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Io non so chi sei.
Posso immaginare che tu sappia batterti bene, visto il tuo fisico tonico, ma non saprei dire con precisione chi sei. Un eroico guerriero, o solo un teppista?
Non so.
Non so nemmeno cosa ci fai qui.
Devi aver attraversato un portale dimensionale, questo è certo. L'hai creato tu? A occhio non sembri un mago, ma mai dire mai. O forse hai solo visto uno squarcio galleggiarti davanti, e hai colto l'attimo saltandoci dentro? Devi essere molto coraggioso o molto incosciente, se davvero l'hai fatto.
Forse nemmeno hai realizzato quello che ti è accaduto. A volte capita, sai? I portali possono aprirsi ovunque e in ogni tempo, scherzi del caso o di un destino crudele.
A volte stanno aperti per giorni, come attendendo di essere varcati. Altre volte si aprono e si chiudono nel giro di pochi secondi, come bocche fameliche pronte a inghiottire ignari passanti. Uno va a farsi una corsetta mattutina, e puff!
Sparito.
Io non so chi sei, né cosa ci fai qui.
Però posso dirti dove sei.
Ti trovi su un'isola.
Lo capisci, ancor prima di aprire gli occhi, dall'odore: acqua stagnante, felci e ranocchie. Un miasma paludoso, gli ultimi raggi di un sole aranciato che vengono a bussarti alle palpebre. Il sole sta tramontando sul panorama acquitrinoso, e a stento è visibile attraverso le folte chiome degli alberi circostanti.
Ti trovi a fianco di un enorme braciere di bronzo. Un tempo, forse portava luce all'intera isola. Ma è spento da anni, e piantine e viticci hanno trovato una casa nel suo ventre colmo di cenere e carbone.
Niente luce, dunque, e quella solare finirà presto. Hai fatto gli scout, ragazzo? Perché qualche nozione sulla sopravvivenza nei boschi potrebbe farti decisamente comodo.
Ma forse non ci sarà bisogno di passare la notte all'addiaccio: vedi la punta di un edificio molto alto in direzione Nord-Est.
Sembra che sia un faro.
Alla tua sinistra, invece, scorgi il tetto di un'abitazione fare capolino tra le fronde.
Non un'anima si muove in questo luogo.
Non un filo di vento. La tua unica compagnia è il ronzio delle zanzare.CITAZIONEQM Point
Benvenuto nella tua scena di ingresso! Spero che il post sia comprensibile. Per eventuali dubbi/problemi/domande, non esitare a piemmarmi.
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forgotten memory~.
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« C'è una canzone nel cuore del mondo, amico:
Sussurra all'orecchio di uno dei ragazzi che l'avevano attaccato, il quale giace al suolo quasi del tutto privo di sensi; in seguito impugna la sua mazza con entrambe le mani e lo colpisce sul petto: riesce a sentire chiaramente la cassa toracica di quel perdente frantumarsi.
ha il suono delle ossa che vengono spezzate. »
Le urla della sua ultima vittima lo accompagnano mentre, come se nulla fosse successo, si allontana da quel luogo: l'avevano sottovalutato - in dieci come potevano pensare di riuscire a sconfiggerlo? - e questo l'aveva irritato non poco, la pozza di sangue che si è lasciato alle spalle ne è una prova più che sufficiente. Be', almeno mi sono sgranchito le ossa, pensa.
Quindi inizia ad avviarsi verso casa; decide di tagliare passando per il bosco, vuole evitare di percorrere strade affollate - del resto, è coperto di sangue. Il ragazzo, però, non avrebbe mai potuto immaginare cosa lo attendesse lì, nascosto in quella boscaglia, nemmeno tanto lontana dalla città: un evanescente squarcio nel tessuto del mondo. « Cosa diavolo... » dice in un sussurro David, il quale, poi spronato da una infantile curiosità, prende la decisione di sfiorarne i margini; nell'esatto momento in cui le sue dita toccano quella "cosa", un brivido attraversa la sua spina dorsale e tutto, in un solo istante, scompare.•
Quando riapre gli occhi, infastidito da un singolo raggio di luce, scopre che il mondo attorno a lui è completamente diverso; ranocchi, felci, acqua stagnante: tutti questi odori penetrano a forza nelle sue narici facendogli capire che, con un'alta probabilità, si trova su di un'isola.
« DOVE — CAZZO — SONO — FINITO?! »
« Maledizione... » il ragazzo comincia ad imprecare mentre si rialza faticosamente in piedi; come se tutto ciò non sia sufficiente, è abbastanza chiaro per il ragazzo che il Sole sarebbe tramontato da un momento all'altro. Stringe i denti: cosa fare adesso; dove andare? Non ne ha la più pallida idea. Nonostante la brutta situazione in cui si ritrova però, tutte le risse in cui è finito gli hanno - dolorosamente - insegnato che farsi prendere dal panico non fa altro che peggiorare le cose, per cui decide di concentrarsi sul pensare alla sua prossima mossa.
Mentre cammina in tondo, sperando che una soluzione gli piombi addosso dal cielo, vede un enorme braciere di bronzo, corroso dal tempo e vinto dalla vegetazione circostante. Potrei accenderlo, dice tra sé e sé, ma subito scarta l'idea: raccogliere fogliame o altro materiale combustibile, per poi cercare qualcosa con cui far scoppiare una scintilla gli avrebbe rubato troppo tempo; tempo che non ha, perché la notte sta rapidamente scendendo, e lui non sa cosa può nascondersi nelle tenebre di quel luogo sconosciuto. Tuttavia, fortunatamente - o sfortunatamente - una seconda idea, che pare essere migliore della precedente, si affaccia all'orizzonte; il ragazzo scorge infatti in lontananza il tetto di quella che sembra essere una vecchia abitazione ed elabora velocemente un piano a prova di idioti: se la casa fosse stata occupata da qualcuno, avrebbe chiesto loro informazioni - oppure li avrebbe pestati fino a farli parlare -, altrimenti avrebbe trovato un rifugio in grado di assicurargli riparo durante la notte. In entrambi casi, avrebbe avuto soltanto da guadagnare.. -
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È una casa padronale, legno e pietra e pochi fronzoli sulla facciata. Tre piani, un ampio terrazzo al secondo, un tetto ligneo che ancora resiste nonostante le intemperie.
La porta in compenso si è arresa, e ora penzola semiaperta da un cardine solo. Scricchiola orribilmente quando la apri, accogliendoti nel ventre della casa.
La casa inizia con un corridoio dalle pareti muffose, che ti conduce in un ampio salone.
Chissà com'era qui prima, quando Casa e Palude erano ancora entità separate. Quando non c'erano ragnatele sui tendaggi di pesante velluto, né nidi di uccelli dentro al camino. Quando i broccati delle poltrone erano lindi, e il grosso tavolo in legno non era pieno di buchi di tarme.
Chissà com'era qui, prima di questa malinconia. La luce aranciata che trapela dalle finestre rotte - un mosaico di vetri spezzati - rende acora più triste la scena. Come se l'esistenza di questa casa dovesse spegnersi da un momento all'altro.
L'ambiente è inquietante, ma i tuoi sensi di ragno non pizzicano: il posto sembra essere sicuro.
Questo, però, non significa che tu sia solo. L'hai visto il pavimento? La polvere che lo copre è stranamente poco uniforme: le suole di qualche scarpone devono averlo rimestato di recente.
Senti un rumore di passi provenire dal piano di sopra.
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« GLOOMY NIGHT »
La porta si apre scricchiolando e David entra all'interno dell'edificio senza esitazione: il suo istinto, affinato da centinaia di risse, e la sua forza gli avrebbero consentito di prevedere ed abbattere ogni ostacolo senza difficoltà - o almeno di questo è sempre stato convinto.
II
Una volta superato un primo corridoio, il ragazzo giunge nel salone dove ad attenderlo trova ragnatele sulle tende e nidi di uccello nel camino. Wow, bella accoglienza. Ispeziona il posto ancora per un po', tuttavia, in fin dei conti non c'è molto da vedere: la palude pare l'abbia inghiottito completamente, lasciando ben poco di ciò che doveva essere un tempo. Come se tutto questo non sia più che sufficiente, una debole luce color arancio penetra nell'abitazione attraverso delle finestre rotte, rendendo l'ambiente ancora più inquietante.
Se questa casa fosse stata la location di un film horror, avrebbe urlato al coglione che c'era entrato di andarsene il prima possibile ma, ehi « Potrebbe andare anche peggio... » si dice, tentando di auto-convincersi, poi scrolla le spalle ed inizia a cercare un punto comodo dove riposare. Durante quella sua ricerca, il ragazzo nota però qualcosa di strano: la polvere sul pavimento, sembra che qualcuno sia passato di recente. Quando in seguito sente un rumore di passi, è certo che qualcosa non va, e pensa che forse dovrebbe cominciare a star zitto.
Impugna quindi la sua mazza - il suo istinto gli dice che non c'è alcun pericolo, ma potrebbe essercene uno in un futuro prossimo, molto prossimo - e si avvia verso la fonte del rumore.. -
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«...-entito anche t-...»
«Jen-... -chiat-...»
«...-opr-..-e spal-.»
Sono veramente voci, quelle che stai sentendo, o è la tua immaginazione a farti brutti scherzi?
Un refolo di vento, un'asse che scricchiola: in una situazione simile, qualsiasi suono può essere frainteso. E sono davvero passi di esseri umani, quelli che hai sentito?
Forse è solo un grosso topo. O forse sono umani davvero, il che potrebbe essere peggio. Che tipo di persona potrebbe trovarsi in questo posto, e in questa ora così tarda?
Fuggitivi. Maghi che compiono rituali satanici. Mascalzoni che nascondono un tesoro. Oh, le possibilità sono così tante e così poco rassicuranti.
Sali i gradini uno alla volta, il legno ammuffito che scricchiola sotto i tuoi piedi. La mazza stetta tra le dita ti dà forza, i tuoi sensi sono all'erta, i passi decis-
Una luce.
Dritta in faccia. È un flash che ti acceca, luce elettrica sparata direttamente contro i tuoi bulbi oculari.
«CHI È LA'!?»
Prenditi qualche istante per sfregarti gli occhi, per riprenderti dal flash. Sai cosa vedi, appena le tue pupille si abituano?
Un ragazzino della tua età, in piedi in cima alla scala. Ha folti capelli ricci, e una tunica addosso. È lui a tenere la torcia, sforzandosi di non farla tremare troppo.
Nell'altra mano, invece, tiene quella che pare essere una pistola.
Non vedi bene: non riconosci il modello, non pare essere tecnologia terrestre. Sai solo che te la sta puntando contro, il che non è una cosa carina.SPOILER (clicca per visualizzare)Perdona il ritardo, periodo di vacanze e di poco internet >< ora sono a casa e posto in tempi più umani..
Gloomy night[Progetto Fratello Maggiore - forgotten memory~] |
