannare anche una persona molto vicina, perfino un familiare.
    Se vuoi imparare a fare questo serve tempo, ma parlando di te magari ci metterai molto meno: sei intelligente e sai controllarti. Mentire è un arte, ma è molto più facile di quanto potresti immaginare... dire la verità a volte è molto più difficile. Sei pronta?
    Domandò infine incrociando le braccia e inclinando leggermente la testa di lato, pronto a vedere la reazione della fanciulla... sperando che l’esempio non le avesse fatto troppo male. Purtroppo però certe cose bisognava provarle direttamente sulla propria pelle, se le si voleva assimilare nel modo giusto e usarle a proprio vantaggio.

     
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    «Capisco, ma...»

    «...?»

    «Io non sono la tua balia.
    Credi che io sia qui per aiutarti? Io sono il tuo capo, ti ho scelto per determinati motivi e se non sei in grado di soddisfarli, beh, non ho motivo di tenerti con me.»


    “...Ma...Sta...?”


    Dice alzandosi e guardandomi gelido e tagliente. Che sia chiaro: è palesemente una cazzata, mi viene da scoppiare a ridere di brutto perché è buffissimo, è palesemente incoerente con tutto ciò che c'è stato tra noi, che ha sviluppato lui emotivamente parlando. Mi blocca e mi confonde però la sua serietà e la sua indole poco incline allo scherzo, di solito: non ho il tempo di pensare che mi sta dando una dimostrazione di cosa voglia dire mentire, lo fisso con gli occhi sbarrati e semi-truci, confusi e pronta a diventare ostile -per quanto odierei farlo nei suoi confronti, ma la mia salvaguardia anche psichica ha la priorità su tutto ormai-. Subito chiarifica, però: che tenero, allora ha un'empatia molto sensibile anche lui? Anche lui detesta anche solo rischiare di ferire le persone a cui tiene? Interessante, e molto apprezzabile.

    «Scherzo.»

    «...»

    «Se vuoi imparare a fare questo serve tempo, ma parlando di te magari ci metterai molto meno: sei intelligente e sai controllarti. Mentire è un arte, ma è molto più facile di quanto potresti immaginare... dire la verità a volte è molto più difficile. Sei pronta? »


    Ah sì? Prendo la palla al balzo, ricomponendo il mio viso molto lentamente e facendolo passare ad un'espressione dura, rancorosa, amareggiata, indignata fino al disgusto, come se avessi a che fare con feccia del calibro di Shifter&Co. Lo zigomo sinistro inizia a vibrarmi spingendo verso l'alto, verso l'occhio, come se volesse aprire le labbra in un ringhio, scoprire i denti. Ostilità pura, elettrica, palpabile, nell'aria tra i nostri occhi.

    «Cosa cazzo pensi di fare? Pensi di potermi prendere per il culo, facilmente ed impunemente?»


    Brava, così: secca, netta, decisa. Tagliente, dura. Canalizza la tua indignazione, la tua frustrazione, la tua rabbia...Gli occhi iniziano a brillare, di quella sfumatura fucsia-violacea che ormai sa riconoscere bene come quella dei miei poteri che si caricano, i muscoli si tendono dal nervoso...

    «Pensi che io sia la tua marionetta, una bambina con cui giocare, da menare per il naso per il tuo diletto?! PENSI CH'IO NON SAPPIA CHE CREDI VERAMENTE QUELLE COSE CHE HAI DETTO, PATETICO PEZZO DI GHIACCIO SENZA CUORE, INCAPACE DI PROVARE IL MINIMO STRACCIO DI SENTIMENTO?! PENSI CHE QUEL BAMBINO CHE ALLEVI COME UN CANE DOMESTICO POTRÀ MAI TRARRE BENEFICIO DALLA TUA ---Mpfehehehehahahehehahe-ohohoh-Oddio, oddio, aspetta, ahahahah, dio...»


    Vibro iraconda, coi fulmini che mi attorniano le braccia, slancio le mani chiuse a pugno verso il basso, digrigno i denti ed alzo il tono della voce fino a sibilare -senza fare troppo casino, però, per non attirare inopportuni ospiti dall'esterno-, e mentre il mio corpo si protende in avanti con fare minaccioso...esplodo in una risata viscerale che fa svanire tutta la posa e tutti gli effetti magici coreografici, cadendo all'indietro ed adagiandomi morbidamente su una delle due poltroncine foderate, la stessa su cui mi sono appisolata l'ultima volta che sono stata in questa stanza.
    Sorriso largo sul mio volto, testa china, mi asciugo le lacrime agli occhi
    .

    «Perdonami davvero, Dimitriy. Stavo mentendo anch'io, ovviamente. E come vedi so dove colpire e come usare le leve psicologiche per arrivare dove voglio, ma...come hai potuto notare tu stesso, il problema vero è che non reggo molto, eheheh. Mi viene da ridere, lo trovo buffo e divertente. Mi piace mixare la verità nelle bugie perché così acquisiscono plausibilità, ma...non riesco a tenerle in piedi, a reggerle, specie se è contro una persona a me cara, come te...Scusami ancora di cuore, spero di non averti ferito: ovviamente non penso minimamente ciò che ho detto, ovviamente ho solo usato luoghi comuni ed analisi superficiali e stupide per "giudicarti" in maniera becera ed offensiva.
    Sono pronta, ma non so quanto sia...boh, utile? Sì, utile lo è di sicuro, ma non so quanto sia il cuore del mio problema, ecco. Credo sia una questione di approccio generale, di mentalità, da cui deriva a cascata lo stato d'allerta, l'attenzione per dettagli cruciali, la capacità di mentire a lungo e indossare maschere in maniera immersiva e quant'altro...»


    Spero davvero di non averlo ferito troppo...Immagino che non sia avvezzo a "scherzi" di questo genere, così pesanti. Chissà, forse avrà anche sentito quelle cose fino alla nausea, potrei aver toccato veramente un tasto dolente, e mi angoscia questo pensiero. Forse avrei dovuto evitare...Lo guardo ora con occhi affranti, fronte corrugata e bocca contratta da senso di colpa, standomene seduta in una posizione più bassa rispetto alla sua in atto inconscio e non-verbale di sottomissione e non-belligeranza, così come le mie gambe strette e le mani una sopra l'altra, chiusa, in maniera introversa e protettiva in segno di pace e paura.


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    Per un attimo gli venne da sorridere, ma Dimitriy cercò di mantenersi il più serio possibile davanti a quel tentativo di menzogna davvero ben strutturato. C’era un po’ di tutto, dalle parole grosse ad alcune movenze giusto per sottolineare ancora di più la realtà dei fatti. Ecco, forse non era il caso di urlare perché in quel caso veniva meno la freddezza necessaria per tenere su la maschera... ma tutto sommato non era andata così male, se solo alla fine non le fosse venuto da ridere. Ad ogni modo era un buon inizio e il biondo poteva ritenersi soddisfatto. Ci si poteva lavorare.
    Sembra brutto da dire, ma imparando a mentire con chi ti sta vicino puoi diventare davvero infallibile... non ti dico di tradire gli amici, questo no. Ma è comunque un ottimo addestramento, magari ecco devi cercare di mantenere il più possibile la calma: è difficile infatti mascherare emozioni forti come la rabbia, l’odio o l’amore.
    E il ragazzo si soffermò sull’ultima parola, lo fece per un singolo attimo osservando lei, ma poi cacciò subito via dalla mente ogni pensiero scomodo. Era complicato, quando la vedeva così... fragile, non riusciva a ragionare con lucidità e doveva ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non perdere la sua credibilità, la sua posizione. La sua importanza purtroppo gli impediva di lasciarsi andare, sapeva bene che non poteva permettersi nessuna distrazione... però poteva approfittare di quei momenti sempre inerenti al lavoro per stare con lei, gli bastava anche poco. Tuttavia non poteva lasciarla in quello stato, quasi impaurita dalle parole appena pronunciate.
    No, non mi hai ferito, anche perché non è del tutto sbagliato ciò che hai detto.
    Sapeva bene com’era fatto, vi erano dei difetti che non erano neanche colpa sua. Certi dettagli del suo carattere erano stati creati da altri, erano artificiali e freddi, ma stava lavorando per smussarli abbastanza senza tuttavia perdere la loro utilità... infatti era proprio grazie a quei limiti che era riuscito a sopravvivere in un mondo come quello, riuscendo a mantenere una sorta di umanità.
    Ti insegnerò comunque a indossare una maschera convincente, ma per farlo devi spegnere per un attimo quelli che sono i tuoi scrupoli. Non ti chiedo di diventare come me, ma se vuoi riuscire a diventare una perfetta bugiarda... devi diventare cinica e spietata.
    Non voleva che lei diventasse come lui, non se l’avrebbe mai perdonato. Però era anche vero che bisognava sacrificare qualcosa, con i ripensamenti e i sensi di colpa infatti non si poteva raggiungere la perfezione... restando tuttavia legati al mondo reale, senza perdere mai la corda che teneva unite le persone alla propria umanità. Perderla significava restare privi del proprio io, nascosti dietro una maschera priva di manifestare ogni tipo d’emozione.

     
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    «Sembra brutto da dire, ma imparando a mentire con chi ti sta vicino puoi diventare davvero infallibile... non ti dico di tradire gli amici, questo no. Ma è comunque un ottimo addestramento, magari ecco devi cercare di mantenere il più possibile la calma: è difficile infatti mascherare emozioni forti come la rabbia, l’odio o l’amore.»


    Sto per rispondere al suo consiglio, alla sua proposta. Sto per dirgli che lo trovo immorale e che questo sarà un grandissimo ostacolo, e per un lato del mio cervello passa l'idea di poter mentire su piccole cose come "cos'ho mangiato a pranzo quest'oggi" per poi confessare di aver mentito, ma solo al termine della conversazione, spiegando che mi sto allenando a mentire per chi non lo sappia già. Sto per rispondere che trovo semplice simulare emozioni piuttosto che reprimerle invece. Sto per farlo, ma...
    C'è qualcosa nelle sue onde psioniche. C'è qualcosa, mentre pronuncia quell'ultima parola, che accade nel suo cervello. Palpitazioni, ansia, agitazione, paura, e qualcos'altro...con una sfumatura...quasi rosata, e dolce. Grezza, ingenua, inesperta, piccola, piccolissima, ma...c'è. E allora i miei occhi si espandono un poco, quando capisco, quando intuisco, quando ipotizzo...spaventandomi per il potere che ho acquisito su di lui. Il potere di ferirlo
    .

    «No, non mi hai ferito, anche perché non è del tutto sbagliato ciò che hai detto.»

    «Ma non è del tutto vero nemmeno...!»


    Come dicevo prima, infatti, è solo il risultato che appare ad un'analisi rozza e superficiale, insensibile e stupida, incapace di comprenderlo in profondità, a differenza di ciò che so fare io davvero.

    «Ti insegnerò comunque a indossare una maschera convincente, ma per farlo devi spegnere per un attimo quelli che sono i tuoi scrupoli. Non ti chiedo di diventare come me, ma se vuoi riuscire a diventare una perfetta bugiarda... devi diventare cinica e spietata.»

    «...»


    La mia bocca si apre automaticamente con l'intenzione di rispondere, ma a metà movimento si blocca e rimane sospesa, per poi lasciar ricadere le labbra chiudendosi. No, non so cosa dire. Gli occhi mi si abbassano di poco, cadendo sul suo collo e perdendosi nel vuoto mentre rifletto su ciò che ha detto.

    È vero. Ha ragione.
    Non sono cinica, non sono spietata. Può pensarlo la gente vedendomi uccidere, posso pensarlo io mentre lo faccio. Ma non lo sono. Quegli uomini li ho uccisi con un misto di compassione e di freddezza meccanica: era "eutanasia", era porre fine alle loro sofferenze, alla loro vita mancata, dovute alla loro stupidità, alla loro ignoranza, alla loro miseria; era come sopprimere un animale, o riciclare un rifiuto differenziato. Un oggetto, privo di valore. Non c'era malvagità nelle mie azioni, non c'era cattiveria o volontà di infliggere dolore e farli soffrire.
    Cosa vuol dire "cinico"? Cosa vuol dire "spietato"? Lo sono già? Non riesco a rispondere a queste domande, con chiarezza: ho molta confusione nella mia testa. Per certe cose, lo sono moltissimo, per altre invece non lo sono neanche lontanamente. Sono sempre preoccupata di non ferire mentalmente, sentimentalmente le persone, almeno quelle a cui tengo. Posso essere spietata e cinica con chi non conosco, con le persone di cui non m'importa, con coloro che ai miei occhi si mischiano con la marmaglia mediocre, con chi non spicca, non risalta, non ha valore, non è diverso. Sono cinica e spietata con gli oggetti che potrebbero essere persone e sprecano la loro esistenza in maniera deprecabile. Sono calda e premurosa ed amorevole con le persone che sono vicine a me
    .

    «N-non...non sono sicura di volerlo fare...»

    “È sbagliato! È sbagliato, sbagliato, sbagliato!!! Non voglio!”


    Il mio viso si contrae in un'espressione contrita, combattuta: non voglio mentire alle persone a me care e vicine, significherebbe mancar loro di rispetto! La realtà per me è troppo importante, è troppo onorevole: se menti a qualcuno è perché lo reputi indegno della verità, oppure perché lo reputi incapace di sopportarla. Nel primo caso, non può essere una persona cara, nel secondo pure e in più sono tutti cazzi suoi e se lo merita pure, e se accidentalmente è una persona cara allora a dirgliela gli fai un doppio favore: lo aiuti fornendogli i dati corretti per raggiungere uno stadio migliore, e lo sproni a rafforzarsi. E a non dirgliela gli fai un doppio torto: manchi di rispetto alla verità, e impedisci a lui di stare meglio!
    Questi sono i pensieri che stuprano il mio cervello, mentre Dimitriy cerca di convincermi a mentire specialmente a chi mi sta accanto. Ma io non sono sicura di voler "diventare brava a mentire", a questo punto, a queste condizioni. No, preferisco continuare a combattere in maniera diretta, a spaccare culi e stuprare menti estrapolando a forza informazioni, piuttosto che raggirare la gente raggirando i miei cari per diventare brava. No, mai: mentire per me è blasfemia, è un mio grosso limite, e credo non lo supererò mai.

    Stringo i pugni guardando i miei piedi, e stringo i denti sospirando nasalmente
    .

    «Mi dispiace, Dimitriy...credo di starti facendo perdere solo tempo, almeno con questo settore di addestramento...Scusami...
    Questa discussione mi ha permesso di riflettere a livello teorico, e credo di non avere i presupposti mentali per poter eseguire ciò che mi chiedi: ho troppe barriere e posizioni opposte, e le ritengo troppo giuste e importanti anche solo per poterle "sospendere" temporaneamente e senza cattive intenzioni...»


    “Non sono tagliata per la specializzazione di spia doppiogiochista...”


    Per me sarebbe "tradimento" anche dire una bugia sull'aver preso o meno una tazzina di caffè a colazione... È una delle cose che mi ha sempre impedito di trovarmi con le altre persone: sono troppo onesta, per i loro standard...Ho un grado di rispetto che loro manco si sognano, e che soprattutto non desiderano, perché hanno fin troppe cose di cui vergognarsi, e fin troppi affari poco puliti da proteggere...


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura, 1pt).
    ¬ Chakram seghettato (Lama circolare, 1pt).
    ¬ Pugnale (Lama, 1pt).
    ¬ Glock 19 (Pistola, 2pt).
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone, 1pt).
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali, 3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Chiacchierando amabilmente X°D.

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    L’arte dello spionaggio era spietata, era un mondo che aveva le sue regole e per addentrarsi in esso serviva un grandissimo coraggio e una ferma determinazione. Bisognava fare dei conti e sacrificare qualcosa, altrimenti si rischiava di chiudere prematuramente la carriera intrapresa in quel campo. La menzogna quindi era uno dei metodi principali per ingannare gli altri, ma non tutti erano capaci di farlo, non naturalmente almeno... però spesso neppure con l’addestramento si riuscivano ad abbattere alcune barriere composte da solidi principi. Dimitriy lo capiva benissimo e sapeva bene come si sentisse Violet in quel momento: era davvero una decisione difficile, da prenderla solo dopo lunghi e ponderati ragionamenti. Perché una volta iniziato, non si poteva tornare indietro.
    Sta a te decidere, ma secondo me ti stai sottovalutando.
    Il biondo incrociò le braccia al petto, mettendo così in mostra i tatuaggi che ne avvolgevano gli avambracci: anche quelli erano legati a una particolare scelta.
    Io credo che tu possa fare strada nello spionaggio e proprio grazie ai tuoi principi potresti ottenere ciò che a me manca. Nessuno mi ha insegnato a rispettare il prossimo, a non tradire... ad avere scrupoli. Ma tu hai tutto questo, non ti è stato strappato via nulla e riesci a capire meglio gli altri.
    Inoltre la tua abilità con la mente può aiutarti, trovando gli elementi su cui agire senza causare troppi danni... ma forse, ecco, nel tuo caso sarebbe meglio un addestramento sul campo. Ho sbagliato a dirti di mentire agli amici, perché conoscendoti credo che tu riusciresti a cavartela in una situazione critica... bisogna solo smussare alcune “esagerazioni” del tuo carattere, senza tuttavia cancellarle. Ma comunque è una decisione che spetta a te.

    L’assassino fece una pausa, distogliendo per la prima volta dall’inizio del discorso gli occhi dalla ragazza, socchiudendoli appena mentre si voltava dandogli le spalle. Fece un sospiro, stava per prendere una decisione importante, mostrando una parte di se che probabilmente nessuno aveva mai visto.
    Ti assicuro che quello che ti ho raccontato è il metodo migliore, non vorrei mai usare con te il metodo che hanno usato su di me.
    Detto ciò sollevò appena la parte posteriore della canotta, esitando un poco, per poi sollevarla e mostrare la sua schiena. Una serie infinita di vecchie cicatrici si incrociavano, erano smussate dal tempo ma ancora visibili e avevano le più svariate forme: si andava dai tagli ai fori di proiettile, alle bruciature impresse sulla schiena di un bimbo... per strappargli via ogni emozione, anche la più piccola.
    Questo mi ha reso vuoto, non voglio che altri lo subiscano.
    Abbassò quindi la canotta, voltandosi nuovamente verso di lei. Si rese quindi conto di aver un po’ esagerato, quindi lo distolse ancora, abbastanza imbarazzato.
    Scusa, non dovevo...
    Era vero, si sentiva in imbarazzo... ma si sentiva anche più leggero, come se si fosse tolto un peso.

     
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    «Sta a te decidere, ma secondo me ti stai sottovalutando.»


    A quelle parole mi viene da ribattere che, in verità, secondo me è lui che sottovaluta la potenza di vincoli di principio, la forza di un sistema di virtù e doveri morali, forse perché come l'uomo medio -seppur per motivi differenti- anche lui non ha mai sperimentato il senso del dovere di uno scienziato propriamente detto.

    «Io credo che tu possa fare strada nello spionaggio e proprio grazie ai tuoi principi potresti ottenere ciò che a me manca. Nessuno mi ha insegnato a rispettare il prossimo, a non tradire... ad avere scrupoli. Ma tu hai tutto questo, non ti è stato strappato via nulla e riesci a capire meglio gli altri.
    Inoltre la tua abilità con la mente può aiutarti, trovando gli elementi su cui agire senza causare troppi danni... ma forse, ecco, nel tuo caso sarebbe meglio un addestramento sul campo. Ho sbagliato a dirti di mentire agli amici, perché conoscendoti credo che tu riusciresti a cavartela in una situazione critica... bisogna solo smussare alcune “esagerazioni” del tuo carattere, senza tuttavia cancellarle. Ma comunque è una decisione che spetta a te.»


    «...!»


    Il mio viso si contrae leggermente, in una smorfia di compassione dolce, quando sfiora l'argomento del suo addestramento, per poi virare verso una punta di entusiasmo che brilla in fondo ai miei occhi al sentire i termini "addestramento sul campo" e "cavartela in una situazione critica". Mi sta forse proponendo di lanciarmi in mezzo ad un branco di ostili, da battere raggirandoli e manipolandoli? Affascinante, la prospettiva mi eccita addirittura! Una sfida, una sfida per le mie capacità mentali: dio, che divertimento!
    Ed ha ragione: la mia emotività è spesso troppo impulsiva, ho frequentemente desiderato di essere più vulcaniana, ma è proprio per l'emotività che mi sono gettata nella mischia, che ho rischiato la vita per venire qui su Endlos, che mi sono iscritta agli EM, che...vivo, ora...Per l'emotività...

    Poi fa una pausa, si volta dandomi la schiena ed io inclino la testa da un lato nel tentativo di capire cosa stia facendo, che intenzioni abbia, a cosa serva quel gesto
    .

    «Ti assicuro che quello che ti ho raccontato è il metodo migliore, non vorrei mai usare con te il metodo che hanno usato su di me.
    ...
    Questo mi ha reso vuoto, non voglio che altri lo subiscano.»


    E mi mostra il metodo che hanno usato su di lui. Mi mostra ciò che l'ha reso "vuoto" -mai termine è stato più sbagliato, perché lui è tutto fuorché vuoto, così come già dimostra la frase immediatamente successiva: è così premuroso che vuole che nessuno provi le stesse cose! È forse il vuoto, questo?-.
    Un campo di battaglia. Il suo dorso martoriato. Cicatrici, cicatrici di ogni genere, di ogni età, di ogni foggia e causate da ogni tortura e sevizia mai immaginabili. Le mie labbra tremano, le mie palpebre si stringono, le lacrime affiorano sui miei occhi shockati, e la mano destra si protende tremula ed esitante verso di lui, verso la sua pelle, verso...tutto quel dolore...
    E posso percepirlo, posso sentirlo, in pochi brevi flash posso sentire quel dolore sommerso ed anche quello vivo di quando sono state fatte, e posso vedere i ricordi degli eventi che han causato ogni singolo solco sul suo corpo a causa della mia psicometria: non serve nemmeno toccarlo, si attiva in automatico già a distanza, solo guardandolo, solo...sentendo, immaginando, empaticamente, tutto il dolore conservato in questo corpo, in questa mente che mi sta di fronte
    .

    «Scusa, non dovevo...»

    «...H-h--!»


    Si volta imbarazzato, ricoprendosi e trovandomi con la mano ancora sospesa e gli occhi bagnati, l'espressione affranta e devastata come la sua schiena. Espiro ed inspiro violentemente, accelerata, dando fiato al nulla che non riesce ad uscire dalle mie labbra: non c'è niente ch'io possa dire, è tutto così sbagliato, così...malvagio, così...
    Non c'è niente ch'io possa dire: di fronte a cose del genere, c'è una sola cosa che si può fare. E la faccio: mi scaglio contro di lui, un passo nemmeno, impattando contro il suo petto e stringendolo a me con tutte le forze che ho. Un abbraccio, un abbraccio caldo, empatico, dolce, compassionevole, umano. E con la mia telepatia gli trasmetto e lo avvolgo nella sensazione di amore cosmico più caldo e riempitivo che sia mai stato concepito. Impossibile compensare e colmare il vuoto che hanno generato dentro di lui in tutti quegli anni, in tutte quelle torture e tutti quegli abusi e quella cattiveria malvagia, quella mancanza di rispetto più viscerale verso la persona, il bambino che era...Impossibile, ma faccio tutto quello che posso per provarci
    .

    «Mi dispiace così tanto...»

    “...Piccolo Dimitriy...”


    Lo stringo a me, lo accolgo tra le mie braccia e lo irradio di una luce ed un calore immensi, mentre sussurro anche alla sua mente quell'appellativo più...intimo, potenzialmente controverso, che è meglio stia nel privato, magari insicuro sul fatto che sia veramente io a parlare nella sua mente o che se lo sia solamente immaginato seguendo un desiderio sconosciuto e seppellito sotto una montagna di sofferenza e odio ricevuti.


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    Era una sensazione magnifica percepire il calore di un’altra persona, quel calore così umano in grado di spazzare via ogni timore, qualsiasi pensiero negativo. Un abbraccio alla fine era un gesto semplice, eppure riusciva a donare emozioni sorprendenti, soprattutto per una persona che non era abituata a ricevere tutto ciò, una persona a cui era stato tolto tutto. All’improvviso il ghiaccio si sciolse, il vento gelido divenne una calda brezza e un vuoto solo apparente si riempì fino all’orlo, facendo sparire per un istante il mondo circostante.
    Dimitriy rimase spiazzato da quel gesto, eppure non sfuggì da quelle braccia minute che lo cingevano con forza, cercando di allontanare il dolore accumulato in tantissimi anni, una sofferenza sopita ma mai scomparsa che spesso ritornava a farsi sentire. Ma non in quel momento, non quando lei lo abbracciava a quel modo, senza chiedere nulla in cambio. Quel semplice gesto lo faceva stare bene, anche se non riusciva totalmente a capire cosa gli accadesse in quel momento... per lui era un’emozione troppo nuova, a cui doveva ancora abituarsi. Una parte di se voleva allontanarsi, ma lui la scacciò via, sapeva bene che non era una sensazione da mandare via, non era pericolosa. O forse si, ma per una volta si fece egoista: voleva tenersi stretto tutto quell’affetto.
    Il Russo chiuse gli occhi e lentamente mosse le braccia, cingendo a sua volta la fanciulla a se... senza parlare, senza dire assolutamente nulla. Sentiva chiaramente la sincerità del gesto di lei, ma in un certo senso si sentiva quasi in colpa: se non avesse parlato del passato, ora non si troverebbe in una situazione simile... forse però essersi spinto così in la aveva generato qualcosa di buono, per una volta il suo non sembrava davvero un errore, ma semplicemente un bisogno vitale. Per anni non aveva ricevuto simili attenzioni, per questo ringraziava ancora il giorno in cui era fuggito... guadagnandosi una libertà totalmente meritata.
    Alla fine... è sempre colpa mia. Mi dispiace per averti trascinato nel mio passato... ma ora sto bene.
    Parlò con un filo di voce, accogliendo nella mente quel pensiero che di sicuro non era il suo. Aveva una nota dolce, calda e piena d’amore, si. Amore nella sua forma più pura e innocente, come l’affetto verso una persona cara e nient’altro. Si trattava tuttavia di un pensiero privato, che neanche il mondo e il tempo dovevano conoscere.
    Ti ringrazio.
    L’addestramento ormai non sembrava una cosa così interessante, gli eventi infatti avevano preso una piega davvero inaspettata. Dimitriy si sentì in dovere di ringraziarla, lo fece sussurrandoglielo vicino all’orecchio, dimenticandosi quasi di sciogliere l’abbraccio... ma era così bello che proprio non riusciva a staccarsi, come se farlo l’avrebbe fatto ricadere in un baratro buio e freddo.

     
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    «Alla fine... è sempre colpa mia. Mi dispiace per averti trascinato nel mio passato... ma ora sto bene.»

    «Shh...»


    Sussurro irrigidendo la mia presa per fargli capire che non voglio lasciarlo e che va bene così, deve andare così. I miei occhi chiusi, il mio capo sulla sua spalla, i nostri cuori che battono vicini.

    «Ti ringrazio. »

    «...»


    Sorrido, a quelle parole. E lo tengo ancora stretto a me. Nel frattempo, ad occhi chiusi, sposto telecineticamente la poltrona davanti alla porta, in modo che nessuno ci disturbi, in modo che lui non si senta vulnerabile, che non abbia paura che qualcuno possa entrare da un momento all'altro e vederci così, vederlo così. Vulnerabile. Vulnerabile. Vulnerabile.
    Immagino perfettamente come possa sentirsi. Avevo una ragazza così, una volta. Mh, no: lui è diverso, lei era diversa indubbiamente da lui. No, forse lui non raggiunge i suoi livelli, nemmeno con tutta la tortura che ha subito, incredibile.
    Sorrido di più, a quel pensiero, e lo tengo ancora tra le mie braccia. Sono così contenta che non si voglia staccare, che non lo voglia lui per primo, che riesca a combattere -perché sì, sono convinta che nella sua mente ci sia- quella parte che gli dice "Fuggi! Staccati! Sei impazzito?! Cosa fai?!! Ci stai mettendo in pericolo tutti quanti, qua dentro nella tua mente!!!". Sono sicura che c'è, ma complimenti a lui per l'autocontrollo e soprattutto la bravura nella scelta decisionale
    .

    «...Non hai fatto niente di cui scusarti, Dimitriy. Smettila: è importante aprirti, è importante sfogarti, è importante condividere. È importante non essere da solo, per il tuo benessere mentale. E il mondo è davvero tanto in debito con te, la vita lo è: puoi parlarmi ogni qualvolta tu lo desideri, lo sai già. Mi fa piacere poterti aiutare, mi fa piacere poterti dare quel poco che posso, alla faccia di tutto quello che ti hanno tolto, che ti hanno costretto a subire.
    Ti hanno già torturato abbastanza ed ingiustamente: non farlo anche tu, non infliggerti altro dolore in maniera inutile, sciocca ed insensata. Non è colpa tua, non hai sbagliato tu, va tutto bene, sii sereno e rilassato, almeno con me...fidati, è giusto così. Sono felice che tu ti sia aperto, sul serio.»


    Gli dico ora guardandolo negli occhi e poi sussurrandogli all'orecchio, mentre mi riavvicino alla sua spalla e lo stringo ancora una volta.
    Terapia di gruppo, ci sono le basi per considerarla tale. Aprirsi, condividere il proprio dolore, le proprie brutte esperienze, le proprie ferite: trovare qualcuno che ti ascolti, che ti comprenda, che condivida con te il pesante fardello del tuo passato che ancora sanguina.
    Terapia di gruppo, a coppie. Piccolo dettaglio: io sono femmina, lui è maschio, lui inizia a provare qualcosa per me, io inizio a provare qualcosa per lui.
    Psicoterapia, vicinanza fino all'intimità, e...Ho agito istintivamente, non ho calcolato quali conseguenze potesse avere il mio gesto: era la cosa giusta da fare, era...dovevo...devo mostragli! Che c'è dell'altro, che c'è di più, che c'è l'amore, l'amicizia, l'affetto, la bontà, la gentilezza, la premura, la dolcezza, il sorriso...anche per lui. Che tutto ciò non gli è precluso. Devo fargli vedere il mondo di luce che lo sta aspettando e che è pronto ad accoglierlo.

    ...

    Essere la porta, essere il tramite, però...ha sempre il suo peso, le sue conseguenze. Psicologiche, mentali, emotive, sentimentali.
    E divento confusa, e non riesco più a distinguere bene, perdo lucidità e nettezza e nitidezza nella mia capacità di decidere. Odio quando capita: è così bello quando è tutto pulito e ordinato, quando "questo va qui" e "quello va lì", quando so cosa fare, di preciso.
    Ora, invece, sono confusa: una parte di me prova l'istinto di continuare ancora a stringerlo; una parte di me prova l'istinto di stringerlo più forte; una parte di me ha paura di illuderlo e vorrebbe staccarsi da lui per interrompere questo legame addicting, assuefacente, che crea dipendenza; una parte di me vorrebbe innamorarsi di lui; una parte di me ha paura di quest'ultima cosa perché sarebbe un rapporto problematico, lui non incontra ancora i miei requisiti estremamente alti ed esigenti per un partner ideale di cui ora più che mai ho veramente bisogno; una parte di me ha paura perché sono così disperata che potrei anche cedere, concedermelo, essere felice con quell'angoscia che vibra in sottofondo, per poi strapparmi il cuore e la faccia in un pianto disperato e senza speranza quando mi renderò conto che non funzionerebbe, non funzionerà. Tante parti di me, così in conflitto per così tante motivazioni diverse; tante strade possibili tra cui sceglierne una mutuamente esclusiva
    .

    «Dimitriy...»


    Il cuore mi batte all'impazzata. Ho una paura folle di fargli del male. Ho così tanto potere su di lui, ora...Potrei recidere il suo legame con la sua parte umana, con una delusione d'amore. Potrei uccidere ogni sua speranza di salvezza, dicendogli che non sono io la sua salvatrice. Sempre se solo riuscissi ad essere sicura, di quest'ultima cosa, tra l'altro...O del suo opposto...


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    Edited by Zaho's Violet - 14/5/2015, 14:04
     
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  12. _MajinZ_
     
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    Uno spesso strato di ghiaccio avvolgeva il cuore di Dimitriy, si era creato in anni di proibizioni, di rinunce non volontarie, di costrizioni dolorose imposte da uomini senza scrupoli. Quella barriera era utile, aveva fatto del biondo la spia che ora era diventato... ma il prezzo per quel traguardo era stato fin troppo alto. La barriera si era trasformata in uno scudo che impediva a ogni emozioni ritenuta inutile di passare, ed erano molti i sentimenti definiti irrilevanti. Amicizia, amore, speranza... ma anche odio e paura, insieme a tante altre che avevano reso il ragazzo un guscio vuoto. Una volta giunto su Endlos quel vaso vuoto iniziò a riempirsi, ma la strada per ritrovare ciò che era andato perso era molto lunga.
    Adesso però, forse per la prima volta qualcosa stava cambiando davvero. Quel cuore freddo iniziò a battere, iniziò a farlo sempre più velocemente, spaccando la coltre gelida che lo abbracciava. Era una sensazione strana e nuova per il russo, diversa da quella provata con Coralia: quello era solo sesso, un attaccamento derivante dal fatto che era stata lei a insegnargli tutto... ma non vi erano sentimenti al suo interno, era qualcosa a un solo senso. Forse anche questa volta era lo stesso, ma in quel preciso istante non ci pensava: la sua mente era altrove.
    La sua mente era persa in un fiume di dolcezza, trasportato da una corrente calda e premurosa, lontana dai problemi, di qualsiasi tipo fossero. Sentiva Violet così vicina da riuscire a percepire anche il suo battito del cuore... tamburellante a sua volta. Quel momento sembrava non voler finire, nessuno dei due aveva mollato la presa per un singolo istante, ma purtroppo doveva succedere qualcosa, non potevano restare così per sempre... per quanto fosse piacevole. Arrivò un sussurro da parte di lei, lo chiamò, sembrava impaurita da tutto ciò, da tutto quel che poteva scaturire da quel semplice gesto. Era un mondo difficile il loro, non c’era spazio per un rapporto serio.
    Lui lo sapeva bene, ma non riusciva a staccarsi. Poi lo fece, si allontanò di poco per guardarla dritta negli occhi dalla sua altezza di poco superiore. Lo abbassò un attimo per guardarle le labbra, si morse le sue, non poteva farlo. Ma allora perché si stava avvicinando? Perché si era fermato a pochi centimetri da esse? Svegliati Dimitriy, non puoi.
    Ho paura ad andare avanti...
    Appoggiò quindi la fronte a quella di lei, confuso.
    Cosa devo fare?
    Domandò infine, totalmente incapace di prendere una decisione. Era troppo difficile, il suo cuore gli diceva di baciarla con tutta la passione che poteva mostrare... ma la mente gli diceva di allontanarsi, di farla uscire dalla stanza, di evitare ogni altro contatto. Per una volta però il cuore era predominante, tuttavia lasciò a lei le chiavi: doveva decidere se aprire quella porta... o chiuderla, forse per sempre.

     
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    Il tempo sembra perdere di significato in questi istanti interminabili e confusi, così carichi di trasporto emotivo e di ambivalenze simboliche e di significato. Tutto è ambiguo, tutto è indecifrabile, ondeggia sinuoso come una fiamma nell'aria libera, come un miraggio in pieno Yuzrab, illusorio e reale al contempo.
    Dimitriy mi stringe, sento il suo cuore battere sempre più forte come il mio, sento la sua mente danzare come sulle note di un'armonica sonata classica ed al contempo carica come una strombazzata jazz, ed il mio respiro si fa più intenso e spaventato quando mi coglie di sorpresa con il suo sguardo. Sono tra le sue braccia, lui è tra le mie, siamo così vicini, due corpi che a lungo non hanno sentito calore umano e adesso lo hanno a portata di mano davvero...
    Mi guarda, e si avvicina. Lento, lentissimo, inarrestabile, io impotente, lui inesorabile, solenne...grande, grandioso, quasi...
    Si morde il labbro, ed anch'io di riflesso, uno specchiarlo involontario, impulsivo, emotivo. Mi mordo il labbro, mentre una parte di me trema e non vuole e scalcia nella mia mente, impotente, soffocata, bloccata dall'altra parte che dice "Aspetta! Aspetta! Potrebbe essere giusto invece! Lascia che accada!"...
    Si avvicina, e più si avvicina più il mio viso si contrae in una smorfia di preparazione sofferente, come se aspettassi qualcosa che mi dovrebbe causarmi dolore, un impatto imminente
    .

    «Ho paura ad andare avanti...
    Cosa devo fare?»


    Si ferma. Per fortuna, si ferma. Appoggia la sua fronte sulla mia, si frena, e mi parla. Confessa ciò che prova, e mi chiede, mi consulta, domanda a me cosa fare, come procedere, se procedere.
    Una grossa parte di me sospira di sollievo, mentre stringo gli occhi chiusi e abbasso il mio viso, inspirando tra i denti con contrizione mentale. Sono affranta, soffro come un cane, mi sento così in colpa che vorrei strapparmi il cuore dal petto sfondandomi le costole, facendomi esplodere la gabbia toracica, e la lingua e la bocca e la gola, e...gli occhi di lacrime..
    .

    «Non lo so, Dimitriy...Ho una paura folle anch'io, ti chiedo profondamente perdono...»


    E inizio a piangere calde lacrime, incassandomi nel suo petto con la testa, stringendomi a lui nelle sue braccia, facendomi avvolgere e chiedendo asilo, rifugio, riparo...
    Che stupida, che stronza ingrata bastarda...Sono io che dovrei aiutare lui, e invece lo sto mettendo a dura prova e gli sto chiedendo io una mano a non farmi sprofondare nel mio abisso di dolore e miseria e disperazione..
    .

    «Mi dispiace, Dimitriy...Ti farei solo del male...E mi farei solo del male...Ci torturerei scioccamente...»


    Già...Sarebbe una scelta dettata puramente dagli istinti fisiologici del momento...
    Già...Non me ne frega un cazzo della gerarchia degli Eversori, possono succhiarmelo quando voglio, gli Eversori. Non me ne frega dei rapporti, del lavoro, della loro politica. Se ci amassimo, in culo al mondo: starei con lui a costo della mia vita. "S'i' fossi foco, arderei 'l mondo", per lui!
    No, non ho paura per le reazioni altrui. Ho smesso di essere un'adolescente, ho smesso di buttarmi a capofitto seguendo l'istinto, ho smesso di farmi coinvolgere dai meccanismi neurobiochimici: se ci baciassimo ora, si innescherebbe tutta una serie, una catena di procedure a cascata che condurrebbe inevitabilmente al fare sesso. Più ci si bacia, più ci si appassiona, viene voglia di baciarsi più intensamente, e poi viene voglia di toccarsi, e più ci si tocca più ci si vuole spogliare e arrivare sempre più in là, sempre più in là. Ci siamo evoluti così, la selezione naturale ha premiato con una maggiore diffusione nel pool genico di quei geni che causano un tale comportamento.
    No. Non è per tutto questo che ho paura. La mia unica paura è molto più profonda, molto più filosofica, molto più pragmatica. La mia unica paura è per il nostro futuro: ci troveremmo bene? Siamo fatti davvero l'uno per l'altra? Andremmo d'accordo, ci daremmo soddisfazione a vicenda?
    ...
    Purtroppo, credo che la risposta sia "no". Purtroppo, perché lo vorrei tanto. Vorrei tanto aver finalmente trovato quella persona speciale e meravigliosa con cui trascorrere il resto della mia vita, vorrei davvero che fosse lui la persona con cui mi vedo invecchiare, che vedo al mio fianco mentre viviamo per sempre felici e contenti.
    Purtroppo, lui è solo all'inizio del cammino di psicologia e sentimento. Io sono vecchia e stanca, e sono esigente...Posso anche aiutarlo a fare i primi passi, posso insegnargli qualche trucco, qualche scorciatoia, posso fare da dummy dei crash-test, ma non può darmi quella soddisfazione che sempre più vado cercando. Non può, perché richiede un livello di maestria da esperto che solo uno come me può darmi. Posso iniziarlo alla disciplina, ma ci vorrebbe troppo tempo, troppa strada, e sarebbe un investimento troppo rischioso e soggetto a probabilità fallimentari troppo elevate e incalcolabili per i miei gusti, per il mio senso logico-strategico...
    No, mi dispiace Dimitriy, purtroppo credo davvero che ci faremmo solamente del male a vicenda...Mi dispiace, con tutto il cuore, credimi: vorrei tanto che la realtà fosse diversa. Come sempre..
    .

    «Mi serve tempo...tempo per riflettere, per elaborare, per...capire...
    Scusami...»


    Concludo, con voce amara e bassa, tenendo lo sguardo ancora più basso e staccandomi leggermente dal suo petto, senza incrociare i suoi occhi. Ho paura. Paura di cosa posso avergli fatto, di quanto posso averlo illuso, deluso, ferito, compromesso per sempre...
    Ho paura, e desidererei con tutta me stessa poterlo aiutare. Vorrei...vorrei potermi clonare, creare un mare di miei cloni, e stare con tutte quelle persone che avrebbero voluto stare con me, solo per non deluderle, non ferirle, non farle soffrire. C'era anche Nesrìn, e devo vedere Alison cos'ha in testa, quella pazza scatenata, e c'era Saori al Nirvana del BloodRunner, e...C'era Shannon che è scomparsa, e Naomi alla White Shadow che aveva bisogno di un aiuto psicologico grande, e...
    Vorrei aiutare anche lui, vorrei poter continuare ad aiutarlo, perché se lo merita! Si merita di essere felice! Con tutto quello che ha passato, con tutto quello che può ancora avere! Vorrei dirgli "Vai! Vai là fuori, il mondo è grande, ed ha così tanto da offrirti! Buttati, senza paura: rischia, tanto sei capace di sopravvivere a qualsiasi cosa ormai! Cos'hai da perdere??". Vorrei incitarlo, vorrei incoraggiarlo, vorrei donargli mille sorrisi, e vorrei dirgli che un giorno troverà l'amore vero, ma che non sono io, ma che lo troverà lo stesso e che non deve abbattersi e chiudersi e inaridirsi per un'esperienza del genere! In fondo, ogni esperienza ci arricchisce e ci rafforza, se sappiamo interpretarla ed usarla correttamente!
    Vorrei dirgli tutto questo, ma...ho paura. Non so ancora come prenderà questa cosa, figurarsi tutte le conseguenze che potrebbero esserci.

    Il mio cuore, nel frattempo, sanguina
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura, 1pt).
    ¬ Chakram seghettato (Lama circolare, 1pt).
    ¬ Pugnale (Lama, 1pt).
    ¬ Glock 19 (Pistola, 2pt).
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone, 1pt).
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali, 3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Chiacchierando amabilmente X°D.

    Note_

    ---.


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  14. _MajinZ_
     
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    Lacrime. Per causa sua alla fine qualcuno piangeva sempre, era sempre stato così fin da quando era venuto al mondo... Dimitriy aveva sempre conosciuto le lacrime. A stento ricordava i suoi genitori, eppure ricordava il sapore delle lacrime di sua madre, quando lo stringeva a se nella fuga e il suo pianto pioveva sul volto di un piccolo bimbo troppo magro per correre. Ricordava anche le lacrime del signor Jelavic poco prima di squarciargli la gola, nel suo primo lavoro. Erano tutti frammenti fissi nella sua mente, ricordi che non se ne sarebbero mai andati... eppure non voleva vedere quelle gocce salate sgorgare da quei bellissimi occhi d’ametista.
    Smettila... non piangere.
    Le mani forti ma delicate del ragazzo le sfiorarono il capo, con un movimento dolce e rassicurante, invitandola così a sollevare la testa per guardarlo e asciugarle le lacrime con leggeri movimenti delle dita... no, era troppo doloroso vedere lei piangere. E la colpa, lo sapeva bene, era solo sua: lui aveva varcato intenzionalmente le sue difese, lasciandosi tentare da un mondo troppo diverso dal suo, senza pensare alle conseguenze. Adesso aveva fatto soffrire lei, aveva fatto soffrire entrambi a causa della sua cecità e adesso doveva aggiustare le cose prima che fosse troppo tardi.
    Va bene così, non hai fatto nulla di male.
    La sua voce era dolce, una tonalità che forse non aveva mai usato in vita sua, ma che in quel momento usciva con estrema naturalezza... ci teneva davvero a quella ragazza. Non voleva vederla triste, era una sofferenza troppo grande da sopportare. In quel momento anche lui provava un grande dolore, sentiva il cuore spaccarsi in due, ma resistette, non voleva cedere alle emozioni che spingevano per uscire dal suo petto. Chiuse gli occhi, fece un sospiro leggero, doveva resistere.
    E’ meglio per tutti e due evitare di superare quel confine... so già che se ti baciassi non riuscirei a fermarmi.
    Una piccola pausa per riaprire gli occhi, spingendo via i pensieri legati al “cosa sarebbe successo se...”, per concentrarsi su quella che era la realtà.
    Non nego che mi faccia male, non riesco a nasconderlo ora.
    Lei poteva capirlo benissimo, in quel momento era come un libro aperto e la sua mente leggibile in maniera più che chiara. Erano parole sincere, pronunciate senza paura perché sapeva che lei avrebbe capito... solo lei lo capiva.
    Ma è la decisione giusta e non voglio vederti soffrire così, non voglio che noi due soffriamo insieme. Quindi prenditi tutto il tempo che ti serve, io sarò sempre qui.
    Dimitriy non chiuse tutte le porte, rischiando ancora, ma era il suo lavoro infondo. Lui sarebbe rimasto li in ogni caso, in seguito a ogni decisione presa. Soffriva, era vero, ma c’era sempre qualcosa da imparare... e per il momento non riusciva a nascondere l’amore che provava in quel momento.

     
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    «Smettila... non piangere.»


    Mi sussurra, sollevandomi gentilmente il viso ed iniziando ad asciugarmi le lacrime con le sue dita, in una maniera così delicata da struggermi.

    «Va bene così, non hai fatto nulla di male.»


    La sua voce è dolce, l'intero suo modo di comportarsi è di una dolcezza infinita, inaspettata, inaudita da lui. Non l'ho mai visto così, ed il pensiero di uccidere questa sua parte, di farla tornare a nascondersi nel cassetto dicendogli di no, uccide me...
    Le lacrime non smettono di sgorgare, ma almeno non singhiozzo più: il mio viso si contrae ritmicamente in smorfie di dolore affranto, mentre i miei occhi si specchiano nei suoi, finché non li chiude e non sospira
    .

    «E’ meglio per tutti e due evitare di superare quel confine... so già che se ti baciassi non riuscirei a fermarmi.»

    «Anch'io...!»


    Rispondo istintivamente, con voce rotta, facendogli capire che provo la stessa attrazione, la medesima, identica. Le mie sopracciglia si innalzano nel centro della fronte, come bandiere bianche di resa nel cielo plumbeo di una guerra. Una guerra nelle nostre menti.

    «Non nego che mi faccia male, non riesco a nasconderlo ora.»

    «Hic!»


    A quelle parole un singulto mi ruba il respiro, il mio diaframma ha uno spasmo che mi spezza il busto all'altezza dello stomaco. Un'inspirazione troppo violenta, inconsulta, inutile perché sembra bruciarmi i polmoni piuttosto che riempirli, seccandomi ed inaridendomi la gola e facendomi piegare di qualche centimetro, quasi accasciare in sua direzione.
    Lo sto torturando, lo sto uccidendo, dentro...sto uccidendo il suo futuro, lo sto privando di tutto l'amore e la gioia che potrebbe trarre dal vivere, dal vivere veramente..
    .

    «Ma è la decisione giusta e non voglio vederti soffrire così, non voglio che noi due soffriamo insieme. Quindi prenditi tutto il tempo che ti serve, io sarò sempre qui.»

    «...No...! Non...non farlo, Dimi...
    Non...non aspettarmi...»


    Ribatto, con un filo di voce, acuta, soffocata, calda come una fiammella che si affina verso l'alto prima di morire. E così muoio io, mi accascio, mi lascio andare, e se non ci fossero le sue braccia scivolerei fino in ginocchio, con le braccia a terra e la faccia parallela al terreno.
    Cosa fare? Come posso salvarlo, pur non essendo la sua salvatrice? Quale mossa è quella vincente, vincente per i sentimenti d'entrambi? Come posso non ucciderlo interiormente, dandogli la possibilità di...di...

    Scuoto la testa, attimi eterni di silenzio mi avvolgono, finché non trovo il coraggio e la voce -poco più di quel filo usato in precedenza- di parlare ancora
    .

    «È colpa mia...sono io quella con più esperienza nel campo, avrei dovuto proteggerti, non ferirti ancora di più...Mi dispiace così tanto...
    Scusami, se ti ho...»


    La frase rimane incompiuta, perché non so nemmeno io come completarla. La mia testa oscilla senza speranza, cercando di rimettere ordine tra i cocci e trovare riparo dai bombardamenti.
    Poi, all'improvviso, un colpo di spina dorsale e razionalità afferrano il mio cervello, lo scuotono, e mi spronano a fare suppergiù lo stesso con lui: lo afferro per le spalle, con saldezza ma al contempo gentilezza ed infinito rispetto, e senza scuoterlo sollevo il viso ora serio e preoccupato ma di nuovo lucido, per quanto i miei occhi siano arrossati ma non piangano più
    .

    «Dimitriy, Dimitriy, ascoltami: è importante che tu capisca che là fuori c'è un mondo di luce che ti sta aspettando. Capisci? Tra noi può andare come vuole, ma non significa che là fuori non ci sia nessuno per te, è chiaro? Anzi, ti dirò di più: c'è. Là fuori, un giorno, anche domani chissà, se continuerai su questa strada lastricata di sentimenti e libertà, te lo garantisco: troverai qualcuno...qualcuno di così valevole e importante per te che sarai contento di non stare con nessun altro, me compresa.
    Lo so che adesso queste parole ti possono sembrare sbagliate, fuori luogo, prive d'importanza, ma credimi: è la realtà, è l'unica realtà vera che esiste. Il tuo cervello attualmente è alterato dalla neurobiochimica delle endorfine, da feniletilamina, dopamina e noradrenalina che hanno gli stessi effetti delle droghe chiamate anfetamine, e dall'ossitocina che gestisce i legami di affetto e sentimentali, che ha lo stesso effetto della morfina, e quant'altro. Il mio pure è nello stesso stato, eh. La differenza tra gli animali e noi è che abbiamo sviluppato la corteccia prefrontale che ci permette di gestire i nostri impulsi istintuali con la razionalità e la logica: tramite la conoscenza, possiamo migliorare le scelte del nostro corpo, del nostro cervello base, e questa è una delle occasioni più importanti in cui possiamo usare questo prodigioso, grandioso, maestoso e meraviglioso meccanismo, quest'arma, quest'armatura.»


    I miei occhi quasi spiritati, dilatati per l'importanza ed il trasporto passionale che mi coinvolgono doppiamente -interesse scientifico sul cervello ed esperienza sentimentale in corso-, si fissano nei suoi ancora per qualche istante prima di virare verso il basso, mentre sospiro contraendo le labbra e dubitando di...di me, dell'efficacia delle mie parole, dell'inopportunità potenziale di tutto il mio discorso. In verità, però, in tutti i miei anni di vita ho maturato la convinzione che comportarsi "come si converrebbe tradizionalmente" fa più danni che altro e che invece denunciare la verità senza freni né remore fa solamente bene, dando le basi per una riflessione individuale e personalizzata che è l'unico modo per uscire dalla situazione di disagio.
    Dubito che lui possa capirlo, dubito che lui possa apprezzarlo...ho paura di risultare "sbagliata" ai suoi occhi. Mi consola il pensiero successivo, quando mi rendo conto di questa paura: se riesce a seguire la mia improvvisata "lezione" di neuroscienze e life-coaching, ottimo; se invece mi trova terribilmente stupida e stronza, be', meglio così. Perché può aiutarlo a disinfatuarsi prima di me. Perché può aiutarlo a demolire prima la mia immagine, che non a lasciarlo lì ad agonizzare per chissà quanto. Perché è vero: in fin dei conti, il mio metodo standard per disinnamorarmi è una semplicissima e sanissima dose di anticorpi logici e critici nei confronti del soggetto delle mie attenzioni. Premi il tasto "skip" sull'innamoramento e passi direttamente al "dopo un anno", a quando analizzi lucidamente perché è finito l'effetto dei suddetti neurotrasmettitori e ormoni e robe chimiche, e decidi se passare all'amore tramite l'ossitocina oppure scaricarlo perché in verità è un cesso patentato di persona
    .

    «Ho sviluppato così tanta esperienza in questo campo, sono dieci e più anni ormai credimi, che posso disinnescare ed iniettarmi anti-corpi direttamente nel momento stesso in cui mi accorgo che mi sto innamorando. O meglio: ho affinato così talmente tanto le mie abilità logico-razionali grazie al pensiero e alla conoscenza scientifici, che non ho bisogno di aspettare un anno che l'effetto di quella neurobiochimica svanisca permettendomi di tornare lucida. Lo posso fare fin da subito, e quindi fin da ora, mentre mi accorgo che mi sto innamorando così tanto di te - perché sono dannatamente attratta da te e ti voglio un bene dell'anima, sei il mio migliore nonché unico amico attualmente, credimi...Fin da ora, dicevo, sono in grado di calcolare razionalmente l'outcome...come lo chiami? Il risultato, le conseguenze ecco! Gli esiti, del nostro stare insieme. Posso vedere il futuro, posso fare proiezioni di probabilità basandomi sulle nostre compatibilità ed incompatibilità, sulle differenti skill, memeclusters...ehm...blocchi di pensiero, mettila così. Posso simulare il tuo cervello e posso simulare l'interazione futura tra il tuo ed il mio, insieme, e...siamo troppo diversi, abbiamo un set base di valori e virtù che sono drammaticamente e mutuamente esclusivi per la maggior parte dei campi...
    Mi dispiace, Dimi: il succo è che...non funzionerebbe, tra noi...E mi dispiace, credimi, mi dispiace veramente tanto...Rimarrai il mio migliore amico, la persona di cui mi fidi di più tra tutte quelle che conosco ora, ma...sarebbe strategicamente un suicidio sentimentale stare insieme. E non per cazzate gerarchiche o idiozie varie: le disintegrerei senza esitazione, se fosse per quelle cose. Il problema è proprio di fondo, per il nostro modo di pensare incompatibile...
    E prima riuscirai a vederlo anche tu, prima ti sentirai meglio. Demolisci la mia immagine, usa il tuo ragionamento critico-razionale, e trova tutto ciò che non va in me: pompalo, aggrappati a quello, mettilo insieme, ridimensiona il modo in cui mi vedi. Disintossicati, dagli effetti mentali che hanno quei neurotrasmettitori, e tornerai a stare bene, arricchito dall'esperienza, ma non schiavo dei vincoli biologici a cui siamo soggetti a causa dell'evoluzione naturale che ci ha portati ad essere ciò che siamo.»


    Parlo a ruota libera, forse fin troppo -quante volte mi han detto che sono logorroica-, con una nuova luce negli occhi ed una calma che mi attraversa l'intero corpo, l'intero viso, ora rilassato, disteso e perfino sorridente. Sì. È scienza. È la cosa giusta, la realtà, l'unica verità. È salvezza. Ci può salvare, entrambi, dai dardi del fato, dalle bastardate della vita. Su di me ha già funzionato, l'ho appena dimostrato col mio cambio repentino di umore: il mio cielo nuvoloso e plumbeo si è schiarito d'improvviso, appena ho riafferrato la solida struttura scientifica, razionale ed ordinata, in grado di donarti stabilità mentale e serenità. Questo è il regalo più immenso e prezioso che posso fargli, l'aiuto più grande e forte e importante ch'io possa offrirgli.

    Dio, spero con tutto il cuore che anche Dimitriy riesca a capirlo, o per lo meno a vederlo, in me...a non fraintendere, a non pensare male di me...anche se, come detto prima, anche questo risvolto ha i suoi lati positivi....Ma vorrei davvero che gli eventi prendessero la piega ancora migliore possibile..
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura, 1pt).
    ¬ Chakram seghettato (Lama circolare, 1pt).
    ¬ Pugnale (Lama, 1pt).
    ¬ Glock 19 (Pistola, 2pt).
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone, 1pt).
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali, 3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Chiacchierando amabilmente X°D.

    Note_

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