I Giorni che Verranno

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    Altro promemoria: nessun elementalist del fuoco nella sua scorta.
    Perchè si sa che gli elementalist mal sopportano l'acqua.

    L'attesa sul treno non fu particolarmente piacevole o interessante e, per quanto i gavettoni le avessero fatto sfuggire una risata non appena ebbe modo di guardare Khatep, anche quella parte non fu molto degna di nota. Più interessante invece la separazione del gruppo in due mezzi diversi che, dovette ammetterlo, le sembrava un pò sospetto. Seguirono Raylek, anche perchè in effetti avrebbe potuto chiedere delucidazioni a Khatep riguardo gli altri.

    Si accomodarono dunque alla limousine e Drusilia ebbe qualche secondo per osservare il capo degli Storm Riders, la quale le diede una sensazione strana. Come di deja-vù.

    Poi, il primo errore.
    Enorme, esagerato, gigantesco ed assolutamente inutile.
    Cosa diavolo credeva di fare Raylek, fumando sigari in faccia ad una ragazzina??? Se lo poteva risparmiare, esattamente come poteva risparmiarsi quel "bimba". Poteva capire il malumore e l'orgoglio ferito, lei stessa si riteneva poco paziente e colma di rancore ma... la maleducazione no. Non a una specie di incontro politico e non davanti a qualcuno che si mostrava disponibile, almeno in apparenza. Ed il suo disappunto non era questione di principio... ma di intelligenza.
    E astuzia.

    Intanto il sigaro iniziò a far danno e a riempire ed intossicare l'intera carrozza. I due parlavano e Riful iniziò ad essere giustamente infastidita dall'aria molesta. Drusilia, sollevando la mano in direzione della bambina, generò con aria distratta una bolla d'aria attorno alla sua testa, così che respirasse tranquilla e non si sentisse male. Consapevole che non avrebbe dovuto nemmeno sprecar tempo ed attendere un ringraziamento per quella premura, continuò ad ascoltare assorta tutto lo scambio di battute.
    Alla fine incrociò le braccia al petto ed abbassò il capo, pensierosa.

    -Era ovvio che Raylek rispondesse così. Ovvio ma poco furbo- parlò a bassa voce, quasi fra sè e sè -...non commento i modi, poi. E' stato imbarazzante.

    A quel punto cadde in silenzio stampa, forse concentrata sul decidere che strategia intraprendere.

     
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    Riful apparentemente rimase sorpresa quando Drusilia le mise in testa quella strana cupola di aria compattata, alzò gli occhi al soffitto della limousine e fece una smorfia di disappunto tastando la bolla di ossigeno. Borbottò qualcosa, smosse il costrutto d'aria, borbottò dell'altro ed infine la tolse.

    « Uffa, non mi servono queste cose! E poi è scomoda! »
    Esclamò tutto d'un fiato, imbronciandosi.
    « Queste sono sensazioni illusorie, perché tutto questo posto in realtà è assimilabile ad una grossa illusione cognitiva che ci siamo auto-imposte! Non mi sto veramente intossicando con il fumo di quello sgorbio, è solo che... » sbuffò, incrociò le braccia e concluse: « uno dei vecchiacci del Gran Consiglio fumava roba simile, e la mia memoria richiama quell'odore fastidioso. »

    La discussione fra Raylek e la Rondine Migratoria andò avanti, ma non per molto e su argomenti decisamente meno rilevanti per il futuro del presidio. Simca iniziò ad illustrare al goblin come sarebbero andate le cose nella "Fossa dell'Acqua", ma agli occhi di Drusilia tutte quelle spiegazioni risultarono sempre più difficili da assimilare, nonostante il suo predecessore seguitasse ad annuire ed a far capire che stava capendo tutto. Che poi non era che ci fosse qualcosa di sbagliato nel lessico o nella scelta di parole usate per evocare ciò che accadrà di lì a poco nei resoconti di Khatep, semplicemente... erano usanze strane. Strane e molto tribali. Certo Simca non ci stava mettendo molta passione nella sua narrazione, sembrava un po' persa in pensieri cupi... E delusa. Molto delusa.

    Cattura-59

    « La Messa dei Diluvi si terrà nella Fossa dell'Acqua, ed è aperta ai riders che intendono assistervi. Le discussioni e i dibattiti sono estremamente accesi, di solito a coloro che non hanno sostenitori fra il pubblico viene quasi impedito di esprimersi per più di qualche secondo, per via degli schiamazzi. Non sono concessi né microfoni né altoparlanti, quindi diventa obbligatorio fare interventi il più possibile coincisi, meglio se poche parole per volta. Il dettaglio più importante, però, è che le risse sono piuttosto comuni e ritenute "normali", anche perché la Riunione annuale è un'eccezione alla regola per cui durante la Messa dei Diluvi sono proibite le battle. Lo scorso anno il secondo in comando di Trident ha spezzato un braccio a tre Indipendenti per un insulto, quindi non stupitevi se si sfocia in una rissa fra i seguiti dei vari partecipanti alla riunione. »
    Trident era il team incaricato di supervisionare alla discesa negli abissi al di sotto di Klemvor a cui partecipò Drusilia, ed era la donna che fronteggiò Dorian Grey ed arrivò a spezzare un braccio al capo dei Gunblade Children quando questi pretese di scendere per interrompere la battle. Donnona fisicamente imponente, era una forza della natura ed uno dei rider più anziani incontrati da Drusilia all'epoca. Chissà se ci sarebbe stata anche lei, undici anni dopo...? Andando a naso al tempo presente doveva avere... circa l'età di Black Burn...?
    « In qualità di capo, sarai l'unico a cui è concesso sedere. Da noi veder scendere in campo il capo in persona è considerato segno di debolezza, dunque se si scatena qualche zuffa faccia in modo che ad intervenire siano i suoi sottoposti. Se il capo interviene, significa che il team può contare solo sulla sua "forza" per sopravvivere, quindi il suo collettivo viene sminuito. Tuttavia, durante la riunione, se due capi si alzano in piedi per fronteggiarsi, allora molto probabilmente la riunione verrà sospesa. In tal caso, vi prego di non trattenervi e di fuggire per evitare tentativi di linciaggio ai vostri danni da parte della folla; farò in modo che siate i più vicini all'uscita. »
    Pausa. Ad un certo punto Simca si rivolse all'autista.
    « Per quando è stata annunciata la Celebrazione dei Fiori...? »
    Dallo specchietto si poté vedere Aeon che si sfiorava la montatura degli occhiali e rispondeva pacato.
    « Per domani, Miss Simca. »
    Lei tornò a rivolgersi a Raylek.
    « In tal caso, se avete intenzione di trattenervi, domani è un giorno dedicato ai bambini. Se ne incontrate uno e vi chiede un regalo, cercate di accontentarlo. Se non ci riuscite, per lo meno regalategli qualcosa a cui tenete molto per compensare. Non farlo è come offendere tutta la comunità...
    In ogni caso, per stasera siete invitati al party annuale. Difficilmente sarete tenuti in considerazione, comunque nel caso siete difesi dalle Regole della Foresta. Nessun rider degno di questo nome tenterà mai di nuocervi una volta terminata la riunione, e se lo farà probabilmente sarà messo a tacere dai suoi stessi compagni. Ci terrei molto se vi tratteneste, sarete liberi di andarvene in serata oppure di accettare il posto che vi farò avere per pernottare.
    »
    Io adoro i bambini. Sarà una vera gioia partecipare alle celebrazioni e riempire i piccoli di regali.
    Quanti ne vorranno.


    E lì, di fatto, si concluse il colloquio. Raylek chiese come facessero i riders a tenere alla larga le macchine assassine che pattugliavano Klemvor, e Simca rispose che era il Re della Giada ed il suo enturage, quello stesso individuo accompagnato da quegli individui inquietanti che Drusilia aveva avuto il dubbio piacere di conoscere poco prima, a garantire la felice prosecuzione della festa, a quanto pare doveva impegnarsi a far casino nel bel mezzo della città richiamando a se tutte le "sentinelle" meccaniche, distraendole ed allontanandole dalla Messa. Quello era il motivo per cui si trovava sul treno e l'aveva abbandonato a metà strada: doveva fare da... decoy, usando le parole satte della Rondine. Bastava fare due più due per intuire che era stata la stessa Simca a dargli quel compito ingrato, di fatto tenendolo alla larga dalla Messa dei Diluvi nonostante fosse un "Re" ed impedendogli di presenziare alla cerimonia. Questo spiegava in parte tanta avversione da parte sua nei confronti degli Abusivi, ed il motivo per cui aveva fatto in modo che fossero relegati nelle "gabbie" in una sorta di insulto-barra-dispetto infantile.

    Grazie per il passaggio, bella squinzietta.
    Fu l'elegante uscita di scena del goblin, che per tutta la conversazione si era ben guardato di usare il nome proprio del suo interlocutore.
    Il Verde si era perso la faccia di Aeon che si riflesse nello specchietto al momento di quell'appellativo, ma Drusilia riuscì a notarla con la coda nell'occhio: ad occhio e croce l'autista moriva dalla voglia di staccare la testa all'Alfiere Errante, ma dette una straordinaria dimostrazione di aplomb limitandosi a sfiorare la montatura degli occhiali e recuperare al volo una perfetta faccia inespressivo-servile.
    Ci rivediamo nella Fossa.

    Aeon stesso ricondusse Raylek dai suoi compagni all'ingresso di un cinema i cui interni erano stati letteralmente sradicati via, e da lì oltre l'ingresso in un corridoio desolatamente spoglio dove gli Abusivi vennero infine lasciati da soli, con la sola compagnia di Yui. Prima di uscire di scena, Aeon annunciò che avrebbero dovuto attendere un'ora abbondante, cosa che non sfuggì a Riful che già da quel momento si fece sfuggire un mormorio di disapprovazione. Immediatamente partì il resoconto dell'Alfiere Errante riguardo il suo "incontro diplomatico" con il Comandante Generale di Genesis, per poi proseguire fra discussioni e spacconerie diffuse, fino addirittura ad una schermaglia verbale fra il mercenario e Khatep stesso che per poco non sfociò in rissa, che dette a Drusilia una vaga idea del perché non conosceva affatto quel giovane soldato mentre aveva ben presente chi fossero tutti gli altri membri della spedizione diplomatica.

    « Yaawwnnn... » sbadigliò Riful, che iniziava visibilmente a stufarsi « tutto questo è una noia, quando finiamo?? Uffi, sono stanca. Ho fame. Ho bisogno di usare il bagno. »
    Il corridoio terminava in un tendone rosso acceso, e l'ultima parte non era illuminata giacché le lampade dovevano essere bruciate oppure spente. Dato che la discussione fra i vari membri della squadriglia diplomatica non sembrava intenzionata a concludersi tanto presto, Riful prese a lamentarsi.
    « Non succede niente. Che noia. Non capisco a cosa ti serva questa cosa. Uffa. Questi tizi sono una stranoia, non capisco perché li tieni in considerazione. Che senso ha? Almeno ci fosse qualcuno simpatico! Uffa!! Vado avanti di un'ora?? Vado avanti. Mi sembra una buona idea se andiamo avanti. Andiamo avanti?? »
    Iniziava ad agitarsi...


    La giocata è questa, le prime due pagine sono discussioni all'interno del gruppo ma la Messa dei Diluvi vera e propria inizia nella seconda metà della seconda pagina. Drusilia ha serie difficoltà a seguire le varie discussioni per via degli improvvisi capricci di Riful, che vorrebbe saltare a pié pari quest'introduzione per andare dritti-dritti alla Messa. A Dru la scelta!
     
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    Drusilia incrociò le braccia, riflettendo su quanto stava ascoltando. Avrebbe sicuramente dovuto riflettere accuratamente sulla scelta del suo team; ciò nonostante, i "pezzi grossi" avrebbe voluto tenerli fuori. Primo perchè uno di loro era già stato all'incontro diplomatico più scadente della storia dell'isola, e secondo perchè obbiettivamente troppo orgogliosi per parlamentare.

    « In qualità di capo, sarai l'unico a cui è concesso sedere. Da noi veder scendere in campo il capo in persona è considerato segno di debolezza, dunque se si scatena qualche zuffa faccia in modo che ad intervenire siano i suoi sottoposti. Se il capo interviene, significa che il team può contare solo sulla sua "forza" per sopravvivere, quindi il suo collettivo viene sminuito. Tuttavia, durante la riunione, se due capi si alzano in piedi per fronteggiarsi, allora molto probabilmente la riunione verrà sospesa. In tal caso, vi prego di non trattenervi e di fuggire per evitare tentativi di linciaggio ai vostri danni da parte della folla; farò in modo che siate i più vicini all'uscita. »

    Ringraziò tutti gli dei, a quel punto, di aver chiesto innocentemente ad Orm di partecipare alla Messa. Le serviva tutto l'aiuto possibile, dannazione.

    « Yaawwnnn... tutto questo è una noia, quando finiamo?? Uffi, sono stanca. Ho fame. Ho bisogno di usare il bagno. »

    Restava però un problema: chi scegliere dei suoi?
    Sicuramente qualcuno in grado di pensare. Un blu, magari... tipo Augustus. Si, aveva senso. Però ci voleva anche qualcuno in grado di menar le mani, ma solo a comando. Niente teste matte: Rhaziel fu il primo che le venne in mente... e poi, forse... chi altro? Mmmmh... Jester? Non sapeva. Sembrava schizzata, però a Khatep obbediva.

    « Non succede niente. Che noia. Non capisco a cosa ti serva questa cosa. Uffa. Questi tizi sono una stranoia, non capisco perché li tieni in considerazione. Che senso ha? Almeno ci fosse qualcuno simpatico! Uffa!! Vado avanti di un'ora?? Vado avanti. Mi sembra una buona idea se andiamo avanti. Andiamo avanti?? »

    Sospirò.

    -Si si, procediamo pure.

    Quanta pazienza.

     
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    Bastò un gesto della streghetta in nero, ed improvvisamente lo scenario mutò repentinamente, catapultando Drusilia in un luogo distante appena pochi metri da dove si trovavano fino a poc'anzi, ma che non aveva niente a che fare con un luogo degno di una comunità civile. La Fossa dell'Acqua si rivelò essere un vero e proprio foro praticato nel bel mezzo della zona residenziale di Klemvor con mezzi rudimentali. In alto, ad una trentina di metri di distanza il cielo era visibile come uno spicchio plumbeo, la pioggia cadeva liberamente al centro della fossa, là dove giungeva l'unica fonte di luce naturale. Tutto intorno e sugli "spalti" si accalcavano le ombre di quelli che potevano essere un migliaio o più di storm riders di tutti i tipi e clan. Si ammassavano su più piani, tenuti in sicurezza da reti e ringhiere tutt'altro che in sicurezza, si sporgevano, vociavano e premevano per assistere alla Messa dei Diluvi ormai imminente. Monconi di cavi inerti testimoniavano come l'energia elettrica subisse un'interruzione nella Fossa dell'Acqua, pezzi di travi fuse e pericolanti assieme ad altri segni raccontavano della "costruzione" traumatica quanto recente di quel luogo di raduno. Per gli storm riders, evidentemente, un luogo del genere aveva un qualche significato, perché altrimenti non si spiegava perché avessero profuso tempo ed energie per ottenere quella che sembrava più un'arena che una stanza adatta alle riunioni.

    Diciassette tavoli spiccavano attorno all'anello di luce, formando un cerchio discontinuo dietro la quale sedevano figure in attesa assise sull'unica sedia associata a ciascun tavolo. Un brusio insistente di una folla costringeva le persone a parlare ad alta voce perfino quando si trovavano a due passi l'una dall'altra, complice anche l'acustica davvero pessima. Sebbene fossero posti in modo da formare quattro gruppi distinti, tutti i tavoli erano stati disposti in modo da sfiorare la lama di luce che proveniva dall'alto, e sul bordo lasciato esposto alla pioggia, gli storm riders avevano poggiato calici nella quale perfino in quel momento si stava raccogliendo l'acqua piovana di Klemvor, sporca e carica di polveri. Riful e Drusilia si trovavano proprio nel mezzo di quella calca, circondati dai banchi (quasi certamente sottratti ad un liceo!), con la pioggia che le attraversava raccogliendosi in pozze ai loro piedi.
    Assistettero all'ingresso baldanzoso di Raylek, e di tutti gli altri membri della scorta diplomatica con lui. Il goblin sedette al suo tavolo, e fu quello il momento in cui la Messa dei Diluvi fu al completo ed ebbe inizio.

    « Dunque siamo tutti. »
    Proclamò Simca, Comandante Generale di Genesis, all'ingresso degli Abusivi, alzandosi dal seggio e prendendo fra le dita sottili il calice d'acqua piovana per poi levarlo al cielo piangente. All'unisono, tutti gli altri capifazione la imitarono, prendendo i loro calici e levandoli come nell'atto di un brindisi.
    « Sette anni sono trascorsi dalla prima volta in cui i capitribù del Cielo in Tempesta portarono alle labbra l'acqua pura e incontaminata della nostra amata Foresta, scambiando promesse che parlavano di onore, forza e unità di intenti. Oggi, all'avvento di una nuova era, siamo qui per onorare quel giorno, e per rinnovarne il significato. A Noi! »

    « A Noi! »
    Ripeterono in coro i capi ed i loro seguiti, e con loro tutti i presenti, quella frase sembrò un tuono che fece da sottofondo all'apertura della Riunione. Un araldo si fece avanti, portandosi sotto la pioggia al centro della Fossa dell'Acqua, ed iniziò a chiamare i nomi dei leader delle singole fazioni, uno ad uno. Mano a mano che venivano chiamate in causa, le personalità che occupavano i tavoli si alzavano e salutavano la folla, e dietro di loro i loro sottoposti srotolavano stendardi variopinti che venivano esposti alla pioggia.

    « In rappresentanza dei "Riparatori", sua maestà la Regina del Legame ed il suo seguito di illustri elementi della Tool Toul To. Centoventisei elementi di cui centoventisei effettivi. »
    Drusilia poté stupirsi di scoprire che l'età media dei capi era attorno ai venticinque anni, e che fra loro c'erano anche persone apparentemente molto "normali". Fra di esse vi era la Regina del Legame appena citata, una donna distinta vestita come una dottoressa che si portava dietro uno stuolo di ragazzine e di stendardi.

    « In rappresentanza delle "Bande" e della comunità dei Gunblade Children: Kousen "The White Shooter" e Yuka "Aizen Myoo". Rispettivamente trecentoventinove e quarantasei elementi, nessun effettivo. »
    "Nessun effettivo". Quella frase aveva un significato. La prima cifra erano gli elementi che costituivano la "popolazione" sotto la guida del capo citato, la seconda cifra invece significava qualcos'altro. Forse il numero di combattenti, oppure altro ancora.
    « In rappresentanza degli elementi esterni che hanno reclamato il possesso di una porzione di territorio nei domini di Genesis, e che per questo vengono definiti "Gli Abusivi": Il Capo degli Abusivi, di cui non si conosce il nome. Numero sconosciuto di elementi. Zero effettivi. »
    "Zero effettivi", eppure Laputa aveva a disposizione soldati in abbondanza già all'epoca, ed i Riders lo sapevano bene perché avevano anche avuto piccole scaramucce con i soldati dell'Approdo. Quindi quella seconda cifra stava a significare...?

    « In rappresentanza di tutti i Team Bellici: Sua Maestà il Re delle Zanne della Bloody Road, Udo, "La Superbestia"; milletrentaquattro elementi di cui circa mille effettivi. In rappresentanza di tutti i Team Artistici: Sua Maestà il Re del Fulmine della Rising Road, Nue "Black Crow"; quattordici elementi di cui quattordici effettivi. In rappresentanza di tutti i Team Sportivi: Sua Maestà il Re del Fuoco dell'Apollo Road, Spit Fire; Ottantasette elementi di cui ottantasette effettivi. In rappresentanza di tutti i Team Superbellici: Sua Maestà il Re del Rombo della Strada del Tuono, Yoshitsune "Protettore dell'Ovest", duemiladuecento elementi circa di cui si stimano milleottocento effettivi. In rappresentanza di Genesis, la più vasta megastorm della storia, la "Rondine Migratoria" Simca, che rappresenta tutti gli abitanti della foresta che non hanno ancora le loro "ali". »
    Black Burn aveva accennato a quelle personalità, citandoli tutti. Erano i "Re" fra i riders, combattenti di livello pari o magari anche superiore a quello di Orm e Gabishi. Blacky aveva detto che le regalia del fuoco, delle Zanne e del Rombo erano state smantellate per generare le "Icone dei Senzacorona", alcune delle quali erano in possesso delle vittime dei "Cacciatori di Teste" e quindi risultano disperse. Forse significava che i loro portatori, che in quel momento apparivano di fronte a Drusilia dai ricordi di Khatep, erano morti oppure si erano ritirati. Il che lasciava il solo Nue come probabile Re ancora in attività, un ragazzino albino ammantato di nero che non poteva avere più di dodici anni.

    Toccò a Simca aprire le danze. La Rondine Migratoria, che di fronte a Raylek aveva sostenuto la parte della fanciulla fragile, in quel momento sfoggiava tutta l'autorità che scaturiva dall'essere il Comandante Generale della più alta superpotenza nella complessa società delle Tribù della Tempesta. Aveva alle sue spalle una falange di alfieri, ognuno dei quali sorreggeva stendardi che rappresentavano le varie fazioni sotto il suo comando, e non ultime le icone regali dei vari "Re" suoi sottoposti.

    « Come nell'anno passato e in quello ancora precedente, chiamo la dottoressa Makigami a presiedere in qualità di moderatore, assegnandole il ruolo di dare la parola a chi la richieda e di gestire la turnazione. Come sempre, ricordo che si può intervenire una seconda volta solo dopo che tutti hanno parlato, e non prima. »
    La donna fece a malapena in tempo a prendere la parola, che immediatamente venne interrotta, e Yuka "Aizen Myoo" esibì un bell'esempio di quanto valevano le regole all'interno della società dei bimbi della tempesta.

    « Desidero la parola! Ne ho il diritto! »
    Sbottò focosa sbattendo una mano sul tavolo, e la Makigami sospirò ed elegantemente evitò di ribattere.
    « Rondine Migratoria! Io ed i miei confratelli non eravamo presenti sette anni fa, eppure a quattro Messe abbiamo partecipato da spettatori, ed ogni volta dagli spalti abbiamo visto sedici seggi. Adesso sono qui, fra voi, eppure conto diciassette seggi. Per quale motivo rompere la tradizione? »
    E puntò il dito su Raylek:
    « Io dico che gli Abusivi occupano un seggio senza averne il diritto!!! »
    Brusii in sala, alcuni fischi e più di uno spettatore che lanciò insulti e sfide al gruppetto di diplomatici di Laputa, ma nessuna reazione da parte di Raylek. In breve fu chiaro che nessuno dei vari capi si schierava a fianco di Yuka, e dopo un lungo momento perfino il capotribù al suo fianco, che doveva esserle affiliato, dichiarò in tono pacato:

    « Basta così, ci sono cose ben più importanti di cui discutere! »
    E la discussione si chiuse, volgendo su altri argomenti. Ci furono schermaglie di entità minore fra i vari capi, che andarono a lamentare questo o quel danno arrecato dalle varie comunità, e reclamando diritti di risolvere faide, scontro d'onore o anche semplicemente riparazioni d'emergenza ad impianti elettrici. Alla fine la parola arrivò a Raylek, che fu ben lieto di iniziare il suo personale show: in un gesto plateale tolse la mantella, gettandola al suolo incurante dell'acqua piovana che allagava il posto, e sfoggiò con orgoglio di fronte a tutti la vasta cicatrice che aveva in luogo del suo braccio destro.

    Se il proprio posto della Foresta si guadagna con il sangue e la resistenza, ebbene io credo di averlo meritato quanto ognuno di voi. Lo Stige ha preso un pezzo di me piuttosto considerevole, direi, e penso quindi di aver pagato il mio obolo, combattendovi contro le macchine. Giorno dopo giorno, è per mia volontà e per il sangue dei miei soldati se i mostri meccanici che infestano la città sono tenuti alla larga dalla torre dell'Approdo.
    Non chiedo altro che di trovare un compromesso, dato che secondo le leggi che voi stessi mi avete indicato, anche io sono figlio di questa Foresta..


    Come prevedibile, ci fu il finimondo.
    Non un solo riders fra i molti che costituivano il "pubblico" presente alla riunione evitò di urlare, sbraitare, scagliarsi sulla rete e scuoterla con foga. Piovvero insulti, e minacce, ed altri insulti, e sfide d'ogni genere. Ci fu chi chiamò dei nomi che suonavano estranei e che non erano mai stati pronunciati fino ad allora, ci fu chi invocò la rissa e chi cercò di farsi udire dall'uno o dall'altro Re perché facesse giustizia su chi ha insultato. La regina del Legame disse qualcosa, ma fu impossibile sentirla, allora tentò di ribattere ancora uno degli altri capi, ma anche le sue parole furono soffocate e nel giro di pochi attimi desistette.

    Poi ci fu un boato terribile. Il Re delle Zanne, la "superbestia" Akira Udo aveva fatto un gesto, ed un membro del suo seguito aveva colpito con un violentissimo diretto la parete. Sulla calce si era formata l'impronta di un pugno, e crepe si erano formate tutto intorno. Il colpo era stato tremendo, condito da un grido che intimava silenzio. Per un po' funzionò...

    Si tornò alle discussioni triviali, e per un po' le varie fazioni si studiarono come pugili intenti a girarsi attorno in cerca di un varco per sferrare un affondo, oppure animali da preda che si preparavano a contendersi la carne di una gazzella ferita. Questo o quel capoclan tentarono di proporre collaborazioni, o denunciarono mancanze di altri team. Ad un certo punto ci fu perfino un approccio da parte del comandante del team "Trident" nei confronti di Raylek, allorché domandò al goblin di impiantare nella loro "zona" un sistema tecnologico in grado di tenere alla larga le sentinelle meccaniche che stavano rallentando l'insediamento dei suoi uomini nella parte di Klemvor da loro occupata. Fu buffo vedere Raylek felice di accettare di fornire tecnologia e materiali, specie tenendo conto che i due di lì a pochi giorni sarebbero quasi arrivati alle mani.
    Improvvisamente, però, le discussioni si chiusero, e tutti iniziarono a guardare verso l'alto. Quando anche il meno attento dei presenti si rese conto della cosa, fu il momento dell'entrata in scena dell'ultimo grande assente della Messa, che andò ad occupare l'unico tavolo mancante. Tre individui si lanciarono dall'alto, in un volo di trenta metri. Due di loro Drusilia li conosceva bene, perché erano un uomo dal volto nascosto da una maschera mortuaria e dalla maglietta su cui spiccavano volti scuoiati, ed un essere che non pareva nemmeno umano, ma piuttosto una grossa palla munita di casco. Fra loro, vi era una figura autoritaria che esibiva lunghi capelli rosso rame, legate in due code. Reggeva con se uno stendardo che presentava lo stemma colorato di Sleeping Forest.
    Era arrivata la Foresta del Riposo.

    « In rappresentanza della Foresta del Riposo. Sua maestà la regina delle Spine della Sonia Road: Crazy Apple. Sua maestà Skinface Gabishi "il Senzavolto" e sua maestà Orm "Mostro di Pioggia", sovrani incoronati di strade senza nome. Sleeping Forest, "coloro che si ergono sul Tropaion", otto elementi in tutto, altrettanti effettivi. »

    « Da parte mia, il più cordiale benvenuto da parte di Genesis ai Re della Foresta del Riposo. Mi rammarico solo che solo in tre siano giunti. »
    Furono le parole di benvenuto di Simca, ma lo scambio di sguardi fra la bionda comandante del Dio della Genesi e la rossa alla guida della fazione rivale era carta vetrata sfregata sulle pupille ancora vive.
    « Sono giunti coloro che gradivano farlo e nessun altro. »
    Ribatté il Comandante Generale di Sleeping Forst.

    « Bene. »
    Ribatté la Rondine con un sorriso, compiaciuta.
    « Fin troppo s'è discusso, ma ancora nessun risultato. Dunque con permesso è ora di entrare nel vivo di questa discussione. »
    Ad un suo cenno si srotolò alle sue spalle un'immensa mappa dai toni scuri che rappresentava Klemvor. Le varie "zone" delle quattro principali fazioni che dominavano il dominio delle macchine erano evidenziate, ma non risaltavano particolarmente sebbene l'estensione del territorio di Genesis e di Sleeping Forest faceva sembrare comunque piccola la zona di proprietà degli Abusivi e degli Indipendenti. Un'altra zona era evidenziata, assai distante a sud-est. Non c'erano edifici né altre location particolari su di essa, sembrava un punto posizionato nelle zone abitative abbandonate.

    « L'Underground Sea. Il Mare Sotterraneo che scorre nell'Antica Dimora, qui ridotto ad un deserto di acciaio e gallerie, sotto la quale si cela quello che siamo certi essere il cuore pulsante del nostro nemico comune... »
    Il brusio crebbe.
    « Le "Bestie". »

    All'improvviso non c'era un solo individuo nella Fossa dell'Acqua che non fosse assolutamente concentrato sul discorso di Simca.

    « Amici, perdiamo tempo a litigare e combatterci fra noi, quando un altro nemico provoca danni e ci impedisce di muoverci come vorremmo. Rimandiamo i nostri dissapori, inviamo le nostre rappresentanze in una regolare Parts War contro le Bestie. »
    A sorpresa si levò la voce scettica di Akira Udo, la "Superbestia", fino ad allora rimasto silente. Dalle espressione dei sottoposti di Simca e dalle loro reazioni, apparentemente prefino i Re di Genesis erano all'oscuro di tutto.
    « Le "Bestie" non hanno "onore". Cosa dovrebbero puntare? »
    La sua voce era flemmatica ma dotata di un'autorità sconfinata.
    « Puntiamo insieme le "Ali" dei nostri campioni contro il dominio di Klemvor. Che gli Abusivi e gli Indipendenti inviino due loro elementi nei ruoli che gli sono congeniali. Ad essi si affiancheranno due guide ed un terzo elemento proveniente da Genesis, completando il team con uno dei Re di Sleeping Forest. Se abbiamo ragione, un ordigno posizionato in un punto prestabilito può spazzare via le Bestie e liberare questa nostra amata Foresta dalla loro presenza. »

    « "Guide"? Di quali guide state parlando? L'Underground Sea è completamente allagato, non esistono mappe di quella zona. »
    « Dimenticate che quella zona appartiene ai Team Artistici. Con le maree, essi vi organizzano le loro rievocazioni. Conoscono quei labirinti e sanno come muoversi al loro interno. »

    « Aspettate!!! »
    Yuka sbottò immediatamente.
    « Usare membri dei team artistici come guide è una pazzia! Significa portarsi dei bambini là in mezzo, fra Bestie e peggio ancora. »
    Il capo di Trident invece scoppiò a ridere.
    « Beh, mocciosi come guide o no io dico che è un suicidio. »
    « Non esistono mappe, questo è già stato sottolineato. Per trovare il posto che crediamo essere il "cuore" delle Bestie e uscire in un tempo relativamente breve serve per forza una guida, e solo i teatranti dei team artistici conoscono quei luoghi. »

    « Sleeping Forest accetta. »
    Silenzio improvviso. A parlare era stata Crazy Apple.
    « Ma ad una condizione. Forniremo non uno, ma due elementi: il Middle e l'Ultimate. »

    Laputa porterà la bomba, e Laputa difenderà il portatore, se per le Tribù della Tempesta questo è accettabile...

    Furono in tutta risposta le parole di Raylek. Ed a quel punto la cosa era ormai già decisa, anche se Yuka seguitò a protestare per lungo tempo, fino a sgolarsi, unica voce contraria in mezzo all'entusiasmo generale per quella che aveva tutta l'aria di essere un'impresa memorabile. Si generò il caos, con dozzine di top riders che si proponevano come membri del team che andava formandosi, o che reclamavano come proprio il diritto a farne parte...

     
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    Chissà in quanti erano rimasti.
    Fu questo uno dei quesiti su cui la bella si interrogò di più durante tutta la Messa. Registrò le usanze, prese nota di tutti gli altri errori del predecessore e da buona stratega quale era iniziò già ad elaborare alcune strategie che le sarebbero potute servire in seguito. Il dubbio però rimaneva.

    -Uhm...

    Rimase concentrata ed a braccia conserte ancora per un pò, per poi modificare la sua espressione facciale solo quando intravide i Re di Sleeping Forest. Per quanto fossero spaventosi e temuti, aveva finito col tempo per ritenerli i più simpatici. Anche in quel caso, però, doveva esserci stato un ricambio generazionale di qualche tipo.

    « L'Underground Sea. Il Mare Sotterraneo che scorre nell'Antica Dimora, qui ridotto ad un deserto di acciaio e gallerie, sotto la quale si cela quello che siamo certi essere il cuore pulsante del nostro nemico comune... Le "Bestie". »

    A quella parola si fece silenzio, e perfino Drusilia ne comprese la ragione.
    Infondo, per quanto Raylek si fosse divertito a fare il politico, era lei ad aver rischiato la pelle con quei mostri. Lei e Valiant, che era svenuto immediatamente dopo essere entrati e si era dovuta trascinare dietro per chilometri di gallerie. Fortunatamente c'era Orm ad aiutarla.

    Laputa porterà la bomba, e Laputa difenderà il portatore, se per le Tribù della Tempesta questo è accettabile...

    -Quindi è così che è iniziato tutto- si lasciò sfuggire Drusilia, fissando il goblin e affondando le dita nella carne delle braccia conserte -Ora capisco.

    Bugie su bugie.
    Avrebbe dovuto immaginarselo.

     
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    « Che hai...?
    Stai facendo una faccia come se tu avessi appena scoperto di aver mangiato della roba in cui hanno sputato.
    »
    La Messa dei Diluvi era giunta la suo culmine, ed ora le varie tribù si stavano ritirando in buon ordine mentre dagli spalti seguitavano cori irriverenti, un vociare incontrollato e piccole risse per cui membri degli enturage dei vari capiclan si stavano improvvisando membri della security, senza lesinare sul rompere qualche testa. Drusilia era scura in volto, e Riful aveva già superato abbondantemente i suoi (ridotti) limiti di sopportazione, non stava ferma neanche per sbaglio ed il PH della sua voce era da tempo troppo acido per sostenere una conversazione decente.
    Raylek e compagnia fecero a malapena in tempo a radunarsi nell'atrio del cinema da cui erano partiti che vennero immediatamente prelevati e condotti in una stanza adiacente di quello stesso teatro, allestita a festa per l'occorrenza. Nella sala si respirava l'aria di un grande evento, e si sarebbe detta all'opera una compagnia teatrale di prima classe se non fosse che... il pubblico fosse composto interamente da bambini.
    « Una recita scolastica. »
    Sbuffò Riful, spazientita.
    « Questa roba è finita. Possiamo andarcene adesso...? »
    La missione diplomatica di Laputa si era accomodata in una galleria a loro riservata, un'ampio balcone da cui potevano godere di una bella vista lontano dalla bolgia sottostante composta da una marea ribollente di ragazzini vocianti. Altri balconcini erano occupati da vari elementi di spicco fra le Tribù della Tempesta, molti dei quali erano riconoscibili da Drusilia perché già presenti alla Messa. Proprio di fianco a loro c'era Ine Makigami, la Regina del Legame.

    Improvvisamente le luci si spensero e sul palco si accese una luce. Una bambina dai lunghi capelli neri emerse da oltre il sipario e si piazzò al centro del palco, dove prese il microfono. Non era facile riconoscerla, da quella distanza, ma nel giro di qualche istante Drusilia dovette rendersi conto di conoscere quella bimba. Si chiamava... Kuro!

    « Le classi riunite con la partecipazione straordinaria del maestro Aoki vanno ora in scena con la rievocazione della genesi della nostra amata Foresta! Prego, ringrazio tutti per essere accorsi!! »
    Aoki... c'era un uomo con quel nome, durante la discesa al di sotto di Klemvor. Era un professore e si era rifiutato di lasciar andare le sue piccole alunne in un luogo tanto pericoloso. Ci fu un breve scroscio di applausi divertiti e la ragazzina scomparve dalla scena seguita dal buio dovuto all'improvvisa estinzione di ogni luce della sala. L'attimo di oscurità, però, non durò più di una mezza dozzina di minuti allorché un fascio bianco illuminò l'ingresso di tre figure, una ad una.

    Erano tre bambini di massimo cinque anni, negli abiti più sgargianti. Il primo, vestito d'oro e argento, con un'enorme palandrana in stile retrò che faceva tanto vittoriano e addirittura con il viso ed i capelli tinti d'oro. Il secondo, interamente in rosso, con una veste semplice e priva di icone, ma con il viso pasticciato di rosso ed una specie di corona arancione sulla testa. La terza, una bambina, con un abito completamente azzurro da principessa delle fiabe, dallo strascico tanto lungo e pomposo che anche quando si fermò e si voltò verso gli spalti non riuscì a seguire il suo movimento, i capelli anch'essi turchini ed il viso dipinto di blu.

    « Io sono la folgore! Ho creato il lampo ed il tuono, e tutti mi temono! »
    Annunciò il bambino dorato.
    « Io sono il fuoco! Ho creato le fiamme ed il calore, e cunsuno tutto-tutto! »
    Gli fece eco il bambino in rosso, terribilmente impacciato.
    « Io sono l'acqua! Ho creato il mare e gli oceani, e con essi la vita! »
    Disse infine la bambina dai capelli turchini, e all'unisono tutti e tre si voltarono verso destra.

    Una luce fioca si accese a sinistra, e con essa fece il suo ingresso silenzioso una ragazzina completamente in nero, con un abito in stile gothic scuro e capelli lisci e neri. Era notevolmente più adulta degli altri tre, però si pose al loro fianco e mise le braccia conserte, il visetto imbronciato.
    Drusilia conosceva anche lei. Era Rin, la bimba dai capelli color cenere che con quegli occhioni aveva convinto la Dama del Vento a rischiare la pelle per depositare la bomba nel punto convenuto.

    « Io sono il vento. »
    Disse senza aggiungere altro, al che ci fu un minuto di silenzio imbarazzante, spezzato dal risolino sinceramente divertito degli altri tre elementi.

    « Dimmi, vento, come ti manifesti? »
    Domandò la folgore.
    « E dimmi, vento, che cosa hai creato? »
    Seguitò a domandare il fuoco.
    « E dimmi, vento, cosa pensano gli altri di te? »
    Concluse l'acqua.

    « Non mi manifesto! »
    La ragazzina vestita di nero insorse così, sbottando con un movimento plateale in avanti, volutamente esagerato e che tutti percepirono con forza. A dispetto dell'età era un'attrice nata.
    « Non ho creato niente e siccome sono invisibile nessuno ricorda che esisto! »
    Di nuovo gli altri tre elementi si misero a ridere.

    « Può esistere un elemento del genere? »
    Domandò la folgore.
    « Può essere che c'è un elemento così insrinifricante? »
    Seguitò a domandare un impacciatissimo fuoco.
    « Forse gli elementi dovrebbero essere tre*? »
    Concluse l'acqua.

    E ridacchiando, i tre bambini uscirono di scena con due inservienti più adulti che dovettero intervenire per aiutare l'Acqua a trascinare via lo strascico

    « Non è giusto! »
    Disse allora il vento, pestando i piedi.
    « Non è giusto! »
    Ripeté ancora passeggiando furiosamente qua e là.
    « Non è giusto! »
    Disse ancora il Vento, ma stavolta vide la bambina vestita di blu, le si avvicinò e si fermò davanti a lei, pensierosa.

    « Dimmi, bambina, perché sei triste? »
    Rin alzò il visetto verso il Vento, e nonostante la distanza l'espressività dei suoi occhi fu percepita da tutti.
    « I grandi mi costringono a fare cose che non voglio... »
    Disse in tono lamentoso e infantile.
    Vento si sfiorò il mento con due dita e annuì pensierosa.
    « E dimmi... cos'è che desideri più di ogni altra cosa? »
    La bambina rispose sorridendo.
    « Vorrei volare. Vorrei volare nel cielo su grandi ali. »

    Vento allora si rivolse alla platea e avanzò verso di essa, sempre più pensierosa. Camminò in circolo e, alla destra della bambina, si rivolse agli spettatori.

    « Ho deciso! Mai più i miei fratelli rideranno di me! Ho deciso: ragazzina, io ti darò ali con cui volare. Ma prima ancora, io ti darò qualcosa di ancora migliore! »
    Breve pausa, mentre la bambina si alzava.
    « E che cosa? »
    Rispose Rin, entusiasta.
    « La libertà! Io ti darò delle ali e la libertà, e con essa la possibilità di fare ciò che desideri. Di fondare un regno tutto tuo, dove assieme a tanti come te sarai libera di volare. Ecco! Osserva, questa è la città che ti dono! »

    Sullo sfondo un telo venne tirato, e venne rivelata un'enorme scenografia che rappresentava degli edifici invasi dal verde e delle strade invase dalle paludi. La bambina venne lasciata sola dal Vento, e rimase ad osservare lo sfondo come incantata. Quando si voltò, come per magia, fra le mani stringeva un paio di calzature dotate di ruote. Delle Air Treck...

    « Papà! Papà! Voglio andare via! »
    Chiamò saltellando verso il centro del palco, mentre da un lato un uomo sui ventisette/ventinove anni veniva letteralmente spinto in scena da qualcuno dietro le quinte. Era Aoki! Impacciatissimo mentre si improvvisava attore. Quasi inciampò mentre entrava, rimanendo per un lungo istante basito a guardare la platea.
    « Ehm... »
    Disse straniato. Ancora pausa confusa.
    « Papà! Papà! Voglio andare via! »
    Ripeté la bambina, tirando una gomitata vigorosa all'uomo, che si riprese.
    « M... Ma tu non puoi! Devi studiare. Fare i compiti... devi diventare adulta e poi entrare nella società, lavorare finché non sarai vecchia, ed infine morire in un letto! »

    « Ma io non voglio! Non voglio stare a queste regole! Ho deciso: farò come mi ha detto Il Vento! Andrò in questa città che mi è stata data! Anche se è brulla, e tetra come una Foresta, io la renderò bella, e sarà per sempre la nostra Foresta! »
    Attorno a lei si radunarono altri sette bambini, e ognuno di essi portava con se uno stendardo con i vari simboli delle "strade". Molti di quegli stendardi i delegati di Laputa li avevano appena visti nella Fossa dell'Acqua. Uno di loro consegnò uno stendardo anche alla bambina, che si fece avanti e proclamò il suo nome.
    « Io sono Sora! Sono il Re del Vento! Unificherò questo regno e nessun adulto avrà diritto di entrarvi! Nessuno qui avrà diritto di imporre legge! Qui io edificherò la vera libertà, con i manufatti che mi sono stati donati dal Vento: le regalia, le corone dei Re! »

    « Attenti, però! »
    Rin fece di nuovo il suo ingresso trionfale, squadrando con modi altezzosi gli otto Re riuniti al fianco di Sora trasmettendo molta drammaticità alla scena.
    Era un'attrice nata!
    « Nessuno di voi osi prendere per se la corona del Re del Cielo! Altrimenti la libertà che io vi ho donato, io mi riprenderò! Ricordate sempre: voi siete la mia personificazione, siete vento manifestato, siete le Tribù della Tempesta... il vostro limite è uno solo: il cielo. »
    E con questa ammonizione, il Vento si ritirò e il buio calò di nuovo.

    « Sette anni! »
    Un fascio di luce illuminò l'unico adulto che prendeva parte a quella piccola "rievocazione storica" che di storico sembrava avere davvero molto poco.
    « Sette anni sono passati, e cos'è successo? Quel Cielo** che creò questo sogno, come Icaro ha cercato di volare oltre il limite che gli fu imposto. Da allora, nessuno varca lo Stige senza pagar tributo, otto Re vigilano sulle Regalia del Cielo, affinché la tremenda profezia non si avveri.
    Ormai di quel sogno più nulla resta. Ma voi state attenti: non entrate nella Foresta!
    »
    Di nuovo ci fu buio, e per diversi minuti. Ombre si mossero sugli spalti, poi si accesero per permettere l'ingresso di tre figure. Erano folgore, fuoco ed acqua. Ma dietro di loro, dopo poco, intervenne anche Rin, nei panni del Vento.

    « Io sono la folgore! Ho creato il lampo ed il tuono, e tutti mi temono! »
    Annunciò il bambino dorato.
    « Io sono il fuoco! Ho creato le fiamme ed il calore, e consumo ogni cosa! »
    Gli fece eco il bambino in rosso.
    « Io sono l'acqua! Ho creato il mare e gli oceani, e con essi la vita! »
    Disse infine la bambina dai capelli turchini.
    Poi fu la volta di Rin:
    « Io sono il Vento! Ho creato la Tempesta e ho dato agli uomini le Ali e con esse la Libertà! »

    Le luci si spensero di nuovo per poi riaccendersi di colpo. I piccoli attori si riversarono sul palco e ricevettero un applauso da parte dei presenti.
    La recita era finita...

     
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    « Che hai...?
    Stai facendo una faccia come se tu avessi appena scoperto di aver mangiato della roba in cui hanno sputato.
    »

    La bocca rossa della Dama del Vento si inclinò verso il basso, rivelando tutta la stizza della donna.

    -Quasi.

    Rispose senza aggiungere altro, mentre il mondo cambiava nuovamente attorno a loro.

    « Una recita scolastica. Questa roba è finita. Possiamo andarcene adesso...? »

    Facendo cenno alla bimba di attendere soltanto un attimo, Drusilia prese ad assistere alla recita che la Rondine Migratoria aveva citato in Limousine al suo predecessore Raylek. In un certo senso gli attori erano abbastanza graziosi, anche se Riders; era una mamma, infondo... l'istinto materno non poteva certo ignorare che fossero dei cuccioli.

    « Io sono la folgore! Ho creato il lampo ed il tuono, e tutti mi temono! »
    « Io sono il fuoco! Ho creato le fiamme ed il calore, e cunsuno tutto-tutto! »
    « Io sono l'acqua! Ho creato il mare e gli oceani, e con essi la vita! »
    « Io sono il vento. »

    Drusilia storse nuovamente le labbra.
    Da quando il vento era nero?
    La tenebra era nera, l'oscurità! Non il vento!

    « Dimmi, vento, come ti manifesti? »
    « E dimmi, vento, che cosa hai creato? »
    « E dimmi, vento, cosa pensano gli altri di te? »
    Concluse l'acqua.
    « Non mi manifesto! Non ho creato niente e siccome sono invisibile nessuno ricorda che esisto! »
    « Può esistere un elemento del genere? »
    « Può essere che c'è un elemento così insrinifricante? »
    « Forse gli elementi dovrebbero essere tre? »

    -...

    Ok, quello era imbarazzante.
    Più la recita continuava, più l'Alfiere Errante iniziava a sentirsi a disagio.

    « La libertà! Io ti darò delle ali e la libertà, e con essa la possibilità di fare ciò che desideri. Di fondare un regno tutto tuo, dove assieme a tanti come te sarai libera di volare. Ecco! Osserva, questa è la città che ti dono! »

    Si guardò attorno, sbuffando contrariata.

    -Il Vento non dona le città e non regala calzature...- brofonchiò completamente rossa in volto -Quella recita è tutta sbagliata, ecco.

    « Nessuno di voi osi prendere per se la corona del Re del Cielo! Altrimenti la libertà che io vi ho donato, io mi riprenderò! Ricordate sempre: voi siete la mia personificazione, siete vento manifestato, siete le Tribù della Tempesta... il vostro limite è uno solo: il cielo. »

    Impossibile.
    Come potevano le personificazioni del Vento avere come limite il cielo?
    Dannazione: lei era il Vento! E lei regnava sul cielo!
    Sbuffò, voltando le spalle alla recita scolastica.

    -Possiamo andare, Riful.

    Incrociò nuovamente le braccia con sguardo truce.
    Si appuntò mentalmente di avvisare i suoi sottoposti di non fare commenti sul fatto che fosse Signora delle Correnti, Regina delle Tempeste e Dama del Vento e tutti gli altri appellativi che si ritrovava. Non voleva che, per un malinteso, finissero per dar loro degli empi, oltre che Abusivi.
    Anche perchè quella leggenda sembrava scritta per lei.

    « Io sono il Vento! Ho creato la Tempesta e ho dato agli uomini le Ali e con esse la Libertà! »



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/6/2015, 10:02
     
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