Edmund VS Sahrā

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    « Signore e signori! »
    comparve dal nulla, come suo solito
    « Due gladiatori sono pronti a scendere in campo. »

    Il boato della folla fu udibile a qualche isolato di distanza dallo stadio.
    La stagione dei combattimenti si stava facendo sempre più intensa. I freelancer e i gladiatori professionisti non mancavano, ma negli ambienti altolocati si vociferava che il comitato organizzativo avesse ancora molti assi nella manica da mostrare. Gli introiti degli spettacoli serali erano incredibili, e a questi si aggiungeva il giro di denaro per le scommesse e per le cibarie vendute tra gli spalti. Il dispiegamento dei Legionari - in servizio per contenere le zone degli spalti più turbolente - era altrettanto massiccio. Ad ogni spettacolo l’Arena Nera era sempre piena. Centinaia di spettatori pagavano addirittura per accedere durante gli allenamenti diurni. Il pubblico sembrava non averne mai abbastanza.

    Ma per il Cerimoniere le questioni economiche e logistiche non esistevano. Lui vedeva soltanto due bestie portate in offerta al suo altare. Per lui contava soltanto la sublimazione della violenza più genuina.

    « Vi ricordo le regole! Si combatte due alla volta, il combattimento dura finché è necessario… »

    Fece una breve pausa ad effetto.

    « …e chi trionferà su tutti avrà diritto al trono del Sud! »

    Il presentatore scomparve in mezzo al clamore della folla.
    Ma prima dell’inizio dello scontro, nel corridoio d’accesso riservato a Sahrā risuonò quella stessa voce.

    « كنت ضيفا خاصا ، الصحراء . تبين لنا ما يستحق المعاناة من هذه القرون »

    La voce fu riassorbita dalle pareti d’ossidiana
    e le grate si sollevarono.


    Edmund Thoumieux Mondragon VS Sahrā

    Campo di battaglia: Ring ellittico dell’Arena Nera, il colosseo sotterraneo di Merovish.
    Condizioni ambientali: Alta temperatura, aria ferma. Di sera lo stadio è illuminato artificialmente.
    Numero di post: Presentazione + x post di combattimento (nessun limite).
    Criteri di Valutazione: Scrittura, Strategia, Sportività e Puntualità.
    Penalità: Dopo il 4° giorno di mancata risposta.
    Altro: Facoltà d’intervenire durante lo scontro con post da QM in caso d’infrazioni indicate nel Bando.
    Primo post: Edmund

    Date il massimo e… buon divertimento!

     
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    Black Arena

    Il tempo è gratis, ma è senza prezzo.
    Non puoi possederlo, ma puoi usarlo
    Non puoi conservarlo, ma puoi spenderlo
    E una volta che l’hai perso non puoi più averlo indietro.



    Merovish, che grandiosa invenzione.
    Parlo di invenzione, sì, perché un simile coacervo di malizia e crudeltà non si può definire semplicemente con l'appellativo generico di “città”; è un artificio umano, un atto spontaneo e volontario con connotati fisici e temporali, una scelta deliberata di dare alla luce qualcosa di unico ed irripetibile.
    A tratti rimpiango di essere stato su Endlos così a lungo e non averci mai messo piede prima, un increscioso inconveniente che sono sicuro riscatterò negli anni a venire. Ho passato l'intera mattinata tra i bassifondi più bui di questa metropoli decadente e con mia grande sorpresa ho scoperto che i suoi abitanti hanno creato più tipologie droghe di quante potrei consumarne provandone una per ogni giorno della mia vita.

    Beh, chiaro, se la mia vita durasse quanto quella di un uomo normale. Ma è comunque esaltante! Uno dei venditori del bazaar, quel mulatto dagli occhi serpentini e dai denti ingialliti di nome Sameer, diceva che il suo Vapore Mordayn estratto dall'omonimo fungo palustre è in grado di produrre un'overdose immediata dopo averne inalato più di tre boccate; ho deciso di fermarmi alla quinta, ovvero dopo aver iniziato a parlare con una cesta di datteri ed essermi reso conto che la situazione mi stava leggermente sfuggendo di mano.
    Per non parlare poi di tutti quei veleni, quei reagenti, quelle sostanze chimiche sconosciute! Per un uomo di scienza come me, il territorio del Sud è un vero patrimonio di sapere proibito.

    Che fortuita coincidenza che quel chiacchierone di Ted abbia nominato la riapertura dell'Arena Nera. Sicuramente voleva vanagloriarsi della sua vittoria, è tipico di lui, ma le ragioni che mi hanno spinto ad arrivare nel presidio meridionale sono senz'altro molto più articolate ed oscure delle sue.
    Onestamente, si fotta la gloria. Una futile superbia da cui gli uomini comuni non riescono a smettere di dipendere, tanto assuefatti come sono alla ricerca dell'immortalità del proprio nome. Hanno paura, ecco che cosa, sono tutti quanti dei miserabili codardi.
    Ad Ohr esiste – o meglio, esisteva – un proverbio tra gli ufficiali del mio distretto: “Il potere non fa le cose giuste, fa solo la storia.”
    Ed è questa la mia unica vera necessità. Cambiare la storia. Di tutti.

    Ed è l'unica vera ragione per cui ora sto varcando le porte dell'Arena Nera. La mia ascesa necessita di potere, di cui la posta in palio rappresenta un ottimo trampolino di lancio; ho vissuto tremila anni cercando qualcosa mi giustificasse e a quanto pare è stato necessario morire per capirlo.
    Avanzo a passo calmo, a tratti incespicato dal recente utilizzo degli psicofarmaci, lungo l'infinito corridoio di Ossidiana che mi separa dal mio nemico, stringendo le cinghie, sistemando le fiale, facendomi pervadere dalla morbidezza dei miei stivali sul duro terreno. Rido come un deficiente e non so nemmeno il perché.

    Con un rumore sordo, la grata in fondo al tunnel si alza, e la luce artificiale mi pervade, seguita dall'ondata esultante del vociare delle migliaia di spettatori in attesa del mio sangue.

    “Non facciamoli attendere. Il mondo è pronto per conoscere il suo nuovo tiranno.”

    Schiaccio la fredda superficie di Aeon nel palmo della mano muovendo i primi passi all'interno dell'area da combattimento e squadro l'informe figura davanti a me, ovvero colui che dovrebbe essere il mio nemico.

    “Non rovinarmi il momento con i tuoi commenti da venditore di regni, stupido orologio” gli sussurro.

    La contorta creatura è di certo una delle cose più strane che abbia mai visto in vita mia. Non so nulla di lei, ma più la osservo e più mi sorgono il ribrezzo ed una buona quantità di interrogativi. Chissà, magari quella cosa ha una mente razionale, parla, o ha persino un nome; sono tentato di domandarglielo, ma rimango invece in silenzio osservandola con scherno.

    Che senso avrebbe?
    Indipendentemente da tutto, entro un'ora la sua anima marcirà nell'Oblivion.

    E io non sono uno che perde tempo.



    Narrato
    Parlato
    Aeon Clock

    Status Mentale: estatico
    Status Fisico: perfetto

    Nota: per tutte le altre informazioni quali passive, equipaggiamento e quantità di mana aspetto il mio prossimo post, visto che sono a metà della revisione e tali informazioni potrebbero cambiare radicalmente. Se dovessi finirlo in tempo userei il nuovo profilo revisionato, altrimenti sfrutto il vecchio per tutta la durata dello scontro.
     
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    الصحراء


    Presentazione


    ~ { Prima dello scontro


    Non muore ciò che può vivere in eterno.
    Ma nell'arco di strani eoni, anche il
    deserto può morire.

    *

    Son molti che giungono a te. Occhi vispi e il petto gonfio di tesori.
    E domandano: chi sei? cosa sei? cosa vuoi? perché esisti?
    Si interrogano da quando non avevi un volto. Lo faranno sempre.
    E quando un volto lo hai ricevuto, sei divenuto un giocattolo;
    per coloro che ti osservavano, bambini incauti e goffi,
    avevi la foggia di una bambola dal viso di porcellana.
    E tre occhi iscritti sull'ovale inespressivo.

    Contenevi in te le risposte che si erano rimandati di avo in avo.
    "A cosa serve il deserto?" perché guardavano ad Est e Ovest, prima.
    Così da un lato vedevano una foresta rigogliosa e bella.
    Dall'altro un mare infinito e grandi coste.
    Triti nella loro prigione di sabbia, domandavano:
    "A cosa serve un deserto?"

    A nulla!
    Rispose lo scettico.
    Sabbia e morte sono poste lì per giuoco.
    Non hanno scopo e mai ne avranno!

    Un tempo era una foresta.
    Chiosò il più buono di spirito.
    Sabbia e morte sono una conseguenza.
    Ci ricordano le nostre colpe e i nostri vizi!

    Soppesarono convinzioni e fede cieca sulla bilancia dei loro argomenti.
    E giunsero a te per domandarti del più e del meno,
    come ago della diatriba.

    Cosa covi nel tuo cuore di vetro e giada:
    batte amore dove i Titani scavano...
    o covi odio dove i Wyrm dormono?


    ...nulla.
    Li guardavi curioso ma inamovibile.
    Non avevi però negato loro risposte,
    ma ogni tua parola rinforzò nuovi dubbi.

    In un attimo lo scettico divenne iracondo e il bontempone divenne seccato. Lasciarono disquisire le loro lame e, rosso come di rubino, di sangue s'imbrattò la terra. Giacquero, come marionette ai tuoi piedi coi fili recisi a sfregio.

    Frattanto, a brevi passi da te stava il dirimpettaio. Non era scettico. Non era buono. Nessuna domanda proruppe dalla sua bocca. Borbottò, scacciando gli spettri delle memorie arcaiche, rianimandoti come mosso a molla. Al pari di sabbia nella clessidra riprese a scivolare il tuo tempo, benché nel silenzio il cuore di granato batté forte il bisogno di rispondere a quei fantasmi del passato.

    الصحراء لا يحب نفسه

    Egoista.


    STATUS

    Status Fisico: Ottimo 100%
    Ferite Riportate: Nessuna

    Condizione Metale: Ottimale

    Mana Consumato: 0%
    Mana Residuo: 100%

    Altro: 1) passa il mouse sopra le scritte arabe per vedere cosa dicono e 2) userò la scheda regolare (non quella in revisione) per due motivi a) la revisione è in realtà un accorpamento di passive sotto un solo nome (salvo una passiva nuova), b) le attive non cambiano nella revisione, ergo non avrebbe senso attenderne la fine. Il pg è praticamente invariato. Detto ciò, tolgo solo il nome arabo delle passive. Ripeto: il nome è identico, solo che prima figurava nella traduzione -errata sicuramente- araba. Mo per comodità stanno solo in italiano. Per maggiori info su cosa, come, quando, perché, città, cose, persone, animali, warwizard, ho il link in scheda e... che vinca il migliore :3
    PS: corretto un errore di battitura (wyrn invece di wyrm)


    EQUIP

    Il volto celato
    { Equip: Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, mentre i danni subiti sono espressi come spaccature sulla stessa: la distruzione della maschera comporta la morte del personaggio

    Le mille e una notte
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro

    ABILITA' PASSIVE

    La Sabbia cambia
    { Passive: Cambiare forma a piacimento

    Camminatore degli Abissi
    { Passive: Camminare su ogni superficie

    La Sabbia giunge
    { Passive: Istant-Cast

    La Sabbia condivide
    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ABILITA' ATTIVE

    ///
    { Attive:


    Edited by flama - 7/7/2015, 14:00
     
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  4. .:Aeon Clock:.
     
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    Stonemind

    La farfalla non conta mesi ma momenti,
    e ha tempo a sufficienza.




    Perché mi stai guardando?
    Non hai occhi, ma riesco a sentire il tuo sguardo puntato su di me come la lama di un coltello.
    Non hai bocca, ma posso percepire la tua voce gremirsi di maledizioni rivolte a divinità già morte quando il mondo era giovane.
    Non hai naso, ma il tuo sospiro è pregno del rancore che l'eternità porta con se.
    Conosco bene quella sensazione.

    Non è facile rimanere stoici, nell'incessante trascorrere degli eoni.
    Mentre i regni sorgevano e cadevano come le stagioni, quando i mesi diventavano anni e gli anni secoli, persino la terra alterava di forma e di colore; ma noi siamo immutabili, noi ci limitiamo ad osservare e ad annuire, perché le nostre mani sono deboli e non possono ghermire i fili del destino. E più contemplavamo il cambiamento del mondo, più nei nostri cuori si concretizzava una funesta verità:

    Siamo soli in questa realtà.

    Rimani immobile, scintillando alla luce come una statua d'ebano dal bianco volto istoriato d'avorio. Non so chi sei, ma non sembri infelice; le tue fattezze grottesche non riflettono all'esterno alcuna sensazione, alcun sentimento. Se non fosse per qualche lento cenno, giurerei che tu non sia nemmeno animata. Ma dimmi, maschera di cera, se non sei morta come mai te ne stai ferma? E se non sei nemmeno viva, perché non ti sciogli?
    La verità è che mi spaventi.
    Non per il tuo aspetto ma perché, nonostante siamo separati da un oceano di pietra e sabbia, sento che qualcosa ci accomuna; qualcosa di più nuovo del presente e più antico delle idee. Qualcosa di vasto ed indicibile che non riesco a spiegarmi se non con patetiche congetture. Qualcosa come...

    “E' ora.”

    La voce profonda e sorda di Aeon mi risveglia dai miei vagheggiamenti ad occhi aperti riportandomi alla realtà, una realtà fatta di violenza e prevaricazione. Sono nell'Arena Nera di Merovish, uno dei luoghi più pericolosi del piano, ed ogni secondo di distrazione può costarmi caro.

    “Hai ragione.” gli rispondo prontamente, estraendo la spada. Il contatto della mia mano sulla sua superficie metallica acuisce la mia presa sul mondo tangibile come se fossi stato investito da una gelida pioggia autunnale.

    “Come al solito. Sei pronto a danzare?”

    Sorrido. Non facevo il Maelstrom così borioso.

    “Prima danza, dopo pensa. E’ l’ordine naturale delle cose. E' così che dicevano sulla Terra, non è vero?”

    Sebbene il suo cuore possa viaggiare, la mente di un sognatore rimane sempre vigile e analizza rapidamente ciò che la circonda. Un campo di battaglia ellittico, senza ripari o coperture di sorta e nessun elemento ambientale da poter sfruttare a mio vantaggio.
    Non ho alcuna informazione sul mio nemico e a giudicare dal suo aspetto non sembra dotato di un qualunque tipo di armamentario discriminante. Essendo all'oscuro delle sue capacità, la mossa più saggia sembrerebbe quella di mantenere una prudenziale distanza in attesa di scoprire di più su di lui: una scelta che però si rivelerebbe indubbiamente fatale se egli si trattasse di un incantatore specializzato nel lungo raggio. Se invece si dimostrasse un combattente rivolto al corpo a corpo, potrei sempre sfruttare alcune tra le mie abilità più evasive per approcciare diversamente il combattimento.

    “L'attacco è la miglior difesa. Codex Bellum, capitolo 2, paragrafo 13.”

    “Meno male che ci sei tu a ricordarmi l'ovvio.” replico sarcasticamente mentre inizio la mia traballante corsa verso la statuaria creatura nerovestita di fronte a me.

    A pochi metri di distanza da lei, le mie pupille si dilatano iniziando a vibrare insieme all'aria circostante: senza arrestare la carica, attingo ai miei poteri cronali e ripiego lo spazio su sé stesso, fino a formare un'immaginaria stanza ottagonale, ai cui vertici scoppiettano piccole increspature voluttuose. Otto anomalie oscure come gli abissi dell'oceano e affamate di materia circondano l'antagonista, simili a piccoli buchi neri consistenti nelle quattro dimensioni: sono punto, linea, solidità e tempo stesso allo stato visibile.

    Vediamo fin dove i tuoi sensi possono seguirmi.

    Un primo fendente d'avvertimento sarebbe salito dal mio lato sinistro ascendendo verso il presunto tronco della creatura; ma è un colpo lento, fin troppo facile da evitare: una mossa volta a farla scostare verso la mia destra, sbilanciandone il baricentro.

    Une Feinte.

    Sperando che essa reagisca come ideato, avrei afferrato l'elsa calante della spada con la mancina libera per dare nuovo vigore al colpo di ritorno diretto verso la testa, il vero obbiettivo del mio attacco; introducendo una modesta parte del mio potere di manipolazione temporale nella lama, avrei infatti caricato la stessa di energia cronale stabilizzante per far sì che un colpo andato a segno potesse fermare completamente il tempo relativo della bizzarria, rendendola incapace di eseguire un qualunque tipo di risposta.

    Indipendentemente dall'esito dell'attacco frontale, sette delle otto anomalie spaziodimensionali precedentemente generate si sarebbero successivamente abbattute sul nemico dirette verso la parte superiore del suo corpo, precedute di qualche frazione di secondo da quelle poste in alto e sul suo retro per valutare di quale campo visivo egli fosse in possesso. L'ultima sfera di Vuoto sarebbe rimasta a vorticare celata dietro di me, per poter essere sfruttata come diversivo successivamente.

    I miei occhi sono concentrati sull'imponente figura senza arti che mi troneggia davanti.

    E tu, sei pronta a danzare?



    Narrato
    Parlato
    Pensieri dell'Aeon

    Stato Fisico: perfetto
    Stato Mentale: inizialmente sovrappensiero, poi eccitato dallo scontro

    Mana Disponibile: 70%
    Consumi: 100% - 20% - 10%

    EQUIPAGGIAMENTO

    E, the Edge.

    L'unico oggetto che Thoumieux abbia ritrovato ancora con sé al suo arrivo su Endlos è Edge, un'antica spada cerimoniale che dall'alba dei tempi viene conferita a chi regge su di sé la carica di Illuminor della Nona Torre di Uran. Lunga 140 cm, quest'arma perfettamente forgiata è un bizzarro incrocio tra una tachi ed una spada bastarda; sia il manico foderato di pelle di idra che la guardia in oro bianco rassomigliano in tutto e per tutto a quelli di una katana, mentre la lama lunga e stretta di purissimo acciaio squisitamente temprato è a doppio filo, come nella tradizione delle spade occidentali.
    Tuttavia ciò che sorprende di più di quest'oggetto non è la forma elegante e raffinata, né la perfetta bilanciatura; benché la sua leggerezza renda Edge spesso inservibile in combattimento, il suo filo è talmente affilato che, dicono, sia in grado di tagliare lo spaziotempo stesso.


    Spada. Edmund può incanalare i suoi poteri all'interno di Edge per utilizzare le seguenti tecniche:

    Garganta: un affondo di Edge caricato di energia cronale e vibrato nell'aria apre un portale chiamato Garganta, una voragine nera che conduce in un'altra dimensione e in un altro tempo. Edmund può utilizzare il Garganta anche per teletrasportarsi all'interno di Endlos. Solo per scene GdR (o eccezioni particolari). (consumo medio) [1 punto.]

    Time-out: un colpo di taglio di Edge carico di energia cronale può bloccare il tempo specifico di una creatura e bloccarla per il turno seguente. Tutti gli attacchi fisici portati da Edmund durante questo turno beneficiano della tecnica Time-out dopo la sua attivazione. Si può schivare o difendersi normalmente dai colpi, ma se uno di questi ferisce il bersaglio esso verrà completamente immobilizzato nel turno successivo. (consumo medio)

    PASSIVE

    T, the Transcendence: passiva di immortalità

    V, the Vision: passiva di auspex fisico data da una leggera forma di previsione del futuro

    ATTIVE

    H, the Hole.

    Capita sovente a chi affronta i dominatori dello Spaziotempo di perdere qualche arto o anche porzioni più vaste del corpo senza accorgersi immediatamente del danno dubito e, circostanza ancora più strana, senza provare dolore. Una prerogativa delle abilità di un cronomante è quella di controllare l'apertura e la chiusura di squarci all'interno della realtà, un' arte ermetica e ardua da apprendere e ancora di più da padroneggiare in toto, ma indubbiamente letale. Ad un comando del Cronarca, lo spazio circostante si contorce su stesso e si riplasma fino a formare diverse sfere nere di piccole dimensioni, costituite dal Vuoto Assoluto; spinte dalla volontà del loro creatore, esse divorano avidamente tutta la materia con cui vengono in contatto, disgregandone l'essenza.

    Tecnica Multicolpo (costo variabile). Quando Edmund utilizza 'H, the Hole' può materializzare alcune sfere nere di vuoto, secondo lo schema che segue: 4 sfere in un raggio di 5m per un costo basso, 6 sfere entro 7m per un costo medio, 8 sfere entro 10m per un costo alto e 10 sfere entro 15m per un costo critico. Ciascuna di esse è controllata mentalmente dal Cronarca e possono essere indirizzate indifferentemente contro bersagli diversi, contro lo stesso bersaglio o possono essere lasciate vorticare per essere utilizzate nel turno seguente. Una sfera si disperde automaticamente dopo aver colpito un bersaglio, se viene bloccata da un oggetto/difesa magica di sufficiente livello o se esce dal raggio di azione della tecnica. Il contatto con una sfera disgrega molecolarmente la materia, con un entità di danni proporzionale al costo della tecnica: sfere di livello basso provocano escoriazioni e ferite superficiali, mentre quelle di livello critico sono in grado di passare da una parte all'altra di un corpo.

    (consumo ALTO)

    Time-out: un colpo di taglio di Edge carico di energia cronale può bloccare il tempo specifico di una creatura e bloccarla per il turno seguente. Tutti gli attacchi fisici portati da Edmund durante questo turno beneficiano della tecnica Time-out dopo la sua attivazione. Si può schivare o difendersi normalmente dai colpi, ma se uno di questi ferisce il bersaglio esso verrà completamente immobilizzato nel turno successivo. (consumo MEDIO)


    NOTE

    Non avendo fatto in tempo a terminare la revisione utilizzerò il vecchio profilo, ma per cercare di non essere anacronistico eviterò di nominare in gioco alcuni fattori (come il nome della spada o altre eventuali tecniche usate).
    Comunque come da post Edd utilizza un simil-finta seguita da un attacco con time-out per fermare completamente il tempo relativo di Sahra per il turno seguente e dall'attacco circolare con The Hole.
    PS: che vinca il migliore, in bocca al lupo
     
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    Post Attivo


    ~ { Durante lo scontro


    Il deserto non conta mesi ma momenti,
    perché ha tempo a sufficienza


    *

    Fu un istante ad avvertirti della sua corsa, suggerito dall'attesa giunta ormai al termine. Prima ancora di vederne la sagoma, ti fu chiaro che stava arrivando; e con lui la consapevolezza che ti indusse a ruotare il capo in un gesto anomalo.

    Così, passo dopo passo, lo osservavi avanzare.
    Era perfetto nel suo incedere: minuziosamente distillato,
    precisamente composto e maledettamente funzionale nel suo insieme.
    Ad ogni ritocco delle suole sul pavimento, lo seguivi muovendo di scatto la testa, producendo un suono simile a un ticchettio; minaccioso come un Kaidren assetato.

    Ammiravi l'egemonia del tutto: la corsa, la gabbia misteriosa, il primo fendente. Eppure il tuo interesse si delineava, in realtà, nella consapevolezza di aver visto abbastanza ancor prima che il tutto terminasse. Perché il fischio sordo ma pigro che la sua lama apriva nell'aria era un avviso puntuale e garbato: evitami, chiosava.

    Dimmi, hai fretta?

    Alla richiesta gentile rispondesti in gentil gesto.
    Come richiesto, eppure nei pochi attimi ch'egli adoperò per incalzarti ancora, fosti più lesto nel gettarti in avanti all'improvviso. I pochi passi che vi separavano furono divorati brevemente; il tuo corpo operò un cambiamento innaturale, ansioso di mostrare a quel tale che certe cose sono per te una perdita di tempo.

    Così ben presto fosti all'indirizzo della sua spada, senza interromperla. Sentivi la sua bramosia scivolarti addosso, ma ciò non ti arrestò, ed anzi continuasti la tua corsa amorfa contro di lui. Perché ti circolava già in corpo l'incanto prodotto dalla maschera e -con fredda arroganza- ringraziavi il tuo raziocinio d'aver aggiunto più mana a tale scudo, in prevenzione anche dell'ignoto. L'ignoto che ti piovve comunque a ridosso, paventando le ferite riportate come crepe sul tuo volto bianco.

    E quindi, giungesti all'altezza del braccio armato altrui e, nella speranza di coglierlo alla sprovvista, tramutasti te stesso in una biscia tentando un guizzo agile nell'interno delle sue maniche. All'orrida idea di avere adesso una creatura sconosciuta dentro agli indumenti, si sarebbe accompagnato presto l'orrore: non t'interessava vederlo inorridire come una fanciulla a cui cade un insetto nel busto, ma bensì desideravi infettarlo.

    L'immediato contatto fisico con la sua carne e i suoi abiti avrebbe dovuto innescare la Malattia del Mercenario, flagello famoso tra i soldati e i condottieri per le tremende escrezioni purulente, sfocianti in esplosioni di pus e sangue dolorose quanto atroci. La prima portata delle tue malevole intenzioni si sarebbe soffermata al semplice braccio. Avresti atteso il decorso di tutta la malattia per decidere cos'altro fare.

    Lì, nascosto nel suo vestiario.


    STATUS

    Status Fisico: Ottimo 80%, crepe poco profonde sulla maschera.
    Ferite Riportate: Danni di entità media.

    Condizione Metale: Ottimale

    Mana Consumato: 20% + 10%
    Mana Residuo: 70%

    Altro: Fingo di cadere nella finta ma sfrutto la passiva di mutaforma per incalzare il vero attacco, quindi uso Elegia Difensiva ad Alto che viene suddivisa in "due medi" per parare il primo colpo di spada bloccante e metà del secondo attacco. Ho scelto una difesa fisica perché le attive dell'avversario, non riscontrando nulla che specifichi diversamente, hanno effetto tramite contatto fisico. Elegia Difensiva per tanto ha lo scopo di annullare tale contatto fisico dove possibile. Approfittando della posizione ravvicinata provo ad approfittarne cambiando ancora forma e tento di infilarmi nelle maniche degli abiti. Attivo quindi Malattia del Mercenario con lo scopo di infettare l'arto non appena vi sono a contatto, danneggiandolo con gli effetti dell'attiva. Termino il turno nascondendomi tra gli abiti del nemico.
    PS: la passiva mutaforma non mi da NESSUN VANTAGGIO, quando parlo di "guizzo agile" e via dicendo mi riferisco comunque a una velocità normale, coadiuvata dall'effetto sorpresa del vedermi cambiare forma. Ma assolutamente l'aver anche preso la forma di una biscia non mi rende più veloce, non mi rende meno difficile da vedere e non mi dona niente. Al massimo, da serpente, mi è più semplice strisciare nei vestiti per una questione di praticità oggettiva.

    EQUIP

    Il volto celato
    { Equip: Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, mentre i danni subiti sono espressi come spaccature sulla stessa: la distruzione della maschera comporta la morte del personaggio

    Le mille e una notte
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro

    ABILITA' PASSIVE

    La Sabbia cambia
    { Passive: Cambiare forma a piacimento

    Camminatore degli Abissi
    { Passive: Camminare su ogni superficie

    La Sabbia giunge
    { Passive: Istant-Cast

    La Sabbia condivide
    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ABILITA' ATTIVE

    Elegia Difensiva
    Come qualunque creatura dotata di vita al mondo, anche il deserto possiede un forte istinto difensivo che lo induce a desiderare la propria salvaguardia, allorquando si senta minacciato o sia consapevole d'essere in pericolo. E poiché la Maschera funge per lui da fonte vitale, non sarebbe strano immaginare che quest'ultima sia capace d'indurirsi abbastanza da attutire o colpi di natura magica o colpi di natura fisica, seppur non nello stesso istante. Se l'obolo di mana speso è sufficiente, essa può anche annullare eventuali offensive di consumo pari o inferiore. Oltre a ciò, la maschera ha facoltà di preservare l'integrità spirituale del costrutto; ovvero, allorquando vittima di un'aggressione di stampo spirituale appunto, il deserto ha possibilità di erigere per se stesso una barriera a costo variabile. L'efficacia della stessa è dipesa dunque dal consumo: se pari o superiore, l'aggressione può venir vanificata in toto; se inferiore, si subirà metà o più danno, in base al divario tra difesa e offesa.
    { Attiva: Difesa Fisica (Consumo Variabile Alto)


    Malattia del Mercenario
    Le epidemie di malattie infettive sono state portate più volte dai soldati e dai mercenari che attraversano i territori durante le campagne militari. Queste grandi masse di persone sono state responsabili del diffondersi di malanni come la peste nera, il colera e alcuni ceppi di influenze letali. Il Dotto a capo degli Eversori di Merovish, studiando queste epidemie portate dai soldati, ha scoperto un morbo dalle caratteristiche particolari. La Malattia del Mercenario si trasmette a contatto con la pelle di un infetto e il contagio può avvenire anche attraverso i vestiti di stoffa (invece le armature proteggono dal tocco venefico). I componenti della gilda criminale sono portatori sani di questo morbo, in quanto vaccinati dallo stesso Raem prima di entrarne in contatto. Il genoma del virus può essere attivato a comando attraverso la spesa di un obolo di energia da parte del portatore. Questo morbo possiede alcuni elementi in comune con la peste, pur differendo per il periodo di incubazione, che nel caso della Malattia del Mercenario è istantaneo. Nella zona dell’epidermide avversaria che ha toccato il mercenario si formano sei bubboni purulenti. Il sangue e il pus raggiungono la quantità critica in una manciata di secondi e le pustole esplodono, aprendo ferite sul corpo del nemico.

    Il decorso della malattia finisce con l’esplosione dei bubboni. Questo tipo di peste mutata non genera anticorpi in grado di difendere il nemico colpito da successivi contagi, quindi ogni tocco infetto sarà effettivo come il primo. Il virus non si innesta nel corpo del nemico come avviene per gli Eversori, rendendo impossibile al nemico divenire portatore sano. Sintomi: comparsa di sei bubboni nella parte toccata e successiva esplosione degli stessi.
    { Attiva: Peste (Consumo Medio)

    ///
    { Attive:
     
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  6. .:Aeon Clock:.
     
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    The Harvest

    Il tempo è come un fiocco di neve:
    Scompare mentre cerchiamo di decidere che cosa farne.




    La finta non aveva volto esattamente l'effetto sperato.
    Non che immaginassi di arrecare dei seri danni, ma credevo che quella cosa si sarebbe sbilanciata abbastanza da rendere più efficace il mio attacco successivo o che quantomeno si sarebbe esposta facilitandomi un diverso tipo di reazione.
    E invece no, la statua nera si era limitata a cambiare la propria forma, mutando il proprio involucro esteriore ed evitando agilmente la mia offensiva, come una pupa che fuoriesca dalla propria crisalide attingendo ad una nuova e diversa vita .

    Ma che diamine sei?

    A giudicare da come il successivo fendente viene bloccato dalla sua pelle coriacea sembra chiaro che questo abominio non abbia forma né solida né liquida, ma possa invece variare tra i due stati consolidando il suo contenuto in una manifestazione di tipo differente.

    Promemoria: niente più analisi affrettate.

    Mi ricorda quei pupazzetti con cui Priscille, la mia madre adottiva, mi faceva giocare da bambino; quelle bamboline di pelle ripiene di farina o sabbia che, al contatto con il calore delle mani, si plasmavano assumendo le forme più svariate.
    Sarà importante tenerlo a mente, se non voglio farmi prendere di nuovo alla sprovvista.

    Se il blocco cronale non aveva sortito alcun effetto, il crepitante attacco delle anomalie giunge invece inaspettato alla Bestia di Merovish, confermandomi che almeno i suoi sensi sono in tutto e per tutto simili a quelli di un normale essere umano; a meno che, ovviamente, essa non si sia lasciata colpire di proposito.
    Ma lei non perde tempo, anzi, coglie l'occasione per sferrare un insidioso contrattacco. Con la rapidità di una furia belluina cambia nuovamente le sue fattezze sino ad acquisire la forma di un nefasto serpente che in tutta celerità tenta di sgusciare all'interno della manica del mio braccio destro. L'azione è veloce ed il suo intento tanto inaspettato quanto orrorifico: il solo pensiero di una creatura simile che si muove sinuosa ed incontrollata all'interno delle mie vesti mi disgusta fino alla nausea.
    Ma ormai conosco il suo trucco, ho già visto di cosa è capace, e l'istinto di sopravvivenza interviene in mio aiuto: la repulsione verso quel terrore animalesco è tanto forte da indurre il mio corpo a reagire da solo all'impeto di inconsapevole malizia, come la mano dell'uomo che spinta dall'inconscio ribrezzo per gli insetti si muove da sola per grattare la parte del corpo in cui avvertiamo un leggero solletico.

    “Vieni fuori, topolino...”

    Il tempo di un respiro, un battito di ciglia ed il mio corpo si fonde all'Immaterium della Quarta Dimensione. Intorno a me vige solo l'oscurità più completa, sono nell'inferno delle ombre e nell'oceano delle speranze, il regno del tempo che fu e che non sarà mai. Ovunque il mio sguardo possa spingersi, scorgo le fiamme accese delle anime degli spettatori e la sagoma indistinta del mio nemico.
    Curioso. Egli si trova qui, è chiaro, ma al tempo stesso riesco a percepirlo altrove.
    Come una scaglia di infinito che fa parte di un mare perduto e distante.

    “...O il gatto ti taglierà la coda!”

    Urlo fragorosamente in tono delirante, in modo tale che l'intera Arena possa sentirmi.
    Qui a Merovish non si tratta semplicemente di rimanere vivi: conquistare la folla significa vincere la loro fiducia, il loro amore, la loro totale fedeltà. Quello a cui stanno assistendo è come un perverso spettacolo teatrale che culmina solamente con il sangue e la morte: e chi ne sparge di più è colui che prevale sugli altri.

    Che avresti fatto, piccola e sinuosa statua di cera dal volto incrinato, quando fossi diventato intangibile e le mie vesti spettrali non ti avessero più contenuta? Dove saresti sgusciata, mentre i miei passi rapidamente si muovevano su loro stessi e già preventivavano con rabbia la giusta punizione alla tua impudenza?

    Approfittando della tua improvvisa mancanza di supporto avrei cercato di inchiodarti a terra con uno dei miei pesanti stivali piazzato a metà del tuo corpo serpentino, sempre consapevole che avresti potuto nuovamente mutare da un momento all'altro e sperando che tu non fossi capace anche di librarti in volo. Il suolo e l'aria si sarebbero lamentati per un istante e le mie iridi fatte bianche mentre avrei convogliato il potere degli Eoni all'interno del mio piede che già nella mia mente immaginavo riverso su di te. Alcuni sassolini nelle vicinanze, accusando il peso dello scorrere accellerato della loro non-vita avrebbero iniziato a sgretolarsi e la stessa pavimentazione avrebbe subito la decompressione atmosferica sollevando una leggera coltre di polvere: lo sai, non mi importa quanto tu sia longeva piccola serpe, perché ogni cosa a questo mondo muore di vecchiaia.
    Senza darti tregua, in un gesto improvviso avrei ruotato il busto rivelando la sfera crepitante che conservavo ancora celata alle mie spalle e l'avrei diretta mentalmente sulla bizzarra maschera che immaginavo ricoprisse il tuo volto; suppongo che possa servire come una valida distrazione per i tuoi sensi oscurandoti la visuale.

    Poi sarebbe iniziato il vero divertimento. Ridendo come un ossesso in preda a spasmi di euforia ed ignorando le prime avvisaglie di stanchezza che già permeavano il mio vecchio corpo, avrei rifilato tre fendenti disarticolati sul tuo corpo disteso e prono, sempre che fossi realmente caduta in seguito alla mio cambio di fase tra le dimensioni; tre letali colpi di taglio discendenti diretti contro il tuo sembiante viso, da sempre reputata la parte più vulnerabile del corpo, uno per ciascuno dei tuoi occhi splendenti.

    Se ti taglio, soffrirai?
    Se ti spezzo, sanguinerai?
    Se ti uccido, morirai?

    Scopriamolo insieme, pupazzo di sabbia.



    Narrato
    Parlato

    Stato Fisico: Illeso, inizia a subentrare un pò di stanchezza.
    Stato Mentale: Terribilmente su di giri, delirio da adrenalina.

    Mana Disponibile: 50%
    Consumi: 70% - 10% - 10%

    EQUIPAGGIAMENTO

    E, the Edge: spada, vedi prima.

    PASSIVE

    T, the Transcendence: passiva di immortalità

    V, the Vision: passiva di auspex fisico data da una leggera forma di previsione del futuro

    ATTIVE

    S, the Shadow.

    Chi da bambino, osservandosi davanti allo specchio, non ha mai cercato di toccare il proprio alter-ego? Le immagini che ci vengono fornite da una superficie riflettente non sono altro che proiezioni effimere della nostra realtà, intoccabili e inconsistenti eppure coesistono con essa fintanto che questa vi si riverbera. Allo stesso modo in cui un'immagine si riflette in uno specchio, la nostra dimensione si riflette in una a lei speculare: il Piano delle Ombre. Completamente privo di luce, in esso non vive nient'altro se non la trasmogrificazione delle anime dei mortali: un mondo oscuro e in tutto e per tutto congruente al nostro.
    Grazie all'Orologio degli Eoni, Mondragon può varcare la soglia che separa le dimensioni e svanire istantaneamente nel Piano delle Ombre, in modo tale da diventare, per un breve lasso di tempo, intangibile come uno spettro.

    Tecnica (costo variabile). Consente ad Edmund di diventare intangibile per un turno. Può essere utilizzata come tecnica di difesa fisica per contrastare o diminuire i danni ricevuti da un attacco fisico, tramite un costo di mana adeguato, ma non consente di attraversare oggetti o persone. (CONSUMO MEDIO)

    D, the Dust.

    Tutta la materia, sia essa animata o inanimata, si decompone quando patisce le ingiurie del tempo e diventa presto o tardi polvere, ma per chi è in grado di imbrigliare i vorticosi venti cronali, si tratta semplicemente di velocizzare un processo. Edmund può concentrare sul palmo della propria mano la pressione temporale del Flusso degli Eoni, controllando il tempo specifico di un oggetto o di un essere vivente con la facilità con cui un fornaio modella l'impasto; mentre le dita vengono diffuse da un alone oscuro e tremolante, un'avvisaglia dell'estrema compressione dell'atmosfera e della conseguente dispersione della luce, l'aria intorno al Cronarca diventa calda e secca, la vegetazione circostante inizia lentamente il suo decorso vitale, la pietra lavorata si sgretola e le spade arrugginiscono. Solo allora, tutto ciò che entra in contatto col braccio si corrompe e appassisce, mentre il potere dell'Orologio accelera in modo esponenziale il suo invecchiamento fino a ridurlo un cumulo di polvere spazzato dal vento.

    Tecnica offensiva (costo variabile). Tutto ciò che viene colpito da un attacco fisico di Edmund durante questo turno (può essere portato a mano libera o armata) dopo l'attivazione di questa tecnica avvizzisce istantaneamente, ad una rapidità proporzionale al costo della tecnica: un attacco di livello basso può causare spossatezza e stanchezza diffusi nella parte colpita, un attacco di livello critico può far marcire completamente corazza, pelle e ossa. Se viene usata come tecnica per l'uccisione di un giocatore, questo invecchia fino a diventare polvere. (CONSUMO MEDIO)

    NOTE: Un po' perché ha appena visto che riesci a cambiare forma e un po' come istintiva reazione ad un intrusione nel proprio vestiario Edd utilizza S, the Shadow per diventare intangibile, proteggersi dal suo attacco e contemporaneamente far mancare il sostegno a Sahra. Approfitta della situazione per cercare di inchiodarla a terra con un piede caricato di energia cronale avvizzente (The Dust a medio, sempre che cada a terra ovviamente altrimenti si tratterà di un calcione, vedi tu xD), contemporaneamente utilizzo la sfera rimasta da The Hole del turno prima facendotela arrivare in faccia per tantare di accecarti e ti rifilo qualche colpo di spada con gli slot gratuiti.
    Qualche piccola precisazione per correttezza: visto che come scritto ho usato solo 7 sfere nel turno prima, i tuoi danni dovrebbero ammontare a circa 3/4 di medio (puoi correggere pure nel prossimo post), mentre per The Hole non sono sicuro che possa essere utilizzata una tecnica di difesa fisica visto che come da testo non sono corpi fisici ma anomalie di vuoto fisico e nel testo della tecnica è chiaramente specificato che serve una difesa di tipo magico per difendersi da esse: lo dico nel caso volessi difenderti da quella di questo turno!
     
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    ~ { Durante lo scontro


    Cosa sono i millenni? Un manciata di tempo.
    Polvere in confronto all'unico sguardo del
    deserto.

    *

    Consapevolezza.
    L'avvertivi nettamente, quella sensazione.
    Una profonda e ineguagliabile convinzione di palese superiorità.
    La guardavi ingrossarsi come un fiume in piena, alimentata da ogni gesto che seguì al tuo attacco.

    Avevi dissetato il crononarca di conoscenza: in quel preciso momento, ti cadde addosso la certezza di averlo in pugno e, pur non potendo esprimerla, la felicità ti sfiorò l'animo. Quando l'Araldo del Tempo si era messo a sciorinare parole vane, completamente preda della sicurezza causata dal dominio di chissà quale astruso elemento, ti si rigonfiò nei recessi magici che t'animavano una punta d'orgoglio.
    Niente di umano. Eppure intenso, come la sete.

    Ti ritrovasti a fissare quel tale dietro al vacuo sguardo della tua maschera, muto. Era lì, davanti a te, pronto a reclamare il tuo corpo come trofeo. Le sue membra erano divenute eteree, e la sua vita si spostò in un altro piano dell'esistenza per il tempo necessario a farti ritrovare nel vuoto. Celermente, si abbatté su di te come fa la tempesta contro al naufrago.

    Il primo attacco fu un pestone, uno che sembrava intenzionato a bloccare una biscia in terra. Il tuo corpo artificiale interpretò i segnali del movimento altrui, quando questi fu prossimo a realizzarsi. Così cambiasti ancora, ridistribuendoti nella maniera più consona: tutto si restrinse all'area della maschera e sotto di questa dei cuscinetti di sabbia e terra funsero da ammortizzatori. Tutto ciò non ti rese meno vulnerabile, semplicemente diminuì lo spazio esposto a colpi e lo concentrò tutto verso la tua fonte di difesa primaria: la maschera, dalla quale proruppe un breve innesto di mana onde barricarsi.

    Nel lasciarti coprire il viso d'avorio dalla suola, ti offristi volontariamente a una serie di conseguenze, tanto positive quanto negative. Il suo voler accecarti e infilzarti con la spada fu, di fatto, boicottato dall'aver scelto di combaciare con la sagoma della sua scarpa, piuttosto che provare a fuggire via; al tempo stesso, forse per via dell'errata misura di mana usato, un maleficio nuovo riesumò i residui del colpo precedente e ne completò l'opera, ai danni della tua maschera.

    Il deserto non ha coda.

    Serrasti i granelli di sabbia del tuo essere. Anche se distante dalla capacità di concepire il dolore, eri capace di provare qualcosa di artificiosamente analogo; consapevole che, con la distruzione della tua maschera, andava perduta ogni tua funzionalità.

    Una paura che svanì presto.

    Non avevi covato mai sogni o desideri.
    Perché avevi vissuto la tua breve esistenza come parte di un tutt'uno.
    Avevi attraversato le fugaci pieghe del tempo, prima nel ventre gravido e arido dello Yuzrab, poi da costrutto. La tua mente era un groviglio di pensieri generati dalla magia. I tuoi sensi erano una rete disegnata con un incanto. Replicavano le funzioni sensoriali e non la loro individualità: eri un piccolo granello di sabbia in una distesa vasta e infinita.
    Il deserto era la tua unica vita,
    la sola che ti era stata data
    e da cui traevi forza.

    Il deserto non ha nulla che tu possa ottenere, gatto.

    La tua preda avrebbe reagito nei modi che tu avevi deciso,
    con une feinte bene orchestrata.

    Dovevi solo imitare una magia di cui eri davvero in possesso, ovvero provando a stringere attorno all'altrui gamba una ghigliottina. A questa seguitò la chiara intenzione di azzopparlo, a dispetto che in realtà l'imitazione fosse inerme, mascherata da obolo di mana opportunamente speso a favore della messa in scena.

    Dazio di energie che, in realtà, avevi sì pagato ma per l'avvento di una creatura di terra e sabbia. L'essere mastodontico, dalla forma leonina, avrebbe ritardato la sua apparizione per intercettare la fuga dell'altro. Ovvero, al momento di riprendersi la sua tangibilità per evitare il peggio, l'essere da te chiamato gli sarebbe balzato a ridosso per travolgerlo con gli spuntoni irti e sporgenti dalle fauci.

    Lo avresti costretto a dare fondo a preziosa energie per difendersi due volte: una volta a vuoto e l'altra, invece, da un reale pericolo. Nel migliore dei casi, Cenobia lo avrebbe aggredito con veemenza a prescindere che fosse così sprovveduto da non liberarsi dalla tua presa o da non accorgersi di lui. Lentamente avresti instillato la paura nella sua mente; e il terrore di non essere realmente al sicuro, né dalla distanza e nemmeno nell'estrema vicinanza. Il tutto suggellato da una tacita rivelazione: l'aver lasciato al gatto il lusso di mordicchiare la tua coda fino ad ora, così che le fauci del deserto potessero divorarlo al momento propizio.


    STATUS

    Status Fisico: Ottimo 65%, crepe profonde sulla maschera. Senso generale di stanchezza.
    Ferite Riportate: Danni di entità Alta. Basso di stanchezza.

    Condizione Metale: Attento e determinato.

    Mana Consumato: 5% + 10%
    Mana Residuo: 55%

    Altro: vado per gradi,
    - uso la passiva per concentrare meglio la mia forma e uso Elegia Difensiva "Fisico" pensando di dovermi parare da un pestone.
    - il Danno Basso subito fa aggravare le ferite riportate in precedenza. Ho operato questa scelta in quanto, avendo male interpretato la tecnica altrui, mi è sembrato doveroso riparare e ho tentato di contestualizzare narrativamente il danno che non ho subito al turno precedente.
    - Approfitto di essere sotto le scarpe di Edmund per evitare la serie di attacchi fisici, e lo faccio rimpicciolendomi quanto basta per finire perfettamente sotto le sue scarpe.
    - Uso la mia passiva di mutaforma per mimare La Sabbia Obbedisce ma l'obolo di mana che pago va per Cenobia. Non mi servo della mia passiva di istant-cast in questo caso, ritardando volutamente l'apparizione dell'evocazione.
    - Ricordo che la mia passiva di mutaforma non mi dona vantaggi che non superino le normali dotazioni dei pg (arti e simili), ergo la ghigliottina è inoffensiva.
    - Spingo Edmund a sfuggire alla finta ghigliottina sprecando a vuoto la sua difesa eterea, quindi appena torna tangibile Cenobia gli è adosso a Medio (1 turno) per colpirlo.
    - Lo scopo è costringere Emund a sprecare a vuoto anche una seconda difesa, diminuendo di molto le sue riserve e metterlo al corrente che il mio personaggio può attaccare tanto da vicino quando da lontano, oltre che porsi in sovrannumero.


    EQUIP

    Il volto celato
    { Equip: Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, mentre i danni subiti sono espressi come spaccature sulla stessa: la distruzione della maschera comporta la morte del personaggio

    Le mille e una notte
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro

    ABILITA' PASSIVE

    La Sabbia cambia
    { Passive: Cambiare forma a piacimento

    Camminatore degli Abissi
    { Passive: Camminare su ogni superficie

    La Sabbia giunge
    { Passive: Istant-Cast

    La Sabbia condivide
    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ABILITA' ATTIVE

    Elegia Difensiva
    Come qualunque creatura dotata di vita al mondo, anche il deserto possiede un forte istinto difensivo che lo induce a desiderare la propria salvaguardia, allorquando si senta minacciato o sia consapevole d'essere in pericolo. E poiché la Maschera funge per lui da fonte vitale, non sarebbe strano immaginare che quest'ultima sia capace d'indurirsi abbastanza da attutire o colpi di natura magica o colpi di natura fisica, seppur non nello stesso istante. Se l'obolo di mana speso è sufficiente, essa può anche annullare eventuali offensive di consumo pari o inferiore. Oltre a ciò, la maschera ha facoltà di preservare l'integrità spirituale del costrutto; ovvero, allorquando vittima di un'aggressione di stampo spirituale appunto, il deserto ha possibilità di erigere per se stesso una barriera a costo variabile. L'efficacia della stessa è dipesa dunque dal consumo: se pari o superiore, l'aggressione può venir vanificata in toto; se inferiore, si subirà metà o più danno, in base al divario tra difesa e offesa.
    { Attiva: Difesa Fisica (Consumo Variabile Alto)


    Cenobia
    Il guardiano protegge... Una città racchiusa dietro le mura... Egli adora distruggere.
    ~

    La seconda evocazione fra le più piccole, misurando -in altezza e larghezza complessive- circa sette metri; si tratta di un mostro che rassomiglia ad un leone, pesantemente ricoperto d'una corazza di roccia e pietra su quasi tutto il corpo felino. La sua specialità è la corsa: appena sorto dal terreno in cui viene richiamato, questi subito cerca di travolgere il bersaglio come farebbe un qualunque toro. Tuttavia poiché la parte anteriore del suo muso possiede una serie di spuntoni ricurvi all'insù, farsi colpire non sarebbe un'esperienza affatto gradevole. Esso può rimanere in campo anche per due turni, a scapito tuttavia della potenza.
    { Attiva: Evocazione (Consumo Medio)

    ///
    { Attive:
     
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    The Farsight

    Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano,
    troppo rapido per coloro che temono,
    troppo lungo per coloro che soffrono,
    troppo breve per coloro che gioiscono,
    ma per coloro che amano, il tempo è eternità.




    Una risposta fin troppo prevedibile.
    Ma che dico? Le previsioni sono il fetido appannaggio di oracoli e indovini, la rivoltante scappatoia di veggenti e chiromanti; e francamente, non ho mai creduto né ai segni né alle carte. Io non parlo per mezze verità, non mi fido delle ingannevoli apparizioni celesti, non ho il pallido timore di un incombente ed ineluttabile destino.
    Io il destino me lo creo, senza lasciare nulla al Caso.
    Tutto era già stato deciso ancora prima che mettessi piede in questo serraglio d'anime chiamato Arena Nera, ogni tassello era già accuratamente predisposto e ordinato, rimaneva solo da decidere in quale degli infiniti futuri possibili inoltrarsi per concretizzare l'obiettivo prestabilito.
    Lo sai qual'è la sorte che ho scelto per te?

    Quando ti trovi di fronte a un individuo in cui sai che l'unico stimolo cosciente è quello di farti a pezzi il più rapidamente possibile, generalmente non si ha il tempo di ponderare sul risultato delle proprie azioni e si finisce così per agire d'istinto, colpendo ed evitando offensive senza dare ascolto a fattori come 'logica' o 'ragione', divorati a propria volta da una bruciante sete di sangue e disperazione dettata da un puro senso di sopravvivenza: un istinto che spesso viene sottomesso dall'esperienza dei reduci, che tende a distinguere quelle che appaiono come mosse azzardate da vere e proprie trappole organizzate da una mente più sveglia e pronta.
    Ma cosa accade quando il timorato mortale affronta invece il divino?
    Cosa succede quando l'incauta bestia risveglia l'ira dell'eroe dormiente?
    A differenza tua, io ho avuto tutto il tempo che mi serviva per studiarti e razionalizzare ogni tuo singolo passo.

    E nel frattempo, tu cosa facevi?
    Continuavi a nasconderti, ad eludermi, ad evitare lo scontro cambiando forma e con essa anche l'approccio ad un inevitabile risultato.
    Ma dentro di te lo sapevi che non avresti potuto scappare per sempre: per quanto ancora saresti riuscito ad evitare che la mia fredda lama raggiungesse la tua maschera già incrinata? Presto o tardi i nascondigli sarebbero terminati, le opzioni terminate, ed io sono uno che impara in fretta.

    Lo sanno anche i bambini che nessuno può sfuggire al tempo.

    Mentre faccio queste ed altre riflessioni tu sei lì, chino, con la faccia schiacciata dalla suola polverosa dei miei stivali quasi fossi niente più che pietoso sterco di bestia; provi a reagire, forse la tua collocazione non ti aggrada, ma il tuo assalto è tardo e spasmodicamente lento rispetto alla mia posizione privilegiata.
    Hai atteso troppo che io terminassi di menare fendenti a vuoto per uscire dal tuo spesso guscio di tartaruga e osare un contrattacco. Posso scorgere le sabbie di cui sei composto sollevarsi dal loro occultamento ed ergersi a forma di una macabra ghigliottina attorno alla mia gamba sinistra, ma non vedo nessun intento omicida in ciò che stai facendo: vuoi attaccarmi, o semplicemente bloccarmi qui?

    Alzo l'arto inferiore con una certa irruenza spostando il peso corporeo sul piede destro saldamente ancorato al terreno, liberando così il controllo che ho sul mio nemico ed evitando la sua insidia, quale che fosse lo scopo originario; obiettivo che non tarda a palesarsi, quando nella diramazione degli eventi possibili scorgo la tua offensiva celata dietro di me.

    Credevi davvero che non l'avrei percepito?
    Cerco di trattenere un risolino di soddisfazione quando contemplo con chiarezza che nella tua sfrontatezza hai provato ad imitarmi con un inganno ben orchestrato, una finta offensiva sul fronte che celava un insidioso attacco retrostante manovrato da una torreggiante creatura leonina evocata dalla pietra stessa.
    Che follia pensare di potermi sorprendere.
    Io vedo tutto.
    Attendo quei brevi istanti che mi separano dalla carica, ben conscio che ogni predatore attacca con maggior irruenza ogniqualvolta reputi ignara la propria preda, e all'ultimo secondo mi getto lateralmente alla mia destra, facendo forza sulla gamba dominante, tentando di schivare la furia che si avvicina alle mie spalle.
    L'idea è funzionale, ma la distrazione causata nei miei sensi dal nuovo nemico mi impedisce di concentrarmi su ciò che ho di fronte ed il mio nemico ne approfitta per serrare parzialmente la sua morsa sabbiosa sulla gamba in elevazione e limitarmi così i movimenti; la bestia prosegue tuttavia nel suo assalto investendomi e scontrando le sue pesanti protuberanze rocciose contro la parte sinistra del mio corpo, dilaniandomi le carni e procurandomi svariate ecchimosi diffuse sul bacino, sulla coscia e nella schiena.
    Prima ancora del dolore straziante inizio a percepire un odio profondo e mal celato assalirmi come l'onda di una marea in piena.

    “Argh!”

    Il fragoroso urto causato dall'impatto mi sbalza di qualche metro più ad est, ma grazie alla gamba ancora indenne riesco a mantenere un precario equilibrio e a non crollare immediatamente a terra.
    Sento il costante martellare dei muscoli che si infiammano, delle ossa che dolgono e il controllo sulla sanguinante gamba sinistra diventare sempre più debole e vacuo; ma più del mio fisico è la mia mente ormai ad essere sofferente, ed ogni tentativo di mantenere la calma è ormai morto seppellito dall'onta e dallo strazio.

    “Ti giuro che dopo questo giorno di te non rimarrà nemmeno il ricordo!”

    Urlo al mio avversario in tono delirante digrignando i denti, approfittando di quei pochi istanti per rifiatare e riacquistare un barlume di lucidità.
    Riacquisisco una posizione eretta, stringo entrambi le mani sull'elsa della spada e il frutto della mia collera non tarda ad arrivare. Tempo, gravità e spazio esistono solo per servirmi ed è arrivato il momento che questo pupazzo comprenda appieno l'universo che ci separa.

    “Fine dei giochi, topolino. ”

    Il potere che il Maelstrom mi ha concesso si sarebbe materializzato poco oltre di me, a circa un metro di distanza; troppo per poter essere sfruttato contro di me per un successivo contrattacco, troppo poco per riuscire a scampare dalle brame della mia lama.
    I miei occhi fissano due punti nel vuoto come cieche lampade che illuminino il buio di una notte senza luna, ed il vuoto risponde vorticando e screziandosi dando origine a qualcosa che sfugge alla vaga comprensione dell'uomo: un'oscura ed inconcepibile vastità nera senza forma né costituzione, un'aberrante anomalia dimensionale che taluni chiamano Warp, Wormhole, Buco Nero, Immaterium; la verità è che nessuno di loro sa davvero che cosa si celi oltre il velo della realtà.

    “Da qui non si scappa.”

    Ed era vero. Questa volta non ci sarebbe stato modo per la creatura di fuggire ai due piccoli varchi gemelli che, talmente affiancati e complementari da apparire come un'unica entità, sembravano ricordare vagamente il simbolo dell'infinito.
    Avrei atteso che la gravità indotta nel resto della materia da quelle discontinuità trainasse il mio avversario verso il loro centro focale, attendendolo a guardia alta, prima di rilasciare due rapidi colpi di spada sulla sua figura in balia dell'intangibile corrente.

    Due colpi di taglio, precisi e brutali, mossi dalla rabbia, dal dolore e dalla stanchezza che ormai pervadeva ogni frammento del mio corpo.

    Dritti sulla sua fronte.



    Narrato
    Parlato

    Stato Fisico: Danno MEDIO diffuso nella parte posteriore sinistra del corpo.
    Stato Mentale: Dolorante, stanco e infuriato. Vuole fare a pezzi il suo nemico.

    Mana Disponibile: 35%
    Consumi: 50% - 10% - 5%

    EQUIPAGGIAMENTO

    E, the Edge: spada, vedi prima.

    PASSIVE

    T, the Transcendence: passiva di immortalità

    V, the Vision: passiva di auspex fisico data da una leggera forma di previsione del futuro

    ATTIVE

    W, the Warp.

    La realtà che siamo abituati a conoscere non è null'altro che la sovrapposizione di infinite concretezze; spazio e tempo sono concezioni puramente soggettive nell'accavallarsi delle illimitate dimensioni discordanti che ci circondano. Ciò che è, può non essere stato tale in un altro momento e in un altro luogo, e la percezione degli uomini indugia in maniera vuota davanti agli enigmi che avvolgono l'universo.
    Quando le lancette dell'Orologio degli Eoni si fermano, la realtà sublima e si increspa. Con un sordo boato, lo spaziotempo implode su volontà del Cronarca, trascinando al suo interno tutto ciò che si trova nelle immediate vicinanze e conducendolo verso l'orizzonte degli eventi.


    Tecnica offensiva ad area (costo variabile). Edmund deve poter osservare uno specifico punto dello spazio entro il raggio massimo della tecnica (non ha effetto se egli è privo della vista o impossibilitato a guardare). In quel punto si forma una piccola increspatura nello spazio, che dopo qualche istante si accartoccia in uno squarcio che attira a sé tutto ciò che si trova entro l'area di azione della tecnica al di fuori di lui (5m a basso, 7m a medio, 10m ad alto e 15m a critico), con una forza proporzionale al costo della tecnica. Una difesa magica di livello sufficiente permette di annullare l'effetto attrattivo della tecnica. Tutto ciò che viene attirato dallo squarcio dimensionale viene danneggiato a causa dello squilibrio fisico del vuoto; se una creatura o un oggetto vengono uccisi/distrutti da 'W, the Warp' sono trascinati e dispersi per sempre all'interno del limbo interdimensionale noto come Maelstrom. (MEDIO + BASSO)

    NOTE

    Dunque, dato che Edmund non ha mai visto prima la tech 'la sabbia obbedisce' di Sahra e non è dotato di alcun auspex spirituale che possa rivelare il consumo di mana speso, interpreta la finta come un tentativo di danneggiargli o intrappolargli la gamba fisicamente, e visto che le nostre due velocità sono simili si limita ad un primo momento semplicemente a cercare di allontanarsi dall'attacco.
    Vede l'apparizione di Cenobia grazie al suo auspex fisico di 360° (il fatto che sappia che stia arrivando grazie alla preveggenza è puramente ruolato ma non ha avuto influenze sul gioco) e per via della rapidità dell'attacco crede che gli basti spostarsi all'ultimo per evitare la carica, ma non essendosi ancora allontanato a sufficienza da Sahra ho immaginato che la sua 'finta ghigliottina' avesse avuto almeno la funzione di limitare i suoi movimenti, quindi si prende comunque il Medio che fa in modo di allontanarlo da Sahra.
    Detto ciò Edd usa contemporaneamente due volte The Warp a Medio e Basso indicando come centro focale un punto all'altezza del suo viso e ad un metro da lui sperando di far uscire allo scoperto il suo nemico, e si prepara a colpire Sahra con la spada nel caso in cui questa venga attirata verso il fulcro della tecnica.

    Edit: ho editato una piccola ripetizione di parole di cui non mi ero accorto prima.


    Edited by .:Aeon Clock:. - 16/7/2015, 19:24
     
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    ~ { Durante lo scontro


    Il Tempo a precedere le civiltà, il Deserto a seguire.

    *

    Non lo avevi capito.
    Ti risultò invero difficile da comprendere, come concetto; ancor meno semplice fu l'elaborarlo. Avevi affrontato innumerevoli avversari e ancor più sfide, ma mai ti era capitato che qualcuno si facesse gioco di una delle tue creature. Entità enormi, rivestite per lo più di pietra e animate dalla magia. Tutte dotate di una innegabile, imponente statura.

    E quel tale avrebbe portato sulla pelle lo scotto per l'errore commesso. Assieme alle gambe ora tremanti, il rosso del suo sangue testimoniava per Cenobia.

    Il deserto...



    ~ { Danzando sulle Rovine


    Tremava.
    Scosse flagellavano con precisione regolata le nere pareti lucide di quell'Arena. Fuori, nei cunicoli, le grida si mescolavano con gli ordini e tutto diventava caotico. Almeno, lo era per coloro che erano all'interno degli spalti. Gli altri tenevano l'anima in pena, in attesa di sapere che sorte sarebbe toccata loro. Erano una marmaglia disorganizzata, stretta nella morsa del destino comune. Soli, spaventati, assediati, messi alla prova e abbandonati. Un popolo che da un lato combatteva per la propria supremazia, dall'altra si disperava nell'agonia.
    Tutta Merovish.

    « ...quale impudenza!
    Cercare di insultare la mia intelligenza mentendo a questo modo. »

    jpg
    « ...come se non potessi sentire la Sua ingombrante presenza da qui. »

    La discussione con il Re Vorto ti costò cara.
    La verità, senza nemmeno che dovessi far alcunché per intingerla di veleno, si nutrì dell'odio del sovrano sulla natura delle tue parole. Aveva pregustato quel momento, da sempre. Ora che era libero, sua maestà era poco più che uno spettro etereo, accompagnato dalla sua corte, per lavare via l'onta del Primo. In pratica, egli era uno spettro animato dalla vendetta. In passato c'era solo una cosa che aveva saputo fare, ovvero ripercorrere i sanguinosi banchetti con chiunque lo raggiungesse nelle sue prigioni eterne.

    Non esisteva nulla che potesse fermarlo. Così distese il suo regio volere sul Kuthiano, mentre tu non potevi far altro che assistere.

    Poi ti interruppe un suono.
    Ti girasti rapidamente verso il varco, da cui ogni malignità era uscita.
    Era come se stesse attirandoti verso di sé.

    E il Re Vorto...



    ~ { Durante lo scontro


    Una risata.
    Il suono prodotto dalle sfere altrui sibilavano come se, divertite, stessero canzonandoti. Eppure non riuscivi a toglierti dalla testa quella visione: ciò che per te era più simile a un ricordo, che periodicamente tornava a farti visita. Portavi con te le vicende del Vorto come un bagaglio pesante. Non sapevi se liberartene o meno, perché rammentare qualcosa era un brivido d'individualità a cui non desideravi rinunciare.

    Il deserto non necessita di scappare.

    La luce nera dei due varchi si rifletté sull'avorio della maschera. Certo di aver trovato il modo di fermarti, l'antagonista elevò la sua spada per tentare ancora di ferire il tuo corpo. Il dazio di tale ripetitività andava pagato con l'ostinazione; un impulso magico proruppe, nullificando il potere attrattivo del più debole dei globi. Tale manovra, rinforzando l'attrazione dell'altro, fece sì che il tuo corpo, preda della gravità, fosse spostato a lato rapidamente. Un taglio della spada lambì finalmente il tuo volto, che fu poi ulteriormente corroso dagli effetti di quel cronale incanto.

    Il deserto è ovunque.

    Emerso dal terreno, fece finalmente la sua apparizione il più temibile dei tuoi colossi. Una statua di nuda pietra, terra ed erba. Si elevò imponente e mosse passo verso l'altro; avrebbe elevato l'arto destro -sostituito da un blocco unico- a mo' di spada per colpire Edmund in diagonale, sul collo.

    In quelle fasi concitate, attendendo la sparizione della sfera, avresti fatto te stesso schermo dell'invocazione, prendendo la forma del Cenobia di cui prima e fingendo, dunque, d'essere svanito; nell'ipotesi che non avesse modo di distinguerti dalle tue creature, avresti accentuato l'idea di trovarsi in svantaggio attaccandolo con una testata.



    STATUS

    Status Fisico: Seriamente danneggiato 45%, crepe profonde sulla maschera, segni di taglio, corrosione. Senso generale di stanchezza.
    Ferite Riportate: Danni di entità Alta. Basso di stanchezza. Medio di corrosione + attacco fisico.

    Condizione Metale: Freddo e calcolatore.

    Mana Consumato: 5% + 20%
    Mana Residuo: 30%

    Altro: uso Elegia Difensiva per annullare la sfera a Basso, così quella a Medio mi tira via con sé e mi aiuta a schivare parte dell'attacco fisico ma danneggiandomi magicamente. Evoco Gaius ad Alto e lo scaglio contro Edmund, mentre uso la passiva mutaforma per prendere la forma di una delle mie invocazioni e mettere l'avversario in difficoltà. Concludo il turno con un attacco fisico normale.
    PS: nel turno precedente ho erroneamente riportato un consumo ALTO alla difesa, quando invece esso è Basso.

    EQUIP

    Il volto celato
    { Equip: Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, mentre i danni subiti sono espressi come spaccature sulla stessa: la distruzione della maschera comporta la morte del personaggio

    Le mille e una notte
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro

    ABILITA' PASSIVE

    La Sabbia cambia
    { Passive: Cambiare forma a piacimento

    Camminatore degli Abissi
    { Passive: Camminare su ogni superficie

    La Sabbia giunge
    { Passive: Istant-Cast

    La Sabbia condivide
    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ABILITA' ATTIVE

    Elegia Difensiva
    Come qualunque creatura dotata di vita al mondo, anche il deserto possiede un forte istinto difensivo che lo induce a desiderare la propria salvaguardia, allorquando si senta minacciato o sia consapevole d'essere in pericolo. E poiché la Maschera funge per lui da fonte vitale, non sarebbe strano immaginare che quest'ultima sia capace d'indurirsi abbastanza da attutire o colpi di natura magica o colpi di natura fisica, seppur non nello stesso istante. Se l'obolo di mana speso è sufficiente, essa può anche annullare eventuali offensive di consumo pari o inferiore. Oltre a ciò, la maschera ha facoltà di preservare l'integrità spirituale del costrutto; ovvero, allorquando vittima di un'aggressione di stampo spirituale appunto, il deserto ha possibilità di erigere per se stesso una barriera a costo variabile. L'efficacia della stessa è dipesa dunque dal consumo: se pari o superiore, l'aggressione può venir vanificata in toto; se inferiore, si subirà metà o più danno, in base al divario tra difesa e offesa.
    { Attiva: Difesa Magica (Consumo Variabile Basso)


    Gaius
    Il prossimo nemico è... nascosto nella nebbia... Un gigante che si erge verso il cielo... La sua collera fa tremare la terra.
    ~

    Il terzo colosso si configura come un'evocazione di nuda pietra, terra ed erba. La sua figura è imponente, il suo corpo rivestito di roccia come fosse una corazza; il braccio destro è sostituito da un lungo e ruvido blocco di pietra, ch'egli non esita a manovrare con violenza sui nemici. Alto complessivamente otto metri, e largo due, è il gigante umanoide più alto di cui il deserto dispone... nonché uno dei più forti. Quando richiamato, egli sorge dalla campo di gara ed esegue ciecamente il volere del deserto; la sua permanenza in questo mondo può durare anche due turni, a scapito però della sua potenza (ma non delle sue dimensioni, giacché queste non incidono sulla forza del colosso).
    { Attiva: Evocazione (Consumo Alto)

    ///
    { Attive:
     
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    The Hourglass

    Il tempo passa, dici?
    Ahimè, non è così.
    Il tempo resta, siamo noi che passiamo.




    Lo senti anche tu?
    Il suono della lama che scricchiola lentamente e si infrange sulla tua maschera mi pervade di un piacere così macabro e sfrenato che per un istante il bruciore delle mie carni doloranti abbandona la mente e lascia spazio ad unico preponderante senso di giustizia.
    Metallo contro avorio, un taglio poderoso e secco, una nota talmente armoniosa e sublime che oserei quasi definirla quasi erotica. L'urto placa candidamente qualunque altro pensiero e sopisce l'irrazionalità della sete di sangue, mi colma di un appagamento così piacevole ed intenso da sfiorare le vette della sensualità, della dominazione, mi fa precipitare nell'Olimpo della passione carnale, nell'Erebo della perdizione dei sensi.
    Ho odiato quel finto sorriso che avevi stampato in volto sin dal primo momento in cui ho messo piede su questo campo di battaglia polveroso ed intriso di sangue; non potevi essere felice, non dovevi essere felice, non te lo meritavi tanto quanto non me lo sono mai meritato io.
    Eppure ormai la tua maschera spezzata ha abbandonato quella ridicola espressione compiacente ed ha assunto fattezze ben più funebri, ricordando a tutto il pubblico quanto sia fragile la stabilità umana e di quale vuotezza siano costituiti i suoi sogni.
    Lo scontro infuria, l'adrenalina ormai mi investe come un torrente in piena amplificando l'effetto di tutti gli psicofarmaci a cui il mio corpo è assuefatto, e non ho più nemmeno la necessità di stringere i denti; mentre accenno ad inarcare gli zigomi con aria soddisfatta so di avere in pugno questo scontro così come la vita del mio avversario.

    Eppure anche la superbia, così come ogni altra sensazione inebriante, è destinata a durare poco.
    La creatura nerovestita si rialza rapidamente e con semplicità reagisce allo scompenso che ho creato nel Maelstrom, ma per una frazione di tempo infinitesimale rimane immobile, paradossalmente congelata da fili invisibili, come se fosse alla ricerca di qualcosa che non si trova nel mondo terreno.

    Perché non ti decidi a crepare e basta?

    Per quanto io ti colpisca, ti umili, ti faccia prostrare al suono come il verme che sei, tu continui semplicemente a rialzarti.
    Non è coraggio quello che dimostri, né una grande forza di volontà: sei solo un ingenuo.
    Una preda dovrebbe arrendersi al predatore quando si rende conto di non poter più scappare.
    Il gioco della vita si sta per concludere e tu non hai altre carte da giocare: continui a rimescolare il mazzo nel vano tentativo di nascondere la prossima mossa, ma la verità è che sapevamo entrambi come sarebbe finita questa partita.
    La ruota della roulette russa continua a girare, e così i fili intrecciati del nostro destino comune.

    Quante volte devo farti a pezzi perché tu possa accettare di morire?

    Rimandare l'inevitabile, che noiosa seccatura.
    Tipico dei mortali, così terribilmente fragili, così pateticamente ostinati.
    Ti squadro con aria vaga mentre provi a pescare, forse per l'ultima volta, dal copioso mazzo del Fato. Un'altra incognita, un rischio estremo, ma l'unica via di scampo per chi abbia già perso tutto: scompari, o almeno così sembra, lasciando al tuo posto una creatura simile a quella che mi ha appena attaccato, sebbene più ridotta in dimensioni.
    Una fuga coperta da un'evocazione? Così sembra, almeno a primo avviso, ma la maschera consunta e spaccata che la bestia porta con sé non lascia alcun dubbio riguardo la sua vera identità.
    Ti ho già visto cambiare sembianze fin troppe volte, credevi non mi fossi accorto di qual'è l'unico dettaglio che rimane sempre costante?

    “Davvero ridicolo pensare di potermi fregare così”.

    All'improvviso, una voce interviene di soprassalto all'interno nella mia testa, riportando al presente tratti di eventi dispersi nelle innumerevoli pieghe dei futuri plausibili.

    “Sotto di te. A ore sette.”

    Pessimo errore, la distrazione in battaglia.
    Un attimo di esitazione e si può trasformare una vittoria assicurata in una causa persa, un eroe invitto nel cadavere di uno sconfitto, un sempre in un mai: buona cosa che io abbia qualcuno che veglia sempre su di sé.
    Provo a concentrarmi mentalmente sul decorso imminente delle mie azioni, giusto mentre scorgo una lancia rocciosa protendersi diagonalmente dal terreno alla mia sinistra, diretta ansiosamente verso il mio collo scoperto, ed accorgendomi con disappunto che la lama è troppo rapida perché io possa prepararmi in tempo al suo arrivo: ancora prima che l'arma sorretta dal gigante di sabbia incontri le mie carni, io inizio a grugnire di dolore.
    Non sempre la visione degli eventi futuri è un dono facile da accettare, specialmente quando anticipa un inevitabile supplizio.

    Come preventivato il colpo giunge in maniera atrocemente spietata sulla spalla mancina perforandola, recidendomi prima il deltoide e poi il muscolo sopraspinato; tra le mie sommesse grida di dolore, il fendente prosegue diretto contro la mia gola, ma radunando una discreta quantità delle forze che mi rimangono riesco a rendere il mio corpo nuovamente intangibile e ad evitare che l'attacco del colosso mi stacchi di netto la testa.
    Contemporaneamente, la creatura dall'aspetto felino posta di fronte tenta invano di assalirmi; con un rapido scatto mi è addosso, ma le sue grinfie leonine non possono nulla contro la mia sagoma spettrale, e con tutta probabilità essa si sarebbe semplicemente limitata a fendere l'aria sbilanciando così la sua nuova forma.
    Era l'apertura che stavo aspettando da tutto lo scontro per colpirlo allo scoperto.

    Un vero peccato che il braccio sinistro non risponda più ad alcuno stimolo da parte del mio cervello.
    Cerco con ogni modo concepibile di farmi forza per ignorare il dolore lancinante che mi deturpa l'animo per non dare alcuna soddisfazione al mio avversario, ma la realtà è che vorrei piangere. Sono abituato al male fisico, ma accorgersi che i muscoli non reagiscano a causa del loro annichilimento è una di quelle ferite mentali a cui difficilmente è possibile opporsi.
    Ormai, metà del mio corpo è dilaniato da strazianti ferite che mi costringono contro la mia volontà a crollare sul ginocchio della gamba ancora sana.

    Pagherai anche per questo.

    Penso, perché ormai persino il fiato inizia a scarseggiare e non è il momento per sprecare preziose risorse vitali.
    Erano forze che avrei investito più proficuamente in un affondo, privo di alcuno scrupolo, diretto al basso viso di quell'aberrazione multiforme che si sarebbe prostrata inerme sopra di me.
    Avevo conservato alcune energie da rivolgere contro la mostruosità lavica appena sorta alle mie spalle, ma fortunatamente la sua repentina sparizione mi consente un rapido riadattamento delle possibilità; sebbene non ne avessi la certezza, avevo preparato uno schema da seguire anche in questa eventualità.

    Forse non puoi sanguinare.
    Forse non puoi soffrire.
    Ma stai pur certo che ti farò scomparire dalla faccia della terra.

    Permeato dalla stanchezza e dall'affanno, riesco a sentire ogni cosa molto più chiaramente ora.
    Percepisco il mio respiro pesante ed il sudore che lentamente gocciola dalla mia fronte.
    Occultato nel taschino interno della camicia, riesco ad udire persino il lento ticchettio dell'Orologio avvisarmi che le dieci di sera stanno per scoccare.
    Ma contrariamente a ciò che ne pensa il resto del mondo, sarebbero state le nove per ancora qualche istante.
    Il flusso degli eventi avrebbe invertito il suo corso e ciò che era sarebbe stato di nuovo: una vita ormai spenta si sarebbe riaccesa, una luce si sarebbe fatta nuovamente oscurità, un ricordo sarebbe tornato ad essere minaccia: invertendo di una manciata di secondi lo scorrere del suo tempo relativo, avrei riaperto l'anomalia la cui impronta giaceva proprio alle spalle del mio avversario.
    Ti saresti potuto opporre all'insidia dietro di te, ma non avresti avuto scampo contro il mio fendente, accellerato come te dalla faglia tra le realtà.
    Avresti potuto ostacolare il mio assalto frontale, ma poi l'Universo ti avrebbe divorato.


    La verità, piccola statua di cera, è che finora hai osservato la clessidra
    e nella tua presunzione, hai creduto erroneamente che la sabbia riuscisse ad imbrigliare il moto del tempo.

    La realtà è diversa.
    Il tempo è troppo vasto, non si lascia imprigionare
    ma anzi, piega a sé qualunque cosa:
    legno, vetro

    e sabbia.



    Narrato
    Parlato
    Aeon Clock

    Stato Fisico: Danno MEDIO diffuso nella parte posteriore sinistra del corpo; danno MEDIO concentrato in particolare sulla spalla e nella parte superiore del torace; impossibilità ad utilizzare braccio e gamba sul lato mancino a causa delle ferite; forte stanchezza e dolore diffuso.
    Stato Mentale: Dolorante e stanco, ma estremamente determinato.

    Mana Disponibile: 15%
    Consumi: 35% - 10% - 10%

    EQUIPAGGIAMENTO

    E, the Edge: spada, vedi prima.

    PASSIVE

    T, the Transcendence: passiva di immortalità

    V, the Vision: passiva di auspex fisico data da una leggera forma di previsione del futuro

    ATTIVE

    S, the Shadow.

    Chi da bambino, osservandosi davanti allo specchio, non ha mai cercato di toccare il proprio alter-ego? Le immagini che ci vengono fornite da una superficie riflettente non sono altro che proiezioni effimere della nostra realtà, intoccabili e inconsistenti eppure coesistono con essa fintanto che questa vi si riverbera. Allo stesso modo in cui un'immagine si riflette in uno specchio, la nostra dimensione si riflette in una a lei speculare: il Piano delle Ombre. Completamente privo di luce, in esso non vive nient'altro se non la trasmogrificazione delle anime dei mortali: un mondo oscuro e in tutto e per tutto congruente al nostro.
    Grazie all'Orologio degli Eoni, Mondragon può varcare la soglia che separa le dimensioni e svanire istantaneamente nel Piano delle Ombre, in modo tale da diventare, per un breve lasso di tempo, intangibile come uno spettro.


    Tecnica (costo variabile). Consente ad Edmund di diventare intangibile per un turno. Può essere utilizzata come tecnica di difesa fisica per contrastare o diminuire i danni ricevuti da un attacco fisico, tramite un costo di mana adeguato, ma non consente di attraversare oggetti o persone. (CONSUMO MEDIO)

    W, the Warp.

    La realtà che siamo abituati a conoscere non è null'altro che la sovrapposizione di infinite concretezze; spazio e tempo sono concezioni puramente soggettive nell'accavallarsi delle illimitate dimensioni discordanti che ci circondano. Ciò che è, può non essere stato tale in un altro momento e in un altro luogo, e la percezione degli uomini indugia in maniera vuota davanti agli enigmi che avvolgono l'universo.
    Quando le lancette dell'Orologio degli Eoni si fermano, la realtà sublima e si increspa. Con un sordo boato, lo spaziotempo implode su volontà del Cronarca, trascinando al suo interno tutto ciò che si trova nelle immediate vicinanze e conducendolo verso l'orizzonte degli eventi.


    Tecnica offensiva ad area (costo variabile). Edmund deve poter osservare uno specifico punto dello spazio entro il raggio massimo della tecnica (non ha effetto se egli è privo della vista o impossibilitato a guardare). In quel punto si forma una piccola increspatura nello spazio, che dopo qualche istante si accartoccia in uno squarcio che attira a sé tutto ciò che si trova entro l'area di azione della tecnica al di fuori di lui (5m a basso, 7m a medio, 10m ad alto e 15m a critico), con una forza proporzionale al costo della tecnica. Una difesa magica di livello sufficiente permette di annullare l'effetto attrattivo della tecnica. Tutto ciò che viene attirato dallo squarcio dimensionale viene danneggiato a causa dello squilibrio fisico del vuoto; se una creatura o un oggetto vengono uccisi/distrutti da 'W, the Warp' sono trascinati e dispersi per sempre all'interno del limbo interdimensionale noto come Maelstrom. (MEDIO)

    NOTE:
    A questo giro ho un po' di specifiche da fare:
    -Innanzitutto ho approfittato del fatto che non avessi specificato la nuova collocazione della Maschera in forma Cenobia, supponendo quindi che sia rimasta sul volto della nuova trasformazione, e citando la tua passiva "la Maschera è il solo oggetto che rimane immutabile in qualsiasi forma Egli assuma". Ragion per cui, essendo la forma di Sahra limitata a 3 metri contro i 7 del precedente Cenobia, ed avendo conservato tutti i danni presenti sulla maschera, è stato relativamente facile per Edmund riconoscere Sahra.
    -Come prima, utilizzo l'auspex fisico passivo per 'prevedere' l'arrivo della tua nuova evocazione. Non mi era ben chiaro dal post da che parte provenisse Gaius, comunque ho supposto che il tuo provenire dal terreno combinato al tuo istant casting mi impedisse di difendermi completamente dalla tecnica, così difendo a Medio con S, the Shadow e mi prendo un medio che mi disarticola la spalla. Grazia alla difesa fisica, riesco anche ad assorbire l'attacco fisico di Sahra e forse a farla sbilanciare per via dell'intangibilità.
    -Utilizzo a puro fine scenico l'idea di invertire il tempo di un'area limitata per riaprire il Warp a medio che si era appena richiuso dietro di te. In linea pratica, non ha nessuna differenza rispetto ad un cast normale della stessa tech.
    -La riapertura del portale è di poco anticipata da un affondo, in maniera tale che la forza di gravità possa agire sulla spada accelerandola (cosicché sahra non riesca ad evitare l'affondo semplicemente 'lasciandosi trasportare' dalla forza gravità)
     
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    ~ { Nel tempo invertito


    Il deserto è il grande mare prosciugato
    in cui si sono arenate le navi del tempo.


    *

    Per l'ennesima volta, lasciavi che il suo volto si specchiasse sulla (tua) porcellana.
    Imprigionati in uno scenario di sabbia e sangue che voi stessi avevate creato, vi apprestavate a concludere l'atto conclusivo di quella sceneggiata. Fu uno scambio di battute stranamente rapido, breve e nemmeno così spettacolare: da un lato il tempo che non poteva elargire la sua maledizione sui deserti, dall'altro le sabbie rese incapaci di stringere il tempo nella propria clessidra.

    Di colpo lo avvertivi. Esplose, letteralmente.
    Non potevi certo ignorarlo più a lungo di così, non quando bussava alla tua porta insistentemente. I tagli sulla maschera si aggravarono in cinque punti diversi; i tre che avevano trovato gli occhi li separarono con dei solchi orrendi. Interi pezzi del tuo volto dondolanti nel vuoto, con i sensi intorpiditi. Sentivi scorrere via la fonte del mana e con essa anche le forze. Con uno sforzo di volontà riuscivi però a focalizzare l'accaduto: non ti eri reso conto di provare dolore fino a quando non ne avevi preso coscienza. Lo avevi riconosciuto solo adesso, perché mai lo avevi avvertito prima d'ora.

    ويموت الذي يمكن أن يعيش إلى الأبد .
    ولكن على مدى الدهر غريبة ، حتى الصحراء يمكن أن يموت .


    Fu come avere sete.
    La gola arsa per ore dal calore, sotto un Sole cocente. La sensazione di essere prosciugato, lentamente, dall'impossibilità di dissetarsi. Fu una novità, sgradita. Una novità che ti aveva reso incauto, impreciso e azzardato; ne pagavi lo scotto adesso, come punizione per aver pensato di poter agire come nulla fosse. Dietro la tua maschera incrinata, inespressiva, incespicava sempre più coscienziosa la sofferenza.

    Non avevi una vita da rivivere prima di abbandonare le tue spoglie sabbiose, se non il pensiero di aver potuto gestire meglio quella pugna e di non esservi riuscito. Un rimpianto fin troppo umano per coglierti nella sua sconcertate pienezza, ma sufficiente a farti riconsiderare, qualora ne fossi uscito vivo, di riconsiderare le tue capacità belliche. Così stavi lì, fermo, mentre la tua forma prima acquisita si sfaldava. A fatica ti raccogliesti attorno alla tua figura originaria. Gemevi in silenzio.

    ~ { Verso la fine


    Accadde tutto in un lampo, come già accennato.
    Fu come se il tempo avesse ripreso a circolare dopo una breve pausa, dandoti modo di familiarizzare con la sete che ti pervadeva, mentre l'altro convogliava le sue energie per tentare forse l'ultimo assalto. Non ci fu ulteriore spazio per altro, solo l'istinto prese le tue redini quando ti venne richiesto di reagire.

    Da un lato il velo di magia prodotto dalla tua maschera, elevato a monito alla sfera affinché essa non costituisse -più- un pericolo né una fonte d'attrazione; all'affondo di spada rispose, invece, il richiamo dell'ultimo tuo alleato titanico: Celosia si eresse davanti a te, deviando la lama con una delle sue zanne orizzontali, simili a daghe.

    Avevi elargito alla creatura sufficiente energia tanto per ergersi a scudo quanto per rivolgersi al nemico, ma non subito. Le sabbie nella clessidra scorrevano improvvisamente più rapide, per entrambi. Ad ogni granello scivolava via la tua capacità di costruirti un ego e un corpo. Avresti resistito all'urgenza di accasciarti al suolo privo di sensi per il tempo necessario: se il fato avesse decretato il suo benestare su di te, Celosia avrebbe completato l'opera e messo fine allo scontro.

    Altrimenti, avrebbe fatto da guardia al tuo corpo nel caso tu avessi perso del tutto i sensi; ti avrebbe portato via dall'arena, se necessario. E per tanto ai posteri, oramai, spettava l'ardua sentenza.


    STATUS

    Status Fisico: Gravemente danneggiato 25%, crepe molto profonde sulla maschera, segni di taglio pronunciati, corrosione estesa. Senso di stanchezza aggravato. Parti della maschera interamente spaccate.
    Ferite Riportate: Danni di entità Alta. Basso di stanchezza. Medio di corrosione + attacco fisico. Medio dovuto alle condizioni della maschera aggravatesi con la riserva di mana quasi prosciugata.

    Condizione Metale: Spaventato e sofferente.

    Mana Consumato: 10% + 10%
    Mana Residuo: 10%

    Altro: Non penso ci sia molto da dire, uso Elegia Difensiva a Medio per annullare il potere magico della sfera; uso Celosia a Medio x 2 turni (Basso in questo) per pararmi dall'affondo. So che un attacco fisico si può schivare normalmente ma, avendo ruolato le condizioni pessime del pg, ho ritenuto più sensato che si facesse scudo di una evocazione (che io ricordi, un Basso è sufficiente a parare un colpo fisico normale). Celosia rimarrà attivo anche nel turno precedente TUTTAVIA quel che farà sarà dipeso dall'esito del voto per due motivi: non ha senso far postare Aeon solo per vederlo difendersi e svenire; Celosia agirà in caso di vittoria dando il colpo del KO (non di grazia) ad Edmund, altrimenti dovrebbe trarmi via dall'Arena. Queste due evenienze sono però ad appannaggio del giudici, ovvero lascio carta bianca (Celosia può anche svanire, se loro decidono così).
    PS: la prima parte del post segue l'espediente narrativo di Edmund di "invertire il tempo" creando la possibilità di ruolare i danni fisici e le conseguenze dello scontro che, precedentemente, ho -non so perché- tralasciato. Aldilà della mia buona fede e di aver fatto il possibile per recuperare ogni volta che mi sono accorto di aver fatto un errore grave, ammetto di aver commesso tanti errori ma ciò non mi ha impedito di divertirmi in questo scontro. Un grazie a Edmund per la pazienza e allo staff che giudicherà lo scontro (spero di non farvi gridare troppo al "ma che ha fatto sto deficiente?" XD).
    Alla prossima :3

    EQUIP

    Il volto celato
    { Equip: Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, mentre i danni subiti sono espressi come spaccature sulla stessa: la distruzione della maschera comporta la morte del personaggio

    Le mille e una notte
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro

    ABILITA' PASSIVE

    La Sabbia cambia
    { Passive: Cambiare forma a piacimento

    Camminatore degli Abissi
    { Passive: Camminare su ogni superficie

    La Sabbia giunge
    { Passive: Istant-Cast

    La Sabbia condivide
    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ABILITA' ATTIVE

    Elegia Difensiva
    Come qualunque creatura dotata di vita al mondo, anche il deserto possiede un forte istinto difensivo che lo induce a desiderare la propria salvaguardia, allorquando si senta minacciato o sia consapevole d'essere in pericolo. E poiché la Maschera funge per lui da fonte vitale, non sarebbe strano immaginare che quest'ultima sia capace d'indurirsi abbastanza da attutire o colpi di natura magica o colpi di natura fisica, seppur non nello stesso istante. Se l'obolo di mana speso è sufficiente, essa può anche annullare eventuali offensive di consumo pari o inferiore. Oltre a ciò, la maschera ha facoltà di preservare l'integrità spirituale del costrutto; ovvero, allorquando vittima di un'aggressione di stampo spirituale appunto, il deserto ha possibilità di erigere per se stesso una barriera a costo variabile. L'efficacia della stessa è dipesa dunque dal consumo: se pari o superiore, l'aggressione può venir vanificata in toto; se inferiore, si subirà metà o più danno, in base al divario tra difesa e offesa.
    { Attiva: Difesa Magica (Consumo Variabile Medio)

    Celosia
    Un'altare sovrasta il lago... Un guardiano lo sorveglia... Tiene vivo il fuoco.
    ~

    Dalla terra emerge una creatura leonina rivestita di un'armatura di roccia e pietra, che viene subitamente lanciata verso il nemico. La creatura, fra le più piccole evocabili, misura complessivamente sette metri -altezza e larghezza comprese- e risulta, per qualsiasi persona comunque, sufficientemente imponente da indurre alla cautela. Dotata di artigli e di un paio di zanne che spuntano lateralmente al muso, la bestia attacca servendosi di queste armi naturali o sfruttando una rapida corsa. Qualora la sua permanenza non sia prolungata per due turni, dimezzandone quindi la potenza, il mostro ritornerà alla terra se colpito o al termine del tempo previsto per l'evocazione, ovvero un turno; e non si fermerà davanti a nulla che non sia il fuoco.
    { Attiva: Evocazione (Consumo Medio)

    ///
    { Attive:
     
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  12. .:Aeon Clock:.
     
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    User deleted


    The End

    Che sia il migliore o il peggiore dei tempi,
    è il solo tempo che abbiamo.




    Siamo qui, ambedue proni, incerti nell'ambiguità di un momento che sembra durare più di una vita terrena. L'aria si è fatta pesante ed il pubblico ha smesso momentaneamente persino di respirare, focalizzato com'è verso le battute finali di questa caccia spietata.
    Il mastodonte leonino evocato dal mio nemico dalle profondità della terra si muove sinuosamente ad un palmo dai nostri volti, anch'esso titubante sul corso degli eventi, indeciso se rivolgere un'ultima offensiva o pensare alla salvezza del suo padrone.

    All'ultimo rintocco, l'Orologio scocca infine il passaggio da un'ora come molte ad una come infinite altre prima di lei. Ma noi siamo solo bambole inermi, delle marionette dai fili spezzati; i nostri corpi non possono sostenere il peso delle nostre volontà sconfinate, il fuoco che arde smanioso dentro i nostri cuori sanguinanti. Siamo ben poca cosa, in fondo, di fronte all'immensità del mondo.
    Le ferite gemono copiosamente e, così come il sangue, ben presto anche la vista inizia a venir meno dal corpo; ma non prima che riesca a rivolgere un'ultima, testarda occhiata all'avversario che come me sta crollando al suono inerme.

    Chissà, forse in un'altra vita...

    Lascio andare la spada, che si accascia a terra con un cupo tintinnio, e con uno sforzo supremo la mano inizia a frugare nella borsa alla ricerca di un oggetto dalla forma fin troppo familiare.
    Non le inventeranno che tra un paio di secoli: le chiameranno sigarette.
    Voglio concedermi un ultimo vizio, prima che tutto sia finito.

    Con una certa nostalgia mi sorprendo a riflettere di essere ben lontano dai tempi dell'Arena Celeste e degli aviatori; posso stare certo che qui a Merovish nessuno si prenderà cura delle mie ferite dopo questo incontro.
    Chissà se riuscirò a raggiungere il Nowhere in queste condizioni.
    Una voce interrompe il mio dolore.

    “Che cosa stai facendo? Finiscilo. E' il tuo momento.”

    Le gravi parole di Aeon rimbombano nella mia mente confusa come tanti spilli acuminati, riportando involontariamente alla memoria ricordi di anni che credevo di aver rimosso per sempre; è questo l'effetto che fa, dicono, trovarsi ad un passo dalla morte.

    Forse un'altra volta.

    La prima boccata è inebriante, il tabacco mi impregna la bocca e riesce a scacciare lo spettro che mi tormenta, allontanando per un istante da me l'ombra del relitto umano che sono diventato.
    La maschera della creatura è ormai diventata una triste panoplia di ferite e spaccature, e del sorriso iniziale non è rimasto che un ricordo indistinto.

    Lo sai, pupazzo di sabbia...

    Forse in un'altra vita avremmo potuto essere felici.



    Narrato
    Aeon Clock

    Piccolo post narrativo, giusto per dare una conclusione allo scontro; con le ultime forze rimaste Edd si prepara a difendersi da un'eventuale ultimo assalto o in caso contrario a viaggiare nello spaziotempo per rifugiarsi nel suo piano.
    Ho scritto questo post principalmente però per ringraziarti, al di là di tutto ho apprezzato moltissimo il continuo scambio di risposte legato al tempo ed in tutta onestà è stato il mio primo combattimento in cui sia stata così forte la presenza di questa tematica. Poi sahra è un personaggio bellissimo e il modo in cui lo gestisci mi è piaciuto davvero molto. Insomma, è stato davvero uno scontro avvincente :grab:
     
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    الصحراء


    Post Conclusivo


    ~ { Sognando


    Il posto in cui sei adesso
    il
    deserto l’ha cerchiato su una mappa per te.

    *

    Specchiavi la tua forma amorfa nel vetro.
    Stringevi l'essenza della vita dentro la sagoma umanoide, quasi recitando un mantra. Ti specchiavi per riconoscere nel vetro un volto che non ti apparteneva, tradendo le tue stesse aspettative sapendo che eri tu stesso artefice del tuo aspetto; poggiavi una mano di sabbia sulla parete arrotondata, intorno a te cadeva la sabbia come pioggia.

    Alzavi la maschera verso l'alto, fissando il beccuccio da cui scendeva il tempo. Lentamente un manto dorato ricopriva un fondale, mentre la cima a lui simmetrica andava svuotandosi. Al di fuori di quella prigione, numerose figure ammantate di nero si agitavano senza sosta. Indossavano tutte maschere diverse, simili alla tua ma con particolari in più o in meno.

    Così mentre la sabbia ti soffocava lentamente, sigillando la tua coscienza un granello alla volta, ti fu finalmente chiaro chi e cosa eri: poco più che sabbia in una clessidra.






    Ma una clessidra rotta che andava sostituita.


    Questo è un post di intramezzo, una sorta di sogno vivido che Sahara fa nel mentre il duello viene dichiarato concluso dagli organizzatori. Lo scopo di questo post è sia per tenere pari il numero delle risposte, sia perché mi sembrava doveroso rispondere alla chiusa di Aeon con una mia. Rinnovo i complimenti al mio avversario :3
     
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    Pretender

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    Il pubblico rumoreggiava. Il duello era finito con uno stallo e nessuno dei due sfidanti sembrava intenzionato a mettere in scacco il nemico. Lo spettro nero si era accasciato di fianco alla sua creatura di pietra, mentre il bizzarro spadaccino aveva abbandonato la sua arma, accendendosi poi una sigaretta al cospetto di migliaia di spettatori che invocavano a gran voce il colpo di grazia.
    Non appena capì che i duellanti non avrebbero più dato spettacolo, il Cerimoniere comparve sul ring. S’incamminò verso di loro mentre la folla si ammutoliva. Senza nemmeno volgere lo sguardo, schioccò le dita verso Celosia e la sbriciolò all’istante.

    « Signori e signore, i due vecchietti vi hanno dato quel poco che avevano. »

    Il suo tono nascondeva un’ironia molto sottile, che purtroppo nessuno di quei cani avrebbe colto.

    « Conoscete le regole: chi crolla per primo perde. Stasera ha trionfato Edmund Thoumieux Mondragon, lo Svogliato! »

    L’esultanza del pubblico si sommò alle risate sguaiate.
    L’uomo ammantato di nero squadrò le misere goccioline di sangue che quella sera avevano imbevuto la polvere dell’Arena. C’era bisogno di una mattanza di tutt’altra scala. Merovish aveva bisogno di uno spettacolo di un livello superiore.

    Ne andava della sopravvivenza di tutti.

    « خلال الدهر غريبة لا يمكن كسرها حتى الشتائم. »

    Ricordò al mondo intero con un sussurro.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Edmund VS Sahrā

    Edmund
    Scrittura & Interpretazione
    Piacevole da leggere, padroneggi un ottimo stile in prima persona. Edmund è un personaggio interessante, costruito intorno a pochi ma solidi pilastri tematici. L’interpretazione resta sempre concreta, gli excursus che ti concedi non fanno mai perdere di vista l’azione nel presente. Le poche battute che scambi col tuo avversario non sono particolarmente ispirate, ma comunque sono in linea con la situazione contingente. Peccato solo per qualche sporadico errore grammaticale e qualche periodo un po’ troppo intricato. Un ultimo appunto riguardo al font: è veramente minuscolo, dovresti adottarne uno più leggibile.
    Voto: 4

    Strategia
    L’apertura del duello è convincente, e anche nel secondo turno mantieni alto il livello di pericolosità. Certo, sarebbe andata ancora meglio se avessi incassato la pestilenza per guadagnare un secondo slot. Quando invece al terzo turno scegli di non difenderti per poter castare due offensive, utilizzi due volte la stessa tecnica, il che mi è sembrato un vero spreco. Anche nel turno seguente perdi un po’ di mordente, utilizzando per la terza volta “The Warp”. Non penalizzo i post narrativi finali, anche se con il poco mana rimasto si poteva comunque fare qualcosa.
    Voto: 3

    Sportività
    La tua difesa “The Shadow” prevede l’intangibilità del pg, un effetto che sarebbe più corretto associare ad una difesa assoluta. Per il resto gestisci piuttosto bene dolore e stanchezza, e sei preciso nell’interpretazione delle mosse avversarie.
    Voto: 3.5

    Puntualità
    Nessun ritardo.
    Voto: 5



    Sahrā
    Scrittura & Interpretazione
    Lo stile in seconda persona si adatta bene al personaggio impersonale che manovri. I continui allacciamenti al background del Sud funzionano in maniera egregia, e ho pure apprezzato che entrambi abbiate costruito una linea tematica basata sul concetto del tempo. Ti consiglierei magari di limare il registro linguistico che adotti: per quanto elegante, risulta eccessivamente ampolloso in alcuni passaggi.
    Voto: 3.75

    Strategia
    Il primo turno presenta un’offensiva non particolarmente aggressiva, e così pure il secondo turno. Nel terzo turno riesci ad essere un po’ più infido, il quarto turno è invece totalmente sprecato: non mi torna perché hai voluto usare l’evocazione per difenderti, rinunciando ad attaccare nel momento in cui avresti potuto insidiare il nemico per l’ultima volta. Per tutta la durata del duello alcuni spunti validi sono inficiati dall’abuso della passiva di mutaforma, quindi non posso riconoscerne il valore tattico.
    Voto: 2.25

    Sportività
    Come già accennato, abusi troppo della passiva di metamorfosi. Cambiare forma così a ripetizione potrebbe essere passabile in una scena free, ma in un duello ufficiale non puoi accedere ad una gamma così vasta di forme e dimensioni senza consumare del mana (o senza aver pagato in punti le caratteristiche della forma alternativa). La prima difesa che utilizzi è di tipologia sbagliata, mentre nel secondo turno ignori completamente l’ultima sfera che il nemico aveva tenuto in serbo. Infine non mi torna il modo in cui “Elegia difensiva” - una difesa magica che prevede l’irrobustimento della maschera - possa annullare una sfera di attrazione gravitazionale.
    Voto: 2

    Puntualità
    Nessun ritardo.
    Voto: 5



    Verdetto
    Alla luce dei risultati, essendo superiore la media dei voti, decreto Edmund vincitore dello scontro. Quest’ultimo ottiene il titolo in-game di “Svogliato”. Assegno 1pt a entrambi i partecipanti.

     
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14 replies since 2/7/2015, 17:33   501 views
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