This is the Way your World Ends

[LAM]

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    Turn off the lights and murder the dawn.

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    Città Alta





    rsz_latest
    D'improvviso quel brutto fantasma che annebbiava il suo già latitante giudizio scompare, la ragazza di Mercurio, che s'era una seconda volta accovacciata, di scatto, come uno scricchiolante automa privo di volontà, pronta a caricare una seconda volta R. Poi tutto svanisce, così come l'ordine impartito, che non trova posto nella memoria di Anastasia, la quale si meraviglia di non essere ancora accanto alla ragazza variopinta a reggere quell'uomo tramortito.

    Si guarda attorno, cercando Drusilia, incurante dell'importanza delle sue parole così come della sua sparizione. Non ha tempo di rammaricarsene, un rombo immenso, un boato, accanto a lei, la scuote dalla sua confusione, riportandola bruscamente alla realtà.

    Se da un lato una cascata di massi, detriti, precipita su di lei, sopra il suo capo vede null'altro che la gola del mostro, sebbene per un unico istante. L'indecisione, la paura, il terrore, specie per una bambina di otto anni in un esoscheletro da combattimento di mercurio solido (?) sono gran brutte bestie. Un aiuto è sempre gradito. Sente delle parole, come sempre è in grado di discernere ben poco, qualche parola de esse. Ma sono abbastanza. Senza che si chieda perché, è immediatamente a conoscenza delle azioni da svolgere. Fronteggia senza tema la pioggia di rovine che incombe su di lei, corre via, via dai massi e dalle macerie, indurendo il suo esoscheletro perché schegge e colpi di striscio non la fermino... e corre verso la testa dell drago. Pur non fermandosi il prodigio delle sue braccia si ripete, le quali si liquefanno formando lunghe scie argentee, le medesime scie con cui ha colpito R. Correndo quanto più possibile sotto la gola del drago, Anastasia sferra il suo attacco, con lo scopo di intaccare la gola del drago e, se possibile, far sentir lui un po' di sano Mercurio dentro il corpo. Le sferzate con cui l'Esperimento tenta d'offendere Abbadon sono sia in orizzontale che in verticale e seguono tutta la lunghezza di cui sono in grado di giungere gli arti liquefatti. Alla fin della suac corsa, ai limitari del possente collo del drago, le frustate inferte sono otto e le braccia possono tornare normali. Anastasia scarta quindi di lato, per non ritrovarsi ancora sotto le grinfie del titanico famiglio della streghetta. Ma non ha intenzione di raggiungere il grosso della truppa. Molto meglio rimanere vicino a quell'immensa... cosa... ora che è impegnata.


    Condizione -5% -20% = 65%
    Esoscheletro Molti Graffi in più punti - Temperatura esoscheletro oltre la norma (Basso)
    Cir. Neurale Confusione / Ebbrezza mentali

    Struttura Cristallina L'Esperimento è in grado di rinforzare porzioni della sua "pelle" in risposta ad attacchi fisici e magici, adattando la struttura molecolare del mercurio che la ricopre per adattarsi al materiale o alla natura delle offensive. Potrebbe rinforzare il suo braccio, il suo torace, o le sue gambe, se venisse attaccata o porzioni intere del suo corpo. [Difesa: Variabile Fisica - Basso]

    Argentovivo In virtù delle sue capacità, Anastasia può assottigliare la massa delle sue braccia, sviluppandole in lunghezza, trovandosi ai suoi ordini due lunghe fruste al posto degli arti superiori. Queste, ai suoi ordini, guizzano sul corpo dell'avversario colpendolo più volte, aprendo piccoli graffi attraverso i quali, come per i già pericolosi spilli, si inoltra il mercurio liquido, procedendo nella sua azione nociva per l'organismo dell'opponente.
    [Veleno / Consumo: Alto 8 Frustate - collo/gola del drago]

    Mercury Il corpo di Anastasia è fatto esclusivamente di Mercurio. Qualsiasi colpo, potesse piegare la sua straordinaria benedizione e maledizione, la potrebbe scalfire, ma nessuno stimolo raggiungerà mai alcun nervo per comunicare il senso del dolore al suo cervello, oramai.
    [Immunità al dolore]

    Mercury II Mercurio. Duro. Indistruttibile. Solido. Per ogni attacco di quel corpo perfetto nato dal Progetto Anastasia, una potenza irresistibile si abbatterà sul nemico, con l'intento di ridurlo in brandelli.
    [Power up passivo + 50% di Forza]


    Edited by Mordreth - 16/7/2015, 13:12
     
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    Hit Once, Hit Hard

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    Ted Carter



    tedaviatori_zpsb760d5ce



    Grazie all’intervento combinato di Ted e Marshall, Gaspode poteva dirsi momentaneamente al sicuro, anche se non era da tutti uscire indenni da una fiammata di quelle proporzioni.
    Ma proprio nel bel mezzo della battaglia per proteggere il loro presidio, Drusilia scomparve. Dapprima Carter non se ne rese conto, ma poi voltandosi non riuscì più a scorgerla e l’espressioni stupefatte dei suoi compagni, gli davano soltanto una conferma.
    Non ebbe neanche il tempo d’imprecare per la strana scomparsa, che il drago decise di dar loro ancor più filo da torcere.

    ”Ma come diavolo si ferma questo drago?”

    Provò a dire il pugile poco prima che un’intero palazzo di mattoni gli crollasse contro.
    Lui e Lee erano esattamente nel punto critico, ma il vampiro volava, mentre Ted poteva far affidamento sulla sua energia che gli indicava chiaramente dove si muovessero i sassi attorno a lui e sopratutto la sua agilità.
    I primi detriti gli schivò senza problemi, nonostante avesse iniziato una pazza corsa, ma la pelle bruciata non gli permetteva di essere fluido come voleva e un paio di pietre gli andarono a colpire la schiena.

    Quando riuscì a tirarsi fuori dal polverone, la schiena era piena di graffi e qualche rivolo di sangue.
    Gli sarebbe piaciuto mettersi un attimo seduto a riprendere fiato e a riordinare le idee, era successo tutto talmente in fretta senza un’apparente motivo, non si era preparato ad affrontare una situazione come quella.
    Ma non aveva tempo per fermarsi, l’unica cosa che doveva fare era combattere. Il nuovo ordine che gli venne impartito lo scosse nel profondo, come se fosse finalmente giunto il suo momento dopo una vita intera.
    Doveva bloccare il drago, ma come?

    "Ted, tutto bene?"

    Urlò Agrodon correndogli incontro.

    ”Si, si. Non ti preoccupare … hai fatto una bella ammaccatura a quel drago.”
    ”Non come sperassi. Il suo ferro è molto resistente, vuoi provare comunque?”
    ”Io sono nato per provare a spaccare il muso a bestioni del genere.”

    Si distanziò dall’elefante di qualche passo e liberò la mente.
    Doveva mantenerla leggera poiché l’elemento che stava per andar a dominare non si poteva controllare, doveva solamente canalizzarlo nella direzione che voleva e poi avrebbe fatto tutto da sè.
    Il respiro diminuì vistosamente e i muscoli si rilassarono nella stessa maniera, eppure vi era molta più energia che gli scorreva nel corpo in quel momento che negli ultimi mesi.

    Alzò la mano verso la testa metallica e dal guantone partì un’elettrica saetta azzurra, rapida e potente che coprì la distanza che lo separava dal suo obbiettivo.
    Lo scopo era fondere la corazza, oppure far esplodere i cavi e i tubi che gli percorrevano il collo. Ma non conosceva la forza effettiva del nemico e in quel colpo c’era più speranza che sicurezza.

    Stato fisico: Bruciature su tutto il corpo di entità Alta. Graffi e botte sulla schiena di entità Bassa.
    Stato Mentale: Spaventato ma Risoluto
    Mana: 60%

    The Energy:
    -(+50% Forza, +50% Destrezza, +10% Mana)

    The Infinity Power:
    -(Immunità al dolore, Auspex Movimento (30m), Anti-Auspex Spirituale)

    I am a Hero
    -(Non ha perdite di sangue, Rigenerazione corpo Only Gdr)

    Pelle di diamante del drago di ferro
    -(Armatura completa naturale:Pelle)

    It’s a Thunder Motherfucker:

    Essendo un manipolatore del fulmine, Ted può vantare l’abilità di scagliarli come lance. Le saette partono dal suo corpo nello stesso modo in cui un fulmine parte dal cielo. La potenza e gittata della saetta dipende dal consumo di mana, che in alcuni casi, riesce anche a coprire una lunga distanza. In caso il fulmine scagliato da Ted venga a contatto con del metallo, per effetto Joule, l’oggetto potrebbe surriscaldassi o perfino fondersi.
    Consumo: Variabile (Basso/5m, Medio/7m,Alto/10m, Critico/15m).

    Agrodon Mustang
    Stato fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Normale

    Corpo da Guerriero:
    - ( + 50% Forza, Armatura completa naturale:Pelle, Arto aggiuntivo)

    Terremoto
    - (Arma Bianca)

     
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    Dark Side of Super Sayan

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    Narrato-Parlato-Pensato


    Insieme a Ted ero riuscito a salvare Gaspode, almeno per il momento, ma il dragone non si era dato per vinto: dopo un ordine della ragazzina, il bestione con una delle due teste si lanciò nuovamente al contrattacco, radendo al suolo più e più case al suo passaggio, di cui una stava cadendo tutta intera verso me e Ted.
    Vidi il pugile correre via, e decisi di fare lo stesso, scattai in volo, cercando di allontanarmi di almeno tre o quattro metri dall'area d'impatto del palazzo, non riuscendo comunque a evitare di venir colpito da più detriti volanti, soprattutto vetri delle finestre che mi causarono più tagli sui vestiti e sulla pelle, La situazione è sempre più critica, accidenti, avrei quindi detto dopo essermi messo "al sicuro".
    Io cercherò di attirare l'attenzione delle due teste per distrarlo;
    voi approfittatene e cercate un modo per immobilizzargli le zampe!
    Ordinò Cesare, per uno strano motivo, mi sentivo obbligato a eseguire l'ordine, seppur volessi attaccare la testa, nonostante ciò, mi misi subito in moto.
    Mi concentrai, dovevo evocare in contemporanea ben dodici creature, e non sarebbe stato facile, usai più energia del normale, viste le ferite, ma riuscì a richiamare le mie evocazioni: alla mia sinistra, sbucando dal terreno, uscirono sei scheletri di drago, mentre alla mia destra, comparvero sei dei fantasmi richiamati anche prima, Fate più danni possibili alle sue zampe, ordinai alle mie evocazioni.
    I sei draghi si fiondarono verso la zampa anteriore destra, iniziando a cercare di mordere in più punti la carne del dragone, mentre i sei fantasmi, come prima si diressero a gran velocità verso la zampa del drago, detonandoci vicino, in modo da danneggiare almeno in parte la zampa del rettile gigante.
    Speriamo funzioni, pensai quindi, durante gli attacchi delle mie creature non morte.
    Stato Fisico: Leggermente dolorante a causa dei detriti volanti.
    Stato Psicologico: Stanco e leggermente irritato.
    Energia: 40%
    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    Basso-Ascia : Ascia color rosso sangue lunga 190 cm, trasformata in basso da Marshall, il quale oltre a usarla come ascia, e come strumento musicale, la usa per incanalare i suoi poteri oscuri.


    Borraccia: Borraccia che può contenere fino a 4 litri di u qualsiasi liquido, Marshall vi trasporta il sangue, in modo da non rimanerne a corto e non trasformarsi in una belva quando è affamato.

    Abilità Passive:
    Passive:
    Vita da Vampiro :
    Essendo un vampiro, Marshall ha acquisito l'immortalità caratteristica della sua razza, non venendo però influenzato dalla luce del sole, ma avendo come unico punto debole il sangue di altri vampiri, che se gli venisse iniettato, lo ucciderebbe.
    Inoltre grazie alla sua natura di vampiro, il ragazzo è divenuto in grado di levitare come un fantasma, con l'unico limite di 5 metri, dettato dalla forza di gravità del semipiano.

    Controllo a distanza: Pur non riuscendo a controllare perfettamente i suoi poteri, Marshall è in grado di utilizzarli attivandoli a distanza attraverso le proprie evocazioni da necromante.

    TECNICHE UTILIZZATE:
    CITAZIONE
    Bone Attack (10%):
    Tramite la sua connessione all'Aldilà richiamerà sul campo di battaglia un numero variabile di scheletri di cucciolo di drago, ammaestrati personalmente da Marshall, i quali subito dopo essere stati richiamati, attaccheranno l'avversario scagliandosi contro di lui come proiettili, per poi scomparire dopo l'impatto, oppure attaccando a distanza ravvicinata l'avversario.

    Kamikaze Ghost (10%): Marshall usando i suoi poteri da necromante richiamerà un numero variabile di fantasmi, che caricati con i poteri elementali del vampiro, si dirigeranno a gran velocità verso l'avversario, esplodendo al contatto con quest'ultimo.
    Il numero di fantasmi è 4 a consumo basso, 6 a consumo medio, 8 a consumo alto e 10 a consumo critico.



    Code © *Kikyo-chan*
     
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    Staffer
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    Questa è Laputa, e su questo, fin dal giorno in cui sono sono giunto qui, non ci è mai piovuto. Non almeno per quanto mi riguardi. Non ho mai sentito, prima di questa notte, di un posto chiamato Celentir, né ho udito gli autoctoni rivolgersi a quest'isola, o anche a questo semi-piano, con tale nome.
    Tuttavia, la ragazzina è insiste ostinatamente nell'affermare che questa è effettivamente casa sua. Al che, posso solo ipotizzare, come Augustus, che questo posto sia stato assorbito effettivamente da là. O, considerato che ho incontrato gente non di soli mondi, ma anche tempi diversi, non è nemmeno da escludere che in passato Laputa si chiamasse così. O, un giorno, si chiamerà. Macelli del Maelstrom o sbalzi temporali. O, più plausibilmente, Riful è in realtà una completa psicotica. Gli indizi che ho raccolto, e che ora stanno cercando di raccogliere me, mi fanno propendere più verso la terza opzione.
    Intanto, la mia ricerca di un'arma si è rivelata infruttuosa. La mia attenzione viene focalizzata principalmente dall'altra testa della Miranda, quella che ha appena ruggito contro una delle presenti e che... Buon Dio, il baccano. Mi giro verso Drusilia, tanto per sapere cosa sta facendo il boss. Sono pronto ad ascoltare eventuali ordini, indicazioni, o minch-
    « Tu... » faccio eco all'Alfiere. Solo che a differenza sua non so chi tu sia, che cazzo tu faccia qui e che cazzo vuoi da lei. Poi, vedo le due donne scomparire. Così, a caso, nel nulla. Negra di merda. Per una volta, non mi sto riferendo nemmeno a Ted.
    La testa argentata si scaglia contro di me prima che possa farmi altre domande, o aggiungere altro. E già che c'è, giù una casa.
    Scintille di Potere scoppiettano a partire dal mio pelo, e vengono direzionate tutte davanti a me. Esse prendono quindi la forma di un piccolo muro trasparente che si frapporrà fra il sottoscritto e il drago. Quest'ultimo dovrebbe infrangersi contro il primo, ma senza arrivare a me. Intanto, noto non senza dispiacere che è completamente privo di occhi. Anche se fosse dotato del senso della vista, mancherebbero lo stesso parti morbide da attaccare.
    Poi, visto che evidentemente non è successo ancora abbastanza, la voce di un uomo si diffonde nel campo di battaglia. Volgo il muso verso l'alto; le cataratte mi impediscono di vedere chiaramente, ma... Non so, è come se la presenza di quell'uomo non mi sia del tutto nuov-
    Sento il mio corpo ricevere dei segnali che io non ho mandato. Le parole di quel ragazzo... Le sue parole non sono fini a sé stesse. No, solo ora realizzo che ogni singola sillaba da parte sua è intrisa di Potere. Lo stesso di cui faccio uso anche io. Ecco, che un giorno mi sarebbe stato ritorto contro non l'ho mai preso in considerazione.
    Ed è una sensazione a dir poco odiosa.
    Il capo si volge forzatamente verso le rovine dell'edificio. Non ho più il tempo di cercare armi vere, quindi sarà con i detriti che mi devo arrangiare. Scelgo un conglomerato di medie dimensioni, e focalizzo la mia attenzione su di esso. Noto che la mia mente è molto meno sotto stress quando collabora con l'ordine impartito al mio corpo.
    L'ammasso di mattoni e calce si solleva da terra e, una volta calcolata la traiettoria -colpire un alleato è l'ultimo dei miei desideri-, questo sarà scagliato a tutta velocità contro la più vicina zampa in vista. Possibilmente, cercando di colpire da dietro o dai lati una giuntura.
    Mi avvicinerò, se ciò sarà necessario al darmi la gittata e il controllo sufficienti.
    Infine, torno a guardare il nuovo ingresso grifone-munito. La mia coda è rizzata, i denti denudati. Un po' stanco, aggiungerei, ma poco importa.
    Una parte della mia ostilità, questa notte, è tutta per lui. Perché sono io ad aver deciso liberamente di diventare un Aviatore e di accettare a cuor sereno qualcuno come mio superiore. Perché proprio per questo non si deve permettere di trattarmi come una bestia ammaestrata. Né un cane domestico.
    « Porca puttana, ragazzo, era davvero necessario?! » lo osservo dal basso, aspettandomi un cenno di accorgimento a prescindere dal fatto che stia combattendo il drago o meno. Immagino vorrà badare anche ai propri dintorni, mentre combatte.
    Cosa che, tra parentesi, mi impegno a fare a mia volta perché, a prescindere dai miei personali fastidi, in teoria sono ancora il bersaglio numero uno di quella bambina. Lancio occhiate tanto al drago, alla sua coda e a Riful, preparandomi al peggio.
    « Se ne usciamo vivi ne riparleremo con calma. » non è una minaccia quanto qualcosa di più simile ad un invito a mettere le cose in chiaro. Tanto per cominciare, non sono esattamente un tipo di individuo nella posizione di fare minacce in generale a nessuno. Per il resto, non sono nemmeno sicuro che mi stia ascoltando. « 'Kay? »

    GaspodeStato fisico: Perfetto.
    Stato mentale: Perfetto.
    Mana: 55/100
    Passive: Anti-Malia, olfatto sviluppato, immunità alle malattie, percezione pericoli.
    Scenici: Daltonismo, eterna vecchiaia, conoscenza del linguaggio umano e canide, nuvola di malattie attorno alla sua persona.
    Equipaggiamento: N/A
    Slot 1:
    CITAZIONE
    Bulletproof force
    Gaspode erigerà davanti a sé una barriera psichica che bloccherà, a seconda della situazione, offensive di natura fisica o magica, ma di entrambi i tipi contemporaneamente. La protezione ricorderà pressapoco un muro di vetro, perfettamente visibile ad occhio nudo in condizioni di normale visibilità.
    Il motivo per il quale il cane non utilizza due difese esteticamente diverse è da ricondursi ad una mancanza di originalità.
    [Difesa Fisica/Magica - Consumo Variabile (Basso)]

    Slot 2:
    CITAZIONE
    Chicago Maneuver #1
    A dispetto del nome, quando abitava ancora a Chicago ed era un normalissimo cane non avrebbe mai nemmeno pensato di poter concepire di utilizzare una tecnica simile. È purtuttavia vero che, in una città caotica come quella sopracitata, un'abilità così effettivamente tornerebbe utile.
    Questa tecnica, molto versatile, permette a Gaspode di spostare con i propri poteri mentali oggetti fino ai 120 kg di peso con facilità, sopperendo alla sua scarsa forza fisica e alla mancanza di pollici opponibili. Altro non si tratta che di semplice telecinesi, il cui costo per essere eseguita può variare a seconda del peso dell'oggetto sollevato.
    Le applicazioni possono essere innumerevoli, tuttavia le eventuali applicazioni offensive dipendono parecchio dagli oggetti che lo circondano e da concessioni del GM. È, in altre parole, altamente situazionale. [Consumo Variabile (Alto)]



    Edited by Kuma. - 18/7/2015, 12:00
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Respira affannosamente, standosene dritta senza dire assolutamente nulla. Palpebre spalancate e pupille dilatate, guarda fissa davanti a sé come ipnotizzata dallo spettacolo offerto dalle fauci spalancate di una delle due teste del drago. Alito fetido, zanne aguzze che farebbero tremare anche il più temerario dei guerrieri e un'insolita aura sinistra dalla natura inspiegabile. Non ha il tempo di soffermarsi a riflettere più di tanto: chiude gli occhi d'istinto quando vede il capo del mostro muoversi verso di lei, quasi rassegnata all'idea di lasciare il mondo dei vivi sottoforma di spuntino per creature leggendarie. Beh, sempre meglio che morire come a tanti accade nella sua città d'origine, ovvero divorati dai pesci del porto. Meglio lo stomaco di un drago, questo è poco ma sicuro.
    Riesce quasi ad avvertire lo scricchiolare delle proprie ossa che cedono sotto i dentini della bestia; anzi, rispetto a quello che accade in realtà avrebbe preferito farla finita così, a bruciapelo. Si ritrova investita da un ruggito feroce che le fa perdere il senso di sé per qualche istante, oltre che a buona parte delle sue capacità uditive. La testa gli pulsa violentemente e non serve a nulla coprirsi le orecchie con le mani.

    È uno strillo così forte che provoca un'onda d'aria di potenza considerevole, così forte che la respinge all'indietro facendola sollevare addirittura da terra, una foglia in balia alle correnti di una tempesta. Non è in grado di percepire tutto quello che le sta capitando intorno, potendosi affidare unicamente alla vista. Persino della sparizione improvvisa di Drusilia si rende conto in un secondo momento, quando è già troppo tardi e non c'è niente da fare per rimediare.
    Si rialza barcollando, incapace di reggersi in piedi come vorrebbe. È sudicia, dolorante, con le braccia che tremano per via delle scottature. Lo strato di bava che adesso le ricopre non fa altro che peggiorare la situazione, oltre che a vanificare ogni speranza di scampata infezione.

    Una voce maschile attira la sua attenzione, pur non arrivandole tramite vie sensoriali. È un qualcosa di più profondo, un'esortazione dalla presenza quasi solida, un imperativo carismatico che le impedisce di concentrarsi su niente che non sia mettere in pratica l'ordine ricevuto. Bloccare i movimenti del drago, per inciso. La prima volta è toccato alla testa, adesso non deve far altro che concentrarsi sulle zampe. Una qualsiasi andrà bene, a questo punto.
    Si porta in una posizione di vantaggio, arrancando a fatica, tanto quanto basta a entrare in un raggio d'azione favorevole. Ancora una volta si prepara a scagliare sul drago l'incanto richiamato poco fa: spalle dritte, mani poste davanti a sé e sguardo concentrato. La saliva fetida le impiastriccia la fronte, tanto che ha dovuto sopprimere diverse volte un conato di vomito; questa volta però niente può distrarla dal riuscire nel suo intento. Avrebbe sfruttato ancora il suo potere, sperando in un'offensiva più efficace. La macchia densa e bruna sarebbe comparsa questa volta in corrispondenza della zampa più prossima del drago, che sarebbe stata poi afferrata dagli arti macilenti di cadaveri immaginari, che sarebbero esistiti solo nella mente della creatura.


    SPECCHIETTO RIASSUNTIVO
    basso: 5% | medio: 10% | alto: 20% | critico: 40%


    Energia: 80% (90 - 10%)
    Stato fisico: Ustioni su entrambe le braccia e sulla parte superiore del busto, disorientamento causato dal ruggito del drago, roba appiccicosa et disgustosa attaccata un po' ovunque.
    Stato mentale: Spaventata ma determinata.
    Abilità passive: true sight ( auspex bugie + immunità malie) + over the veil (auspex spirituale)
    Equipaggiamento: pugnale rituale (arma bianca di piccole dimensioni)
    Abilità attive:
    CITAZIONE
    ensnare • Yana tenta di condizionare la mente avversaria, inviandole immagini fittizie volte a influenzare la capacità di movimento del corpo. Chi viene colpito da questa tecnica visualizzerà sotto i propri piedi una macchia di colore scuro, dal diametro di circa un metro e mezzo, dalla quale spunteranno fuori degli arti dall'aspetto livido e cadaverico, il cui fine è quello di afferrare le gambe della vittima per trattenerlo sul posto. Durante il lancio, l'attacco psion si concretizzerà in una distorsione lieve dell'aria che copre la distanza tra Yana e il bersaglio, rendendo distinguibile l'attivazione dell'abilità. (consumo medio)

    Riassunto azione: Dopo essersi beccata lo tsunami di saliva di drago in faccia e esser stata scaraventata un paio di metri indietro, accoglie l'esortazione di Cesare Borgia ad agire e lo fa castando la stessa tecnica usata in precedenza, diretta questa volta a bloccare i movimenti del drago.
     
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    « Per favore, per favore, non metterti a gridare proprio adesso... »
    Figura eccentrica in quella notte in cui niente sembra stare al suo posto, Miyu è una creatura dalle sembianze ingannevoli, l'aspetto di fanciulla che nasconde una natura ingannatrice. Perfino più minuta dell'Alfiere di Laputa, appena una quattordicenne in apparenza, fluttuava nell'aria sottraendosi alla portata del braccio di quest'ultima temendone lo scatto d'ira quasi inevitabile dopo che l'aveva prelevata in quel modo rocambolesco. Per fortuna aveva colto Drusilia con la guardia abbassata, ma era stato davvero necessario sottrarre dalla mischia la Galanodel, perché Miyu temeva che non sarebbe sopravvissuta se per disgrazia venisse fatto del male all'attuale Alfiere Errante. E non di certo per il ruolo di quest'ultima su Endlos! Di fatti, a lei non importava un fico secco degli equilibri geopolitici di quel semipiano così lontano da casa, piuttosto era una questione di famiglia. Perché, sebbene fossero due estranee fino a poche ore fa e pur senza condividere nemmeno la razza, Miyu e Drusilia avevano in comune una sorella... in un certo senso.
    Ed era per parlarle che la giovane cainita aveva fatto ricorso al più potente ed immediato sistema di comunicazione extraplanare:
    un telefono cellulare.

    « Qualunque cosa vuoi dirmi: non adesso!! Perché adesso devo... oh, SORELLA! »
    Fece una piroetta a mezz'aria, dette sfacciatamente le spalle all'Alfiere e con un gran sorriso stampato in volto ed il tono di voce più squillante e allegro che mai iniziò a... conversare, apparentemente. Si trovavano sulla sommità di uno dei palazzi della cittadella, più in basso c'era l'enorme drago nero Abbadon che devastava le vie di Laputa ruggendo la sua rabbia e devastando edifici mentre dava la caccia al Gaspode. Miyu fece del suo meglio per coprirne il mugghiare infuriato con risatine infantili e tutta una serie di frasi di circostanza che è meglio non riferire.

    « Le rinnovo le mie più sincere scuse, nobile Drusilia. »
    Matamune di Nekomata, lo spirito di un gatto in abiti bianchi da monaco orientale itinerante. Sedette di fianco all'Alfiere, la piccola pipa nera che mandava un minuscolo filo di fumo e spandeva nell'aria un vago odore di tabacco. Aveva il tono di voce dimesso e rassegnato, nonché molto colpevole.
    « Avrei dovuto cercare di fermare Miyu fin da subito, ma non ho particolare confidenza con lei, né un qualche ascendente nei suoi confronti. Ricorrere alla forza per costringerla a rinunciare ai suoi propositi mi è sembrato eccessivo, anche se... »
    Guardò il drago che impazzava più in basso e la città in subbuglio. Sospirò.
    « "Eccessivo" è proprio l'aggettivo che meglio si concilia con questa faccenda. »

    « Ma come? Ti sbagli, insomma! E' assolutamente tutto sotto controllo, e per di più ti giuro che questa volta c'entro pochissimo! »
    Dal suo punto di vista, non stava neanche mentendo. Più in linea di massima, dal suo personale punto di vista lei non aveva detto una sola bugia in tutta la sua vita. Cioè, giusto un paio. E solo per scherzo. Ma nella maniera più assoluta non in quella faccenda.
    « Comunque non c'è problema, per puro caso mi trovo sul posto e posso benissimo risolvere tutto quanto ♥ E solo un costrutto onirico, posso sigillarlo con facilità! Dovresti giusto revocare quei sigilli che... »
    Pausa. Passeggiava nervosamente nell'aria, pochi metri a destra, un volteggio, di nuovo nella posizione di partenza.
    « Ma sorella! Sarebbe uno spreco disturbarti per una simile sciocchezza, inoltre posso... »
    Pausa. Voce dall'altra parte. Il volto di Miyu che si contrae scocciato.
    « Ma la tua missione è... Cosa? Uhm. Hai già finito... »
    Il sopracciglio destro, inarcato in modo anomalo, ha un breve fremito.
    « Vedi, la verità è che... ho perso la mia piuma. »
    Perché lei, quell'eventualità, l'aveva già calcolata. Per questo aveva lasciato la piuma d'angelo sulla scrivania di Drusilia, dopo che gliel'aveva mostrata per convincerla a darle credito.

    « Una piuma...? »
    Matamune si alzò, frugò nel kimono e ne trasse una piuma d'angelo.
    « Somma Jophiel...? Questa che ho fra le mani è dunque una sua piuma...? »
    Alzò la voce per quanto possibile, in modo da farsi udire. Si guadagnò uno sguardo di puro odio da parte di Miyu.
    « Sorella!!! Non potresti lasciare che sia io ad occuparmi della faccenda per una volta...? Tu, sempre così occupata! Non hai mai interrotto una missione per me, neanche una volta! »
    Mise una mano sul microfono, poi si rivolse altezzosa ai due:
    « Tanto non sapete come si attiva. »

    « Posso tirare a indovinare... »
    Matamune si rivolse verso la zona di caos dove il drago impazzava, poggiando la piccola piuma bianca sulla fiamma viva della pipa, finché non si accese di una piccola fiamma e lentamente prese fuoco. Lasciò che fosse il vento a trascinarla verso il basso, una piccola luce incandescente che lentamente si fa cullare dalla brezza notturna. Consumandosi con lentezza esasperante...

    .This is the Way your World Ends ~ IstruzioniTutti: Scusate il ritardo! Sapete, le vacanze, il mare, le distrazioni e... no, vabbeh, sto mentendo. In realtà il lavoro mi ammazza e con questo caldo del cavolo non ho trovato la voglia per proseguire con la quest. In ogni caso ci avviamo verso la conclusione, il prossimo turno spetta a Drusilia e poi ci sarà di nuovo un mio intervento.


    Edited by Yomi - 6/8/2015, 16:52
     
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    « Per favore, per favore, non metterti a gridare proprio adesso... »
    -Gridare no- avrebbe sbottato la Dama del Vento -Prenderti a calc...
    « Qualunque cosa vuoi dirmi: non adesso!! Perché adesso devo... oh, SORELLA! »

    E niente, si mise a parlare al telefono.
    Non che a Laputa ce ne fossero, sia chiaro, ma Drusilia era perfettamente in grado di riconoscerne uno, considerando che nel suo mondo natio ve ne fossero parecchi.

    « Le rinnovo le mie più sincere scuse, nobile Drusilia. »
    Insieme alla cainita che, in quel momento, le ispirava violenza, riapparve il coccoloso ma saggio Matamune. Almeno lui sembrava conservare un briciolo di orgoglio e rispetto nei confronti dell'Alfiere.
    « Avrei dovuto cercare di fermare Miyu fin da subito, ma non ho particolare confidenza con lei, né un qualche ascendente nei suoi confronti. Ricorrere alla forza per costringerla a rinunciare ai suoi propositi mi è sembrato eccessivo, anche se... "Eccessivo" è proprio l'aggettivo che meglio si concilia con questa faccenda. »

    Nonostante ciò, un'occhiataccia se la beccò anche lui.
    Però, essendo stato almeno consapevole di quel guaio ed un minimo empatico nei suoi confronti, si risparmiò possibili tentativi di pestaggio da parte di Drusilia. Pestaggio o insulti vari ed eventuali.

    -Non penso che le scuse, oltretutto di un terzo, bastino- si limitò ad osservare pragmaticamente la bella, braccia conserte e sguardo torvo in direzione di Miyu -A stento riusciamo a sostentarci con le poche risorse che abbiamo, non oso pensare quanto ci costerà questa cosa.

    « Vedi, la verità è che... ho perso la mia piuma. »
    « Una piuma...? Somma Jophiel...? Questa che ho fra le mani è dunque una sua piuma...? »
    Ecco, bravo Matamune.
    « Sorella!!! Non potresti lasciare che sia io ad occuparmi della faccenda per una volta...? Tu, sempre così occupata! Non hai mai interrotto una missione per me, neanche una volta! Tanto non sapete come si attiva. »
    « Posso tirare a indovinare... »

    Anche Drusilia annuì alle sue parole.
    Non aveva idea di come fare ma si era lievemente stancata di stare alle dipendenze di quella lì. Si fidava molto più del vecchio e saggio micio. Fu per quello che non ebbe da ridire quando lui iniziò a manipolare la piuma con il fuoco ed il fumo, attendendo paziente.

     
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    Tenendo salde nella mancina le redini della sua cavalcatura, il Lord Borgia dette un secco strattone alle briglie, facendo eseguire al grifone una stretta virata che li portò entrambi lontano dai rostri che coronavano il nero testone della bestia -una massa grande quanto una casa e corazzata di scaglie-, che minacciava di impalarli nel semplice atto di voltarsi nella loro direzione; spronando i fianchi del destriero alato e chinandosi sul suo dorso, il cavaliere direzionò l'animale in una picchiata contro la testa argentata del Drago bicefalo, immobile e china, intenta a fissare l'orizzonte come persa in altri pensieri.

    La destra del giovane, resa forte dall'esercizio marziale e dalla ferma volontà di colpire, gli abbatté la spada sul muso nell'ennesimo tentativo di focalizzare su di sé la sua attenzione, ma la rapidità e la precisione di quell'attacco non sortirono effetto più grave di una scalfitura nelle dure squame... ma il Condottiero non si perse d'animo: dopotutto, non si poteva pretendere chissà cosa; in proporzione, sarebbe stato come voler ferire una montagna con un colpo di piccone. Tuttavia, pur nella sua insignificanza, quel graffio parve ridestare l'attenzione del cranio albino.

    Con uno schiocco sinistro, le mascelle dell'essere si aprirono, e un occhio del rettile si mosse per cercare la mosca che seguitava a tediarlo con tanta insistenza, ma ancor prima di individuarlo, il distruttore fece per ondeggiare il collo sinuoso, nell'istintivo gesto di scrollare il capo per allontanarlo; più che deciso a non finire travolto, Cesare gettò rapidamente uno sguardo alla situazione aerea, alla ricerca di un punto dove dirigersi che fosse al sicuro dalle mire delle altre fauci, ma...
    con una certa perplessità notò che, adesso, era la testa nera quella imbambolata.

    jpg
    « . . . ? »

    Insospettito da quella stranezza, l'Ufficiale guidò il grifone più in quota per evitare il colpo di frusta del cranio metallizzato, e mentre le ali dell'animale imbrigliavano lo spostamento d'aria per farsi condurre in alto senza sforzo, lui si prese un istante per analizzare la situazione: aveva visto i movimenti del Drago mentre si adoperava contro i soldati e contro la città, ma non ci aveva badato, però... da quella maggior distanza, ora che aveva eseguito qualche tentativo lui stesso -in prima persona, ed in corpo a corpo ravvicinato- iniziava ad intravedere un curioso meccanismo...

    Con nuova determinazione negli occhi scuri, Cesare partì allora nuovamente all'assalto, e -ora che sapeva dove guardare e a cosa prestare attenzione- gli furono necessari solo due o tre scambi per poter effettivamente constatare che la sua impressione era veritiera: per qualche motivo che gli sfuggiva, il gigantesco Drago sembrava essere in grado mantenere in attività solo una testa per volta... e questo era decisamente strano, dato che -da tutti i suoi racconti d'infanzia- ricordava la fin troppa esuberanza di entrambe, tanto che -spesso- il miglior inibitore del drago Abbadon negli “incidenti” del passato era stato lo stesso drago Abbadon, visto che le due teste finivano per bisticciare e aggredirsi a vicenda.

    Mentre ponderava quale senso quel dettaglio potesse avere, e -soprattutto- in che modo sarebbe potuto essere usato a vantaggio dell'Isola, il Borgia abbassò lo sguardo sui difensori, per vedere come se la stessero cavando, e... ciò che vide lo lasciò in parte incredulo, in parte indignato, e in parte avvilito: incredulo perché, quando aveva cercato di disciplinare la loro confusione per farli agire verso un obiettivo comune -come l'esercito che avrebbero dovuto essere- era stato piuttosto chiaro nel dare gli ordini... ma, a quanto pareva
    c'era qualcuno che non sapeva neppure distinguere tra zampe e collo.

    Si sentì indignato, perché uno sprazzo di orgoglio rimasuglio della Guerra Civile gli fece notare che il suo sciocco spirito cavalleresco di risolverla con un duello -e la sua conseguente sconfitta- aveva direttamente portato alla vittoria la fazione in cui militavano quelle persone. Persone che non sapevano la differenza tra le zampe e il collo, e che anziché agire come un disciplinato ed efficiente reparto da guerra si comportavano come bambini durante la ricreazione: un campanellino-bomba, un labile reticolo di energia, sottili lacci di metallo liquido come fruste, fantasmini esplosivi, fragili scheletri d'animale, un fulmine isolato, macerie usate come proiettili... e neanche la furbizia di insistere sullo stesso obiettivo per aprire una breccia.

    « Le zampe! Le ZAMPE! »
    gridò all'indirizzo dei soldati, accorgendosi di essere però troppo lontano
    « AVEVO DETTO LE ZAMPE, NON IL COLLO! »

    Per questo, si sentì avvilito: perché... beh, di quel passo la sua patria sarebbe finita distrutta. Ma non tutto era perduto, o -se non altro- Cesare rifiutava semplicemente di rassegnarsi a quella sorte; spronando la sua cavalcatura, l'Ufficiale scese di quota in ampi cerchi per incitare nuovamente i soldati e -questa volta- suggerire loro anche l'ovvia accortezza di mirare tutti i propri colpi migliori su uno stesso punto anziché disperdere offensive deboli su un nemico tanto colossale, ma... una berciata proveniente dal basso lo precedette.

    « Porca puttana, ragazzo, era davvero necessario?! »

    ...lasciandolo basito, a chiedersi seriamente che avessero in testa quelle truppe: avevano ricevuto un ordine per serrare i ranghi, e... facevano gli offesi? Come si aspettavano che funzionasse un esercito, coinvolto in un'emergenza di Presidio? “Grazie, per favore, se non è di disturbo, scusi, ritornerò”...? Senza contare che la loro disorganizzazione da “nessuno-può-dirmi-cosa-fare” non aveva portato alcun risultato.

    Se non avesse avuto le mani impegnate dalle redini e dalla spada, e non fosse stato occupato in uno scontro aereo in una zona pericolosa, il Mercante avrebbe teso le braccia in direzione di ogni casa distrutta o azione inconsulta a cui aveva dovuto assistere, avrebbe guardato il cane con occhi sbarrati per l'esasperazione e l'incredulità, e gli avrebbe risposto
    “Cacchio, !” Forse, se fosse sopravvissuto abbastanza da rivederla, si sarebbe anche scusato con Drusilia di non averlo fatto prima.

    Così distratto per un fatale istante, l'Ufficiale non si avvide dall'avvicendamento della posizione al comando delle due teste, e mentre quella nera si straniva quietamente, quella argentata insorse contro di lui dal suo punto cieco, spalancando la bocca per inghiottirlo tutto intero; l'istinto del grifone -il suo stridio allarmato- richiamò in sé il cavaliere, ma la manovra partì in ritardo, e il furioso frullare delle ali piumate riuscì a portarli oltre la fila di denti del mostro... in salvo dalle sue fauci, ma non dallo spostamento d'aria prodotto dal loro chiudersi con uno schiocco dietro di lui.

    L'onda d'urto investì in pieno l'Ufficiale e il suo destriero, destabilizzandone l'assetto di volo: la cavalcatura cominciò ad avvitarsi su sé stessa come una trottola impazzita, agitando le ali e le zampe nel tentativo di ritrovare un equilibrio, e il Borgia finì disarcionato, con solamente le imbracature della sella a vincolarlo a qualcosa; fu sballottato dalla forza del vento, sentendo le ossa scricchiolare ad ogni strattone con cui le cinghie si opponevano alla gravità e alla forza centrifuga, e lottò per rimettersi in arcione, ma... fu tutto inutile: le stringhe che lo tenevano in sicurezza cedettero, e Cesare si ritrovò da solo nel cielo di Laputa.

    Con il volto sferzato dall'aria che gli fischiava intorno, lo sguardo in cerca di un appiglio che non sarebbe riuscito a trovare, e la mano stretta attorno all'elsa della spada, Cesare Vittorio Borgia precipitò nel vuoto in caduta libera...
    l'ultima cosa che vide, fu una lucciola rossa danzare davanti ai suoi occhi.

     
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    « ... Trovato. »
    E' impossibile descrivere esattamente il metodo grazie al quale Riful è in grado di estrapolare incantesimi dal Libro delle Anime Ritrovate. E' molto simile al processo mentale che porta un comune essere umano a ricordare eventi altrimenti obliati: astratto, confuso, quasi casuale. Di certo è faticoso e stressante: Riful a malapena si registrò la scomparsa di Drusilia dalla scena, ma d'altronde l'aveva bollata come insignificante e le prestava ben poca attenzione -al pari di tutti gli altri salvo uno in particolare, ovvero il più sboccato dei presenti. Le pagine scorrono furiosamente avanti e indietro, un susseguirsi di rune e iscrizioni di cui non esistono chiavi di lettura. Per leggerle senza ridursi i neuroni in poltiglia serve un qualcosa di aggiunto al pesante ponte psionico che lega il lettore alle arcane energie del libro: pura forza di volontà, sufficiente a scardinare intere esistenze e squarciare il velo della realtà. Con un simile artefatto fra le mani le applicazioni sono potenzialmente illimitate, poiché contiene una quantità altrettanto varia di incantesimi capaci di distorcere il Tutto. Basta sollevare un dito, tracciare qualche piccolo cerchio di luce che prende a levitare nel vuoto. Si recitano poche formule arcaiche in lingue ormai dimenticate. I miracoli sono roba da niente. Gli incubi che prendono forma la norma.
    Inizialmente aveva pensato di scagliare sul Gaspode un maleficio che lo spingesse a divorarsi da solo. Sarebbe stato divertente vedere quel piccolo cane azzannarsi e sbranarsi con le sue stesse zanne, ma la preparazione di un simile incanto si era rivelata disastrosamente lunga e complessa, quindi aveva ripiegato su qualcosa di quasi altrettanto divertente. Al di fuori di Endlos esistono infiniti mondi, infinite realtà: una per ogni possibile piega degli eventi, lo sconfinato oceano delle possibilità alternative. Da qualche parte doveva anche esserci un mondo in cui quello stesso grazioso cagnolino pieno di pulci era malato e pericoloso. Perfino un mondo in cui era ridotto ad uno zombie assetato di carne e cervelli. Carne e cervelli di cane, ovviamente.

    « Abby, smettila di giocare col cibo e divora quella grossa mosca. Mi da fastidio. »
    Blandì il colossale famiglio aizzandolo contro l'ufficiale LAM mentre materializzava una graziosa gabbietta argentata con all'interno la versione alternativa nonmorta del Gaspode, che ringhiante e sbavante si avventava sulle esili sbarre bramosa di sangue. Con un tocco di telecinesi fece in modo che fluttuasse di fronte a se per squadrarne meglio l'occupante, perfino più magro e smunto della versione Laputense, il pelo caduto in più punti e la rogna che aveva preso possesso di larghe parti di carne squamosa e ormai marcita. Il muso era un mosaico di rughe e denti esposti, i filamenti di bava che grondavano dalle labbra marcrescenti e le orbite completamente lattiginose, malate.
    « Caspita se sei brutto... »
    Spinse il palmo della mano e la gabbia volò via, una parabola inesorabile che la condusse a sfracellarsi a pochi passi di fronte al Gaspode, tagliandogli la via di fuga. Abbadon calò una zampa mostruosa proprio sul cane, e contemporaneamente la gabbia si aprì e ne emerse il gemello cattivo del canide più loquace della storia di Endlos. Ovvio che la rognosa e nonmorta palla di pelo prese ad abbaiare furiosamente e si prodigò fin da subito nella nobile opera di dimezzare la popolazione mondiale di Gaspodi, che ora contava un esemplare di troppo...

    Riful però era già passata oltre, adesso infastidita da una nuova presenza. Richiuse con un gesto secco il Libro delle Anime Ritrovate e levò il palmo verso l'alto, sulla figura di Cesare, già aggredita dall'enorme drago. Uno stormo di piume nere si materializzò dal nulla, vorticando nell'aria nella forma di due colossali spire oscure, masse compatte di piume d'angelo decaduto, ognuno dei quali taglienti come rasoi. Le due colonne nere volarono come vive, schiudendosi in fauci mostruose delle stesse dimensioni di quelle del drago bicefalo, chiudendo lo sventurato umano da tutti i lati...

    sdfadsfa

    « Ma che fastidio!!! Quanti scocciatori! Sparisci! Non hai il mio permesso per stare qui! »
    Disse la bambina a mezza voce, sebbene non fosse ben chiaro a chi si riferisse...

    .This is the Way your World Ends ~ IstruzioniAncora la palla a Destino, dopodiché passa a Drusilia, infine, a brevissimo, la conclusione della quest e le dovute ricompense!
     
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    « Che. Cosa. Hai. Fatto? »

    Scandì ciascuna parola a denti stretti, come se espellere ogni suono dalle labbra le costasse un inusitato sforzo di autocontrollo, e poi tacque, addensando la propria irritazione in un silenzio greve, che presagiva furia e devastazione... come la calma prima della tempesta, o lo spegnersi dell'eco dell'ultima tromba
    nel Giorno del Giudizio.


    « Per favore, per favore, non metterti a gridare proprio adesso... »
    squittì la vocina all'altro capo del ricevitore, ben sapendo cosa fosse in arrivo
    « Qualunque cosa vuoi dirmi: non adesso!! Perché adesso devo... »

    « No. »
    la interruppe, laconica e categorica
    « Non ho ancora chiaro il tuo ruolo in questa faccenda,
    ma sono sicura che hai fatto fin troppo. »


    « Oh, SORELLA! Ma come? »
    protestò la ragazzina, col tono di chi è pronto a fare i capricci
    « Ti sbagli, insomma! E' assolutamente tutto sotto controllo,
    e per di più ti giuro che questa volta c'entro pochissimo!
    »

    Certo, come se non la conoscesse. Il fatto che il suo sesto senso non si fosse messo a pizzicare per rilevare bugie nella voce della vampira non implicava certo la sua innocenza, ma solo che Miyu fosse in primo luogo molto convinta di quel che stava dicendo, e -in seconda istanza- che doveva aver scelto con cura le parole che meglio vestissero una verità oggettiva di contorni soffusi e sfumati.

    Che Drusilia Galanodel -Sorella della Corte e Alfiere di Endlos- fosse rimasta coinvolta in un incidente onirico da cui era emersa trasportando accidentalmente con sé un Protosogno da lei stessa generato e poi andato fuori controllo su Laputa era un'eventualità
    possibile, visti i di lei poteri, ma non probabile.

    « Comunque non c'è problema, per puro caso mi trovo sul posto e posso benissimo risolvere tutto quanto ♥ E solo un costrutto onirico, posso sigillarlo con facilità! Dovresti giusto revocare quei sigilli che... »

    « Assolutamente no. »
    la stroncò col tono calmo e autorevole con cui teneva in riga le truppe
    « E' fuori discussione. »

    Che poi, “per puro caso”, Miyu si trovasse sull'Isola Errante giusto in concomitanza dell'evento, proponendosi per di più di intervenire a risolvere la situazione era quanto meno sospetto; non la accusò a priori, dal momento che non aveva altre prove a sostegno oltre ai suoi numerosi precedenti, ma quel che aveva in mano era senza alcun dubbio abbastanza per rifiutarsi di rimuovere i tre sigilli punitivi già impressi su di lei. E, giusto in caso, ne aveva già pronti da parte un altro paio con il suo nome sopra.

    jpg
    « Arrivo ad occuparmene. »

    « Ma sorella! Sarebbe uno spreco disturbarti per una simile sciocchezza, inoltre posso... »

    « Ho detto di no, Miyu. Da te voglio soltanto che rimani con l'Alfiere,
    e che ti assicuri che sia sana, salva e al sicuro fino al mio arrivo. »


    « Ma la tua missione è... »

    « Conclusa con successo. »

    « Cosa? Uhm. Hai già finito... »

    « Se vuoi essermi d'aiuto, attiva l'amuleto che hai con te. »

    « Vedi, la verità è che... ho perso la mia piuma. »

    « ...non importa. Sto arrivando. »

    « Sorella!!! Non potresti lasciare che sia io ad occuparmi della faccenda per una volta...? Tu, sempre così occupata! Non hai mai interrotto una missione per me, neanche una volta! »

    « Non è il momento per capricci del genere, questo. »
    tagliò corto la creatura all'altro capo dell'apparecchio
    « Ne riparleremo quando questo pasticcio sarà risolto. »

    E, senza curarsi dei borbottii che si levarono in risposta,
    che fossero per lei o per qualcun altro, Jophiel riattaccò.


    png

    Sfrecciava nei cieli di Laputa veloce quanto una scheggia, una sfera brillante grande al pari di una lucciola, che scivolava nell'etere come una stella cadente, stringendo nella mente quell'unico pensiero che dava un significato alla parola “fretta”: la punizione per Miyu, le condizioni della città... persino le vite dei mortali radunati su quell'atollo fluttuante avevano poca importanza in quel momento, se paragonate all'incolumità della Dama del Vento.

    Per quanto la sua stirpe nutrisse sempre un certo interesse per gli equilibri del potere temporale, considerandoli una leva efficace per condurre i popoli “eletti” negli imperscrutabili disegni del Comitato Supremo, la politica del semipiano non c'entrava però davvero nulla; la sua presenza lì era stata unicamente dettata da una decisione arbitraria, un'azione sconsiderata dovuta a motivi personali... e il fatto che si trattasse di un
    affare di Famiglia non faceva che rendere ancora più grave la trasgressione commessa nel discendere senza autorizzazione in un piano materiale esterno. Perché se i suoi superiori l'avessero posta sotto interrogatorio, lei non avrebbe avuto altra scelta che mentire o tacere.

    A dirla tutta, non avrebbe potuto spiegare le sue ragioni fino in fondo
    nemmeno alla Sorella Arcano di cui si era precipitata in soccorso...

    Così era stato disposto dagli Archetipi.

    Onde evitare conseguenze certe per il suo intervento, aveva ritenuto più prudente lasciare dietro di sé le proprie spoglie originali: come puro spirito avrebbe certamente dato assai meno nell'occhio -specie in un luogo come quello-, sfuggendo ai controlli dell'Atziluth, ma... di contro, le possibilità di un'entità disincarnata di interagire con la realtà della materia sarebbero state incredibilmente limitate. Per questo aveva bisogno di un involucro che fosse non solo in grado di ospitarla, ma che fosse anche disposto a farle consensualmente da Vessel. E il fatto che potesse percepire la Risonanza con Drusilia, e tirare un sospiro di sollievo sulle sue condizioni,
    non toglieva urgenza alla ricerca.

    Poco lontano dalla sua essenza, la colossale proiezione onirica del Drago bicefalo fece scattare le fauci della testa bianca contro l'unico guerriero alato che lo stesse apertamente sfidando; il grifone che gli faceva da cavalcatura evitò l'impatto, ma lo spostamento d'aria minò il suo volo, il cavaliere fu disarcionato, e -sotto la veemenza dell'onda d'urto- le cinghie di sicurezza che vincolavano l'umano alla sella si spezzarono... consegnandolo all'abbraccio del vuoto.
    Quello fu il momento in cui lo trovò.

    png

    É-la-fine.Laputa.Casa.Distruzione.Non-voglio.É-la-fine.Paura.Drusilia.Laputa.Non-voglio.É-la-fine.Il-mio-voto.Maledizione.É-la-fine.Non-voglio.Non-voglio-morire.

    Non disperare. Non avere paura. Non tutto è perduto.

    Cosa... sei?

    La forza di cui hai bisogno.
    Vite verranno risparmiate. La città sarà salva. Il Drago, abbattuto.


    ...cosa devo fare?

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    Cedimi te stesso.

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    Il fischio assordante dell'aria attorno alle sue membra si spense in un silenzio ovattato.
    Le sferzate con cui il vento colpiva i suoi occhi sbarrati nell'orrore della caduta, facendoli lacrimare, cessarono di tormentare i sensi del Condottiero. La sensazione di nausea con cui la morsa crudele della gravità gli straziava cuore, polmoni e visceri allentò ogni presa su di lui. Il suolo di Laputa, che vedeva sfocato e confuso mentre gli balzava incontro a velocità folle, svanì...
    e l'ombra di una serena incoscienza abbracciò Cesare Borgia prima che scure spire di piume nere lo raggiungessero.

    « Ma che fastidio!!! Quanti scocciatori! »
    brontolò Riful, ancora intenta a provocar altri danni con il suo libro
    « Sparisci! Non hai il mio permesso per stare qui! »

    Il sinistro costrutto -modellato dalla volontà dell'Abominio nella forma di un'altra testa di drago- si chiuse sul corpo inerme del giovane Mercante in un attimo; pochi istanti, e sarebbe stato tutto finito: quel ribollente inferno di lame ne avrebbe tritato e sminuzzato le membra, consegnandolo ad una morte orribile e crudele, prima di...
    ammantarsi di fuoco.

    L'incendio si propagò come un'onda scarlatta, risalendo i rostri che ne coronavano il capo del rettile e discendendo lungo il collo sinuoso, e mentre le nere piume del Caduto prendevano fuoco come coriandoli di carta, le lingue di fiamme ridisegnarono la propria forma nel contorno di due grandi ali spiegate... e in mezzo a loro, radiante una calda luce dorata -quasi egli fosse il sole e quelle ali niente altro che un prolungamento della sue spalle-, stava Cesare Vittorio Borgia, fluttuando nell'aria come privo di peso, non toccato né dal rogo né dalle lame.

    jpg « Allora, vuol dire che siamo in due
    « Allora, vuol dire che siamo in due

    a trovarci dove non dovremmo. »
    a trovarci dove non dovremmo. »

    Quasi si trattasse di un movimento meccanico frutto di distrazione mista ad abitudine, la creatura sollevò la destra in un gesto elegante e ne rivolse il palmo in direzione del Drago; la densa e concentrata sfera di potere che ne scaturì raggiunse il colossale mostro a due teste, e il lampo che seguì l'impatto annichilì la bestia senza produrre che un polverone derivante dall'onda d'urto e una momentanea cecità negli astanti per il riverbero abbacinante di quella luce: quando i difensori di Laputa recuperarono la vista, Abbadon era scomparso...

    « Vorrei invitarti a riflettere
    « Vorrei invitarti a riflettere

    sul disastro che hai commesso, ma... »
    sul disastro che hai commesso, ma... »

    « ...la verità è che non ne ho il tempo
    « ...la verità è che non ne ho il tempo

    e che dubito tu sia in grado di capire. »
    e che dubito tu sia in grado di capire. »

    ...diversamente dall'essere circonfuso di luce aurea che ora vestiva le sembianze di Cesare, che aveva istantaneamente raggiunto il cospetto di Riful, ed ora torreggiava su di lei con una severa regalità in grado di atterrire.

    « Perciò non mi lasci altra scelta che essere brutale. »
    « Perciò non mi lasci altra scelta che essere brutale. »

    La destra -che gli riposava mollemente lungo il fianco- si levò nuovamente verso l'alto con lentezza, e il palmo si tese verso la testolina della bimba... per porre finalmente termine a tutta quella storia.

    « Fine dei giochi, Riful. »
    « Fine dei giochi, Riful. »

    Le dita affondarono senza misericordia nella stoffa, e il braccio ruotò fino a descrivere una verticale verso il cielo: il largo cappello da Strega, sventolò alto sopra la testa di Cesare.



    Edited by - Destino - - 29/8/2015, 02:52
     
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    « Oh, suvvia, vedete? E' già tutto risolto! »

    Con enorme sorpresa della Dama del Vento, immediatamente dopo le ultime lagne di quella tizia al telefono verso una non meglio precisata "sorella" -a detta del gatto, doveva chiamarsi Jophiel-, l'intero Presidio fu scosso da una forza misteriosa che, sul momento, l'Alfiere stesso non riuscì a comprendere. Unica certezza fu la potenza inaudita generata in pochi istanti, quasi si trattasse di una qualche bomba spirituale su larga scala.

    Quando poi ebbero modo di scendere nuovamente in campo, davanti agli occhi della Dama si palesò una scena che aveva dell'apocalittico: dopo lampi di luce, bordate di enegia, fiamme e piume... ora si addensava in tutto il territorio circostante un'aura spirituale estremamente concentrata e negativa al punto che, per chi avesse avuto un occhio molto attento ai dettagli, molte delle piante lì presenti sarebbero parse non solo rinsecchite ma addirittura bruciate. E poi Cesare lì, in piedi e con sguardo greve su una bambina in lacrime. Una bambina potente che aveva rischiato di mandare al diavolo gli sforzi di una vita intera e che -in quel momento- piangeva perchè le era stato strappato via il cappello.
    Mai come in quel momento ebbe il desiderio di prenderla pesantemente a schiaffi.

    E quell'altra pazza diceva che fosse tutto risolto.
    Tutto risolto un cazzo.

    png

    -Non credere che accetti di buon grado questa situazione.

    Si sarebbe rivolta a Miyu con sguardo assassino.
    Magari non era lo stesso tipo di minaccia a cui la vampira era abituata, ma se l'ambiente circostante era già di suo carico di negatività, l'Alfiere infuriato ebbe comunque modo di fare la sua parte: dense nuvole nere ricoprirono totalmente la volta celeste ed il Presidio Errante fu circondato da un cielo in tempesta carico di fulmini e saette.
    Uno spettacolo affascinante e terrificante al tempo stesso.

    -ESIGO spiegazioni che ritenga accettabili, o farò tutto ciò che è in mio potere per farvi rimpiangere personalmente le vittime, i feriti che ci son stati questa notte... o anche solo l'aver tentato di oltraggiarmi in questo modo.

    Ogni volta che marcava una parola, nonostante il tono forzatamente calmo, la sua voce si faceva tuonante e rimbombava nell'etere come se l'aria, le mura, la terra e le piante stesse fossero in grado di amplificarla. Sembrava quasi che l'intero Presidio Errante fosse palpitante di desideri iracondi e, in un certo senso, stava parlando attraverso di lei. E mai come allora, la Dama del Vento apparve con l'altro suo volto, quello di una divinità adirata.
    Infondo era anche questo un Alfiere.

    -Nessuno si muoverà dalla roccaforte finchè non sarò io a deciderlo.

    Con quelle parole emise la sua sentenza.
    Infine tutto tacque.

    .This is the Way your World Ends ~ IstruzioniTutti: Scusate il ritardo!
    Con questo turno, concludo ufficialmente la scena masterata.

    A breve saranno aperti degli epiloghi: chi è interessato a partecipare (con giocate solo fra di voi o con Drusilia o con gli altri, comunicatelo in ogni caso alla sottoscritta, nel topic in bacheca).

    A breve il QM domanderà nel topic apposito i punti da assegnare ad ogni giocatore, a seconda delle abilità dimostrate e dei risultati ottenuti in quest.

    Fine.
     
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55 replies since 21/5/2015, 02:10   1848 views
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